Alla kermesse della Leopolda a Firenze, i renziani incassano il si alla riforma sull’Italicum da Gianni Cuperlo, autorevole esponente della minoranza dem. “Ho sottoscritto il documento” su Italicum “perché contiene un passo in avanti”, ha spiegato Cuperlo.
“So che l’intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd. Vedo e ascolto i tanti, anche autorevoli, convinti che solo il No al referendum potrà cambiare la legge elettorale. Io ho lavorato per ridurre quella forbice e avrei voluto un esito diverso. Ne rispondo personalmente e in primo luogo a quanti hanno condiviso con me questo percorso e che incontrerò nei prossimi giorni”, ha detto.
Per Roberto Speranza, che guida l’area di minoranza Pd Sinistra riformista, il documento Pd per le modifiche all’Italicum “non guarisce la ferita aperta. L’Italicum, approvato con la forzatura della fiducia, resta vigente. Serve una nuova legge, non una traccia di intenti generica e ambigua che non cambia le cose. Su un tema così importante che riguarda la nostra democrazia il Pd che pure ha i numeri in parlamento per essere determinante non può pensare di cavarsela con una paginetta fumosa”.
Il comitato Pd sull’Italicum apre ad una verifica dopo il referendum su 2 punti: la preferenza per i collegi, si legge nel testo, di cui l’ANSA è in possesso, come il sistema più adatto a ricostruire un rapporto fiducia tra eletti ed elettori; la definizione di un premio di governabilità (di lista o di coalizione) che consenta l’indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio.