12 Dicembre 2024

Siria, l’Ue prima esulta per caduta Assad poi si nasconde ai tagliagole Isis al potere

Nessun contatto della Commissione con i terroristi. L'occidente ha esultato per la caduta di Assad ma adesso pare che il paese - dove da anni imperversa una sanguinosa guerra civile -, non abbia interlocutori per preparare la transizione dei poteri. Latitanti Washington, Londra e Bruxelles da sempre protagonisti a Damasco, a parte Israele che dopo l'estromissione del "cattivone" Assad ha iniziato a occupare per decine di chilometri territori siriani confinanti con il Golan, già occupato, allargandosi illegalmente

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E’ ancora caos in Siria dove dopo la caduta di Assad appare tutto confuso con un “regime criminale” spazzato via e la presa del potere del gruppo terroristico islamico Hay·at Tahrir al-Sham guidato da Abu Mohammed al-Julani, tagliagole fedele al califfato.

L’occidente, Ue in testa, ha esultato per la caduta di Assad ma adesso pare che il paese – dove da anni imperversa una sanguinosa guerra civile -, non abbia interlocutori per preparare la transizione del potere. Latitanti Washington, Londra e Bruxelles da sempre protagonisti a Damasco, a parte Israele che dopo la caduta del “cattivone” Assad ha iniziato a occupare per decine di chilometri territori siriani confinanti con il Golan, già occupato.

Tel Aviv ha tutto da guadagnare in questa situazione caotica, con la Turchia di Erdogan che non può cantare la stessa “vittoria” dei curdi del Pkk, piuttosto che dei Talebani che hanno scacciato gli Usa dall’Afghanistan occupato.

E lo fa capire il tono delle dichiarazioni di esponenti di Bruxelles che l’Ue non sa cosa fare in queste circostanze, se avviare un dialogo con i tagliagole dell’Isis oppure lasciare spazio libero ad altri. Di contatti al momento non ce ne sono, secondo alcune dichiarazioni.

“La Commissione europea non ha avuto alcun contatto con l’opposizione armata che ha preso il potere in Siria, tra cui Hay·at Tahrir al-Sham (HTS, precedentemente noto come Fronte al-Nusra) e il suo leader Ahmed Hussein al-Shar’a, noto anche come Abu Mohammad al-Julani. Il portavoce della CE Anouar El Anouni afferma che la Commissione europea li considera ancora un’organizzazione terroristica.

“La Commissione europea non ha contatti con loro, punto. L’HTS è sulla lista delle organizzazioni terroristiche dell’UE e tutti i paesi dell’UE sono allineati su questo. Qualsiasi riconsiderazione richiederebbe l’approvazione unanime e, affinché ciò accada, abbiamo bisogno di vedere azioni da parte loro, non solo parole”, ha affermato, sottolineando che “speculare su possibili ulteriori passi sarebbe prematuro a questo punto”.

Il portavoce ha anche sottolineato che la Commissione europea non è ancora pronta a riconsiderare i vari cicli di sanzioni imposte contro i funzionari siriani durante il regno di Bashar al-Assad dal 2011. Attualmente, le sanzioni dell’Ue contro la Siria riguardano oltre 400 persone ed entità legali.

Rispondendo a un giornalista sulla situazione migratoria nell’UE dopo il cambio di potere in Siria, ha affermato che è troppo presto per commentare l’argomento, ma la Commissione europea ritiene che la maggior parte della diaspora dei rifugiati siriani “sarebbe felice di tornare” a casa.

Dichiarazioni dell’Alto Rappresentante dell’UE
Domenica, l’Alto rappresentante dell’UE Kaja Kallas ha dichiarato sulla sua pagina X che la fine del regime di Assad è uno “sviluppo positivo e atteso da tempo” per la Commissione europea, aggiungendo che la Commissione ha accolto con favore il cambio di potere.

Lunedì, in una dichiarazione separata, ha invitato tutti gli attori regionali a “preservare l’integrità territoriale della Siria”, ad “astenersi dalla violenza” e ad avviare un “dialogo pan-siriano inclusivo, guidato dai siriani”. Kallas ha invitato a rispettare la sovranità della Siria e ad “astenersi da ogni forma di estremismo”. Inoltre, ritiene necessario garantire la protezione dei civili, compresi i cristiani, e “proteggere il ricco patrimonio culturale della Siria”, scrive la Tass.

Il 27 novembre, le milizie armate dell’opposizione hanno avviato un’offensiva su larga scala contro le posizioni dell’esercito siriano nelle province di Aleppo e Idlib. Entro la sera del 7 dicembre, avevano preso diverse città importanti (Aleppo, Hama, Daraa e Homs) ed erano entrate a Damasco l’8 dicembre. Le forze governative hanno lasciato la città. Il primo ministro Mohammad Ghazi al-Jalali ha espresso la sua disponibilità per un pacifico trasferimento del potere nella repubblica. Secondo la dichiarazione del Ministero degli Esteri russo, il presidente siriano Bashar Assad si è dimesso e ha lasciato il paese, avendo ordinato un pacifico trasferimento del potere.


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