Una task force congiunta di forze dell’ordine italiane e l’Interpool alle 4 di questa mattina ha fatto irruzione in un appartamento nella frazione viterbese di Bagnaia, dove sembra stesse da tempo agli arresti domiciliari e piantonato, il presunto boss della mafia turca Baris Boyun, che intorno alle 5:30 è stato portato via dagli agenti per essere condotto presumibilmente a Milano.
Con un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone di origine turca che vivono in Italia, Svizzera, Germania e Turchia, la Procura di Milano ha smantellato una rete criminale guidata dal presunto boss della mafia turca Baris Boyun, uno degli uomini più ricercati da Ankara.
Il provvedimento del gip milanese Roberto Crepaldi è stato eseguito all’alba, assieme a un paio di fermi, da centinaia di poliziotti coordinati dall’antiterrorismo milanese, in particolare dal pm Bruna Albertini e dal procuratore Marcello Viola.
Quattordici cittadini turchi dimoranti nel nostro Paese e altri tre attivi all’estero sono finiti in carcere per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche e a commettere attentati terroristici, detenzione e porto illegale di armi micidiali e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ scritto in una nota apparsa sul sito della Polizia.
L’indagine è stata avviata a Como all’inizio di ottobre dello scorso anno quando i poliziotti hanno arrestato tre appartenenti dell’organizzazione criminale mentre cercavano di raggiungere la Svizzera ed erano in possesso di due pistole, di cui una clandestina, numerose munizioni e materiale di propaganda.
L’attività investigativa ha consentito di constatare che il capo dell’organizzazione Baris Boyun, finito successivamente agli arresti domiciliari (con una parentesi in Calabria) per detenzione e porto di arma comune da sparo, continuando a dirigere e coordinare dall’Italia le attività criminali: trasporto di migranti, traffico di stupefacenti, contrabbando di sigarette e di farmaci ma anche la commissione di reati terroristici come l’omicidio di un cittadino turco a Berlino o ancora l’attentato alla fabbrica di alluminio in Turchia avvenuti a marzo scorso. Quest’ultimo attentato è fallito grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato, l’Interpol e la polizia turca.
Il video con le intercettazioni sulla pianificazione di un attentato
Alla Sezione investigativa finanziamento terrorismo della Guardia di finanza di Milano, è stata delegata l’attività d’indagine sui flussi finanziari provenienti dall’estero che hanno permesso al capo di disporre di somme di denaro contante consistenti.
Nell’operazione che ha coinvolto centinaia di poliziotti, è stato impegnato il personale della Squadra mobile di Como, del Servizio centrale operativo di Roma, delle Sisco di Milano e di Brescia, delle Squadre mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo, delle Unità operative di primo intervento, del Reparto prevenzione crimine Lazio e Lombardia, delle Unità cinofile di Roma, del Reparto volo di Roma, della Polizia scientifica delle città interessate e della Guardia di finanza di Milano e Roma.