13 Ottobre 2024

Strage di Pasqua nello Sri Lanka, è caccia ai terroristi dell’Isis: finora 58 arresti

I kamikaze che si sono fatti esplodere nelle chiese e negli hotel appartengono al gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath. Bilancio sale a 310 morti

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Polizia davanti il Shangri-La Hotel a Colombo, Sri Lanka
Polizia davanti il Shangri-La Hotel a Colombo, Sri Lanka (Ansa/Epa)

Il bilancio delle vittime degli attacchi di Pasqua in Sri Lanka sale a 359 morti. A renderlo noto è la polizia, aggiungendo che altri 18 sospetti sono stati arrestati nella notte, facendo salire così a 58 le persone detenute perché collegate con gli attentati.

Intanto è caccia ai membri del gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath per la strage di Pasqua a Colombo, nello Sri Lanka. L’attacco dei kamikaze anche grazie a una rete internazionale. Almeno 359 le vittime e oltre cinquecento le vittime. Tra gli stranieri anche 3 dei 4 figli del patron danese di Asos.

Una nuova esplosione è avvenuta in un furgone vicino a una chiesa mentre gli artificieri disinnescavano l’ordigno. Ferito in modo lieve l’inviato di Repubblica Raimondo Bultrini. Trovati 87 detonatori vicino alla principale stazione di autobus della città.

Delle vittime, gli stranieri erano almeno 30, secondo le autorità cingalesi: una piccola minoranza, ma provenienti da ben 11 Paesi. Nella confusione dei dati, ma in base ai dati forniti dai governi dei Paesi di provenienza, 8 dei morti venivano dall’India, altri 8 dal Regno Unito, 4 dagli Stati Uniti, 3 dalla Danimarca, cioè i tre figli dell’imprenditore dell’abbigliamento Anders Holch Povlsen.

Due persone, di cui non sono state fornite le generalità, sono svizzere, una delle quali con passaporto anche di un altro Paesi, oltre a una terza persona che faceva parte della famiglia delle altre due vittime elvetiche con due diverse nazionalità, non precisate. Due persone, un uomo e una donna, provenivano dalla Spagna, 2 dall’Australia, 2 dalla Cina. Gli altri morti provengono da Olanda, Giappone e Portogallo.

Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha dichiarato per il 23 aprile, un giorno di lutto nazionale. Lo ha fatto sapere lo stesso ufficio del presidente, aggiungendo che nello stesso giorno Sirisena incontrerà i rappresentanti diplomatici per sollecitare e organizzare gli aiuti internazionali, anche nelle indagini. Nella stessa nota della presidenza si parla, citando rapporti delle agenzie di intelligence, di “gruppi internazionali” che potrebbero essere coinvolti negli attentati. E’ stata intanto rafforzata la sicurezza intorno alle chiese cattoliche dell’isola.

I sostenitori dell’Isis celebrano la strage, convinti che gli attacchi contro chiese e hotel dello Stato insulare rappresentino una vendetta per la carneficina del mese scorso in due moschee di Christchurch (Nuova Zelanda) in cui morirono 50 persone.

“Tutti condannino questi atti disumani”, ha detto il Papa. Salvini avverte che anche in Italia “ci sono migliaia di punti che potrebbero essere a rischio”. (a.a.)


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