12 Ottobre 2024

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Denise morta annegata. Spinta sott’acqua dalle correnti. Il salvagente trappola mortale?

Le fasi del recupero della salma di Denise Galatà, nel riquadro

È morta per annegamento Denise Galatà, la studente diciottenne finita martedì scorso nelle acque del fiume Lao, a Laino Borgo, sul Pollino, mentre faceva rafting insieme ad un gruppo di compagni e professori del liceo statale “Rechichi” di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, con i quali era in gita scolastica.

Lo ha stabilito l’autopsia eseguita sul corpo della ragazza nell’ospedale di Corigliano-Rossano su disposizione della Procura della Repubblica di Castrovillari, che ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità per la morte della giovane. Per refertare l’annegamento, morte per asfissia, i medici hanno trovato acqua nei polmoni. Pare le siano state trovate anche una gamba e un braccio fratturati.

L’esame autoptico è stato effettuato dall’anatomopatologo Biagio Solarino, dell’università di Bari. All’autopsia ha preso parte anche Giuseppe Maurelli, perito di parte nominato dal sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, indagata nell’inchiesta insieme ad altre 9 persone.

Si tratta del presidente e del vicepresidente del “Canoa club Lao Pollino”, la società sportiva che gestisce l’attività di rafting sul fiume Lao (già sotto sequestro), Giuseppe Cosenza e Riccardo D’Onofrio, e delle guide Raffaele e Luigi Cosenza, Giampiero Bellavita, Gabriel Alacom Correa, Raffaele De Mare, Francesco De Stefano e Camila Andrea Ortegallancafio. Indagati, va sottolineato, non colpevoli fino ad un eventuale terzo grado di giudizio in un eventuale processo. L’ipotesi di reato contestata dalla Procura di Castrovillari guidata dal procuratore Alessandro D’Alessio, è di omicidio colposo.

Si attende adesso che la salma di Denise Galatà venga consegnata ai familiari della ragazza per la celebrazione dei funerali, che potrebbero svolgersi dopodomani, domenica 4 Giugno. Per il giorno delle esequie le Amministrazioni comunali di Rizziconi, dove la giovane risiedeva, e di Polistena, il comune in cui andava a scuola, hanno proclamato il lutto cittadino.

Alla luce dell’esame autoptico si può ipotizzare che Denise Galatà potrebbe essere morta annegata dopo pochi minuti dallo sbalzo nelle acque impetuose del fiume Lao, gonfio dalle piogge dei giorni precedenti l’escursione, quindi già nel primo pomeriggio del 30 Maggio.

Il giorno dopo, il 31 Maggio, con un massiccio dispiegamento di soccorsi, il corpo senza vita della ragazza è stato rinvenuto, dopo 24 ore, dai sommozzatori dei vigili del fuoco a qualche metro di profondità e a breve distanza dal luogo dell’incidente.

A quanto risulta, pare che la vittima fosse incagliata sott’acqua tra grossi massi adagiati nell’alveo del Lao e vari arbusti. Le fortissimi correnti evidentemente l’hanno trascinata subito giù nei vortici del fiume, e subito sbattuta violentemente contro le grosse pietre nel fondale. Ipotesi che collima con le testimonianze dei colleghi superstiti che hanno raccontato di aver visto gli altri studenti e docenti, recuperati, ma non Denise che evidentemente era stata inghiottita nell’immediatezza o quasi.

Probabilmente la povera Denise ha tentato di tutto per riemergere, ma purtroppo non ce l’ha fatta, nonostante il giubbotto di salvataggio (che ha delle fasce di allaccio molto resistenti) che con ogni probabilità è rimasto incagliato nelle sporgenze di rocce e alberi sott’acqua. Se fosse riuscita a sganciare il giubbotto, sapendo nuotare, sarebbe riemersa e forse si sarebbe salvata. Un giubbotto che, paradossalmente, è stato la sua trappola mortale.

Il video del recupero del corpo di Denise

Omicidio Tramontano, confessa il fidanzato: “Si sono stato io”

Ha confessato Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne fermato per l’omicidio della fidanzata incinta al settimo mese, Giulia Tramontano. Il barman in sede di interrogatorio avrebbe affermato di aver compiuto tutto da solo ma nega la premeditazione.

L’uomo avrebbe ammesso di aver ucciso la fidanzata a coltellate, e per disfarsi del corpo avrebbe tentato di darle fuoco per farla sparire per sempre e cancellare ogni traccia. Tentativo che non è riuscito.

“Togliersi eventualmente la vita è l’unica forma di pentimento che lui ritiene corretta in questo momento, l’unica che abbia un senso”. Lo ha riferito Sebastiano Sartori, legale di Alessandro Impagnatiello, il 30enne reo confesso per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi. “L’ha ripetuto l’altra notte più volte e lo ha ribadito” oggi durante l’interrogatorio, ha spiegato Sartori aggiungendo che Impagnatiello nega la premeditazione del delitto e ribadisce di aver fatto tutto da solo.

Intanto è lutto a Senago per la morte di Giulia Tramontano. La 29enne, incinta al settimo mese, è stata uccisa dal suo compagno, Alessandro Impagnatiello. Lo ha confessato lui stesso, nella notte, dopo che era stato indagato per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.

“Siamo tutti profondamente scioccati e senza parole”, ha detto il sindaco Magda Beretta, che ha già deciso di proclamare il lutto cittadino e ha dato disposizione di mettere le bandiere a mezz’asta. Incredulità anche tra gli abitanti. “E’ stato devastante. Si sente un’aria diversa oggi a Senago, anche tra i clienti, sapere che tocca da vicino, anche se poi non la conoscevamo personalmente … era entrata nel cuore di tutti e tutti speravamo in un finale diverso”, ha detto all’Adnkronos Claudia, dipendente del Panificio Lombardi, vicino alla casa della coppia.

Il dolore della famiglia
Devastante il dolore che sta provando la famiglia di Giulia. Una famiglia di cinque persone –mamma, papà e tre figli – da sempre molto unita. Nonostante la distanza ( i genitori abitano a Napoli, mentre Giulia viveva a Milano e Chiara a Genova), non mancavano dimostrazioni di affetto e supporto. Giulia e sua mamma si sentivano spesso durante il giorno. E’ stata proprio lei a lanciare l’allarme dopo che, domenica mattina, non aveva sentito sua figlia: nessuna risposta ai messaggi e nessuna telefonata, una chiamata che era ormai diventata un rito del fine settimana.

Il toccante messaggio della sorella
Durante i quattro giorni che sono passati tra la scomparsa 29enne e il ritrovamento del suo cadavere, la sorella, Chiara, non ha mai smesso di credere che l’avrebbe riabbracciata e a poche ore dal ritrovamento del corpo ha pubblicato un toccante messaggio di ringraziamento sul suo profilo Instagram, accanto a una fotografia che è un bellissimo ritratto di una famiglia felice.

“Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto ed aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali”, ha scritto la giovane. E ha aggiunto: “La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto”.

Il Cosenza beffa il Brescia negli ultimi secondi e conquista la permanenza in Serie B

Il Cosenza beffa il Brescia negli ultimi secondi e conquista la permanenza in Serie B. La squadra lombarda, in vantaggio dal 74′ con Dimitri Bisoli, aveva accarezzato il sogno dei supplementari. Sogno spezzato dal goal di Andrea Meroni al 95′ che incorna di testa e porta la squadra di Viali in parità, condannando dopo 38 anni il Brescia alla serie C.

Al Rigamonti finisce 1-1 cui si somma la rete di Nasti dell’andata. Il finale complessivo è di 2-1 per il Cosenza che si salva e le rondinelle retrocedono. Il Brescia comincia bene, ma il Cosenza si difende in modo ordinato e senza errori. Il primo tempo passa con qualche tiro in porta da parte dei lombardi con la difesa e Micai che neutralizzano.

Nella ripresa i bresciani centrano una traversa, poi un’altra azione sotto porta ma la palla viene spazzata via. Al 74′ un cross dalla sinistra di Rodriguez attraversa l’area calabrese e trova Bisoli che calcia di esterno destro e buca l’incolpevole Micai. Il Rigamonti esplode e si riapre la partita. Si è così arrivati al 95′. Punizione per i Lupi da fuori area, palla nella mischia da dove sbuca Meroni che di testa insacca e aggancia il pareggio. Esultano i calciatori e la panchina.

Dopo la rete di Meroni c’è stato il caos generale, con lanci in campo di numerosi fumogeni. La partita, per quei secondi che c’erano ancora da giocare, viene sospesa dall’arbitro che invita i 22 calciatori in campo a recarsi in direzione degli spogliatoi. Nel rettangolo di gioco fanno ingresso i poliziotti che tentano di sedare gli animi della tifoseria. Alcuni tifosi bresciani hanno anche fatto invasione. Una situazione allucinante andata avanti per oltre una trentina di minuti. Alla fine, dopo un consulto del direttore di gara coi suoi assistenti, e le dirigenze delle due squadre, il signor Massa decreta la fine della partita con il triplice fischio finale. E’ grande festa per il team rossoblu che si dirigono verso il settore ospite dove siedono circa un migliaio di tifosi del Cosenza.

Il Tabellino della gara

BRESCIA: Andrenacci, Karacic, Adorni, Rodriguez, Aye, Mangraviti (19′ st Galazzi), Cistana, Labojko (14′ st Van De Looi), Bjorkengren, Bisoli, Listkowski (14′ st Bianchi)
A disposizione: Lezzerini, Ndoj, Adryan, Niemeijer, Olzer, Pace, Scavone
Allenatore: Gastaldello

COSENZA: Micai, Brescianini, Rigione, D’Urso (14′ st Zilli), D’Orazio, Meroni, Nasti, Venturi (14′ st Vaisanen), Martino (43′ st Rispoli), Florenzi (29′ st Cortinovis), Voca (1′ st Praszelik)
A disposizione: Marson, Calò, Kornvig, Finotto, Marras, La Vardera, Arioli
Allenatore: Viali

ARBITRO: Sig. Massa Davide di Imperia ASSISTENTI: Sig. Meli Filippo di Parma, Sig. Alassio Stefano di Imperia IV UFFICIALE: Sig. La Penna Federico di Roma 1 VAR: Sig. Mazzoleni Silvio di Bergamo AVAR: Ayroldi Giovanni di Molfetta

MARCATORI: 28′ st Bisoli (B), 45+5′ st Meroni (C)

NOTE: Spettatori totali: 15.235 Ammoniti: 22′ pt Martino (C), 31′ pt Nasti (C), 35′ pt Labojko (B), 38′ pt Voca (C); 24′ st Cistana (B), 32′ st Rodriguez (B) Espulsioni: 45+8′ st Rigione (C) Recupero: 2′ pt; 5′ st

In carcere percepisce il Reddito, denunciato insieme ad altre otto persone

Ha continuato a percepire fino allo scorso mese di maggio il Reddito di cittadinanza malgrado fosse in carcere perché arrestato a gennaio con l’accusa di essere un esponente di spicco della criminalità organizzata. E’ la vicenda scoperta dai carabinieri, che hanno denunciato l’uomo alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia.

Analogo provvedimento è stato adottato a carico di altre 8 persone accusate anche loro di avere percepito il Reddito di cittadinanza senza averne diritto. La maggior parte di loro ha precedenti di polizia o ha subito condanne penali.

Le indagini che hanno portato alle nove denunce sono state condotte dai carabinieri delle Stazioni di Tropea e San Calogero. Quattro dei denunciati, in particolare, avrebbero omesso di comunicare la perdita dei requisiti soggettivi perché sottoposti a misure cautelari, mentre gli altri 5 avrebbero attestato falsi domicili o situazioni familiari non veritiere, inducendo così in errore l’Inps.

I reati contestati alle persone denunciate sono truffa aggravata e falsità ideologica. Complessivamente, le percezioni indebite accertate hanno provocato un danno per l’Erario per circa ottantamila euro.

Morte Denise Galatà, la Procura dispone il sequestro della “Pollino Rafting”

La procura di Castrovillari ha disposto il sequestro della “Pollino Rafting”, la società che si è occupata dell’organizzazione del rafting sul fiume Lao per un gruppo di studenti e insegnanti reggini nel corso della quale si è verificato l’incidente in cui è morta Denise Galatà, la studente diciottenne caduta in acqua dopo uno scontro tra due gommoni e trovata senza vita due giorni fa.

In seguito all’incidente, inoltre, il sindaco di Papasidero Fiorenzo Conte ha firmato un’ordinanza con la quale viene interdetto fino a data da destinarsi l’accesso al fiume Lao.

Ieri la Procura della Repubblica di Castrovillari ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone. Tra le persone coinvolte ci sono il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, i responsabili della “Pollino rafting” (ASD Canoa Club Lao Pollino di Laino Borgo) e sette guide della stessa società. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo.

Denise Galatà era una studente al V° anno del liceo statale “Rechichi” di Polistena, da alcuni giorni in gita d’istruzione nel Parco nazionale del Pollino, in provincia di Cosenza, con una escursione di rafting sul fiume Lao programmata dal Liceo con gli organizzatori della Pollino rafting.

Le indagini, coordinate personalmente dal procuratore capo Alessandro D’Alessio, sono condotte dai Carabinieri della Compagnia di Castrovillari e dal Comando provinciale di Cosenza.

Ispettori del ministero dell’Istruzione a Polistena nella scuola di Denise

E’ iniziata ieri a Polistena l’ispezione interna ordinata dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, con l’audizione della dirigente scolastica del Liceo linguistico ‘Rechichi’, Maria Francesca Furfaro, nella scuola frequentata da Denise Galatà, la 18enne deceduta martedì scorso durante una gita scolastica sul fiume Lao nel corso di una prova di rafting a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, a causa del ribaltamento del gommone su cui si trovava insieme ad altri tre ragazzi, salvati miracolosamente.

Oltre alla dirigente, gli ispettori hanno anche ascoltato il personale amministrativo e i docenti per verificare la regolarità della documentazione relativa all’organizzazione della gita scolastica, conclusasi tragicamente con la morte di Denise. Sul fronte delle indagini, la Procura della Repubblica di Castrovillari, competente per territorio, è in attesa di conoscere le conclusioni dell’esame autoptico, mentre il sindaco di Rizziconi, Alessandro Giovinazzo, ha già reso noto che in occasione dei funerali della ragazza sarà indetto il lutto cittadino.

Don Pino De Masi, Vicario Generale della Diocesi Oppido-Palmi e referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro, commentando la tragica scomparsa di Denise, ha detto di “avere notato sofferenza e rabbia nei tanti giovani amici di Denise. Simili tragedie segnano la vita di tutti, e anche nella tragedia va dato un senso a ciò che è accaduto. Bisogna stare vicino alla famiglia e ai ragazzi”.

Morte Denise Galatà, ci sono i primi dieci indagati

Ci sono dieci indagati nell’inchiesta avviata dalla Procura di Castrovillari sulla morte di Denise Galatà, la studentessa di 19 anni finita martedì scorso nel fiume Lao, a Laino Borgo, sul Pollino, dopo essere stata sbalzata in acqua dal gommone su cui stava facendo rafting insieme a un gruppo di compagni e ad alcuni professori.

Tra gli indagati -riporta l’Ansa – ci sarebbero il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, i responsabili della “Pollino rafting” (ASD Canoa Club Lao Pollino di Laino Borgo) e sette guide della stessa società. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo.

Denise Galatà era una studente al V° anno del liceo statale “Rechichi” di Polistena, da alcuni giorni in gita d’istruzione nel Parco nazionale del Pollino, in provincia di Cosenza, con una escursione di rafting sul fiume Lao programmata dal Liceo.

Le indagini, coordinate personalmente dal procuratore capo Alessandro D’Alessio, sono condotte dai Carabinieri della Compagnia di Castrovillari e dal Comando provinciale di Cosenza.

Naufragio, media: “Ci sono indagati nell’inchiesta della Procura di Crotone”

Ci sarebbero alcuni indagati nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone per accertare eventuali responsabilità per il [presunto] mancato intervento per soccorrere il barcone carico di migranti che il 26 febbraio scorso s’infranse, a causa della forza del mare, a poche decine di metri dalla riva.

Le persone che sarebbero state iscritte nel registro degli indagati sarebbero componenti del sistema di soccorso che avrebbe dovuto essere attivato in soccorso dei migranti dopo l’individuazione dell’imbarcazione. Da qui l’iniziativa della Procura di disporre la perquisizione delle sedi di Frontex, Guardia di finanza e Guardia costiera. (Ansa)

Naufragio, la Procura di Crotone fa perquisire sedi di Frontex, Finanza e Guardia costiera

Inchiesta su morte Denise, procuratore di Castrovillari D’Alessio segue personalmente gli sviluppi

Denise Galatà (TikTok)

“Nel pomeriggio del 30 maggio 2023, la Centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Castrovillari ha ricevuto la segnalazione della scomparsa di Denise Galatà, classe 2004, effettuata da una delle guide che erano presenti durante l’escursione di rafting sul fiume Lao partita da Laino Borgo con arrivo a Laino Castello”. Inizia così il comunicato diffuso dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Alessandro D’Alessio, in merito alla tragica escursione di rafting sul fiume Lao in cui ha perso la vita Denise Galatà.

“La ragazza – spiega D’Alessio – faceva parte di un gruppo di 40 persone, composto da altri 35 studenti e 4 insegnanti del Liceo Statale Giuseppe Rechichi di Polistena (RC) che aveva organizzato l’escursione con la ASD Canoa Club Lao Pollino di Laino Borgo. Durante la gita scolastica, per cause in corso di accertamento, la giovane cadeva nel fiume Lao da uno dei 7 gommoni guidati da 9 istruttori”.

“Il piano di ricerche – continua – è stato immediatamente avviato e le attività, condotte fino al calare della luce, sono state condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza congiuntamente ai Vigili del Fuoco ed al Soccorso Alpino Calabria, con l’impiego anche di un elicottero dell’Aeronautica Militare. Dopo aver individuato il luogo in cui è partita la segnalazione, i militari dell’Arma ed il personale specializzato hanno recuperato tutti i partecipanti all’escursione, aiutandoli a risalire la ripida sponda del fiume con le corde, e contestualmente hanno battuto la zona per la ricerca dell’unica studentessa che mancava, ritrovando solo il gommone sul quale sedeva”.

“Le operazioni di rintraccio – prosegue il procuratore – sono poi riprese all’alba del 31 maggio 2023, impiegando anche i droni dei Carabinieri Forestali. Nel primo pomeriggio, il personale specializzato dei Vigili del Fuoco che nel frattempo a bordo dei gommoni stava attraversando il percorso fluviale, ha rinvenuto il corpo esanime della ragazza”.

Le indagini in corso – continua il magistrato – riguardano sia l’accertamento preciso delle cause della morte di Denise Galatà, sia l’esatta ricostruzione della dinamica dell’incidente e della programmazione ed esecuzione dell’attività nel corso della quale si è verificato il decesso”.

“Con immediatezza si procederanno a tutti gli accertamenti, anche tecnici, necessari per acquisire gli elementi informativi sui temi sopra indicati. In via assolutamente primaria saranno svolti gli accertamenti medico-legali per consentire la più rapida restituzione possibile della salma della povera vittima ai suoi familiari”.

“Tali indagini sono già in corso dal momento della comunicazione della scomparsa della giovane e vedono impegnati i Carabinieri di Castrovillari e sono seguite, in ogni loro sviluppo ed al fine di garantirne la dovuta celerità, direttamente dal Procuratore della Repubblica”, conclude D’Alessio.

Naufragio, la Procura di Crotone fa perquisire sedi di Frontex, Finanza e Guardia costiera

La Procura della Repubblica di Crotone ha disposto delle perquisizioni nelle sedi di Frontex, della Guardia di finanza e della Guardia costiera. Lo riporta l’Ansa

L’attività, eseguita dai carabinieri, si inquadra nell’ambito dell’inchiesta sul naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso davanti la costa di Steccato di Cutro in cui sono morte 94 persone.

Il sostituto procuratore Pasquale Festa, titolare dell’inchiesta, ha delegato le perquisizioni ai carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale di Crotone.

Gli inquirenti, che da circa tre mesi indagano sul naufragio, cercano di ricostruire esattamente l’accaduto. Sotto le lenti dei magistrati ci sono in particolare le comunicazioni tra l’agenzia europea e i due corpi militari e marittimi dello Stato italiano.

Scamparsa donna incinta, è omicidio. Fermato il fidanzato

Alessandro Impagnatiello, il presunto assassino di Giulia Tramontano

Giulia Tramontano, la ragazza incinta di sette mesi, scomparsa a fine maggio, è stata uccisa a coltellate. A ucciderla, secondo le indagini delle forze dell’ordine, sarebbe stato il fidanzato,
Alessandro Impagnatiello, barman ventinovenne.

Il giovane è stato fermato. Secondo l’accusa, sarebbe stato lui a colpire a morte la compagna incinta di sette mesi. Il presunto assassino avrebbe anche falsificato un test del Dna per dimostrare alla collega con cui aveva un’altra storia all’insaputa della vittima che il figlio che portava in grembo Giulia Tramontano non era suo.

L’altra donna, una inglese che lavorava con lui in un bar, però, aveva scoperto la falsificazione. Da lì il chiarimento tra le due donne, avvenuto sabato pomeriggio nel locale milanese, senza che il 30enne fosse presente. La collega, a cui Impagnatiello era sentimentalmente legato da un anno, preoccupata per Giulia le avrebbe anche offerto ospitalità. “Se hai problemi – le avrebbe detto – puoi venire a stare da me”.

La 29enne incinta, però, è rientrata a casa, a Senago, dove l’aspettava il compagno, che – a quanto emerge – dopo due anni e mezzo voleva interrompere la relazione con lei. Lo ha fatto, alla fine, uccidendola nel loro appartamento, tra le 19 e le 20.30 di sabato sera.

Il barman avrebbe anche raccontato che a estrarre per prima il coltello, forse per farsi male, sarebbe stata la 29enne incinta. Potrebbe trattarsi, però, di una delle presunte menzogne raccontate da Impagnatiello. L’uomo, dove aver ucciso la compagna, avrebbe anche mandato messaggi dal numero di cellulare di lei. Tra loro anche la collega italo-inglese, che durante tutta la serata ha scritto a Giulia per avere sue notizie.

“Lasciami in pace, ti ho mentito”, è la risposta in serata dal telefono della 29enne, ma scritta dal compagno che l’avrebbe uccisa prima.

Nessuno la conosce, nessuno l’ha vista. La giovane cameriera italo inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione, non sembra essere un volto familiare nel quartiere dove vive. “Non la conosciamo, non l’abbiamo mai vista”, è il coro unanime dei vicini di casa del condominio dove abita la giovane, poco più che ventenne, un monolocale al secondo piano di una casa di ringhiera alla periferia Nord-Ovest di Milano. Qualcuno ammette di averla incrociata “una volta, forse due”, c’è chi spiega che “andava sempre di corsa” ma nessun dettaglio in più emerge da chi vive a pochi metri da lei.

Né la lavanderia accanto al palazzo né il ristorante di fronte l’hanno mai vista. “Lui è quello che ha ammazzato la ragazza incinta di Senago” dice la cliente di un ristorante guardando la foto del 30enne. Ma della ragazza nessuna traccia. La ventenne, che vive da un annetto in affitto nel monolocale, resta irreperibile.

“Non ci troviamo purtroppo a fare il punto soltanto su un omicidio”. Impagniatiello “non è soltanto un assassino, ma un assassino che ha ucciso la persona che dichiarava di amare e che portava in grembo il figlio che stava per nascere” ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Iacopo Mannucci Benincasa, durante la conferenza stampa convocata in procura a seguito del ritrovamento del corpo della 29enne e del fermo del suo compagno per omicidio premeditato.

“Un figlio – ha osservato il comandante – che la legge ancora non riconosceva come tale, e quindi l’omicidio è della donna, ma in realtà si tratta di un feto che forse con un parto cesareo sarebbe potuto nascere già di per sé”. Impagnatiello “non solo non ha esitato a uccidere, come la ricostruzione e le indagini dimostrano, ma si è accanito su questo corpo, tentando di disfarsene, dandole fuoco. Io credo che non si possa parlare soltanto di un assassino”, ha poi ribadito il comandante.

“È come se stesse pian pianino uscendo da un’allucinazione, da una situazione di cui ha iniziato probabilmente a rendersi conto ieri sera” ha detto il legale dell’uomo, l’avvocato Sebastiano Sartori. Il legale di fiducia, nominato nei giorni scorsi, quando Impagnatiello non era ancora indagato per l’omicidio, è in contatto con la mamma e il fratello del 30enne. I familiari – racconta l’avvocato – hanno subito uno “choc enorme, sono distrutti”.

Il cadavere di Giulia Tramontano trovato non lontano da casa. Le “incongruenze” del fidanzato

Il cadavere di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese scomparsa dai radar familiari da sabato 27 maggio, è stato trovato non lontano dalla sua abitazione a Senago (Milano). A far recuperare il corpo senza vita della donna è stato il fidanzato e futuro padre del bimbo che portava in grembo, Alessandro Impagnatiello. È crollato nella notte durante l’interrogatorio, fino a confessare l’omicidio. L’uomo, 30 anni e barman in hotel di lusso a Milano, è accusato di omicidio aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e per l’occultamento del cadavere della compagna, che lavorava come agente immobiliare ed era originaria di Sant’Antimo, nel Napoletano.

La svolta in questa storia – cominciata con una denuncia di scomparsa presentata da Impagnatiello presso i carabinieri domenica sera (28 maggio) – arriva tra il pomeriggio di mercoledì e la notte di giovedì. Gli investigatori escludono alcune piste e si concentrano su altre: viene meno l’idea dell’allontanamento volontario dopo un grave litigio col fidanzato, l’uomo aveva detto che mancavano passaporto e bancomat. In quel momento resta la possibilità del gesto estremo ma alcune incongruenze lasciano aperta la possibilità dell’omicidio. E la procura di Milano va in quella direzione. Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo iscrivono nel registro degli indagati – per omicidio aggravato – il 30enne. A quel punto sull’appartamento in via Novella 14/A che i due giovani condividevano, mai perquisito fino a quel momento, vengono messi i sigilli e arriva la Sezione investigazione scientifiche dei carabinieri, per fare rilievi e accertamenti.

Tracce biologiche, forse sangue, vengono trovate nell’auto dell’uomo, un Volkswagen T-Roc. Nel frattempo le ricerche della ragazza proseguono per mano dei vigili del fuoco, dei carabinieri di Rho e di Milano, della protezione civile, con cani ed elicotteri, con la certezza che il corpo si trovi in una determinata area tra il parco delle Groane, il canale Villoresi, un campo da baseball e aree boschive distanti circa un chilometro e mezzo dalla casa dei due. Intorno all’una di notte giovedì il cadavere di Giulia Tramontano viene ritrovato in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina. È Impagnatiello a indicare dove cercare: la salma è nascosta dalla vegetazione e, secondo le prime informazioni, presenta segni di bruciature.

La doppia vita del fidanzato: il possibile movente
L’omicidio sarebbe maturato in un contesto di bugie e tradimenti. Alessandro Impagnatiello, attualmente barman presso Armani Bamboo Bar, stando ai riscontri dei militari, aveva una doppia vita. Sarebbe stata proprio l’amante, una collega, a chiedere al 30enne di incontrare la compagna 29enne, proprio l’ultimo sabato di Giulia Tramontano, per una sorta di incontro chiarificatore dai contorni ancora non ben definiti. Entrambe le donne, prima ignare l’una dell’altra dallo scorso aprile avrebbero iniziato ad avere sospetti. Dopo quell’incontro, Tramontano sarebbe tornata e si sarebbe sfogata con la madre e la sorella. Ci sarebbe anche una telecamera che riprende la ragazza ancora in vita nella serata di sabato, intorno alle 20. Poi da quella sera, dopo alcune attività al telefono – il messaggio a un’amica: “Sono turbata, vado a dormire” -, il buio.

A questo punto c’è un vuoto. Domenica la famiglia della ragazza comincia a preoccuparsi per il suo silenzio prolungato. La 29enne, da cinque anni a Milano, telefonava puntualmente la mamma ogni domenica mattina ma non lo aveva fatto. E il cellulare era sempre spento. Inizia la messinscena di Impagnatiello che va a fare denuncia di scomparsa. Dice di aver trascorso con lei la serata di sabato, di essere uscito domenica mattina per andare al lavoro, mentre lei ancora dormiva, ma di non averla ritrovata al suo ritorno. Oltre a Giulia, da casa, secondo il fidanzato, erano spariti 500 euro, il passaporto della donna e il bancomat.

Le incongruenze nel racconto del fidanzato e l’omicidio
Dalla denuncia del 30enne, però, emergono alcune incongruenze. All’inizio parla di un luogo con un indirizzo inesistente dove secondo lui sarebbe andata la fidanzata. Poi quello strano silenzio della 29enne per tutta la giornata di domenica. Ma anche il ‘silenzio’ dei tabulati e dei movimenti bancari. Anche la storia del passaporto sembra confutata dalla mancanza di prenotazioni di voli e hotel. La famiglia di Tramontano raggiunge Milano per unirsi alle ricerche. Ci sono anche momenti di tensione tra i parenti della ragazza e il 30enne, fuori dall’abitazione di Senago. I giorni passano e nel frattempo si attiva la macchina per la ricerca di persone scomparse con associazioni specializzate e tam tam sui social.

Tutto inutile: perché Giulia Tramontano non è scomparsa ma è stata uccisa. Gli accertamenti di procura e carabinieri proseguono. Si indaga per capire se qualcuno possa aver aiutato il 30enne. E per ricostruire proprio quel ‘buco’ di ore, tra sabato sera e domenica mattina, quando il barman va via per andare a lavorare. Le ore durante le quali l’uomo ha ucciso e nascosto il corpo della donna e di suo figlio.

Playout Serie B, grande attesa per Brescia Cosenza. I Lupi in vantaggio per 1-0

Nasti in azione in Cosenza-Brescia

Grande attesa per la gara di ritorno tra Brescia e Cosenza valevole per i playout di serie B. La gara di andata al Marulla è stata incamerata dai Lupi per 1-0 con una rete del solito e bravo Nasti.

Stasera a Brescia ci sarà il verdetto finale. Se i calabresi riusciranno a tenere testa e mantenere il risultato dell’andata resta in serie B (basta un pari con qualsiasi punteggio o la vittoria). Se dovessero vincere le “rondinelle” con lo stesso risultato si andrà ai supplementari oppure ai rigori. Se invece malauguratamente il Cosenza dovesse perdere con un risultato minimo di 2-0 la squadra di Viali è condannata alla retrocessione in C, col Brescia in salvo. Sono circa un migliaio i tifosi cosentini al seguito della squadra del cuore a Brescia. Allo stadio Rigamonti l’inizio della gara è alle 20:30.

I Lupi si trovano già in Lombardia con mister Viali che ha convocato la rosa rossoblù. A disposizione del mister ci sono:

Portieri

1. Micai
12. Lai
77. Marson

Difensori

3. Rispoli
5. Rigione
11. D’Orazio
13. Meroni
15. Vaisanen
23. Venturi
27. Martino
33. La Vardera

Centrocampisti

4. Brescianini
6. Calò
7. Kornvig
17. Praszelik
34. Florenzi
42. Voca
67. Prestianni
72. Cortinovis

Attaccanti

10. D’Urso
16. Finotto
20. Nasti
32. Marras
40. Zilli
48. Arioli

Playoff C, disastro Crotone. In vantaggio si fa rimontare dal Foggia e viene eliminato

Il Crotone resta in serie C. Dopo la sconfitta a Foggia per 1-0 i rossoblù hanno pareggiato nella gara di ritorno allo Scida per 2-2. Dopo il vantaggio dei calabresi per due reti a zero i pugliesi rimontano e riescono a pareggiare nel finale di gara. Un pari che significa l’eliminazione dai playoff per la serie B.

Ottimo il primo tempo, col doppio vantaggio. Era sufficiente tenere il risultato sul due a zero per proseguire nelle sfide per la promozione nella categoria cadetta, ma il secondo tempo è stato sciupato e “regalato” tutto agli ospiti che hanno rimontato le reti degli squali Cernigoi e Gigliotti, entrambe siglate nel primo tempo, con Frigerio e Beretta, siglate al 6′ e al 40′ della ripresa. Un pareggio che ha condannato il Crotone a restare in C, nonostante l’ottimo secondo posto rimediato in campionato dietro al Catanzaro, già promosso.

CROTONE: Branduani; Mogos, Golemic, Gigliotti, Giron (28’st Cuomo); Petriccione, Vitale (35’st Awua); Chiricò (28’st Carraro), D’Ursi (35’st Kargbo), Tribuzzi (38’st Crialese); Cernigoi. A disp. : Dini, Lucano, Spaltro, Papini, Calapai, Bove, D’Errico, Gomez, Pannitteri. All. Zauli

FOGGIA: Dalmasso; Kontek, Di Pasquale (1’st Rutjens), Rizzo; Bjarkason, Frigerio, Petermann (1’st Di Noia), Schenetti, Costa (46’st Markic); Peralta, Iacoponi (27’st Beretta; 43’st Vacca). A disp. : Thiam, Raccichini, Garattoni, Capogna. All. Limone (Rossi squalificato)

Arbitro: Di Marco di Ciampino
Reti: 31’pt Cernigoi (C), 46’pt Gigliotti (C), 6’st Frigerio (F), 40’st Beretta (F)
Ammoniti: Dini (C), Rutjens (F), Carraro (C), Cernigoi (C), Kargbo (C), Di Noia (F)
Note: 21’st espulso D’Errico (C) dalla panchina per proteste
Spettatori: 7.280

Morte Denise Galatà, il corpo era sott’acqua e non distante dal luogo dell’incidente

Era sott’acqua il corpo senza vita di Denise Galatà, la giovane studente che ieri pomeriggio è caduta dal gommone mentre stava facendo rafting sul fiume Lao con i suoi compagni di un liceo di Polistena.

Il ritrovamento è avvenuto a breve distanza dal punto in cui la diciannovenne era finita in acqua. Ad individuare il corpo della giovane, sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco, che già in mattinata avevano individuato il punto esatto da perlustrare.

Il corpo senza vita di Denise Galatà, secondo quanto si è appreso, si trovava ad alcuni metri di profondità nelle acque del fiume. La zona del ritrovamento, come mostrano le immagini video dei Vigili del fuoco, è molto impervia e le acque del fiume appaiono ingrossate dalle piogge dei giorni scorsi, con correnti molto forti.

L’ipotesi che appare per adesso più attendibile è che la giovane, dopo essere finita in acqua nel momento dello scontro tra il gommone sul quale si trovava e l’altro natante che procedeva più avanti, non abbia avuto la forza di riemergere e sia morta annegata, nonostante fosse equipaggiata col giubbotto salvagente.

Accertamenti in questo senso, comunque, sono stati avviati dai carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio, su delega della Procura della Repubblica di Castrovillari.

La Procura del Pollino ha disposto l’autopsia sul corpo della giovane. L’iniziativa del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Simona Manera, ha lo scopo di accertare le cause del decesso della giovane, sbalzata nel fiume dopo l’urto tra il gommone sul quale si trovava la giovane insieme ad alcuni compagni ed insegnanti e quello che lo precedeva.

Il video del recupero del corpo di Denise

Scuole in Calabria, si ritorna sui banchi il 14 Settembre. Chiusura l’8 Giugno 2024

E’ stato fissato il calendario scolastico per la Calabria. Il ritorno sui banchi di scuola è previsto per il 14 settembre e la fine è fissato per l’8 giugno 2024.

La regione Calabria, infatti, con decreto n. 40 del 31 maggio 2023, a firma del presidente Roberto Occhiuto, ha ratificato il calendario per l’anno 2023-2024 che riguarderà tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della regione. Lo comunica la vicepresidente, con delega all’istruzione, Giusi Princi.

“Abbiamo proceduto velocemente – dichiara la vicepresidente – al fine di permettere agli organi collegiali delle istituzioni scolastiche l’adozione dei provvedimenti relativi all’organizzazione e alla pianificazione delle proprie attività, nei modi e nei tempi più adeguati, dandone tempestiva informazione alle famiglie. Inoltre anche per consentire agli Enti locali di organizzare la fornitura dei servizi di loro competenza, in coerenza con la programmazione scolastica”.

Le lezioni avranno inizio il 14 settembre 2023, in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Termineranno sabato 8 giugno 2024 nelle scuole primarie (elementari), secondarie di primo grado (medie) e secondarie di secondo grado (superiori); sabato 29 giugno nella scuola dell’infanzia. Le vacanze natalizie saranno dal 23 dicembre 2023 al 5 gennaio 2024, le vacanze pasquali dal 28 marzo al 2 aprile 2024. In totale saranno 203 i giorni di lezione. Per quanto riguarda i giorni riconosciuti come festività nazionali, la regione Calabria ha riconosciuto che non si effettuino lezioni giovedì 2 novembre 2023 – commemorazione dei defunti; sabato 9 dicembre 2023 – interfestivo; lunedì 12 e martedì 13 febbraio 2024 – Carnevale; venerdì 26 e sabato 27 aprile 2024 – interfestivi.

“Ovviamente – chiarisce la vicepresidente Princi – le istituzioni scolastiche, nell’ambito della propria autonomia, potranno adattare il calendario in relazione alle esigenze che derivano dal Piano dell’offerta formativa, previa comunicazione all’ente locale, alla regione e all’Ufficio scolastico regionale, garantendo, però, il rispetto del numero dei giorni, indicati dal calendario scolastico (203), e le date di inizio e di fine anno fissate dalla Regione”.

Purtroppo non ce l’ha fatta Denise Galatà, la ragazza caduta nel fiume Lao

Purtroppo non ce l’ha fatta Denise Galatà, la ragazza diciottenne che nel primo pomeriggio di ieri è caduta nelle acque del fiume Lao dopo che il gommone su cui faceva rafting si è rovesciato.

Il corpo senza vita della giovane reggina è stato rinvenuto nella tarda mattinata di oggi, dopo incessanti ricerche. Non si conoscono ancora i dettagli del ritrovamento, ma dalle immagini pare che la sfortunata ragazza fosse impigliata tra i grossi massi che sono adagiati nel letto del fiume. I sommozzatori dei vigili del fuoco si sono adoperati per recuperare il corpo di Denise, recupero avvenuto in una zona molto impervia e con non poche difficoltà, come mostra il video.

Sarà l’autopsia a stabilire adesso le cause esatte e l’ora del decesso. Con l’esame autoptico sarà accertato se la ragazza è morta per annegamento, per ipotermia o altre cause, come per esempio un trauma. La procura di Castrovillari, che ha già aperto una inchiesta, a questo punto rubricherà l’indagine per omicidio colposo.

Carcere Vibo, detenuto incendia reparto accettazione. Intossicati 3 agenti

carcere vibo valentia

Ieri pomeriggio, nel reparto accettazione del carcere di Vibo Valentia, un detenuto con problemi di carattere psichiatrico, ha dato fuoco alla camera di pernottamento rendendo necessario lo sgombero del reparto. Gli agenti della Polizia penitenziaria hanno salvato la vita del detenuto e messo in sicurezza il reparto.

Durante l’intervento tre agenti sono rimasti intossicati dall’inalazione di fumi e hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche.

“Nel corso del recente incontro con il Prefetto di Vibo – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale – i segretari del Sappe hanno trattato proprio il tema della sicurezza e il tema dei detenuti con disagio psichiatrico, rispetto ai quali la Corte costituzionale, a gennaio dello scorso anno, ha chiaramente invitato il Parlamento a rivedere la legge di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e di istituzione delle Rems, prevedendo la diretta gestione del ministero della Giustizia, rispetto a quella attuale che è affidata alle regioni. Una scelta auspicabile, atteso che si tratta, comunque, di misure privative della libertà e non possono che essere affidate allo Stato”.

“Pertanto – concludono i due sindacalisti – chiediamo interventi immediati, necessari per una corretta gestione degli internati, alla quale va affiancata l’istituzione delle articolazioni salute mentale, laddove ancora non esistono, per la gestione di quanti non possono essere affidati alle Rems”.

Amica ragazza dispersa nel fiume Lao: “La corrente è aumentata in pochi minuti”

Le ricerche con gli elicotteri di Denise Galatà

“All’inizio le acque erano calme ma subito dopo l’intensità della corrente è aumentata. I gommoni con noi a bordo sfioravano pericolosamente enormi massi nell’alveo del fiume, fino a quando siamo sbattuti su uno di questi massi ed in tre siamo caduti in acqua”. E’ il drammatico racconto di una delle ragazze del Liceo “Giuseppe Rechichi” di Polistena che era a bordo del gommone insieme a Denise Galatà, dispersa da ieri nelle acque del fiume Lao dopo essere caduta mentre faceva rafting. Nella scuola, stamani, si respirava un clima mesto, carico di disperazione per quanto accaduto.

“Erano circa le 14.30 – racconta l’amica di Denise rientrata a Polistena all’alba – quando siamo saliti sugli otto gommoni per fare il percorso di rafting su quel fiume. Siamo arrivati un’ora prima, poi, il tempo di prepararci e indossare caschetti e salvagente e siamo saliti sui gommoni”.

Denise Galatà

“Denise – racconta la giovane singhiozzando – era sul mio gommone ed anche lei è caduta. Pensavo di morire, poi qualcuno è riuscito ad agganciarmi portandomi a riva. Vicino a me ho visto il caschetto che indossava Denise. Ho visto la morte con gli occhi, sono rinata ieri”.

La ragazza scoppia a piangere pensando a Denise: “Spero che la trovino” dice tra le lacrime. A scuola nessuno se la sente di parlare, il dramma si legge negli occhi di tutti, professori e personale Ata. Si aspetta che arrivi la dirigente scolastica ma nel frattempo si spera che possa arrivare una telefonata che annunci il ritrovamento di Denise”.

La gita sul fiume Lao era stata fatta anche negli anni scorsi ed era diventato una sorta di appuntamento fisso con l’obiettivo di conoscere le bellezze naturaliste calabresi. I 40 ragazzi erano accompagnati dalla dirigente scolastica Francesca Morabito, da due professori e dal segretario della scuola.

Intanto i carabinieri di Cassano, coordinati dalla Procura di Castrovillari, hanno sentito tutta la scolaresca di Polistena nonché gli organizzatori del rafting per acquisire quanti più dettagli possibili per ricostruire l’accaduto anche al fine di accertare eventuali responsabilità o negligenze.

Anche oggi, come ieri, l’allerta meteo è di colore giallo. Sui luoghi dei soccorsi si addensano le nuvole e piove. Elemento che rende le ricerche più complicate.

Le immagini di Denise Galatà e dei soccorsi  

Deputato ucraino accusa Zelensky di ‘alto tradimento’: “Aperto un caso”

Il deputato della Verkhovna Rada dell’Ucraina Geo Leros ha affermato che il tribunale ha ordinato all’ufficio statale del paese di aprire un procedimento penale contro il capo dello stato Volodymyr Zelensky ai sensi di norme sul tradimento. Ne ha scritto il parlamentare nel suo canale Telegram citato da Gazeta.ru e ripreso da altri canali.

“Hanno ordinato di aprire un procedimento penale ai sensi dell’articolo “alto tradimento” contro Zelensky e compagni! Permettetemi di ricordarvi che l’SBU (i servizi ucraini, ndr) ha rifiutato di indagare sul tradimento di Zelensky quando ha nominato agenti dell’FSB (i servizi russi, ndr) in posizioni chiave nella SBU, ma il tribunale ci ha ordinato di inserire informazioni nel Registro unificato delle indagini preliminari e avviare l’iter per un processo”, ha detto Leros.

Secondo il parlamentare, “Zelensky e i suoi più stretti collaboratori dovrebbero essere interrogati come imputati nella nomina di agenti dell’FSB russo alla SBU”.

In precedenza, Leros aveva accusato il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, di appropriazione indebita della quota di Viktor Medvedchuk, presidente del Consiglio politico della Piattaforma di opposizione – Per la vita (OPPL), in una holding di costruzioni. Il deputato ha aggiunto di aver già inviato una dichiarazione all’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (NABU) accusando Yermak.

 

L’atto del tribunale postato dal parlamentare ucraino

Ecco la traduzione dall’Ucraino all’Italiano del documento giudiziario mostrato dal parlamentare della Rada Geo Leros

“TRIBUNALE DISTRETTUALE DI PECHERSK

Procedimento n° 757/2124/23-K

Approvato nel nome dell’Ucraina

In data 30 Maggio anno 2023 dal giudice del Tribunale distettuale di Pechersk di Kiev Ostapchnk T.V. e il cancelliere Linar K.S.

Con partecipazione
– querelante Leros G.B.
– difensore del querelante avvocato Saienko V.V.

Dopo il dibattimento in una pubblica udienza presso l’aula del Tribunale di Kiev relativo alla denuncia del querelante Leros Geo Barratovych sull’inerzia dell’investigatore in merito al mancato inserimento di informazioni nell’Edpr secondo la denuncia del 26 Aprile anno 2023 n° 23d9/7-2023/88809

Disciplinato dall’articolo 376 del Codice Penale dell’Ucraina, il Giudice ha
DECISO

Riguardo alla denuncia del 26 Aprile anno 2023 n° 23d9/7-2023/88809 sull’inerzia dell’investigatore in merito al mancato inserimento di informazioni nell’Edpr

Ordina le persone autorizzate dell’Ufficio investigativo statale ad inserire informazioni nel registro unico delle indagini preliminari della denuncia di Leros Geo Barratovych del 26 Aprile anno 2023 n° 23d9/7-2023/88809

Di reati commessi e ad avviare una indagine preliminare di cui informare il richiedente.

La richiesta del ricorrente non è soggetta ad appello

La sentenza definitiva sarà resa nota il 2 Giugno anno 2023 ore 13:50

Giudice, firma autenticata – Ostapchnk T.V.”

 

 

Ragazza dispersa nel Lao, il ministro dell’Istruzione: “Accertare adozione misure di sicurezza”

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara

In riferimento al caso della studente dispersa, Denise Galatà, in seguito all’incidente accaduto sul fiume Lao durante una escursione di rafting avvenuta nell’ambito di una gita scolastica in Calabria, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha fatto sapere di seguire la situazione da vicino.

Il ministro ha già chiesto all’Ufficio scolastico regionale della Calabria di “fare adeguati accertamenti per verificare che tutte le misure di sicurezza siano state adottate”.

La ragazza, di diciotto anni, frequenta la classe V del Liceo Rechichi di Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Da alcuni giorni con circa 35 compagni e quattro tra docenti e funzionari, Denise Galatà era andata a fare una gita sul Parco nazionale del Pollino, che prevedeva appunto una escursione di rafting sul fiume Lao.

Denise Galatà (TikTok)

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