II presidente della Regione, Mario Oliverio, ha disposto il rinnovo dei componenti della “Commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare”, la cui composizione è scaduta da alcuni mesi. La Commissione, (istituita in Calabria con legge nazionale nel 2000), si occupa dello studio e dell’analisi del fenomeno del lavoro sommerso, nero e irregolare, ed è composta, complessivamente, di 15 membri, di cui sette designati dalle amministrazioni pubbliche che hanno competenza in materia e otto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
In particolare, con decreto adottato dal governatore lo scorso 26 luglio, sono stati nominati Giuseppe Antonio Cicciù in rappresentata dell’Agenzia regionale delle Entrate, Roberta Mancini (Direzione regionale Lavoro di Reggio Calabria), Diego De Felice (Inps Calabria), Caterina Crupi (Inail Calabria), Giovanni Quintieri (Confartigianato Calabria), Angelo Politi (Confagricoltura Calabria), Rosario Branda (Unindustria Calabria), Domenico Mamone (Unsic Calabria), Vincenzo Musolino (Cisl Calabria) e Alfio Pugliese (Unioncamere Calabria).
Nel decreto, il presidente della Regione “prende atto che alcune organizzazioni, pur sollecitate, non hanno ancora inviato la designazione del proprio componente” e “si riserva l’integrazione non appena perverranno le designazioni”, disponendo infine la notifica delle nomine al presidente della Commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare, Benedetto Di Iacovo, sindacalista a capo dell’ente dal 2009. Il rinnovo della composizione della Commissione è disposto per 5 anni.
Commissione nei fatti già chiusa e senza soldi. Il flop di Oliverio nella lotta al sommerso
Va detto, per dovere di informazione, che negli ultimi 5 anni la Commissione è stata nettamente penalizzata dal governatore Oliverio, il quale nella regione col più alto tasso di sommerso, non ha stanziato nemmeno un euro per favorire il lavoro regolare in Calabria. Un flop politico e amministrativo.
La commissione, che senza un euro a fatica riesce pubblicare un rapporto annuale (spesso con collette, ndr), secondo l’ex art.