Presunte torture e lesioni personali aggravate sono le pesanti accuse contestate a 6 agenti della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere reggino โPanzeraโ, arrestati stamane e posti ai domiciliari dalla Polizia di Stato che hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
Con le stesse accuse, per altri due agenti รจ stata disposta la misura interdittiva della sospensione dallโesercizio di un pubblico ufficio.
Agli indagati, sono contestati i reati di tortura e lesioni personali aggravate ai danni di un detenuto dellโistituto penitenziario dove prestano servizio. Al Comandante del Reparto, che figura tra gli indagati ed al quale รจ stata applicata la misura degli arresti domiciliari, vengono contestati anche i reati di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per induzione, di omissione dโatti dโufficio, di calunnia e tentata concussione.
Oltre ai destinatari delle misure cautelari, sono sottoposti ad indagine ulteriori 4 poliziotti penitenziari, ai quali viene contestato il reato di tortura e lesioni personali in concorso, per i quali il Gip si รจ riservato di valutare la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva formulata dalla Procura allโesito dellโinterrogatorio, ed il medico dellโIstituto Penitenziario, indagato per il reato di depistaggio, per aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero, per il quale il giudice, sempre allโesito dellโinterrogatorio, valuterร la richiesta di applicazione della misura della sospensione dalla professione medica.
I fatti contestati agli indagati risalgono al 22 gennaio 2022 e vedono come parte offesa un solo detenuto, che aveva messo in atto una protesta, rifiutandosi di far rientro nella cella dopo aver usufruito del previsto passeggio esterno.
In risposta a tale condotta, – รจ scritto nell’ordinanza – gli indagati “conducevano illegittimamente il detenuto in una cella di isolamento, senza alcuna preventiva decisione del Consiglio di disciplina ovvero senza alcuna previa decisione adottata in via cautelare dal Direttore, serbando gratuite condotte di violenza e di sopraffazione fisica che cagionavano al detenuto acute sofferenze fisiche mediante piรน condotte e sottoponendolo ad un trattamento inumano e degradante per la dignitร della persona”.
Nello specifico, secondo la ricostruzione operata allo stato degli atti e fatti salvi i necessari successivi accertamenti di merito, le condotte si sostanziavano nel colpire ripetutamente il detenuto con i manganelli in dotazione di reparto, ma anche con dei pugni, facendolo spogliare e lasciandolo semi nudo per oltre due ore nella cella dove era stato condotto.
Per coprire tali condotte, ed evitare conseguenze per una eventuale denuncia da parte del detenuto, il Comandante del Reparto, avrebbe poi redatto una serie di atti (relazione di servizio, comunicazione di notizie di reato ed informative al Direttore del carcere), in relazione ai quali gli vengono contestati i reati di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per induzione, di omissione dโatti dโufficio e di calunnia.
Nei giorni successivi lo stesso ufficiale avrebbe tentato di costringere, illegittimamente, un suo sottoposto a mostrargli delle relazioni di servizio relative alla sorveglianza dello stesso detenuto, e per tale motivo รจ stata formulata a suo carico anche lโipotesi di reato di tentata concussione.
Le indagini, affidate dalla Procura di Reggio Calabria, alla Squadra Mobile, sono state avviate dopo la denuncia sporta dai familiari di alcuni detenuti, tutti di origine campana, a cui le persone recluse, nel corso di colloqui telefonici, avevano riferito di essere stati malmenati allโinterno del carcere.
I successivi approfondimenti investigativi, anche attraverso lโinterrogatorio dei reclusi da parte del pubblico ministero titolare delle indagini, avevano permesso giร in una prima fase di circoscrivere ad un solo detenuto le condotte violente, cosรฌ come poi confermato dalla visione e analisi delle telecamere interne dellโistituto di pena.
โVa segnalato โ spiega una nota – che le gravi condotte contestate sono ascrivibili alla responsabilitร personale solo di alcuni appartenenti alla Polizia Penitenziaria, che presta servizio allโinterno della struttura penitenziaria in questione con abnegazione, sacrificio e senso del dovere, e con pieno rispettoย dei diritti e della dignitร dei detenuti ivi ristrettiโ.