Con il mese di maggio, si è concluso un ciclo di incontri che il Comando Compagnia Carabinieri di Petilia Policastro guidata dal capitano Marco D’Angelo, ha tenuto con diverse scolaresche ed alcuni centri di aggregazione sociale, nell’intero ambito territoriale di competenza.
Dall’inizio dell’anno, i Carabinieri si sono confrontati con alcuni istituti scolastici, parrocchie e centri di aggregazione sociale, che hanno accolto con educazione ed entusiasmo i militari, i quali a loro volta sono stati ben lieti di illustrare la loro attività quotidiana di servizio, chiacchierare con giovani e adulti, rispondere alle loro curiosità e parlando in maniera accorata riguardo alcune tematiche che interessano il territorio nelle rispettive fasce d’età ed estrazioni sociali.
Le Scuole visitate sono state il Liceo Scientifico Statale “Raffaele Lombardi Satriani”, la Scuola Media secondaria di I grado della frazione di Pagliarelle e Scuola Materna dell’infanzia “Maria Montessori” della frazione di Camellino a Petilia Policastro, Istituto Istruzione Superiore “Margherita Hack” e l’Istituto Comprensivo Statale Secondario e di Primo Grado “A. Volta” di Cotronei, Istituto Comprensivo “Cicco Simonetta” di Caccuri, Scuola Primaria Statale di Cerenzia, Scuola Primaria Statale di Castelsilano, Istituto Comprensivo Statale Secondario e di Primo Grado di Roccabernarda, e Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina e Scuola Secondaria Statale Di Primo Grado di San Mauro Marchesato, mentre hanno fatto visita presso la sede della locale Compagnia, le scuole di Cotronei, Cerenzia, Caccuri e Castelsilano per un totale di più di 600 ragazzi incontrati, oltre agli incontri avvenuti presso le parrocchie di Mesoraca e Castelsilano, dove la platea, numerosa e qualificata, composta sia da adulti che anziani, ha avuto modo di confrontarsi, in aderenza con il recente andamento criminale locale, sia con il Comandante di Compagnia che con i rispettivi Comandanti di Stazione.
LE IMMAGINI DEGLI INCONTRI
La finalità degli incontri è quella di far maturare la consapevolezza che ogni cittadino, se onesto e rispettoso delle legge, per il tramite dell’Arma dei Carabinieri, può e deve fare la differenza. Movimenti sospetti, spaccio di stupefacenti o semplici atti di prepotenza, se tollerati, peggiorano la vivibilità della zona favorendo l’infiltrazione criminale. È stato spiegato ai cittadini delle varie fasce d’età come, con la giusta partecipazione e con l’opportuno coinvolgimento, si può aiutare i Carabinieri ad essere presenti in maniera ancor più incisiva sul territorio, grazie alle loro segnalazioni, invitandoli ad essere “attori responsabili” nella comunità.
È stato analizzato inoltre, con molta partecipazione, come ogni forma d’illegalità, se tollerata e non perseguita severamente e con la giusta collaborazione, si radica sin dalla più tenera età tra la comunità, alimentando quella “contro cultura” criminale che ammalia, ed allo stesso tempo condanna, soprattutto chi abita nelle terre a forte connotazione mafiosa e che ciò si possa sconfiggere solo attraverso il rifiuto della cultura del compromesso, della prevaricazione, con la pretesa del rispetto dei propri diritti ma anche con il riconoscimento di quelli altrui.
In tale contesto, durante gli incontri con le Scuole della durata di circa due ore ciascuno, oltre ad una rapida premessa sull’Arma dei Carabinieri e come questa sia capillarmente diffusa sull’intero territorio nazionale nelle sue varie componenti territoriali e specialistiche, negli incontri con le scuole sono state esposte le problematiche inerenti alcuni atteggiamenti prevaricanti che possono sfociare nel bullismo ed il cyber-bullismo, che si è evoluto attraverso i social network e le nuove tecnologie, l’uso e consumo di droghe ed alcool e di come alcune condotte, anche in giovane età, possano portare delle conseguenze negative, oltre che sul piano della salute, anche sul futuro degli adulti del domani. Particolare attenzione è stata posta sull’utilizzo del web, sugli acquisti online, e sui social network, strumenti utilissimi, ma pieni insidie nel caso di un utilizzo poco avveduto. Così nelle chat, come nella vita reale, si è arrivati alla conclusione condivisa di non dare mai confidenza a sconosciuti e persone più grandi, di stare attenti alla diffusione di fotografie e dati personali che potrebbero essere utilizzati in maniera impropria.
Nell’incontro con adulti ed anziani si è, inoltre, posto l’accento su alcune accortezze in relazione a reati di violazione della privacy legati all’utilizzo dei social network, truffe agli anziani che avvengono attraverso “badanti infedeli”, truffe su internet mediante il pagamento attraverso ricariche PostePay, controllo partecipato del territorio e metodi di prevenzione contro i più comuni reati, oltre agli argomenti di volta in volta emersi durante i dibattiti che si instauravano con i cittadini.
Alcune scolaresche del territorio di Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e Cotronei, invece, si sono avvicendate nel fare visita alla sede della Compagnia, è stata presentata l’Arma dei Carabinieri ed i relativi reparti, presso la sala convegno, accompagnandoli nel percorso illustrativo predefinito all’interno dei locali della Stazione e delle camere di sicurezza, esponendo il funzionamento e l’utilizzo dei locali quali la Centrale Operativa, i sistemi di radio-localizzazione delle vetture presenti sul territorio ed il loro funzionamento (simulando la gestione di un intervento), ed agli stessi sono stati mostrati gli automezzi in dotazione dell’Arma e le dotazioni tecniche delle vetture con una simulazione delle tecniche di sopralluogo e sulla scena del crimine e foto-segnalamento, con adeguato spazio per rispondere a commenti e curiosità da parte degli studenti.
Gli incontri, in definitiva, hanno riscosso particolare interesse tra le platee appartenenti ai diversi livelli educativi, i quali sono rimasti colpiti dai profili preventivi e repressivi in cui vengono perseguite le finalità di Sicurezza e Giustizia da parte dell’Arma dei Carabinieri. Nel confronto, dagli argomenti trattati, è stata perseguita anche la finalità di alimentare il tradizionale rapporto di integrazione e di dialogo con la popolazione, particolarmente difficile nei territori culturalmente caratterizzati dalla presenza scarsamente percepita delle Istituzioni, che hanno lasciato spazio, soprattutto in passato, al radicamento di fenomeni di natura criminale.