13 Ottobre 2024

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Emergenza alluvione in Emilia Romagna, il Cdm stanzia 2 miliardi di euro

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con le misure per l’emergenza che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche. Stanziati oltre due miliardi per l’emergenza.

“È un decreto legge con i primi interventi urgenti, molto corposo, ci sono molte misure”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al tavolo con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e le parti sociali della Regione.

Bonaccini guarda alla ricostruzione: “Subito il commissario” e Meloni assicura: “lavoreremo insieme”. Ma nel governo è braccio di ferro per chi guiderà la ricostruzione. Ed è stato trovato nel pomeriggio un cadavere a Lugo, è il 15/o morto dell’alluvione: si tratta di una persona di cui era stata segnalata la scomparsa.

LE MISURE: deroghe fiscali, Cig, una tantum autonomi – Ecco cosa prevede il cosiddetto decreto alluvioni che stanzia oltre due miliardi di euro spalmati nei vari settori e su diversi fronti.

AMMORTIZZATORI SOCIALI: Prevista la Cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni. Questa misura è coperta fino a 580 milioni di euro.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: I dipendenti pubblici delle zone colpite, i quali fossero fisicamente impediti dal lavorare, verranno ugualmente retribuiti.

LAVORATORI AUTONOMI: Una tantum fino a tremila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere l’attività, con copertura fino a 300 milioni di euro

FISCO: Sospensione dei termini relativi ai versamenti tributari e contributivi fino 31 agosto. Sul tema delle utenze è stata deliberata la sospensione da parte di Arera, l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Per quanto riguarda i mutui fa fede il protocollo d’intesa con Abi che prevede la loro sospensione in caso di eventi calamitosi. La ripresa dei pagamenti dei versamenti tributari e contributivi è al 20 novembre. Si prevede inoltre il differimento per Comuni e Province del pagamento dei mutui nei confronti di Cassa depositi e prestiti

PMI: Rafforzamento dell’accesso al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con previsione di un aumento della garanzia fino anche al 100%. Il rafforzamento del fondo, destinato interamente alle piccole e medie imprese delle zone colpite, ha una copertura di 110 milioni di euro

EXPORT: Contributo a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione a valere sul fondo Simest, che supporta la crescita delle imprese italiane nel mondo, con una copertura di 300 milioni di euro. C’è poi la creazione di una quota riservata di 400 milioni di euro, che riguarda tassi agevolati a fondo perduto. Questi 700 milioni sono stati previsti dal Ministero degli Esteri.

APPALTI: Anticipo della norma del Codice degli appalti che consente la procedura di somma urgenza fino a 500mila euro per i territori colpiti

SCUOLA: Il ministro dell’Istruzione avrà la facoltà, con ordinanza, di lavorare con una certa flessibilità all’adempimento degli esami di maturità con gli istituti coinvolti. Sarà inoltre istituito un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica. Il governo sta inoltre lavorando per l’acquisto di computer da mettere a disposizione degli studenti che dovessero fare didattica a distanza

UNIVERSITÀ: Possibilità di didattica ed esami a distanza. C’è anche un fondo di solidarietà, di 3 milioni e mezzo, per i docenti delle università interessate e per gli interventi di ripristino

GIUSTIZIA: Rinvio dei processi civili e penali quando una delle parti o l’avvocato difensore risiedono nelle zone colpite e sospensione, fino al 31 agosto, per quanto riguarda l’amministrazione, dei termini dei giudizi amministrativi contabili, militari e tributari

LOTTERIA DEDICATA: Sono state autorizzate estrazioni straordinarie di Lotto e Superenalotto interamente dedicate all’emergenza. Tra le forme di copertura di ulteriori provvedimenti ritenuti necessari, ci sono anche alcune proposte formulate dal ministero dell’Economia, come la vendita dei mezzi confiscati dall’agenzia delle Dogane.

Corigliano, 66enne viene accoltellato forse durante una rapina

Un uomo di 66 anni è stato accoltellato al torace, nella tarda serata di ieri, nel centro storico di Corigliano Calabro. Subito soccorso, l’uomo è stato portato in un primo momento nell’ospedale di Corigliano per poi essere trasferito in quello di Cosenza, dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico.

Le sue condizioni sarebbero stabili e non sarebbe in pericolo di vita. Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano sembra che l’uomo – da poco rientrato dall’estero in città – sia stato ferito nel corso di un tentativo di rapina. I militari proseguono con le indagini per risalire ai responsabili e per ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio.

Andrea De Gennaro è il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza

Il generale Andrea De Gennaro è il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza. La nomina è arrivata dal Consiglio dei ministri sulla base dell’accordo politico già raggiunto e annunciato dopo l’ultima riunione dell’11 maggio. De Gennaro, fratello minore dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, è nato a Roma 63 anni fa.

De Gennaro succede al generale Giuseppe Zafarana, nominato presidente dell’Eni. Una scelta in continuità visto che De Gennaro, generale di corpo d’armata, era dal novembre 2022 il Comandante in Seconda.

In precedenza tanti i ruoli ricoperti nelle Fiamme Gialle. Tra il 2020 e il 2022 è stato Comandante Interregionale dell’Italia Centrale, in precedenza aveva ricoperto il ruolo di comandante dei Reparti Speciali e Comandante Aeronavale Centrale, di comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, di comandante Regionale Toscana ma anche di direttore centrale per i Servizi Antidroga presso il ministero dell’Interno. Ha ricoperto molti altri incarichi di vertice sul territorio e, tra gli altri ruoli, è stato a capo del V Reparto Comunicazione e Relazioni Esterne presso il comando generale.

Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza economico finanziaria, De Gennaro, titolato “Corso Superiore di Polizia Tributaria”, ha frequentato anche l’Istituto Alti Studi Difesa e il master di II livello all’Università Bocconi di Milano in Diritto Tributario Internazionale. Il nuovo comandante della Gdf è sposato e ha tre figli.

Maxi truffa sui contributi del ‘Bonus facciate’, 10 arresti e sequestri per 5 milioni

L’accusa è quella di aver fatto parte di un’associazione per delinquere il cui solo scopo era quello di commettere truffe per l’illecita percezione di contributi statali, il c.d. “bonus facciate”, utilizzando crediti fiscali fittizi che, una volta monetizzati, venivano riciclati nell’acquisizione di attività economiche sul Lago di Garda. Il tutto, tra l’altro, aggravato dal carattere transnazionale, avendo gli indagati operato sia sul territorio nazionale che estero.

Con questa motivazione i Finanzieri dei Comandi Provinciali di Verona e Agrigento e i Carabinieri del Comando Provinciale di Verona, in collaborazione tra loro, hanno eseguito, alle prime ore di oggi – in Veneto, Lazio, Piemonte e Sicilia – un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 soggetti, 3 dei quali condotti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, mettendo i sigilli anche a conti correnti, autovetture, immobili nonché a una società, a un hotel, a due pasticcerie, a due ristoranti e ad un locale sul lungolago gardesano.

L’Autorità Giudiziaria scaligera ha infatti anche disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca di beni per un valore che ammonta a oltre 5 milioni di euro.
L’associazione a delinquere, che operava su gran parte del territorio nazionale, aveva base nel comune di Peschiera del Garda (VR) e nell’area bresciana del Lago di Garda, dove gli indagati, di origine siciliana, calabrese, campana e albanese – avvalendosi della professionalità di un commercialista attivo nella Provincia di Treviso – dopo aver monetizzato, attraverso la cessione a Poste Italiane Spa, circa 5 milioni di crediti d’imposta fittizi provenienti dal cd. “bonus facciate”, avevano reinvestito e riciclato i proventi della imponente truffa ai danni dell’Erario acquistando locali turistici e commerciali sul lago.

L’Ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari e il decreto di sequestro preventivo hanno interessato 12 persone fisiche operanti in Italia e in Spagna, tutti indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e autoriciclaggio.
Le indagini, frutto di una convergenza investigativa, hanno avuto un parallelo avvio, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 nella provincia di Agrigento ad opera dei Finanzieri delNucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo siciliano e sul territorio gardesano ad opera dei militari dell’Arma di Peschiera del Garda.
In particolare, le Fiamme Gialle agrigentine coordinate dalla Procura della Repubblica, della città dei Templi, nell’ambito di un vasto contesto investigativo, avevano intercettato alcune conversazioni telefoniche, di contenuto criptico, da cui però emergevano operazioni aventi ad oggetto transazioni finanziarie collegate alla cessione di crediti fiscali provenienti da “bonus edilizi”.

Gli approfondimenti operati della Guardia di Finanza nei confronti dei soggetti indagati disvelavano infatti un articolato meccanismo fraudolento che si estendeva ben oltre i confini siciliani e che stava inquinando l’economia del territorio scaligero.

Parallelamente, i Carabinieri del Comando Compagnia di Peschiera del Garda stavano procedendo con autonome indagini nei confronti di alcuni soggetti da poco insediatisi nell’area gardesana, che, evidenziando una consistente e anomala disponibilità finanziaria, stavano concludendo frenetiche operazioni di acquisto di strutture turistiche e attività commerciali sulla sponda sud occidentale del Lago di Garda.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona, interessata dai Carabinieri veronesi e dai magistrati agrigentini, disponeva pertanto una sinergia investigativa delegando le indagini sull’intero contesto ai Carabinieri della Compagnia di Peschiera del Garda e ai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico finanziaria di Verona, così valorizzando le specifiche competenze delle due Forze di polizia.

L’efficace scelta operata dall’Autorità Giudiziaria inquirente e la proficua collaborazione nelle indagini ha così consentito di ricostruire in tempi rapidi ed in maniera analitica le operazioni effettuate dagli indagati e i rapporti intrattenuti sul territorio scaligero.

Le correlate investigazioni hanno infatti permesso ai Finanzieri e ai Carabinieri veronesi di portare a piena luce un meccanismo illecito, sviluppatosi mediante plurime condotte fraudolente, ad opera di una compagine criminale che ha creato ad arte i presupposti per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate di oltre 17 milioni di euro di crediti d’imposta inesistenti in relazione ai “bonus facciate”.

Gli accertamenti hanno fatto emergere che all’origine delle catene di cessione dei crediti fittizi vi erano svariate decine di persone fisiche che risultavano aver dichiarato (nella maggioranza dei casi inconsapevolmente) di avere effettuato lavori di ristrutturazione edilizia delle facciate esterne (così acquisendo il diritto alla detrazione del relativo importo pari al 90% della spesa che avrebbero dovuto sostenere) e di aver poi comunicato di aver ceduto i relativi crediti a terzi.

Successivamente le pratiche, per centinaia di migliaia di euro, venivano trasmesse, per conto degli ignari titolari, ad opera di un commercialista residente nella provincia di Treviso, previo concerto ed in accordo con gli altri membri del sodalizio criminale. I crediti d’imposta così originati venivano ceduti a società e imprese individuali, tutte riconducibili agli indagati, direttamente o indirettamente, le quali (a loro volta) li cedevano a POSTE ITALIANE SPA (inconsapevole della frode e indotta in errore) per un importo complessivo pari a circa 5 milioni di euro monetizzandoli in denaro utilizzabile a tutti gli effetti.

Il denaro ottenuto illegalmente come controvalore dei crediti veniva trasferito su conti esteri (soprattutto spagnoli) per poi rientrare nella disponibilità del sodalizio che lo ha utilizzato per acquistare attività economiche ovvero un hotel, due bar, due pasticcerie, due ristoranti sul Lago di Garda nonché abitazioni ad uso residenziale e varie quote di società.
Le persone arrestate sono state tradotte in carcere o in regime di arresti domiciliari in attesa di essere ascoltate dal GIP per rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e autoriciclaggio. Le attività economiche sequestrate sono state affidate ad un Amministratore Giudiziario individuato nel provvedimento cautelare dal Tribunale di Verona.

L’attività ha messo in luce, ancora una volta, come il territorio scaligero, economicamente vivace e dinamico, risulti meta particolarmente appetibile di mimetismo criminale per il reimpiego e il riciclaggio di capitali ottenuti illecitamente da parte delle organizzazioni criminali e che l’attento e costante controllo del territorio da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza, nell’ambito delle specifiche competenze, costituisca efficace argine affinché non vadano disperse importanti risorse pubbliche che vengono sottratte alla collettività con grave danno all’economia del Paese.

E’ morta la giornalista Maria Giovanna Maglie

È morta la giornalista Maria Giovanna Maglie. Aveva 70 anni. A darne notizia è Francesca Chaouqui che era accanto a lei al momento del decesso, avvenuto al San Camillo di Roma.

“Amici miei, Maria Giovanna Maglie è tornata questa Mattina alla Casa del Padre – scrive Chaouqui su Twitter -. È stata portata al San Camillo Forlanini la scorsa notte per una complicazione venosa ed è spirata poco fa. Ero accanto a lei, ha lottato fino alla fine come sempre. Adesso è in pace”.

Maglie aveva avuto in precedenza problemi di salute. Qualche tempo fa era stata in ospedale a causa di una serie di interventi chirurgici. Aveva subito un intervento al cuore, ma poi ci sono state delle complicazioni.

Saggista e opinionista Maria Giovanna Maglie era molto nota per le sue apparizioni in Tv dove era invitata per fornire i suoi punti di vista su diverse questioni, sempre schietta, libera e controcorrente.

Nata a Venezia, sposata da anni con l’artista siciliano Carlo Spallino, Maria Giovanna Maglie non aveva figli. La giornalista – ricorda il Messaggero – ha esordito come giornalista de L’Unità. Risale al 1989 il suo arrivo in Rai, azienda nella quale la sua carriera prende il volo. Fu inviata in Medio Oriente durante la prima guerra del Golfo, per poi diventare corrispondente da New York.

Autrice di libri e documentari, diventa particolarmente popolare con la partecipazione nel ruolo di opinionista ai programmi tv L’isola dei famosi, La sposa perfetta, La vita in diretta, L’Arena e Stasera Italia.

La giornalista negli ultimi anni non aveva fatto mistero delle sue posizioni politiche vicine alla destra, finendo spesso al centro del dibattito anche per affermazioni pesanti che le avevano procurato non poche critiche, tra cui quelle contro l’attivista per l’ambiente Greta Thunberg.

Incidente stradale nel Cosentino, muore una donna. Quattro i feriti

Una donna è morta e quattro persone sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto nella tarda serata di lunedì sulla strada statale 660, in contrada Timpone Morte, nel territorio del comune di Acri, in provincia di Cosenza.

Due le vetture coinvolte, una Mercedes E270 ed una Nissan Qashqai. Le due auto per cause in corso di accertamento si sarebbero scontrate frontalmente tra loro.

Ad avere la peggio una donna che viaggiava a bordo della Mercedes. Della vittima al momento non si conoscono le generalità. I vigili del fuoco del distaccamento di Rende, intervenuti sul posto, hanno estrapolato i feriti dalle lamiere affidandoli ai sanitari del 118 che dopo le prime cure ne hanno disposto il trasferimento all’ospedale di Cosenza. Sul posto i carabinieri di Acri per i rilievi di rito, la Polizia municipale e personale dell’Anas.

Il Salone del Libro chiude i battenti, successo per lo stand della Calabria

Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto e il vicepresidente Giusi Princi

Lo stand della Calabria protagonista assoluto della 35a edizione del Salone del libro. Migliaia di visitatori, oltre trecento scuole (tra calabresi e piemontesi) in presenza e da remoto, illustri personalità, tutti rapiti da quello che è stato definito il migliore stand della fiera, caratterizzato dalla positiva aria di calabresità che ha saputo mostrare il volto di un territorio che, anche sul piano della cultura, sa esprimere tanto e sa farsi apprezzare per organizzazione, innovazione, qualità dei suoi scrittori e delle sue case editrici, sapientemente coordinati dal Sistema Bibliotecario Lametino.

“Il successo di pubblico ed il gradimento della critica per la partecipazione della Calabria a questa edizione del Salone del Libro di Torino – dichiara il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto – testimoniano il nuovo fermento, anche nel settore culturale, che vive la nostra regione. In tutti i settori stiamo mettendo in campo le migliori energie per rigenerare l’immagine di una terra meravigliosa e ricca di potenzialità, ma ancora poco sfruttate. A Torino siamo riusciti ad ottenere anche quest’anno numeri straordinari per partecipazione e qualità. Ringrazio dunque il Vicepresidente Princi ed i Dipartimenti che l’hanno affiancata, per il gran lavoro profuso in questo prestigioso evento dell’editoria italiana e internazionale, realizzando un ampio successo sottolineato dal generale apprezzamento del pubblico e degli artisti presenti”.

“Il grande apprezzamento riscontrato per il nostro stand e le annesse iniziative ci rendono profondamente orgogliosi del progetto di riscatto culturale della Regione fortemente voluto dal presidente Occhiuto – dichiara il Vicepresidente con delega al ramo, Giusi Princi – che si è tradotto in un grande lavoro messo in campo dall’Assessorato e dal Dipartimento Istruzione e Cultura per cui ringrazio il Direttore Generale, Maria Francesca Gatto, il Dirigente di Settore, Ersilia Amatruda ed il personale tutto.”

“La Calabria ha saputo offrire eventi di approfondimento e discussione in tutte le giornate della fiera, dando spazio anzitutto ai propri autori ed editori – aggiunge il Vicepresidente – ma talvolta prestandosi anche ad ospitare presentazioni non in programma da parte di giornalisti che di loro iniziativa hanno chiesto di usufruire dello stand calabrese, particolarmente attrattivo nella sua efficacia mista allo stile. È il caso per esempio di Enrico Mentana e di Dario Fabbri: una piacevole quanto inaspettata iniziativa, che è la perfetta cartina di tornasole di quanto la nostra Regione sia riuscita a farsi apprezzare, per location, logistica, risorse umane e produzione.” “Il Salone del libro chiude quindi i battenti con un bilancio che per la Calabria è stato da record: una edizione che ha destato quotidiani sold out, con molte persone costrette a stare in piedi nel corso delle presentazioni per la grande affluenza. Un dato questo che ha plasticamente restituito il gradimento generale, sia per i servizi offerti, sia per la qualità del programma presentato. Per dare centralità agli autori ed editori calabresi – conclude il Vicepresidente Giusi Princi – con il direttore dell’Ufficio Scolastico regionale, Antonella Iunti, lavoreremo per diffondere nelle scuole le opere delle case editrici calabresi, proponendo un percorso che li inserisca nei curricula locali degli istituti”.

Il ministro della PA Zangrillo in visita alla Regione Calabria

Zangrillo e Occhiuto alla Cittadella regionale

“Stiamo lavorando con gli enti territoriali per cercare di dotarli delle condizioni che servono per funzionare. In questi primi sei mesi abbiamo fatto moltissimo. L’Italia ha quasi 8mila Comuni, dei quali la maggior parte sono piccoli Comuni e molti di questi sono attuatori del Pnrr. Ecco, nei piccoli Comuni manca la figura del segretario comunale”. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, in visita in Regione, accolto dal presidente della Roberto Occhiuto e dagli assessori regionali al Personale Filippo Pietropaolo e al Lavoro Giovanni Calabrese.

A Zangrillo che ha visitato a Tiriolo il cantiere dell’Harmonic Innovation Hub e a Caraffa l’Incubatore e acceleratore “Entopan Innovation”, è stata affidata anche una lectio magistralis dal titolo “Al servizio esclusivo della Nazione: il valore costituzionale del lavoro nelle Pubbliche amministrazioni” “Nei Comuni sotto i 3mila abitanti, che sono più di 2mila – ha aggiunto il ministro – il segretario comunale è una figura che presente solo nel 10% di queste amministrazioni. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo realizzato un’iniziativa tesa a garantire a questi Comuni la possibilità di accedere alla figura del segretario comunale senza che il costo del segretario comunale impatti sulle capacità assunzionali dell’ente. Ci sono tutta una serie di iniziative – ha sostenuto ancora il ministro – che hanno proprio la finalità di accompagnare, soprattutto gli enti attuatori del Pnnr, che sono prevalentemente enti territoriali, non le amministrazioni centrali”.

“Quello dei tirocinanti – ha detto il ministro rispondendo ad una domanda dei giornalisti – è un tema su cui il presidente Occhiuto ha sollecitato la mia attenzione da subito, non appena sono diventato ministro, ed è un tema importante, enorme perché riguarda tantissime persone” “Sono molto riconoscente al governo – ha sottolineato il presidente Occhiuto – per l’attenzione che sta riservando alla Calabria e anche al ministero della Pubblica amministrazione, che ci ha messo a disposizione il Formez per svolgere procedure di selezione dei neo assunti in maniera trasparente, dimostrando che anche in questo la Calabria vuole cambiare passo”.

Controlli CC nella movida rendese, denunce per guida in stato di ebbrezza

Sono diversi i servizi straordinari di controllo del territorio predisposti dal Comando Compagnia Carabinieri di Rende nel Comune di Rende (Cosenza). Sorvegliati speciali i principali centri di aggregazione individuati nei pressi di locali pubblici con maggior afflusso di giovani quali bar, pub e ristoranti, ove si registrano segnalazioni di disturbo alla quiete pubblica dovuti all’assembramento di adolescenti, talvolta intenti ad abusare di bevande alcoliche, causando, inevitabilmente, schiamazzi nonché difficoltà alla circolazione dei veicoli dei residenti.

Alla luce di ciò, i militari dell’Arma, nell’ambito del primario compito istituzionale di controllo del territorio finalizzato ad arginare le manifestazioni di comportamenti illegali e ricondurre nell’alveo della legalità i luoghi di divertimento, hanno svolto un servizio mirato con il supporto di reparti specializzati del N.I.L (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Cosenza nonché delle Squadre di Intervento Operativo del 14° Battaglione Carabinieri “Calabria”.

Nel corso dei controlli messi in atto, in cui sono state identificate 60 persone e controllati 40 veicoli, sono stati sottoposti ad accertamento etilometrico diversi utenti, tra questi sono state 10 le persone denunciate in stato di libertà per guida in stato d’ebbrezza alcolica. Queste, fermate durante i posti di controllo mentre erano alla guida delle rispettive autovetture, sono stati sottoposti ad accertamento etilometrico il quale ha dato esito positivo tanto che il tasso alcolemico riscontrato era superiore ai limiti previsti dalla legge. Per tale motivo sono state ritirate le patenti di guida mentre le autovetture sono state affidate a persone idonee alla guida.

Segnalati alla Prefettura di Cosenza anche 12 persone per uso personale di sostanze stupefacenti, i militari dell’Arma infatti, hanno sequestrato complessivamente circa 10 grammi di Marijuana, 4 grammi di hashish e 2 grammi di cocaina.
Tra le verifiche effettuate dai militari dell’Arma rientrano anche diversi esercizi di ristorazione, ispezionati da personale del Nil i quali all’esito del controllo, in un caso hannosorpreso un lavoratore irregolare in nero, in violazione dell’art. 3 del D.L 12/2002 e al quale esercizio è stata elevata una sanzione amministrativa e pecuniaria per un complessivo di euro 3.600 (tremilaseicento), mentre in un altro locale il lavoratore in nero sorpreso era anche percettore di reddito di cittadinanza pertanto la sanzione comminata è stata maggiorata e pari alla somma di 4.320 euro(quattromilatrecentoventi).
Proseguirà nei prossimi giorni, la campagna di intensificazione dei controlli disposta dalla Compagnia Carabinieri di Rende per un deciso richiamo alla responsabilità e al rispetto delle regole adottate a tutela dell’incolumità e della salute pubblica e volti ad assicurare e prevenire ogni fenomeno di illegalità.

Ucraina: Liberazione Bakhmut, le congratulazioni di Putin ai soldati russi e della Wagner

Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le squadre d’assalto della compagnia militare privata Wagner e con le truppe russe per la liberazione della città di Artyomovsk (Bakhmut). Lo ha dichiarato nei giorni scorsi l’ufficio stampa del Cremlino in una dichiarazione.

“Vladimir Putin si congratula con le squadre d’assalto di Wagner e con tutte le truppe russe, che hanno fornito l’assistenza necessaria e protetto i fianchi, con il completamento dell’operazione per liberare Artyomovsk”, si legge nella dichiarazione citata dalla Tass. “Tutti coloro che si sono distinti nella battaglia saranno destinati a ricevere le onorificienze di stato”, prosegue il comunicato.

Il ministero della Difesa russo ha annunciato all’inizio della giornata che la città di Artyomovsk (chiamata Bakhmut in Ucraina) è stata completamente liberata nel corso dell’operazione militare speciale in Ucraina.

“Nella direzione tattica di Artyomovsk, le squadre d’assalto della compagnia militare privata Wagner con il supporto dell’artiglieria e dell’aviazione del gruppo tattico meridionale hanno completato la liberazione della città di Artyomovsk”, ha affermato il ministero.

Artyomovsk si trova nel nord della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) e fungeva da importante snodo di trasporto per i rifornimenti dell’esercito ucraino nel Donbass. I feroci combattimenti per liberare la città sono iniziati il ​​1° agosto 2022.

La battaglia per conquistare questa città è una delle più grandi durante la liberazione del Donbass dal 2014. Circa 72.000 persone vivevano ad Artyomovsk prima dell’inizio della battaglia.

L’operazione militare speciale della Russia
Il 21 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che Mosca riconosceva la sovranità della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) e della Repubblica popolare di Lugansk (LPR). La Russia ha firmato accordi di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca con i leader DPR e LPR. Mosca ha riconosciuto le repubbliche del Donbass in conformità con le costituzioni DPR e LPR entro i confini delle regioni di Donetsk e Lugansk così come esistevano all’inizio del 2014.

Putin ha annunciato il 24 febbraio 2022 che, in risposta a una richiesta di assistenza da parte dei capi della DPR e della LPR, aveva deciso di condurre un’operazione militare speciale in Ucraina. La DPR e la LPR hanno lanciato un’operazione congiunta per liberare i loro territori che erano sotto il controllo di Kiev.

Dal 23 al 27 settembre 2022, la DPR e la LPR, nonché le regioni di Kherson e Zaporozhye, hanno tenuto referendum sull’adesione alla Russia, in cui la maggioranza degli elettori ha scelto di aderire alla Federazione russa.

Il 30 settembre 2022, Putin e i capi della DPR e della LPR e delle regioni di Zaporozhye e Kherson hanno firmato i trattati sulla loro adesione alla Federazione Russa. Successivamente, la Duma di Stato (camera bassa del parlamento russo) e il Consiglio della Federazione (camera alta) hanno approvato la legislazione sulla ratifica di questi trattati, nonché le leggi costituzionali federali sull’adesione delle quattro regioni alla Russia.

Latitante georgiano arrestato in un resort di Scilla

È terminata in un resort di Scilla la latitanza di un georgiano di 45 anni, Levan Shengelia, ricercato in base a un mandato di arresto internazionale spiccato per un furto in un appartamento all’estero.

I militari dei Comandi Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria lo hanno arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione a 6 anni, emesso nell’agosto del 2022 dall’Autorità Giudiziaria di Ternivsky, distretto della città di Kryvyi Rih (Ucraina), dove si è reso responsabile di furto in abitazione.

I militari, ricevuta la segnalazione dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma, dopo gli opportuni accertamenti e verifiche, sono riusciti ad individuare la stanza della struttura ricettiva dove l’uomo stava soggiornando nella costa viola.

Dopo aver accertato la presenza dell’uomo, alle prime luci dell’alba, hanno fatto irruzione nella camera, bloccando prontamente il ricercato, che è stato quindi dichiarato in stato di arresto e tradotto al Carcere di Reggio Calabria – Arghillà, a disposizione della Corte d’Appello di Reggio Calabria, per la successiva estradizione verso il Paese richiedente dove sconterà la propria pena.

Nasconde la coca nello zaino del nipote che ci gioca all’asilo, scampato pericolo. Zio in cella

Un pusher spregiudicato ha nascosto un involucro con cento grammi di cocaina nello zainetto del nipotino di 4 anni, e poi lo avrà dimenticato, incurante del pericolo. Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi a Isola Capo Rizzuto (Crotone).

Il bambino, poi è andato all’asilo e scavando nello zaino verosimilmente in cerca della merenda, ha trovato il sacchetto di droga cominciando a giocarci con i piccoli compagni, tirandolo da una parte all’altra come se fosse una pallina.

Meno male che gli insegnanti si sono accorti del maneggio sospetto, così gliel’hanno levato per evitare che l’involucro si rompesse e la polvere bianca venisse inalata o ingerita dai bambini. Intanto le maestre hanno allertato i carabinieri per accertare cosa fosse quella strana sostanza. Da analisi di laboratorio è risultata essere cocaina.

Un breve giro di indagini nella famiglia del piccolo e i carabinieri della Tenenza di Isola sono risaliti allo zio del piccolo, tale M.F., di 30 anni, già noto alle forze dell’ordine, il quale è finito in manette per detenzione di droga ai fini dello spaccio.

I militari hanno sequestrato la sostanza ed allertato i servizi sociali del comune isolitano per gli adempimenti di competenza. Notiziato il pm di turno presso la Procura della Repubblica di Crotone, il magistrato ha ordinato che lo sprovveduto e maldestro spacciatore venisse tradotto presso la casa circondariale pitagorica in attesa di giudizio per direttissima. L’udienza si è tenuta nella mattinata di sabato scorso e il Giudice del Tribunale, ha convalidato l’arresto e ne ha disposto la custodia in carcere.

Ucraina, la Russia conquista la ‘roccaforte’ Bakhmut e ora pensa ad altri obiettivi

Gli esperti parlano di nuovi obiettivi per la Russia dopo la vittoria ad Artyomovsk (Bakhmut); Washington approva le consegne di aerei da combattimento F-16 all’Ucraina; e Mosca presenta all’ONU il progetto di convenzione sulla sicurezza internazionale dell’informazione. Queste storie sono in cima ai titoli dei giornali di lunedì in tutta la Russia. Lo riporta la Tass.

Quotidiano russo Izvestia: Gli esperti valutano i nuovi obiettivi per la Russia dopo la vittoria ad Artyomovsk

Un’offensiva condotta dalle unità d’assalto della Wagner Private Military Company (PMC), con il supporto di artiglieria e aviazione del Battlegroup South, ha portato alla liberazione di Artyomovsk (Bakhmut), ha riferito domenica il ministero della Difesa russo. Nelle precedenti 24 ore, circa 100 militari e mercenari ucraini, oltre a diversi pezzi di equipaggiamento, sono stati spazzati via vicino alla città.

Ora che Artyomovsk è completamente sotto il controllo della Russia, ritengono gli esperti, Mosca si sta avvicinando al completamento di una fase critica della sua operazione per liberare l’intero Donbass, con Avdeyevka e Maryinka in fila.

Complessivamente, la battaglia per Artyomovsk è durata 224 giorni, ha osservato l’esperto militare Vasily Dandykin. In termini operativi e tattici, la liberazione della città rappresenta una pietra miliare fondamentale, poiché era stata un importante snodo per tutta la logistica ucraina, da Donetsk fino a Seversk [99 km a nord di Donetsk]. Pertanto, la perdita di questo importante snodo di trasporto per gli ucraini renderà loro difficile ridistribuire le truppe e rifornire le loro unità di munizioni e altro materiale, sostiene l’esperto citato dalla Tass.

Inoltre, secondo lui, la liberazione della città infliggerà un duro colpo al morale delle unità militari e degli ideologi ucraini. “Ancora un altro mito della propaganda ucraina è crollato: avevano promosso un’immagine della cosiddetta “fortezza Bakhmut” (il nome ucraino di Artyomovsk, ndr) come simbolo dello spirito ucraino duro e inflessibile, ma, alla fine, questo mito è ora andato in fumo. È un pugno allo stomaco critico per il nemico”, ha detto Dandkykin.

Tuttavia, ha affermato l’esperto, il prossimo grande passo per la Russia sarebbe rafforzare i suoi fianchi e respingere i contrattacchi ucraini, con i quali le forze armate di Kiev hanno cercato di mettere almeno la città in una tenaglia, se non di accerchiarla interamente. È fiducioso che le forze russe riusciranno a respingere il nemico. Inoltre, le forze russe dovranno avanzare verso Avdeyevka e Maryinka per porre fine ai bombardamenti su Donetsk e altre grandi città, ha concluso Dandykin.

Vedomosti: Washington dà il via libera alle consegne di caccia F-16 all’Ucraina
Intanto, i leader del G7 che si sono riuniti a Hiroshima, in Giappone, lo scorso fine settimana, hanno utilizzato il vertice per annunciare un accordo per l’invio a Kiev di aerei F-16 “Fighting Falcon”, i caccia di quarta generazione dell’aeronautica americana. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato in una conferenza stampa dopo la riunione del G7 di aver informato il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, dei piani di Washington e dei suoi alleati per addestrare i piloti ucraini su F-16 e altri aerei da combattimento occidentali di quarta generazione.

Biden ha anche detto che Zelenskyj gli aveva assicurato che gli F-16 non sarebbero stati usati né per colpire obiettivi all’interno della Russia né nella tanto decantata controffensiva ucraina che si sta preparando. Inoltre, il presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto che l’aereo da combattimento non avrebbe aiutato le truppe ucraine a trattenere Bakhmut (il nome ucraino di Artyomovsk), che alla fine è caduto nelle mani delle forze russe durante il fine settimana. Secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, l’iniziativa di consegnare i caccia all’Ucraina invia un messaggio alla Russia. Inoltre, nella loro dichiarazione finale dopo il vertice, i leader del G7 hanno rinnovato il loro impegno a fornire sostegno all’Ucraina e si sono impegnati a inasprire le sanzioni contro la Russia.

Un funzionario vicino ai vertici della Russia ha detto a Vedomosti che l’integrazione degli F-16 richiederebbe alle forze ucraine di costruire un’infrastruttura completamente nuova, che differisce notevolmente dagli attuali sistemi legacy dell’Ucraina progettati per servire i caccia a reazione di fabbricazione sovietica. Per cominciare, sarà necessaria una qualità superiore della pavimentazione della pista. Anche se basare gli aerei da combattimento in Polonia per le sortite non sarebbe tecnicamente fattibile, la Polonia potrebbe gestire la sofisticata manutenzione degli F-16, mentre le basi aeree in Ucraina sarebbero utilizzate come aeroporti di lancio, ha detto il funzionario. Tuttavia, la consegna degli aerei da combattimento occidentali alla fine non sarà in grado di invertire la tendenza per l’Ucraina, ha concluso.

Secondo Mikhail Barabanov, esperto del Center for Analysis of Strategies and Technologies, l’Ucraina potrebbe ricevere gli F-16 entro la fine di quest’anno. La Danimarca e il Belgio seguiranno il percorso dei Paesi Bassi, che hanno sostituito i suoi F-16 con nuovi F-35, e questo renderà più facile fornire i vecchi jet F-16 a Kiev, l’esperto del Consiglio russo per gli affari internazionali Alexander Yermakov sottolineato. Inoltre, gli aerei sono altamente idonei al volo e possono essere trasferiti abbastanza rapidamente, ha aggiunto Yermakov. Tuttavia, data la necessità di addestrare il personale e gli equipaggi dei piloti, questi velivoli potrebbero essere forniti non prima dei prossimi sei mesi, o anche più tardi, poiché i caccia occidentali richiedono un ecosistema di manutenzione diverso da quello attualmente disponibile in Ucraina, ha concluso.

Kommersant: la Russia presenta all’ONU il progetto di convenzione sulla sicurezza internazionale dell’informazione
La scorsa settimana, la Russia e quattro nazioni alleate – Bielorussia, Corea del Nord, Nicaragua e Siria – hanno approvato un progetto di concetto aggiornato della Convenzione sulla sicurezza internazionale delle informazioni per l’esame delle Nazioni Unite. I suoi principi chiave includono l’uguaglianza sovrana degli stati e la non interferenza nei loro affari interni, mentre i compiti principali sono la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, l’istituzione della cooperazione interstatale e la costruzione del potenziale informatico dei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, ottenere il sostegno della maggioranza degli Stati membri all’ONU non sarà facile per la Russia, poiché le versioni precedenti di questo documento sono state respinte dai paesi occidentali e, dato il conflitto sull’Ucraina, non c’è motivo di credere che il nuovo la bozza andrà meglio.

Gli autori della bozza aggiornata del concetto di convenzione sottolineano, piuttosto che nascondere, che si basa sulle migliori pratiche accumulate negli ultimi anni. Tuttavia, a differenza dei principi e delle idee precedentemente pubblicati, la nuova convenzione proposta dalla Russia non dovrebbe essere volontaria, ma legalmente vincolante. Per questo, secondo il suo testo, dovrebbe prevedere meccanismi per monitorare l’attuazione delle sue disposizioni da parte dei paesi firmatari.

Ciò che rende speciale il concetto aggiornato per Oleg Shakirov, consulente presso il Centro PIR ed esperto del Consiglio russo per gli affari internazionali (RIAC), è che propone un meccanismo per stabilire obblighi legali. Dalla fine degli anni ’90, la Russia ha raccomandato la firma di un accordo internazionale in questo settore, mentre nell’ultimo decennio sono state formulate regole volontarie per il comportamento dei singoli paesi nel cyberspazio, ha detto l’esperto a Kommersant. “In altre parole, ciò che la Russia propone è di scegliere le regole informali più importanti e usarle come base per una convenzione internazionale”, ha spiegato.

Tuttavia, non si vedono prospettive brillanti per questa iniziativa alle Nazioni Unite, ha lamentato l’esperto, indicando la schiera di coautori del documento che non include molti dei tradizionali sostenitori dell’approccio della Russia alla sicurezza internazionale delle informazioni, in primis la Cina , sebbene il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping abbiano menzionato il concetto nella loro dichiarazione congiunta di marzo, ha affermato Shakirov.

Secondo lui, l’Occidente si è costantemente opposto alla creazione di nuovi obblighi legali per il cyberspazio, poiché insiste sul fatto che il quadro giuridico internazionale esistente è sufficiente per regolare le relazioni nel regno digitale. Inoltre, l’intera diplomazia multilaterale è interessata dal conflitto ucraino e le iniziative russe non ricevono la reazione positiva che potrebbero altrimenti raccogliere in tempo di pace, sostiene Shakirov. “In ogni caso, i diplomatici partono dal fatto che i dibattiti su una tale convenzione richiederebbero anni e le basi per questo devono essere gettate in anticipo, qualunque sia la situazione attuale”, ha detto.

Maltempo, lunedì scuole ancora chiuse a Reggio

Dopo lo stop nella giornata di sabato, a Reggio Calabria resteranno chiuse anche nella giornata di lunedì. Lo rende noto il Comune motivando la decisione con la “necessità di proseguire le verifiche sulle condizioni di sicurezza degli edifici scolastici e delle aree di loro pertinenza”.

A Reggio c’è stata una vittima a causa del maltempo. La caduta di un albero ha provocato, infatti, la morte dell’avvocato Giovanni Pellicanò, di 57 anni.

La chiusura delle scuole è stata disposta con un’ordinanza dell’Amministrazione comunale e riguarda tutti gli istituti pubblici e privati di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia e gli asili. La stessa ordinanza dispone che “i dirigenti scolastici provvedano a garantire la presenza di personale ausiliario per l’apertura delle scuole al solo fine di consentire i sopralluoghi tecnici per le verifiche finalizzate all’accertamento delle condizioni di sicurezza”.

“Il settore Lavori pubblici del Comune – riferisce un comunicato – ha avviato, già da ieri, una serie di verifiche, all’esito delle quali saranno eventualmente rappresentate le motivazioni per prolungare la chiusura di specifici plessi. Lo stesso vale per gli edifici scolastici degli istituti secondari per i quali le verifiche e le valutazioni conseguenti spettano ai competenti uffici della Città metropolitana. Ai Dirigenti scolastici delle scuole private è invece demandato il compito di effettuare i sopralluoghi e le valutazioni di competenza in ordine all’accertamento delle condizioni di sicurezza dei rispettivi plessi”.

“L’Amministrazione comunale, per la giornata di lunedì, per la quale é prevista un’allerta gialla – é detto ancora nella nota – invita la cittadinanza a prestare massima attenzione, in particolare nelle aree alberate o nelle vicinanze degli edifici, pubblici e privati, che presentano uno stato di ammaloramento delle facciate, verificando che non sussistano ancora situazioni di rischio dovute alla caduta di corpi danneggiati e quindi pericolanti”. (Ansa)

Ex direttore Aifa: Sapevano che vaccinati infettavano ma han messo comunque il Green pass

Il dottor Luca Li Bassi, medico chirurgo specializzato in Salute pubblica, è stato direttore generale dell’Aifa tra il 2018 e il 2019, fino a poco prima, cioè, che scoppiasse l’inferno Covid. Il medico ha rilasciato un’intervista bomba (pubblicata da “La Verità”), e di vitale importanza, a Marianna Canè di “Fuori dal Coro”.

Dice Li Bassi: “Non può essere considerata una motivazione valida la preoccupazione di mandare la gente nel panico e nascondere i dati”. La trasparenza, dunque, sempre al primo posto. Il suo è un chiaro riferimento alle ultime inchieste, proprio della trasmissione di Rete4, che hanno dimostrato come Aifa nascondesse i dati sui vaccini, per paura – come scrivevano i dirigenti nella mail interne – di “uccidere il vaccino”. Ma lancia anche una vera bordata contro il Green pass.

Spiega infatti a proposito Luca Li Bassi: “Se si fosse valutato a inizio campagna vaccinale che servivano più dati per garantire efficacia e sicurezza in un gruppo specifico, come ad esempio quello dei fragili, non si sarebbe mica provocato un disastro. Per me essere trasparenti significa che all’inizio della campagna vaccinale dovevano essere detti apertamente tutti i punti di forza e di debolezza dello studio di Pfizer, per esempio. Dovevano essere spiegati, e non certo nascosti. Non si può esaltare i primi e far finta che non ci siano i secondi. E anche se questo può portare a qualche preoccupazione iniziale, l’aspetto positivo è che nella gente aumenta la fiducia”. Un netto attacco alla gestione dell’Aifa in era Covid. Poi, il passaggio chiave sul Green pass. Perché si arrivò a metterlo?

Altro punto importante, denuncia Luca Li Bassi, è il modo in cui si è arrivati a imporre il Green pass. “Già nell’estate 2021, quindi non molto tempo dopo la partenza della campagna vaccinale, anche se non si conoscevano le cause, era evidente che i vaccinati potevano trasmettere l’infezione”. Ma il governo impose comunque il lasciapassare verde, sospendendo la democrazia, facendo perdere lavoro e dignità a migliaia di persone. “Quello che posso dire è che nella letteratura scientifica c’era già a distanza di pochi mesi dall’inizio della vaccinazione di massa, se non una certezza, un forte sospetto che il vaccino non prevenisse totalmente la diffusione”.

A seguire attentamente lo svolgimento con la farmacovigilanza “in modo da evidenziare tempestivamente degli eventuali segnali di sicurezza”. Altra cosa che in Italia non è stata fatta per mettere tutto a tacere e tutelare gli interessi di Big Pharma. Poi Li Bassi dà la stoccata sulla gestione italiana del Covid e dei vaccini: “Non mi sarei mai aspettato quello che è successo: non si può rinunciare alla trasparenza perché si teme di mandare la gente nel panico. Non si avvia la macchina e poi si chiudono gli occhi e si vaccinano tutti. Non funziona così”. Ma allora perché nascondere i dati? Perché Aifa ha agito così? Risponde Li Bassi: “Quando vi sono aree di conoscenza poco chiare, allora intervengono influenze di vario tipo, come socio-politico-economiche”.

Luca Li Bassi: “Aifa deve lavorare solo per la gente”
Conclude Luca Li Bassi: “Aifa è un’istituzione pubblica e questo significa che è di proprietà della gente e deve fare solo gli interessi della gente, non di altri. Poi però il fatto che stiamo vivendo un momento che si discosta da questo, io non me lo sarei mai aspettato. Ma il corretto funzionamento è quello basato sulla trasparenza e sull’obiettivo della salute pubblica, senza considerare qualcosa di diverso. Questo è il mio punto di vista sia umano che professionale”.

Uomo morto travolto da albero, la Procura apre inchiesta. Residente: “Pineta abbandonata”

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La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità per la morte di Giovanni Pellicanò, l’avvocato 57enne deceduto perché travolto da un albero sradicato dalle forti raffiche di vento abbattutesi sul territorio cittadino.

L’ipotesi di reato sulla quale stanno indagando il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ed il sostituto Marco De Pasquale è quella di omicidio colposo. Le indagini sono state delegate alla Polizia di Stato.

“Questa pineta è abbandonata da una vita, abbiamo fatto tanti reclami, ma è abbandonata”. A dirlo è stato un abitante della zona dove stamani un albero è caduto per il forte vento travolgendo e uccidendo l’avvocato Giovanni Pellicanò.

“Conoscevo la vittima – ha aggiunto – era una persona perbene. Quando è caduto l’albero ero sul balcone, è stata una frazione di secondo. Questa tragedia deve fare riflettere perché sono anni che noi ci battiamo. Avevamo messo in evidenza che gli alberi stavano crollando. Le autorità devono stare attente, sono anni che segnaliamo questo pericolo che incombe. L’anno scorso sono venuti i vigili del fuoco e ne hanno tagliato uno”.

“Non sto colpevolizzando nessuno – ha detto l’uomo – ma c’è troppa strafottenza in questa città per il verde. Quando c’era la Forestale questa villetta era da primo premio, era curata. Da quando non c’è più la Forestale la zona è abbandonata”.

Continuano intanto i disagi a Reggio a causa del maltempo. Il Comune ha disposto l’evacuazione temporanea di alcune abitazioni ed il divieto di transito in alcune vie del rione “Gallina”, nella periferia sud della città. In una nota del Comune si parla “di una condizione di pericolo verificata dai tecnici dell’ente a causa di una gru danneggiata e quindi a rischio di crollo”.

Avvocato penalista muore travolto da un albero sradicato dal forte vento

Maltempo in Calabria, migliora il tempo. Si contano i danni
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Un avvocato penalista di 57 anni, Giovanni Pellicanò, è morto a Reggio Calabria dopo essere stato travolto da un albero crollato per il forte vento. La tragedia è avvenuta stamane in via San Giuseppe, nel quartiere Gebbione, nella zona sud della città.

L’uomo, molto noto in città, stava passeggiando con il proprio cane quando all’improvviso è stato travolto dall’albero sradicato dalle forti raffiche di vento. Sul posto hanno operato i vigili del fuoco. Presenti anche i medici del 118 e la Polizia.

L’ondata di maltempo che sta interessando la Calabria – per la quale è in atto l’allerta arancione su quasi tutta la regione – a Reggio ha portato forti raffiche di vento.

Il forte vento che da stamani sta interessando Reggio Calabria, sta causando danni in varie zone della città. Diversi sono stati gli alberi caduti per le strade in vari quartieri di Reggio.

Il Museo archeologico nazionale, che ospita le statue dei Bronzi di Riace, è stato costretto a chiudere a causa dei danni causati alla recinzione del cantiere di piazza De Nava. Il direttore e il personale hanno fatto uscire in sicurezza i visitatori presenti al Museo che riaprirà al pubblico quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno.

Maltempo, raffiche di vento sull’Alto Tirreno Cosentino, danni

Forti raffiche di vento stanno interessando da ore la fascia tirrenica cosentina e hanno provocato danni a Praia a Mare dove, comunque, non risultano persone ferite.

Il muro di recinzione di una struttura balneare adiacente la passeggiata del lungomare colonnello Francesco Sirimarco è crollato.

Secondo una prima ricognizione svolta dalle autorità cittadine risultano inoltre danni di varia entità alle strutture di almeno altri 10 stabilimenti balneari. Il vento ha provocato anche l’abbattimento di alcuni alberi.

Uno, in particolare, cadendo, è finito contro l’ingresso dell’edifico delle Poste, posto di fianco al municipio. Fortunatamente in quel momento non c’erano persone nelle vicinanze. Altre piante sono state piegate o abbattute nelle località periferiche del comune rivierasco. Cadute di alberi si sono registrate già ieri sera, quando il vento forte ha sradicato due grossi fusti in centro. Nel secondo caso, nei pressi di un giardinetto adiacente a piazza della Resistenza, sono state danneggiate alcune automobili.

In conseguenza di questi episodi, il comune di Praia a Mare ha dato disposizioni alla Polizia locale di interdire la zona del viale della Libertà e consigliato alla cittadinanza di non sostare nei pressi di zone alberate.

Sbarco di migranti a Crotone, fermati quattro scafisti

Quattro presunti scafisti di nazionalità uzbeca e kazaka sono stati sottoposti a fermo dai finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone con il supporto della Sezione aerea e sotto la direzione del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, in due diverse operazioni di servizio.

I quattro sono ritenuti responsabili di due sbarchi avvenuti nei giorni scorsi nel porto di Crotone. Si tratta, in particolare, dell’arrivo di un motopesca con a bordo 136 migranti ed un motoveliero con 85.

Le operazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, svolte sia in mare che a terra, attraverso specifiche attività d’indagine e approfondimenti, hanno consentito di evitare la possibilità di sbarchi sul lungomare della città. Le attività in mare sono state svolte in cooperazione con gli assetti esteri dell’Agenzia Frontex e con le unità navali della Capitaneria di porto che hanno assicurato una cornice di sicurezza.

La Russia ordina l’arresto del procuratore della Corte penale internazionale

Il presidente della Corte penale internazionale Karim Asad Ahmad Khan (foto) che ha accusato il presidente Vladimir Putin di “crimini di guerra” è ora lui stesso accusato e destinatario di un mandato di arresto. Lo riporta RT.

Venerdì il ministero dell’Interno russo ha emesso un mandato d’arresto per l’avvocato britannico che attualmente funge da procuratore capo della Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia.

A marzo, Khan ha chiesto l’arresto del presidente russo Vladimir Putin e di Maria Lvova-Belova, commissario per i diritti dei bambini, per il presunto crimine di guerra di “deportazione e trasferimento illegali” di bambini dalle “aree occupate dell’Ucraina” alla Russia.

La Corte aveva agito in base alle affermazioni del governo di Kiev secondo cui l’evacuazione russa di bambini dalle aree civili che erano sotto il fuoco delle forze ucraine equivaleva a un trasferimento forzato di popolazione, definito come un crimine ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra.

Tre giorni dopo l’annuncio di Khan, il 20 marzo, il comitato investigativo russo ha avviato un’indagine sul pubblico ministero, nonché su tre giudici della Corte penale internazionale che hanno approvato il suo mandato: Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala e Sergio Gerardo Ugalde Godinez.

L’indagine si è concentrata sugli articoli 299 e 360 del codice penale russo, vale a dire l’accusa penale contro persone notoriamente innocenti e i preparativi per un attacco a un rappresentante di uno stato straniero che gode di protezione internazionale al fine di complicare le relazioni internazionali.

Mosca ha respinto i mandati della Corte penale internazionale contro Putin e Lvova-Belova bollandoli come nulli, poiché la Russia non fa parte dello Statuto di Roma che ha creato il tribunale. Né lo sono gli Stati Uniti, la Cina, l’India e diverse dozzine di altri paesi. Mosca in sostanza non riconosce né l’autorità né la giurisdizione della Cpi.

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