Il Gip di Napoli Tommaso Perrella ha disposto l’archiviazione per le sei persone indagate per diffamazione nell’ambito del procedimento avviato a fine 2015 da Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi nel settembre scorso dopo la diffusione on-line di un video hard in cui la donna era stata ripresa.
Il magistrato ha però disposto un supplemento di indagine chiedendo alla Procura di verificare eventuali responsabilità del legale rappresentante di Facebook Italia. “Non cerchiamo un capro espiatorio – dice Giuseppe Marazzita, legale di Teresa Giglio, madre della Cantone – ma di certo la diffamazione ai danni di Tiziana c’è stata, ed è una delle cause del suo gesto”.
“Sono molto amareggiata per l’archiviazione. Se mia figlia è morta – afferma Teresa Giglio – la colpa è dei magistrati che non hanno fatto il loro dovere, in particolare del pm Alessandro Milita che per primo ha indagato”.
Non rispondo, mi riservo solo di valutare con i miei legali se presentare querela per diffamazione dopo che avrò letto le sue dichiarazioni”, ha replicato il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Milita, fino a poche settimane fa sostituto alla Procura di Napoli dove si è occupato – non come “primo pm” specifica Milita – dell’indagine per diffamazione avviata a fine 2015 da Tiziana Cantone.