“Aveva sempre la casa piena di gente. Una volta trovai in salotto Francesca Mambro e Giusva Fioravanti che prendevano il tè. Rimasi basita. Ma lui mi disse: “Figlia mia, per la strage di Bologna sono innocenti”. Un’altra volta trovai Adriana Faranda, la brigatista. Quella volta spiegò: “Figlia mia, lo Stato deve fare pace con i terroristi sconfitti”. Così Anna Maria Cossiga racconta il padre Francesco in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
E su Aldo Moro aggiunge: “Babbo non c’era quasi mai. Ne parlammo poco. Quando giunse la notizia dell’assassinio ne soffrì enormemente. Ogni tanto ripeteva: ‘L’ho ucciso io’. E non nel sonno, com’è stato scritto. Da sveglio”. “Si decise di anteporre lo Stato – spiega – Lui era d’accordo, ma fu un colpo terribile. Subito gli venne questo ciuffo di capelli bianchi…”.
I miei genitori “si separarono – racconta – Mia madre non voleva diventare una persona pubblica. Quindi preferisco non parlare di questo”. “Mio padre non ha più avuto altre donne”, aggiunge. Rispetto alle voci di un’infatuazione per Federica Sciarelli la figlia risponde ridendo: “Gliel’abbiamo chiesto pure noi figli. Ha negato nel modo più assoluto”.
Era un papà “molto severo – racconta – Un po’ rigido. Non dovete pensare al picconatore, o al presidente emerito, giocoso e allegro. Da giovane era molto serio. Prima di andare al cinema controllava il giudizio di Famiglia Cristiana. Noi volevamo vedere American Graffiti…”. “Babbo ce lo proibì – spiega – Andammo lo stesso. Poi mi appassionai a Jesus Christ Superstar, lo vidi dieci volte di fila, finché babbo non me lo vietò”.
Parlando dei giochi d’infanza, la figlia di Francesco Cossiga racconta: “Ci faceva disegnare le bandiere di tutti i Paesi, per prima quella del Regno Unito, così complicata, ma anche degli Stati africani. Poi ci insegnava gli inni nazionali, bofonchiando. Non l’ho mai sentito cantare in vita mia. Però adorava ascoltare l’inno della brigata Sassari. Muoveva le braccia come per dirigerlo ed era felicissimo”.
Con Berlinguer c’era “una frequentazione tra politici, non tra parenti. Berlinguer non me l’ha mai presentato, con mio grande dispiacere – dice – Forse pensava fosse pericoloso…”. “Perché, dopo il partito sardo d’azione e il partito repubblicano, votavo comunista – prosegue – Babbo mi chiamava la bolscevica, la miscredente”. “Io non avevo fede”, spiega, “lui tantissima. Credeva fortemente in Dio, anche se non gli piaceva che il Vaticano si impicciasse con lo Stato”.
A casa si parlava ‘molto’ di politica, prosegue Anna Maria Cossiga, “anche di teologia. Di storia. E del conflitto israelo-palestinese”. “Babbo era sionista – spiega – Con Israele sino alla morte. Anch’io ero abbastanza filoisraeliana. Mio fratello invece era filopalestinese”. “Il fascismo invece lo considerava il male assoluto – prosegue – Veniva da una famiglia fortemente antifascista”. E sul fatto che fosse massone Anna Maria spiega: “Suo nonno Francesco era massone: trentatré di rito scozzese. Lui no: troppo cattolico. Però andava orgoglioso del nonno”.
E poi ancora: “Babbo si era innamorato di D’Alema. Considerava il suo capolavoro politico aver portato il primo ex comunista a Palazzo Chigi e avergli fatto combattere una guerra della Nato. Avevano un rapporto “affettuoso. Una volta lo incontrammo per strada e babbo mi presentò così: “Mia figlia vota Rifondazione”. E D’Alema: “Sia più moderata, voti per noi…”. A casa spesso venivano Minniti e Latorre. Quando Berlusconi disse che i comunisti mangiavano i bambini, babbo mandò a D’Alema un bambino di marzapane”.
Mentre su Berlusconi l’antropoga spiega”
“Babbo lo trovava irresistibilmente simpatico, ma non era il suo tipo di politico. Non l’ha mai votato. Mio fratello invece andò in Parlamento con Forza Italia”.
E su Bettino Craxi: “Quand’era potente non avevano un gran rapporto. Ma quando finì ad Hammamet babbo andò a trovarlo, e lo difese sempre.”