13 Ottobre 2024

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Polizia scopre e sequestra 6 kg e mezzo di marijuana, tre arresti

6 kg e mezzo di marijuana sequestrata e tre arresti. Questo il bilancio di due attività della Polizia di Stato nel reggino.

A Laureana di Borrello agenti del Commissariato P.S. di Polistena, coadiuvato da personale del Commissariato di Gioia Tauro, impegnati nel servizio di controllo del territorio, hanno notato due autovetture che, a velocità sostenuta e vicine tra di loro, non permettevano ad un’altra auto di passare.

Il personale del Commissariato di Taurianova ha inseguito e fermato le due auto e, nel bagagliaio di una delle due ha rinvenuto e sequestrato 11 involucri di plastica trasparente termosaldata contenente sostanza stupefacente vegetale del tipo marijuana, per un peso complessivo di 5,4 kg., ed il conducente, un giovane di 23 anni con precedenti di polizia, è stato arrestato.

Altri due arresti sono stati operati nello svolgimento di un ulteriore servizio di controllo del territorio. In una fattoria in San Pietro di Caridà, gestita da due fratelli, di 41 e 42 anni, entrambi con precedenti, gli Agenti del Commissariato di Polistena supportati dai colleghi di Gioia Tauro e da unità cinofile della Questura di Reggio Calabria, hanno rinvenuto due involucri di plastica contenenti 950 grammi di marijuana, celati abilmente tra rovi spontanei.

All’interno della struttura sono stati rinvenuti, altresì, una macchina termosaldante, usata per il confezionamento, ed una bilancia elettronica di precisione. All’esito dell’attività, la sostanza stupefacente, che pronta per essere immessa sul mercatoavrebbe fruttato la somma di circa 30.000euro, è stata sequestrata ed i due uomini sono stati arrestati e messi a disposizione della competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi guidata dal Procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti. Tutti e tre gli arrestati dovranno rispondere di detenzione di droga ai fini dello spaccio.

Champions League, l’Inter batte il Milan e vola in finale

Inter batte Milan 1-0 nel ritorno della semifinale di Champions League ed è la prima finalista della massima competizione europea. La rete della vittoria a San Siro l’ha realizzata Lautaro Martinez al 29′ della ripresa. All’andata la squadra di Inzaghi si era imposta 2-0.

Dopo Herrera, Invernizzi e Mourinho, ora tocca a Simone Inzaghi. Il tecnico emiliano è il quarto allenatore a portare l’Inter in finale di Champions League e dopo il successo contro il Milan nella semifinale si gode il momento, dopo le tante critiche degli ultimi mesi. “Nei prossimi giorni ci renderemo conto, per noi era un sogno, ma ci abbiamo sempre creduto. Percorso straordinario, vincere in questo modo un derby in semifinale porta soddisfazione”, le parole di Inzaghi dopo il successo. “Real Madrid o Manchester City? Sono due delle migliori squadre d’Europa, all’andata è stata equilibrata. Sono contento per noi, domani guarderò la partita con interesse”.

E poi il messaggio per il futuro: “Ho un contratto anche per prossimo anno, serate come quelle di stasera ti legano ancora di più all’ambiente. Io e il mio staff, come i giocatori, lavoriamo tantissimo. Era un sogno e ora è diventato realtà, ma c’è ancora una finale da giocare. A fare festa è anche il presidente dell’Inter Steven Zhang. “Alzare la coppa? Tutto è possibile, qualsiasi cosa può accadere in 90 minuti. Noi ci crediamo. Inzaghi sarà l’allenatore dell’Inter per tante stagioni. Ho lavorato con tanti allenatori pur avendo solo 31 anni, Inzaghi è speciale e poi è l’unico che non mi ha mai chiesto giocatori”.

Mastica amaro invece Stefano Pioli, che non ha mancato di fare i complimenti ai rivali nerazzurri. “L’Inter ha giocato meglio di noi nelle due partite e meritato la finale. Siamo mancati nei primi 15 minuti all’andata. Speravamo di far meglio. Dobbiamo finire bene la stagione. Sarebbe stato eccezionale raggiungere la finale, anche se conta solo chi la vince”, le parole del tecnico rossonero. E anche il patron Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird, il fondo proprietario del Milan, si è congratulato con l’Inter.

“A nome del Milan voglio congratularmi con tutto il team dell’Inter e con i suoi tifosi per due partite ben giocate. Auguriamo loro tutto il meglio per la finale a Istanbul”. Una frecciatina alla proprietà arriva invece dal direttore tecnico Paolo Maldini. “Il divario con l’Inter è reale, nelle ultime quattro partite non c’è stata gara. Voto alla stagione? Sarebbe 8. L’abbiamo detto l’anno scorso: non siamo ancora strutturati per lottare in due competizioni, lo abbiamo detto allo stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo. Essere tornati così in alto deve essere sfruttato, anche a livello economico, investendo per rimanere fra le prima quattro e fare bene in Italia”, ha concluso Maldini.

Tripudio per la finalissima sul sito dei nerazzurri

“Quante volte abbiamo sognato di vivere questo momento. Quanto. Quanto abbiamo lottato, lavorato, corso, sperato, sudato. Quanto. Tutti i minuti di tutte le partite, tutti i giorni di tutti gli anni. Dalle delusioni ai trionfi, dalle amichevoli alle finali. Abbiamo sognato questo momento e adesso è qui, ce l’abbiamo tra le mani, lo viviamo tutti insieme. I 75mila di San Siro e i milioni di fratelli e sorelle nerazzurri, in tutto il mondo. Siamo noi. Milano siamo noi. Siamo noi a volare a Istanbul, siamo noi in finale di Champions League. Bello, bellissimo, che più bello non si può. Perché vinciamo un altro derby, perché regnamo incontrastati in città. Lautaro, il nostro Lautaro. Lui è l’uomo del match, quello che dopo il 2-0 dell’andata ci regala la vittoria anche al ritorno. Un passaggio del turno mai in discussione: troppo forti, troppo concentrati, troppo tutto. Inter, Inter, Inter. Siamo in finale, non ci stanchiamo di scriverlo, di gridarlo.

Mentre ci abbracciamo, in un San Siro che è in estasi, che è lì sospeso, tra l’entusiasta e il commosso, Federico Dimarco brandisce il microfono, vola sotto alla curva dei tifosi, intona i cori che per tutto il match avevano accompagnato le giocate dei ragazzi di Inzaghi. C’è solo l’Inter. Ed è stato così, anche in questa partita dolce e meravigliosa, che ci ha consegnato il quarto derby stagionale su cinque giocati. Impossibile non ribadire anche in questa serata la nostra supremazia, certificata dal gol al 74′ di Lautaro Martinez.

Doveva essere una gara piena di tensione, di attesa, la gara del ritorno di Leao, arma in più di un Milan con l’acqua alla gola, costretta a ribaltare il 2-0 dell’andata. Ma l’Inter è quadrata: gli stessi 11 di sei giorni fa, con gli stessi automatismi e con ancora più attenzione. Si fatica a sentire il fischio dell’arbitro: San Siro è travolgente, assordante. Il Milan prova con le iniziative individuali, con gli strappi e i tiri di Hernandez. L’Inter riparte di fino, con belle combinazioni veloci e verticali. Il primo brivido, enorme, è all’11’, quando Onana ipnotizza Diaz in quello che è un vero e proprio rigore in movimento.

Una parata vitale, in un momento che poteva girare le sorti del match. La pressione dell’Inter cresce nel corso del primo tempo, Leao fa il suo solito strappo al 38′ quando sfiora il palo. Dall’altra parte Maignan si salva miracolosamente su una punizione di Calhanoglu sfiorata da Dzeko.

Lo 0-0 al riposo è sporcato solo dal problema muscolare che mette fuori gioco Mkhitaryan prima del 45′, con l’ingresso di Brozovic. Si gioca poco, nella ripresa. O meglio: si gioca, ma senza concretezza. L’Inter è attenta, chiude ogni varco, non ha la necessità di accelerare. Il Milan, semplicemente, non ci riesce. E come nel primo tempo, alla distanza, crescono i nerazzurri. Dopo l’ingresso di Gosens e Lukaku, il Milan crolla.

Il 29′ del secondo tempo è il momento della storia, quello che consegna l’accesso alla finale di Champions, la sesta della storia nerazzurra. Gosens e Lukaku lavorano un pallone in area, poi Lautaro si libera, batte di sinistro Maignan. E’ un momento di delirio generale, un delirio di onnipotenza nerazzurra che si sprigiona, che dura per tutti i 20 minuti finali. Ci sono anche momenti di tensione in campo, ammonizioni, falli, lotte. E anche i tentativi nerazzurri, con Lautaro e Lukaku, di firmare il 2-0.

Non ce n’è bisogno. L’Inter vince, l’Inter vince il derby, l’Inter è in finale di Champions League. E questo momento è nostro, solo nostro. E’ tutto nerazzurro.”

Nazioni Unite: “Per ricostruire l’Ucraina si stimano costi per 411 miliardi di dollari”

È probabile che l’economia ucraina ristagni nel 2023, nonostante i prestiti del Fondo monetario internazionale e l’assistenza finanziaria internazionale, il costo della ripresa ad oggi è stimato a 411 miliardi di dollari. Lo afferma il rapporto delle Nazioni Unite “Situazione e prospettive dell’economia mondiale”, diffuso martedì e citato dalla Tass.

“L’economia dell’Ucraina ha perso gran parte della sua capacità industriale e delle infrastrutture energetiche a causa della guerra e si è contratta del 29,1% nel 2022. Nonostante l’assistenza finanziaria esterna, compreso un prestito del Fmi e il sostegno al bilancio dell’Unione europea e degli Stati Uniti, è probabile che l’economia ristagni nel 2023. Le prospettive a lungo termine per l’Ucraina dipenderanno dalla durata e dall’intensità della guerra e dalla sua capacità di finanziare la ricostruzione, con stime dei costi di ricostruzione elevate a 411 miliardi di dollari”, afferma il rapporto. In altri paesi della CSI e in Georgia, la dinamica dello sviluppo economico è positiva.

“Gli esportatori di energia della regione – compresi Azerbaigian e Kazakistan – beneficeranno dell’aumento dei prezzi del petrolio derivante dall’accordo OPEC+. Dopo una contrazione dell’1,9% nel 2022, il PIL aggregato della CSI e della Georgia dovrebbe espandersi del solo lo 0,6% nel 2023. Si prevede che la crescita acceleri al 2,2% nel 2024”, afferma il documento dell’Onu.

Irrilevanti le sanzioni alla Russia. Onu: “Nel 2024 tornerà a crescere”

La contrazione dell’economia russa nel 2023 sarà insignificante e nel 2024 tornerà a crescere. Lo afferma il rapporto delle Nazioni Unite “Situazione economica mondiale e prospettive a metà del 2023” pubblicato martedì.

“Si prevede che l’economia russa si ridurrà marginalmente nel 2023, prima di tornare a un percorso di crescita a medio termine basso nel 2024”, afferma il rapporto delle Nazioni unite.

Gli autori del rapporto – scrive la Tass – non forniscono indicatori specifici, riferendosi alla difficoltà di previsione nel contesto del conflitto in corso in Ucraina.

Secondo il rapporto della Banca di Russia pubblicato a maggio, un livello più elevato di attività di consumo e di investimento nel periodo gennaio-marzo di quest’anno, nonché la disoccupazione che rimane vicina ai livelli minimi, consentono di migliorare le previsioni sui tassi di crescita del PIL nel 2023 allo 0,5-2,0%.

Armi, droga e tritolo in Puglia: 20 arresti. Le donne dei clan di Andria: “Il paese è nostro”

Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di esplosivo ed armi. Con queste accuse i carabinieri del comando provinciale di Bari hanno eseguito venti ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.

Secondo le forze dell’ordine gli indagati avrebbero costituito un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanza stupefacente, diretto e promosso da soggetti vicini al clan Pistillo, che opera ad Andria e nel nord Barese.

Il gruppo, del quale ritengono gli inquirenti fanno parte le 20 persone arrestate ed altri indagati, aveva una struttura gerarchicamente articolata, composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti, che grazie al controllo del territorio “sulla scorta delle qualità mafiose dei promotori” riusciva a gestire “il mercato degli stupefacenti”, ricorrendo “all’occorrenza alla violenza e all’utilizzo di armi e munizioni”. Del gruppo facevano parte anche alcune donne.

Nel corso delle attività, in diverse fasi, sono state sequestrati dalle forze dell’ordine, fra l’altro, più di 3 chilogrammi di tritolo, sei pistole, un fucile semiautomatico, circa 500 munizioni. Sequestri che hanno interessato anche diversi quantitativi di droga; in particolare 40 chilogrammi di sostanza stupefacente tra marijuana, hashish e cocaina.

Le indagini della Dda di Bari che oggi hanno portato all’arresto di 20 persone ritenute appartenenti al clan Pistillo di Andria sono cominciate nel 2020, dopo un attentato dinamitardo nei confronti dell’auto di un vicebrigadiere dei carabinieri che aveva partecipato ad operazioni contro lo stesso clan.

Il fatto avvenne l’11 febbraio di quell’anno e l’auto dell’uomo, residente a Ruvo di Puglia (Bari), fu fatta esplodere con un ordigno artigianale in piena notte.

Le indagini successive, pur non riuscendo a dimostrare la matrice dell’attentato, hanno però dato agli inquirenti numerose informazioni relative all’organizzazione gerarchica e all’attività dell’associazione. Un sodalizio che, pur avendo sede “operativa” ad Andria, aveva collegamenti anche con il clan Capriati di Bari e con altre realtà criminali dei comuni limitrofi e delle province di Brindisi e Taranto.

Nei confronti dell’associazione, la Dda ha infatti riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso sia nel continuo ricorso ad atti intimidatori, sia nell’utilizzo dei proventi del traffico di stupefacenti per agevolare la sopravvivenza del sodalizio e dei suoi membri in carcere.

In particolare, alcuni indagati – intercettati – parlavano di Andria come di “paese nostro”, ed erano soliti risolvere le controversie sulle piazze di spaccio ricorrendo alle armi: “I membri del clan – ha detto il sostituto procuratore Daniela Chimenti – usavano abitualmente la violenza per chiudere le questioni sulla gestione dello spaccio ad Andria. In un caso, dopo un litigio tra alcuni di loro e altri esterni all’associazione, i primi non esitarono ad armarsi per ristabilire il loro predominio territoriale sulla città”.

Nell’inchiesta della Dda sul clan Pistillo di Andria è emerso il ruolo decisivo di tre donne, di cui due (di 37 e 40 anni) mogli dei capiclan Michele e Francesco Pistillo, in carcere dal 2000.

Le due, di fatto, gestivano l’associazione consentendo ai due capi di continuare a controllarla dal carcere, ed erano in grado non solo di dare ai sodali le direttive dei boss, ma anche di gestire le risorse finanziarie del clan, organizzando autonomamente le “spartenze” delle piazze di spaccio e del denaro.

La terza donna arrestata, di 39 anni, non era moglie di un capo ma era pienamente coinvolta nel traffico degli stupefacenti.

“Va abbandonata l’idea romantica del ruolo di freno che le donne avrebbero rispetto all’attività degli uomini – ha detto il procuratore aggiunto Francesco Giannella, coordinatore della Dda di Bari -. Anzi, da tempo assistiamo a una crescita dell’importanza del loro ruolo nelle organizzazioni malavitose del territorio. Oggi, in molti casi, le donne sono quantomeno luogotenenti di mariti o compagni detenuti, e gestiscono per conto loro il traffico degli stupefacenti”. “In passato – ha aggiunto Giannella – ci sono state storiche collaboratrici di giustizia che hanno rotto gli schemi dei clan e aiutato in maniera decisiva le indagini. Adesso, però, non è più scontato che sia così”.

Costone roccioso crolla in strada nel Cosentino. Nessun ferito

Ansa

Materiale roccioso, terreno e vegetazione si sono staccati oggi pomeriggio da un costone roccioso e sono finiti su via Filippo Turati, a Praia a Mare.

Fortunatamente al momento del crollo non transitavano veicoli lungo la strada che collega località Mantinera al centro della cittadina dell’Alto Tirreno cosentino.

Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia locale che hanno provveduto a chiudere la strada al traffico. Su quanto accaduto potrebbe aver aver pesato il maltempo che sin dal mattino si è abbattuto sul territorio.

La frana si è staccata dallo sperone di roccia sul quale sorge il Forte del Fumarulo, identificato più comunemente come “Fortino” o “Il Ginnasio”, costruito nel XVI secolo come forte difensivo e oggi adibito a residence. Qui, in passato, si sono registrati altri eventi franosi seppur di entità nettamente inferiore alla frana di oggi.

Maltempo in Emilia Romagna e Marche, allagamenti e danni ingenti. Evacuazioni

Il maltempo funesta la Romagna, con evacuati e allagamenti. Da ieri sera gran parte dell’Emilia-Romagna è in allerta rossa: mobilitata la protezione civile e attenzione massima sia per le piene dei fiumi, sia per le frane in Appennino.

Attenzione altissima anche nelle Marche, in particolare a Senigallia dove il fiume Misa sta raggiungendo il livello di piena. Alcune strade sono allagate e le persone sono state fatte allagare dal greto.

Il Savio è esondato in centro a Cesena. Il fiume è straripato nella zona di via Cesare Battisti, in una zona centrale. Il Comune aveva avvisato i cittadini dicendo di allontanarsi dagli argini, abbandonare i piani terra e gli scantinati.

“Ci sono persone salite anche sui tetti vicino al Savio, le stanno recuperando con l’elicottero. Consentiteci di concentrarci su quest’emergenza. Poi chiederemo i danni”, ha detto il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, facendo il punto sul maltempo e sull’esondazione del fiume anche in città. “Aiutiamoci, resistiamo, manteniamo la lucidità per queste ore che saranno difficili. La situazione sul territorio è pesante, ci sono aree senza luce. Ci sono danni ingenti alle cose, ma di questo ci preoccuperemo da domani, in questo momento concentrarci tutti sulle persone”, aggiunge. “La cosa più importante è tutelare la vita delle persone”.

Il video dei Carabinieri in elicottero

“Chiedo la massima attenzione da parte dei cittadini, che devono circolare il meno possibile e rimanere a casa. Se c’è la possibilità meglio rimanere ai piani alti e non avvicinarsi assolutamente ai corsi d’acqua. In caso di evacuazione devono assecondare la richiesta. Abbiamo livelli molto alti dei fiumi, ma non sappiamo dove possono tracimare. Gli allegamenti di adesso sono più a monte che a valle”. Lo ha detto la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Protezione civile, Irene Priolo.

Pesaro allagata a causa di esondazioni sparse del torrente Genica che attraversa la città. Inondato il piazzale dello stabilimento Scavolini, le strade del quartiere Loreto sono trasformate in fiumi e ci sono difficoltà anche lungo la Ss16. In città ha smesso di piovere, ma ora si attende la piena del fiume Foglia che viene dall’entroterra.

In Romagna la situazione più problematica riguarda al momento Riccione dove è stata chiusa la stazione ferroviaria e dove si è allagato anche il pronto soccorso dell’ospedale. In città tutti i ponti e i sottopassi sono bloccati e intransitabili. In viale La Spezia i vigili del fuoco hanno dovuto impiegare i gommoni per salvare due persone disabili che rischiavano di annegare. Diverse auto sono rimaste bloccate nei vari sottopassi della città. In regione continua a piovere e la piena dei fiumi preoccupa: la situazione ha determinato superamenti del livello 3 (allarme) della soglia idrometrica in alcune stazioni di rilevamento sui 10 fiumi già citati (Idice, Samoggia, Savio, Marzeno, Voltre, Marecchia, Pisciatello, Ausa, Uso e Montone). Sul Voltre, affluente del Ronco, è già superato il massimo storico (negli ultimi 20 anni) di 1,82 metri di livello idrometrico ed ora l’onda di piena ha già toccato 2,46 metri.

In Emilia Romagna in tutto sono 901 le persone evacuate, quasi tutti a scopo precauzionale, sia per le piene dei fiumi, sia per le frane, come è successo a Novafeltria. La maggior parte degli evacuati sono in provincia di Ravenna, già duramente colpita dall’ondata di maltempo dei primi di maggio. Preoccupa anche lo stato del mare: a scopo precauzionale i Comuni di Ravenna e Cervia ed è stata sospesa la circolazione dei treni. L’allerta rossa prosegue anche per domani è la situazione è in costante monitoraggio.

Nuova esondazione per il torrente Ravone a Bologna, in via Saffi. Il corso d’acqua sotterraneo è al centro delle polemiche in questi giorni e questa mattina anche il sindaco Matteo Lepore ha fatto un sopralluogo. L’acqua è uscita da sotto il negozio già finito al centro di un’ordinanza del Comune. Al momento la strada è stata chiusa in una corsia.

A causa del maltempo sull’Emilia-Romagna e l’area della costa Adriatica, la circolazione ferroviaria è sospesa sulla linea Bologna-Rimini, fra Forlì e Rimini, e sulla linea Ferrara-Rimini, fra Ravenna e Rimini.

In Toscana nel primo pomeriggio a causa delle forti raffiche di grecale e il mare mosso nel canale di Piómbino (Livorno) sono state sospese le corse dei traghetti per Rio Marina, all’isola d’Elba, e dell’aliscafo. Come spiegano dalla capitaneria di Piombino, risultano invece regolari tutti gli altri collegamenti con Portoferraio.

Nella notte il maltempo ha colpito anche Palermo. Decine gli interventi eseguiti dai vigili del fuoco per allagamenti nel capoluogo siciliano e in provincia tra Bagheria, Cefalù e Lascari.

Dalla Camera via libera al Ponte sullo Stretto. Decreto passa al Senato

Via libera della Camera al decreto Ponte sullo Stretto. I voti favorevoli sono 182, i contrari 93. Oltre alla maggioranza, che ha accolto l’esito del voto con un applauso (in particolare dei deputati della Lega), hanno votato a favore anche i deputati di Azione e Italia Viva. Hanno votato contro le altre forze di opposizione. Il decreto passa ora all’esame del Senato.

Poco prima del voto finale i deputati di Alleanza Verdi e Sinistra hanno manifestato la loro contrarietà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto mostrando in Aula uno striscione e indossando delle magliette con su scritto “No Ponte”. Il presidente di turno ha richiamato all’ordine. Il decreto va convertito in legge entro la fine del mese.

Lite tra extracomunitari finisce a coltellate, arrestato un 31enne del Gambia

Nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2023 i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Catanzaro, coadiuvati da altro personale della Compagnia, hanno tratto in arresto un 31enne gambiano con l’accusa di lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di arma bianca.

I Carabinieri sono dovuti intervenire nei pressi dell’Ente Fiera di Catanzaro Lido poiché era stata segnalata una lite tra due cittadini extracomunitari che, scaturita per futili motivi, era poi sfociata nel sangue. In particolare il 31enne, dopo aver aggredito un 34enne del Mali, lo aveva poi ripetutamente colpito con un coltello al volto e al collo, per poi darsi alla fuga.

Mentre il ferito è stato condotto presso il nosocomio catanzarese per le opportune cure (sarebbe stato poi dimesso con una prognosi di 30 giorni) i carabinieri hanno avviato da subito le ricerche del gambiano che è stato rintracciato, a pochi chilometri di distanza, mentre ancora indossava un giubbotto macchiato di sangue. La perquisizione ha portato al ritrovamento del coltello utilizzato per l’aggressione. All’atto del controllo l’uomo ha opoosto viva resistenza all’arresto, anche minacciando e oltraggiando i militari che sono riusciti in ogni caso a bloccarlo.

Per l’uomo si sono aperte le porte del carcere di Catanzaro dove resterà in attesa dell’udienza di convalida.

Maltempo, chiusa e poi riaperta la statale 18 invasa dal fango a Cetraro

Una colata di fango ha interessato la statale 18 rendendo impraticabile in entrambe le direzioni la circolazione sul tratto in corrispondenza della galleria “La Testa”, che è stata invasa da acqua, fango e detriti, a Cetraro, nel cosentino.

Sul posto è intervenuta l’Anas con propri mezzi e con una ditta di pronto intervento per la pulizia della carreggiata per ripristinare la circolazione nel più breve tempo possibile. Il traffico è stato dirottato sulla viabilità locale con segnalazioni in loco e disagi agli utenti.

Secondo il sindaco di Cetraro Ermanno Cennamo, presente sul posto per un sopralluogo con i tecnici Anas, la statale 18 potrebbe essere riaperta al traffico prima di sera, mentre personale incaricato dal comune ha operato per ripristinare la funzionalità del canale prossimo alla galleria dal quale è tracimato gran parte del materiale finito sulla carreggiata.

Il sindaco ha inoltre riferito che la forte pioggia di questa mattina ha colpito altri punti del territorio comunale: il sottopasso ferroviario di via Sotto Castello è rimasto allagato per diverse ore e una conduttura idrica è stata divelta dalla piena del fiume Aron, provocando carenza idrica in alcune zone della Marina.

Infine si sono registrate infiltrazioni di acqua in alcuni edifici scolastici. “Considerando l’allerta gialla per domani valuto una eventuale ordinanza di chiusura delle scuole”, ha commentato Cennamo.

La statale 18 è stata riaperta dopo qualche ora di lavoro da parte delle squadre dell’Anas.

Litiga con coetaneo e lo spara ad una gamba, arrestato

4 arresti polizia carabinieri
archivio

Un 28enne è stato sottoposto a fermo da polizia e carabinieri perché ritenuto gravemente indiziato di tentato omicidio nei confronti di un suo coetaneo. Il fatto è accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi.

Una lite tra giovani, iniziata all’interno di un locale a Corigliano-Rossano e proseguita all’esterno, è sfociata nell’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco che ha ferito un ragazzo ad una gamba. Portato in ospedale, è stato dichiarato fuori pericolo.

Subito dopo gli spari è stato allertato il Commissariato di Corigliano-Rossano della Polizia e sul posto sono intervenute le volanti e gli agenti della squadra di Polizia giudiziaria.

Grazie alle testimonianze raccolte e dopo aver visionato le immagini delle telecamere installate negli esercizi commerciali della zona, il presunto autore è stato individuato. La lite sarebbe scaturita per futili motivi. Dopo le formalità di rito l’indagato è stato portato nella Casa circondariale di Castrovillari.

Sicurezza, esercitazione congiunta tra Carabinieri ed Esercito

Si è conclusa, presso l’ex base Usaf di Monte Nardello, a Roccaforte del Greco (Reggio Calabria), un’esercitazione congiunta, fra Esercito e Carabinieri – nome in codice «Summitas» – che dall’8 al 10 maggio ha visto operare, insieme, il 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza; il 2° Reggimento Aviazione dell’Esercito «Sirio» di Lamezia Terme; il Comando provinciale Carabinieri di Reggio Calabria; lo Squadrone eliportato Carabinieri «Cacciatori» Calabria; l’8° Nucleo elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia.

All’attività addestrativa hanno presenziato il comandante del comando Forze operative sud dell’Esercito italiano, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota; il comandante interregionale Carabinieri “Culqualber”, generale di corpo d’armata Riccardo Galletta, recentemente nominato vicecomandante dell’Arma dei Carabinieri; il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani; il comandante della Legione Carabinieri «Calabria», generale Pietro Salsano.

Il supposto operativo di partenza ha comportato l’impiego dei militari in un immaginario scenario nazionale che prevedeva l’esecuzione di un attentato ai danni di un centro governativo di rilevanza strategica.

L’articolata attività esercitativa, improntata al massimo realismo e prima a livello nazionale nel suo genere, diretta dal colonnello Francesco Iacono, Vice Comandante della Legione insieme al colonnello Francesco Ferrara, Comandante del 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza, ha consentito di testare, in una zona molto compartimentata e caratterizzata da una complessa morfologia e da un clima particolarmente rigido, le nuove tecnologie in dotazione; le tecniche e le capacità operative dei reparti impiegati e dei loro assetti specialistici, nonché di affinare le procedure di coordinamento e collaborazione tra Arma dei Carabinieri ed Esercito italiano, in caso di eventi critici per la Sicurezza Pubblica.

L’esercitazione “Summitas”, fortemente voluta dal generale Salsano, comandante della Legione Carabinieri «Calabria» – che tante risorse ha investito sul settore dell’addestramento e della qualificazione dei militari – e molto apprezzata anche dal prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, è stata un’espressione genuina di quello spirito di corpo che, come ribadito dal generale Galletta, ripercorre concettualmente l’ideale del «marciare divisi per colpire uniti» e sicuramente «un encomiabile esempio di interoperabilità, una mirabile sinergia, un modello da ripetere, sostenere ed esportare» come ha concluso il Generale Tota.

Spara a finestra di una casa nel Centro storico cosentino, in manette

Un 59enne di Cosenza, con precedenti, è stato arrestato dai Carabinieri della locale Compagnia – Stazione Cosenza Centro -, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

L’uomo è ritenuto responsabile di danneggiamento mediante esplosione di un colpo d’arma da fuoco contro la finestra della camera da letto di un’abitazione del centro storico di Cosenza, commesso nella notte del 2 maggio 2023.

Sono in corso ulteriori indagini per accertare il movente dell’atto intimidatorio. L’indagato, di cui non sono state rese note le generalità, è attualmente detenuto presso la casa circondariale di Cosenza, a disposizione della locale autorità giudiziaria.

Scoperte quasi 3 tonnellate di Cocaina a Gioia Tauro. Valore oltre 800 milioni

Quasi 3 tonnellate di Cocaina sono state scoperte e sequestrate nel Porto di Gioia Tauro dai finanzieri di Reggio Calabria e dai Funzionari dell’Ufficio delle Dogane. Il carico era nascosto in un container che trasportava una ottantina di tonnellate di banane.

Il blitz delle Fiamme gialle e dell’Adm è stato coordinato della Dda di Reggio Calabria. L’eccezionale risultato conseguito – spiega la Gdf – è il frutto di un’attività di intelligence e di analisi costante delle rotte commerciali che dal Sud-America giungono al Mar Nero, transitando dallo scalo calabrese.

Gli investigatori, tra i migliaia di container in transito, ne hanno individuato due provenienti da Guayaquil (Ecuador) e destinati in Armenia, dove gli stessi sarebbero dovuti giungere attraverso il porto Georgiano di Batumi.

Gli approfondimenti sulla documentazione reperita e i controlli incrociati, effettuati mediante le banche dati, sulle società coinvolte nell’operazione, hanno quindi confermato le ipotesi investigative e la necessità di procedere all’ispezione dei due box refrigerati, lunghi oltre 12 metri e contenenti 78 tonnellate di banane.

La droga, per un peso complessivo di 2.734 kg di cocaina purissima, è stata individuata dopo lunghe e complesse operazioni di ricerca, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione ad ADM e delle unità cinofile della Guardia di Finanza e del cane antidroga Joel.

Complessivamente la sostanza stupefacente sequestrata dalle Fiamme Gialle gioiesi e dai funzionari del Reparto Antifrode dell’UD di Gioia Tauro, risultata di qualità purissima ed in perfetto stato di conservazione, avrebbe potuto fruttare ai trafficanti un introito di oltre 800 milioni di euro.

Anche in considerazione dell’ingente quantitativo, per le operazioni di trasporto e la successiva distruzione sono stati impiegati oltre 30 militari specializzati della Guardia di Finanza che hanno curato il dispositivo di sicurezza.

Nei giorni antecedenti all’operazione, le complesse ed articolate attività di analisi di rischio e i riscontri fattuali sui migliaia di contenitori provenienti dal continente sudamericano, avevano consentito ai militari della Guardia di Finanza e ai funzionari doganali di individuare ulteriori carichi di cocaina per un totale di 600 kg. Lo stupefacente, in questi casi, era stato abilmente occultato in 6 container in modalità sempre differenti: tra la merce, in doppi fondi o, ancora, nelle intercapedini esterne dei box.

Tutti i container trasportavano frutti esotici con provenienza dall’Ecuador e, dopo il transhipment a Gioia Tauro, sarebbero dovuti giungere in diversi porti, sia in Italia che all’estero: Croazia, Grecia ed ancora Georgia.

Le modalità di occultamento dello stupefacente si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative.

Con particolare riguardo al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nel porto di Gioia Tauro, da gennaio 2021 ad oggi, sono state intercettate e sequestrate complessivamente circa 37 tonnellate di cocaina.

Comunali in Calabria, nuovi sindaci e qualche conferma. A Castrolibero torna Orlandino Greco

elezioni comunali in calabria

Conferme, volti nuovi e anche qualche ritorno. È questo, in sintesi, l’esito delle elezioni amministrative in Calabria, dove si è votato in 41 Comuni – poco più del 10% per eleggere i nuovi sindaci e i nuovi Consigli.

Un test non particolarmente significativo sul piano politico, con riferimento agli assetti della politica calabrese e in particolare del centrodestra che governa la Regione, considerando che non si votava in grandi centri e che molto spesso i candidati sindaco erano espressione di coalizioni dall’impronta essenzialmente civica e, in alcuni casi, anche trasversali.

Tra i centri più significativi nei quali si è votato figura sicuramente Locri (Reggio Calabria), che ha eletto come sindaco Giuseppe Fontana, fortemente sostenuto dall’assessore regionale Giovanni Calabrese (Fratelli d’Italia), che ha lasciato la carica di primo cittadino locrese all’atto di nomina nella Giunta Occhiuto.

Tra i riconfermati, Gregorio Gallello, capogruppo del Pd alla Provincia di Catanzaro, rieletto sindaco di Gasperina, Francesco Severino a Santa Caterina Jonio (Catanzaro, Danilo Staglianò a Cardinale (Catanzaro), Antonio Barberio a Scandale (Crotone), Antonino Pezzo che a Sant’Onofrio (Vibo Valentia) ha sconfitto tra gli altri Gaetano Ottavio Bruni (in passato consigliere regionale e presidente della Provincia vibonese).

Tra le novità vanno annoverati i successi di Elia Pallaria a Curinga (Catanzaro), Giuseppe Caristo a Guardavalle (Catanzaro) e Mario Gentile a Stalettì (Catanzaro), e Cataldo Minò a Cariati (Cosenza).

Ma le elezioni amministrative in Calabria hanno registrato anche il “ritorno” di alcuni sindaci, come Orlandino Greco a Castrolibero (Cosenza) e Romano Loiero a Nardodipace (Vibo Valentia): Orlandino Greco, già consigliere regionale, è stato rieletto primo cittadino nel suo Comune dopo essere stato sindaco di Castrolibero dal 2003 al 2013. Greco con la lista “Rinascita civica” espressione della sua “Italia del Meridione” ha ottenuto il 76,98% dei consensi battendo così Antonella Garritano che guidava la lista “Castrolibero nel cuore” fermandosi al 23,02%

Loiero riprende invece la guida del Comune di Nardodipace del quale in passato è stato sindaco due volte, nelle due amministrazioni poi sciolte anticipatamente per presunte infiltrazioni mafiose.

A Casali del Manco, nella Presila cosentina, con il 35,39 percento è stata eletta sindaco Francesca Pisani, con la lista “Casali del Manco 2.0”. Pisani ha battuto Ippolito Morrone (34,57%), lista “Spazio e Futuro per Casali del Manco”, per appena 51 voti di differenza.

Tra i casi curiosi da segnalare, infine, quelli di Canna (Cosenza), comune con 649 abitanti nel quale si erano candidati sindaco in quattro (a vincere è stato Paolo Stigliano), e di Serra d’Aiello, il comune calabrese più piccolo in cui si è votato (con tre candidati sindaco e la vittoria di Antonio Cuglietta).

Caso Orlandi, la Procura di Roma acquisisce atti dal Vaticano. Indagini riaperte

La procura di Roma ha acquisito degli atti, messi a disposizione del Vaticano, nell’ambito del procedimento già aperto a Piazzale Clodio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Un procedimento avviato dopo che il Csm aveva chiesto informazioni su un esposto presentato al consiglio dai familiari della ragazza scomparsa a Roma all’età di 15 anni il 22 giugno del 1983.

“E’ una cosa positiva che la Procura di Roma abbia acquisito atti dal Vaticano perché per la prima volta ci sarà una collaborazione, sempre negata in passato, tra Santa Sede e magistratura ordinaria”. E’ quanto afferma Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, commentando la notizia relativa al nuovo impulso alle indagini.

“Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale” tra la procura di Roma e il Vaticano “alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela”. È quanto afferma Laura Sgrò, l’avvocata di Pietro Orlandi, in una dichiarazione all’Ansa, commentando la notizia del nuovo impulso alle indagini sul caso da parte della Procura di Roma. Laura Sgrò precisa di avere appreso la notizia dai media e che ancora non c’è nessun coinvolgimento della famiglia Orlandi in questa nuova fase di indagini che si apre sul caso.

Comunali, al centrodestra 4 città. Brescia a sinistra. Doppio turno a Pisa. Imperia a Scajola

Per un piccolo pugno di voti mancanti che non gli ha concesso di superare la fatidica soglia del 50% delle preferenze più una, a Pisa sfuma la vittoria al primo turno per il sindaco uscente del centrodestra Michele Conti, che si è fermato al 49,96%.

Andrà al ballottaggio con il candidato di centrosinistra e Movimento 5 stelle Paolo Martinelli, che ha ottenuto il 41,12%.

Complessivamente Conti ha ottenuto più di 20mila voti, circa 3.500 in più del suo principale sfidante del centrosinistra. Le operazioni di spoglio sono procedute a rilento, e soprattutto si è determinato per ore uno stallo su tre sezioni per le quali è stata necessaria un’accurata verifica dei voti.

Vince il centrodestra in 4 delle 13 città capoluogo ieri al voto per le comunali: Imperia, Sondrio, Treviso e Latina. Due i sindaci eletti dal centrosinistra: a Teramo e a Brescia. In 7 città si andrà invece al ballottaggio, tra due settimane: Ancona, Brindisi, Terni, Vicenza, Massa, Pisa e Siena. Fuori dalla corsa Fdi a Massa, dove contro il centrosinistra correrà il candidato di Lega-Fi.

Diverse sono dunque le amministrazioni che il prossimo 29 e 29 maggio andranno al ballottaggio, tema piuttosto caldo anche nella maggioranza dove si spinge per la revisione o addirittura l’abolizione del secondo turno, che attualmente è previsto nei comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti.

Dei 595 comuni che sono andati al voto tra ieri e oggi, 13 sono capoluoghi di provincia. Di questi, tre vanno al centrodestra, due al centrosinistra e uno alle civiche che sostengono Claudio Scajola ad Imperia. Sette sono invece i capoluoghi che si avviano verso il secondo turno. Solo a Siena è avanti il centrosinistra. Ancona è l’unico capoluogo di regione al voto. E’ avanti il centrodestra, ma si va al ballottaggio.

BRESCIA. “Questo risultato è figlio del buon governo di questi dieci anni. E’ un’emozione essere la prima donna sindaco di Brescia, soddisfazione aver vinto al primo turno. La città ha dato una chiara indicazione della strada da percorrere»: queste le prime parole di Laura Castelletti, candidata del centrosinistra, che in piazza della Loggia a Brescia festeggia quella che si profila essere la vittoria alle Amministrative 2023. Con 100 sezioni scrutinate su 203, Castelletti è al 55,09%, Fabio Rolfi, candidato per il centrodestra, è al 41,55%.

LATINA. Nonostante non siano ancora presenti dati ufficiali né sul sito del Comune di Latina, né su quello deputato del Ministero dell’Interno, secondo i primi dati parziali il candidato sindaco di centrodestra Matilde Celentano è in netto vantaggio su quello di centrosinistra Damiano Coletta, con una percentuale che si attesta intorno al 70% dei voti.

IMPERIA. L’ex ministro e sindaco uscente, Claudio Scajola, va verso la riconferma a primo cittadino di Imperia. Dopo 14 sezioni su 44 scrutinate Scajola è al 62,27% di consensi mentre il suo diretto rivale, Ivan Bracco il poliziotto che lo indagò sei volte, esponente del centrosinistra, segue al 22,21%.

Unico capoluogo di regione in cui si vota per questa tornata di elezioni amministrative, ad Ancona si profila un testa a testa tra il candidato di centrodestra Daniele Silvetti, che appare in vantaggio, e la candidata del centrosinistra Ida Simonella. Con 65 sezioni scrutinate su 99, secondo dati parziali, Silvetti, espresso da Forza Italia, sostenuto da 7 liste, tra cui Fdi, Fi più civici, Lega, ha raccolto finora il 45,22% dei voti, mentre Simonella, assessore tecnico uscente della giunta guidata da Valeria Mancinelli, si attesta a 41,07%.

TREVISO. Non c’è gara a Treviso tra il sindaco leghista uscente Mario Conte, che a poco meno del 20% dello scrutinio sopravanza gli altri candidati con il 64,78% delle preferenze. Staccato nettamente, con il 27,35%, è Giorgio De Nardi, imprenditore candidato dal centrosinistra, più lontani gli altri.

SONDRIO. Con tre sezioni scrutinate su 21, a Sondrio è in testa il candidato di centrodestra Marco Scaramellini, Ha infatti ottenuto il 50,60% delle preferenze contro il 46,61 del candidato di centrosinistra Simone Del Curto e il 2,79 di Luca Zambon della lista Moratti.

BRINDISI. Si va verso il ballottaggio tra il candidato del centrodestra Pino Marchionna e quello del centrosinistra (con M5S) Roberto Fusco.

MASSA. Mentre sono state scrutinate solo 6 sezioni su 80, si profila un ballottaggio a Massa (Massa Carrara), dove il sindaco uscente Francesco Persiani, sostenuto da Lega, Fi e liste civiche, è avanti con il 34,87% dei consensi, seguito dal candidato di Pd e Alleanza Verdi Sinistra Enzo Ricci al 29,8%. Al terzo posto Marco Guidi, al 20,47%, candidato di Fdi e Nuovo Psi.

PISA. Lo scrutinio per le elezioni comunali di Pisa procede a rilento e dopo sole 20 sezioni scrutinate su 86 il sindaco uscente e ricandidato del centrodestra Michele Conti è avanti con il 51% rispetto al 40,89% del candidato di centrosinistra e Movimento 5 Stelle, Paolo Martinelli.

TERAMO. Si profila la vittoria del candidato di Pd-M5S Gianguido D’Alberto.

TERNI. Ballottaggio tra Orlando Masselli, candidato del centrodestra, e Stefano Bandecchi, candidato di alcune liste civiche. Fuori al primo turno centrosinistra e Movimento 5 Stelle.

VICENZA. Il primo cittadino uscente, Francesco Rucco (centrodestra), è in testa di qualche lunghezza sul candidato di centrosinistra Giacomo Possamai.

AFFLUENZA IN CALO
L’affluenza definitiva alle elezioni si attesta al 59,03%, proseguendo nel trend di un crollo inesorabile della partecipazione alle urne in Italia. Sulla scia delle scorse politiche, che hanno fatto registrare il dato più basso della storia repubblicana (il 63,9%), anche le comunali perdono terreno, seppur in maniera leggermente più contenuta. Al termine dei due giorni di voto, domenica e lunedì, il totale degli elettori che si è recato ai seggi è stato il 59% degli aventi diritto, 2 punti percentuali in meno rispetto al 61,22% delle passate amministrative.

Russia: “Intercettati due aerei Nato sul Baltico. Allontanati da Jet”

La Russia ha affermato di aver fatto decollare uno dei suoi aerei da guerra per intercettare due aerei militari – uno francese e uno tedesco – sul Mar Baltico, che ha accusato di aver voluto “violare il confine” russo. Lo riporta l’Ansa.

“Dopo che gli aerei militari stranieri sono tornato indietro dal confine di stato russo, l’aereo da combattimento russo è tornato sano e salvo all’aeroporto”, ha scritto il ministero della Difesa russo su Telegram.

WP: “Zelensky dietro attacco a oleodotto Druzhba?” Von der Leyen: “Non sono a conoscenza”

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato di non avere “alcuna conoscenza” del piano del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di far saltare l’oleodotto Druzhba per minare l’industria ungherese, come affermato nei documenti trapelati del Pentagono, pubblicati dal Washington Post. Lo riporta l’agenzia Tass.
La domanda è stata posta dai giornalisti ungheresi durante una conferenza stampa congiunta che ha coinvolto von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel lunedì 15 maggio a Bruxelles.

Dopo aver ascoltato la domanda, la von der Leyen è rimasta in silenzio per diversi secondi, ha girato diverse pagine di materiale davanti a lei, ha lanciato un’occhiata a Michel, che si è schiarito la gola in risposta, poi ha alzato le spalle e ha detto: “Mi dispiace, non sono a conoscenza di questo”.

Quando i giornalisti hanno notato che questa informazione “non è stata ancora smentita da nessuno”, il portavoce della Commissione europea Eric Mamer, che ha ospitato la conferenza stampa, ha affermato che “quella era la risposta”.

Il 13 maggio, il Washington Post ha riferito, citando documenti trapelati dal Pentagono, che “a porte chiuse”, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky stava pianificando attacchi sul territorio russo per sabotare l’oleodotto che trasporta petrolio dalla Russia all’Ungheria, ma non solo. Queste informazioni sono state ottenute durante il monitoraggio della corrispondenza di Zelensky con i suoi subordinati e il comando militare da parte dell’intelligence statunitense.

Secondo il report, Zelensky ha proposto di far saltare in aria l’oleodotto Druzhba durante un incontro con il vice primo ministro ucraino Yulia Sviridenko a metà febbraio. Commentando questo dialogo, i funzionari dell’intelligence statunitense hanno notato nei documenti che il presidente ucraino “ha mostrato rabbia nei confronti dell’Ungheria e quindi potrebbe esprimere minacce esagerate e insensate”. Secondo l’intelligence statunitense, Zelensky ha affermato che “l’Ucraina deve semplicemente far saltare in aria l’oleodotto e distruggere” l’industria ungherese poiché è “fortemente dipendente dal petrolio russo”.

L’Ungheria riceve la maggior parte del suo petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba che va dalla Russia attraverso l’Ucraina. Il governo russo ha riferito in precedenza che 4,9 milioni di tonnellate di petrolio sono state trasportate in Ungheria attraverso l’oleodotto nel 2022. Anche il petrolio viene trasportato dall’Ungheria alla Slovacchia e alla Repubblica Ceca.

Nei giorni scorsi l’Ungheria ha affermato che l’attacco all’oleodotto è “una minaccia alla nostra sicurezza energetica”.

Ucraina, l’Ungheria blocca nuovo stanziamento di 500 milioni di armi a Kiev

ROMA, 15 maggio. /TASS/. L’Ungheria ha bloccato un nuovo stanziamento di 500 milioni di euro di assistenza militare all’Ucraina da parte del Fondo europeo per la pace, ha riferito lunedì l’agenzia di stampa italiana ANSA , citando una fonte.

Secondo l’agenzia italiana, l’Ungheria ha chiesto che il fondo svolga un ruolo “globale” in futuro piuttosto che essere utilizzato esclusivamente per armare Kiev.

Ad oggi, l’Unione Europea ha stanziato 5,6 miliardi di euro dell’European Peace Facility per finanziare forniture di armi all’Ucraina.

Il 3 maggio, la Commissione europea ha presentato un piano per la militarizzazione dell’industria dell’UE che prevede un aumento della produzione di artiglieria, proiettili di mortaio e razzi, anche per i sistemi di difesa aerea. Una somma di 500 milioni di euro, che si aggiunge al miliardo di euro approvato dal Consiglio europeo, sarà stanziata a questo scopo dal solo bilancio Ue.

“George Soros è morto”. Lui smentisce su Twitter: “E’ falso, sono vivo e in salute”

Il finanziere miliardario ungherese e statunitense George Soros ha smentito le voci sulla sua morte circolate da stamane sul web.

“Le voci secondo cui ho avuto un infarto sono completamente false. Sono vivo e in salute”, ha scritto lunedì sul suo account Twitter il fondatore dell’Open Society Foundations.

Le voci sulla morte del miliardario, che oggi ha 92 anni, si sono riversate su Internet all’inizio della giornata. La notizia, evidentemente falsa e messa in circolo di proposito da qualcuno, è diventata virale, al punto da costringere il magnate a scrivere o far scrivere ai suoi collaboratori la smentita sul suo profilo Twitter.

L’ultimo post diretto del filantropo sul social di Musk risale allo scorso 31 marzo scorso in cui promuoveva un suo articolo sul Wall Street Journal.

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