Un appello per un’Europa “madre accogliente, dove migrare non sia un delitto”. E’ quello fatto dal Papa che ha ricevuto in Vaticano il premio Carlo Magno. “I progetti dei Padri fondatori, araldi della pace e profeti dell’avvenire – ha detto il Pontefice – non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri”. Serve però “‘aggiornare’ l’idea di Europa”. “Un’Europa – ha aggiunto – capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”.
“Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo”, ha detto il Papa. “Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre”, ha affermato. “Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo”. “Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano”.
“Oggi – dice Bergoglio – ci urge poter realizzare ‘coalizioni’ non più solamente militari o economiche ma culturali, educative, filosofiche, religiose. Coalizioni che mettano in evidenza che, dietro molti conflitti, è spesso in gioco il potere di gruppi economici. Coalizioni capaci di difendere il popolo dall’essere utilizzato per fini impropri. Armiamo la nostra gente con la cultura del dialogo e dell’incontro”.
“Desidero ribadire la mia intenzione di offrire il prestigioso Premio – ha detto Papa Francesco – di cui vengo onorato, per l’Europa: non compiamo infatti un gesto celebrativo; cogliamo piuttosto l’occasione per auspicare insieme uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente”.