13 Ottobre 2024

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Nasconde la droga tra i pannolini e nella fisarmonica, arrestato

Agenti della Squadra mobile di Vibo Valentia hanno arrestato una persona con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti. Parte della droga era contenuta all’interno di una fisarmonica.

L’attenzione degli agenti si è focalizzata su un soggetto che era stato notato compiere dei movimenti sospetti. L’uomo è stato fermato a bordo della sua autovettura e nel corso della perquisizione veicolare è stato sentito nitidamente dagli operanti l’odore tipico della marijuana provenire da un borsone, al cui interno, fra svariate buste di pannolini, è stata trovata una busta sottovuoto contenente cento grammi di marijuana.

Sospettando che l’uomo potesse trasportare una partita più consistente di droga, la perquisizione è stata approfondita e l’attenzione degli agenti è stata attirata da uno strumento musicale, una fisarmonica, situata nel bagagliaio.

Gli agenti della Squadra mobile hanno quindi rinvenuto, smontando completamente le estremità dello strumento, dei vani ricavati nel legno dove erano nascoste altre buste sottovuoto di marijuana. Per completare l’attività svolta è stata effettuata una minuziosa perquisizione anche di alcune proprietà dell’indagato, sequestrando così oltre 400 grammi di marijuana unitamente ad altro materiale per il confezionamento della droga e ad un bilancino elettronico di precisione, utilizzato per la suddivisione delle dosi. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari.

La sinistra perde in Spagna, Sanchez scioglie il Parlamento e indice elezioni anticipate

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha sciolto il parlamento e ha convocato le elezioni anticipate il 23 luglio dopo la sconfitta dei socialisti alle amministrative di ieri. Esultano gli i conservatori e il Partito popolare.

Una decisione definita “un’eccellente notizia” dal leader del partito conservatore Vox, Santiago Abascal perché “si restituirà la parola agli spagnoli” dopo “quattro anni di bugie”, ha detto.

“Quanto prima riusciremo a far sì che il Parlamento assomigli alla società spagnola, meglio sarà”, ha aggiunto Abascal in conferenza stampa. “Oggi non è il giorno delle esigenze o degli ultimatum”, ha poi detto in merito a eventuali accordi con il centrodestra dopo le amministrative e comunali di ieri, “è il giorno per sapere se dall’altro lato troveremo rispetto, lungimiranza, responsabilità e patriottismo”, ha affermato.

La volontà degli spagnoli è di “voltare pagina” e di “iniziare un nuovo tempo”, con un “cammino di rinnovamento che ormai è inarrestabile”: è quanto sostenuto da Alberto Núñez Feijóo, presidente del Partito Popolare spagnolo, in merito alla convocazione di elezioni anticipate per il prossimo 23 luglio da parte del premier socialista Pedro Sánchez. “È il momento di lasciarci alle spalle cinque anni da dimenticare”, ha aggiunto il leader conservatore in una conferenza stampa, facendo riferimento al periodo in cui il rivale è stato al governo (a partire da giugno 2018). Feijóo ha poi chiesto agli spagnoli di sostenerlo alle prossime politiche con “una maggioranza chiara e incontestabile”. In merito a eventuali contatti con gli ultraconservatori di Vox per stabilire accordi post-elettorali nei territori in cui il blocco conservatore ha vinto alle amministrative di ieri, Feijóo non si è sbottonato.

“Dovranno essere fatte analisi da parte delle delegazioni territoriali, e saremo rispettosi con le competenze di ognuno e con la realtà delle urne”, ha detto, aggiungendo poi di essersi sentito al telefono con il leader di Vox Santiago Abascal per congratularsi reciprocamente rispetto ai risultati di ieri.

Incendio in un ristorante di Castrovillari, forse è doloso

Potrebbe essere stato di origine dolosa l’incendio, seguito da una forte deflagrazione, che domenica sera poco dopo le 20, ha interessato un noto ristorante posto nella zona nord di Castrovillari.

Da quanto si è appreso, infatti, sembra che i vigili del fuoco del distaccamento di Castrovillari, nel corso del loro intervento, abbiano rinvenuto e sequestrato del materiale utile alla ricostruzione dell’accaduto e delle eventuali responsabilità.

Nei prossimi giorni un gruppo di specialisti del Nucleo investigativo anticendi (Nia) di Catanzaro dovrebbe recarsi a Castrovillari per fare luce su quanto accaduto domenica sera.

Il locale, al termine degli accertamenti di rito, è stato posto sotto sequestro. Sull’accaduto indagano, coordinati dalla Procura di Castrovillari diretta da Alessandro D’Alessio, i carabinieri della compagnia di Castrovillari che stanno acquisendo le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza posti nella zona dove è avvenuto l’incendio e la forte deflagrazione.

Sopralluogo sui torrenti di Corigliano-Rossano. Stasi: “Interventi di pulitura”

Nella mattinata di oggi il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, insieme al direttore di Calabria verde, Giuseppe Oliva, ha effettuato una serie di sopralluoghi lungo i torrenti Colagnati, Celadi, Crati e San Mauro dopo le intense precipitazioni delle ultime settimane con lo scopo di proseguire il percorso di mitigazione del rischio idrogeologico.

“Grazie alla convenzione con Calabria Verde – ha affermato il sindaco Stasi – si stanno realizzando interventi importanti di pulitura che contribuiscono alla sicurezza della città. Interventi forse invisibili ma, lo assicuro, importanti”.

“Le prossime priorità – ha spiegato – sono il San Mauro, che era un torrente e oggi è una foresta, ed il ripristino di alcune opere sui torrenti in cui si è registrata la piena alcuni mesi fa. L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per parlare della manutenzione dell’argine destro del Crati, condividendo l’esigenza di trovare gli strumenti per garantirne la manutenzione sistematica, senza la quale il Crati resta una bomba ad orologeria. Una bomba che evidentemente va disinnescata, andando oltre i grovigli normativi e con la collaborazione tra tutte le istituzioni”.

“I rischi di quest’epoca, caratterizzata da fenomeni climatici imprevedibili – ha detto ancora il primo cittadino di Corigliano Rossano – non si possono azzerare totalmente, ma l’attenzione dell’Amministrazione su questo tema è stata e resta costante”.

Perché divampano le tensioni tra Kosovo e Serbia?

Le tensioni tra Serbia e Kosovo sono divampate in questo nuovo fine settimana dopo che la polizia del Kosovo (forze Nato, ndr) ha fatto irruzione nelle aree dominate dai serbi nel nord della regione e ha sequestrato gli edifici del comune locale.

Ci sono stati violenti scontri tra la polizia del Kosovo e le forze di “pace” guidate dalla NATO da una parte e i serbi locali dall’altra, che hanno provocato diversi feriti da entrambe le parti.

La Serbia ha alzato la prontezza al combattimento delle sue truppe di stanza vicino al confine e ha avvertito che non starà a guardare se i serbi in Kosovo verranno attaccati di nuovo. La situazione ha nuovamente alimentato i timori di una ripresa del conflitto del 1998-99 in Kosovo che ha causato più di 10.000 vittime e ha lasciato più di 1 milione di senzatetto. Un conflitto armato guidato dalla Nato a cui partecipò anche l’Italia, D’Alema premier. 

Perché Serbia e Kosovo sono in disaccordo?

Il Kosovo è un territorio popolato prevalentemente di etnia albanese che in precedenza era una provincia della Serbia. Si è proclamato stato indipendente nel 2008.  La Serbia ha rifiutato di riconoscere lo stato del Kosovo e lo considera ancora parte della Serbia, anche se non vi ha alcun controllo formale.

L’indipendenza del Kosovo è stata riconosciuta da circa 100 paesi, compresi gli Stati Uniti. Russia, Cina, mentre cinque nazioni dell’Unione Europea si sono schierate con la Serbia. La situazione di stallo ha mantenuto le tensioni, a fuoco lento, e ha impedito la piena stabilizzazione della regione balcanica dopo le sanguinose guerre degli anni ’90.

L’origine del nuovo scontro tra Kosov e Serbia

Dopo che i serbi hanno “boicottato” – invitando a non votare – le elezioni locali del mese scorso tenutesi nel nord del Kosovo, dove i serbi rappresentano la maggioranza, i sindaci neoeletti di etnia albanese (eletti con circa il 3%), lo scorso venerdì si sono trasferiti nei loro uffici con l’aiuto della polizia antisommossa del Kosovo.

I serbi hanno cercato di impedire loro di impossessarsi dei locali, ma la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperderli.  

Lunedì, i serbi hanno organizzato una protesta davanti agli edifici del comune, innescando feroci scontri tra i cittadini serbi contro le forze Nato del Kosovo e la polizia locale. Dopo il conflitto nel ’99 il Kosovo è diventato un paese con le più vaste basi europee della Nato. 

Il “boicottaggio” elettorale ha fatto seguito alle dimissioni collettive di funzionari serbi della zona, inclusi personale amministrativo, giudici e agenti di polizia, nel novembre 2022.

Quanto è profondo il conflitto etnico in Kosovo?

La disputa sul Kosovo è secolare. La Serbia ama la regione come il cuore della sua statualità e religione. Numerosi monasteri cristiani ortodossi serbi medievali si trovano in Kosovo. I nazionalisti serbi, vedono una battaglia del 1389 contro i turchi ottomani come un simbolo della loro lotta nazionale. 

La maggioranza di etnia albanese del Kosovo vede la propria regione come il proprio paese e accusa la Serbia di occupazione e repressione. I ribelli di etnia albanese hanno lanciato una ribellione nel 1998 per liberare il paese dal dominio serbo. 

La risposta di Belgrado ha provocato un intervento della NATO nel 1999, che ha costretto la Serbia a ritirarsi e cedere il controllo alle forze di “pace” internazionali. In realtà, il blocco atlantico, ha fatto ingerenza nell’area con scopi ben chiari, provocando la guerra unilaterale Usa, Gb e Ue, in difesa dei kosovari e contro la Serbia. Una guerra, quella del 1999, illegittima e mai autorizzata dall’Onu, finalizzata a posizionarsi all’interno dei Balcani; un po’ come è avvenuto con l’espansione dell’organizzazione militare Nato nell’est europeo quando, dopo caduta del muro di Berlino, tutti i leader del mondo avevano appoggiato la NON espansione della Nato a Est: uno dei motivi, fra gli altri, dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina.  

Qual è la situazione a livello locale?

Ci sono continue tensioni tra il governo del Kosovo ei serbi che vivono principalmente nel nord del Paese e mantengono stretti legami con Belgrado. I tentativi del governo centrale di imporre un maggiore controllo nel nord dominato dai serbi incontrano solitamente la resistenza dei serbi.

Mitrovica, la città principale del nord, è stata effettivamente divisa in una parte di etnia albanese e una parte serba, e le due parti raramente si mescolano. Ci sono anche piccole enclave popolate da serbi nel sud del Kosovo, mentre decine di migliaia di serbi del Kosovo vivono nella Serbia centrale, dove sono fuggiti insieme alle truppe serbe in “ritirata” nel 1999.

Ci sono stati tentativi di risolvere la controversia?

Ci sono stati continui sforzi internazionali per trovare un terreno comune tra i due ex nemici in tempo di guerra, ma finora non c’è stato un accordo globale finale. I funzionari dell’Ue hanno mediato i negoziati volti a normalizzare le relazioni tra Serbia e Kosovo. Durante i negoziati sono stati raggiunti numerosi accordi, ma raramente sono stati attuati sul campo. Alcune aree hanno visto risultati, come l’introduzione della libertà di movimento all’interno del paese.

È stata lanciata un’idea per i cambiamenti dei confini e gli scambi di terre come via da seguire, ma questa è stata respinta da molti paesi dell’Ue per timore che potesse causare una reazione a catena in altre aree etnicamente miste nei Balcani e innescare ulteriori problemi nella regione che ha attraversato sanguinose guerre negli anni ’90.

Chi sono i principali attori?

Sia il Kosovo che la Serbia sono guidati da leader nazionalisti che non hanno mostrato disponibilità a un compromesso. In Kosovo, Albin Kurti, ex leader della protesta studentesca e prigioniero politico in Serbia, guida il governo ed è il principale negoziatore nei colloqui mediati dall’Ue. Era anche conosciuto come un feroce sostenitore dell’unificazione del Kosovo con l’Albania ed è contrario a qualsiasi compromesso con la Serbia.

La Serbia è guidata dal presidente nazionalista Aleksandar Vucic, ministro dell’informazione durante la guerra in Kosovo. Vuvic insiste sul fatto che qualsiasi soluzione deve essere un compromesso per durare e afferma che il Paese non si accontenterà se non guadagna qualcosa.

Cosa succederà?

I funzionari internazionali sperano di accelerare i negoziati e raggiungere una soluzione nei prossimi mesi.

Entrambe le nazioni devono normalizzare i legami se vogliono avanzare verso l’adesione all’Ue. Nessuna svolta importante significherebbe instabilità prolungata, declino economico e potenziali scontri.

Qualsiasi intervento militare serbo in Kosovo significherebbe uno scontro con le forze di pace della NATO di stanza lì. Belgrado controlla i serbi del Kosovo, e il Kosovo non può diventare un membro delle Nazioni Unite e uno stato funzionale senza risolvere la controversia con la Serbia. 

Sequestrati beni per oltre 80 milioni a tre imprenditori reggini

finanza reggio calabria

Un patrimonio di beni stimato in oltre 80 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria col supporto dello Scico a tre imprenditori reggini operanti prevalentemente nel settore del commercio dei prodotti petroliferi.

Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale in riva allo Stretto su richiesta della Dda diretta da Giovanni Bombardieri ed è stato eseguito in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Germania.

Sigilli sono stati posti a 20 compendi aziendali, 60 immobili, 86 autoveicoli e un milione di euro in contanti. Il sequestro – riporta l’Ansa – fa seguito all’operazione Petrolmafie Spa dell’aprile 2021 nella quale i tre furono arrestati.

L’operazione Petrolmafie Spa, in cui erano confluite le risultanze delle indagini coordinate dalle Dda di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro, aveva portato a 56 arresti, 15 fermi ed al sequestro di beni per quasi un miliardo di euro.

Nel filone reggino, denominato “Andrea Doria” e condotto dal Gico del Nucleo di Polizia economico finanziaria con lo Scico erano stati emessi provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui i 3 imprenditori. Si tratta dei fratelli Giovanni e Domenico Camastra, di Locri, rispettivamente di 59 e 52 anni, e di Antonio Casile, di 54 anni, di Reggio Calabria. Tutti e tre sono attualmente sotto processo.

L’operazione, secondo l’accusa, avrebbe svelato un presunto sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’Iva e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che consente di acquistare in regime di non imponibilità.

L’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo sistematico.

Le società “cartiere” avrebbero sostenuto “fraudolentemente”, secondo l’accusa, di possedere tutti i requisiti per beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa, acquistando il prodotto petrolifero senza applicare l’Iva. Il prodotto, grazie a meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, veniva poi ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, ai danni degli imprenditori onesti. Infine, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche tramite famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi.

Alla luce dei risultati di quella inchiesta, la Dda reggina guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha delegato il Gico del Nucleo Polizia economica finanziaria di Reggio Calabria a svolgere un’indagine di carattere economico-patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dei 3 imprenditori, di misure di prevenzione personali e patrimoniali. Le indagini, svolte anche riprendendo i risultati di “Andrea Doria” avrebbe consentito di rilevare il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità degli imprenditori, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Il sequestro ha riguardato l’intero compendio aziendale di 20 imprese – 3 delle quali con sede in Germania – attive prevalentemente nei settori del trasporto merci su strada, del commercio di prodotti petroliferi e del trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi, comprensivi anche di 50 terreni e 10 fabbricati, 86 tra automezzi ed autoveicoli, anche di lusso, oltre un milione di euro in denaro contante, nonché ulteriori disponibilità finanziarie.

Tromba d’aria sul Lago Maggiore, si ribalta barca: 4 morti tra cui agenti dei servizi segreti

E’ di quattro morti il bilancio della tragedia avvenuta sul Lago Maggiore dove, a causa di una tromba d’aria, un’imbarcazione si è ribaltata nella serata di domenica 28 maggio. I corpi senza vita di tre persone sono stati recuperati nella notte, il quarto questa mattina recuperato dai sommozzatori a circa 16 metri di profondità.

Cosa è successo
L’incidente è avvenuto nelle acque antistanti Lisanza, frazione di Sesto Calende. A provocare il ribaltamento della barca a vela di 16 metri noleggiata da turisti è stata una tromba d’aria. A bordo del natante c’erano 25 persone. In 5 sono stati portati in ospedale per accertamenti, tre in codice verde e due in codice giallo. L’house-boat era stata presa a noleggio in occasione del compleanno di una delle persone a bordo.

Chi sono le vittime
Le vittime dell’incidente nautico sono due donne e due uomini. Due, secondo prime ricostruzioni, erano del Comparto Intelligence. Secondo quanto fa sapere il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, hanno perso la vita Claudio Alonzi di 62 anni, coniugato e padre di due figli, e Tiziana Barnobi di 53 anni, coniugata e madre di un figlio ancora minorenne. Morti anche Anya Bozhkova, 50 anni, russa, compagna dello skipper Claudio Carminati, 53 anni, sopravvissuto e in predicato di essere indagato per per omicidio e naufragio colposi.

I due dipendenti, appartenenti al Comparto intelligence (007 dei servizi segreti, forse del Mossad), si trovavano in zona per partecipare ad un incontro conviviale organizzato in occasione del festeggiamento del compleanno di uno della comitiva. L’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, e i vertici del Comparto esprimono la loro vicinanza e il dolore per il tragico evento ai familiari delle vittime. Secondo altre fonti tutti erano agenti dei servizi segreti, alcuni sotto copertura. Uno di questi, citato dai media, sarebbe Shimoni Erez, un ex agente del Mossad.

Scrive il Corriere online che gli agenti segreti, i 21 tra donne e uomini sia italiani dell’Aise sia israeliani del Mossad scesi da una barca, una «casa galleggiante» immatricolata in Slovenia, e approdati sull’isola dei Pescatori. Il gruppo fingeva di essere turisti qualunque. Sulla barca c’era stata una rimpatriata: tutti alloggiavano in un hotel vicino all’aeroporto di Malpensa. L’occasione era stata il compleanno di uno degli 007 israeliani, poi sopravvissuto al naufragio.

La curiosa coincidenza con l’incidente della funivia del Mottarone, dove morirono diversi israeliani
Tra le vittime la compagna dello skipper, una donna di origine straniera ma che viveva ormai da anni nel Varesotto, e un cittadino israeliano. Il decesso di quest’ultimo è stato confermato dal consolato israeliano a Roma.

Il Jerusalem Post sottolinea che il lago dove la barca si è ribaltata si trova nella stessa zona dell’incidente della funivia di due anni fa che ha lasciato orfano Eitan Biran. Al Mottarone morirono cinque israeliani: il padre, la madre, il fratello e i due bisnonni del piccolo che allora aveva cinque anni.

L’allerta della Protezione civile per maltempo
Per la giornata di domenica la Protezione civile aveva diramato un’allerta gialla sull’area di laghi e Prealpi varesine. Nel bollettino, emesso il 28 maggio alle ore 12.27, si leggeva in particolare che “dal pomeriggio sono previsti rovesci e temporali prevalentemente di debole o moderata intensità in sviluppo su Alpi e Prealpi a partire dai settori orientali ed in successiva estensione a quelli occidentali”. La probabilità di fenomeni di forte intensità, proseguiva il bollettino, è “bassa, ma non sono escludibili cumulate puntuali locali fino a 30-50 mm nelle 24 ore”. In altre parole, fenomeni brevi, ma particolarmente intensi, avrebbero potuto avere luogo.

Proprio le condizioni del tempo stanno suscitando i primi interrogativi sull’opportunità di uscire in gita con una house-boat. Poco prima delle 19, secondo quanto si apprende, sul Lago Maggiore si è abbattuto un violento temporale con vento forte che avrebbe sollevato onde tanto imponenti da provocare il ribaltamento della barca, che poi si è inabissata.

Aperta inchiesta per naufragio colposo
La procura di Busto Arsizio, guidata dal procuratore Carlo Nocerino, ha aperto un fascicolo contro ignoti per naufragio colposo. Le indagini, affidate ai carabinieri di Varese, dovranno fare luce sull’imbarcazione, le sue condizioni, ma anche sulle specifiche autorizzazioni alla navigazione e al trasporto turistico.

Elezioni locali in Spagna, sconfitti i progressisti di Sanchez. Trionfano i conservatori

Dura battuta d’arresto per i socialisti del premier spagnolo Pedro Sanchez e i loro alleati di sinistra a sei mesi dalle elezioni nazionali.

Nel voto amministrativo in alcune delle principali città spagnole, la destra ottiene alcune vittorie di alto peso specifico: oltre che nel tradizionale feudo conservatore di Madrid, il Partito Popolare (Pp) e Vox hanno ottenuto la maggioranza a Valencia e Siviglia, due grandi comuni controllati nell’ultima legislatura da formazioni progressiste.

A Barcellona, invece, il sindaco di sinistra uscente Ada Colau viene sconfitta da Xavier Trias, già primo cittadino della città tra il 2011 e il 2015 e candidato degli indipendentisti di Junts per Catalunya.

Nel frattempo, lo scrutinio provvisorio avviato nella tarda serata di domenica indica che il centrosinistra potrebbe perdere anche il controllo di alcune delle 12 comunità autonome in cui si sono si sono tenute in giornata elezioni regionali: la sconfitta più sanguinosa per Sánchez e i suoi potrebbe arrivare nella Comunità Valenciana, dove Pp e Vox sono in vantaggio. Presagi negativi per le forze politiche progressiste spagnole erano arrivati già dal sondaggio diffuso dalla tv pubblica Tve alla chiusura delle urne. L’anticipazione è stata poi confermata dai risultati ufficiali: un colpo non da poco in particolare per le aspirazioni delle formazioni del governo nazionale (Partito Socialista e Unidas Podemos) di mantenersi al potere a Madrid anche nella prossima legislatura.

Proprio dalla capitale arrivano altre notizie negative per i progressisti, con la popolare Isabel Díaz Ayuso vicina a ottenere un terzo mandato come governatrice, questa volta forse anche con una maggioranza assoluta. Mentre a livello comunale, il collega di partito José Luis Martínez Almeida e sindaco uscente ha ottenuto la conferma per un secondo mandato conquistando i 29 scranni necessari per un governo in solitaria, battendo ampiamente le formazioni di sinistra. Altre sconfitte per il centrosinistra potrebbero arrivare nelle regioni dell’Aragona, Baleari e La Rioja. Il doppio appuntamento con le urne di questo 28 maggio è stato largamente annunciato alla vigilia come un test cruciale per i partiti in lizza. Da un lato, i socialisti di Sánchez e i suoi alleati di sinistra hanno affrontato il giudizio degli elettori sulla propria risposta politica in molti territori a tutte le emergenze scoppiate negli ultimi quattro anni, dalla pandemia di Covid alla recente crisi inflazionistica legata alla guerra in Ucraina.

Dall’altra, per gli avversari tradizionali del Pp e gli ultraconservatori di Vox la tornata ha rappresentato una grande opportunità per testare l’effettiva volontà degli spagnoli di propiziare il “cambiamento di ciclo politico” di cui si dicono promotori. Anche visto che, da diverso tempo a questa parte, nessuna delle due formazioni chiude la porta all’eventualità di dar vita ad un’asse post-elettorali come quello già sperimentato in alcuni territori, ad esempio nella regione della Castiglia e León.

Alle ultime elezioni locali, tenutesi nel 2019, il Partito Socialista (Psoe) fu nel complesso la prima forza, con un vantaggio di circa 1,6 milioni di voti rispetto al Partito Popolare: il margine di vantaggio è stato invece completamente sgretolato dai secondi, che ora è invece prima forza con quasi 800.000 voti di vantaggio. Sotto la sede nazionale di questa formazione, a Madrid, diversi militanti si sono già riuniti per festeggiare il risultato.

Elezioni in Turchia, Erdogan vince il ballottaggio e viene riconfermato presidente

Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali in Turchia, con il 52,1% delle preferenze, al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu che ha ottenuto il 47,9% dei consensi.

Lo dicono i dati della tv di Stato turca Trt, non ancora confermati ufficialmente dal Consiglio elettorale turco Ysk, con oltre il 98% delle schede scrutinate.

Il leader turco si assicura in questo modo il potere per altri 5 anni, fino al 2028, dopo avere vinto tutte le elezioni dirette per il rinnovo della presidenza in Turchia.

L’affluenza per il ballottaggio in Turchia è stata di oltre l’85% degli aventi diritto secondo i dati diffusi dalla tv di Stato Trt, meno rispetto al primo turno delle presidenziali quando aveva sfiorato il 90%.

Compreso il numero dei residenti all’estero, gli aventi diritto sono in tutto oltre 64.1 milioni di persone e possono votare tutti i cittadini turchi che abbiano compiuto almeno 18 anni. Durante il primo turno, il 14 maggio, l’affluenza è stata superiore all’87% degli aventi diritto, Erdogan è arrivato primo con il 49,5% dei consensi, Kilicdaroglu ha ottenuto quasi il 45% dei voti mentre Sinan Ogan, politico di destra nazionalista che ha poi deciso di sostenere il presidente uscente al ballottaggio, si è classificato terzo con poco più del 5% dei consensi.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha votato in mattinata, insieme alla moglie Emine nel quartiere di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul. In un’intervista alla tv di Stato Trt dopo avere votato, ha detto che lo svolgimento delle operazioni elettorali di oggi sono importanti “per la vita della democrazia”, dal momento che è la prima volta che si svolge un ballottaggio nelle elezioni presidenziali in Turchia.

Da parte sua Kemal Kilicdaroglu, il candidato dei partiti di opposizioni che sfida Erdogan al ballottaggio di oggi, ha votato ad Ankara. “Invito tutti i cittadini ad andare alle urne per liberarci da un regime autoritario e per l’arrivo della libertà e della democrazia”, ha detto Kilicdaroglu in una conferenza stampa dopo avere votato.

Il commento a caldo di Erdogan: “Ha vinto la Turchia”

“La nostra gente ci ha dato fiducia ancora una volta”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo avere vinto con il 52,1% le elezioni presidenziali oggi al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu.

“Solo la Turchia ha vinto oggi”, ha detto Erdogan parlando davanti a una folla a Kisikli, sulla sponda anatolica di Istanbul.

Erdogan, 69 anni, è al terzo mandato consecutivo. E’ stato eletto per la prima volta presidente della Turchia nel 2014 e rieletto alla carica nel 2018. Finora, solo i primi tre presidenti della Turchia sono stati eletti per tre mandati presidenziali consecutivi: il fondatore della repubblica Mustafa Kemal Ataturk (1923-1938, quattro mandati), il suo successore Mustafa Ismet Inonu (1938-1950, quattro mandati) e Mahmud Celaleddin ‘Celal’ Bayar (1950-1960, tre mandati).

Mosca: “Investimenti Usa nella Germania nazista hanno portato alla 2° Guerra Mondiale e all’Olocausto”

Reagendo ai commenti di un senatore degli Stati Uniti durante un incontro venerdì con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, domenica la Russia ha affermato che gli investimenti statunitensi nella Germania nazista hanno portato alla seconda guerra mondiale e all’Olocausto.

“Il senatore Lindsey Graham ha qualcosa con cui confrontarsi. Uno dei loro investimenti ha portato alla Seconda guerra mondiale e all’Olocausto”. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un post su Telegram in reazione ad una dichiarazione del senatore americano che aveva detto: “I russi stanno morendo. Non abbiamo mai speso così bene i soldi”.

Zakharova ha elencato varie persone, società e banche con sede negli Stati Uniti, vale a dire Henry Ford, General Motors, Kodak, Coca-Cola, Standard Oil, IBM e JPMorgan Chase & Co, sostenendo di aver sponsorizzato o assistito la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale.

Zakharova ha inoltre affermato che miliardi di dollari USA vengono ora trasferiti in Ucraina, aggiungendo: “A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari americani come si è conclusa la precedente avventura”.

Durante un incontro con Zelenskyy nella capitale Kiev venerdì, il senatore americano Lindsey Graham è stato registrato mentre diceva in un video condiviso dall’account Telegram del presidente ucraino: “I russi stanno morendo… I migliori soldi che abbiamo mai speso”.

In una dichiarazione separata su Telegram, anche l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha commentato il video, affermando: “Nella sua amata America, non solo le persone comuni vengono regolarmente uccise, ma vengono spesi anche soldi sporchi per uccidere i senatori. Di balordi disposti a uccidere per pochi spiccioli l’America è piena”.

“È difficile immaginare una vergogna più grande per il paese (gli Stati Uniti) che avere tali senatori”, ha detto anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante una conferenza stampa.

Né Graham né le autorità ucraine hanno ancora commentato la questione sollevata dalla portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

Il post completo di Maria Zakharova su Telegram:

“Il senatore americano della Carolina del Sud Lindsey Graham ha detto con un sorrisetto soddisfatto durante l’incontro con Zelensky: “I russi stanno morendo. Non abbiamo mai speso così bene i soldi”.

Durante il Tribunale di Norimberga, il ministro dell’Economia della Germania nazista, Hjalmar Schacht, dichiarò che la sponsorizzazione del Terzo Reich proveniva anche dall’estero e fece il nome delle due più grandi aziende americane: Ford e General Motors. Fu fatto un patto tacito con lui: libertà in cambio di silenzio. Nonostante le proteste dei rappresentanti sovietici, fu rilasciato e visse fino a 93 anni.

Vi ricordo che l’incarnazione del sogno americano, lo stesso leggendario Henry Ford, fu insignito della Gran Croce dell’Ordine al Merito dell’Aquila Tedesca. Le sue fabbriche in Germania non solo producevano fino a 70 mila camion all’anno per le esigenze della Wehrmacht, ma utilizzavano anche la manodopera dei prigionieri, anche di Auschwitz, per questo.

E l’icona tedesca dell’industria automobilistica, la Opel, apparteneva alla… General Motors. Il ricercatore Bradford Snell descrive il ruolo della società come segue: “La General Motors era molto più importante per la macchina da guerra nazista delle banche svizzere. La Svizzera era solo un deposito di denaro rubato. La General Motors era parte integrante dello sforzo bellico tedesco. Il Terzo Reich avrebbe potuto invadere la Polonia e la Russia (URSS) senza l’aiuto della Svizzera. Ma non avrebbe potuto farlo senza l’aiuto della General Motors.

L’azienda Kodak, nel suo stabilimento in Germania, produceva spolette per le bombe aeree, non disdegnando di utilizzare anche la manodopera dei prigionieri di guerra.

Lo stabilimento della Coca-Cola a Colonia, anche prima della sua nazionalizzazione da parte del governo tedesco, forniva regolarmente bibite ai soldati tedeschi. E la famosa “Fanta” fu inventata proprio dai nazisti.

Il gigante petrolifero Standard Oil, attraverso le sue campagne sussidiarie, aiutò Hitler con la carenza di prodotti petroliferi, partecipando alla gomma sintetica e ai carburanti sintetici. E l’IBM, amata dagli informatici di tutto il mondo, produsse per i nazisti dispositivi di contabilità e controllo, anche per la produzione di petrolio. Tra l’altro, le apparecchiature di questa azienda aiutavano a tenere traccia degli orari dei treni per i campi di sterminio…

E non possiamo non citare le banche: Anche la JPMorgan Chase & Co. e poi la Chase National Bank, attraverso le quali venivano effettuate transazioni multimiliardarie e Berlino aveva la possibilità di acquistare dollari e di effettuare transazioni finanziarie all’estero. La “Chase” ha collaborato con la banca tedesca “Alliance” anche in questioni come… l’assicurazione dei beni e della vita delle guardie dei campi di concentramento del Terzo Reich”.

Il senatore Graham ha sicuramente materiale per fare paragoni. Uno dei loro investimenti ha portato alla Seconda Guerra Mondiale e all’Olocausto.

Ora, miliardi di dollari americani si riversano nell’insaziabile gola del regime neonazista di Kiev. A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari americani come è finita la precedente avventura”.

Elezioni in Turchia, Erdogan si avvia verso la riconferma?

Il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan mantiene, al momento, con il 52,21% dei consensi, il vantaggio sullo sfidante Kemal Kilicdaroglu, fermo al 47,79%, con oltre il 97,1% dei voti scrutinati nel ballottaggio per il rinnovo della presidenza della Repubblica in Turchia. Lo rendono noto i media turchi, tra cui Trtworld e Anadolu. I dati sono ancora parziali. Per l’ufficialità bisogna attendere il verdetto della commissione elettorale turca. Al momento il presidente uscente avrebbe 2,2 milioni di voti di scarto sull’avversario.

Più di 64,1 milioni di cittadini turchi si sono registrati per votare, inclusi oltre 1,92 milioni che in precedenza avevano votato nei seggi elettorali all’estero. Quasi 192.000 urne sono state allestite per gli elettori in Turchia.

Secondo l’agenzia turca Anadolu, al primo turno l’affluenza alle urne era stata superiore all’88%, ma in questo turno si è registrato un leggero calo all’84,2%, che resta comunque notevolmente alto.

Compreso il numero dei residenti all’estero, gli aventi diritto sono in tutto oltre 64.1 milioni di persone e possono votare tutti i cittadini turchi che abbiano compiuto almeno 18 anni. Durante il primo turno, il 14 maggio, l’affluenza è stata superiore all’87% degli aventi diritto, Erdogan è arrivato primo con il 49,5% dei consensi, Kilicdaroglu ha ottenuto quasi il 45% dei voti mentre Sinan Ogan, politico di destra nazionalista che ha poi deciso di sostenere il presidente uscente al ballottaggio, si è classificato terzo con poco più del 5% dei consensi.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha votato in mattinata, insieme alla moglie Emine nel quartiere di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul. In un’intervista alla tv di Stato Trt dopo avere votato, ha detto che lo svolgimento delle operazioni elettorali di oggi sono importanti “per la vita della democrazia”, dal momento che è la prima volta che si svolge un ballottaggio nelle elezioni presidenziali in Turchia.

Da parte sua Kemal Kilicdaroglu, il candidato dei partiti di opposizioni che sfida Erdogan al ballottaggio di oggi, ha votato ad Ankara. “Invito tutti i cittadini ad andare alle urne per liberarci da un regime autoritario e per l’arrivo della libertà e della democrazia”, ha detto Kilicdaroglu in una conferenza stampa dopo avere votato.

Stragi del sabato sera, 8 morti tra Umbria, Veneto e Puglia

Un uomo di 67 anni è morto in un incidente avvenuto la scorsa notte lungo la SS 53 a Bolzano Vicentino, all’altezza dello svincolo del casello dell’A31 Vicenza Nord, nel quale l’automobile su cui viaggiava si è scontrata frontalmente con un’altra vettura.

I vigili del fuoco, arrivati da Vicenza, hanno messo in sicurezza i mezzi ed estratto da una Chevrolet Cruze il conducente, che è stato trasferito in ospedale.

Niente da fare invece per il guidatore di una Toyota Aygo, dichiarato morto dal medico. Sul posto una pattuglia della polizia di stato che ha deviato il traffico e i carabinieri, che hanno eseguito i rilievi del sinistro. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco sono terminate dopo circa due ore.

In Puglia, è di tre morti il bilancio del gravissimo incidente avvenuto lungo la statale 90, all’altezza di Troia, nel Foggiano. Sono rimaste coinvolte – a quanto si apprende – un’auto e due moto. Sul posto carabinieri, vigili del fuoco e sanitari del 118.

Quattro giovani invece sono morti nelle ultime ore in due diversi incidenti stradali avvenuti invece in provincia di Perugia. L’incidente più grave è avvenuto nelle prime ore di domenica sul raccordo autostradale Perugia-Bettolle in località Torricella di Magione dove sono deceduti tre dei quattro giovani a bordo di un’auto. L’altro incidente poco dopo la mezzanotte a Gubbio sulla statale 219 dove è morto il conducente dell’unica auto coinvolta, in provincia di Perugia.

C’è anche una ragazza non ancora diciottenne tra le vittime dell’incidente avvenuto sul raccordo Perugia-Bettolle all’altezza di Torricella di Magione. L’identificazione dei tre morti – risultati tutti stranieri residenti a Perugia – da parte dei carabinieri è stata piuttosto complessa perché non sono stati recuperati i documenti degli occupanti dell’auto e inizialmente nessuno ha chiesto informazioni su di loro. Oltre alla ragazza adolescente, sono deceduti un’altra giovane e un coetaneo che era alla guida dell’utilitaria. Un altro straniero più o meno della loro età è invece ricoverato all’ospedale di Perugia con riserva di prognosi. In base a una prima ricostruzione sembra che l’auto con i quattro a giovani abbia superato un’altra vettura finendo poi fuori strada e in un terreno sottostante.

Parla di “un bravo ragazzo dedito allo sport e molto conosciuto in città” il sindaco di Gubbio Filippo Stirati parlando con l’ANSA del ventiseienne morto nella notte in un incidente stradale. “Partecipo con commozione al grande dolore di una nostra famiglia per la perdita terribile di una giovane vita” aggiunge. Secondo quanto riportato dal TgR Rai dell’Umbria e da diversi siti, il giovane lavorava come elettricista ma era, oltre che ceraiolo, un appassionato di moto con le quali gareggiava nella categoria pet bike 12 pollici. Anche oggi avrebbe dovuto partecipare a una competizione nelle Marche.

Comunali, aperti i seggi per il ballottaggio. 41 comuni al voto

I seggi sono aperti dalle 7 per i ballottaggi in 41 Comuni, e per il primo turno della comunali in Sicilia e Sardegna. Le urne rimarranno aperte fino alle 23 e riapriranno lunedì, dalle 7 alle 15.

Gli elettori coinvolti complessivamente nei ballottaggi sono 1.340.688. Si voterà uno dei due candidati in 7 capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona, Brindisi.

Si vota anche per il primo turno in 128 Comuni siciliani, tra cui Trapani, Siracusa, Ragusa e Catania. Il ballottaggio è in programma domenica 11 e lunedì 12 giugno. Analogo calendario in Sardegna, dove gli elettori andranno alle urne per il primo turno delle Comunali in 39 centrI

A Vicenza la sfida è tra Giacomo Possamai (centrosinistra), che ha ottenuto il 46,23% al primo turno e Francesco Rucco (centrodestra), che si è fermato al 44,06%. A Massa si affrontano Francesco Persiani (35,28% al primo turno) per il centrodestra e Enzo Ricci (30,05%), candidato del centrosinistra. Pisa è contesa tra Michele Conti (49,96%, centrodestra) e Paolo Martinelli (41,12%, sostenuto da centrosinistra ed anche Cinquestelle).

A Siena il ballottaggio sarà tra Nicoletta Fabio, sostenuta dal centrodestra (30,51%) e Anna Ferretti, candidata del centrosinistra (28,75%). A Terni è testa a testa tra Orlando Masselli (centrodestra, 35,81%) e Stefano Bandecchi, sostenuto da Alternativa Popolare (28,14%); sono rimasti fuori dal secondo turno la coalizione con il Pd e quella del Movimento 5 stelle.

Ad Ancona si sfidano Ida Simonella (41,28%) del centrosinistra e Daniele Silvetti (45,11%) del centrodestra. A Brindisi, infine, il ballottaggio sarà tra Roberto Fusco (32,73%) del centrosinistra e Giuseppe Marchionna (44,22%) del centrodestra.

In Trentino Alto Adige il primo turno si è svolto il 21 maggio in tre comuni: Campo Tures (Bz), Bresimo e Lona-Lases (Tn). Nessuno dei tre andrà al ballottaggio, che era in programma domenica 4 giugno. A Campo Tures e Bresimo il sindaco è stato eletto al primo turno, mentre a Lona-Lases non è stato raggiunto il quorum del 50% necessario per l’elezione del candidato presentato da un’unica lista. Si voterà quindi fra un anno.

In Valle d’Aosta si è votato al primo turno il 21 maggio solo a Valtournenche, dove è stato già eletto sindaco. Niente ballottaggio, dunque.

In Molise, infine, domenica 25 e lunedì 26 giugno si voterà per eleggere il presidente della Regione.

Sicurezza e legalità, ad Africo sarà inaugurata nuova stazione di Carabinieri

Da martedì prossimo, 30 maggio, Africo Nuovo, il centro del Reggino in cui c’è stata da sempre una presenza pervasiva della ‘ndrangheta, potrà contare su un importante presidio di legalità e sicurezza.

Sarà inaugurata, infatti, la nuova caserma dei carabinieri, ospitata in una villetta a due piani di cinquecento metri quadrati confiscata nel 2005 alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti della ‘ndrangheta.

L’immobile, nel 2007, venne assegnato al Comune, che lo trasferì alla Diocesi di Locri per farne un centro di aggregazione. Nel 2016 la struttura venne inaugurata come Centro, che però non ha mai avviato la sua attività.

Nel 2021 i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno chiesto alla Curia vescovile di Locri ed alla Commissione straordinaria che all’epoca gestiva il Comune, che era stato sciolto per condizionamenti della ‘ndrangheta, l’assegnazione dell’immobile per realizzarvi la nuova caserma. A quel punto é intervenuta la Regione, che ha finanziato la ristrutturazione dell’immobile.

In attesa della definizione della procedura, comunque, i carabinieri non hanno mai lasciato Africo, utilizzando come stazione prima la vecchia struttura, chiusa parzialmente oltre che pericolante, e da dicembre scorso i nuovi locali, la ristrutturazione dei quali adesso si è conclusa. Tutto questo per non lasciare mai il territorio senza un presidio dell’Arma.

La stazione, inoltre, é stata riportata al suo organico completo da parte del Comando Legione Calabria. All’inaugurazione saranno presenti il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ed il Comandante generale dell’Arma, generale di Corpo d’Armata Teo Luzi. Ci saranno, inoltre, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto; il comandante delle Legione Calabria dei carabinieri, generale di Brigata Pietro Salsano, ed il sindaco, Domenico Modaffari.

Uomo cade dal tetto batte la testa e muore

ambulanza campagna

Un carrozziere di 57 anni è morto a Roccelletta di Borgia, nel catanzarese, dopo essere precipitato per cause accidentali dal tetto di un capannone di sua proprietà sul quale stava effettuando alcuni lavori di riparazione.

Il decesso dell’uomo, che stava adoperando una scala e che nella caduta ha battuto violentemente la testa, sarebbe stato istantaneo.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i sanitari del 118 ed i carabinieri della Compagnia di Catanzaro, che hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Kissinger: “Non solo la Russia, ma anche l’Occidente è responsabile del conflitto ucraino”

“Il mio rapporto con Putin era puramente strategico e concettuale”, ricorda in un’intervista al quotidiano tedesco Die Zeit Henry Kissinger, ex segretario di Stato e consigliere per la sicurezza di due presidenti degli Stati Uniti. In precedenza, aveva parlato con il presidente russo della situazione in Jugoslavia, dell’intervento della NATO in Kosovo nel 1999, e uno degli aspetti è sempre stato quello di preservare la dignità della Russia. Quindi le conversazioni con Vladimir Putin sono diventate quasi regolari e si sono svolte una volta all’anno. Tuttavia, dopo l’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, Kissinger non ha avuto la possibilità di parlare con il leader russo.

Secondo Kissinger (che ha da poco compiuto 100 anni), con il consenso del governo degli Stati Uniti, assumerebbe la mediazione nel conflitto tra Russia e Ucraina se Mosca o Kiev gli chiedessero di farlo, ma è improbabile che ciò accada. Secondo Kissinger, per Vladimir Putin, l’Ucraina è “un simbolo dell’umiliazione della Russia”. A questo proposito, l’ex Segretario di Stato americano osserva: “A proposito, non credo che tutta la colpa sia di Putin”.

L’ex segretario di Stato Usa ha espresso seri dubbi sul piano di invitare l’Ucraina ad aderire alla NATO già nel 2014. Questo segnò l’inizio di una serie di eventi che culminarono nelle ostilità. Ciò non giustifica il conflitto armato agli occhi di Kissinger, ma è sicuro che sia irragionevole collegare l’ammissione di tutti i paesi dell’ex blocco orientale alla Nato con un invito all’adesione anche dell’Ucraina all’alleanza.

Quindi la NATO ha deciso di non accettare l’Ucraina, ma l’opportunità è rimasta aperta. Dal punto di vista di Kissinger, l’Ucraina avrebbe fatto meglio a rimanere neutrale, con uno status simile a quello della Finlandia all’epoca – ” perché c’è una differenza significativa se il confine tra la zona di sicurezza europea e quella russa corre lungo il confine occidentale di Ucraina, a circa 300 miglia da Varsavia, o lungo il confine orientale dell’Ucraina, a circa 300 miglia da Mosca. Secondo lui, “l’Ucraina non dovrebbe essere un avamposto dell’Occidente o di Mosca, ma un ponte tra le due parti. Sarebbe il miglior obiettivo strategico”.

Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare armi nucleari, Kissinger ritiene che sarebbe estremamente pericoloso per la Russia. In un’intervista a Die Zeit, osserva che non può essere un consigliere dell’intero Occidente, ma le misure che dovrebbero essere prese devono essere abbastanza forti da far capire che le armi nucleari non potranno mai essere una soluzione ai problemi politici. Se viene applicato una volta, sarà un punto di svolta, un momento irreversibile. Ciò porterebbe all’armamento nucleare di tutti gli stati. Quindi le armi nucleari diventeranno un luogo comune. “Credo che Putin non utilizzerà armi nucleari per scopi tattici in Ucraina”, ha aggiunto Kissinger.

Un’altra cosa è se c’è una minaccia per il territorio russo, ad esempio Sebastopoli. Più il conflitto tocca “l’essenza dell’identità russa”, più è probabile che la Russia utilizzi armi nucleari, ritiene l’ex consigliere per la sicurezza statunitense. Allo stesso tempo, ha spiegato: “Direi che Sebastopoli ha meno a che fare con l’identità dell’Ucraina rispetto a molte altre aree di cui si sta ora discutendo”. Ha anche aggiunto che Sebastopoli è rimasta una base navale russa anche dopo che l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza.

Inoltre, Kissinger ha affermato che non vorrebbe vedere il presidente Putin alla corte dell’Aia – “perché è impossibile, o molto più difficile, limitare la guerra se si collega il suo esito al destino personale di un leader politico”. Ciò che Putin sta facendo, secondo Kissinger, è illegale e sbagliato. “Ma dobbiamo fare di tutto per impedire il dilagare della guerra”, ha sottolineato. E deve essere garantito che le ostilità non continuino indefinitamente dopo la fine di un conflitto. L’obiettivo politico dell’Occidente dovrebbe essere quello di ristabilire le relazioni tra Europa e Russia non appena sarà raggiunta la sicurezza militare dell’Ucraina, ha esortato Kissinger in un’intervista a Die Zeit.

Il mondo moderno è multipolare e un certo numero di stati non europei sta diventando una potenziale minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti, ha affermato. La grande domanda sarà se l’America si preoccupa dei rischi per la sicurezza globale che Trump e il suo popolo ritengono non siano nell’interesse nazionale immediato. Ad esempio, questo vale per l’Ucraina. Come sottolinea Kissinger, la sua posizione su questo tema è diversa da quella di Trump. Se l’operazione speciale della Russia in Ucraina avrà successo, “l’intero concetto della NATO sarà gettato a mare. Non può essere nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”.

Nel frattempo, l’amministrazione Biden, secondo Kissinger, sta ora compiendo sforzi concreti per ripristinare le relazioni con la Cina, che mantiene, anche se è ancora difficile dire dove porteranno. “Uno scontro militare tra queste due potenze sarebbe una terribile catastrofe, peggiore della prima guerra mondiale. Entrambi i poteri sono high-tech, entrambi hanno armi di potere distruttivo illimitato”, ha detto Kissinger in un’intervista a un quotidiano tedesco. Ora stanno emergendo nuove tecnologie che aprono nuove opportunità, quindi entrambe le parti devono procedere con la massima cautela. Vede il pericolo di un’escalation delle tensioni, in particolare nel conflitto su Taiwan.

“Oggi, per la prima volta nella storia, due potenze sono in diretto confronto, entrambe in grado di distruggere completamente il mondo”, avverte Kissinger. A suo avviso, capi di stato veramente saggi si sarebbero resi conto di questo pericolo: “Direbbero: noi due, siamo la più grande minaccia per il futuro dell’umanità”. Invita all’azione, perché se la crisi continua a crescere, il mondo si troverà in una situazione, come prima della prima guerra mondiale – ” allora qualche evento assurdo porterà inesorabilmente ad un aggravamento della situazione”.

In generale, il mondo in futuro sarà “molto turbolento”, ha ammesso Kissinger in un’intervista al quotidiano tedesco Die Zeit.

Playoff serie B, il Südtirol beffa nel finale la Reggina: 1-0. Altoatesini in semifinale

Il tiro di Casiraghi deviato da Loiacono in Sudtirol Reggina

Il Südtirol si è qualificato per le semifinali dei playoff di serie B, battendo 1-0 la Reggina a Bolzano nel turno preliminare a gara unica. Il gol è stato realizzato da Casiraghi al 44′ della ripresa con una deviazione di Loiacono. Un’autorete che ha spiazzato Contini che era sulla traiettoria del tiro del centravanti altoatesino.

Il Südtirol affronterà il Bari, con andata lunedì 29 maggio in casa e il ritorno il 2 giugno nel capoluogo pugliese.

Si conclude così, appunto con una sfortunata deviazione sul tiro di Casiraghi, la stagione della Reggina, che resta in Serie B. Tante le occasioni create dagli amaranto, soprattutto da Canotto (ha preso un palo) e Majer. La Reggina meritava certamente di più avendo dominato totalmente la partita.

La cronaca
 Il primo squillo è ospite. Al 5’ ci prova Majer da 25 metri, Poluzzi respinge a pugni chiusi, sulla ribattuta si avventa Canotto che però è in fuorigioco. Poco dopo la difesa di casa (Loiacono) riesce a murare il tentativo in area di Odogwu. Inizio equilibrato e a buon ritmo. Al 39’ Majer imbuca per Di Chiara che dalla destra calcia altissimo. Poco dopo Canotto appoggia ad Hernani, palla neutralizzata a terra da Poluzzi.

Ripresa
Hernani ci prova con un diagonale dalla sinistra al 4’, Poluzzi si distende e manda in angolo.
Strelec imbecca a sinistra Canotto al’11’: Poluzzi respinge due volte sullo stesso giocatore (la seconda con l’aiuto del palo) e sulla stessa azione Masiello si infortuna a lascia il campo in barella, al suo posto entra Vinetot. Punizione da trenta metri di Hernani al 25’, Poluzzi respinge in avanti, sul rimpallo la difesa di casa mette in angolo.

26’: Canotto serve a destra Gori, conclusione a spiovere, palla sul fondo. Un minuto dopo un rimpallo favorisce Majer che innesca Canotto sulla sinistra, dopo aver cercato il piede migliore per tirare cerca l’angolino opposto ma manda fuori. Dalla parte opposta Belardinelli conclude a rete, ma la difesa ospite manda in angolo. Ghiotta occasione biancorossa al 38’: Larrivey mette in mezzo per Odogwu che non ci arriva e Pierozzi anticipa di un soffio la conclusione al volo di Belardinelli. Majer prova la conclusione da 25 metri Poluzzi smanaccia e la palla finisce in angolo, sugli sviluppi del corner Pierozzi manda alto di testa.

44’ Tait vince palla, subisce il fallo, ma il vantaggio favorisce Fiordilino che mette in mezzo per Casiraghi, conclusione deviata da Loiacono che spiazza Contini per l’1-0. La Reggina ci riprova al 96′ con il colpo di testa di Liotti che Poluzzi neutralizza.

L’autorete di Loiacono (R) sul tiro di Casiraghi (S)

Il tabellino della gara

Südtirol (4-4-2): Poluzzi; Curto, Zaro, Masiello (57′ Vinetot), De Col; Rover (73′ Larrivey), Tait, Fiordilino (90′ Lunetta), Belardinelli; Cisse (46′ Casiraghi), Odogwu. In panchina: Minelli, Marano, Siega, Mazzocchi, Carretta, Eklu, Pompetti, Giorgini. Allenatore: Pierpaolo Bisoli.

Reggina (3-5-2): Contini; Cionek, Loiacono (90′ Galabinov), Gagliolo (80′ Ricci); Pierozzi, Fabbian, Majer, Hernani, Di Chiara (90′ Liotti); Canotto, Strelec (64′ Gori). In panchina: Aglietti, Colombi, Bouah, Terranova, Crisetig, Lombardi. Allenatore: Filippo Inzaghi.

Arbitro: Antonio Rapuano di Rimini. Assistenti: Pasquale Capaldo di Napoli e Domenico Palermo di Bari. IV ufficiale: Alessandro Prontera di Bologna. VAR: Antonio Di Martino di Teramo.

Marcatori: Autorete di Loiacono su tiro di Casiraghi

Note – Ammoniti: Gagliolo (R), Cisse (S), Belardinelli (S), Hernani (R), Curto (S). Calci d’angolo: 3-7. Recupero: 6’st.

Ucraina, il Papa delega Matteo Zuppi per la missione di pace tra Kiev e Mosca

Il cardinale Matteo Zuppi, scelto da Papa Francesco per una missione in favore della pace in Ucraina, è “interlocutore unico dei due capi di Stato, il presidente ucraino Zelensky e quello russo Putin”. È quanto ha chiarito il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un incontro citato dall’Ansa.

Alla domanda se la richiesta della missione di Zuppi è di incontrare Putin e Zelensky, ha risposto: “Sì, questa è la richiesta, di incontrare i due capi di Stato”.

Maltempo, danni e disagi per un nubifragio nel Cosentino. Evacuato canile

Un violento nubifragio si è abbattuto nelle ultime ore sull’hinterland cosentino, provocando allagamenti e disagi.

Il tratto dell’A2 compreso fra Cosenza e Rogliano, dove ci sono dei cantieri per l’ammodernamento dell’arteria, è stato inondato dall’acqua, con conseguenti rallentamenti per il traffico ma senza provocare particolari criticità.

Nella frazione di Donnici ci sono stati una serie di smottamenti del terreno. Il fango ha invaso la strada provinciale 241, in contrada Albicello, dove sono ubicati un impianto sportivo e il canile comunale. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno provveduto, in particolare, ad evacuare gli animali.

Qualche disagio per la viabilità, a causa della pioggia incessante, si è registrato sulla strada che collega le frazioni Piano Lago e Figline Vigliaturo. I vigili del fuoco hanno effettuato numerosi interventi per liberare dall’acqua decine di scantinati e rimuovere i detriti accumulatisi lungo le strade.

Jonny, la Cassazione dispone un nuovo processo per don Scordio

Don Edoardo Scordio
Don Edoardo Scordio

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna di don Edoardo Scordio, già parroco di Isola Capo Rizzuto, al quale in appello erano stati inflitti 8 anni ed 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa (in primo grado il Tribunale di Crotone lo aveva condannato a 14 anni e 6 mesi).

Il prete venne arrestato nel maggio del 2017 nell’ambito dell’operazione Jonny con la quale la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva portato alla luce le ingerenze della cosca Arena nella gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto, all’epoca dei fatti gestito dalla Misericordia e di cui il prete era uno dei dirigenti.

La sentenza della Cassazione riguardante don Scordio ha annullato senza rinvio il reato di malversazione, cioè la distrazione di fondi statali a favore della cosca, che era già caduto in appello e ha disposto un nuovo processo davanti alla corte di appello di Catanzaro per l’associazione mafiosa.

Il parroco è ritenuto partecipante della cosca Arena come organizzatore e promotore dell’accordo per distrarre i fondi provenienti dalla gestione del centro di accoglienza a favore del clan. Don Scordio, di 76 anni, dal 2017 era stato posto ai domiciliari in un convento dei rosminiani.

“È una decisione, quella della suprema corte di Cassazione che non mi lascia affatto sorpreso – ha detto l’avvocato Tiziano Saporito -. Sono state così tante le prevaricazioni del pregiudizio rispetto alla prova e rispetto ai fatti che la suprema corte non poteva non accogliere i ricorsi proposti”.

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