12 Ottobre 2024

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Morte Berlusconi, il cordoglio del Papa, di istituzioni e mondo politico

Unanime il cordoglio del mondo politico per la scomparsa di Silvio Berlusconi, morto oggi all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato. Da maggioranza e opposizioni i messaggi di vicinanza al dolore della famiglia.

Papa Francesco ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia di Silvio Berlusconi per la scomparsa dell’ex premier. Bergoglio ha espresso “sentita partecipazione al lutto per la perdita di un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica”. “Sua Santità – sottolinea il telegramma – invoca dal Signore la pace eterna per lui e la consolazione del cuore per quanti ne piangono la dipartita. Mi unisco al cordoglio con un fervido ricordo nella preghiera”.

“Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane”. Lo dice il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un messaggio per la morte del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

“Berlusconi – dice il presidente Mattarella – è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua “discesa in campo”, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo. La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo”.

Per il capo dello Stato, Berlusconi “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica. E’ stato una persona dotata di grande umanità e un imprenditore di successo, un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni. E’ stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano”.

“Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia solidarietà ai figli, a tutti i familiari, al suo partito, a coloro che più gli sono stati vicini nella vita e nell’ultima battaglia contro la malattia, combattuta con coraggio ed esemplare ottimismo”, conclude Mattarella.

“Io sono stato un amico personale e per me è stato una sorta di fratello maggiore, anche se lui non piaceva, perché mi considerava un suo coetaneo, pur avendo 16 anni di più”.

Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricordando Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con il Tg1.

Per decisione del Presidente del Senato La Russa, bandiere a mezz’asta a Palazzo Madama e negli altri edifici che ospitano gli uffici del Senato, in segno di lutto per la scomparsa di Berlusconi.

“Con profondo dolore ho appreso la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi, un protagonista assoluto della storia economica, industriale e politica italiana, europea e internazionale. Ai suoi familiari, ai suoi cari, al partito di Forza Italia e a coloro che lo hanno sempre considerato un punto di riferimento esprimo i sentimenti del più profondo cordoglio”. Lo ha detto il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

“Oggi ci saluta un grande italiano. Uno dei più grandi di sempre, in tutti i campi, da tutti i punti di vista, senza eguali. Ma soprattutto oggi perdo un grande amico. Sono distrutto e piango raramente, oggi è uno di quei giorni – scrive Matteo Salvini sui social – Conservo come un dono prezioso il valore della tua amicizia, i tuoi consigli, la tua generosità, il tuo rispetto, il tuo genio, i tuoi rari e affettuosi rimproveri subito seguiti da complimenti e attenzioni uniche. Hai fatto tanto per l’Italia e per gli Italiani, lasci un vuoto difficile da colmare, da oggi dedicheremo ogni nostro sforzo e tutto il nostro impegno per proseguire le mille strade che hai per primo visto e tracciato. Il più grande patrimonio che lasci su questa terra, che sono la tua splendida famiglia e i tuoi affetti, varranno mille vite ancora. Buon viaggio Silvio, amico mio”.

Il leader della Lega non nasconde la commozione al Tg1: “Al di là della grandezza politica, imprenditoriale, sportiva, di Berlusconi c’è l’aspetto umano, l’immensa generosità, l’affetto…”. “Non aveva mai digerito – ricorda – la mia barba, alla fine se la faceva andare bene, per il mio compleanno mi aveva regalato un set di camicie blu, perché mi diceva togliti quel bianco…”. “Berlusconi mancherà. Un grande uomo, anche gli avversari ne riconoscano l’unicità”, aggiunge Salvini.

“Il patrimonio che lascia non è un patrimonio economico, ma di affetti. La prima cosa di cui mi parlava era la famiglia, per i figli… Ci siamo sentiti – ricorda – sabato sera, dopo la partita dell’Inter, alle 11 di sera, stava lavorando, per le europee, per Fi, per il governo”. “Mi ha detto – conclude – mi raccomando tante opere che ho cominciato io finitele voi, e quindi sarà più difficile mettere d’accordo tutti, cercheremo umilmente di portare avanti il lavoro”.

In un video messaggio il cordoglio e il ricordo della premier Giorgia Meloni. ”Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente, era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono stati esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell’impresa”, le parole del presidente del Consiglio. Con lui ”l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti, ha imparato che non doveva mai darsi per vinta”, dice la premier. “Con Berlusconi abbiamo combattuto, vinto, perso, molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati. Addio Silvio”.

Dichiara in una nota Maurizio Lupi, di “Noi Moderati”: “Silvio Berlusconi ci mancherà. Molto. Ci mancherà il suo genio, la sua simpatia, la sua intelligenza politica, la sua energia, la sua umanità. Personalmente mi mancherà la sua amicizia. Imprenditore, editore, uomo politico, ha cambiato questo Paese. È presto per capire quale sarà la sua eredità politica e culturale. L’Italia perde un grande protagonista della sua storia. Sono vicino alla sua famiglia, con la preghiera e con l’affetto che ho sempre avuto per quello che ho sempre chiamato, e che resta anche ora, il presidente”.

“Di fronte alla scomparsa di Silvio Berlusconi vogliamo far arrivare tutta la nostra vicinanza al dolore della sua famiglia, dei suoi cari e di tutta Forza Italia, così come vogliamo che arrivi al Governo e alle forze di maggioranza – afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein – Con la morte di Silvio Berlusconi si chiude un’epoca. Tutto ci ha divisi e ci divide dalla sua visione politica, resta però il rispetto che umanamente si deve a quello che è stato un protagonista della storia del nostro Paese. Le più sentite condoglianze da parte del Partito Democratico”. In segno di rispetto per la scomparsa di Berlusconi il Partito Democratico ha deciso di rinviare la Direzione prevista per oggi.

Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, scrive sui social: “Silvio Berlusconi è stato un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia. Ha acceso e polarizzato il dibattito pubblico forse come nessun altro, e anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati il coraggio, la passione, la tenacia. In questo momento di profondo dolore tengo a far pervenire ai suoi cari e alla sua famiglia il sincero e rispettoso cordoglio mio e del Movimento 5 Stelle”.

“Silvio Berlusconi ha fatto la storia in questo Paese. Tanti lo hanno amato, tanti lo hanno odiato: tutti oggi devono riconoscere che il suo impatto sulla vita politica ma anche economica, sportiva, televisiva è stato senza precedenti. Oggi l’Italia piange insieme alla famiglia, ai suoi cari, alle sue aziende, al suo partito”, il post di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. “A tutti quelli che gli hanno voluto bene il mio abbraccio più affettuoso e più sincero. In queste ore porto con me i ricordi dei nostri incontri, dei tanti consigli, dei nostri accordi, dei nostri scontri. Ma soprattutto di una telefonata in cui Silvio, non il Presidente, mi ha fatto scendere una lacrima parlando della mamma. Ci mancherai Pres, che la terra ti sia lieve”.

“Esprimo le condoglianze mie e di Azione alla famiglia e alla comunità di Forza Italia, per la morte di Silvio Berlusconi. Ha lottato fino alla fine contro la malattia con un coraggio incredibile. Riposi in pace”, le parole di Carlo Calenda, di “Azione”.

“Con Silvio Berlusconi ci siamo trovati su posizioni diverse sul piano delle idee e della cultura politica. E’ stato un protagonista della storia politica del nostro paese. Con rispetto, rivolgiamo alla sua famiglia, forza politica e comunità le nostre condoglianze”, il post su Facebook di Angelo Bonelli, dei Verdi-Sinistra. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Nicola Fratoianni. 

Cordoglio dall’Ue

“Sono addolorata per la notizia della scomparsa dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ha guidato l’Italia in un momento di transizione politica e da allora ha continuato a plasmare il suo amato Paese. Porgo le mie condoglianze alla sua famiglia e al popolo italiano”, scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Da Bruxelles, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha ricordato “il combattente che ha guidato il centro-destra e che è stato protagonista della politica in Italia e in Europa per generazioni. Padre, imprenditore, eurodeputato, Presidente del Consiglio, senatore. Ha lasciato il segno e non sarà dimenticato. Grazie Silvio”.

Per il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni “con Silvio Berlusconi scompare un leader che ha lasciato un segno profondo nell’Italia degli ultimi decenni. Per tutti, oggi è il momento del cordoglio, della vicinanza alla sua famiglia e alla comunità di Forza Italia”.

Anche i Popolari europei, gruppo politico di cui fa parte Forza Italia nelle istituzioni Ue, si sono uniti al cordoglio: “Oggi piangiamo la scomparsa di Silvio Berlusconi. È stato il fondatore e leader di Forza Italia, il più longevo Presidente del Consiglio italiano nel dopoguerra e una forza trainante nella nostra famiglia politica. Il nostro cordoglio e le nostre condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”, si legge si Twitter. E il leader del Ppe Manfred Weber si è detto “addolorato per la scomparsa di Silvio Berlusconi”, aggiungendo che “il mio pensiero va alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile. Non dimenticheremo l’energia e la dedizione con cui ha lavorato per la sua amata Italia, per la sua famiglia politica e per i suoi ideali europei. Riposa in pace”.

Vladimir Putin: “Silvio Berlusconi è stato un uomo caro e un vero amico”

“Per me Silvio è stato un uomo caro e un vero amico”. Lo ha detto, citato dalla Tass, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin in un messaggio di cordoglio all’Italia per la scomparsa dell’ex premier e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi.

“Ho sempre ammirato sinceramente – ha aggiunto – la sua saggezza e la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili. Durante ciascuno dei nostri incontri, sono stato letteralmente colpito della sua incredibile vitalità, ottimismo e senso dell’umorismo”, ha proseguito Putin. “La sua morte è una perdita irreparabile”.

Secondo Putin, Berlusconi era “una persona straordinaria alla quale sono stati associati gli eventi più importanti della storia recente dell’Italia”.

“Un vero patriota, Silvio Berlusconi ha sempre messo al di sopra di ogni cosa gli interessi del suo Paese. Essendo stato alla guida del Consiglio dei ministri e ricoprendo per molti anni altri importanti incarichi di governo, ha fatto molto per lo sviluppo economico e sociale del suo Paese e per la sua posizione più solida in Europa e nell’arena mondiale”, ha detto Putin. “Credo che Berlusconi fosse giustamente considerato il patriarca della politica italiana e godesse di un alto prestigio internazionale”.

Il leader russo ha richiamato l’attenzione in particolare sul fatto che Berlusconi ha dato un contributo personale davvero inestimabile allo sviluppo del partenariato italo-russo reciprocamente vantaggioso.

“In Russia, Silvio Berlusconi sarà ricordato come un sostenitore coerente e di alto principio del rafforzamento delle relazioni amichevoli tra i nostri paesi”, sostiene Putin.

“Auguro a tutti forza d’animo di fronte a questa grande perdita”, ha scritto Putin nel messaggio indirizzato al capo dello Stato Mattarella e rivolto alla famiglia.

Berlusconi e Putin
Putin e Berlusconi si sono incontrati per la prima volta al vertice del G8 a Genova nel 2001. Nel corso degli anni hanno tenuto dozzine di incontri individuali di cooperazione in vari forum internazionali in Russia, in Italia e in molti altri paesi. Putin e Berlusconi non solo hanno lavorato insieme, ma sono stati in rapporti amichevoli per più di 20 anni.

Spara contro conoscenti ma l’arma s’inceppa, in carcere 25enne

I carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura, un 25enne, A.A., già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di duplice tentato omicidio.

L’uomo, il 7 giugno scorso, verso le 15, all’altezza di via del Progresso, si è presentato ad un appuntamento programmato con altre due persone e, secondo l’accusa, avrebbe estratto una pistola e, puntandola contro i due, ha provato a sparare non riuscendovi perché l’arma si è inceppata. Quindi si è allontanato a bordo della propria auto.

Dai primi accertamenti svolti, i motivi di tale gesto, secondo gli investigatori, sarebbero riconducibili a dissidi di natura familiare, in seguito ad una relazione sentimentale che l’uomo aveva con una parente delle vittime. Nel sopralluogo effettuato sul luogo, i carabinieri hanno trovato una cartuccia di pistola, calibro 7.65 inesplosa, con innesco percosso, a riprova, secondo gli investigatori, che l’azione di fuoco non si sarebbe verificata a causa dell’inceppamento dell’arma.

Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme e condotte dalla Compagnia carabinieri, condotte con l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, dei tabulati telefonici, nonché servizi di osservazione e pedinamento, avrebbero consentito di raccogliere indizi di colpevolezza a carico del 25enne che è stato successivamente localizzato, nella notte dell’11 giugno, nel rione Ciampa di Cavallo. L’indagato è stato quindi arrestato e portato nel carcere di Catanzaro.

E’ morto Silvio Berlusconi, per 30 anni leader indiscusso della politica italiana

Silvio Berlusconi è morto stamattina all’ospedale San Raffaele di Milano dov’era ricoverato dallo scorso venerdì per complicanze dovute alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da qualche mese. L’ex premier e leader di Forza Italia aveva 86 anni. Era stato ricoverato per 45 giorni tra aprile e maggio, poi lo scorso fine settimana un nuovo ricovero che non ha superato. I primi ad arrivare in ospedale il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio Berlusconi, a seguire Eleonora e Luigi. La camera ardente dell’uomo che ha cambiato il corso della storia politica dal 1992 forse non ci sarà. Per il Cavaliere mercoledì ci saranno funerali di Stato in piazza Duomo, a Milano, giornata in cui è stato decretato il lutto nazionale.

Per tre decenni Berlusconi è stato un grande protagonista e un grande leader, caparbio, tenace, carismatico. A lui va il merito di aver fondato il centrodestra e di aver inaugurato la seconda Repubblica con il sistema bipolare. Imprenditore di successo, ha fondato il suo impero economico dapprima come costruttore, poi fondando la holding Fininvest e Mediaset, la tv commerciale. Entrambe oggi passati nelle mani dei figli Marina e Piersilvio. Infine come editore, acquisendo case editrici come Mondadori. Insomma un impero che gli ha consentito di essere tra gli uomini più ricchi d’Italia. Ma anche dominatore nel mondo del calcio, con le coppe e gli scudetti vinti dal suo Milan, prima di vedere il club rossonero per acquistare il Monza.

La sua parabola politica iniziò nei primi anni ’90, quando (nel 1993) fondò Forza Italia e “scese in campo”: memorabile fu l’annuncio in diretta tv in cui citò quella metafora calcistica. Anticipò la sua discesa alle prime elezioni dirette dei sindaci, nel ’93, quando nello scontro amministrativo tra Fini e Rutelli a Roma, il cavaliere uscì pubblicamente affermando che “se fossi residente a Roma voterei per Fini”, allora segretario nazionale del Movimento sociale italiano, unico partito (insieme ai comunisti) rimasto in piedi dalle ceneri di Tangentopoli, ma che a differenza dei comunisti, non aveva mai gestito nulla.

Erano gli anni post-tangentopoli in cui il pool di Mani pulite spazzò via tutti i partiti tradizionali, come la Dc, il Psi e altri, tranne appunto il Pci che non era mai stato a palazzo Chigi ma gestiva quasi tutto il potere locale, dai comuni alle province alle proloco, per intenderci, con un apparato strutturato in larga parte dei gangli vitali del paese. Pool di toghe che spazzò via anche protagonisti della prima Repubblica come Bettino Craxi, testimone di nozze e molto amico del cavaliere, che divenne suo erede politico in quanto anticomunista come lo era Bettino.

A Marzo 1994 Berlusconi vinse le elezioni politiche e divenne per la prima volta presidente del Consiglio dei ministri. Con lui era stata inaugurata la Seconda Repubblica. Vinse le elezioni appoggiato dalla Lega Nord di Bossi, da Segni, dai centristi di Casini fino all’Msi di Fini.

Una discesa in campo, premiata dagli elettori che videro la novità di un imprenditore di successo che poteva far bene per l’Italia, ma che ha subito trovato acerrimi avversari, soprattutto nel Partito comunista e in certa magistratura di sinistra. Lo stesso Massimo D’Alema, anni dopo ammise che l’opera dei magistrati milanesi di Mani pulite in sostanza doveva servire ad aprire le porte di palazzo Chigi ai comunisti, ma “mai ci aspettavamo la discesa in campo di Berlusconi”.

Nel novembre del 1994, dopo pochi mesi di governo, Silvio Berlusconi ricevette il famoso (e primo) avviso di garanzia a mezzo stampa (Corriere della Sera) in pieno G8 a Napoli dove i grandi della Terra si erano riuniti per parlare, fra l’altro, di contrasto alla criminalità. Quell’avviso a comparire era stato emesso dalla Procura della Repubblica di Milano, la stessa che negli anni a venire diede appunto filo da torcere a Berlusconi, l’uomo che durante la sua carriera ha subìto un accanimento giudiziario senza precedenti; venne indagato decine di volte per inchieste da cui venne sempre assolto. Una sola condanna per frode fiscale, che gli costò il posto da senatore e la pena scontata ai servizi sociali.

Passerà poco tempo e cominciano le prime frizioni all’interno del centrodestra, con l’allora leader della Lega Nord Umberto Bossi che proprio sulla prima questione giudiziaria di Berlusconi ritirò sostegno e delegazione al governo e fece cadere il primo esecutivo Berlusconi, costretto a dimettersi a dicembre dello stesso anno. Scalfaro al Quirinale, il governo B. venne sostituito il mese successivo, nel gennaio 1995, con un governo tecnico guidato da Lamberto Dini con la Lega di Bossi che votò la fiducia in parlamento.

Nel 1996 ci furono nuove elezioni politiche con il centrosinistra che schierò Romano Prodi. Era l’alba di un sistema bipolare con il pentapartito che fu archiviato dagli eventi. Una forte demonizzazione mediatica mise Berlusconi alla “gogna” e gli elettori premiarono Prodi appoggiato dal Pds, Dini, Popolari, Verdi e altri che componevano il nascente Ulivo. Il centrodestra si presentò senza la Lega, con soltanto FI, AN, CCD-CDU, in una sigla il “Polo delle Libertà”.

Un governo, quello di Prodi, imploso poi sotto diverse contraddizioni interne. L’esecutivo del leader bolognese cadde nel 1998, anno in cui la maggioranza parlamentare restò comunque di centrosinistra (con la Lega che prese circa il 10%) e si trovò una maggioranza a sostegno di Massimo D’Alema, allora segretario del Pds, diventato premier; un ruolo ricoperto dal 21 ottobre 1998 al 26 aprile 2000, periodo delle riforme costituzionali e della nota Bicamerale, fatta poi saltare dal capo del centrodestra.

Il 2001 il centrodestra si evolve nella Casa delle Libertà e il centrosinistra consolida l’Ulivo. Vinse di nuovo Silvio Berlusconi. E’ la prima volta che una coalizione vincente resta al governo per quasi 5 anni, dal 2001 al 2005, il più longevo dopo il governo Mussolini e dall’Unità d’Italia a oggi. A seguito della sconfitta subìta dai partiti al governo, alle elezioni regionali italiane del 2005, l’UDC, Nuovo PSI e Alleanza Nazionale ritirarono le loro delegazioni e ciò indusse il Presidente del Consiglio Berlusconi ad annunciare il 20 aprile in Senato la volontà di costituire un nuovo governo di fine legislatura e rassegnò al Quirinale, presidente Ciampi, le proprie dimissioni. Al governo succedette così il governo Berlusconi III che durò dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006.

Alle nuove politiche del 2006 a vincere per una manciata di voti fu ancora Romano Prodi, che aveva la maggioranza alla Camera ma non aveva i numeri al Senato. A palazzo Madama la fiducia e le leggi vennero approvate di volta in volta coi voti di senatori raccattati qua e là. Motivo per cui lo stallo al Senato costrinse Prodi a dimettersi dopo essere stato sfiduciato a gennaio 2008.

Alle politiche del 2008 vinse nuovamente Silvio Berlusconi, il quarto ed ultimo della sua lunga carriera politica. Chiamato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per essere incaricato di formare il governo, il leader del centrodestra accettò senza riserva, presentando contestualmente la lista dei ministri da nominare. L’esecutivo durerà per oltre tre anni, fino al 2011, quando dalla finanza internazionale arrivarono input per farlo cadere con la clava dello Spread. Sotto pressioni mediatiche e pressioni esterne, quel governo, l’ultimo eletto dal popolo nell’ultimo decennio, diede le dimissioni, sotto velate minacce che o lasciava o avrebbero preso di mira le sue aziende. Lui, obtorto collo, scelse di difendere il suo impero economico, sostenendo lo stesso establishment internazionale che pretese, con il ricatto dello spread, le sue dimissioni.

Dimissioni che diedero la sponda all’allora presidente Napolitano di formare un governo tecnico guidato da Mario Monti, appoggiato appunto anche da Forza Italia, che sostenne a seguire anche tutti i governi politici, come quello di Letta, Renzi (patto del Nazareno, ndr) e Gentiloni, mai usciti dalle urne.

Siamo al 2018, e il consenso di Berlusconi e degli azzurri tende a sgonfiarsi. Il Centrodestra vinse le politiche come coalizione (Lega, FI, FdI e centristi), ma non arriva alla soglia del 40% (ottenne il 37 percento), con la Lega di Salvini che prese però il 17%, piazzandosi come primo partito dello schieramento. Una percentuale che spinse il Carroccio a fare un’alleanza con il M5s di Di Maio e Grillo, forte del 32%, con Giuseppe Conte premier. Berlusconi e Meloni dovettero digerire il rospo, ma alla fine, per superare lo stallo ed evitare il governo tecnico di Cottarelli, diedero via libera a Salvini di allearsi coi grillini. Formato il nuovo governo giallo-verde, Berlusconi e gli altri si piazzarono all’opposizione, una opposizione così per dire “leggera” per non mettere in imbarazzo il segretario leghista, alleato in moltissimi comuni e regioni.

Dopo i governi Conte II e Draghi, il secondo sostenuto da Lega e FI, ma non da FdI, lo scorso 25 settembre a trionfare, in un mare di astensione, fu Giorgia Meloni che portò Fratelli d’Italia a prendere il 26% divenendo presidente del Consiglio, tutt’ora in carica, con un governo tutto politico e di centrodestra, sostenuto da Berlusconi (che mesi fa in Senato polemizzò aspramente a distanza con la Meloni), FdI, la Lega di Giorgetti e Salvini e i centristi.

Amico personale di Vladimir Putin, fece discutere la sua uscita sul conflitto russo-ucraino: “Se Zelensky avesse cessato di bombardare il Donbass la guerra non sarebbe mai cominciata”, disse intervistato per strada.

Una perdita quella del leader del centrodestra che potrebbe ora mettere a rischio la tenuta del governo Meloni, e la vita stessa di Forza Italia, di cui il cavaliere è stato padre-padrone, senza lasciare eredi se non una sfilza di yesman che sono stati con “il Presidente” quando era potente, ma pronti ad abbandonarlo, come è successo lo scorso anno, quando costoro hanno notato il progressivo calo di Forza Italia nelle urne e la tenacia di Berlusconi a non mollare o cedere ad altri la sua creatura politica. Come per dire: “Muoia Sansone con tutti i Filistei…”.

Addio all’attore Francesco Nuti, aveva 68 anni

E’ morto stamani a Roma l’attore Francesco Nuti. Aveva 68 anni ed era malato da tempo. Lo ha reso noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. La data e il luogo delle esequie saranno rese note nelle prossime ore.

La famiglia, con un comunicato, chiede che sia rispettato il momento di grande dolore e per questo motivo non intendono rilasciare dichiarazioni.

Francesco Nuti ha vissuto due vite: la prima da attore e regista di cinema, interprete di quel tipo di commedia romantica e agrodolce che ha avuto grande presa sugli autori comici delle generazioni successive, diventando con la sua leggerezza campione di box office negli anni ’80; la seconda, ormai vittima triste della crisi del suo stesso cinema comico, segnata da un calvario di cadute, incidenti, accidenti e malattie, che dal 2006 lo hanno reso semi infermo.

Attraverso una marcata cadenza dialettale e dando vita a personaggi che giocano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all’interno della coppia, Nuti ha interpretato commedie brillanti dai toni vagamente surreali che hanno avuto un successo strabiliante negli anni ’80 grazie a film come “Io, Chiara e lo Scuro”, “Casablanca, Casablanca”, “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano”, fino a “Donne con le gonne”, fortunata pellicola che nella stagione 1991/92 batté ogni record d’incassi, segnando il momento di maggior successo nella carriera di Nuti che di quel film fu sceneggiatore, regista e attore protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.

I Giancattivi

Nato a Prato il 17 maggio 1955, esordisce come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Fu notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo vollero nel gruppo I Giancattivi, e proprio diretto da Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in “Ad ovest di Paperino” (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano.

Abbandonato il trio, con il quale si era cimentato nel cabaret e aveva partecipato a trasmissioni televisive di successo, quali, per esempio, “Non stop” (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno, inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.

Il successo negli anni Ottanta

Per la regia di quest’ultimo ha recitato in tre film che ne hanno messo in luce l’originale comicità: “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), in cui replica il personaggio del film di Benvenuti e che lo rende popolare anche grazie alla canzone “Puppe a pera”; “Io, Chiara e lo Scuro”, con Giuliana De Sio, per il quale si è guadagnato particolari consensi; e “Son contento” (1983). Sono tre pellicole che gli danno grande notorietà: in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nel secondo titolo, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.

Nuti regista

Sulla scia del successo ottenuto, Nuti ha esordito anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica, con “Casablanca Casablanca” (1985), ancora accanto a Giuliana De Sio, che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di “Io, Chiara e lo Scuro”, ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.

Sempre interprete dei suoi film, e spesso autore della sceneggiatura, Nuti si è mantenuto fedele a una comicità delicata, che però a tratti esplode in sfoghi nevrotici e attraverso la quale viene costantemente analizzato, in diversi contesti, il rapporto uomo-donna: da “Tutta colpa del Paradiso” (1985), con Ornella Nuti, a “Stregati” (1986), da “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), con la sua fidanzata Clarissa Burt, lasciata per l’attrice Isabella Ferrari che dirigerà in “Willy Signori e vengo da lontano” (1989), fino a “Donne con le gonne” (1991).

Sanremo

Nel frattempo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Sarà per te”, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, con il brano “Lasciamoci respirare”, composto dal cantautore Biagio Antonacci.

Seguono film meno baciati dal successo: “OcchioPinocchio” (1994), ambiziosa rivisitazione del burattino di Carlo Collodi; “Il signor Quindicipalle” (1998), con una prorompente Sabrina Ferilli, basato sulla passione dell’attore per il biliardo – già al centro di “Io, Chiara e lo Scuro” e “Casablanca Casablanca” -, “Io amo Andrea” (2000), da lui stesso prodotto, e “Caruso, zero in condotta” (2001). Dopo un periodo difficile, torna sul set con Benvenuti in “Concorso di colpa” (2005) di Claudio Fragasso, sua ultima interpretazione cinematografica.

Fine anni Novanta

I tiepidi consensi ai botteghini di fine anni ’90, non paragonabili ai successi del decennio precedente, provocano a Nuti una profonda depressione e problemi di alcolismo e le cronache del 2003 accennano anche a un tentato suicidio.

Ma il destino ha un’ultima beffa per lui: alla vigilia del ritorno sul set, il 3 settembre 2006, cade dalle scale della sua abitazione e sbatte la testa; ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma, a causa di un grave ematoma cranico, entra in coma, dal quale esce il 24 novembre 2006. Viene trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore (Lucca), sede di un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria e nel febbraio 2009 torna nella sua casa di Prato, assistito dal fratello Giovanni, medico e compositore, suo collaboratore in diversi film: ma non sarà più autonomo, con difficoltà serie agli arti e difficoltà di linguaggio, costretto a vivere su una sedia a rotelle.

Nel gennaio 2016 Nuti è salito alla ribalta della cronaca per una vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto suo malgrado: il suo badante georgiano di 35 anni viene denunciato per maltrattamenti nei confronti dell’attore pratese da tempo immobilizzato a letto. Un anno dopo il licenziamento, il georgiano viene arrestato perché accusato di far parte di una banda di connazionali dedita ai furti nei negozi. Nel settembre 2016 Nuti viene ricoverato nel reparto di rianimazione del Cto dell’ospedale fiorentino Careggi per una emorragia cerebrale. Negli anni successivi è stato in cliniche riabilitative a Roma. Nell’estate del 2017 la figlia di Nuti, Ginevra, nata dalla relazione con l’attrice Anamaria Malipiero, rilasciò un’intervista affermando: “Adesso che sono maggiorenne ho chiesto di essere l’unica tutrice di mio padre perché penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”.
(di Paolo Martini/Adnkronos)

Montalto Uffugo, incendio distrugge deposito di mobili

Un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato in un capannone adibito a deposito di mobili nella frazione Coretto, nel comune di Montalto Uffugo.

La struttura, di circa 3.000 metri quadrati, ha preso fuoco per cause che dalle prime informazioni sembrerebbero essere accidentali. Tuttavia non si esclude alcuna ipotesi, compreso il dolo. Indagini in questo senso sono in corso. Tutto il materiale e la merce presente all’interno sono andati completamente distrutti. Le alte temperature hanno danneggiato l’edificio determinando il crollo totale del tetto.

Sul posto stanno operando dalle 13:20 di oggi i Vigili del fuoco del Comando di Cosenza che sono giunti sul posto con autobotti ed autoscala. Proseguono al momento le operazioni di spegnimento e la bonifica nonché la messa in sicurezza del sito. A coordinare le operazioni di soccorso il funzionario del comando dei Vigili di Cosenza, architetto Gerardo Ferito.

Lutto nel mondo della Cultura, è morto il prof. Nuccio Ordine

Il professor Nuccio Ordine

E’ morto Nuccio Ordine, intellettuale, filosofo, accademico e saggista di fama internazionale nonché professore ordinario di “Letteratura italiana” presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università della Calabria.

L’accademico il prossimo 18 Luglio avrebbe compiuto 65 anni. Il docente nei giorni scorsi era stato colpito da un malore improvviso, pare un ictus, mentre si trovava nella sua casa di Rende. Soccorso dai sanitari era stato ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Terapia intensiva all’ospedale Annunziata di Cosenza. Purtroppo non ce l’ha fatta.

Nuccio Ordine, che di nome faceva Diamante, era originario della omonima cittadina tirrenica, in Provincia di Cosenza.

Nel lontano 1982 si era laureato con 110 e lode in Lettere Moderne, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, è scritto suo nel lunghissimo curriculum pubblicato sul sito dell’Unical, ateneo dove dapprima fece due dottorati di ricerca post laurea e in seguito, nel 1993, entrò come professore associato vincendo un concorso.

Sono numerose le pubblicazioni scientifiche scritte dal professor Nuccio Ordine in campo umanistico. L’intellettuale aveva intense collaborazioni all’estero insieme ad altri filosofi e luminari delle scienze umanistiche. Era conosciuto ed apprezzato come uno dei maggiori esperti dell’opera dell’astronomo, teologo e pensatore Giordano Bruno e del Rinascimento. Ordine si era aggiudicato numerosi premi in Italia e all’estero. Fra gli altri libri e pubblicazioni, nel 2013 aveva pubblicato “L’utilità dell’Inutile”, volume tradotto in 32 lingue.

Era, fra l’altro, Commendatore dell’Ordine al Merito e Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Onorificienze conferite dai presidenti della Repubblica Napolitano nel 2010 e da Mattarella nel 2018. Aveva alle spalle diversi dottorati honoris causa e riconoscimenti accademici.

Giornalista, ha collaborato molti anni fa con il Giornale di Calabria e con altri quotidiani calabresi. Da diversi anni collaborava per le pagine culturali del “Corriere della Sera” e da poco per le pagine culturali del quotidiano spagnolo “El País”. Da settembre 2014 fino ad aprile 2017 ha tenuto una rubrica (“Controverso”) sul settimanale “Sette”.

Domenica, dalle ore 15 alla mezzanotte, sarà allestita la camera ardente nell’Università della Calabria, ad Arcavacata di Rende, per consentire a quanti lo hanno conosciuto e apprezzato di omaggiare il grande luminare calabrese.

Manifestazione di Cgil e Uil contro l’autonomia differenziata

In tanti si sono ritrovati, in piazza a Cosenza, tra bandiere e striscioni, rispondendo all’appello della Cgil e con l’adesione anche della Uil, per manifestare la propria contrarietà al progetto di autonomia differenziata varato dal governo.

Al centro delle richieste – hanno spiegato gli organizzatori della mobilitazione, una delle prime nel Mezzogiorno – c’è “il ritiro del “ddl. Calderoli” e il sostegno alla approvazione della legge d’iniziativa popolare Villone che interviene sul vero cuore del problema dell’Italia: la frammentazione eccessiva delle competenze normative e amministrative, la debolezza degli interventi perequativi, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del Servizio sanitario nazionale e l’organizzazione della Sanità pubblica scomposta da oltre 20 anni di eccessiva regionalizzazione e, in Calabria, di commissariamento”. Obiettivi ‘prioritari’ per manifestanti che hanno potuto contare anche sull’adesione di amministrazioni comunali e associazioni.

“Siamo dinnanzi ad un tentativo – ha detto Angelo Sposato, segretario generale della Cgil calabrese – di mettere mano alla Costituzione che non ci convince. Questo tema riguarda la democrazia perché prima di parlare di riforma costituzionale dobbiamo mettere al centro la persona. Il Mezzogiorno è sparito dall’agenda del Governo”. “Da questa piazza – ha sottolineato il segretario generale della Uil calabrese Santo Biondo – parte una forte presa di resistenza da parte della Calabria nei confronti di un progetto che, se realizzato, va a spaccare il Paese”.

Al corteo che si è snodato per le strade del centro di Cosenza ha partecipato anche l’arcivescovo monsignor Giovanni Checchinato che ha preso brevemente la parola. “Il Governo, così come la Chiesa – ha detto il presule – devono lavorare per azzerare le diseguaglianze sociali. La mia presenza qui, da sacerdote, è per invocare l’uguaglianza di tutti gli individui e il superamento dei divari. E per la mia contrarietà ad una riforma che va invece nella direzione opposta”. (ansa)

Assolto Antonio Strangio, era imputato per traffico di droga

Antonio Strangio durante le fasi di estradizione da Bali in Italia

Antonio Strangio, di 32 anni, accusato di traffico di sostanze stupefacenti, è stato assolto nel processo “Eclissi 2” “per non aver commesso il fatto”. Lo ha deciso il gup distrettuale di Reggio Calabria, Karin Catalano, che ha disposto l’immediata scarcerazione del giovane.

Per molto tempo residente in Australia, di cui era cittadino, Strangio era stato arrestato dopo sette anni di latitanza all’aeroporto di Bali, in Indonesia, dove era andato in vacanza. Il giovane è stato estradato in Italia nello scorso mese di febbraio perché ricercato nell’ambito dell’operazione “Eclissi 2” per la quale adesso è stato assolto. L’inchiesta aveva portato nel luglio del 2015 all’arresto di 11 persone ritenute legate a cosche di ‘ndrangheta del vibonese e del reggino.

Per Strangio non era stato possibile all’epoca eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere poiché si trovava appunto in Australia. Paese dal quale, essendo stato naturalizzato come cittadino, non poteva essere estradato.

A carico di Strangio il pubblico ministero aveva chiesto la condanna ad 8 anni di reclusione. Il Gup ha accolto invece la richiesta di assoluzione avanzata dal difensore del 32enne, l’avvocato Piermassimo Marrapodi.

Incendiati due mezzi meccanici in cantiere statale 106, indagano i carabinieri

archivio

Ancora un atto intimidatorio in un cantiere dei lavori del terzo macrolotto della Statale 106 Ionica nel tratto Sibari – Roseto Capo Spulico.

Nella notte persone non identificate hanno dato fuoco a due mezzi meccanici, un escavatore e a un “merlo sollevatore”, posti in un cantiere sito sul lato nord del torrente Raganello, del comune di Cassano allo Ionio. Da quanto si è appreso i due mezzi meccanici dati alle fiamme nella notte sarebbero di proprietà del consorzio Sirjo Webuild. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Castrovillari.

Si tratta del secondo atto intimidatorio che si consuma su un cantiere del terzo macrolotto in quindici giorni, sullo stesso territorio.

Nella notte tra il 24 e il 25 maggio scorsi, infatti, ignoti avevano incendiato una gru cingolata all’interno del cantiere di contrada “Fornara” sempre nel territorio di Cassano allo Ionio. Su quanto accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Cassano allo Ionio.

Fillea Cgil Cosenza auspica indagini celeri per far luce sull’intimidazione

“Un nuovo attentato intimidatorio sul cantiere del Terzo megalotto della Strada statale 106. Ignoti, la notte scorsa nel cantiere posto sul lato Sud del torrente Raganello, nel comune di Cassano, hanno incendiato due mezzi meccanici, un Merlo sollevatore telescopio e un escavatore”. Lo scrive in una nota Giuseppe De Lorenzo, della Segreteria generale di Fillea Cgil Cosenza – Pollino.

Prosegue De Lorenzo: “E’ solo l’ultimo di una serie di attentati incendiari che da qualche tempo colpiscono il più grande cantiere del sud Italia. In meno di 15 giorni si registra un nuovo segnale inquietante da parte della criminalità organizzata che ha posto la sua attenzione sui lavori del terzo megalotto, uno dei cantieri più importanti, dal punto di vista economico, sul territorio nazionale. Davanti a questo ennesimo atto intimidatorio, come già in passato, bisogna immediatamente attivare il tavolo in Prefettura della Conferenza Permanente, coinvolgendo l’intero territorio per porre un argine alla recrudescenza criminale, auspicando che le forze dell’ordine e la magistratura riescano, in tempi celeri, a far luce sugli esecutori e sui mandanti di questo ennesimo atto intimidatorio. La Fillea Cgil, insieme alle altre forze sociali, si attiverà, nel più breve tempo possibile, per richiedere la conferenza Permanente”.

Pensionato in bici viene investito da un’auto e muore, indagini

elisoccorso

Un pensionato di 70 anni, Salvatore Di Buono, è morto ad Amantea, in provincia di Cosenza, lungo la statale 18, dopo che la bici sulla quale era in sella è stata investita da un’automobile alla guida della quale si trovava un giovane che si è subito fermato dopo l’incidente ed ha chiamato i soccorsi.

Di Buono è deceduto poco prima dell’arrivo dell’elisoccorso chiamato dal personale di un’ambulanza del 118 giunta sul posto.

I rilievi sul luogo dell’incidente sono stati effettuati dai carabinieri della Compagnia di Paola, che stanno ricostruendo la dinamica di quanto è accaduto ed accertando eventuali responsabilità da parte del conducente dell’auto che ha investito il ciclista. Da quanto appreso, la Procura di Paola ha aperto una inchiesta.

Crosetto: “Nave sequestrata da migranti a Napoli, intervento forze speciali”

“Le forze speciali italiane, di stanza a Brindisi, stanno liberando una nave turca con 22 persone di equipaggio sequestrata da circa 15 migranti che erano a bordo dell’imbarcazione al largo di Napoli”. Lo ha reso noto il ministro della Difesa Guido Crosetto.

I migranti che hanno effettuato il sequestro della nave – riferisce l’Ansa – erano clandestini nascosti a bordo del natante diretto in Francia.

A quanto si è appreso, gli assaltatori avevano delle armi bianche. Il comandante della nave turca ha dato l’allarme e ha chiesto l’intervento dei soccorsi. La Guardia di Finanza e la Capitaneria hanno garantito la sicurezza in mare, mentre le forze speciali sono intervenute direttamente a bordo. Alcuni dei clandestini armati con quattro-cinque coltelli avrebbero tentato di entrare nella plancia di comando con l’intenzione di dirottare la nave. L’intervento tempestivo del Battaglione San Marco ha sventato l’intenzione dei clandestini che sono stati boccati.

Gli uomini della Brigata San Marco sono intervenuti sulla nave turca, calandosi da due elicotteri della Marina, per riprendere il controllo dopo che i 15 clandestini, una volta scoperti, hanno creato disordini. L’operazione, scattata quando il traghetto era all’altezza di Ischia, è ancora in corso ma è stato ripreso il controllo della nave.

“L’operazione è ancora in corso, non è una nave grande, ma le nostre forze speciali, che sono gli uomini del battaglione San Marco di stanza a Brindisi, stanno ancora bonificando”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato da Bruno Vespa nel Forum in masseria per un aggiornamento sull’intervento delle nostre forze speciali per liberare una nave turca finita in mano a “clandestini” al largo di Napoli.

“Sui dirottatori si sa che sono dei clandestini saliti a bordo di una nave turca e usando armi, tipo pugnali ma non siamo ancora riusciti a catturarli per cui non ne siamo certi, si sono impossessati della nave. E’ dovuto intervenire il battaglione San Marco. La nave adesso è stata recuperata ma non ancora messa in sicurezza perché quelli che l’avevano occupata sono chiusi dentro”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando della nave turca sequestrata, a margine del ‘Forum in masseria’ in corso a Manduria. E sull’operazione ha aggiunto: “Speriamo che finisca nel più breve tempo possibile senza conseguenze per nessuno”.

Silvio Berlusconi nuovamente ricoverato al San Raffaele

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è stato nuovamente ricoverato all’ospedale San Raffaele da dove era stato dimesso il 19 maggio scorso dopo 45 giorni di ricovero per curare una polmonite, complicanza di una leucemia mielomonocitica cronica. Lo spiegano fonti qualificate citate dall’Ansa.

La primogenita di Silvio Berlusconi, Marina, è arrivata all’ospedale San Raffaele di Milano poco dopo le 16.

La presidente di Fininvest e di Mondadori è arrivata con la sua auto dall’ingresso di via Olgettina sul retro della struttura, dove si sono di nuovo radunati molti giornalisti e tv.

Forza Silvio”. Lo scrive il segretario della Lega Matteo Salvini sui social postando una foto di Berlusconi e la notizia del nuovo ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano.

Incidente sulla statale 107 “Paola-Crotone”, muore un infermiere

ambulanza 118

Un infermiere 50enne, Antonio Loria, di San Giovanni in Fiore, è morto oggi all’ospedale Annunziata di Cosenza.

L’uomo era stato coinvolto nell’incidente di ieri sera al chilometro 83 della Strada Statale 107 Paola-Crotone, in località “Garga”.

Tre persone sono rimaste ferite nello scontro tra la sua Nissan Qashqai e un’Opel Zafira. Le cause dell’incidente sono in corso di accertamento.

Scoperto un lucroso giro di prostituzione a Reggio, arresti

Scoperto un lucroso giro di prostituzione dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, che nei giorni scorsi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal giudice presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 6 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione a piazza Garibaldi.

L’attività investigativa – condotta dai militari dell’Arma a partire da novembre 2020, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha consentito di acquisire elementi indiziari utili per un solido quadro probatorio in merito all’esistenza di un mercato dedito all’attività di sfruttamento della prostituzione di ragazze di origine rumena, di giovane età, da parte di propri connazionali, nei pressi della stazione centrale ferroviaria del capoluogo reggino.

Le indagini, svolte mediante attività tecnica e servizi di osservazione e pedinamento, hanno permesso di accertare come gli indagati gestissero l’attività di prostituzione, facendo da intermediari con i clienti e controllando da vicino l’operato delle giovani vittime al fine di ottenerne i derivanti profitti illeciti.

In particolare, è stato possibile acclarare come le stesse, mediante continue minacce, violenze psicologiche e percosse, venissero costrette dagli indagati ad avere incontri sessuali dietro corrispettivo in denaro.

Creano sito per false assicurazioni e truffano decine di persone, sei indagati

Guardia di finanza Crotone 2

Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone, unitamente alla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica pitagorica, ha dato esecuzione, nei comuni di Crotone e Cirò Marina, ad alcuni provvedimenti di perquisizione emessi della citata Autorità Giudiziaria nei confronti di sei soggetti, ritenuti responsabili “seriali” del reato di truffa a danno di privati cittadini residenti sull’intero territorio nazionale.

L’attività investigativa, nel cui ambito è stato ad oggi accertato un profitto illecito di oltre 50 mila euro, è nata a seguito di denunce presentate da oltre cento cittadini i quali segnalavano fenomeni di raggiri a loro danno, prettamente nel settore assicurativo.

Lo schema di frode consisteva nella creazione ad hoc di un sito internet con un’interfaccia del tutto simile a quello di una nota società realmente operante nel mondo delle assicurazioni, utilizzato dagli indagati per avviare trattative con il solo scopo di truffare gli ignari internauti.

Le vittime, dunque, si rivolgevano al falso sito web per ottenere polizze assicurative a prezzi certamente vantaggiosi senza mai riceverle.

L’incrocio delle notizie acquisite attraverso le banche dati in uso al Corpo con quelle fornite dagli istituti di credito ove risultavano attive le carte prepagate utilizzate per ricevere i pagamenti dai cittadini raggirati, ha consentito di identificare i presunti truffatori e le conseguenti perquisizioni eseguite presso le abitazioni degli stessi, anche con l’ausilio di unità cinofile antidroga, hanno permesso di acquisire preziosi elementi probatori in ordine alla truffa, nonché di rilevare ulteriori irregolarità sul piano amministrativo e penale.

Si appropria delle spese giudiziarie, nei guai ex impiegato del Tribunale di Palmi

I Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi hanno denunciato nei giorni scorsi un uomo che da poco tempo aveva lasciato il suo impiego presso il locale Tribunale Civile.

Le indagini, scaturite in una prima fase da una segnalazione del Tribunale Civile, sono state poi sviluppate e approfondite dai militari dell’Arma, coordinati dal Procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti.

Nel corso degli accertamenti finora svolti, si sono raccolti elementi utili a carico dell’ex impiegato che, incaricato di gestire le pratiche relative alla riscossione dei crediti riguardo le spese di giustizia derivanti dalle sentenze emesse dal Tribunale di Palmi, nel corso del 2020 e del 2021 avrebbe trattenuto a suo indebito beneficio alcune migliaia di euro.

Infatti, anziché versare i soldi raccolti agli enti deputati, Giustizia spa ed Equitalia, il dipendente avrebbe distolto le somme dirottandole sul suo conto personale.

La cifra complessiva risulta tuttavia ancora da quantificare e, al momento, i militari dell’Arma hanno proceduto al sequestro preventivo di circa 3.500 euro, somma che risulta dai preliminari accertamenti, attuando quanto disposto dall’autorità giudiziaria di Palmi. L’uomo è stato denunciato a piede libero, in attesa di ulteriori sviluppi procedimentali che consentiranno di accertarne la colpevolezza.

Sbarco di migranti a Crotone, arrestati due scafisti moldavi

Militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, sotto la direzione del Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia, nel corso di un’operazione di servizio congiunta con unità della Capitaneria di Porto, a contrasto del traffico di esseri umani, hanno espletato articolate attività investigative finalizzate all’individuazione dei responsabili della condotta illecita di una imbarcazione a vela sorpresa a largo di Capo Rizzuto con a bordo 46 migranti, all’esito della quale hanno fermato ed arrestato due trafficanti moldavi sorpresi alla guida del mezzo, assicurandoli alla giustizia.

Le attività in mare avvenivano in cooperazione con le unità navali della Capitaneria di Porto che prendevano a bordo i migranti per condurli in porto a Crotone, dopo che militari della Guardia di Finanza saliti a bordo del veliero avevano provveduto ad isolare i due soggetti ritenuti responsabili dell’illecito traffico.

L’intera operazione, svolta senza soluzione di continuità, sia in mare che a terra, attraverso specifiche attività d’indagine, è stata espletata sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone.

Molestie e minacce nei confronti dell’ex compagno, misura cautelare per una donna

Agenti della Polizia di Stato della Questura di Cosenza hanno dato esecuzione ad una misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dal suo ex compagno e dai prossimi congiunti emessa dal gip presso il Tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di una cinquantenne cosentina, gravata da precedenti specifici.

L’indagata è ritenuta responsabile di atti persecutori ai danni del suo ex convivente, nei cui confronti ha perseverato nelle molestie e minacce anche dopo l’emanazione del provvedimento di Ammonimento da parte del Questore di Cosenza, causando alla vittima uno stato di ansia e di paura ed un fondato motivo di temere per la sua incolumità.

In particolare, dal mese di luglio 2021, l’indagata si appostava con la sua autovettura nei pressi dell’abitazione della parte offesa, pedinava la vittima presso il luogo di lavoro, si portava presso la sua abitazione nel cuore della notte, inveendo nei suoi confronti e percuotendola, nonché la minacciava di azioni lesive della sua incolumità.

Le scrupolose attività di indagine che ne sono seguite hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti ma soprattutto di comprovare quanto dichiarato dalla vittima che veniva aggredita verbalmente anche in presenza degli operatori della Polizia di Stato.

Tutto ciò ha fatto comprendere alla procura bruzia la pericolosità della situazione anche alla luce del fatto che i loro tre figli minori, in più occasioni, hanno assistito, inermi e terrorizzati, alle aggressioni verbale e fisiche della madre verso il loro padre.

La descrizione della vicenda ha fatto ritenere ai pm inquirenti di richiedere l’emanazione del provvedimento del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, con l’ulteriore prescrizione, in caso di contatto occasionale, di allontanarsi dalla stessa, raggiungendo la distanza di metri 500, nonché di astenersi di contattarla con qualsiasi mezzo.

Uccide nuora e genero perché sospettava una relazione clandestina tra cognati

Avrebbe ucciso il genero e la nuora e poi si è costituito. E’ successo a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, centro balzato alle cronache nei giorni scorsi perché comune di origine di Giulia Tramontano, la donna incinta uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, nel Milanese.

Il duplice omicidio, è stato da subito attributo a Raffaele Caiazzo, 45 anni anni, suocero delle vittime Luigi Cammisa, trovato morto in strada, e di Maria Brigida Pesacane, 24enne, ritrovata senza vita in casa. Entrambi sono stati raggiunti da diversi colpi di arma da fuoco.

La pista familiare è stata sin da subito quella seguita dai carabinieri. Le urla dei familiari, per ore, a Sant’Antimo, si sono alternate al rumore dell’elicottero che ricercava Raffaele Caiazzo, quasi immediatamente l’unico sospettato che si è poi costituito e arrestato. Il movente, dalle prime informazioni, sarebbe riconducibile ad una relazione clandestina tra i due cognati. Il suocero è venuto a saperlo e ha deciso di farli fuori.

Luigi Cammisa di 29 anni e Maria Brigida Pesacane di 24 anni, erano cognati perché sposati con Anna e Alfredo Caiazzo, figli del presunto assassino.

È stato condotto nel carcere napoletano di Poggioreale il 44enne Raffaele Caiazzo, fermato dopo essersi costituito per il duplice omicidio commesso a Sant’Antimo (Napoli) del 29enne Luigi Cammisa e della 24enne Maria Brigida Pesacane, coniugi dei suoi due figli Anna e Alfredo e genitori dei suoi quattro nipotini, tutti in tenera età.

Per l’accusa Caiazzo avrebbe agito sulla scorta del sospetto che le due vittime fossero amanti, e avrebbe sparato prima a Cammisa in strada e quindi alla nuora in casa, per poi dileguarsi salvo poi costituirsi, dopo aver saputo di essere ricercato dai carabinieri, alla stazione dell’Arma di Gricignano d’Aversa, nel Casertano.

Caiazzo è stato prima condotto nella sede della compagnia dei carabinieri di Giugliano in Campania, e dopo un lungo interrogatorio in cui avrebbe reso prime parziali ammissioni sulle proprie responsabilità, è stato sottoposto a fermo da parte della Procura di Napoli Nord per il duplice omicidio (contestate anche le aggravanti dei futili motivi e di aver agito contro un affine in linea diretta) e per detenzione e porto d’arma abusivi, e poi trasferito a Poggioreale in attesa della convalida del provvedimento restrittivo da parte del Gip. La pistola non è stata ancora ritrovata. L’autopsia sulle salme delle due vittime verrà eseguita in questi giorni.

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