Agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno arrestato in flagranza due persone con lโaccusa di rapina aggravata in concorso. Si tratta di Consolato Vitetta, di 32 anni e Antonio Scaramozzino, di ventisei.
I due sono ritenuti i presunti autori di una rapina in danno di un ragioniere dipendente di un bar-tabacchi che la mattina dello scorso 14 ottobre aveva segnalato al 113 di aver subรฌto una rapina a mano armata, durante la quale i malviventi gli avevano sottratto un borsello contenente 17.000 euro e documentazione bancaria.
La vittima, come era solito fare ogni mattina, aveva appena ritirato lโincasso della giornata precedente dallโesercizio commerciale per versarlo in banca, quando, mentre era in macchina, รจ stato bloccato da unโauto che lo precedeva e subito affiancato da due soggetti, travisati con caschi, che viaggiavano a bordo di una moto.
Da quando ricostruito, uno dei due occupanti dell’auto, sotto la minaccia di una pistola, avrebbe costretto la vittima a consegnare il borsello contenente il denaro. Subito dopo il compimento della rapina, i soggetti sopraggiunti a bordo della moto sono ripartiti ad alta velocitร , seguiti dallโauto che aveva bloccato la macchina della vittima.
A seguito dei primi riscontri acquisiti anche attraverso le immagini di video-sorveglianza, i poliziotti sono riusciti ad individuare lโauto usata dai presunti rapinatori. Subito raggiunti gli agenti hanno proceduto a perquisizione lโutilizzatore dellโautovettura (Vitetta) e lโuomo che era in sua compagnia (Scaramozzino). Nel corso del controllo i poliziotti hanno rinvenuto una parte del denaro, oltre a tutta la documentazione bancaria sottratta.
Lโattivitร investigativa ha consentito agli investigatori della Polizia di Stato di ricostruire un solido quadro indiziario a carico di Vitetta e Scaramozzino, che sono stati quindi arrestati e condotti presso il carcere di Arghillร .
A seguito della convalida dellโarresto, il Giudice presso il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto a carico dei predetti la misura cautelare della custodia in carcere, concordando pienamente con la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini.