Qualche migliaio di manifestanti, tra ristoratori ed altri esercenti gravemente colpiti dalle chiusure del governo, stanno protestando davanti la Camera dei Deputati a Roma. Una cinquantina di esercenti si sono incatenati e fanno sapere di non sgombrare fino a quando il governo non riaprirà le attività. Durante la protesta ci sono stati tafferugli con la polizia.
“Siamo imprenditori, non delinquenti”, hanno urlato ai megafoni in piazza Montecitorio i commercianti e ristoratori che manifestano chiedendo riaperture. Al grido “libertà”, centinaia di persone si sono avvicinate al cordone delle forze dell’ordine con le mani alzate, intonando cori e chiedendo di potersi avvicinare a Palazzo Chigi che dista duecento metri dalla piazza dove c’è la Camera. A Montecitorio si alternano momenti di tensione a slogan contro il governo. La polizia ha fatto qualche carica.
Un manifestante con il megafono ha detto agli agenti che “voi avete giurato di difendere il popolo e far rispettare la costituzione. Ecco, noi siamo il Popolo e la Costituzione è fondata sul lavoro. Noi vogliamo lavorare in sicurezza e in libertà perché il governo ci sta costringendo alla fame e alla disperazione”, è stato detto.
“Ormai lavoro per un euro all’ora. Gli investimenti di una vita erano nel mio bar”. Lorena, 62 anni, per citarne una, è in lacrime e in ginocchio davanti al cordone della polizia alla manifestazione dei commercianti a Montecitorio e ad un certo punto uno degli agenti si accovaccia vicino a lei per consolarla ed aiutarla a rialzarsi. “Sono qui per me e per i miei figli. Noi siamo come voi – dice la donna agli agenti – Non siamo negazionisti vogliamo solo lavorare e poter riaprire”. Lorena, che ha “investito tutti i suoi soldi nel suo bar a Bologna aperto 15 anni fa” spiega che la sua è disperazione: “ero qui per una protesta che non perdesse il rispetto delle istituzioni, io ci credo ancora ma dovete ascoltarci”, dice dimostrando forza nonostante le lacrime dietro gli occhiali.
E poi ancora ristoratori che osservano come “si può entrare nei supermarket e sui mezzi di trasporto assembrati ma non nei bar e nei ristoranti con tutte le misure di sicurezza. Noi vogliamo solo lavorare, perché oltretutto i ristori annunciati dal governo sono una elemosina rispetto a centinaia di migliaia di euro di fatturato persi dai lockdown”.
Tra i manifestanti le bandiere blu di Italexit, il movimento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone. Presenti, tra gli altri, il deputato di Forza Italia Vittorio Sgarbi che è intervenuto dichiarando “folli” le misure di chiusura del governo.
A Milano invece sono scesi in piazza gli ambulanti. “Lo Stato è assente. Vogliamo solo lavorare”, dicono. I commercianti hanno intonato l’inno nazionale e cori contro il governo. “Il lavoro non si tocca”, hanno detto.