12 Ottobre 2024

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Il Cdm vara la riforma della Giustizia, abrogato l’abuso d’ufficio, stretta su intercettazioni

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione, nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento, un disegno di legge che reca modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e all’Ordinamento giudiziario.

Di seguito il comunicato stampa del governo con le principali previsioni del disegno di legge.

Abrogazione del reato di abuso d’ufficio e modifiche al reato di traffico d’influenze illecite

Si abroga la fattispecie dell’abuso d’ufficio (articolo 323 del codice penale) e si introduce un’ampia riformulazione del reato di traffico di influenze illecite (articolo 346-bis), che rispetto alla norma precedente, prevede, tra l’altro, che:

  • le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere sfruttate (non solo vantate) e devono essere esistenti (non solo asserite);
  • le relazioni devono essere sfruttate “intenzionalmente”;
  • l’utilità data o promessa al mediatore deve essere economica;
  • il denaro o altra utilità deve essere dato/promesso per remunerare il soggetto pubblico o per far realizzare al mediatore una mediazione illecita (della quale viene data una definizione normativa);
  • il trattamento sanzionatorio del minimo edittale sale da 1 anno a 1 anno e 6 mesi.

Si rendono applicabili anche per il traffico d’influenze illecite le attenuanti per la particolare tenuità o per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili o per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.

Si estende al traffico d’influenze illecite la causa di non punibilità per la cosiddetta collaborazione processuale.

Modifiche al codice di procedura penale

Intercettazioni di conversazioni o comunicazioni

Si amplia il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, che viene consentita solo se il contenuto è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o è utilizzato nel corso del dibattimento.

Si stabilisce il divieto di rilascio di copia delle intercettazioni delle quali è vietata la pubblicazione, quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori, salvo che tale richiesta sia motivata dalla esigenza di utilizzare i risultati delle intercettazioni in altro procedimento specificamente indicato.

Si afferma il divieto per la polizia giudiziaria di riportare nei verbali di intercettazione i “dati relativi a soggetti diversi dalle parti, salvo che risultino rilevanti ai fini delle indagini”.

Si vieta al giudice di acquisire (nel cosiddetto stralcio) le registrazioni e i verbali di intercettazione che riguardino soggetti diversi dalle parti, sempre che non ne sia dimostrata la rilevanza.

Si stabilisce il divieto per il pubblico ministero d’indicare nella richiesta di misura cautelare, con riguardo alle conversazioni intercettate, i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia indispensabile per la compiuta esposizione. In modo corrispondente, si vieta al giudice di indicare tali dati nell’ordinanza di misura cautelare.

Interrogatorio preventivo rispetto alla eventuale applicazione della misura cautelare

Si generalizza l’istituto dell’interrogatorio preventivo rispetto alla eventuale applicazione della misura cautelare e si estende il principio del contradditorio preventivo in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato “a sorpresa”. L’interrogatorio preventivo è quindi escluso se sussistono le esigenze cautelari del pericolo di fuga e dell’inquinamento probatorio. È, invece, necessario se è ipotizzato il pericolo di reiterazione del reato, a meno che non si proceda per reati di rilevante gravità (delitti commessi con uso di armi o con altri mezzi di violenza personale).

Si prevede l’obbligo del giudice di valutare, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare e a pena di nullità della stessa, quanto dichiarato dall’indagato in sede di interrogatorio preventivo. Si prevede, altresì, la nullità dell’ordinanza se non è stato espletato l’interrogatorio preventivo o se quest’ultimo è nullo. L’interrogatorio di garanzia (oggi previsto dopo l’applicazione della misura cautelare) non sarà richiesto se è stato svolto quello preventivo. Una volta applicata la misura cautelare, in caso di impugnazione, il verbale dell’interrogatorio preventivo sarà inviato al Tribunale del riesame.

Collegialità del giudice della misura cautelare della custodia in carcere

Si prevede il giudice collegiale per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere o di una misura di sicurezza provvisoria quando essa è detentiva. Per consentire l’adeguato rafforzamento dell’organico, si prevede che tali norme si applichino decorsi due anni dall’entrata in vigore della legge e l’aumento del ruolo organico del personale di magistratura ordinaria di 250 unità, da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado, con autorizzazione a bandire nel 2024 un concorso da espletare nel 2025.

Informazione di garanzia

Sono inserite alcune innovazioni relative all’informazione di garanzia: si specifica testualmente che essa debba essere trasmessa a tutela del diritto di difesa dell’indagato; si specifica che in essa debba essere contenuta una «descrizione sommaria del fatto», oggi non prevista (è richiesta solo l’indicazione della norma violata). Si limita la notifica dell’atto tramite la polizia giudiziaria ai soli casi di urgenza. È espressamente sancito il divieto di pubblicazione dell’informazione di garanzia, finché non siano concluse le indagini preliminari.

Inappellabilità da parte del p.m. delle sentenze di proscioglimento: 

Si modifica la disciplina dei casi di appello del pubblico ministero, che attualmente consente d’impugnare le sentenze di proscioglimento, stabilendo che l’organo di accusa non può appellare le sentenze di proscioglimento per i reati oggetto di citazione diretta indicati all’art. 550 del Codice di procedura penale (contravvenzioni, delitti puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a quattro anni o con la multa, sola o congiunta alla pena detentiva e altri reati specificamente indicati). Restano appellabili le decisioni di proscioglimento per i reati più gravi e le sentenze di condanna per i reati a citazione diretta nei casi in cui l’ordinamento vigente consente l’appello delle sentenze di condanna da parte del p.m. (per esempio: mancato riconoscimento di circostanze ad effetto speciale; riqualificazione del reato).

Corte d’assise

Si introduce l’interpretazione autentica di una disposizione relativa al limite di età per i giudici popolari della corte d’assise. Si prevede che il limite massimo di 65 anni di età, già vigente, debba essere considerato con riferimento al momento nel quale il giudice popolare viene chiamato a prestare servizio nel collegio.

Naufragio di migranti in Grecia, si temono 600 morti tra cui cento bambini

Passano le ore e il mare non restituisce altri corpi dopo i primi 78 riportati mestamente sul molo di Kalamata, mercoledì.

Ma il naufragio a Pylos, nel sud del Peloponneso, è ormai destinato ad entrare nella storia come una delle peggiori tragedie di migranti nel Mediterraneo con un bilancio che rischia di registrare “fino a 600 morti”, molti dei quali non saranno mai ritrovati.

E a diventare una vera e propria strage di bambini. Ce n’erano “almeno 100 chiusi nella stiva”, raccontano i superstiti ai medici e ai volontari che li assistono.

Il peschereccio Adriana naufragato, secondo i soccorritori è partito vuoto dall’Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruk per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l’Italia.

Cento vite innocenti rimaste intrappolate nella pancia del peschereccio sprofondato negli abissi dell’Egeo. Mentre le autorità greche – travolte dalle polemiche sulla mancata risposta agli Sos lanciati dal peschereccio Adriana, una barca fatiscente, un cimitero galleggiante – non si sbilanciano, sono i soccorritori a dare le prime stime della tragedia. “E’ possibile ci siano fino a 600 morti”, spiega Manolis Makaris, il medico responsabile dell’ospedale di Kalamata che ha raccolto i primi racconti dei sopravvissuti, tenuti lontani da telecamere e giornalisti. “Tutti mi hanno confermato che a bordo c’erano 750 persone, tutti hanno fatto questo numero”, prosegue ricordando che finora 78 sono stati i corpi recuperati e solo 104 le persone tratte in salvo, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni – eccetto una donna – provenienti da Egitto, Pakistan e Siria.

L’operazione di ricerca e salvataggio per trovare le persone ancora disperse dopo il naufragio in Grecia è proseguita nella notte senza successo e il numero dei morti accertati è rimasto invariato a 78, non sono stati trovati nuovi sopravvissuti. Lo riporta l’agenzia greca Ana-Mpa. Una fregata della Marina ellenica, un elicottero della Marina e tre navi vicine stanno attualmente operando nell’area di ricerca.

“Un paziente mi ha parlato di un gran numero di bambini, circa 100 nella stiva”, aggiunge poi il dottore lanciando un ulteriore drammatico allarme. Mentre ancora si prova a fare una stima dei morti non si arresta lo scontro sulle responsabilità del disastro, con ricostruzioni che differiscono tra loro. L’attivista Nawal Soufi racconta di aver ricevuto, tra le prime, la richiesta di aiuto: “L’abbiamo segnalata alle autorità greche nelle prime ore del 13 giugno. I migranti viaggiavano da cinque giorni ormai senza acqua e con a bordo sei cadaveri”. La situazione si sarebbe complicata quando “una nave si è avvicinata all’imbarcazione, legandola con delle corde su due punti della barca e iniziando a gettare bottiglie d’acqua”, mettendo così in pericolo i migranti che temevano “che le risse a bordo per accaparrarsi l’acqua potessero causare il naufragio” e per questo si sono allontanati. Non c’era poi, secondo l’attivista, la volontà di continuare il percorso verso l’Italia a tutti i costi, come riferito invece dalla Guardia costiera ellenica che sostiene che i migranti avevano “rifiutato qualsiasi assistenza dichiarando di voler proseguire il viaggio” verso le coste italiane. Versione peraltro già smentita ieri da Alarm Phone, secondo cui i greci “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”. E che oggi gli stessi sopravvissuti mettono in discussione: “Tre superstiti ci hanno raccontato che l’incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato”, ha dichiarato Kriton Arseni, rappresentante di Mera25.

Le autorità marittime di Atene, però, spiegano che il motore dell’imbarcazione ha ceduto poco prima delle 23 di martedì e che questa si è poi rovesciata, affondando in circa 10-15 minuti. Per l’ammiraglio Nikos Spanos sarebbero stati i trafficanti a provocare “deliberatamente l’inclinazione che ha portato all’affondamento della nave”. Il peschereccio avrebbe potuto rovesciarsi anche se la guardia costiera avesse tentato di fermarla con la forza, rimarca il comandante e portavoce della Guardia costiera greca Nikolaos Alexiou, che sottolinea come “non si può deviare con la forza un’imbarcazione con così tante persone a bordo, a meno che non ci sia cooperazione”.

Anche il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano martedì aveva ricevuto un’e-mail che indicava un barcone in difficoltà con a bordo circa 750 migranti e, accertato che si trovava nell’area di responsabilità greca, aveva contattato subito la Guardia costiera ellenica, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Mentre il Papa si dice “profondamente costernato nell’apprendere del naufragio con la sua devastante perdita di vite umane” e il capo dell’agenzia europea Frontex, Hans Leijtens, è già nel Paese, le indagini per capire le dinamiche della tragedia sono partite, così come quelle per individuare gli scafisti tra coloro che sono stati portati in salvo. Le autorità di Atene hanno già arrestato circa 12 persone di origine egiziana accusate di essere i trafficanti, che si sarebbero fatte pagare tra i 4 mila e i 6 mila dollari per ogni migrante per quello che è diventato il viaggio della morte. Fino a venerdì sarà lutto nazionale in Grecia, ma questo non interromperà un business fondato su migliaia di decessi. Come quelli della peggiore tragedia di migranti nel Paese del giugno 2016, quando almeno 320 persone vennero dichiarate morte o disperse in un naufragio vicino a Creta. O come il peggior disastro del Mediterraneo dell’aprile del 2015, quando quasi un migliaio di migranti andarono a picco sul loro peschereccio e non furono mai più trovati nel Canale di Sicilia. Dopo anni le cose non sono ancora cambiate.

In tribunale i sospetti trafficanti
Nove uomini egiziani arrestati come sospetti trafficanti di migranti a bordo del peschereccio affondato al largo di Pylos sono stati condotti davanti al pubblico ministero di Kalamata e accusati. È stato dato loro tempo fino a lunedì per preparare la loro versione dei fatti. Lo riporta l’agenzia greca Ana-Mpa. Sono accusati di aver costituito un’organizzazione criminale per l’ingresso illegale di migranti, di aver causato un naufragio e di aver messo in pericolo delle vite. I nove uomini, dai venti a 40 anni, erano l’equipaggio del peschereccio e si ritiene che ognuno abbia avuto un ruolo distinto nel trasporto dei migranti. Otto sono detenuti presso la stazione di polizia di Kalamata, mentre il nono rimane sotto sorveglianza presso l’ospedale di Kalamata.

I numeri di Frontex
La rotta del Mediterraneo centrale è il percorso più seguito dagli immigrati arrivati in Europa nei primi cinque mesi dell’anno. Lo ha reso noto Frontex, precisando che tra gennaio e maggio gli arrivi sono stati oltre 50.300, il 158% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a circa la metà degli arrivi totali. Complessivamente gli arrivi di migranti in Europa attraverso le varie rotte seguite sono cresciuti del 12%, segnala Frontex, proprio in ragione dell’aumento del flusso registrato sulla rotta del Mediterraneo centrale che porta soprattutto in Italia.

Nations League, la Spagna batte l’Italia e vola in finale

Da San Siro a Enschede (Paesi Bassi), stesso epilogo quasi due anni dopo. La sconfitta per 2-1 contro la Spagna costa all’Italia l’accesso alla finale di Nations League. Gli Azzurri, puniti a due minuti dalla fine (e dai supplementari) dal gol di Joselu, erano andati a segno con il rigore di Ciro Immobile dopo il primo vantaggio spagnolo di Yeremi Pino: un ko, quello nella seconda sfida delle Finals, che porterà la squadra di Roberto Mancini a giocare la finale per il terzo posto, sempre a Enschede, domenica alle 15 contro i padroni di casa dei Paesi Bassi. A contendersi la terza edizione della Nations League, domenica sera, saranno quindi Croazia e Spagna.

LA PARTITA Mancini ha schierato un modulo con tre difensori (Toloi, Bonucci e Acerbi), Di Lorenzo e Spinazzola a tutta fascia, Frattesi e Barella interni e Jorginho in regia. Davanti, Immobile e Zaniolo. Dopo tre minuti, però, la partita si è messa subito in salita per l’Italia: Bonucci ha perso il pallone in costruzione dal basso con Yeremy Pino che, freddissimo, ha battuto Donnarumma. Immediata la reazione dell’Italia: Jorginho ha imbucato il pallone per Zaniolo che ha calciato di sinistro trovando il braccio destro di Le Normand. Dal dischetto, glaciale Immobile nello spiazzare Unai Simon.

Gol numero 16 in Azzurro per l’attaccante della Lazio, che non segnava in Nazionale da due anni esatti (Italia-Svizzera del 16 giugno 2021, gara della fase a gironi dell’Europeo). Nessun problema per Donnarumma sul sinistro di Rodrigo (19′), pochi istanti prima del vantaggio dell’Italia annullato dal VAR per posizione di fuorigioco di Frattesi, servito con un’altra palla geniale da Jorginho. Partita vivace, con diverse occasioni da una parte e dall’altra, come quella capitata sul destro di Morata: la conclusione dell’attaccante, però, ha trovato la respinta di Donnarumma, che si è ripetuto al 43′ prima di un collo esterno di Toloi di poco alto.

Nella ripresa, Mancini ha presentato Darmian al posto di Bonucci e Dimarco al posto di Spinazzola. Un cambio anche per De La Fuente, con Asensio al posto di Rodrigo. Dopo tre minuti, occasione enorme per la Spagna: decisivo Donnarumma sul tocco sotto misura di Merino, con Morata che non è riuscito a trovare il tap in vincente. Non perfetta, invece, l’uscita di Donnarumma, che ha lasciato a Rodri la possibilità di tentare l’acrobazia, alta di poco.

Al quarto d’ora, altri due cambi per gli Azzurri: fuori Jorginho e Immobile, dentro Cristante e Chiesa. Proprio il giocatore della Juventus, da sinistra, ha crossato basso per Frattesi, ma il mancino del centrocampista del Sassuolo ha trovato il riflesso prodigioso di Unai Simon che ha disinnescato l’occasione più grande di tutto il secondo tempo per gli Azzurri. Per l’ultimo quarto d’ora, Frattesi ha lasciato il posto a Verratti. All’88’, però, è arrivato il gol della vittoria per la Spagna, segnato da Joselu – entrato da pochi minuti -: l’attaccante dell’Espanyol ha approfittato della doppia deviazione di Cristante e Toloi sul destro di Rodri e ha battuto Donnarumma. L’Italia dovrà accontentarsi, come due anni fa, della finale per il terzo posto.

Mancini: “Spagna ha meritato di vincere”

“La Spagna ha meritato di vincere”. L’analisi di Roberto Mancini, dopo la sconfitta (2-1) che costringerà l’Italia a giocare la finale per il terzo posto di Nations League, è lucida. Un ko a due minuti dai tempi supplementari grazie al gol di Joselu ma che, secondo il Ct, è arrivato “perché la Spagna ha giocato meglio di noi. Siamo riusciti a fare poco – le parole di Mancini – soprattutto nel secondo tempo. I ragazzi hanno messo tutto quello che potevano mettere. Ci sono però delle cose di cui dobbiamo rammaricarci: il fatto di aver fatto una partita diversa ci ha creato qualche problema perché non è nelle nostre qualità. Domenica, però, contro i Paesi Bassi dobbiamo cercare di fare bene”.

Di Ciro Immobile, su calcio di rigore, l’unico gol degli Azzurri. L’attaccante della Lazio, che con la maglia della Nazionale non segnava dal giugno del 2021, ha raggiunto alla presenza numero 56 (eguagliato Roberto Baggio) quota 16 reti, eguagliando Luca Toni e Gianluca Vialli, diventando il bomber dell’era Mancini con nove centri, staccando Barella e Belotti (8). “Un ritorno al gol amaro – il commento di Immobile -. Abbiamo lottato fino alla fine, purtroppo abbiamo subito gol anche per un po’ di sfortuna. Succede, il calcio è così: ci prendiamo questa sconfitta che brucia molto. La Spagna ti fa innervosire: è difficile giocare contro un avversario del genere. Non ha creato tante occasioni, anche se a livello di gioco è avanti a noi. Sono molto triste, il pareggio era il risultato più giusto”.

E invece, quando i supplementari sembravano a un passo, è arrivato un flipper (deviazioni di Cristante e Toloi) sul destro di Rodri che ha consegnato il pallone sul piede di Joselu, che non ha perdonato. “Abbiamo sbagliato troppi appoggi, tanti passaggi facili – il commento di Francesco Acerbi -. Abbiamo dato forza a una Spagna già forte e fatto meno di quello che potevamo fare. Siamo una squadra che deve ancora mettersi un po’ insieme e tirare fuori qualcosina in più. Dal mio punto di vista abbiamo fatto sì che la Spagna diventasse più forte di quello che è”. La partita che si è chiusa con il gol di Joselu si era aperta con quello di Yeremi Pino, arrivato dopo un errore in impostazione di Leonardo Bonucci. “Non mi sono mai nascosto dalle mie responsabilità, purtroppo c’è stato un mio errore e la palla è finita tra i suoi piedi – l’ammissione del capitano -. Poi abbiamo ripreso campo per metà primo tempo e, nel finale, la Spagna è stata premiata nell’unica occasione creata. Noi di palle gol ne abbiamo costruite diverse, ma la partita è girata sugli episodi. Volevamo giocarci la finale, ma non sono così negativo nella valutazione della partita. Ci sono momenti in cui devi soffrire e non devi pensare al bel calcio. In generale dobbiamo, crescere con tanti giocatori che in questo momento stanno arrivando in Nazionale e fanno delle grandi partite”.

Incidente nel Reggino, è morta anche la ragazzina di 13 anni. Tre le vittime

Sale a tre il numero di vittime del drammatico incidente stradale avvenuto oggi sulla strada provinciale tra Bovalino e Natile, in provincia di Reggio Calabria. Dopo la madre 39enne Caterina Pipicella e il bimbo Giovanni Marvelli, di 11 anni, deceduti sul colpo, è morta anche la sorellina del bimbo, Giusy Marvelli, di 13 anni.

La ragazzina era stata dapprima ricoverata nel nosocomio di Locri e poi, vista la gravità delle sue condizioni, è stata trasferita in elisoccorso ai Riuniti di Reggio Calabria, dove purtroppo è spirata.

L’auto sulla quale viaggiava la famiglia, una Panda, stava percorrendo la strada provinciale tra Bovalino e Natile di Careri, quando per cause ancora in corso di accertamento, è sbandata finendo sotto un viadotto che attraversa un torrente, ponte alto circa tre metri. Da quanto trapela, la famiglia si stava recando ad una festa in un locale di Ardore per partecipare a un matrimonio. Il marito della donna e padre dei piccoli pare fosse su un altro veicolo.

Furti seriali e ricettazione, in comunità quattro minorenni

Quattro minorenni sono stati posti in istituti penali per minori perché accusati di furti e ricettazione a Catanzaro e provincia. A condurre i ragazzi in comunità gli agenti della squadra mobile della Questura del capoluogo e i carabinieri di Soverato su ordine del gip presso il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale.

I 4 minorenni, sono gravemente indiziati di essere responsabili, in concorso, di svariate ipotesi di reato di furto aggravato e di ricettazione di autovetture e ciclomotori.

L’attività investigativa, svolta dalla Squadra mobile per alcuni episodi, dai colleghi del reparto prevenzione crimine per altri, e dalla Compagnia Carabinieri di Soverato per altri ancora, è scaturita a seguito di diversi furti consumati, nell’arco temporale che va da gennaio a giugno di quest’anno, nella città di Catanzaro nonché a Soverato ed ha consentito di ricostruire molteplici azioni delittuose a specifica valenza furtiva, oltre ad un episodio di ricettazione, nonché un chiaro e univoco quadro indiziario a carico dei quattro minori che risultano aver operato con modalità seriali che fanno ipotizzare che gli stessi siano stabilmente dediti alla commissione di delitti contro il patrimonio, creando un rilevante allarme sociale.

“L’articolata indagine – spiega una nota della Questura – è frutto di una proficua, sinergica collaborazione tra l’autorità requirente minorile e Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri nella prospettiva di favorire il massimo controllo nelle aree più disagiate della città e della provincia, nella logica di una fattiva prevenzione della devianza minorile, anche attraverso interventi mirati sui nuclei familiari a rischio, in contesti sociali di marginalità spesso forieri delle stesse manifestazioni illecite attuate dai minori”.

Concorsi truccati nelle Forze armate e Forze dell’ordine, tre arresti e diversi indagati

I militari del Ros dei Carabinieri, hanno eseguito nelle province di Foggia, Napoli, Roma, Taranto e Benevento, 6 misure cautelari personali nei confronti di sottufficiali e un ufficiale dell’Aeronautica Militare e di un dipendente del Ministero della Pubblica istruzione, ritenuti responsabili di corruzione, traffico di influenze, falso e sostituzione di persona ed hanno contestualmente dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per 523.500 euro nei confronti di due sottufficiali, ritenuti i principali indagati. L’operazione è in codice “Quota”.

I provvedimenti sono stati emessi dal giudice del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a seguito delle attività investigative delegate al Raggruppamento operativo speciale nel 2021, dalle quali è emerso che due sottufficiali dell’Aeronautica, entrambi in servizio presso il 32° Stormo di Amendola – in concorso con altri soggetti, alcuni dei quali pubblici ufficiali non ancora identificati – sarebbero al centro di un circuito corruttivo volto a condizionare le procedure di selezione relative al reclutamento nelle Forze Armate e Forze dell’Ordine.

Nel procedimento penale risultano indagate diverse persone, tra cui genitori e parenti di aspiranti candidati a concorsi, un sottufficiale della Guardia di Finanza, nonché un sottufficiale dell’Aeronautica Militare in congedo.

Nel corso della stessa attività d’indagine, su delega della Procura di Foggia, nel novembre scorso sono state eseguite alcune perquisizioni domiciliari, presso gli uffici e le abitazioni di alcuni indagati, durante le quali erano state sequestrate somme di denaro contante per circa 215.000 euro, nonché orologi di valore ed altre utilità, ritenuto provento dell’attività illecita.

Da segnalare la condotta di due Sottufficiali gravati da misura, che seguivano i concorsi degli aspiranti sin dalle prime battute e ne curavano anche la preparazione. Nell’abitazione di uno dei soggetti gravati da misura, infatti, si tenevano vere e proprie lezioni tese alla preparazione con altrettante simulazioni, attinenti prove concorsuali e colloqui di psicologia, ritenuti fondamentali per il superamento del concorso.

Entrambi i due sottufficiali attraverso i propri contatti ed in cambio di utilità, sfruttando e vantando relazioni esistenti o asserite con pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio addetti al reclutamento, in cambio di indebite corresponsioni di denaro, sarebbero riusciti a fornire, alcune prove concorsuali in anticipo circa relativi a prove di concorsi di specializzazione e o intercedere riguardo le votazioni di taluni esami ambito prove fisiche o ancora in occasione di visite mediche necessarie ad attestarne la idoneità fisica.

La gestione e la riscossione del denaro avveniva per mano di due sottufficiali dell’A.M. (gravati dalla misura), i quali ricevevano dai genitori dei candidati (questi ultimi non sempre a conoscenza del pagamento per il superamento delle prove concorsuali), cui venivano fornite garanzie circa il superamento delle procedure concorsuali, una corresponsione di denaro variabile in base alla tipologia di concorso e alla prova concorsuale da sostenere, di cui il saldo finale, invece, veniva corrisposto al termine delle pubblicazioni della graduatoria.

Per due sottufficiali è stata disposta dal gip, la misura cautelare in carcere, per un altro sottufficiale è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per i restanti soggetti a vario titolo, obbligo di dimora nel comune di residenza, misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici e servizi per la durata di quattro mesi.

Auto sbanda e finisce sotto un viadotto, 2 morti e un ferito grave

E’ di due morti e un ferito grave, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare, il bilancio di un incidente stradale avvenuto sulla strada provinciale che da Bovalino conduce a Natile, in provincia di Reggio Calabria. A perdere la vita un bimbo di 11 anni e la madre trentanovenne. La donna si chiamava Caterina Pipicella, e il bimbo Giovanni Marvelli.

L’altra figlia delle donna, di 13 anni, Giusy Marvelli, è rimasta gravemente ferita ed è stata trasportata in elisoccorso nell’ospedale di Locri da dove, a causa della gravità delle sue condizioni, dovrebbe essere trasferita nell’ospedale di Reggio Calabria.

L’auto, una Panda, con a bordo le vittime, per cause in corso di accertamento, è precipitata in una scarpata profonda circa 3 metri; si tratta di un viadotto che attraversa un torrente. L’impatto non ha lasciato scampo a due degli occupanti rimasti incastrati nell’abitacolo.

I sanitari del servizio di emergenza 118 intervenuti sul luogo dell’incidente hanno potuto solo constatare il decesso di madre e figlio e soccorrere la tredicenne, rimasta ferita in condizioni gravissime. Sul posto sono intervenute anche le squadre dei Vigili del Fuoco di Bianco e Siderno che hanno lavorato per estrarre i corpi dei passeggeri e mettere in sicurezza l’autovettura.

Incidente mortale a Roma, è omicidio stradale. Era drogato. “Giravano video col bimbo morto”

Contestato l’omicidio stradale a Matteo Di Pietro, il ventenne che, alla guida del Suv Lamborghini coinvolto nell’incidente a Casalpalocco, a Roma, ha causato la morte di un bimbo di cinque anni oltre al ferimento della madre e della sorellina di 4 anni. Il giovane è risultato positivo ai cannabinoidi.

Al vaglio degli inquirenti anche la posizione dei quattro presenti nell’auto. Nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare, poi, sui social per una ‘sfida’ online incitando il ragazzo alla guida.

La ricostruzione
La city car si è scontrata frontalmente con un Suv Lamborghini, preso a noleggio da due giorni, guidato dal ventenne e con a bordo quattro persone. Un impatto terribile: sulla strada ci sarebbero segni di frenata ma è da accertare di chi quale veicolo siano. Nell’incidente è rimasta coinvolta una terza auto.

A confermare l’ipotesi della sfida è un filmato di 15 secondi comparso in rete in cui uno dei giovani afferma: “Secondo giorno in Lamborghini, per adesso tutto bene”.

Le condizioni del bambino sono apparse subito disperate: il piccolo quando sono arrivati i soccorsi era già in arresto cardiaco. I sanitari hanno, quindi, praticato il massaggio cardiaco e dopo averlo rianimato lo hanno trasportato all’ospedale Grassi di Ostia. Una corsa disperata che però è risultata vana: i medici del Pronto Soccorso non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Nell’incidente anche la madre, 29 anni, e la figlia di tre anni sono rimaste ferite. Non sarebbero in pericolo di vita. La piccola è stata trasferita dall’ospedale Sant’Eugenio al Bambino Gesù e in seguito dimessa. La madre, Elena Uccello, invece, resta ricoverata al Sant’Eugenio: ha contusioni ed è ancora in forte stato di shock. Fiori, peluche e girandole colorate, sono state deposti sul posto dell’incidente.

“Il trauma che sto provando – scrive sui social Vito Loiacono, uno dei ragazzi di The Borderline, il gruppo di Youtuber che sarebbe coinvolto nell’incidente – è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima”.

Testimoni: “Continuavano a filmare”
“Dopo l’incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi e ha discusso con i ragazzi”. A raccontarlo è Alessandro Milano, amico della famiglia Proietti e papà di un amichetto di scuola di Manuel. “Dobbiamo tutti parlare e raccontare quello che è successo. Filmavano e il bimbo era morto”, ripete Alessandro. “Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati”. Queste le parole che i cittadini del quartiere ripetono arrivando sul posto.

“Questa macchina sfrecciava da giorni. Mi è rimasta impressa perché era molto bella come auto, ma dentro di me, vedendo alla velocità in cui andava, ho pensato: questi se prendono qualcuno lo uccidono”, ha raccontato una signora della zona. Un altro abitante della zona spiega che “il proprietario della concessionaria Skylimit rent che ha affittato l’auto ai ventenni lo conosciamo tutti. Ieri è venuto dopo l’incidente ed era arrabbiato perché la macchina era rotta”.

In un video girato subito dopo l’incidente si vedono dei passanti inveire contro i ragazzi che erano a bordo del Suv. “Ma che c… hai fatto?” urla un signore che viene trattenuto dalla folla radunata sul posto. Nel video si vedono e due auto distrutte, la Smart stretta dal Suv, e anche di spalle un ragazzo con la maglietta del gruppo di youtuber The Borderline.

Il commento di Salvini: “Via la patente a vita”
“Un bimbo di cinque anni è morto alle porte di Roma, pare fosse in svolgimento una competizione social di youtuber in 5 su una Lamborghini che hanno stritolato questo bimbo. Se sei recidivo e togli la vita a una persona perché sei un cretino al volante, tu la patente non la vedi più per il resto di tuoi giorni, non è che la sospendo per qualche mese”, afferma il vicepremier e ministro, Matteo Salvini, parlando del nuovo codice della strada.

Sequestrati beni per circa 3,5 milioni di euro a tre persone vicine a clan di Cirò

A Cirò Marina e a Cirò Superiore (Crotone), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo – Comando Provinciale di Crotone hanno dato esecuzione ai sequestri in materia di misure di prevenzione di beni immobili, mobili registrati e disponibilità finanziarie, per l’ipotizzata riconducibilità a tre soggetti indiziati di appartenere a clan di ‘ndrangheta del cirotanò.

I destinatari delle misure in precedenza sono stati coinvolti nell’inchiesta Stige, che ha riguardato le cosche di ‘ndrangheta cirotane, facendone emergere gli interessi e le cointeressenze economiche sia sul territorio calabrese che su quelli di alcune regioni del Nord Italia, nonché in Germania e in altri paesi europei.

In tale procedimento, con decisioni ancora non definitive, due dei predetti soggetti, all’esito del giudizio abbreviato, sono stati condannati, in primo e secondo grado, e l’altro, all’esito del giudizio ordinario, è stato condannato, in primo grado, per la ipotizzata partecipazione, quali elementi di vertice, all’associazione di ‘ndrangheta della Locale di Cirò.

Le misure cautelari di prevenzione hanno riguardato una lavanderia industriale comprensiva del terreno, ove è collocata, due aziende attive nel settore dei servizi connessi con le attività di “wash & cleaning”, 2 abitazioni, due autovetture, numerosi conti correnti sia bancari che postali e degli ulteriori rapporti o investimenti finanziari di altra natura, per un valore di circa 3,5 Milioni di euro.

Si tratta di tre provvedimenti di natura cautelare, dal Tribunale di Catanzaro – Seconda Sezione Penale – Ufficio Misure di Prevenzione nell’ambito di rispettivi procedimenti di prevenzione, sulla base delle articolate indagini patrimoniali dei Carabinieri, con riguardo alla posizione reddituale dei destinatari, e dei rispettivi familiari, volte a verificare la effettiva disponibilità, la provenienza dei beni e la sproporzione del relativo valore rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. I procedimenti di prevenzione, volti alla verifica della sussistenza dei presupposti per la confisca dei beni, sono ancora in corso.

Scontro tra un’auto e un mezzo Anas nella galleria “Crocetta”, 3 feriti

Galleria Crocetta San fili cosenza paola

Un incidente stradale si è verificato nella galleria “Crocetta”, sulla statale 107 “Paola-Crotone”, nel cosentino. Il bilancio è di tre persone ferite.

Per cause in corso di accertamento, a scontrarsi all’interno del lungo tunnel, sono stati un veicolo e un mezzo dell’Anas.

Sul posto sono intervenute le squadre Anas, il 118 e le Forze dell’ordine per i rilievi del caso. La circolazione è stata interrotta il tempo necessario per i rilievi e per la rimozione dei mezzi incidentati. Poi è stata riaperta.

Traffico illecito di rifiuti, arresti e diversi indagati. Sequestrati beni e impianti

E’ di venti indagati il bilancio di un’operazione dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro, supportati da altri reparti dell’Arma, in relazione all’ipotesi di traffico illecito di rifiuti.

L’inchiesta condotta dai militari, in codice “Fangopoli”, è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha svelato l’esistenza di un’organizzazione dedita allo smaltimento illecito di rifiuti che avrebbero dovuto essere trattati a norma di legge.

In particolare, nei confronti di 6 indagati è stata adottata la misura cautelare degli arresti domiciliari, per 10 quella dell’obbligo di dimora e altri 4 quella del divieto temporaneo di esercitare attività di impresa nel settore ambientale e a ricoprire qualunque carica all’interno delle società del settore ambientale.

Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, di un complesso immobiliare a destinazione industriale di una Srl con sede a Curinga, nel catanzarese, di due impianti di recupero e trattamento rifiuti (riconducibili a due distinte Srl) rispettivamente ubicate ad Amaroni (Catanzaro) e Cotronei (Crotone), e di 17 automezzi.

La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è stata svolta dal Nucleo operativo ecologico di Catanzaro unità specializzate dipendente dal neo istituito Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale e Transizione Ecologica di Palermo, e scaturisce dalle attività del comparto centrale dei Carabinieri Tutela dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, volte a individuare, nel settore ambientale, le ipotizzate illecite ingerenze nei flussi di investimento pubblico previsti dalla missione 2 del PNRR “rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Gli esiti investigativi, accolti nella ordinanza cautelare, hanno delineato la gravità indiziaria circa la presunta “attività organizzata per il traffico di rifiuti”.

In particolare i gravi indizi riguardano complessi ed articolati traffici di rifiuti, riconducibili a tre società della provincia di Catanzaro e di Crotone, consistenti nel trasporto di rifiuti della frazione organica provenienti dalla raccolta differenziata di comuni calabresi e siciliani, con riguardo a fanghi da depurazione provenienti da impianti comunali calabresi, nonché ad altre tipologie di rifiuti compresi materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, e il successivo stoccaggio presso le sedi o gli impianti delle predette società.

Ciò allo scopo di ridurre il numero dei trasporti verso gli impianti di destinazione finale, caricando fino alla massima capienza gli automezzi, anche miscelando tipologie di rifiuto diverso, e, quindi, abbattere i costi connessi al servizio.

La movimentazione dei rifiuti sarebbe avvenuta con l’emissione di Fir (Formulario di identificazione dei rifiuti) in numero superiore rispetto ai rifiuti stoccati e trattati negli impianti, attestando falsamente la ricezione e l’invio a trattamento di ingenti carichi di rifiuti di cui si sarebbe fatta perdere la tracciabilità mediante la combustione e la distruzione, nonché con l’individuazione di impianti adibiti a discariche abusive di rifiuti speciali, non pericolosi, ove i rifiuti venivano anche interrati.

In tale contesto, i militari del Noe di Catanzaro, nel corso delle indagini, hanno effettuato numerosi interventi volti ad evitare ulteriori e più gravi impatti ambientali, mediante plurimi controlli che hanno consentito di documentare multipli episodi di interramento di rifiuti e, in un caso, anche l’illecita combustione degli stessi.
Il provvedimento cautelare reale ha riguardato anche tre impianti di gestione rifiuti presso i quali si è riscontrato lo smaltimento di rifiuti mediante combustione e sversamento in corsi d’acqua superficiali.

Naufragio di migranti in Grecia, 78 morti e centinaia di dispersi

Dopo Cutro ancora un naufragio di migranti, questa volta in Grecia. Si teme possa essere una strage di proporzioni maggiori di quella avvenuta in Calabria lo scorso 26 febbraio. Sul barcone, secondo testimonianze di superstiti, erano presenti circa 700 persone. Erano partiti dalla Libia direzione Italia, ma non è chiaro perché i trafficanti abbiano cambiato rotta andando in Grecia.

La strage è avvenuta a Pylos, nel Peloponneso, quando all’improvviso il barcone (in foto) si è rovesciato con tutto il carico umano, uomini, donne e bambini stipati come sardine e pare non avessero nemmeno il salvagente a fronte di un ticket di 10mila dollari a testa. Le autorità greche avrebbero ignorato l’sos, riportano alcuni media.

Continuano le operazioni di soccorso della Guardia costiera greca a sud della città di Pylos, dopo il naufragio del peschereccio: le ricerche sono andate avanti tutta la notte, ma non hanno portato a nuovi sviluppi. Il numero dei superstiti rimane 104, mentre la Guardia costiera ha chiarito questa mattina che sono stati recuperati 78 corpi.

Durante la notte è iniziato il trasferimento dei corpi recuperati in mare dalle imbarcazioni della Guardia costiera ai camion adibiti per il trasporto che attendevano nel porto. L’identificazione delle salme, tramite il prelevamento di campioni di Dna, è attualmente in corso, come riportato dall’agenzia di stampa Ana-Mpa. I superstiti, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni, hanno trascorso la notte in un magazzino del porto e rimangono in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza nell’entroterra, probabilmente a nord di Atene.

“La parte esterna della nave era piena di persone, sospettiamo che lo stesso valga per l’interno” spiega Nikolaos Alexiou, comandante e portavoce della guardia costiera greca, mentre afferma che “non si può dare un numero esatto con certezza, ma certamente il numero è molto alto”. Almeno 400, secondo l’Oim, ma secondo le prime ricostruzioni dei sopravvissuti che erano a bordo dell’imbarcazione “il numero dei passeggeri era di 750” racconta il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas.

Lo stesso numero fornito da Alarm phone, che già ieri era stata contattata per segnalare un’imbarcazione in difficoltà. Anche un aereo dell’agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio intorno a mezzogiorno di ieri e “successivamente da due motovedette, senza richiedere assistenza”, racconta la Guardia costiera greca: i “migranti hanno poi rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l’Italia”, sostengono i greci.

Ma, in un comunicato, Alarm phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era “stata allertata alle 16.53” così come “le autorità greche e le altre europee”. Quindi “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma – denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso – “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, mentre “la Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”. Sarebbero state così perse – è la lettura di Alarm phone – ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso ed il recupero di 104 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV, con bandiera delle Cayman. Alexiou spiega che i soccorritori continuano “a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l’assistenza del C-130 dell’Aeronautica Militare”. Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa. Secondo le prime informazioni, le persone venivano da Siria, Pakistan, Egitto e tra loro, raccontano i soccorritori, c’erano anche donne e bambini stipati nelle stive.

Stando alle prime testimonianze, nessuna di loro indossava il giubbotto di salvataggio. I vertici dell’Unione europea esprimono il loro cordoglio per la notizia. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è detta “profondamente addolorata” e “molto preoccupata per il numero di persone scomparse”, sottolineando la necessità di “continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie”.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla di “un promemoria straziante che dobbiamo porre fine al business senza scrupoli dei trafficanti”, annunciando che “i leader dell’Ue affronteranno la questione al vertice di giugno”. Più duro, invece, il commento della commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che spiega come il naufragio “sia il segno del fatto che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento”, augurandosi che verrà cambiata con il nuovo Patto di migrazione e asilo. “La situazione di stallo durata sette anni è finita”, ha spiegato Johansson, difendendo il lavoro delle Ong: “Sono diverse tra loro ma in generale fanno un ottimo lavoro e salvano vite”. E chi migra “in cerca di una vita migliore merita sicurezza e dignità”, le fa eco Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. I viaggi della speranza, però, proseguono. E mentre altri 80 migranti sono stati salvati, sempre in Grecia, a Creta, continuano anche gli sbarchi a Lampedusa dove oggi sono arrivati in 20, fra cui 2 donne, dopo essere stati soccorsi dalla Guardia di Finanza. Sarebbero originari di Guinea, Burkina Faso, Senegal e Mali e sarebbero salpati da Sfax in Tunisia. Altri 23 sono arrivati ad Augusta, in provincia di Siracusa, dopo essere stati alla deriva nel Canale di Sicilia.

Un Suv piomba su una Smart, morto un bimbo, due feriti. “Stavano facendo video social”

Grave incidente stradale tra via di Macchia Saponara e via Archelao di Mileto in zona Casalpalocco, a Roma. Un bambino di 5 anni è morto nello scontro tra la Smart Forfour sulla quale viaggiava e un suv Lamborghini.

Il piccolo è stato soccorso in condizioni disperate e trasportato all’ospedale Grassi di Ostia dove poi è deceduto. Ferite, a quanto si apprende, la sorella di 4 anni e la madre, trasportate in ospedale. Sul posto è intervenuta la polizia locale di Roma Capitale.

Secondo quanto ricostruito, il piccolo viaggiava sulla Smart insieme alla madre di 29 anni e alla sorellina di 4, che sono state trasportate in codice rosso all’ospedale S. Eugenio. A bordo della Lamborghini erano presenti cinque persone, quattro ragazzi e una ragazza, tutti ventenni, trasportati per accertamenti in diversi ospedali.

Si indaga sulla dinamica del tragico incidente. Tutte le ipotesi sono al momento al vaglio degli investigatori: a quanto si apprende si faranno accertamenti sulla velocità e si cercherà anche di capire se l’incidente possa essere stato causato da una distrazione alla guida per via dell’uso di telefonini o per girare dei video sui social

Sono stati celebrati i funerali di Silvio Berlusconi

Sono stati celebrati nel Duomo di Milano i funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Presenti i figli e tutte le più alte cariche del paese, leader di partito e altri politici, con numerose altre delegazioni diplomatiche di diversi paesi europei. Nella Cattedrale personaggi e volti noti dello spettacolo, dello sport e dell’imprenditoria. Fuori nella piazza, dove erano allestiti due grandi schermi, migliaia di persone tra fan del Cavaliere e gente comune.

Il carro funebre, che ha trasportato il feretro di Silvio Berlusconi, è partito dalla villa dell’ex premier ad Arcore, ed è arrivato davanti alla Cattedrale accolto dagli applausi. Lungo il percorso di circa 30 km, la circolazione stradale è stata bloccata.

Un picchetto d’onore interforze ha reso omaggio al leader del centrodestra e quattro volte premier, sul sagrato del Duomo. La commozione ha avvolto la famiglia di Berlusconi non appena il feretro dell’ex premier è arrivato poi davanti all’altare. In lacrime la primogenita Marina, la compagna Marta Fascina e il figlio Pier Silvio. In seconda fila l’ex moglie Veronica Lario.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha salutato la famiglia di Silvio Berlusconi al termine dei funerali, all’esterno del duomo di Milano. Un saluto e un abbraccio anche dalla premier Giorgia Meloni che ha baciato i figli e la compagna Marta.

“Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini nell’omelia pronunciata in Duomo in occasione dei funerali di Stato.

La benedizione eucaristica impartita da monsignor Mario Delpini ha concluso la Messa funebre. Prima della benedizione, Delpini ha posto le condoglianze alla famiglia anche da parte del presidente della Cei, il Cardinale Zuppi. Dopo la benedizione, Delpini ha salutato tutte le Alte Cariche dello Stato e le Autorità nella prima fila e i familiari di Berlusconi.

Cori e applausi all’uscita del feretro di Berlusconi in piazza Duomo al termine della cerimonia funebre nella cattedrale. La folla ha gridato ‘Un presidente, c’è solo un presidente’ e ‘Silvio, Silvio’.

Al termine delle esequie il feretro ha fatto ritorno per l’ultima volta a Villa San Martino, ad Arcore. La salma di Berlusconi sarà cremata in provincia di Alessandria e l’urna con le sue ceneri sarà riposta nella cappella di famiglia.

Aggressione a poliziotti, arrestate tre persone

Tre persone sono state arrestate a Catanzaro dalla polizia in relazione all’aggressione, avvenuta il 20 maggio scorso, ai danni di alcuni agenti incaricati dell’esecuzione di misure cautelari a carico di due persone accusate di atti persecutori ed estorsione ai danni degli assegnatari di alcuni alloggi popolari con lo scopo di poterli poi occupare abusivamente.

Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica. Per due dei destinatari dei provvedimenti restrittivi è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per uno gli arresti domiciliari.

I reati contestati ai tre arrestati sono resistenza a pubblico ufficiale, minaccia, lesioni personali e danneggiamento. I tre hanno messo in atto l’aggressione ai danni degli agenti allo scopo, secondo quanto è emerso dalle indagini, di impedire l’esecuzione delle due misure cautelari. I poliziotti aggrediti hanno riportato varie ferite. Nella stessa occasione, inoltre, sono state danneggiate alcune autovetture della Polizia.

All’aggressione ai danni dei poliziotti hanno partecipato numerose altre persone che al momento, però, non sono state identificate. Le indagini che hanno portato ai tre arresti sono state condotte dal personale della Digos della Questura.

Morte Berlusconi, Mercoledì funerali di Stato e lutto nazionale

Camera ardente nella sua villa ad Arcore, funerali di Stato e contestualmente lutto nazionale. E’ quanto è previsto dalle autorità in seguito alla morte del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, fondatore del Centrodestra e quattro volte presidente del Consiglio.

“A seguito del decesso del dottor Silvio Berlusconi, già presidente del Consiglio dei ministri si dispone dal 12 al 14 giugno 2023 l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il 14 giugno 2023, giornata di celebrazione delle esequie di Stato, è dichiarato lutto nazionale”. E’ quanto si legge nel dispositivo firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

La camera ardente, secondo quanto riporta Adnkronos, sarà allestita nella sua residenza storica di Arcore, a Villa San Martino, dove già lunedì è stata trasferita la salma dall’ospedale San Raffaele di Milano. Per motivi di ordine pubblico è stato deciso di annullare la Camera ardente pubblica prevista in un primo momento negli studi di Mediaset a Cologno Monzese e prima ancora al Senato a Roma.

I funerali di Berlusconi potrebbero tenersi mercoledì mattina, 14 Giugno, nel Duomo di Milano. Saranno funerali di Stato. Contestualmente su tutto il territorio italiano, per l’intera giornata è proclamato il lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici.

“La scomparsa di Silvio Berlusconi – ha affermato Mantovano – mi addolora profondamente. Sono sinceramente vicino ai familiari, alla comunità di Forza Italia, e a quanti gli hanno voluto bene. Con lui si spegne un grande leader politico europeo e un grande italiano. Le sue intuizioni, le sue battaglie, il suo impegno hanno trasformato la nostra Nazione e hanno aperto spazi di libertà autentica. Che il Signore gli conceda di riposare in pace”.

Berlusconi, nel 1991 la laurea honoris causa in ingegneria all’Unical. Le altre visite

Dal novembre del 1991 Silvio Berlusconi poteva fregiarsi anche del titolo di ingegnere. All’allora imprenditore, nel novembre del 1991, tre anni prima cioè della sua “discesa” in politica, venne conferita la laurea honoris causa in ingegneria gestionale dall’Università della Calabria.

Una cerimonia, svoltasi nel campus dell’ateneo di Arcavacata di Rende, alle porte di Cosenza, caratterizzata dalle lodi del Senato accademico e dalla presenza di molti studenti.

Un riconoscimento, venne motivato nella circostanza dalle autorità accademiche dell’ateneo calabrese, assegnato “per le numerose attività imprenditoriali che spaziano dalla televisione alla pubblicità, dall’edilizia alle assicurazioni, dal cinema alla grande distribuzione”.

Ma anche la presa d’atto del contributo dato da Berlusconi alla “scienza economico-manageriale”, per la dimostrazione delle “grandi capacità organizzative in grado di anticipare le più moderne concezioni organizzative e manageriali”. E, ancora, per il fatto di “avere intuito velocemente le complessità evolutive dei sistemi produttivi”.

Dopo gli interventi del rettore dell’epoca, Giuseppe Frega, del preside della facoltà di ingegneria, Jacques Guenot, e dei professori Francesco Del Monte e Antonio Borghesi, Berlusconi tenne una lezione magistrale incentrata sulla sua attività di imprenditore televisivo, non mancando di fare riferimenti alle potenzialità della Calabria e ai suoi giovani, ai quali rivolse l’invito a “rifuggire dal pessimismo”.

Le occasioni più importanti di Berlusconi in Calabria

Sul piano politico ed elettorale da ricordare la Nave Azzurra che vide il cavaliere fare un tour nazionale per le regionali del 2000. Celebre il suo comizio a Cosenza in una piazza Fera gremita in occasione della competizione dove era candidato Giuseppe Chiravalloti, che poi venne eletto presidente della Regione Calabria. Nel 2010, Scopelliti sindaco di Reggio, Berlusconi convocò il Consiglio dei ministri in riva allo Stretto dove inaugurò l’agenzia dei beni confiscati alla mafia.

Ci furono altre sporadiche visite nella nostra regione. Da menzionare nel 2020 il suo divertente tour in sostegno di Jole Santelli, eletta presidente della Calabria e deceduta dopo poco tempo a causa di un tumore.

Morte Berlusconi, chi sono gli eredi dell’impero economico di Silvio

Due ex mogli, cinque figli e 16 nipoti. La dinastia Berlusconi (Silvio è anche il bisnonno della piccola Olivia) conta grandi numeri come l’eredità che il Cavaliere ha saputo costruire come abile uomo d’affari con interessi nel mondo delle costruzioni, dei media e del calcio.

La più grande delle nipoti è Lucrezia, 31 anni, (madre di Olivia) figlia di Pier Silvio e sorella di Lorenzo Mattia e Sofia Valentina, avute dal secondogenito con la conduttrice Silvia Toffanin. Poi ci i sono i figli di Marina Berlusconi (Gabriele e Silvio), ben cinque i figli di Barbara: Edoardo, Alessandro, Francesco, Leone ed Ettore Quinto. Tre invece gli eredi da Eleonora (Riccardo, Flora e Artemisia), mentre gli ultimi nipoti sono figli di Luigi (Emanuele Silvio e Tommaso Fabio, nato nell’ottobre del 2022).

Sono la primogenita Marina e Pier Silvio, entrambi nati dall’unione con Carla Elvira Lucia dall’Oglio, a occuparsi maggiormente degli affari di famiglia. Un presunto squilibrio che aveva fatto storcere il naso alla seconda moglie, Veronica Lario. Secondo la classifica di Forbes sui miliardari nostrani 2023, Silvio Berlusconi è considerato il terzo uomo più ricco d’Italia con un patrimonio che ammonta a 6,9 miliardi di dollari. La vera cassaforte della famiglia Berlusconi è Mfe, dopo il trasferimento della sede in Olanda e le prospettive di fusione con Mediaset España, che dovrebbe giungere a compimento tra l’estate e l’autunno 2023, ha attualmente il 48,7% dei diritti di voto in assemblea. Il controllo è praticamente blindato.

Mfe, società in cui sono confluite le varie anime di Mediaset, è controllata, da Fininvest per il 48,2%, con la francese Vivendi come secondo azionista al 23,35%. Fininvest è a sua volta controllata interamente dalla famiglia Berlusconi, ma con un assetto proprietario complesso: se la spartiscono sette holding, di cui quattro direttamente riconducibili a Silvio Berlusconi.

Mediaset, Fininvest, calcio e ville, tutti gli investimenti del Cav
Al momento il Cavaliere controlla il 61% della holding Fininvest che opera nel settore televisivo con Mediaset e nell’editoria con Mondadori. Il resto delle quote è diviso tra i figli: Marina ha l’8% delle quote, è presidente della holding e a capo di Mondadori mentre Pier Silvio detiene l’8% ed è l’uomo che guida Mediaset. I tre figli Barbara, Eleonora e Luigi possiedono insieme il 21% della società. Luigi e Barbara non hanno incarichi operativi, ma hanno il ruolo di azionisti di Fininvest e siedono nel consiglio di amministrazione.

In passato Barbara è stata nel board del Milan, esperienza conclusasi nel 2017 con a vendita del club rossonero. Berlusconi è ora proprietario della squadra del Monza. E’ il 28 settembre 2018 quando il gruppo Fininvest finalizza l’acquisto del 100% del club biancorosso. Un progetto con il fratello Paolo Berlusconi nelle vesti di presidente e del fedelissimo Adriano Galliani quale amministratore delegato che prosegue e corre ancora sui campi della Serie A.

Nell’ultima dichiarazioni dei redditi resa nota, l’ex premier dichiara al fisco un imponibile di oltre 50 milioni di euro: la cifra, comunicata nel 2021, riguarda i redditi dell’anno precedente. Insieme al totale imponibile, il patrimonio di Silvio Berlusconi è composto anche da beni di proprietà, come ville, abitazioni, auto e imbarcazioni. Tra le residenze più celebri Villa San Martino ad Arcore, la dimora romana di Palazzo Grazioli, le ville estive in Sardegna e a Lampedusa, oltre che le proprietà all’estero. (Adnkronos)

Morte Berlusconi, il cordoglio del Papa, di istituzioni e mondo politico

Unanime il cordoglio del mondo politico per la scomparsa di Silvio Berlusconi, morto oggi all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato. Da maggioranza e opposizioni i messaggi di vicinanza al dolore della famiglia.

Papa Francesco ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia di Silvio Berlusconi per la scomparsa dell’ex premier. Bergoglio ha espresso “sentita partecipazione al lutto per la perdita di un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica”. “Sua Santità – sottolinea il telegramma – invoca dal Signore la pace eterna per lui e la consolazione del cuore per quanti ne piangono la dipartita. Mi unisco al cordoglio con un fervido ricordo nella preghiera”.

“Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane”. Lo dice il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un messaggio per la morte del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

“Berlusconi – dice il presidente Mattarella – è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua “discesa in campo”, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo. La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo”.

Per il capo dello Stato, Berlusconi “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica. E’ stato una persona dotata di grande umanità e un imprenditore di successo, un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni. E’ stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano”.

“Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia solidarietà ai figli, a tutti i familiari, al suo partito, a coloro che più gli sono stati vicini nella vita e nell’ultima battaglia contro la malattia, combattuta con coraggio ed esemplare ottimismo”, conclude Mattarella.

“Io sono stato un amico personale e per me è stato una sorta di fratello maggiore, anche se lui non piaceva, perché mi considerava un suo coetaneo, pur avendo 16 anni di più”.

Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricordando Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con il Tg1.

Per decisione del Presidente del Senato La Russa, bandiere a mezz’asta a Palazzo Madama e negli altri edifici che ospitano gli uffici del Senato, in segno di lutto per la scomparsa di Berlusconi.

“Con profondo dolore ho appreso la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi, un protagonista assoluto della storia economica, industriale e politica italiana, europea e internazionale. Ai suoi familiari, ai suoi cari, al partito di Forza Italia e a coloro che lo hanno sempre considerato un punto di riferimento esprimo i sentimenti del più profondo cordoglio”. Lo ha detto il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

“Oggi ci saluta un grande italiano. Uno dei più grandi di sempre, in tutti i campi, da tutti i punti di vista, senza eguali. Ma soprattutto oggi perdo un grande amico. Sono distrutto e piango raramente, oggi è uno di quei giorni – scrive Matteo Salvini sui social – Conservo come un dono prezioso il valore della tua amicizia, i tuoi consigli, la tua generosità, il tuo rispetto, il tuo genio, i tuoi rari e affettuosi rimproveri subito seguiti da complimenti e attenzioni uniche. Hai fatto tanto per l’Italia e per gli Italiani, lasci un vuoto difficile da colmare, da oggi dedicheremo ogni nostro sforzo e tutto il nostro impegno per proseguire le mille strade che hai per primo visto e tracciato. Il più grande patrimonio che lasci su questa terra, che sono la tua splendida famiglia e i tuoi affetti, varranno mille vite ancora. Buon viaggio Silvio, amico mio”.

Il leader della Lega non nasconde la commozione al Tg1: “Al di là della grandezza politica, imprenditoriale, sportiva, di Berlusconi c’è l’aspetto umano, l’immensa generosità, l’affetto…”. “Non aveva mai digerito – ricorda – la mia barba, alla fine se la faceva andare bene, per il mio compleanno mi aveva regalato un set di camicie blu, perché mi diceva togliti quel bianco…”. “Berlusconi mancherà. Un grande uomo, anche gli avversari ne riconoscano l’unicità”, aggiunge Salvini.

“Il patrimonio che lascia non è un patrimonio economico, ma di affetti. La prima cosa di cui mi parlava era la famiglia, per i figli… Ci siamo sentiti – ricorda – sabato sera, dopo la partita dell’Inter, alle 11 di sera, stava lavorando, per le europee, per Fi, per il governo”. “Mi ha detto – conclude – mi raccomando tante opere che ho cominciato io finitele voi, e quindi sarà più difficile mettere d’accordo tutti, cercheremo umilmente di portare avanti il lavoro”.

In un video messaggio il cordoglio e il ricordo della premier Giorgia Meloni. ”Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente, era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono stati esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell’impresa”, le parole del presidente del Consiglio. Con lui ”l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti, ha imparato che non doveva mai darsi per vinta”, dice la premier. “Con Berlusconi abbiamo combattuto, vinto, perso, molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati. Addio Silvio”.

Dichiara in una nota Maurizio Lupi, di “Noi Moderati”: “Silvio Berlusconi ci mancherà. Molto. Ci mancherà il suo genio, la sua simpatia, la sua intelligenza politica, la sua energia, la sua umanità. Personalmente mi mancherà la sua amicizia. Imprenditore, editore, uomo politico, ha cambiato questo Paese. È presto per capire quale sarà la sua eredità politica e culturale. L’Italia perde un grande protagonista della sua storia. Sono vicino alla sua famiglia, con la preghiera e con l’affetto che ho sempre avuto per quello che ho sempre chiamato, e che resta anche ora, il presidente”.

“Di fronte alla scomparsa di Silvio Berlusconi vogliamo far arrivare tutta la nostra vicinanza al dolore della sua famiglia, dei suoi cari e di tutta Forza Italia, così come vogliamo che arrivi al Governo e alle forze di maggioranza – afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein – Con la morte di Silvio Berlusconi si chiude un’epoca. Tutto ci ha divisi e ci divide dalla sua visione politica, resta però il rispetto che umanamente si deve a quello che è stato un protagonista della storia del nostro Paese. Le più sentite condoglianze da parte del Partito Democratico”. In segno di rispetto per la scomparsa di Berlusconi il Partito Democratico ha deciso di rinviare la Direzione prevista per oggi.

Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, scrive sui social: “Silvio Berlusconi è stato un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia. Ha acceso e polarizzato il dibattito pubblico forse come nessun altro, e anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati il coraggio, la passione, la tenacia. In questo momento di profondo dolore tengo a far pervenire ai suoi cari e alla sua famiglia il sincero e rispettoso cordoglio mio e del Movimento 5 Stelle”.

“Silvio Berlusconi ha fatto la storia in questo Paese. Tanti lo hanno amato, tanti lo hanno odiato: tutti oggi devono riconoscere che il suo impatto sulla vita politica ma anche economica, sportiva, televisiva è stato senza precedenti. Oggi l’Italia piange insieme alla famiglia, ai suoi cari, alle sue aziende, al suo partito”, il post di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. “A tutti quelli che gli hanno voluto bene il mio abbraccio più affettuoso e più sincero. In queste ore porto con me i ricordi dei nostri incontri, dei tanti consigli, dei nostri accordi, dei nostri scontri. Ma soprattutto di una telefonata in cui Silvio, non il Presidente, mi ha fatto scendere una lacrima parlando della mamma. Ci mancherai Pres, che la terra ti sia lieve”.

“Esprimo le condoglianze mie e di Azione alla famiglia e alla comunità di Forza Italia, per la morte di Silvio Berlusconi. Ha lottato fino alla fine contro la malattia con un coraggio incredibile. Riposi in pace”, le parole di Carlo Calenda, di “Azione”.

“Con Silvio Berlusconi ci siamo trovati su posizioni diverse sul piano delle idee e della cultura politica. E’ stato un protagonista della storia politica del nostro paese. Con rispetto, rivolgiamo alla sua famiglia, forza politica e comunità le nostre condoglianze”, il post su Facebook di Angelo Bonelli, dei Verdi-Sinistra. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Nicola Fratoianni. 

Cordoglio dall’Ue

“Sono addolorata per la notizia della scomparsa dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ha guidato l’Italia in un momento di transizione politica e da allora ha continuato a plasmare il suo amato Paese. Porgo le mie condoglianze alla sua famiglia e al popolo italiano”, scrive in un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Da Bruxelles, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola ha ricordato “il combattente che ha guidato il centro-destra e che è stato protagonista della politica in Italia e in Europa per generazioni. Padre, imprenditore, eurodeputato, Presidente del Consiglio, senatore. Ha lasciato il segno e non sarà dimenticato. Grazie Silvio”.

Per il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni “con Silvio Berlusconi scompare un leader che ha lasciato un segno profondo nell’Italia degli ultimi decenni. Per tutti, oggi è il momento del cordoglio, della vicinanza alla sua famiglia e alla comunità di Forza Italia”.

Anche i Popolari europei, gruppo politico di cui fa parte Forza Italia nelle istituzioni Ue, si sono uniti al cordoglio: “Oggi piangiamo la scomparsa di Silvio Berlusconi. È stato il fondatore e leader di Forza Italia, il più longevo Presidente del Consiglio italiano nel dopoguerra e una forza trainante nella nostra famiglia politica. Il nostro cordoglio e le nostre condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”, si legge si Twitter. E il leader del Ppe Manfred Weber si è detto “addolorato per la scomparsa di Silvio Berlusconi”, aggiungendo che “il mio pensiero va alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento difficile. Non dimenticheremo l’energia e la dedizione con cui ha lavorato per la sua amata Italia, per la sua famiglia politica e per i suoi ideali europei. Riposa in pace”.

Vladimir Putin: “Silvio Berlusconi è stato un uomo caro e un vero amico”

“Per me Silvio è stato un uomo caro e un vero amico”. Lo ha detto, citato dalla Tass, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin in un messaggio di cordoglio all’Italia per la scomparsa dell’ex premier e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi.

“Ho sempre ammirato sinceramente – ha aggiunto – la sua saggezza e la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili. Durante ciascuno dei nostri incontri, sono stato letteralmente colpito della sua incredibile vitalità, ottimismo e senso dell’umorismo”, ha proseguito Putin. “La sua morte è una perdita irreparabile”.

Secondo Putin, Berlusconi era “una persona straordinaria alla quale sono stati associati gli eventi più importanti della storia recente dell’Italia”.

“Un vero patriota, Silvio Berlusconi ha sempre messo al di sopra di ogni cosa gli interessi del suo Paese. Essendo stato alla guida del Consiglio dei ministri e ricoprendo per molti anni altri importanti incarichi di governo, ha fatto molto per lo sviluppo economico e sociale del suo Paese e per la sua posizione più solida in Europa e nell’arena mondiale”, ha detto Putin. “Credo che Berlusconi fosse giustamente considerato il patriarca della politica italiana e godesse di un alto prestigio internazionale”.

Il leader russo ha richiamato l’attenzione in particolare sul fatto che Berlusconi ha dato un contributo personale davvero inestimabile allo sviluppo del partenariato italo-russo reciprocamente vantaggioso.

“In Russia, Silvio Berlusconi sarà ricordato come un sostenitore coerente e di alto principio del rafforzamento delle relazioni amichevoli tra i nostri paesi”, sostiene Putin.

“Auguro a tutti forza d’animo di fronte a questa grande perdita”, ha scritto Putin nel messaggio indirizzato al capo dello Stato Mattarella e rivolto alla famiglia.

Berlusconi e Putin
Putin e Berlusconi si sono incontrati per la prima volta al vertice del G8 a Genova nel 2001. Nel corso degli anni hanno tenuto dozzine di incontri individuali di cooperazione in vari forum internazionali in Russia, in Italia e in molti altri paesi. Putin e Berlusconi non solo hanno lavorato insieme, ma sono stati in rapporti amichevoli per più di 20 anni.

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