12 Ottobre 2024

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Incendiati i magazzini di un supermercato a Cosenza, indagini della Polizia

Ignoti hanno incendiato i magazzini di un noto supermercato su via Panebianco a Cosenza. Secondo quanto si è appreso, la notte scorsa qualcuno ha approfittato della mancanza di telecamere sul retro dei locali per appiccare le fiamme.

Le pareti sono rimaste annerite e ingenti sono i danni provocati alle derrate alimentari provocati dal fumo. Sull’accaduto stanno indagando gli agenti della Squadra mobile di Cosenza, che al momento non escludono alcuna ipotesi sul movente gesto.

Ndrangheta a Rho (MI), la Polizia sequestra 4 immobili e conti a un 49enne

La Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione emesso, su richiesta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Milano, dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione a carico di un cittadino italiano di 49 anni, C.L.B., ritenuto elemento di spicco della locale di ‘ndrangheta di Rho.

Il provvedimento è stato eseguito dalla sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Milano.

Il destinatario del sequestro è stato tratto in arresto nel mese di novembre 2022 dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. emessa dal Gip di Milano, in quanto ritenuto figura di spicco della locale di ’ndrangheta di Rho. A carico dello stesso, già tratto in arresto nel 2010 e condannato per omicidio, sono stati raccolti indizi di appartenenza al sodalizio criminale sin dall’anno 2008, per come emerso in seno a precedenti investigazioni.

La misura cautelare eseguita nel novembre 2022, che ha riguardato oltre 50 soggetti indagati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio, traffico di armi, estorsioni ed altro, pone l’odierno destinatario del provvedimento ablativo quale elemento di vertice del sodalizio – in continuità con la figura paterna già condannata per reati associativi – che ha agito con violenza e minaccia, operando il controllo mafioso sul territorio di pertinenza, anche ponendo in essere delitti quali rapine, minacce, percosse, danneggiamenti seguiti da incendio.

In ragione dei precedenti, del quadro indiziario di riferimento, ne deriva un giudizio di pericolosità sociale storica per l’appartenenza al sodalizio mafioso.

“Da tali elementi, – è scritto in una nota della Questura di Milano – è emerso, altresì, un quadro fattuale che consente di definire il Bandiera quale elemento abitualmente dedito alla commissione di reati che, in relazione alla mancanza di redditi leciti, anche da parte dei familiari, consentono l’applicazione della misura patrimoniale”.

In particolare, la discontinuità dei redditi familiari e la loro entità, inferiore al reddito minimo di sussistenza, con mancanza di risorse economiche lecite, risultano sproporzionati rispetto all’acquisto del compendio immobiliare oggetto del sequestro

Tale compendio, costituito da tre appartamenti un capannone e le relative pertinenze, risulta intestato a prestanome, ma è riconducibile al soggetto per come chiaramente emerge dalle attività tecniche svolte nell’ambito delle indagini svolte. Questi, infatti, non solo ha acquistato, per una somma ben inferiore al valore, gli immobili intestati, ma ha si adoperava per disporre in merito alla ristrutturazione, per esigere i canoni di locazione per il tramite di persone di fiducia, progettando anche la trasformazione dei locali per adibirli ad un B&B.

Oltre ai quattro immobili siti nel comune di Lainate, sono anche stati sequestrati i saldi attivi dei rapporti in essere riferibili all’indagato ed ai suoi prestanome.

Proseguono ininterrotte le ricerche di Denise Galatà nel fiume Lao. C’è angoscia

Proseguono ininterrottamente le operazioni di ricerca dei soccorritori, tra Soccorso alpino fluviale e Vigili del fuoco, volontari e carabinieri, impegnati via terra, nel fiume e dal cielo utilizzando tutte le apparecchiature necessarie per rintracciare Denise Galatà, la ragazza che ieri pomeriggio durante un’escursione di rafting nel fiume Lao è caduta insieme altri coetanei in acqua dopo che il gommone si è ribaltato. Alcuni giovani della scolaresca sono stati subito recuperati, mentre la ragazza è stata trascinata via dalle correnti.

Trascorsa la notte senza esiti positivi, i soccorritori dall’alba stanno utilizzando anche sofisticati droni. Impegnati pure alcuni elicotteri. Dall’alto tuttavia non è facile perlustrare l’area sottostante a causa dell’alta e fitta vegetazione.

Della ragazza, secondo quanto scrivono alcuni media online, sarebbe stato ritrovato il caschetto, ma non vi sono conferme ufficiali che il dispositivo di protezione appartenesse a lei. Del resto le attività di rafting sul Lao sono molto frequentate e non si può escludere che il casco sia stato smarrito da altri utenti.

Il fiume Lao è lungo circa 55 chilometri. Il corso d’acqua nasce in Basilicata con il nome di Mercure e attraversa quasi tutto il Parco nazionale del Pollino. In Calabria prende il nome “Lao” dall’antica colonia greca di Laos, polis della Magna Grecia. L’acqua può essere alta da mezzo metro sino ai 4 metri, in alcuni punti. Alcuni tratti non sono raggiungibili via sponde, ma solo coi gommoni. Il corso d’acqua, attraversati i comuni di Laino Borgo e Papasidero, sfocia poi nel Mar Tirreno, tra Scalea e Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza.

Intanto la Procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo d’inchiesta per accertare eventuali responsabilità o negligenze. Le indagini sono state delegate ai carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio. Passano le ore, e aumenta l’angoscia.

Pacco con decine di cartucce davanti alla Dda di Reggio, indagini

Un involucro con 57 cartucce è stato trovato lunedì sera nei pressi del Cedir, il palazzo che ospita la Procura e il Tribunale di Reggio Calabria e alcuni uffici comunali.

Il ritrovamento è avvenuto intorno alle 22 quando le volanti della Questura sono state allertate dai militari dell’Esercito che, come avviene più volte durante il giorno, stavano ispezionando il perimetro degli uffici giudiziari.

Durante il servizio di ronda, i militari hanno notato un involucro, ricoperto da nastro adesivo nero, occultato in mezzo a un’aiuola che costeggia il Centro direzionale. Dal pacco uscivano due fili ma il sospetto iniziale che si trattasse di un ordigno è stato scongiurato dagli artificieri della Polizia intervenuti insieme alle volanti, alla Squadra mobile e agli agenti della scientifica che hanno eseguito i rilievi. Nel contenitore non c’era esplosivo ma 57 cartucce calibro 9, simili a quelle utilizzate per i fucili.

Il procuratore Giovanni Bombardieri ha avviato un’inchiesta che sta seguendo personalmente insieme al pm di turno Matteo Campagnaro. Al momento il fascicolo è alla Procura ordinaria ma non è escluso che presto possa essere trasmesso per competenza alla Direzione distrettuale antimafia. Dipenderà dagli elementi che emergeranno dalle indagini affidate alla Squadra mobile guidata da Alfonso Iadevaia, che sta cercando di capire a cosa servivano quelle munizioni, perché sono state lasciate a pochi metri dalla sede della Dda e da quanto si trovavano lì.

Gli accertamenti sono iniziati visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona con la speranza di scoprire chi abbia lasciato l’involucro. Nelle prossime ore o comunque entro la fine della settimana, magistrati e investigatori faranno il punto della situazione. Non si esclude nessuna ipotesi ma al vaglio degli inquirenti c’è pure quella secondo cui il pacco con le cartucce sia un messaggio indirizzato ai magistrati o addirittura dovessero servire per un progetto fallito di attentato nei loro confronti. Se ciò dovesse essere confermato, l’inchiesta passerà alla Procura di Catanzaro, competente sulle indagini in cui sono parti offese i magistrati in servizio nel distretto di Reggio Calabria.

 

Scomparsa ragazza nel Fiume Lao, la Procura di Castrovillari apre un’inchiesta

I Vigili del fuoco durante le ricerche, a sinistra Denise Galatà

La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella scomparsa di Denise Galatà, la ragazza dispersa da ieri dopo essere finita nel fiume Lao, a Laino Borgo, mentre faceva rafting con un gruppo di compagni di una scolaresca di Polistena.

Le ricerche stanno proseguendo con squadre a terra, un elicottero e con droni, ma al momento senza esito.

Sul fronte inchiesta, il sostituto procuratore di turno, Simona Manera, ha delegato le indagini ai carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio, che hanno avviato l’attività investigativa nell’ambito della quale sono stati sentiti i compagni e gli insegnanti che si trovavano insieme alla giovane nel momento in cui é finita in acqua.

Sul gommone, insieme alla ragazza scomparsa, c’erano cinque compagni della giovane e le guide del “Pollino rafting” che avevano organizzato l’escursione in acqua.

Secondo una prima ricostruzione riportata dall’Ansa, la ragazza sarebbe caduta in acqua dopo uno scontro tra i due gommoni utilizzati per fare rafting. A causa dell’impatto Denise è finita in acqua e da quel momento di lei si è persa ogni traccia.

Il fiume Lao in questo periodo è in piena a causa delle abbondanti piogge che si sono abbattute negli ultimi giorni in tutta l’area del Pollino.

A Piano Lago, intanto, già da ieri, sono arrivati i genitori di Denise. La ragazza risiede con la famiglia a Cinquefrondi, nel Reggino, e frequenta il liceo statale di Polistena. La giovane si trovava da alcuni giorni in provincia di Cosenza in gita scolastica.

Intanto la scuola esorta a non perdere la speranza: “Dal momento in cui abbiamo appreso dell’incidente accaduto ai nostri studenti a Laino Borgo, siamo rimasti sul posto e mantenuto un contatto costante con i soccorritori. Insieme ai docenti sul posto abbiamo monitorato con attenzione massima le ricerche in corso. Continueremo a farlo anche nella giornata odierna, non perdendo la speranza che la nostra Denise possa essere ritrovata sana e salva al più presto e così riabbracciare la sua famiglia ed i suoi compagni di classe”. Ad affermarlo è Francesca Morabito, dirigente del Liceo statale “Giuseppe Rechichi” di Polistena, la scuola frequentata da Denise Galatà.

L’allarme dei ricercatori: “L’Intelligenza Artificiale può portare all’estinzione dell’Umanità”

“L’intelligenza artificiale potrebbe portare all’estinzione dell’umanità”: è l’avvertimento di esperti del settore tra cui Sam Altman, ad del produttore di ChatGPT OpenAI, Demis Hassabis, amministratore delegato di Google DeepMind e Dario Amodei di Anthropic.

“Mitigare il rischio di estinzione dell’Intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare”: è la dichiarazione pubblicata sulla pagina web del Center for AI Safety, un’organizzazione americana che riunisce esperti attivi nel settore. Anche Geoffrey Hinton, un cosiddetto padrino dell’IA, ha sostenuto l’appello. Tra i firmatari anche alcuni italiani.

E’ stata l’urgenza di regole in un settore pervasivo come l’Intelligenza Artificiale, a dettare l’allerta lanciata dal Center for AI Safety.

“L’uso estensivo dell’intelligenza artificiale da un lato sta portando a una vera rivoluzione e dall’altro sta ponendo seri problemi”, osserva uno dei firmatari della dichiarazione, l’esperto di tecnologie dell’informazione Luca Simoncini, ex docente di Ingegneria dell’informazione all’Università di Pisa ed ex direttore dell’Istituto di tecnologie dell’informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

“L’intelligenza artificiale è così pervasiva da avere un forte impatto in molti settori della vita sociale (pensiamo solo al rischio di produzione di fake news o al controllo delle auto autonome), come su aspetti economici, finanziari, politici, educativi ed etici”, osserva l’esperto.

“E’ evidente – aggiunge – che nessuno può opporsi se una tecnologia emergente è usata per scopi benefici, per esempio in campo biomedico o farmacologico”.

Di conseguenza, se parlare di rischio di estinzione dell’umanità può sembrare un’iperbole secondo Simoncini la dichiarazione del Cias ricorda il manifesto nel quale Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955 denunciavano i rischi delle armi nucleari. Il caso dell’Intelligenza artificiale è diverso, ma il punto è che servono regole chiare e una presa di coscienza. “Spesso ci si dimentica che questi sistemi sono fallibili”, aggiunge Simoncini, e le grandi aziende attive nel settore “basano le loro attività solo sulla prevalenza tecnologica, non si sono poste il problema di una regolamentazione”. Come dimostra quanto sta accadendo nel settore delle auto autonome, nei test “si segue un approccio empirico” e “non si considera la necessità di andare verso sistemi che non siano capaci di prendere decisioni autonome senza l’intervento umano, mentre bisognerebbe andare verso sistemi che siano di aiuto al guidatore, che ha comunque in ogni momento la possibilità di intervenire e riprendere il controllo”.

Anche nel caso dei Chatbot come ChatGpt, per esempio, “utilizzarli dovrebbe essere inteso come un aiuto, non come la sostituzione delle capacità umane da parte di un sistema di intelligenza artificiale”. Si dovrebbe pensare fin da adesso “alla necessità di porre limiti e vincoli”, conclude Simoncini, considerando gli usi sbagliati dell’intelligenza artificiale nel confezionamento di fake news sempre più difficili da riconoscere: “la difficoltà di distinguere fra vero e falso – conclude – potrebbe creare situazioni difficilmente governabili”.

Battiston, “algoritmi potenti che richiedono regole”

Servono regole per gestire algoritmi potenti come quelli dell’intelligenza artificiale e per evitare effetti imprevisti: è questo il senso dell’allerta lanciata dal Center for AI Safety, secondo il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e tra i firmatari della dichiarazione. “Questo tipo di algoritmi di Intelligenza artificiale generativa si sono rivelati molto potenti nell’interfacciare le persone utilizzando i dati presenti sul Web e il linguaggio naturale, così potenti che potrebbero generare effetti secondari imprevisti”, osserva Battiston.

“Nessuno oggi sa realmente quali potrebbero essere questi effetti, positivi o negativi: servono tempo e sperimentazione – prosegue il fisico – per realizzare regole e norme che permettano di gestire l’efficacia di questa tecnologia proteggendoci dai relativi pericoli. Non si tratta della minaccia di una super intelligenza che possa sopraffare l’umanità, ma delle conseguenze del modo con cui gli esseri umani si abitueranno a utilizzare questi algoritmi nel loro lavoro e nella vita quotidiana della società”. Pensiamo ad esempio, aggiunge, “alla possibile interferenza sui processi elettorali, alla diffusione di notizie false, alla creazione di canali di notizie che rispondono a precisi interessi di disinformazione”.

Per questo, osserva, “occorre prepararsi a gestire queste situazioni, le prime avvisaglie di problemi di questo genere le abbiamo già viste negli anni passati con la vicenda di Cambridge Analytica o con la tattiche di guerriglia dei troll russi sul web”. Di solito, dice ancora Battiston, “quando l’uomo non riesce a capire la realtà che lo circonda inventa miti, fantasmi, mostri, per cercare di proteggersi dai pericoli tramite un certo tipo di racconto mitologico. Il gioco è ancora saldamente nel campo dell’uomo, ma gli strumenti a disposizione sono molto più potenti che nel passato”.

A proposto del confronto con le armi atomiche, recentemente portato in campo a proposito dei rischi dell’intelligenza artificiale, Battiston osserva che “quando abbiamo scoperto la forza dell’atomo, abbiamo dovuto trovare il modo di contenere la minaccia di uno scontro nucleare. Per il momento ci siamo riusciti, per circa 80 anni. Qualcuno – dice ancora – ha paragonato la potenza di queste tecnologie a quella nucleare, chiedendo vengano realizzate delle regole adatte ad affrontare questi rischi. C’è probabilmente un fondo di verità in questo. Io credo, però, che sia molto importante capire bene come funzionano questi algoritmi, in quanto solo in questo modo – conclude – potremo attivare una opportuna serie di regole di contenimento sociale, sfruttando allo stesso tempo l’enorme potenzialità positiva”.

Ancora senza esito le ricerche di Denise Galatà, la studente dispersa nel fiume Lao

Ancora senza esito le operazioni per la ricerca di Denise Galatà, la studente diciottenne precipitata in acqua durante un’escursione di rafting sul fiume Lao con un gruppo di coetanei della provincia di Reggio Calabria. Lo fanno sapere i soccorritori.

Le squadre forre del Soccorso alpino fluviale di Calabria e Basilicata, insieme ai Vigili del fuoco, carabinieri e volontari, sono stati impegnati per tutta la notte ma al momento senza alcuna novità rispetto alla tarda serata di ieri. Non ci sono tracce della ragazza.

Denise Galatà era con una scolaresca di Polistena in gita sul Pollino, tra Laino Borgo e Laino Castello, nel cosentino, quando nel primo pomeriggio di martedì è stata programmata una escursione sul Fiume Lao per fare rafting, una disciplina sportiva amatoriale anche molto richiesta, che prevede di percorrere le rapide del fiume a bordo di gommoni.

Il fiume era ingrossato dalle piogge dei giorni scorsi. Equipaggiati di tutto punto, caschi e giobbotti di salvataggio, ma abbigliamento leggero, ad un certo punto uno dei gommoni sul quale c’era la ragazza e altri suoi colleghi, si è ribaltato e i giovani sono finiti in acqua trascinati dalle correnti. Alcuni studenti sono stati subito recuperati, mentre Denise Galatà è stata trasportata via dalle acque impetuose del fiume in piena.

C’è molta apprensione e angoscia fra familiari, amici e conoscenti, ma anche nell’opinione pubblica calabrese e italiana. Passata la notte di ricerche senza esiti, con le prime luci dell’alba si spera di ritrovare sana e salva la povera e sfortunata Denise.

Secondo quanto scrive la Gazzetta del sud, sarebbe stato ritrovato il casco della ragazza. Tuttavia non vi sono conferme né da parte dei soccorritori né da parte degli investigatori dell’Arma dei carabinieri. Intanto, la procura di Castrovillari guidata da Alessandro D’Alessio ha aperto una inchiesta per accertare eventuali responsabilità o negligenze da parte degli organizzatori del rafting. Si poteva fare l’escursione con il fiume ingrossato dalle piogge dei giorni scorsi?, è la domanda che in molti si pongono.

Ancora dispersa la studente nel Lao. Ricerche in elicottero. In salvo tutti gli altri. Un ferito

E’ ancora dispersa la studente di 17 anni precipitata nel fiume Lao, tra Laino Borgo e Laino Castello, nel Pollino cosentino, mentre faceva rafting con i coetanei di una scolaresca di Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Lo fanno sapere su fb i soccorritori impegnati da qualche ora nelle ricerche della ragazza. Si tratta di Denise Galatà, originaria di Rizziconi, centro del reggino.

Il soccorso alpino fluviale della Calabria, insieme ai colleghi della Basilicata, fa anche sapere che sono stati portati in salvo tutti i ragazzi della scolaresca, all’incirca una quarantina di giovani tra i 16 e i 17 anni. Tra questi c’è un ferito che, dopo essere stato imbarellato, è stato trasportato fino all’ambulanza del 118 che lo ha preso in cura.

Intanto procedono i sorvoli di un elicottero dell’Aeronautica militare di Gioia del Colle al fine di rintracciare la diciassettenne dispersa. Presenti anche i Vigili del Fuoco. La giovane, per regolamento, come gli altri utenti, era tenuta obbligatoriamente a indossare casco e giubbotto salvagente. “La temperatura dell’acqua del fiume è di circa 16 gradi”, si legge sui siti che offrono servizi di canoa e rafting sul fiume Lao.

I soccorsi, con il buio che incombe sul percorso del fiume Lao, si rendono un po’ più complicati, ma in ogni caso vi sono diverse squadre al lavoro, anche molti volontari, disposte a operare anche tutta la notte. C’è molta apprensione, ma mai disperare…

Il punto sull’allerta meteo

Per martedì 30 Maggio 2023, seppure con l’allerta gialla in tutta la regione, compresa la zona dove si è ribaltato il gommone sul Lao, la Protezione civile aveva fatto sapere che non era stato emesso alcun avviso per previsioni meteorologiche avverse.

Un episodio che ricorda la strage del Raganello dove anche con l’allerta gialla e senza nessun avviso di previsioni meteo avverse, l’omonimo torrente si è ingrossato travolgendo e uccidendo una decina di escursionisti.

Scomparsa ragazza incinta nel Milanese, ricerche

E’ giallo sulla scomparsa di Giulia Tramontano (foto), 29enne che vive a Senago, nel Milanese. L’ultimo contatto con la famiglia risale a sabato scorso. Poi si sono perse le tracce. La giovane è incinta di 7 mesi e i familiari hanno fatto partire un tam tam sui social per chiedere a chiunque l’abbia vista di segnalarlo alle forze dell’ordine. “Non c’è certezza degli abiti con cui si è allontanata – si legge nell’appello diffuso online – ha un tatuaggio sul braccio sinistro. E’ sicuramente in difficoltà in quanto al settimo mese di gravidanza”.

Su Facebook la sorella oggi ha diffuso nuove informazioni. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di una ragazza bionda “forse incinta”. Se la ragazza che vedete non ha il pancione evidente, non è Giulia. Se ha le braccia scoperte, questo tatuaggio è il segno più caratteristico che ha”, ha scritto Chiara Tramontano.

Giulia è alta 1,67 mt, pesa 68 kg e ha lunghi capelli chiari. Chiunque dovesse avere sue notizie può contattare le forze dell’ordine al 112 oppure l’associazione Penelope Lombardia.

Studenti cadono in acqua mentre fanno rafting nel Fiume Lao, dispersa una ragazza

Una studente di 17 anni risulta dispersa dopo essere caduta nelle acque nel fiume Lao, nel territorio compreso tra i comuni di Laino Borgo e Laino Castello, tra le cavità del Pollino, in provincia di Cosenza.

La diciassettenne, Denise Galatà, originaria di Rizziconi, è caduta dal gommone sul quale si trovava, probabilmente a causa delle rapide del fiume ingrossato dalle piogge di questi giorni, mentre faceva rafting insieme ad un gruppo di studenti reggini in gita sul Pollino. Dalle prime informazioni pare che il gommone si sia ribaltato.

A lanciare l’allarme è stata una guida che si trovava su un secondo gommone con altri ragazzi. Altri tre giovani, finiti in acqua anche loro, sono stati recuperati. La ragazza ha il casco e il giubbotto salvagente, equipaggiamento che potrebbe salvarle la vita. La temperatura dell’acqua, secondo quanto riportano vari siti di rafting sul Lao, sarebbe di circa 16 gradi centigradi. Sul posto, per le ricerche, sono impegnati il soccorritori del Nucleo speleo alpino fluviale e i Vigili del fuoco.

Il gruppo di studenti, in tutto una quarantina, avrebbero tra i 16 e i 17 anni. I giovani, al momento, sono tutti in sicurezza in una zona impervia e saranno evacuati tramite un sentiero.

La giovane dispersa (che come gli altri, da regolamento delle varie società che offrono servizi per il rafting sul Lao o altrove, devono indossare obbligatoriamente casco e giubbotto salvagente), fa parte di una scolaresca di Polistena.

Presente anche la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico Calabria Calabria. Arrivato sul posto anche l’elicottero dell’Aeronautica militare dell’84° CSAR di Gioia del Colle con a bordo un tecnico di Elisoccorso. Presenti anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri.

Inaugurata la stazione dei Carabinieri ad Africo, Piantedosi: “Lo Stato è presente”

Questa mattina ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione della nuova caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Africo Nuovo, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del comandante nazionale dell’Arma dei Carabinieri, generale Teo Luzi.

Sono intervenuti inoltre il capo della Polizia Vittorio Pisani, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, il comandante interregionale “Culqualber”, generale Riccardo Galletta, il comandante della Legione “Calabria”, generale Pietro Francesco Salsano, il comandante provinciale di Reggio Calabria, colonnello Marco Guerrini, una delegazione della rappresentanza militare e dell’Associazione nazionale Carabinieri, numerose autorità civili, militari e religiose nonché delle scolaresche di Africo, Brancaleone e San Luca.

La nuova caserma dei carabinieri, ospitata in una villetta a due piani di circa cinquecento metri quadrati, confiscata nel 2005 alla cosca della ‘Ndrangheta “Morabito-Palamara-Bruzzaniti”, garantirà locali in grado di offrire un servizio di maggiore qualità.

Al suo arrivo, un picchetto di militari in grande uniforme speciale ha reso gli onori al Ministro dell’Interno, accompagnato dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Dopo la rassegna ai reparti schierati ha preso la parola il colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale di Reggio Calabria, che ha sottolineato come con “l’inaugurazione della nuova caserma dell’Arma dei Carabinieri, evento di particolare “valore civico”, si rinnova il rapporto di vicinanza e fiducia che lega i Carabinieri e le comunità di cui si prendono cura.”

A seguire, il sindaco di Africo, Domenico Modaffari ha sottolineato “l’importanza del presidio dell’Arma sul territorio”, così come il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al quale – spiega una nota dell’Arma – “va il ringraziamento per aver finanziato le opere di adeguamento”.

Infine l’intervento del generale Teo Luzi, comandante nazionale dell’Arma dei Carabinieri, “La Stazione Carabinieri di Africo Nuovo è un successo straordinario di uno sforzo corale di tutte le componenti istituzionali coinvolte. Rappresenta il frutto di quel “gioco di squadra” istituzionale che va di pari passo con la sinergia con le altre forze dell’ordine, presupposto fondamentale per un’azione incisiva ed efficace dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. In questo luogo, dove a pochi chilometri furono assassinati dalla ‘Ndrangheta, per la loro dedizione alle Istituzioni, i Comandanti delle Stazioni di San Luca, nel 1985, il Brigadiere Carmine Tripodi, decorato di Medaglia D’oro al Valor Militare e di Bovalino, nel 1990, il Brig. Antonino Marino, decorato di Medaglia D’oro al Valor Civile, questa caserma ha un significato ancora più profondo. La sicurezza è presupposto di libertà e democrazia. Inaugurare questa Stazione proprio ad Africo Nuovo – in una posizione strategica per il contrasto alla Ndrangheta – vuol dire soprattutto offrire “rassicurazione sociale” ai cittadini e quindi far trionfare la democrazia”.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, con la sua presenza, ha voluto testimoniare “la vicinanza del governo alla comunità africese che, con il nuovo presidio di legalità, può sentire, in maniera tangibile, la presenza dello Stato a cui rivolgersi con fiducia in caso di difficoltà o, spesso, anche per un semplice aiuto, attraverso la capillare presenza delle Stazioni Carabinieri”.

Al termine, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il generale Teo Luzi e il maresciallo capo Andrea D’Amelio, comandante della Stazione Carabinieri di Africo Nuovo, hanno proceduto al taglio del nastro e, subito a seguire, il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, ha benedetto i locali della caserma che sono stati poi visitati prima degli onori finali.

Cenni storici sulla Stazione Carabinieri Africo Nuovo
La Stazione carabinieri di Africo Nuovo fu istituita nel 1970, quale evoluzione ordinativa del preesistente Posto Fisso della frazione di Maglie, rispondendo all’esigenza di dare continuità alla presenza dell’Arma nel nuovo agglomerato urbano, dopo i tragici eventi alluvionali che determinarono, intorno alla metà del secolo scorso, l’abbandono da parte della cittadinanza del vecchio territorio di Africo.

Al posto di blocco fugge ma inseguito dà poi documenti falsi, arrestato

Ha eluso un posto di blocco della Polizia ma una volta fermato ha fornito pure false generalità. Protagonista un 45enne cosentino, con precedenti, che ieri è stato arrestato dagli agenti della Questura cosentina per resistenza a pubblico ufficiale e falsa attestazione a pubblico ufficiale.

L’uomo lunedì ha cercato di eludere un posto di controllo accelerando improvvisamente a bordo di un autoveicolo. Il fuggitivo, dopo un inseguimento per le vie cittadine è stato raggiunto dalla Volante e fatto scendere dal veicolo per l’identificazione. L’uomo ha poi cercato di fornire false generalità ai poliziotti. Dopo accurati controlli, è stato però identificato compiutamente. Il quarantacinquenne è quindi finito in manette.

Su disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza l’uomo è stato posto ai domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.

Naufragio di migranti a Cutro, chiuso il Centro di coordinamento ricerche

È stato chiuso il Centro di coordinamento ricerche che era stato istituito nella Prefettura di Crotone dopo il naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso in località “Steccato” di Cutro, nel Crotonese.

La Prefettura di Crotone ha reso noto, con un comunicato, che, “una volta acquisito il parere concorde di tutti i convenuti, è stata sancita formalmente la chiusura del Centro.

La data odierna, a distanza di oltre tre mesi dal naufragio, è stata ritenuta unanimemente coerente sia con gli impegni assunti dal Governo nei confronti dei familiari delle vittime e dei superstiti di tenere alta la soglia di attenzione, sia, sotto il profilo tecnico, con i modelli organizzativi che normalmente accompagnano le attività di ricerca delle persone e che ne definiscono la complessiva durata”.

“Il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, che sinora ha diretto e coordinato le fasi delle ricerche – è detto nella nota – ha assicurato la pronta riattivazione del dispositivo all’occorrenza, garantendo comunque la prosecuzione del pattugliamento a mare nell’ambito delle iniziative istituzionali dedicate all’ imminente avvio della stagione balneare. Parallelamente con le fasi delle ricerche, si sono conclusi anche gli adempimenti logistici connessi alla gestione delle salme e condotti nell’intento di recepire le istanze dei familiari, tanto rispetto al luogo di sepoltura, in Italia o all’estero, che alle usanze dei riti religiosi delle vittime”.

Resta fissato a 94, dunque, il bilancio delle vittime accertate del naufragio. Le salme delle vittime sono state trasferite nei rispettivi Paesi di provenienza. Una in Tunisia, una in Iran, sei in Pakistan, 12 in Germania, una in Palestina, una in Finlandia e 48 in Afghanistan.

“Altre 14 vittime, inoltre – riferisce ancora la Prefettura – sono state inumate nel Cimitero musulmano di Bologna, grazie alla mediazione del Presidente delle comunità islamiche in Italia; 7 in un’area del cimitero di Cutro, anche in questo caso, a seguito dell’intervento collaborativo del locale Imam e dei tecnici comunali; una nel cimitero di Paola (Cosenza) e due in quello di Crotone”.

Rocca Imperiale, operaio viene travolto e ucciso da un masso

Un operaio di 39 anni, Giuseppe Spagna, è morto stamane in un incidente sul lavoro a Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza.

L’uomo, per cause in corso di accertamento, in un cantiere, stava eseguendo dei lavori nei pressi di un muro di contenimento, quando all’improvviso parte della parete è crollata e un masso lo ha investito e ucciso sul colpo.

L’operaio, che risiedeva a Roseto Capo Spulico (Cosenza), stava lavorando per conto di un’impresa di movimento terra di Castrovillari per la messa in sicurezza degli argini del torrente “Canna”.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri per i rilievi, i sanitari del 118 e i Vigili del fuoco del distaccamento di Castrovillari che dopo l’autorizzazione del pm di turno hanno proceduto al recupero della salma. Il cantiere è stato posto sotto sequestro.

La Procura della Repubblica di Castrovillari ha ora aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità. Giuseppe Spagna era sposato e aveva una figlia.

Catanzaro, confiscati beni per 700mila euro

finanza catanzaro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro hanno eseguito un’ordinanza di confisca su beni immobili del valore di circa 700mila euro. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme.

Gli accertamenti patrimoniali svolti dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Lamezia Terme – relativi a una pregressa indagine di polizia giudiziaria che ha disvelato e posto fine al sistema fraudolento che ha condizionato per oltre un decennio le vendite giudiziarie – hanno permesso l’individuazione e l’aggressione di un patrimonio illecitamente accumulato nella disponibilità diretta e indiretta del dominus dell’associazione a delinquere, soggetto vicino alle consorterie criminali locali, gravato da numerosi precedenti penali. I beni sottoposti alla misura
sono risultati sproporzionati rispetto alla capacità economica lecita.

Più nel dettaglio le indagini hanno permesso di ricostruire il profilo economico – patrimoniale dei vari soggetti coinvolti in prima persona e/o per l’interposizione fittizia nelle varie disponibilità patrimoniali, individuando acquisizioni di beni immobili quali 5 abitazioni e 2 terreni prive di giustificazioni, per un valore di circa 700 mila euro sui quali l’Autorità Giudiziaria ha disposto la confisca ai sensi del Codice Antimafia.

Traffico di droga, colpo alle cosche di ‘ndrangheta crotonesi e reggine: 40 arresti

Colpo alle cosche di ‘ndrangheta calabresi ramificate in Emilia Romagna e in altre regioni d’Italia. Quarantuno persone sono state raggiunte da altrettante ordinanze di custodia cautelare (37 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora) in un’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Bologna, supportata dallo Scico e altri reparti delle Fiamme gialle, in quanto accusate a vario titolo di essere affiliate o contigue alle cosche di ‘ndrangheta crotonesi e reggine dedite al traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana

I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Milano, Cremona, Brescia, Pavia, Livorno, Roma, Foggia, Potenza, Crotone e Reggio Calabria.

Le misure cautelari, disposte dal gip del Tribunale di Bologna, Alberto Gamberini, costituiscono l’epilogo di complesse indagini di polizia giudiziaria dirette dal pm Roberto Ceroni della locale Direzione Distrettuale Antimafia, coordinate dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo – alla luce di convergenze emerse con altri filoni investigativi delle Procure della Repubblica di Firenze, Potenza e Trento – e condotte, per quasi 2 anni, dagli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna.

Grazie all’acquisizione delle chat criptate intrattenute tramite la piattaforma Sky ECC, smantellata nel 2021 a seguito di un’operazione di un Joint Investigation Team sotto l’egida di Europol, i Finanzieri hanno ricostruito la struttura del sodalizio criminale e l’intera filiera dell’approvvigionamento dello stupefacente. Il capo dell’associazione è stato identificato in Giuseppe Romeo, già noto alle cronache, ai vertici della ‘ndrina “Staccu” di San Luca (Reggio Calabria), latitante in Spagna dal 2018 e tratto in arresto a marzo 2021.

Nel periodo di latitanza, il boss ha tirato le fila di una vastissima rete di narcotraffico internazionale in grado di gestire carichi di stupefacente nell’ordine delle centinaia di chilogrammi al mese, in affari con i potentissimi cartelli Sudamericani (fra cui il Primeiro Comando da Capital brasiliano e organizzazioni criminali colombiane, peruviane, messicane e boliviane) e alcuni dei più noti e pericolosi latitanti italiani.

Grazie all’incessante brokeraggio del boss, lo stupefacente, proveniente dai Paesi di produzione Sud-Americani, giungeva nei porti dell’Europa settentrionale (in particolare Anversa e Rotterdam) per essere subito dopo distribuito in tutto il Vecchio Continente. Il boss aveva affidato la gestione del mercato italiano ai promotori dell’associazione, soggetti calabresi da anni residenti nel Parmense e nel Reggiano che, avvalendosi di basi logistiche dislocate in varie regioni (Calabria, Lazio e Lombardia), di corrieri e di imprese compiacenti, erano in grado di occuparsi, con indiscussa professionalità e disinvoltura, dei traffici illeciti della cosca in tutta la Penisola.

Nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti approvvigionamenti e cessioni per quantitativi che sfiorano i 1.200 kg di cocaina, i 450 kg di hashish e i 95 kg di marijuana. Tali ingenti quantitativi di stupefacente hanno fruttato all’associazione decine di milioni di euro, parzialmente reimpiegati in 14 società intestate a prestanome e utilizzate anche per “mascherare”, in pieno periodo di lockdown pandemico, i trasporti di droga attraverso false bolle di accompagnamento.

Un ruolo attivo e assolutamente prezioso nella sistematica opera di riciclaggio dei proventi illeciti del sodalizio criminale è stato ricoperto da una vera e propria rete di soggetti di nazionalità cinese attraverso il fei ch’ien (sistema “informale” di trasferimento di denaro). In particolare, dopo aver prelevato ingenti somme di contanti, i cittadini cinesi provvedevano a inviarlo, attraverso una lunga catena di bonifici, ad aziende commerciali ubicate in Cina e Hong Kong. Queste ultime, attraverso articolati meccanismi di “compensazione”, erano in grado di recapitare il denaro ai broker del narcotraffico e agli stessi cartelli sudamericani attraverso “agenti” residenti all’estero. Dalle indagini è emerso che, grazie al meccanismo dei fei ch’ien, l’associazione è stata in grado di ripulire più di 5 milioni di euro; due “riciclatori” cinesi sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Durante le indagini sono stati inoltre arrestati, in flagranza di reato, 3 cittadini italiani e sequestrati 43 kg di cocaina, 44 kg di hashish, sostanze da taglio e frullatori utilizzati per preparare il narcotico, poco meno di 140 mila euro in contanti (trovati nella disponibilità di uno dei “riciclatori” cinesi) e 10.000 prodotti contraffatti (di cui 3.200 articoli di abbigliamento recanti i marchi di famosi brand e svariate confezioni di farmaci contro la disfunzione erettile per un totale di 6.800 blister).

Di assoluta utilità per la riuscita delle indagini si è rivelata la collaborazione instaurata con l’Attaché presso l’Ambasciata statunitense a Roma dell’Homeland Security Investigations (HSI), principale branch investigativo dell’U.S. Department of Homeland Security. Il Dipartimento è responsabile delle indagini sulla criminalità transnazionale, con particolare riguardo alle organizzazioni terroristiche e malavitose che sfruttano il sistema normativo ed economico-finanziario internazionale per commettere reati. L’HSI, le cui competenze sono sovrapponibili a quelle della Guardia di Finanza, ha più volte fornito supporto di natura tecnico – investigativa e di intelligence ai militari, contribuendo a disarticolare efficacemente il sodalizio criminale.

Oltre alle 41 ordinanze di custodia cautelare, le Fiamme Gialle bolognesi hanno eseguito il sequestro di 44 immobili e terreni, 17 tra autoveicoli e motocicli, 354 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro; sono state altresì effettuate numerose perquisizioni personali e locali.

‘Ndrangheta, catturato in Spagna il narcos-latitante Giuseppe Romeo

Ucraina, governatore russo: “Droni in direzione Mosca abbattuti da contraerea”

Diversi veicoli aerei senza pilota (UAV) in rotta verso Mosca sono stati abbattuti vicino la capitale russa nelle prime ore di martedì, ha riferito il governatore della regione di Mosca Andrey Vorobyov sul suo canale Telegram citato dalla Tass.

“Questa mattina, i residenti di alcuni distretti nella regione di Mosca hanno potuto sentire i suoni delle esplosioni: era la nostra difesa aerea in funzione. Diversi droni sono stati abbattuti mentre si dirigevano verso Mosca”, ha detto Vorobyov.

Il governatore ha chiesto ai residenti della regione di Mosca di mantenere la calma aggiungendo che “tutte le unità di servizio di emergenza sono operative e seguiranno ulteriori informazioni”.

In precedenza, il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin ha riferito che diversi edifici nella capitale russa hanno subito danni minori a seguito di un attacco di droni martedì, sottolineando che nessuno è rimasto ferito gravemente e che i servizi di emergenza stanno chiarendo le circostanze dell’incidente.

I residenti di diverse sezioni di due condomini di Mosca danneggiati da un attacco UAV sono stati evacuati, ha detto il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin sul suo canale Telegram.

“Per ragioni di sicurezza, per tutta la durata delle operazioni dei servizi di emergenza, sono stati evacuati i residenti di alcune sezioni dei due edifici danneggiati dagli UAV [veicoli aerei senza pilota]. Subito dopo il completamento delle operazioni dei servizi speciali, i residenti saranno in grado di tornare nei loro appartamenti”, ha detto il sindaco.

Nelle prime ore di martedì, diversi edifici nella capitale russa hanno subito lievi danni a causa di un attacco di droni. Tutti i servizi di emergenza municipali sono attualmente sul luogo dell’incidente per chiarirne le circostanze. Secondo Sobyanin, nessuno è rimasto gravemente ferito.

Il sindaco ha anche esortato a fidarsi solo delle fonti ufficiali ea non diffondere alcuna informazione non verificata.

Due persone – riporta la Tass – hanno avuto bisogno di cure mediche a seguito di un attacco di droni a Mosca, mentre nessuno è rimasto gravemente ferito o ha dovuto essere ricoverato in ospedale, ha detto martedì il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin sul suo canale Telegram.

“Secondo le informazioni dei servizi sanitari comunali, in questo momento, nessuno dei residenti degli edifici danneggiati dai droni è rimasto gravemente ferito. Due persone hanno chiesto assistenza medica. Nessuno ha dovuto essere ricoverato e sono stati forniti i soccorsi necessari Sul posto, inoltre, i servizi di emergenza e diverse squadre di ambulanze continuano a lavorare sui luoghi degli incidenti”, ha scritto il sindaco.

Nelle prime ore di martedì, diversi edifici nella capitale russa hanno subito lievi danni a causa di un attacco di droni. Tutti i servizi di emergenza municipali sono attualmente sul posto per chiarire le circostanze. Secondo Sobyanin, nessuno è rimasto gravemente ferito.

I residenti di diverse sezioni dei due condomini danneggiati dai droni sono stati evacuati. Il sindaco ha anche esortato a fidarsi solo delle fonti ufficiali ea non diffondere alcuna informazione non verificata.

Ucraina, udite diverse esplosioni a Kiev

Una serie di esplosioni hanno scosso la capitale ucraina di Kiev nelle prime ore di martedì, secondo la pubblicazione ucraina Klimenko Time citato dalla Tass.

L’amministrazione militare municipale di Kiev ha dichiarato sul suo canale Telegram che il sistema di difesa aerea era stato attivato nella capitale del paese. “Restate nei rifugi”, è l’appello.

Le sirene di allarme antiaereo sono attualmente attivate nella capitale ucraina, così come nelle regioni di Kiev, Kirovograd, Cherkassk e Chernigov.

Ballottaggi, trionfa il centrodestra. Dopo 30 anni conquista Ancona. PD ko. Esulta Meloni

Il centrodestra trionfa ai ballottaggi: torna a vincere in Toscana, strappa Ancona, città governata da oltre 30 anni da amministrazioni di centrosinistra, e si afferma anche a Brindisi. Bene anche in Sicilia, dove vince a Catania, va al ballottaggio a Siracusa, mentre a Ragusa vince un civico.

Il Pd conquista solo Vicenza e tiene Trapani, tanto che la leader Elly Schlein riconosce la sconfitta netta. I Cinquestelle riflettono e a caldo non spendono parole per commentare il risultato.

Alla fine, tenendo conto dei risultati di quindici giorni fa e del voto siciliano, la maggioranza esulta forte di uno squillante 10 a 4, storia a parte il caso di Terni dove vince un candidato autonomo seppur conservatore. C’è stato un ulteriore calo dell’affluenza, ma i dati sembrano smentire il tabù secondo cui il doppio turno aiuterebbe i candidati del centrosinistra. Un voto che conferma una lunghissima luna di miele tra l’esecutivo e il Paese: un’onda lunga che resta forte ben otto mesi dopo la vittoria delle politiche.

Dati locali che però, inevitabilmente, rafforzano l’attività del governo e mettono in difficoltà le opposizioni, consolate solo dalla conquista di Vicenza. Numeri che, inoltre, rilanciano con forza l’unità del centrodestra in vista del prossimo appuntamento elettorale, le europee del giugno 2024 e specularmente segnano una brutta battuta d’arresto per la nuova leadership democratica, al battesimo delle urne.

Affluenza in calo alle ore 15 per i ballottaggi in 7 capoluoghi e 34 comuni: il dato è 49,64% (1.595 sezioni su 1.595), in calo rispetto al primo turno (58,39%). Lo comunica il sito del Viminale. In Sardegna, dove si vota al primo turno per 171 comuni, l’affluenza alle ore 15 (53 sezioni su 171) è del 66,62% (68,69% alle precedenti comunali).

Amministrative, Meloni: ‘Centrodestra vince, premiato il buongoverno’

“Abbiamo ottenuto buoni risultati e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica come ad Ancona a conferma del fatto che non esistono più le roccaforti”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio dopo i risultati delle amministrative in cui “vince il centrodestra”. “Il centrodestra vince queste elezioni amministrative e conferma il suo consenso tra gli italiani, il suo radicamento, la sua forza”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo commentando l’esito della tornata di elezioni amministrative. “Voglio ringraziare tutti i cittadini che hanno scelto di accordare fiducia al centrodestra premiato il nostro buongoverno, le nostre proposte e la nostra concretezza”.

“Non c’è che dire: un ottimo Effetto Schlein”. Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando le comunali. “Straordinari risultati per la Lega e il centrodestra in tutta Italia, con storiche vittorie ad Ancona – unico capoluogo regionale al voto, da sempre amministrato dalla sinistra – e Brindisi, trionfo in Toscana con le riconquista di Massa, Pisa e Siena, in attesa dei risultati del primo turno in Sicilia nei quali siamo molto fiduciosi”. “Il centrodestra e Forza Italia stravincono le elezioni amministrative. Il nostro movimento si conferma centrale nel quadro politico italiano, da Nord a Sud. Quanta soddisfazione per il nostro Daniele Silvetti che dopo 30 anni strappa Ancona alla sinistra”. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

“É una sconfitta netta. Il vento a favore delle destre è ancora forte e c’è ancora. Ringraziamo tutti quelli che si sono spesi, i nostri candidati, in queste elezioni. Sapevano che sarebbe stata difficile, ci vuole tempo per costruire un centrosinistra vincente. Il fatto che il Pd sia il primo partito nel voto di lista non è una consolazione”. Lo ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein al termine della segreteria nazionale del partito convocata dopo i risultati delle elezioni Amministrative. “È evidente che da soli non si vince. C’è da ricostruire un campo alternativo, che credibilmente contenda alla destra la vittoria. Ma la responsabilità di costruire questo campo non riguarda solo il Pd. Nei capoluoghi è andata male è andata meglio nei comuni medi”. Lo ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein al termine della segreteria nazionale del partito convocata dopo i risultati delle elezioni Amministrative.

SICILIA – Alle elezioni comunali di Catania il candidato del centrodestra Enrico Trantino è al 67% delle preferenze, secondo i primi dati delle proiezioni. Seconda piazza, con il 23%, per il candidato del centrosinistra Maurizio Caserta. A Ragusa il sindaco uscente Giuseppe Cassì – candidato di cinque liste civiche – è stato riconfermato al primo turno. A Siracusa si va verso il ballottaggio tra Ferdinando Messina e Francesco Italia.. A Trapani il sindaco uscente Giacomo Tranchida, di centrosinistra con l’appoggio di numerose liste civiche, rischia di essere eletto al primo turno senza andare al ballottaggio. Al momento Tranchida ha il 44.2% delle preferenze rispetto al candidato del centrodestra Maurizio Miceli fermo al 34.8%. In Sicilia per essere eletti al primo turno è sufficiente superare il quorum del 40%.

ANCONA – Dopo oltre 30 anni di amministrazioni di centrosinistra, Ancona sarà invece guidata dal centrodestra con Daniele Silvettiche si è aggiudicato il ballottaggio con l’assessore uscente della giunta dem, Ida Simonella. Silvetti, 50 anni da compiere, avvocato, presidente del Parco del Conero, si è imposto con il 51,73% dei voti su Simonella (48,27%), staccandola di circa 1.400 voti.

VICENZA– Il candidato del centrosinistra Giacomo Possamai ha vinto il ballottaggio per il Comune di Vicenza, con il 50,5% delle preferenze. Sconfitto il sindaco uscente del centrodestra, Francesco Rucco, che ha ottenuto il 49,5. I dati, riferiti a tutte le 111 sezioni, sono stati diffusi nella sede del comitato Possamai con applausi e grida. “E’ stata una battaglia all’ultimo voto – ha commentato Rucco – e faremo un’opposizione responsabile”.

BRINDISI – E’ Giuseppe Marchionna il nuovo sindaco di Brindisi. Il candidato del centrodestra si è imposto al ballottaggio con circa il 54% dei voti, battendo quindi Roberto Fusco, candidato del Pd e M5S. L’alleanza giallo-rossa non è riuscita a riconfermare il governo di centrosinistra nel capoluogo pugliese.

SIENA – E’ Nicoletta Fabio il sindaco di Siena, la prima donna alla guida di Palazzo Pubblico: la candidata del centrodestra ha ottenuto il 52,16 % dei voti, dato riportato dal sito del Comune a scrutinio concluso, mentre la sfidante del centrosinistra Anna Ferretti il 47,84%. Fabio ha corso sostenuta da 5 liste: Fdi, Forza Italia, Lega, Nicoletta Fabio Sindaco, Movimento Civico Senese. La città del Palio era stata strappata alla guida del centrosinistra nel 2018, con l’elezione dell’avvocato Luigi De Mossi.

TERNI – Stefano Bandecchi è ufficialmente il nuovo sindaco di Terni. A riportarlo è il dato definitivo su Eligendo il portale del ministero dell’Interno. Quando è terminato lo scrutinio ha infatti ottenuto il 54,62 per cento dei voti. L’attuale presidente della Ternana e patron dell’Unicusano ha superato al ballottaggio la coalizione di centrodestra con il candidato sindaco Orlando Masselli, che si è fermato al 45,38 per cento dei voti. Bandecchi ha così ribaltato il risultato del primo turno quando aveva ottenuto il 28,14 dei voti contro il 35,81 del suo avversario.

MASSA – Francesco Persiani (Lega, Fi, civiche) a tre sezioni da scrutinare, vede la propria riconferma a sindaco di Massa (Massa Carrara) con un parziale del 54,60% contro il 45,40% dell’avversario di centrosinistra Enzo Romolo Ricci. “Sono contento per il risultato delle urne, ringrazio la città che ha riconosciuto il nostro buongoverno e quanto fatto negli ultimi cinque anni – ha detto Persiani a voto ormai acquisito -. Il mio impegno è quello di proseguire con lo stesso entusiasmo con cui ho lavorato in questi anni e, se possibile, in misura maggiore. Sono orgoglioso di rappresentare il centrodestra a Massa, ringrazio tutti gli elettori che mi hanno dato fiducia”.

PISA – Michele Conti resta sindaco di Pisa con il 52,33% dei voti ottenuti al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra e M5s, il presidente delle Acli locali Paolo Martinelli, rimasto al 47,67%. Conti ha corso venendo sostenuto dal centrodestra unito (Lega, Fdi, Fi, Udc più liste civiche tra cui quella da lui direttamente rappresentata). Pd e centrosinistra ancora ko in Toscana ai ballottaggi a Siena, Pisa e Massa, perduti per la seconda volta di fila a favore di candidati del centrodestra. A scrutini ultimati, nei tre capoluoghi al voto hanno prevalso, rispettivamente, Nicoletta Fabio, Michele Conti e Francesco Persiani. Per Fabio è la prima volta da sindaco, per gli altri due sono conferme. Il centrosinistra prevale solo a Pescia (Pistoia) con Riccardo Franchi. Altre sconfitte Dem a Pietrasanta (Lucca), dove è confermato Alberto Stefano Giovannetti (Fi-Lega), e a Campi (Firenze), dove ha prevalso Andrea Tagliaferri, candidato di Sinistra e M5s.

Pestaggio Davide Ferrerio, Procura generale impugna proscioglimento Curto

La Procura generale di Catanzaro ha impugnato il proscioglimento di Alessandro Curto, 32enne accusato di concorso anomalo in tentato omicidio per l’aggressione di Davide Ferrerio, il 21enne bolognese in coma dall’11 agosto 2022.

Curto è l’uomo che aveva inviato il messaggio “ho una maglietta bianca” che ha causato lo scambio di persona con Davide, poi picchiato da Nicolò Passalacqua, condannato il 21 aprile a 20 anni e quattro mesi.

Il messaggio era stato inviato alla minorenne con la quale Curto aveva avviato contatti social e che l’11 agosto lo aspettava per il primo appuntamento. Appuntamento al quale la ragazza era andata insieme alla madre e a un gruppo di familiari alla cui vista Curto si era defilato, inviando il messaggio.

Per la ragazza la vicenda si è chiusa davanti al tribunale per i minorenni con la messa alla prova, mentre a giugno inizierà il processo a carico della madre della ragazza e del compagno della donna, anche loro accusati di concorso anomalo in tentato omicidio.

Per il sostituto Pg Raffaela Sforza, nei confronti di Curto va disposto il rinvio a giudizio: con il suo messaggio ha creato una “conditio sine qua non” affinché l’aggressione che si stava per compiere nei suoi confronti venisse allontanata da sé e fosse deviata verso un giovane con la camicia bianca.

Così facendo, prosegue il pg, avrebbe esposto Ferrerio alla rabbia dei familiari della ragazza, di cui era consapevole e la sua condotta è stata decisiva nella determinazione dell’evento, prevedibile e evitabile. “La Procura generale – osserva l’avvocato Gabriele Bordoni, per la famiglia della vittima – ha condiviso le nostre osservazioni, che già portarono all’imputazione coatta. Siamo soddisfatti”.

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