23 Novembre 2024

Putin ad Abbas: “La Russia segue gli sviluppi in Palestina nonostante l’Ucraina”

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Sebbene la Russia sia attualmente impegnata nell’operazione militare speciale in Ucraina, sta comunque prestando attenzione a ciò che sta accadendo in Palestina. Lo ha affermato martedì il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Mosca.

“Caro signor Presidente, cari amici, permettetemi, prima di tutto, di darvi il benvenuto cordialmente qui a Mosca. Non ci vediamo da due anni, anche se siamo in contatto costante, e sono molto felice di vedervi tutti, voi e la vostra delegazione”, ha esordito Putin con il suo omologo palestinese citato dalla Tass.

“Tutti sanno che oggi, purtroppo, la Russia deve difendere i propri interessi, difendere il proprio popolo con l’uso delle armi. Ma ciò che sta accadendo in Medio Oriente, in Palestina, è qualcosa a cui stiamo sicuramente prestando attenzione”, ha sottolineato Putin.

Il presidente russo ha affermato che la Russia intrattiene legami solidi e di lunga data con il mondo arabo in generale e con la Palestina in particolare, aspetti a cui Mosca attribuisce grande importanza.

“Sono molto contento di avere l’opportunità di incontrarvi oggi qui a Mosca e di parlare dell’intera gamma delle nostre relazioni, di dove sono ora e dove sono dirette”, ha continuato Putin.

Abbas da Mosca chiede a Israele il cessate il fuoco immediato

Dal canto suo il presidente Abbas ha informato la sua controparte russa degli ultimi sviluppi della situazione nei Territori palestinesi occupati, dell’attuale aggressione israeliana contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, compresi gli attacchi contro civili indifesi, la completa distruzione delle infrastrutture e la guerra per fame.

Il presidente Abbas ha ribadito la posizione palestinese chiedendo un cessate il fuoco immediato e urgente, la prevenzione di ulteriori spargimenti di sangue, il completo ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, nonché la cessazione degli attacchi in corso in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, e delle gravi incursioni nei luoghi santi musulmani e cristiani a Gerusalemme.

Il presidente palestinese ha inoltre chiesto la cessazione dello strangolamento economico e lo sblocco dei fondi di sdoganamento palestinesi trattenuti, in preparazione di un ritorno all’orizzonte politico basato sulla legittimità internazionale, in conformità con la soluzione dei due Stati, per porre fine all’occupazione israeliana e conseguire l’indipendenza della Palestina, con Gerusalemme Est come capitale.

Il presidente Abbas ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale obblighi Israele, lo Stato occupante, a rispettare le risoluzioni di legittimità internazionale e il diritto internazionale, ad attuare le decisioni delle corti internazionali e, più recentemente, le sentenze della Corte internazionale di giustizia (ICJ), a sostenere la piena adesione dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite e a tenere una conferenza internazionale di pace per dare speranza al popolo palestinese che la comunità internazionale è seriamente intenzionata a preservare la possibilità residua di attuare la soluzione dei due Stati, che i successivi governi israeliani cercano di distruggere ignorando le risoluzioni di legittimità internazionale.

Il Presidente ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare le storiche relazioni bilaterali tra i due Paesi per servire gli interessi dei due Paesi e dei due popoli amici, elogiando vivamente gli sforzi compiuti dalla Russia per raggiungere la riconciliazione palestinese sotto la bandiera dell’OLP, unico legittimo rappresentante del popolo palestinese.

Il Presidente Abbas ha inoltre elogiato la Russia per le sue posizioni coraggiose e ferme a sostegno dei diritti del popolo palestinese nei consessi internazionali e per essersi schierata dalla parte della giustizia, dei diritti e della legittimità internazionale per porre fine all’occupazione e incarnare i diritti del popolo palestinese alla libertà e all’indipendenza.

Il presidente della Federazione russa Putin ha sottolineato che la Russia si è sempre schierata a favore della risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.

“Siamo uniti nel ritenere che le radici del problema siano molto lontane nel tempo e siano legate all’ignoranza delle organizzazioni internazionali nel seguire decisioni prese in precedenza, in primis dalle Nazioni Unite, decisioni riguardanti la formazione e l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente”, ha affermato Putin, evidenziando che la posizione della Russia su questa questione non è cambiata.

“Questa posizione è stata definita molto tempo fa e non dipende dalla situazione; crediamo che per garantire una pace duratura, affidabile e stabile nella regione sia necessario attuare tutte le decisioni delle Nazioni Unite e, prima di tutto, istituire uno Stato di Palestina a pieno titolo”, ha affermato il presidente russo.

Le tensioni sono esplose in Medio Oriente il 7 ottobre 2023, quando i militanti di Hamas, il movimento radicale palestinese con sede nella Striscia di Gaza, hanno organizzato un attacco a sorpresa sul territorio israeliano da Gaza, uccidendo i residenti degli insediamenti israeliani al confine e prendendo in ostaggio oltre 240 persone, tra cui donne, bambini e anziani.

Hamas ha descritto l’attacco come una risposta alle azioni aggressive delle autorità israeliane contro la moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme.

In risposta, Israele ha lanciato un’operazione militare nell’enclave palestinese per distruggere le ali militari e politiche di Hamas e liberare tutti gli ostaggi.

Un altro giro di escalation in Medio Oriente è seguito alla morte violenta del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran e all’eliminazione del comandante militare di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut. Iran, Hamas e Hezbollah hanno ritenuto Israele responsabile e hanno affermato che gli attacchi saranno accolti con rappresaglie.


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