Segregata e costretta a prostituirsi da richiedente asilo. Incubo per 19enne

Carlomagno
Agenti di Polizia di Gioia Tauro davanti la "casa" della giovane a Rosarno
Agenti di Polizia di Gioia Tauro davanti la “casa” sequestrata della giovane a Rosarno

Segregata e ridotta in schiavitù, costretta a vivere in un tugurio e a prostituirsi dallo “Zio” per ripagarlo dei (presunti) ventimila euro che avrebbe speso per farla arrivare clandestinamente in Italia dalla Nigeria. Finita dalla “padella” africana alla “brace” dello sfruttamento di Rosarno, nel reggino. Una brutta storia di violenza e soprusi ai danni di una ragazza il cui presunto protagonista, richiedente asilo politico ma con permessi regolari, è stato rintracciato e arrestato dalla Polizia.

Sunday Omorodion, 42 enne connazionale della giovanissima, I. B., 19 anni, è adesso in carcere. Ad ammanettarlo dopo un giro di indagini complesse, gli agenti del commissariato di Polizia di Gioia Tauro e della Squadra Mobile di Reggio Calabria che lo hanno beccato in flagranza in una topaia di Rosarno dove avrebbe costretto non solo la connazionale, ma anche altre donne, alla prostituzione. L’accusa è di sequestro di persona, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione.

L’INCHIESTA – L’attività di polizia si è sviluppata a seguito di una specifica segnalazione della Questura di Campobasso, che indicava a Rosarno, in un non meglio specificato appartamento di Via Carbonai, il luogo dove era tenuta segregata, contro la sua volontà, una cittadina nigeriana, costretta a prostituirsi da un uomo che si faceva chiamare lo Zio e da una donna che rispondeva al nome di Silvia o Madame.

Veniva principiata una delicata attività fatta di appostamenti, finalizzata a monitorare alcuni cittadini extracomunitari al fine di individuare la persona di interesse operativo. L’attività info-investigativa consentiva di individuare l’appartamento che veniva immediatamente sottoposto ad un controllo ed al cui interno vi era, effettivamente, la giovane I.B., tenuta segregata in una stanza contro la sua volontà.

All’interno dei locali ispezionati veniva accertata la presenza di altre tre donne, verosimilmente dedite anch’esse alla prostituzione. Tutti i soggetti venivano accompagnati presso gli Uffici del Commissariato di Gioia Tauro, dove venivano compiutamente identificati e dove la ragazza, con l’aiuto di un interprete di lingua madre, narrava la sua triste storia fatta di violenze e soprusi.

La donna ha riferito di essere stata portata in Italia e che 15 giorni addietro, mentre si trovava in un centro di accoglienza di Vasto, veniva prelevata da colui che lei conosceva con l’appellativo di Zio e da una donna, conosciuta come Silvia o anche come Madame.

I due, dopo averla caricata in macchina, la conducevano fino a Rosarno, dove veniva segregata nell’appartamento di Via Carbonai e costretta a prostituirsi con delle persone di colore, dietro pagamento di una somma di denaro. Il ricavato dello sfruttamento sessuale della povera donna nigeriana veniva poi consegnato al connazionale Omorodion.

L’attività di sfruttamento subita veniva giustificata con la necessità di recuperare la somma di circa 20.000 euro che sarebbe stata spesa per consentire alla giovane donna nigeriana di arrivare clandestinamente in Italia. La povera vittima veniva fatta vivere in uno stato di degrado assoluto, al fine di aumentare su di lei la pressione psicologica utile ad assicurarsi la riduzione in schiavitù ed al fine di indurla in una condizione di vulnerabilità e di inferiorità fisica o psicologica utile a soggiogarla totalmente.

Nel corso della perquisizione venivano rinvenuti effetti personali, profilattici, telefoni cellulari e circa 600 euro in contanti. La ragazza, dopo aver ricevuto l’assistenza e le cure del caso, veniva collocata in una struttura protetta che gli consentirà di ritornare a vivere condizioni di vita normali, con la possibilità di principiare un percorso assistenziale che la aiuti ad uscire dall’incubo delle violenze subite.

Questo arresto è il frutto della capillare attività sviluppata dalla Polizia di Stato nella Piana di Gioia Tauro, nelle zone di maggiore affluenza di immigrati stranieri, specie nella cosiddetta “tendopoli” di San Ferdinando e nel centro storico di Rosarno, nello specifico nel quartiere “Ospizio” dove dimorano decine di centro-africani. L’attività svolta dalla Polizia di Stato continuerà senza sosta al fine di garantire livelli di legalità apprezzabili tra la comunità straniera presente nella Piana di Gioia Tauro ed impegnata nelle attività agricole stagionali.