“I Bronzi di Riace appartengono alla Nazione non alla sola Calabria”. Lo scrive l’editorialista del Corriere della Sera rispondendo a un lettore che chiede “un minimo di furbizia alla Regione Calabria” la quale “dovrebbe impegnarsi per rimuovere tutti gli ostacoli e acquisire una straordinaria vetrina davanti a milioni di visitatori”, in vista dell’Expò 2015 a Milano.
“Nel caso dei bronzi di Riace, – risponde l’ex diplomatico – il criterio dell’appartenenza alla Calabria, comunque, mi sembra un po’ tirato per i capelli. Sono stati rinvenuti da un pescatore subacqueo nell’agosto del 1972 a 300 metri dalla costa di un comune calabrese (Riace). Sono stati recuperati dai carabinieri, vale a dire da un corpo nazionale. Sono stati affidati dapprima ai tecnici della sovrintendenza calabrese, poi al Centro di restauro dell’Opificio delle pietre dure di Firenze: due istituzioni nazionali.
Appartengono alla Regione Calabria o alla nazione italiana? Esiste naturalmente il problema del trasporto. Ma i bronzi hanno già viaggiato dalla Calabria a Firenze, da Firenze a Roma , da Roma alla Calabria. Esistono valide ragioni per cui non dovrebbero fare un quarto viaggio? Quanto ai vantaggi che Reggio Calabria ricaverebbe dalla presenza dei bronzi a Milano in occasione dell’Expo, caro Gradi, credo che lei abbia ragione.
I visitatori non si misurerebbero in migliaia , come accade a Reggio, ma in milioni. Tornando a casa quelli dell’Expo racconterebbero ai loro connazionali che in Calabria esiste un Museo della Magna Grecia a cui vale la pena di dare un’occhiata”, conclude Romano.
Sulla vicenda del trasferimento dei Bronzi da Reggio Calabria a Milano nelle scorse settimane c’è stata una forte polemica tra i pro e i contro. A favore del trasferimento si erano schierati il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Dalla Calabria, un secco diniego motivato dalla soprindendenza calabrese dalla “fragilità” delle statue. Un parere supportato dalle parole del premier Matteo Renzi: “Restino in Calabria. Ho bisogno di portare turisti in Calabria”. Un botta e risposta culminato in uno scambio di accuse tra Milano e Reggio Calabria con in coda annunci di querele e controquerele. Protagonista degli strascichi giudiziari il vulvanico presidente della Commissione vigilanza Aurelio Chizzoniti e Sgarbi.