12 Ottobre 2024

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Giovane ruba l’auto mentre conducente parcheggia, preso

Carabinieri Catanzaro

A Reggio Calabria, i carabinieri hanno arrestato per rapina ai danni di una donna, un 21enne originario di Trebisacce (Cosenza), già noto alle Forze dell’ordine.

L’episodio è avvenuto verso le 8 di domenica scorsa, quando la vittima, 62enne, di Saline Joniche, mentre era intenta a parcheggiare la propria autovettura, in “via Muratori”, è stata avvicinata dal giovane che dopo averla spintonata, è riuscito a sottrarle il veicolo, dandosi poi alla fuga.

Fondamentali si sono rivelate le immediate le ricerche diramate dai militari della centrale operativa, che hanno consentito poco dopo, a due pattuglie della Stazione Carabinieri di Reggio Calabria – Rione Modena di individuare e fermare il ragazzo in “Viale Calabria”, sorpreso nel percorrere la via contromano proprio a bordo del mezzo rubato poco prima alla donna.

Per il giovane è scattato subito l’arresto in flagranza, convalidato dall’autorità giudiziaria, sottoponendo lo stesso alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Trovati cuochi e camerieri in “nero” nel Catanzarese

Erano al lavoro in un ristorante della Marina di Davoli ma non risultavano assunti regolarmente e non avevano l’abilitazione alla trasformazione e al servizio di somministrazione degli alimenti.

Dieci persone, tra cuochi e personale di sala, impiegati ‘in nero’ in un locale sono stati individuati dai finanzieri della Compagnia di Soverato nel corso di una serie di controlli mirati al contrasto del lavoro irregolare.

L’attività si inserisce in un’azione sviluppata in maniera trasversale e che sarà intensificata, è spiegato in una nota del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, con l’arrivo della stagione estiva e l’aumento dei flussi turistici nelle località turistiche. Le attività di controllo saranno intensificate, è detto ancora nella nota, “a tutela dei lavoratori, affinché i servizi a disposizione della popolazione siano effettivamente offerti da ‘addetti ai lavori’, opportunamente qualificati, che possano godere delle previste garanzie assistenziali e previdenziali”.

Russell Crowe è in Calabria, martedì il suo concerto a Catanzaro

E’ da ieri in Calabria l’attore-musicista e premio Oscar Russell Crowe che, martedì 20 giugno, al teatro Politeama di Catanzaro, si esibirà con la sua band “Indoor Garden Party”, nel primo concerto del suo tour italiano.

Al suo arrivo all’aeroporto di Lamezia Terme l’attore e cantante neozelandese è stato accolto dal fondatore e direttore del Magna Graecia Film Festival, Gianvito Casadonte. Lunedì pomeriggio, alle 17, Crowe ha tenuto una conferenza stampa a Catanzaro nel complesso monumentale del San Giovanni.

“Sono felice ed orgoglioso – ha detto Casadonte – di poter accogliere un’icona del cinema e della musica mondiale che ha scelto Catanzaro e il Magna Graecia Film Festival per approdare in Italia. Con lui la sua band, gli Indoor garden Party, un gruppo di straordinari artisti che avremo l’occasione di ammirare dal vivo per una serata indimenticabile”.

La presenza e l’esibizione musicale del premio Oscar 2001 si inserisce nel programma dell’edizione 2023, la ventesima, del Magna Graecia film festival che si svolgerà a Catanzaro Lido al 29 luglio al 5 agosto prossimi.

L’intero ricavato delle quattro tappe del tour italiano di Russel Crowe sarà devoluto agli alluvionati dell’Emilia-Romagna. Lo ha annunciato l’attore e musicista neozelandese nel corso della conferenza stampa che ha tenuto a Catanzaro in vista del concerto di domani sera nel teatro Politeama del capoluogo calabrese.

Crowe, accompagnato dal suo gruppo, gli “Indoor Garden Party”, dopo Catanzaro, dove celebrerà il ventennale del “Magna Graecia film festival” sarà il 22 giugno a Taranto, il 25 giugno a Roma ed il 27 giugno a Bologna. “Sono convinto – ha detto l’interprete, fra gli altri, del “Gladiatore” e di “Beatiful Mind” – che, mentre ci divertiamo, è bello al contempo fare qualcosa di positivo”.

“Quale personaggio italiano mi piacerebbe interpretare? Sicuramente Silvio Berlusconi”, ha risposto Russel Crowe ad una domanda rivoltagli nel corso della conferenza stampa che ha tenuto a Catanzaro in vista del concerto di domani che il noto attore terrà nel teatro Politeama del capoluogo della Calabria.

“Il cervello – ha detto Russell Crowe – mi dice di dare una risposta a questa domanda che per gli eventi recenti potrebbe sembrare un po’ irriverente, ma è proprio quello che penso. Certamente Berlusconi sarebbe un ottimo personaggio da interpretare”.

Crowe, nel corso dell’incontro con i giornalisti, era affiancato da Gianvito Casadonte, fondatore e direttore del “Magna Graecia film festival”, per celebrare il ventennale del quale l’attore e musicista neozelandese ha deciso di esibirsi a Catanzaro. Nel corso del concerto Crowe, voce e chitarra, sarà accompagnato dal suo gruppo, gli “Indoor garden party”.

Spaccio di droga in zone frequentate da minori, 5 arresti

Sono accusate di avere spacciato droga anche in zone frequentate da minorenni le cinque persone arrestate stamattina dai carabinieri ad Isola Capo Rizzuto nel corso dell’operazione denominata “Libertà”.

Per quattro di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre all’altro soggetto sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Alle persone coinvolte nell’operazione vengono contestati numerosi episodi di spaccio di vari tipi di droga, cocaina, eroina e marijuana. L’attività di distribuzione della sostanza stupefacente avveniva in palazzi di edilizia popolare, nel quartiere “Libertà” (da cui il blitz prende il nome), in un’area prospicente l’istituto scolastico “Wojtyla”, a breve distanza dalla sede della Tenenza dei carabinieri e nelle vicinanze di una chiesa.

Nella varie fasi in cui si é articolata l’attività investigativa i carabinieri hanno anche sequestrato 150 grammi di cocaina purissima divisa in dosi pronte per lo spaccio.

Nations League, l’Italia c’è e vince 2-3. Terzo posto meritato

L’Italia voleva fortemente chiudere la Nations League sul podio. Obiettivo raggiunto superando 3-2 i Paesi Bassi padroni di casa: a Enschede, decisivo un grande inizio di partita degli Azzurri, trascinati dai gol di Federico Dimarco e Davide Frattesi, prima del definitivo tris segnato da Federico Chiesa, dopo che gli olandesi avevano accorciato le distanze con Bergwijn e prima della rete nel finale di Wijnaldum. Così come successo due anni fa a Milano e Torino, la Nazionale di Mancini è terza.

LA PARTITA. Mancini ha presentato sette novità rispetto alla formazione che ha iniziato la partita contro la Spagna, cambiando anche sistema di gioco e passando al 4-3-3. Davanti a Donnarumma, Di Lorenzo, l’esordiente Buongiorno, Acerbi e Dimarco in difesa; Frattesi, Cristante e Verratti in mezzo; Gnonto, Retegui e Raspadori davanti. Proprio l’attaccante del Napoli, dopo sei minuti e dopo un cross di Frattesi su cui Retegui aveva cercato l’acrobazia, di suola ha servito l’assist per Dimarco che ha scagliato il sinistro alle spalle di Bijlow. Al 20′ il raddoppio, con un’azione passata ancora per i piedi di Dimarco, che ha scaricato per Raspadori: sulla conclusione di Gnonto dal limite, il pallone è finito sui piedi di Frattesi, che ha realizzato il gol del 2-0 tenuto in gioco da Geertruida. Per il centrocampista del Sassuolo è il primo in Nazionale. Al 27′ nuovamente Dimarco protagonista, ma il sinistro dell’esterno dell’Inter ha dato solo l’illusione ottica del gol. Prima dell’intervallo, occasione per l’1-2 con Gakpo che ha provato a piazzare il destro nella porta di Donnarumma, calciando però di poco a lato.

Al rientro dagli spogliatoi, tre cambi per Koeman: fuori Malen, Geertruida e Lang, dentro Bergwijn, Wijnaldum e Weghorst. Ancora Gakpo, dopo due minuti, ha però sfiorato il gol, con Donnarumma bravo a farsi trovare posizionato bene. Al 59′, destro debole di Dumfries controllato a terra dal portiere azzurro, poco prima dei cambi di Mancini: fuori Gnonto e Raspadori, dentro Zaniolo e Chiesa. Nei Paesi Bassi invece fuori Simons e dentro Koopmeiners. Al 68′ il gol che ha dimezzato le distanze con Bergwijn che, dopo essere portato il pallone sul sinistro, ha fulminato Donnarumma. Immediata la reazione dell’Italia, che dopo 4′ è tornata ad avere due reti di vantaggio: doppio passo di Chiesa su Van Dijk e diagonale alle spalle di Bijlow. Mancini ha richiamato in panchina Dimarco: al suo posto Spinazzola. Cambio anche per l’Olanda: fuori Wieffer e dentro Veerman. Dopo il possibile 2-3 annullato a Weghorst per fuorigioco, Mancini ha tolto Verratti e Retegui, inserendo Barella e Pellegrini, per un finale di partita in cui l’Italia ha subito il secondo gol olandese firmato da Wijnaldum ma ha comunque chiuso la sua stagione con un successo.

Mancini: “Bravi tutti, volevamo vincere per arrivare terzi in Nations League”. Buongiorno: “L’esordio un’emozione indimenticabile”

La vittoria contro i Paesi Bassi, l’esordio di Alessandro Buongiorno, il primo gol in Azzurro di Davide Frattesi. Sono tante le buone indicazioni che Roberto Mancini può mettere nella valigia al rientro dalle Finals di Nations League. Non era semplice resettare la mente dopo la sconfitta in semifinale contro la Spagna: l’Italia lo ha fatto, confermandosi al terzo posto, come successo nell’ottobre di due anni fa. “Nel primo tempo abbiamo giocato molto bene, nel secondo siamo calati ma i ragazzi erano davvero stanchi – le parole di Mancini -. Credo che complessivamente sia stata una buona prova. Torniamo con tante buone indicazioni e soluzioni di gioco interessanti: abbiamo cambiato qualcosa nel secondo tempo inserendo Chiesa e Zaniolo e le cose sono andate comunque bene. Era importante vincere. Buongiorno? E’ stato bravissimo: non era facile esordire, essendo anche abituato a giocare un altro tipo di calcio. Si è applicato molto bene”.

E l’emozione si percepisce anche dalle parole dello stesso difensore del Torino, il 57° debuttante da quando Mancini è alla guida della Nazionale: “E’ stata una grande sensazione esordire in questo modo con questa partita. Abbiamo dato tutto e giocato bene, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a tenere botta nel secondo. Sono contentissimo per me ma soprattutto per la vittoria della squadra. A livello tattico, credo di riuscire ad adeguarmi sia al modulo a tre che a quello a quattro, ma sono stati importantissimi anche i compagni con una parola in ogni momento della partita. Questo è un gruppo che può fare bene, lo vedo nel lavoro di tutti i giorni: sono arrivato qui in punta di piedi ma ho trovato un gruppo spettacolare che mi ha accolto e la vittoria di oggi è stato frutto di questo. Sono orgoglioso di aver indossato la maglia della Nazionale e di aver compiuto un percorso partito dal settore giovanile del Toro”.

Dalle emozioni per l’esordio di Buongiorno a quelle per il primo gol di Davide Frattesi. “Avevo paura che mi venisse annullato anche questo dopo quello contro la Spagna – scherza il centrocampista del Sassuolo -. Fortunatamente è andata bene, siamo stati bravi a tenere il risultato. Nel secondo tempo i Paesi Bassi ci hanno creato qualche problema sulle spizzate ma siamo stati bravi a portare a casa il risultato”. Aveva già segnato, in Ungheria e in Nations League, Federico Dimarco, che a Enschede ha sbloccato il risultato: “Una vittoria importante alla fine di una bella partita. Alla fine la stanchezza si è fatta sentire ma è andata bene”. A chiudere il tris, Federico Chiesa, tornato a segnare in Nazionale dopo due anni (non gli capitava dall’Europeo vinto nel 2021): “Due anni lunghi – ammette l’esterno della Juventus -. La Nazionale è mancata a me più di quanto io sia mancato a lei: devo ringraziare Mancini che mi ha sempre dato fiducia. Oggi ci sarebbe piaciuto giocare un’altra partita, ma era importante venire via con una vittoria per far vedere che quello che abbiamo fatto in questi due anni non è arrivato per caso”.

Dopo l’estate, il cammino degli Azzurri riprenderà con le qualificazioni a EURO 2024: “Giusto che si stia portando avanti un rinnovamento – chiude Francesco Acerbi -. Ci sono tanti giovani che vogliono emergere: c’è bisogno di gente così”.

Si ribalta il trattore, muore un 46enne nel crotonese

Tragedia a Polia Carmelo Penna muore schiacciato da trattore
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Un uomo di 46 anni Giulio Mirabelli è morto dopo essere rimasto schiacciato dal trattore che stava conducendo per effettuare dei lavori su un terreno di sua proprietà. Il fatto è accaduto a Verzino, in provincia di Crotone.

La vittima, un imprenditore edile, si era recato in mattinata nell’appezzamento in località “La Panara” della frazione Vigne per ripulire l’uliveto dall’erba. Mentre stava percorrendo il ciglio di un dislivello, il mezzo è finito nella cunetta laterale e, ribaltandosi, ha schiacciato il conducente.

Mirabelli, le cui condizioni sono apparse subito molto gravi, è stato soccorso dai sanitari del Suem 118 che lo hanno trasportato al locale campo sportivo dove intanto era arrivato l’elisoccorso.

Il 46enne, però, a causa delle gravi lesioni riportate, è deceduto durante il tragitto verso l’ospedale. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Verzino.
La salma e il mezzo sono stati restituiti alla famiglia della vittima. Lo scorso venerdì 9 giugno, sempre a Verzino, un altro agricoltore di 64 anni, Salvatore Favaro, era morto schiacciato dal trattore che guidava.

Ordigno inesploso rinvenuto davanti azienda a Cetraro

Un ordigno è stato rinvenuto inesploso questa mattina a Cetraro nei pressi di un’azienda, la Came, specializzata in prodotti di stampa, che ha sede nel quartiere Marina, lungo la statale 18. I carabinieri sono intervenuti subito dopo che alcune persone hanno lanciato l’allarme.

Sul posto sono intervenuti gli artificieri del Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza e della compagnia di Paola. Gli investigatori sono al lavoro per stabilire che tipo di esplosivo sia stato usato e cercare di risalire ai responsabili di quello che appare come un atto intimidatorio.

Secondo quanto si è appreso sarebbe stato utilizzato del tritolo messo all’interno di un piccolo recipiente metallico e innescato con miccia. Gli autori del gesto avrebbero tentato di accendere la miccia fallendo però nel loro intento.

Nuovo sbarco nella Locride, 103 migranti arrivano a Roccella

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Nuovo sbarco di migranti al porto di Roccella Ionica, nella Locride. Sono 103 i migranti, tra cui diverse donne e una dozzina circa di bambini, giunti nell’infrastruttura portuale a conclusione di un’operazione di soccorso in mare compiuta dai militari della Guardia Costiera al largo della costa calabrese.

I profughi si trovavano a circa 120 miglia dalla costa della Locride a bordo di una barca a vela in difficoltà per via delle cattive condizioni del mare. Il natante sarebbe partito nella notte tra martedì e mercoledì scorsi dalle coste della Turchia.

Dopo lo sbarco, i profughi sono stati momentaneamente sistemati, nello stesso scalo portuale reggino all’interno della tensostruttura gestita da alcune associazioni di volontariato. Si tratta del sesto “arrivo” di profughi che si verifica nelle ultime due settimane, per un totale di circa 500 persone. Con quest’ultimo è salito a 21 il numero degli sbarchi, nel solo Porto di Roccella, nel 2023, per un totale complessivo di oltre 3 mila migranti.

Due incendi dolosi nel Cosentino, fuoco ad una villetta e a un ristorante

Ignoti in azione nel Cosentino. Due incendi di origine dolosa sono avvenuti a Cassano allo Ionio. Le fiamme hanno provocato, rispettivamente, la distruzione di una sala ristorante in contrada Bruscate Piccola e causato ingenti danni a una villetta estiva nel complesso nautico dei Laghi di Sibari.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Corigliano-Rossano e Trebisacce e i carabinieri della Compagnia di Cassano. Nelle vicinanze è stata trovata una tanica contenente liquido infiammabile. Gli investigatori, nel corso dei controlli, hanno anche scoperto che alcune vetrate del ristorante erano state raggiunte da sei colpi di fucile calibro 12.

Nella stessa notata, a pochi chilometri di distanza, un secondo incendio di natura dolosa si è registrato nel complesso residenziale estivo “Junco”, all’interno del complesso nautico dei Laghi di Sibari. Ignoti hanno incendiato una villetta di un imprenditore di Castrovillari. Su entrambi gli incendi indagano i carabinieri della compagnia di Cassano.

Abusi sessuali su migranti minorenni, arrestato un crotonese

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Avrebbe abusato sessualmente di minori extracomunitari ospitati nel centro di accoglienza realizzato in un albergo di Isola di Capo Rizzuto.

Per questo motivo un 54enne di Crotone, C.G., è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri della Tenenza di Isola Capo Rizzuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro per violenza sessuale su dei minori.

Il provvedimento ha recepito gli esiti di un’indagine avviata nell’ottobre scorso dopo che alcuni minori, ospiti del centro di accoglienza, hanno chiesto l’aiuto dei carabinieri per scongiurare ulteriori episodi di violenza sessuale, già subiti da parte di un uomo proveniente da Crotone.

Gli accertamenti sono stati condotti dai militari con l’acquisizione di numerosi frame del sistema di videosorveglianza esterno, le testimonianze, con le relative procedure di riconoscimento fotografico, raccolte dai testi con modalità protette. L’indagine avrebbe permesso agli investigatori di raccogliere indizi a carico dell’indagato.

L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe circuito le vittime, approfittando anche della loro fragilità economica e psicologica, con promesse di denaro e altre utilità e le avrebbe indotte al compimento di atti sessuali.

Putin: “Controffensiva un fallimento. La NATO se ne faccia una ragione. E’ la fine del neocolonialismo”

Il Presidente russo Vladimir Putin, nel suo tradizionale discorso alla riunione dello SPIEF (Forum economico internazionale di San Pietroburgo), non ha parlato solo di economia. Ha prestato attenzione all’operazione militare speciale in Ucraina, alla controffensiva delle forze armate ucraine e alle azioni aggressive dell’Occidente.

Secondo Putin – riporta Ria Novosti -, la NATO è sempre più coinvolta nel conflitto, ma Mosca non ha bisogno di rispondere con armi nucleari. Almeno per ora. Il capo dello stato ha anche parlato dei cambiamenti nell’ordine mondiale e del ruolo della Russia in esso.

Sul superamento degli ostacoli
Putin ha innanzitutto ricordato che il secondo trimestre del 2022 è stato il più difficile: “Le circostanze, il solito ordine commerciale, gli insediamenti e la logistica stavano cambiando rapidamente, quando, di fatto, l’intero tessuto degli affari e della vita economica veniva ridisegnato.”

Tuttavia, la strategia scelta dallo stato e dalle imprese russe ha funzionato. “Le tendenze macroeconomiche positive stanno guadagnando slancio e forza”, ha affermato il presidente.
Il PIL è cresciuto del 3,3% in termini annui, il paese è rimasto tra le principali economie del mondo, anche se il sentiment era diffidente. “In tali condizioni, era di fondamentale importanza dare un punto d’appoggio alle imprese, rafforzare la fiducia nella politica perseguita”, che ha avuto successo, ha detto Putin.

“Abbiamo mantenuto una politica di bilancio e monetaria responsabile ed equilibrata. La loro efficace combinazione ci ha permesso di raggiungere i livelli minimi di disoccupazione, così come l’inflazione, che ora è più bassa in Russia che in molti paesi occidentali – sia nell’area dell’euro che in altre regioni ed è vicino al minimo storico – 2,9 per cento”, ha detto il capo dello Stato. La spesa per la difesa è aumentata, principalmente a causa della necessità di proteggere la sovranità statale. Ma, secondo il presidente, ha avuto anche un effetto positivo sull’economia.

Sulla glorificazione dei neonazisti
Putin ha prestato particolare attenzione alle questioni di difesa. Commentando l’andamento della controffensiva ucraina, il presidente ha ricordato che la guerra nell’est dell’Ucraina nel 2014 è iniziata con la partecipazione diretta degli stati occidentali. Ed è stato proprio il rifiuto di quei paesi da una soluzione pacifica che ha portato la Russia alla decisione di porre fine al conflitto. “Non siamo stati noi a guidare i nostri partner per il naso”, ha detto Putin, riferendosi alla storia degli accordi di Minsk, “siamo stati costretti a usare le forze armate”.

Il capo dello Stato ha accusato le autorità ucraine di glorificare i neonazisti: “I neonazisti, discendenti di Hitler, sono stati eretti sul podio come eroi dell’Ucraina di oggi. L’Olocausto e lo sterminio di sei milioni di ebrei. Un milione e mezzo sono stati uccisi in Ucraina, e soprattutto per mano di Bandera”, divenuto l’eroe dell’Ucraina.

Putin ha anche citato i documenti dei nazionalisti ucraini del 1939-1941, in cui si dice: “Mosca e gli ebrei sono i più grandi nemici dell’Ucraina”. Ha notato di aver letto le testimonianze di un uomo di Bandera dopo la Grande Guerra Patriottica, dove ha parlato dell’esecuzione di una famiglia ebrea: “È impossibile leggere senza un nodo alla gola… Questi sono quelli che oggi sono gli eroi dell’Ucraina. Questi sono coloro che le autorità ucraine di oggi proteggono personalmente con la loro ideologia. Come puoi non combatterlo? Dobbiamo combatterlo!”.

Contemporaneamente all’Ucraina, anche i paesi occidentali stanno cercando di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia. Tuttavia, ciò non contribuisce al successo delle forze armate ucraine.

“Tutto (le armi delle forze armate ucraine) è stato portato dall’esterno, ma non lo avrai per così tanto tempo”, ha spiegato il presidente. La questione non è come procede ora la controffensiva in un settore o nell’altro. È importante che Kiev non abbia raggiunto i suoi obiettivi da nessuna parte, ha sottolineato il leader russo.

Allo stesso tempo, l’Alleanza Nord Atlantica è sempre più coinvolta nel conflitto sul territorio ucraino. “La NATO, ovviamente, è coinvolta nella guerra in Ucraina. Le consegne sono fatte di equipaggiamento militare, equipaggiamento pesante e ora si sta prendendo in considerazione l’opzione di fornire aerei”, ha detto Putin.

Parlando della prospettiva di trasferire aerei da combattimento F-16 a Kiev, il presidente Putin ha solo notato che anche la Russia ha mezzi contro di loro: “I carri armati sono in fiamme. Diversi carri armati sono stati distrutti. I Leopard sono in fiamme. Gli F-16 saranno in fiamme.”

La Russia, contrariamente alle previsioni, non utilizzerà armi nucleari. “Tutti stanno aspettando che iniziamo a premere i pulsanti, ma non lo faremo”, ha sottolineato il presidente.

Ha menzionato il dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia. “Questo è come un elemento di deterrenza. In modo che tutti coloro che stanno pensando di infliggerci una sconfitta strategica non dovrebbero dimenticare questa circostanza”, ha detto. “Nessuno ha paura della concorrenza”.

I paesi occidentali esercitano pressioni sulla Russia nella sfera non solo militare, ma anche economica. Tuttavia, i loro tentativi sono inutili, al contrario, stimolano la crescita e lo sviluppo di un’ampia varietà di industrie.

In particolare, Mosca continua ad allontanarsi dalla dipendenza dalle esportazioni di petrolio e gas. “Il vero settore dell’economia si sta sviluppando. <…> A poco a poco, questa tendenza sta guadagnando slancio”, ha detto Putin.

Lo Stato ha anche aumentato la capacità finanziaria di adempiere agli obblighi sociali. Le categorie vulnerabili ricevono un sostegno mirato: dallo scorso anno, 1,7 milioni di persone sono uscite dalla povertà. I pagamenti sociali sono indicizzati.

L’Occidente, ha ricordato il presidente, sperava che nelle condizioni delle sanzioni la Russia sarebbe tornata a un’economia di comando amministrativo. Ma il Paese ha scelto “la via dell’espansione della libertà di impresa”. La sostituzione delle corporazioni transnazionali che non hanno resistito alla pressione delle élite politiche sta avvenendo con successo.

“Non li abbiamo espulsi, si sono offerti di soppesare tutto”, ha sottolineato Putin. Secondo lui, ora gli imprenditori russi si sono adattati così tanto che stanno già chiedendo di non far entrare le aziende occidentali “erranti”.

“Noi non chiudiamo le porte, nessuno ha paura della concorrenza”, ha assicurato il capo dello Stato, promettendo però che in futuro si terrà conto del comportamento dei «defunti». Per chi è rimasto, nonostante la pressione, creeranno le condizioni più favorevoli.

Fine del neocolonialismo
Nel contesto dello sviluppo economico, il volume dei lavori di costruzione è in aumento, il numero di infrastrutture di trasporto è in aumento. La flotta mercantile è in fase di aggiornamento e si prevede un aumento multiplo del numero di rompighiaccio.

La Russia aderisce al principio dell’apertura economica. Si approfondiscono i legami con i Paesi che, secondo Putin, sono i “mercati del futuro” – con quelli che “non soccombono alle maleducate pressioni” dall’esterno. Questo, ne è certo il presidente, dimostra che le leggi di mercato oggettive sono più forti della situazione politica.

“Il modello neocoloniale ha cessato di esistere e l’ordine mondiale multipolare si sta rafforzando”, ha affermato Vladimir Putin.
Nei mercati internazionali, ovviamente, ci sono malvagi che non vogliono la concorrenza, trattengono nuovi centri di sviluppo. Ma questo solo “annulla la propria reputazione aziendale”.

Gli insediamenti in valute nazionali sono in espansione, con la priorità per Mosca degli stati BRICS e SCO. Con la Cina sono già stati stabiliti pagamenti sia in rubli che in yuan.
Alla fine, la Russia è riuscita a mantenere un’economia stabile – questo è un “fatto”, ha concluso Putin.

Prima dell’inizio del forum di San Pietroburgo il capo dello Stato ha chiesto che venisse dedicato un minuto di silenzio in memoria di Silvio Berlusconi, l’ex premier italiano scomparso qualche giorno fa a Milano. I due capi di stato si erano incontrati diverse volte negli anni passati ed erano diventati molto amici.

Putin al Forum di San Pietroburgo dichiara un minuto di silenzio per Berlusconi

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato un momento di silenzio alla sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (Spief) in memoria dell’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi scomparso lo scorso 12 giugno. Lo riporta la Tass.

“Mi scuso con il pubblico, ma vorrei che onorassimo la sua memoria con un momento di silenzio”, ha detto il presidente della Federazione russa.

Secondo il capo dello Stato, “Berlusconi era un uomo molto brillante, attivo ed energico”. “Lo considero, senza alcuna esagerazione, una personalità straordinaria”, ha aggiunto Putin prima di aprire i lavori del Forum.

Sbarco di migranti a Crotone, la Polizia arresta due scafisti egiziani

Nella mattinata del 15 giugno, presso il porto di Crotone, si è registrato lo sbarco di 50 migranti, di nazionalità afgana, iraniana, siriana, egiziana e palestinese, giunti con una imbarcazione intercettata in mare dalla locale Capitaneria di Porto, per cui la Squadra Mobile ha avviato le attività investigative finalizzate all’individuazione degli scafisti.

Grazie alle dichiarazioni rilasciate dai migranti e all’analisi degli apparecchi cellulari a loro in uso, è stato possibile ricostruire tutte le fasi del viaggio, dalla partenza dalla Turchia sino all’arrivo sulle coste crotonesi, e di individuare due cittadini stranieri di nazionalità egiziana, rispettivamente di 50 e 53 anni, come coloro che avevano condotto il natante.

Al termine delle indagini, che hanno permesso di acquisire a carico dei due stranieri elementi determinanti ed atteso il concreto pericolo di fuga, i predetti sono stati posti in stato di fermo di polizia giudiziaria per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed associati presso la locale casa circondariale, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

Massacra di botte un’anziana e tenta di violentarla, in carcere 23enne

Un giovane di 23 anni, è stato arrestato dalla Polizia del Commissariato di Corigliano Rossano con l’accusa di violenza sessuale, lesioni personali, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

In particolare, alle ore 20 circa di ieri sera, una donna residente fuori regione, telefonava in Commissariato chiedendo l’intervento della Polizia, poiché, avendo provato a mettersi in contatto telefonico con il padre, non riusciva a parlargli. La donna si è subito allarmata poiché non riusciva a dialogare con il genitore ma sentiva in sottofondo soltanto grida strazianti.

Individuata l’abitazione, su indicazione della donna, l’operatore della sala operativa ha inviato la Volante che, prontamente, è giunta presso l’abitazione segnalata: una villetta posta fuori dal centro abitato.

All’esterno c’era il padre della ragazza che andava incontro ai poliziotti e, in evidente stato di shock, con visibili tracce di sangue sul corpo, riferiva che all’interno della sua abitazione vi era un giovane che stava massacrando di botte la moglie nel tentativo di violentarla.

Gli Agenti, entrati immediatamente all’interno dell’abitazione, si portavano al piano superiore, da dove provenivano le urla della donna. Qui hanno trovato il soggetto, completamente nudo che cercava di accedere all’interno della stanza in cui aveva trovato riparo la vittima.

Alla vista degli Agenti l’autore cercava di scappare ma veniva subito bloccato. La donna ha raccontato ai poliziotti di avere subito violenze dal giovane, il quale pochi minuti prima, aveva bussato alla sua porta. Pensando fosse il marito, che era uscito pochi minuti prima, la donna gli aveva aperto ma, appena varcata la soglia, l’uomo si è denudato pretendendo un rapporto sessuale.

Al suo netto rifiuto l’ha colpita più volte violentemente in viso, sulla testa ed in varie parti del corpo, provocandole vistose tumefazioni. Solo l’arrivo del marito, nei confronti del quale l’uomo si era avventato colpendolo ripetutamente, aveva evitato il peggio.

Chiamato il 118 per curare i due anziani, le vittime sono state ricoverate per le lesioni subite. Un agente intervenuto, nel bloccare l’uomo, si è procurato una contusione alla spalla.

Lo stesso, tratto in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Castrovillari, è stato associato presso la casa circondariale di Castrovillari.

Cosenza, intitolata piazza a monsignor Francesco Nolè

La Giunta comunale di Cosenza presieduta dal sindaco Franz Caruso ha deliberato l’intitolazione a monsignor Francesco Nolè – l’arcivescovo della Diocesi Cosenza-Bisignano scomparso – del piazzale antistante la chiesa di San Nicola, che cambierà così toponimo. La porzione di piazza Eugenio Cenisio, nell’area compresa tra la prosecuzione del muro artistico attualmente presente nella piazza e via Sertorio Quattromani, nelle immediate vicinanze del Comune, assumerà il nome di piazza “Mons. Francescantonio Nolè”. Il toponimo “Piazza Eugenio Cenisio” resterà inalterato, invece, nella parte rimanente.

“Con questa intitolazione – ha detto il sindaco Caruso – manteniamo fede all’impegno che avevamo assunto con la Città e con la Diocesi di Cosenza-Bisignano nelle ore successive alla scomparsa di monsignor Nolè. E’ un segno che testimonia la profonda stima che la nostra comunità ha nutrito e continua a nutrire nei confronti del presule. La Città di Cosenza ha manifestato in più occasioni il suo attaccamento e la sua ammirazione nei confronti di monsignor Nolè. E siamo certi di interpretare i sentimenti dei nostri concittadini nel ritenere questa intitolazione non un atto dovuto, ma di riconoscenza per quanto monsignor Nolè ha dato alla città durante il suo episcopato, soprattutto con riferimento all’ascolto dedicato ai bisognosi ed alla considerazione nella quale ha tenuto gli ultimi, sapendo cogliere i segnali di sofferenza che arrivavano dalle aree del disagio”.

Autonomia differenziata, Calderoli in Calabria: “Parificare tutti i territori”

“Si sono svolte sessanta audizioni, che sono veramente tante. Proprio ieri è iniziata la discussione generale con interventi dei 5 Stelle, del Pd, della sinistra piuttosto che di Fratelli d’Italia e Lega. I toni del dibattito mi sembrano molto civili e costruttivi. Abbiamo fissato per il 27 giugno la scadenza per gli emendamenti ed allora si inizierà a votare. Però la base di partenza mi sembra molto migliorata rispetto agli slogan e gli scontri bipartisan”.

A dirlo il ministro agli Affari regionali e autonomie Roberto Calderoli oggi a Vibo Valentia ad una conferenza stampa sull’autonomia differenziata organizzata dalla Lega.

“Gap, differenze e sperequazioni – ha detto Calderoli – sono conseguenze dello Stato centralista e non di un’autonomia che non c’è ancora. Il mio interesse è parificare tutti i territori dal punto di vista infrastrutturale e mettere in condizione ciascuna regione, anche quella più in ritardo, di poter correre. Se corre la Calabria, se corre il Mezzogiorno il primo ad essere avvantaggiato è tutto il Paese”.

“Questa riforma – ha aggiunto – non acuisce le distanze tra regioni. Ad esempio, nella sanità, nel momento in cui andrò a verificare i livelli essenziali di assistenza o i Lep nel caso degli altri diritti civili e sociali, l’effettiva erogazione di quel servizio, di quella funzione, sarò in grado di correggere ogni disfunzione. Non esiste che una regione come la Calabria abbia una salute commissariata da anni e la differenza rispetto alla media pro capite che riceve ciascun cittadino italiano è di -20 euro; non credo che sia proprio questa cifra, quando c’è chi ne prende molte di meno, che possa giustificare i problemi che ha avuto la sanità calabrese”.

Mancuso: “Da ministro Calderoli operazione verità”

“Analisi lucida ed una tabella di marcia, politica e istituzionale alla fine della quale, realizzando l’Autonomia differenziata nel rispetto dell’articolo 5 della Costituzione, che prevede l’unitarietà e l’indivisibilità della Repubblica, l’Italia potrà vincere un’importante sfida per la modernizzazione degli assetti della Repubblica, con particolare attenzione alla promozione delle autonomie locali ed alla soddisfazione e tutela dei diritti dei cittadini”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, intervenendo all’incontro a Vibo Valentia con il ministro Roberto Calderoli.

“Al ministro, cui rivolgo – ha aggiunto Mancuso – il mio ringraziamento per avere mantenuto l’impegno a venire in Calabria per fare sull’Autonomia differenziata, inserita nella Costituzione dal centrosinistra e lasciata appesa per oltre vent’anni, un’operazione-verità che sconfessa tutta la propaganda di chi, su questo tema e su tanti altri, oppone soltanto paralizzanti posizioni di contrarietà. Questa sfida riguarda tutto il Paese. E il Mezzogiorno deve approcciarla non con la ‘sindrome di Calimero’ ma con un protagonismo dinamico e propositivo per rendere possibile l’individuazione del Lep, con relativi costi e fabbisogni standard, che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale.

“La Calabria ha oggi una classe dirigente – ha proseguito il presidente del Consiglio regionale – che si confronta a testa alta nel dibattito nazionale ed europeo ed è decisa ad introdurre, come sta facendo dall’inizio della legislatura regionale, segnali di discontinuità col passato. Per stare al passo con le accelerate trasformazioni di questo nostro tempo servono responsabilità, pragmatismo e visione del futuro”.

Furto di energia elettrica per 200mila euro, arrestato un 63enne

Nei giorni scorsi, gli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Condofuri, nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio del cd “Focus ‘Ndrangheta” hanno tratto in arresto un 63enne del posto ritenuto responsabile di furto aggravato di energia elettrica.

L’uomo, mediante un allaccio abusivo e una complessa installazione artigianale, negli ultimi cinque anni aveva rubato l’energia elettrica per alimentare la propria abitazione, un magazzino e un locale adibito a ricovero di animali. I tecnici dell’Enel hanno stimato un danno complessivo di circa 200.000 euro.

Durante il controllo, l’arrestato è stato anche denunciato in stato di libertà per il reato di omessa custodia di armi e munizioni, per il reato di ricettazione di un capo di bestiame di cui era stato denunciato lo smarrimento nel 2020 e per diffusione di una malattia degli animali.

L’uomo, infatti, aveva sottratto un cinghiale dal suo habitat naturale per poi detenerlo presso la sua dimora, impedendone di fatto la cattura durante le previste operazioni di depopolamento dell’area Greganica, individuata dalla Regione Calabria ai fini del contrasto alla diffusione della peste suina africana.

Il Cdm vara la riforma della Giustizia, abrogato l’abuso d’ufficio, stretta su intercettazioni

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato, con la previsione della richiesta alle Camere di sollecita calendarizzazione, nel rispetto dei regolamenti dei due rami del Parlamento, un disegno di legge che reca modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e all’Ordinamento giudiziario.

Di seguito il comunicato stampa del governo con le principali previsioni del disegno di legge.

Abrogazione del reato di abuso d’ufficio e modifiche al reato di traffico d’influenze illecite

Si abroga la fattispecie dell’abuso d’ufficio (articolo 323 del codice penale) e si introduce un’ampia riformulazione del reato di traffico di influenze illecite (articolo 346-bis), che rispetto alla norma precedente, prevede, tra l’altro, che:

  • le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere sfruttate (non solo vantate) e devono essere esistenti (non solo asserite);
  • le relazioni devono essere sfruttate “intenzionalmente”;
  • l’utilità data o promessa al mediatore deve essere economica;
  • il denaro o altra utilità deve essere dato/promesso per remunerare il soggetto pubblico o per far realizzare al mediatore una mediazione illecita (della quale viene data una definizione normativa);
  • il trattamento sanzionatorio del minimo edittale sale da 1 anno a 1 anno e 6 mesi.

Si rendono applicabili anche per il traffico d’influenze illecite le attenuanti per la particolare tenuità o per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili o per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.

Si estende al traffico d’influenze illecite la causa di non punibilità per la cosiddetta collaborazione processuale.

Modifiche al codice di procedura penale

Intercettazioni di conversazioni o comunicazioni

Si amplia il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, che viene consentita solo se il contenuto è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o è utilizzato nel corso del dibattimento.

Si stabilisce il divieto di rilascio di copia delle intercettazioni delle quali è vietata la pubblicazione, quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori, salvo che tale richiesta sia motivata dalla esigenza di utilizzare i risultati delle intercettazioni in altro procedimento specificamente indicato.

Si afferma il divieto per la polizia giudiziaria di riportare nei verbali di intercettazione i “dati relativi a soggetti diversi dalle parti, salvo che risultino rilevanti ai fini delle indagini”.

Si vieta al giudice di acquisire (nel cosiddetto stralcio) le registrazioni e i verbali di intercettazione che riguardino soggetti diversi dalle parti, sempre che non ne sia dimostrata la rilevanza.

Si stabilisce il divieto per il pubblico ministero d’indicare nella richiesta di misura cautelare, con riguardo alle conversazioni intercettate, i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia indispensabile per la compiuta esposizione. In modo corrispondente, si vieta al giudice di indicare tali dati nell’ordinanza di misura cautelare.

Interrogatorio preventivo rispetto alla eventuale applicazione della misura cautelare

Si generalizza l’istituto dell’interrogatorio preventivo rispetto alla eventuale applicazione della misura cautelare e si estende il principio del contradditorio preventivo in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato “a sorpresa”. L’interrogatorio preventivo è quindi escluso se sussistono le esigenze cautelari del pericolo di fuga e dell’inquinamento probatorio. È, invece, necessario se è ipotizzato il pericolo di reiterazione del reato, a meno che non si proceda per reati di rilevante gravità (delitti commessi con uso di armi o con altri mezzi di violenza personale).

Si prevede l’obbligo del giudice di valutare, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare e a pena di nullità della stessa, quanto dichiarato dall’indagato in sede di interrogatorio preventivo. Si prevede, altresì, la nullità dell’ordinanza se non è stato espletato l’interrogatorio preventivo o se quest’ultimo è nullo. L’interrogatorio di garanzia (oggi previsto dopo l’applicazione della misura cautelare) non sarà richiesto se è stato svolto quello preventivo. Una volta applicata la misura cautelare, in caso di impugnazione, il verbale dell’interrogatorio preventivo sarà inviato al Tribunale del riesame.

Collegialità del giudice della misura cautelare della custodia in carcere

Si prevede il giudice collegiale per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere o di una misura di sicurezza provvisoria quando essa è detentiva. Per consentire l’adeguato rafforzamento dell’organico, si prevede che tali norme si applichino decorsi due anni dall’entrata in vigore della legge e l’aumento del ruolo organico del personale di magistratura ordinaria di 250 unità, da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado, con autorizzazione a bandire nel 2024 un concorso da espletare nel 2025.

Informazione di garanzia

Sono inserite alcune innovazioni relative all’informazione di garanzia: si specifica testualmente che essa debba essere trasmessa a tutela del diritto di difesa dell’indagato; si specifica che in essa debba essere contenuta una «descrizione sommaria del fatto», oggi non prevista (è richiesta solo l’indicazione della norma violata). Si limita la notifica dell’atto tramite la polizia giudiziaria ai soli casi di urgenza. È espressamente sancito il divieto di pubblicazione dell’informazione di garanzia, finché non siano concluse le indagini preliminari.

Inappellabilità da parte del p.m. delle sentenze di proscioglimento: 

Si modifica la disciplina dei casi di appello del pubblico ministero, che attualmente consente d’impugnare le sentenze di proscioglimento, stabilendo che l’organo di accusa non può appellare le sentenze di proscioglimento per i reati oggetto di citazione diretta indicati all’art. 550 del Codice di procedura penale (contravvenzioni, delitti puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a quattro anni o con la multa, sola o congiunta alla pena detentiva e altri reati specificamente indicati). Restano appellabili le decisioni di proscioglimento per i reati più gravi e le sentenze di condanna per i reati a citazione diretta nei casi in cui l’ordinamento vigente consente l’appello delle sentenze di condanna da parte del p.m. (per esempio: mancato riconoscimento di circostanze ad effetto speciale; riqualificazione del reato).

Corte d’assise

Si introduce l’interpretazione autentica di una disposizione relativa al limite di età per i giudici popolari della corte d’assise. Si prevede che il limite massimo di 65 anni di età, già vigente, debba essere considerato con riferimento al momento nel quale il giudice popolare viene chiamato a prestare servizio nel collegio.

Naufragio di migranti in Grecia, si temono 600 morti tra cui cento bambini

Passano le ore e il mare non restituisce altri corpi dopo i primi 78 riportati mestamente sul molo di Kalamata, mercoledì.

Ma il naufragio a Pylos, nel sud del Peloponneso, è ormai destinato ad entrare nella storia come una delle peggiori tragedie di migranti nel Mediterraneo con un bilancio che rischia di registrare “fino a 600 morti”, molti dei quali non saranno mai ritrovati.

E a diventare una vera e propria strage di bambini. Ce n’erano “almeno 100 chiusi nella stiva”, raccontano i superstiti ai medici e ai volontari che li assistono.

Il peschereccio Adriana naufragato, secondo i soccorritori è partito vuoto dall’Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruk per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l’Italia.

Cento vite innocenti rimaste intrappolate nella pancia del peschereccio sprofondato negli abissi dell’Egeo. Mentre le autorità greche – travolte dalle polemiche sulla mancata risposta agli Sos lanciati dal peschereccio Adriana, una barca fatiscente, un cimitero galleggiante – non si sbilanciano, sono i soccorritori a dare le prime stime della tragedia. “E’ possibile ci siano fino a 600 morti”, spiega Manolis Makaris, il medico responsabile dell’ospedale di Kalamata che ha raccolto i primi racconti dei sopravvissuti, tenuti lontani da telecamere e giornalisti. “Tutti mi hanno confermato che a bordo c’erano 750 persone, tutti hanno fatto questo numero”, prosegue ricordando che finora 78 sono stati i corpi recuperati e solo 104 le persone tratte in salvo, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni – eccetto una donna – provenienti da Egitto, Pakistan e Siria.

L’operazione di ricerca e salvataggio per trovare le persone ancora disperse dopo il naufragio in Grecia è proseguita nella notte senza successo e il numero dei morti accertati è rimasto invariato a 78, non sono stati trovati nuovi sopravvissuti. Lo riporta l’agenzia greca Ana-Mpa. Una fregata della Marina ellenica, un elicottero della Marina e tre navi vicine stanno attualmente operando nell’area di ricerca.

“Un paziente mi ha parlato di un gran numero di bambini, circa 100 nella stiva”, aggiunge poi il dottore lanciando un ulteriore drammatico allarme. Mentre ancora si prova a fare una stima dei morti non si arresta lo scontro sulle responsabilità del disastro, con ricostruzioni che differiscono tra loro. L’attivista Nawal Soufi racconta di aver ricevuto, tra le prime, la richiesta di aiuto: “L’abbiamo segnalata alle autorità greche nelle prime ore del 13 giugno. I migranti viaggiavano da cinque giorni ormai senza acqua e con a bordo sei cadaveri”. La situazione si sarebbe complicata quando “una nave si è avvicinata all’imbarcazione, legandola con delle corde su due punti della barca e iniziando a gettare bottiglie d’acqua”, mettendo così in pericolo i migranti che temevano “che le risse a bordo per accaparrarsi l’acqua potessero causare il naufragio” e per questo si sono allontanati. Non c’era poi, secondo l’attivista, la volontà di continuare il percorso verso l’Italia a tutti i costi, come riferito invece dalla Guardia costiera ellenica che sostiene che i migranti avevano “rifiutato qualsiasi assistenza dichiarando di voler proseguire il viaggio” verso le coste italiane. Versione peraltro già smentita ieri da Alarm Phone, secondo cui i greci “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”. E che oggi gli stessi sopravvissuti mettono in discussione: “Tre superstiti ci hanno raccontato che l’incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato”, ha dichiarato Kriton Arseni, rappresentante di Mera25.

Le autorità marittime di Atene, però, spiegano che il motore dell’imbarcazione ha ceduto poco prima delle 23 di martedì e che questa si è poi rovesciata, affondando in circa 10-15 minuti. Per l’ammiraglio Nikos Spanos sarebbero stati i trafficanti a provocare “deliberatamente l’inclinazione che ha portato all’affondamento della nave”. Il peschereccio avrebbe potuto rovesciarsi anche se la guardia costiera avesse tentato di fermarla con la forza, rimarca il comandante e portavoce della Guardia costiera greca Nikolaos Alexiou, che sottolinea come “non si può deviare con la forza un’imbarcazione con così tante persone a bordo, a meno che non ci sia cooperazione”.

Anche il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano martedì aveva ricevuto un’e-mail che indicava un barcone in difficoltà con a bordo circa 750 migranti e, accertato che si trovava nell’area di responsabilità greca, aveva contattato subito la Guardia costiera ellenica, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Mentre il Papa si dice “profondamente costernato nell’apprendere del naufragio con la sua devastante perdita di vite umane” e il capo dell’agenzia europea Frontex, Hans Leijtens, è già nel Paese, le indagini per capire le dinamiche della tragedia sono partite, così come quelle per individuare gli scafisti tra coloro che sono stati portati in salvo. Le autorità di Atene hanno già arrestato circa 12 persone di origine egiziana accusate di essere i trafficanti, che si sarebbero fatte pagare tra i 4 mila e i 6 mila dollari per ogni migrante per quello che è diventato il viaggio della morte. Fino a venerdì sarà lutto nazionale in Grecia, ma questo non interromperà un business fondato su migliaia di decessi. Come quelli della peggiore tragedia di migranti nel Paese del giugno 2016, quando almeno 320 persone vennero dichiarate morte o disperse in un naufragio vicino a Creta. O come il peggior disastro del Mediterraneo dell’aprile del 2015, quando quasi un migliaio di migranti andarono a picco sul loro peschereccio e non furono mai più trovati nel Canale di Sicilia. Dopo anni le cose non sono ancora cambiate.

In tribunale i sospetti trafficanti
Nove uomini egiziani arrestati come sospetti trafficanti di migranti a bordo del peschereccio affondato al largo di Pylos sono stati condotti davanti al pubblico ministero di Kalamata e accusati. È stato dato loro tempo fino a lunedì per preparare la loro versione dei fatti. Lo riporta l’agenzia greca Ana-Mpa. Sono accusati di aver costituito un’organizzazione criminale per l’ingresso illegale di migranti, di aver causato un naufragio e di aver messo in pericolo delle vite. I nove uomini, dai venti a 40 anni, erano l’equipaggio del peschereccio e si ritiene che ognuno abbia avuto un ruolo distinto nel trasporto dei migranti. Otto sono detenuti presso la stazione di polizia di Kalamata, mentre il nono rimane sotto sorveglianza presso l’ospedale di Kalamata.

I numeri di Frontex
La rotta del Mediterraneo centrale è il percorso più seguito dagli immigrati arrivati in Europa nei primi cinque mesi dell’anno. Lo ha reso noto Frontex, precisando che tra gennaio e maggio gli arrivi sono stati oltre 50.300, il 158% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a circa la metà degli arrivi totali. Complessivamente gli arrivi di migranti in Europa attraverso le varie rotte seguite sono cresciuti del 12%, segnala Frontex, proprio in ragione dell’aumento del flusso registrato sulla rotta del Mediterraneo centrale che porta soprattutto in Italia.

Nations League, la Spagna batte l’Italia e vola in finale

Da San Siro a Enschede (Paesi Bassi), stesso epilogo quasi due anni dopo. La sconfitta per 2-1 contro la Spagna costa all’Italia l’accesso alla finale di Nations League. Gli Azzurri, puniti a due minuti dalla fine (e dai supplementari) dal gol di Joselu, erano andati a segno con il rigore di Ciro Immobile dopo il primo vantaggio spagnolo di Yeremi Pino: un ko, quello nella seconda sfida delle Finals, che porterà la squadra di Roberto Mancini a giocare la finale per il terzo posto, sempre a Enschede, domenica alle 15 contro i padroni di casa dei Paesi Bassi. A contendersi la terza edizione della Nations League, domenica sera, saranno quindi Croazia e Spagna.

LA PARTITA Mancini ha schierato un modulo con tre difensori (Toloi, Bonucci e Acerbi), Di Lorenzo e Spinazzola a tutta fascia, Frattesi e Barella interni e Jorginho in regia. Davanti, Immobile e Zaniolo. Dopo tre minuti, però, la partita si è messa subito in salita per l’Italia: Bonucci ha perso il pallone in costruzione dal basso con Yeremy Pino che, freddissimo, ha battuto Donnarumma. Immediata la reazione dell’Italia: Jorginho ha imbucato il pallone per Zaniolo che ha calciato di sinistro trovando il braccio destro di Le Normand. Dal dischetto, glaciale Immobile nello spiazzare Unai Simon.

Gol numero 16 in Azzurro per l’attaccante della Lazio, che non segnava in Nazionale da due anni esatti (Italia-Svizzera del 16 giugno 2021, gara della fase a gironi dell’Europeo). Nessun problema per Donnarumma sul sinistro di Rodrigo (19′), pochi istanti prima del vantaggio dell’Italia annullato dal VAR per posizione di fuorigioco di Frattesi, servito con un’altra palla geniale da Jorginho. Partita vivace, con diverse occasioni da una parte e dall’altra, come quella capitata sul destro di Morata: la conclusione dell’attaccante, però, ha trovato la respinta di Donnarumma, che si è ripetuto al 43′ prima di un collo esterno di Toloi di poco alto.

Nella ripresa, Mancini ha presentato Darmian al posto di Bonucci e Dimarco al posto di Spinazzola. Un cambio anche per De La Fuente, con Asensio al posto di Rodrigo. Dopo tre minuti, occasione enorme per la Spagna: decisivo Donnarumma sul tocco sotto misura di Merino, con Morata che non è riuscito a trovare il tap in vincente. Non perfetta, invece, l’uscita di Donnarumma, che ha lasciato a Rodri la possibilità di tentare l’acrobazia, alta di poco.

Al quarto d’ora, altri due cambi per gli Azzurri: fuori Jorginho e Immobile, dentro Cristante e Chiesa. Proprio il giocatore della Juventus, da sinistra, ha crossato basso per Frattesi, ma il mancino del centrocampista del Sassuolo ha trovato il riflesso prodigioso di Unai Simon che ha disinnescato l’occasione più grande di tutto il secondo tempo per gli Azzurri. Per l’ultimo quarto d’ora, Frattesi ha lasciato il posto a Verratti. All’88’, però, è arrivato il gol della vittoria per la Spagna, segnato da Joselu – entrato da pochi minuti -: l’attaccante dell’Espanyol ha approfittato della doppia deviazione di Cristante e Toloi sul destro di Rodri e ha battuto Donnarumma. L’Italia dovrà accontentarsi, come due anni fa, della finale per il terzo posto.

Mancini: “Spagna ha meritato di vincere”

“La Spagna ha meritato di vincere”. L’analisi di Roberto Mancini, dopo la sconfitta (2-1) che costringerà l’Italia a giocare la finale per il terzo posto di Nations League, è lucida. Un ko a due minuti dai tempi supplementari grazie al gol di Joselu ma che, secondo il Ct, è arrivato “perché la Spagna ha giocato meglio di noi. Siamo riusciti a fare poco – le parole di Mancini – soprattutto nel secondo tempo. I ragazzi hanno messo tutto quello che potevano mettere. Ci sono però delle cose di cui dobbiamo rammaricarci: il fatto di aver fatto una partita diversa ci ha creato qualche problema perché non è nelle nostre qualità. Domenica, però, contro i Paesi Bassi dobbiamo cercare di fare bene”.

Di Ciro Immobile, su calcio di rigore, l’unico gol degli Azzurri. L’attaccante della Lazio, che con la maglia della Nazionale non segnava dal giugno del 2021, ha raggiunto alla presenza numero 56 (eguagliato Roberto Baggio) quota 16 reti, eguagliando Luca Toni e Gianluca Vialli, diventando il bomber dell’era Mancini con nove centri, staccando Barella e Belotti (8). “Un ritorno al gol amaro – il commento di Immobile -. Abbiamo lottato fino alla fine, purtroppo abbiamo subito gol anche per un po’ di sfortuna. Succede, il calcio è così: ci prendiamo questa sconfitta che brucia molto. La Spagna ti fa innervosire: è difficile giocare contro un avversario del genere. Non ha creato tante occasioni, anche se a livello di gioco è avanti a noi. Sono molto triste, il pareggio era il risultato più giusto”.

E invece, quando i supplementari sembravano a un passo, è arrivato un flipper (deviazioni di Cristante e Toloi) sul destro di Rodri che ha consegnato il pallone sul piede di Joselu, che non ha perdonato. “Abbiamo sbagliato troppi appoggi, tanti passaggi facili – il commento di Francesco Acerbi -. Abbiamo dato forza a una Spagna già forte e fatto meno di quello che potevamo fare. Siamo una squadra che deve ancora mettersi un po’ insieme e tirare fuori qualcosina in più. Dal mio punto di vista abbiamo fatto sì che la Spagna diventasse più forte di quello che è”. La partita che si è chiusa con il gol di Joselu si era aperta con quello di Yeremi Pino, arrivato dopo un errore in impostazione di Leonardo Bonucci. “Non mi sono mai nascosto dalle mie responsabilità, purtroppo c’è stato un mio errore e la palla è finita tra i suoi piedi – l’ammissione del capitano -. Poi abbiamo ripreso campo per metà primo tempo e, nel finale, la Spagna è stata premiata nell’unica occasione creata. Noi di palle gol ne abbiamo costruite diverse, ma la partita è girata sugli episodi. Volevamo giocarci la finale, ma non sono così negativo nella valutazione della partita. Ci sono momenti in cui devi soffrire e non devi pensare al bel calcio. In generale dobbiamo, crescere con tanti giocatori che in questo momento stanno arrivando in Nazionale e fanno delle grandi partite”.

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