Altre due persone, oltre al minore che secondo testimoni sarebbe colui che avrebbe spruzzato lo spray urticante, sono state fermate in relazione a quanto accaduto nella discoteca di Corinaldo. Anche nei loro confronti l’accusa ipotizzata al momento è quella di possesso di droga ma non è escluso che possa cambiare. Si cerca di capire il loro coinvolgimento nel dramma dell’Immacolata.
Per la tragedia i pm hanno iscritto nel registro degli indagati sette persone: si tratta dei tre titolari della società che gestisce la discoteca di Corinaldo e dei quattro proprietari dell’immobile.
L’ipotesi che sta prendendo piede tra chi indaga è che alla “Lanterna Azzurra” fosse presente una banda di giovani dedita alle rapine nei confronti di coetanei e che potrebbe aver utilizzato lo stratagemma dello spray urticante per coprirsi la fuga dopo aver compiuto i “colpi” e aver spacciato droga ai ragazzini. La mattina dopo la strage un dj ha detto agli inquirenti che una ragazza lo aveva avvicinato per raccontargli che un tale le aveva rubato la catenina che portava al collo.
Nell’inchiesta della Procura di Ancona si ipotizzano diversi reati tra cui l’omicidio plurimo. Sotto la lente dei magistrati anche le condizioni di sicurezza del locale all’esterno del quale si è consumata la strage in cui hanno perso la vita cinque giovanissimi e una signora di 40 anni.