5 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 8

Raid israeliano in una scuola a Gaza: decine di morti, mentre Trump accoglie il criminale Netanyahu

Oltre una trentina di civili palestinesi, tra cui bambini e donne, sono stati uccisi e altri feriti questa mattina in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira una scuola che ospitava sfollati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale.

Fonti locali citate dall’agenzia Wafa hanno riferito che gli aerei da guerra israeliani hanno colpito la scuola, situata a ovest di Deir al-Balah, provocando decine di vittime, di cui almeno trenta accertate e molte altri feriti gravi.

I servizi di emergenza e le squadre di difesa civile stanno attualmente lavorando per recuperare le vittime dalle macerie. Il numero di vittime potrebbe aumentare man mano che proseguono le operazioni di ricerca e soccorso. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Al-Aqsa.

Israele sta conducendo una guerra genocida nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, che ha causato finora l’uccisione di 39.175 individui, la maggior parte dei quali sono donne e bambini. Inoltre, 90.403 persone sono rimaste ferite, secondo i dati preliminari.

Migliaia di persone restano intrappolate sotto le macerie e nelle strade, mentre le squadre di soccorso e mediche non riescono a raggiungere molte delle vittime.

Tutto avviene nel quasi silenzio dei media occidentali. Il genocidio israeliano a Gaza prosegue senza soste mentre il dichiarato criminale di guerra Netanyahu viene accolto fra gli applausi al Congresso americano e viene ospitato con calorose strette di mano da Donald Trump nella sua residenza in Florida. Ambienti repubblicani e non solo affermano che con Trump alla Casa Bianca l’andazzo cambierebbe in meglio ma le premesse deludono le aspettative. La Casa Bianca è da decenni in mano al Sionismo internazionale, chiunque guidi l’America e Israele.

La calorosa stretta di mano tra il candidato alle presidenziali Usa 2024 Trump e il criminale di guerra Netanyahu

Olimpiadi Parigi, cerimonia d’apertura tra insulti alla Cristianità e gaffe

All’indomani della cerimonia d’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, è già polemica. Quello che ha travolto l’inaugurazione dei Giochi è stata l’esibizione delle drag queen durante la parata.

Attraverso un comunicato,  la Conferenza episcopale di Francia (Cef), ha affermato: “La cerimonia di apertura proposta dal COJOP (Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paralimpici) ha offerto al mondo intero ieri sera meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente lodati. Questa cerimonia purtroppo comprendeva scene di derisione e di scherno del Cristianesimo, che deploriamo profondamente”, scrivono in un comunicato stampa, co-firmato dagli organizzatori degli “Holy Games” – un programma della Chiesa cattolica per conciliare sport e fede”.

Se le scene non sono citate con precisione, un momento notevole della cerimonia è stato un dipinto intitolato “Festa” che inizia con l’immagine di un gruppo a tavola, tra cui diverse drag queen (travestiti), che ricorda l’Ultima Cena.

“Questa mattina pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che si sono sentiti feriti – continua il documento dei vescovi – per gli eccessi e la provocazione di alcune scene.  Auspichiamo che capiscano come la festa olimpica vada molto al di là dei partiti presi ideologici di qualche artista”. I vescovi ringraziano “i membri di altre confessioni religiose che ci hanno espresse la loro solidarietà”.

“Lo sport – scrivono ancora i prelati – è un’attività umana meravigliosa, che rallegra profondamente il cuore degli atleti e degli spettatori”, “largo ora alle competizioni, che portano verità, consolazione e gioia a tutti”.

La polemica ha varcato qualsiasi confine: il vescovo Robert Barron del Minnesota, negli Stati Uniti, ha invitato i cattolici a “far sentire la loro voce”, in risposta a quella che ha definito “la grave presa in giro dell’Ultima Cena”.

Sui socialpoi, una pioggia di critiche: anche Elon Musk, patron di X, si è espresso parlando di un cristianesimo “diventato impotente” e di una performance “estremamente irrispettosa”. Stessa cosa l’Iran, paese islamico, che in un post sui social si dice profondamente rammaricato per la “derisione del profeta Isa”, nella fede cristiana Gesù Cristo.

“L’Avvenire” ha preso posizione nel suo editoriale: “Si è andati giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride?”.

Poi l’eclatante errore avvenuto nel momento in cui la cerimonia d’apertura entrava nella sua parte solenne, poco prima della dichiarazione di apertura delle Olimpiadi di Emmanuel Macron e del giuramento degli atleti.

La bandiera a Place du Trocadero è stata consegnata ai militari da un cavaliere mascherato e loro l’hanno issata, ma non nel verso giusto, bensì al contrario.

Di fatto la bandiera olimpica, con l’iconica immagine dei cinque anelli multicolori sovrapposti uno sull’altro, è stata issata con due cerchi in alto e tre cerchi in basso, anziché tre anelli (blu, nero e rosso) nella parte superiore e due anelli (giallo e verde) nella parte inferiore. “È deplorevole”, si è scusato in conferenza stampa il portavoce del Cio, Mark Adams, “ma in uno spettacolo di quattro ore, a volte succedono delle cose”.

L’errore non è sfuggito agli osservatori più attenti. La testata inglese Daily Mail ha immediatamente fatto notare l’incredibile autogol e molti spettatori hanno sottolineato e commentato sui social l’incredibile sbaglio.

Monsignor Viganò al cardinale Zuppi: “L’accoglienza di cui parla è una grottesca menzogna”

Lettera aperta dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei. Viganò contesta all’alto prelato le sue politiche di accoglienza: “Sono una grottesca chimera e una menzogna”.

di Carlo Maria Viganò
 Arcivescovo

Caro Don Matteo, 

non oso chiamarLa Eminenza per non appesantire di trionfalismo preconciliare quell’immagine dimessa e modesta che tanto scrupolosamente Ella ha creato di sé. Essere eminenti presuppone infatti una posizione di superiorità e di responsabilità, dinanzi a Dio e alla comunità rispetto agli altri, che Le si riconoscono gerarchicamente inferiori. Credo quindi di farLe cosa gradita rivolgendomi a Lei come farei con il mio idraulico o con l’impiegato delle Poste: l’abbigliamento e l’eloquio, più o meno, sono gli stessi.

Devo dire che trovo poco spontaneo questo négligé soigné, questo Suo atteggiarsi ad ultimo degli ultimi, quando a differenza dei veri ultimi Ella conserva e sfrutta ampiamente tutti i privilegi connessi con il fatto di essere Arcivescovo di Bologna, Presidente della CEI e Cardinale di Santa Romana Chiesa. Questo impegno nel costruirsi un’immagine mediatica è di gran moda nella chiesa sinodale cui Ella appartiene. Il Gesuita Argentino che vive al residence Santa Marta anziché negli appartamenti papali del Palazzo Apostolico non è da meno: se ne va a comprare scarpe ortopediche a Borgo Pio e occhiali da vista in via del Babuino come un pensionato qualunque, con l’accorgimento di farsi seguire dai reporter e dai fotografi che estasiati celebrano sulla stampa l’umiltà di “papa Francesco”. Un’umiltà di facciata che stride con il suo comportamento tirannico e collerico ben noto a chi lo conosce da vicino. Il cliché è quindi evidente e forse sarebbe il caso di introdurvi una qualche variazione, non fosse che per fugare l’impressione di volersi ingraziare Bergoglio, o di ambire a succedergli.

Leggo su La Verità un resoconto del Suo intervento al Festival di Giffoni, località che a molti è del tutto sconosciuta e che proprio per questo rientra in quella selezione di luoghi prediletti dall’élite bolognese di ricchi radicali rigorosamente di sinistra che vive in lussuosi appartamenti del centro, lasciando ai comuni mortali le “periferie esistenziali” dei condomini popolari di via Stalingrado, dove essere un operaio e avere una famiglia normale è più problematico che fare la drag queen al Cassero. Dove un cattolico è più emarginato di un maomettano.

Ella parla di accoglienza in una città che, come quasi tutti i capoluoghi italiani, si è trasformata in un suk di derelitti, drogati, criminali e prosseneti proprio grazie alla Sua “accoglienza”, in un lucroso business foraggiato dallo Stato e dall’Unione Europea. Se Ella percorresse a piedi via Indipendenza di sera, potrebbe assaporare e respirare il clima che a parole sembra piacerLe tanto, ma che Le è evidentemente sconosciuto. E forse dovrebbe rifugiarsi in un bar o farsi venire a salvare dai Carabinieri per non dover consegnare orologio e cellulare ai delinquenti che tengono in ostaggio la città di cui Ella – lo ricordo per chi non se ne fosse accorto – è Arcivescovo. Una città in cui ci sono più persone al Pride che alla processione del Corpus Domini o della Madonna di San Luca.

La Sua accoglienza, caro don Matteo, è una grottesca chimera e una menzogna. Una chimera, perché si limita ad enunciare principi velleitari che la Storia ha ampiamente sconfessato. Una menzogna, perché l’utopia di una società multirazziale e multireligiosa serve in realtà a demolire quel modello di società che la Chiesa Cattolica – quella a Lei sconosciuta, precedente al Concilio Vaticano II – aveva costruito nel corso dei secoli non solo con le sue chiese e i suoi capolavori d’arte e cultura, ma anche con gli ospedali, gli ospizi, le scuole, le confraternite, le opere di carità. Le chiese di Bologna, come quelle di tutt’Italia, sono deserte e servono ormai come luoghi in cui tenere concerti, conferenze o incontri ecumenici riservati ai pochi privilegiati della Sua ristrettissima cerchia, che poi è la stessa della Murgia, della Schlein e della gauche caviar oggi convertita alla religione woke e al globalismo, all’ideologia LGBTQ+, al gender e al green. Quelle chiese abbandonate, in cui pochi adepti del culto modernista si raccolgono per compiacersi di quanto sono bravi e umili e inclusivi, e di quanto brutti e cattivi siano gli indietristi (che scomunicate), sono il sintomo di una crisi di cui la Sua chiesa è principale responsabile, sin dai tempi in cui il progressismo cattolico italiano di Dossetti trovava ampia protezione sotto il manto del Cardinal Lercaro. E non è un caso se Ella, pochi giorni fa, ha ritenuto opportuno celebrare una Messa da requiem per l’anima del modernista Ernesto Buonaiuti, sacerdote eretico ridotto allo stato laicale, scomunicato vitandus e morto impenitente nella difesa di quegli errori dottrinali che oggi Lei, la Sua chiesa e il Suo Bergoglio avete fatto vostri e volete imporre anche ai comuni fedeli, dei quali disprezzate la semplicità di Fede e l’esasperazione per questo mondo che la rinnega col vostro plauso. E quando sui campanili di Bologna la mezzaluna sostituirà la Croce e nelle vie del centro risuonerà la voce del muezzìn al posto delle campane, i cattolici superstiti sapranno chi ringraziare. Sta già avvenendo in molte nazioni europee, vittime prima dell’Italia della sostituzione etnica che voi colpevolmente incoraggiate.

Chi Le scrive ha avuto il privilegio di vedersi comminata la scomunica per scisma proprio dagli eredi di Buonaiuti, intimo amico di Angelo Giuseppe Roncalli quanto Giovanni Battista Montini lo fu di don Lorenzo Milani e di altri egocentrici ribelli. Un bell’ambientino, non c’è che dire. Coloro che fino a Pio XII erano pericolosi deviati nella Fede e nella Morale oggi sono i numi protettori di una Gerarchia non meno corrotta, che cambiando il Magistero della Chiesa spera di riabilitare se stessa con loro e di poter così coprire le proprie vergogne e i propri scandali. Ma non basta cambiare nome ai vizi per renderli virtù: l’eresia rimane eresia, la fornicazione rimane fornicazione, la sodomia rimane sodomia. E come tali, queste piaghe continuano a dannare le anime, perché le allontanano da Dio, che è Verità e Carità. Il Suo appello a “volersi bene” non significa nulla. Quando un’anima è perduta, è compito del buon Pastore andarla a cercare, prenderla con la forza della Parola di Dio – questo simboleggia il pastorale – e ricondurla all’ovile. La Sua indulgenza verso il “mondo queer” tradisce la mancanza di quella visione soprannaturale che dovrebbe avere ogni sacerdote e ogni Vescovo. Voler bene a una persona significa volere il suo bene nell’ordine stabilito da Dio, non confermarla nei suoi errori. Il medico che nega la piaga purulenta non cura il paziente, ma tradisce la sua vocazione per quieto vivere o compiacenza; e il paziente a cui dovrà essere amputato l’arto in cancrena non lo ringrazierà per la sua indulgenza, ma anzi lo detesterà per il suo tradimento. 

Lei si bea della conventicola di seguaci che La invita a destra e a sinistra (più a sinistra, in realtà). Finché si vestirà come un conducente dell’autobus, finché terrà la Croce pettorale ben nascosta nel taschino e ratificherà le loro istanze con discorsi equivoci e ipocriti, La chiameranno anche alla Sagra della piadina di Borgo Panigale, forse più famosa del Festival di Giffoni. Ma se avesse l’ardire di fare l’Arcivescovo e il Cardinale, di predicare opportune importune il Vangelo anche nei suoi punti più ostici per la mentalità del mondo, Ella dovrebbe tornarsene in Episcopio e sarebbe ferocemente attaccato come tutti i Suoi predecessori fino al Concilio. La Massoneria si scaglierebbe contro l’intolleranza papista, la Sinistra La additerebbe come fascista, e lo stesso Bergoglio – che tradisce allo stesso modo l’intero corpo ecclesiale – La rimuoverebbe e Le farebbe omaggio della medesima scomunica che ha comminato a me, che cerco di non venir meno ai miei doveri di Pastore. 

È troppo comodo, don Matteo, stare al passo coi tempi: è la tentazione di tutti i secoli e contro di essa ci ha messo in guardia anche la Sacra Scrittura. Non lasciarsi contaminare da questo mondo (Gc 1, 27) non significa vivere in un iperuranio di sedicenti intellettuali progressisti incuranti di chi muore nel corpo e nell’anima, né incoraggiare i peccatori a continuare sulla via della perdizione per essere amici di tutti e non avere nessuno contro. Chi ha ricevuto la Sacra Porpora dovrebbe sapere che essa simboleggia il sangue che deve essere pronto a spargere per la Chiesa, come hanno fatto tutti coloro che hanno preso sul serio il Signore: Voi siete miei amici se farete quello che Io vi comando (Gv 15, 14). Ha sentito bene: quello che Io vi comando. La Redenzione non è un’opzione tra le altre, come vorrebbero farci credere i modernisti: morendo in Croce il Figlio di Dio ha dato la Sua vita per noi e noi non possiamo rimanere indifferenti davanti al Sacrificio di Cristo. Senza quella Croce, senza la Passione e Morte di Cristo l’umanità sarebbe ancora sotto il potere di Satana. La vera umiltà non consiste nell’apparire umili, ma nel riconoscersi tali dinanzi a Dio, nell’obbedire ai Suoi Comandamenti, nell’avere in Lui l’unico scopo della nostra esistenza, nel condurre a Lui tutte le anime, per le quali Egli ha sofferto.

La Chiesa non è una sala di teatro o un tendone da circo da riempire con del pubblico purchessia, cambiando di tanto in tanto gli spettacoli in cartellone. Essa è la sala delle Nozze dell’Agnello, in cui si entra solo con la veste nuziale che lo Sposo ci dà nel Battesimo. Il todos todos todos del Suo Bergoglio è un inganno, ed è tanto più grave quanto maggiore è la vostra consapevolezza di andare contro le parole stesse del Signore, che pretendete di rappresentare e di cui calpestate il Vangelo. Ipocriti: la vostra inclusività comprende tutti solo in teoria, ma finisce con l’escludere nella pratica chi non ha le vostre idee e non adora i vostri idoli, esattamente come fa la Sinistra woke che tanto Le piace.

Affermare che non serve credere in Dio per salvarsi è una bestemmia: una bestemmia che piace al mondo proprio perché si illude di rendere Dio superfluo con la vostra complicità, mentre tutto ruota intorno alla Croce di Cristo, e nessuno che non rinneghi se stesso e non Lo segua potrà avere la salvezza eterna. Una bestemmia che rende la Chiesa inutile, e Lei con essa.

Continui a compiacere il mondo che Le chiede di abiurare la Fede e di abbracciare le sue ideologie false e ingannatorie. Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti: «Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!» (Is 30, 10). Continui a farsi invitare al Festival di Giffoni e a celebrare Messe di suffragio per eretici scomunicati. Continui a far credere a tante anime perdute che la loro vita peccaminosa non precluderà loro la felicità eterna, e agli immigrati maomettani che sottomettendo l’Europa all’Islam andranno in Paradiso. Ma almeno abbia la coerenza di riconoscere che di Cattolico e conforme alla volontà di Cristo, in quello che Ella fa e che è, non c’è nulla. Non le occorre nemmeno che si cambi d’abito.

Paura nel Napoletano, terremoto di magnitudo 4 ai Campi Flegrei

Una scossa di terremoto di magnitudo 4.0 della scala Richter è sta registrata nell’area dei Campi Flegrei, la stessa zona dove da mesi è in atto uno sciame sismico che preoccupa la popolazione.

Il sisma, avvenuto alle 13.46, è stato localizzato dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv – Osservatorio vesuviano) a 4 km di profondità, con epicentro individuato a circa 2 km dal comune di Bacoli (Na).

La scossa è stata avvertita chiaramente dai cittadini del comprensorio napoletano, fino al capoluogo campano.

Molte famiglie sono scese in strada in preda al panico. Al momento non si segnalano danni. Protezione civile in stato di allerta. In via di verifica eventuali crolli e cedimenti strutturali su edifici pubblici già “provati” dell’intensa attività sismica nell’area di Pozzuoli e centri limitrofi.

Dopo la forte scossa di terremoto nei Campi Flegrei, un costone è caduto nella zona di Marina Grande a Bacoli: i detriti sono finiti in mare a poca distanza dai bagnanti, per fortuna senza conseguenze per le persone. Da luglio si tratta del terzo cedimento di un costone nella zona marina dei Campi Flegrei: i precedenti si sono verificati a Miliscola, spiaggia di Monte di Procida.

In seguito alla scossa di magnitudo 4.0 registrata nei Campi Flegrei, “per consentire le opportune verifiche tecniche all’infrastruttura ferroviaria ed agli impianti”, Eav “è obbligata a sospendere la circolazione ferroviaria sulle linee Cumana e Circumflegrea”. Così in una nota dell’holding ferroviaria dopo la scossa.

I comuni più vicini all’epicentro sono Bacoli, a soli 2 chilometri, Monte di procida (4 chilometri) Pozzuoli (6), Procida (8) e Quarto, nove km.

Secondo quanto riferito dalla Protezione Civile la scossa è stata avvertita dalla popolazione ma non ha causato danni. “In seguito all’evento – si legge in una nota – la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio Nazionale della protezione civile. La scossa è stata avvertita dalla popolazione ma dalle prime verifiche al momento non sono stati segnalati danni”.

Liguria, Giovanni Toti si è dimesso da governatore

Giovanni Toti ha dato le dimissioni dall’incarico di governatore della Liguria. Lo riporta l’Ansa citando fonti della Regione. Toti è ancora ai domiciliari per una inchiesta della procura per presunti reati, tra cui corruzione. Qualche giorno fa si è visto negata la richiesta dei suoi legali di essere rilasciato libero. Il centrodestra attacca affermando che le dimissioni sono frutto di una presunta azione politica-giudiziaria coordinata dalla sinistra.

A consegnare la lettera di “dimissioni irrevocabili” all’ufficio protocollo della Regione Liguria è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Giampedrone su delega dello stesso Toti. “Le elezioni ci saranno entro 90 giorni perché così prevede il nostro statuto”, ha chiarito lo stesso Giampedrone.

“Questo è l’ennesimo sacrificio che compie per la nostra Regione. Ci auguriamo che possa tornare al più presto un uomo libero, quindi che possa tornare con noi e a valutare il suo futuro è un momento difficile per lui soprattutto per tutti noi ma anche di grande orgoglio”, ha commentato l’assessore, amico e fedelissimo di Toti dopo aver consegnato la lettera di dimissioni all’Ente. “Abbiamo deciso di confermare l’inaugurazione della Via dell’Amore (lo storico sentiero delle Cinque Terre chiuso da molti anni, ndr). E’ un’opera straordinaria – ha detto Giampedrone – voluta fortemente da lui come presidente e come commissario per la lotta al dissesto”.

In base all’art. 126 della Costituzione le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti “comportano automaticamente le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento anticipato del Consiglio”, si legge in una nota di Regione Liguria. “Da quel momento il Consiglio regionale, la Giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova Giunta, per assicurare la continuità amministrativa dell’Ente e poter compiere quelle attività di ordinaria amministrazione o atti indifferibili e urgenti che si rendessero necessari nel periodo transitorio”.

Dal punto di vista istituzionale le elezioni verranno convocate dal presidente facente funzioni della Giunta regionale Alessandro Piana d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova e si svolgeranno entro il termine di 90 giorni dalla data delle dimissioni. “La Giunta ringrazia sentitamente Giovanni per l’importante lavoro svolto in questi anni – ha detto il presidente ad interim Alessandro Piana – e si augura che possa ritrovare quanto prima la giusta libertà personale e familiare. Ora proseguiamo in questo periodo verso le elezioni con tutta quella serie di impegni necessari per la Liguria nell’ambito dell’ordinaria amministrazione”.

“In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”, afferma una nota della Lega.

“Ringraziamo il Presidente Toti per aver rilanciato la Liguria in questi nove anni di ottimo lavoro. Infrastrutture, sviluppo turistico, crescita economica: la Regione è stata trasformata. La sinistra, che per decenni l’ha tenuta bloccata, arretrata e immobile, spera di sciacallare sulle indagini per tornare a spartirsi il potere. I cittadini non lo permetteranno”, afferma in una nota il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.

“Toti è un nostro avversario. La valutazione sulla sua gestione è negativa. I profili di conflitto di interessi sono quanto di più estraneo alla prassi di Azione si possa immaginare. Ma forzare le dimissioni di un Governatore attraverso l’imposizione di misure cautelari a pioggia è indegno di uno Stato di diritto. Così come indegno è usare le inchieste come fondamento di un confronto politico. Non è stata un bella pagina per la democrazia italiana”, commenta su X il leader di Azione Carlo Calenda.

Maxi sequesto di droga nel cosentino, tra risme di carta 150 kg di cocaina. Un arresto

Maxi sequestro di droga in provincia di Cosenza. Quasi 150 chilogrammi di cocaina, per un valore stimato di svariati milioni di euro, sono stati scoperti e sequestrati dai carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano su input di un commerciante che nei giorni scorsi ha trovato l’ingente quantità di stupefacente occultata all’interno di bancali contenenti risme di carta. Il “carico” era trasportato da un “corriere” (poi arrestato) presso un magazzino adibito allo stoccaggio di materiali d’ufficio sito nel comune di Spezzano Albanese.

Il negoziante, proprietario del deposito, che aveva regolarmente ordinato oltre 20 colli di carta, preoccupato dal contenitore deformato di alcune scatole appena scaricate dall’autotrasportatore, ha deciso di verificarne il contenuto, identificando, nascosti tra le risme, dei pacchetti incellofanati.

Insospettito dalla foggia e dal numero di involucri, ha prontamente avvisato i militari della limitrofa Stazione Carabinieri di Spezzano Albanese, che giunti sul posto, hanno fin da subito compreso l’entità del rinvenimento, delimitando immediatamente l’area ed identificando l’autotrasportatore.

I militari dell’Arma intervenuti, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari guidata da Alessandro D’Alessio, hanno proceduto a verificare centinaia di scatole contenenti risme di carta, sequestrando complessivamente oltre 140 panetti dal peso di circa 1 Kg ciascuno. La “polvere bianca”, verificata attraverso l’uso dei “narco test” si è confermata cocaina, il cui grado di purezza sarà accertato a seguito di specifiche analisi di laboratorio.

Assieme alla sostanza stupefacente sono stati sequestrati anche dei dispositivi di tracciamento applicati ad alcuni panetti, la cui analisi è al momento al vaglio degli inquirenti.

L’autotrasportatore, di cui non state rese note le generalità, è stato tratto in arresto è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria di Castrovillari.

Terrorismo, blitz in Belgio con perquisizioni e fermi. Allarme per Olimpiadi a Parigi

Vasta operazione antiterrorismo in tutto il Belgio: dopo un’ondata di perquisizioni sono state fermate sette persone sospettate di essere legate a un gruppo terroristico e di preparare un attentato.

Lo annuncia la procura federale belga. Le perquisizioni hanno avuto luogo nelle città di Seraing, Anversa, Saint-Josse-ten-Noode, Menen, Bourg-Léopold, Liegi, Kortrijk, Gand e Zonhoven.

La procura riferisce che “quattordici perquisizioni sono state effettuate questo giovedì dalla polizia giudiziaria federale di Anversa su richiesta di un giudice istruttore specializzato in questioni di terrorismo”.

I sospettati saranno ora interrogati e il giudice istruttore deciderà in seguito se sottoporli a mandato d’arresto. “Tutte le persone coinvolte sono sospettate di partecipare alle attività di un gruppo terroristico, di finanziare il terrorismo e di preparare un attacco terroristico”, evidenzia la procura, precisando che “i loro obiettivi specifici non sono ancora stati determinati”.

Media, possibile legame tra arrestati in Belgio e l’Isis K

Diversi sospettati di terrorismo in Belgio, fermati in un blitz condotto questa mattina nel Paese, “provengono dall’Asia centrale e affermano di appartenere allo Stato islamico nel Khorasan”, la fazione dell’Isis che opera principalmente in quell’area. Lo riportano i media belgi. L’operazione che ha portato al fermo di sette persone in nove comuni belgi – tra cui Saint-Josse a Bruxelles – è stata fatta scattare “in via preventiva” alla vigilia dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, secondo quanto indicano all’Ansa alcune fonti vicine agli ambienti giudiziari. L’obiettivo di un possibile attentato resta comunque “sconosciuto”.

Ministro israeliano lancia allarme su possibili attentati alle Olimpiadi di Parigi

Intanto, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha inviato una lettera al suo omologo francese Stéphane Séjourné avvertendolo di un presunto complotto sostenuto dall’Iran per attaccare la delegazione israeliana alle Olimpiadi di Parigi 2024. Lo riferiscono i media israeliani citati dall’Ansa.

“Ci sono persone che cercano di minare la natura celebrativa di questo gioioso evento”, scrive Katz, “al momento abbiamo valutazioni sulla potenziale minaccia rappresentata da gruppi vicini all’Iran e da altre organizzazioni terroristiche che mirano a compiere attacchi contro i membri della delegazione israeliana e i turisti israeliani durante le Olimpiadi”.

Katz nella sua missiva ha espresso “gratitudine” ai funzionari francesi per le “misure di sicurezza senza precedenti” per proteggere gli israeliani ai Giochi. Così come per la decisione del governo francese di respingere le richieste di bandire Israele dalle Olimpiadi (per via del genocidio israeliano a Gaza, ndr). Gli 88 atleti israeliani ai Giochi di Parigi sono protetti 24 ore su 24 dai servizi di sicurezza francesi e sono sorvegliati anche da funzionari dello Shin Bet, in seguito a una serie di minacce alla delegazione e ai lavori.

Usa 2024, Trump: “Biden e Harris sono una vergogna per l’America”

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito il leader americano Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris “una vergogna per il Paese”.

“Il corrotto Joe Biden e la bugiarda Kamala Harris sono una grande vergogna per l’America: non c’è mai stato un momento come questo!”, ha scritto Trump sulla sua pagina del social Truth.

Trump ha anche sottolineato che il discorso pronunciato mercoledì da Biden alla nazione in merito alla sua decisione di ritirarsi dalla campagna presidenziale era “difficilmente comprensibile e pessimo”.

“Tre giorni fa abbiamo sconfitto il peggior presidente della storia: ha lasciato perché stava perdendo. Ora abbiamo una nuova vittima da battere, la più incompetente vicepresidente della storia”, ha attaccato ancora Donald Trump in North Carolina, nel suo primo comizio dopo il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca.

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti si terranno il 5 novembre. Il Partito Democratico avrebbe dovuto essere rappresentato da Joe Biden, ma dopo la sua performance fallimentare nel dibattito di giugno con Trump, le richieste affinché il capo di stato in carica abbandonasse la corsa sono diventate più forti tra i Democratici. Il 21 luglio, ha deciso di ritirarsi dalla corsa e di sostenere Harris contro Trump che secondo sondaggi rimane il più gradito dagli americani.

Autobomba a nord di Mosca, due feriti gravi. Arrestato un russo in Turchia. Indagini

Una terribile esplosione ha scosso stamattina la periferia nord di Mosca distruggendo un’auto e ferendo le due persone a bordo: a denunciarlo sono state le stesse autorità russe, secondo cui la deflagrazione sarebbe stata provocata da “un oggetto non identificato”.

Chi sono le persone ferite? Alcuni media russi sostengono che si tratti di un funzionario militare e di sua moglie. L’intelligence russa nel pomeriggio ha dichiarato che una persona “sospettata” aveva raggiunto la Turchia, e poco dopo il ministro dell’Interno di Ankara, Ali Yerlikaya, ha annunciato l’arresto a Bodrum di un cittadino russo che sarebbe atterrato sulle coste del Mediterraneo con un volo da Mosca. La Russia pare abbia aperto un’inchiesta per “tentato omicidio”. E una fonte citata da Interfax sostiene come la polizia russa stia seguendo diverse piste, compresa “una connessione ucraina”.

Il cittadino russo sarebbe Yevgeny Serebryakov, ed è stato arrestato nella città turca di Bodrum con l’accusa di aver fatto esplodere un veicolo a Mosca, ha affermato il ministro degli Interni turco. Mercoledì mattina, due persone sono rimaste ferite quando una Toyota Land Cruiser è esplosa nel nord di Mosca. I feriti sono stati trasportati in ospedale.

Gli inquirenti ritengono che Yevgeny Serebryakov, sospettato di aver fatto esplodere un’auto nel nord di Mosca, potrebbe avere dei complici, come stanno accertando le forze dell’ordine, hanno riferito alla Tass.

“Ci sono motivi per credere che Yevgeny Serebryakov avesse dei complici. Si stanno prendendo misure per trovarli”, ha detto la fonte citata dall’agenzia.

Secondo lui, il crimine è stato ben pianificato. “L’aggressore seguiva l’obiettivo da molto tempo, conosceva la sua routine quotidiana e i suoi percorsi”, ha aggiunto la fonte. La Procura della città di Mosca ha assunto la direzione delle indagini.

Il sospettato resta in Turchia e la Russia è in trattative per estradarlo, secondo il direttore del Servizio di sicurezza federale Alexander Bortnikov. La polizia turca ha identificato il sospettato come il cittadino russo Yevgeny Serebryakov e ha affermato che era arrivato dalla Russia in mattinata.

Traffico illecito di rifiuti, sequestrate diverse società tra Reggio e Cosenza

Numerose società, per un valore di 20 milioni di euro, sono state sequestrate dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri per traffico illecito di rifiuti nelle province di Reggio Calabria e Cosenza.

Il blitz è scattato questa mattina quando i militari del Noe hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro disposto nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.

L’inchiesta ha permesso di acquisire gravi indizi riguardanti l’esistenza di un’attività imprenditoriale dedita al traffico illecito di rifiuti prodotti da centinaia di esercizi commerciali dislocati nella provincia di Reggio Calabria.

Traffico che sarebbe stato gestito e organizzato da due imprenditori reggini con la collaborazione di propri dipendenti, nonché degli impresari delle altre società coinvolte.

“Un sistema organizzato di gestione abusiva di ingenti quantità di rifiuti che, almeno a partire dal 2013, prevedeva la raccolta, lo stoccaggio, il trattamento e il trasporto di rifiuti, in assenza delle prescritte autorizzazioni, nonché la rivendita degli stessi sotto le mentite spoglie di merci”. È quanto scrive il gip Antonino Foti che, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, nell’ambito dell’inchiesta “Carta canta”, ha disposto il sequestro di 7 società coinvolte in un traffico di rifiuti organizzato dagli imprenditori Salvatore e Rosario Rotolo, di 43 anni e 38 anni, residenti a Rizziconi. Sequestro eseguito oggi dai carabinieri del Noe.

Nei loro confronti, la Procura guidata da Giovanni Bombardieri aveva chiesto gli arresti domiciliari ma il gip ha disposto, invece, un ulteriore sequestro preventivo dei loro beni finalizzato alla confisca per equivalente per complessivi circa 67 mila euro.

Le società sequestrate hanno sede nelle province di Reggio Calabria e Cosenza. Si tratta della “RSR Ambiente srl” e la RSR di Rotolo Rosario, entrambe di Rizziconi, la “Eco.Rad srl” e la “Eco.Rad. sas di Gioia Tauro, la “Ital Serv sas” di Oppido Mamertina, la “Città Pulita sas” di Rizziconi e la “Calabra Maceri e Servizio spa” di Rende. Il provvedimento ha riguardato le quote del patrimonio sociale e l’intero compendio aziendale delle società, per un valore complessivo stimato in oltre 20 milioni di euro.

Dall’indagine, condotta dai carabinieri del Noe di Reggio Calabria, sarebbe emersa l’esistenza di un’attività crimo-imprenditoriale dedita al traffico illecito di rifiuti di carta e cartone, prodotti da centinaia di esercizi commerciali nella provincia reggina. Al vertice, per l’accusa, c’erano i due imprenditori che gestivano il business con la collaborazione di propri dipendenti, nonché degli impresari delle altre società coinvolte. Per questo motivo, oltre ai due Rotolo, ci sono 13 persone iscritte nel registro degli indagati.

Stando alle indagini, attraverso le società “RSR di Rotolo Rosario” e “RSR Ambiente srl”, sprovviste di autorizzazione al trattamento dei rifiuti nonché alla successiva trasformazione degli stessi in “materia prima seconda”, Salvatore e Rosario Rotolo spedivano a “Calabra Maceri e Servizi spa” di Rende i rifiuti senza il preventivo trattamento, utilizzando un semplice documento di trasporto, di modo da farli configurare come merci e così eludere i controlli sulla tracciabilità. In questo modo gli indagati azzeravano i costi derivanti dal loro corretto trattamento dei rifiuti. Un sistema che avrebbe consentito ai vertici dell’organizzazione di assicurarsi una rilevante posizione sul mercato e che si è protratto per almeno 4 anni, anche grazie alla collaborazione delle piattaforme di trattamento dei rifiuti “Ecor.Rad” di Gioia Tauro nonché delle società “Ital.Serv. sas” di Oppido Mamertina e “Città Pulita
sas” di Rizziconi che si occupavano del ritiro e del trasporto dei rifiuti presso le piattaforme individuate per conto di RSR Ambiente.

Spacciavano droga a Cosenza durante il lockdown, 49 arresti

I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, con il coordinamento della Procura, stanno eseguendo in varie località italiane, un provvedimento di custodia cautelare – in carcere e ai domiciliari – emesso dal gip nei confronti di 49 persone.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di deteпzioпe е spaccio di sostanze stupefaceпti, teпtato omicidio, lesioпi persoпali, rаріпа ed estorsioпi.

Sопо 22 і destiпatari di ordiпanza di custodia cautelare іп carcere, meпtre 27 sопо і destiпatari di ordiпanza di arresti domiciliari cоп braccialetto elettroпico.

Nell’ambito dell’esecuzioпe del provvedimeпto cautelare е stato emesso uп mandato di arresto europeo per la ricerca е cattura di uп iпdagato resideпte іп uп paese dell’Uпioпe Europea, cоп l’iпteressameпto dei Servizi di Cooperazioпe Iпtenazioпale di Polizia Giudiziaria. Iпoltre, si е reso пecessario il ricorso alle Compagпie Carabiпieri di Teramo, Corsico е Veпezia – Mestre per l’eseeuzioпe del provvedimeпto cautelare пеі coпfroпti di tre iпdagati, tutti localizzati пеі rispettivi territori.

L’articolata attività di іпdаgіпе, avviata іп ріепо lockdown ed eseguita dai Carabiпieri della Stazioпe di Coseпza Ceпtro, coordiпati dalla Procura della Repubblica di Coseпza, ha fatto emergere la dispoпibilità da parte degli iпdagati di іпgепtі quantitativi di соcаіпа, еrоіпа, marijuaпa е hashish, uпа capillare attività di spaccio svolta пella citta di Cosenza е іп altre citta della proviпcia di Cosenza, anche cоп l’ausilio di stranieri operaпti stabilmeпte sul territorio соsепtіпо da anni, uп пumero elevatissimo di coпsumatori di sostanza stupefaeeпte е, iпfіпе, oltre 400 episodi di cessioпe di droga.

Іп tale coпtesto crimiпale е emblematica la viceпda di uпа donna colpita dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per aver posto іп essere, іп diverse occasioni, uп’attivita di approvvigioпameпto di sostanze stupefaeeпti пell’iпteresse del figlio, impossibilitato all’epoca dei fatti а recarsi dai fornitori poiché sottoposto ad uп provvedimeпto restrittivo emesso пell’ambito di uп altro provvdimeпto репаlе.

Nel corso dell’attività di іпdаgіпе sопо stati tratti іп arresto пella flagranza del reato 10 iпdagati е sопо stati sequestrati diversi quantitativi di marijuana, сосаіпа, еrоіпа е hashish.
Al fіпе di documeпtare la fioreпte attività di spaccio di stupefaeeпti, posta іп essere dagli iпdagati іп modo iпcessante anche пеl periodo dell’emergeпza covid, і carabiпieri della Stazioпe СС di Coseпza Ceпtro, oltre all’ascolto di oltre ceпtomila coпversazioпi, telefoпiche ed ambieпtali, hanno provveduto all’escussioпe di cirea 300 assnпtori di sostanze stupefaceпti che, coпfermando і rispettivi acquisti, hanno puпtellato il quadro accusatorio emerso пеі coпfroпti dei destiпatari del provvedimeпto cautelare.

Iпoltre, аlcuпі iпdagati, anche coпfidando sulla dispoпibilità di armi da fuoco, hanno anche realizzato atti di iпtimidazioпe іп danno dei rispettivi “clieпti” per costriпgerli al pagameпto dello stupefaceпte ceduto. L’attività investigativa, infine, ha fatto emergere due tentativi di omicidio posti in essere in luoghi pubblici, per dissidi di natura personale, da soggetti armati di coltello е di altre armi improprie.

Naufragio a Cutro, concluse le indagini della Procura. Indagati sei militari

Quattro finanziari e due militari della Guardia costiera sono le persone a carico delle quali il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pasquale Festa, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sui ritardi nei soccorsi al caicco “Summer Love”, carico di migranti, il cui naufragio, a Steccato di Cutro, la notte del 26 febbraio del 2023, provocò la morte di 94 persone, tra cui 35 bambini, ed un numero imprecisato di dispersi.

La Procura di Crotone ipotizza a carico dei sei indagati i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.

Le persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del Comando provinciale di Vibo Valentia della Guardia di finanza e del Roan, il Reparto operativo aeronavale delle fiamme gialle; Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia; Antonino Lopresti, ufficiale in comando e controllo tattico nel Roan di Vibo Valentia; Nicolino Vardaro, comandante del gruppo aeronavale di Taranto; Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio nel Centro di coordinamento italiano di soccorso marittimo di Roma, e Nicola Nania, ufficiale di ispezione nel centro secondario di soccorso marittimo di Reggio Calabria.

Gli inquirenti: “Da parte loro negligenza”

I provvedimenti sono stati emessi appunto nei confronti “di due appartenenti al Corpo delle Capitanerie di porto e di quattro appartenenti ai Reparti Aeronavali della Guardia di finanza per i quali sono stati evidenziati profili di negligenza nel dare attuazione alle regole che la normativa europea e nazionale impone in casi del genere”, aveva spiegato la procura la Procura nella nota stampa diffusa in relazione all’avviso di conclusione delle indagini preliminari sul naufragio del caicco carico di migranti avvenuto nella notte del 26 febbraio dello scorso anno a “Steccato” di Cutro.

“I profili di (presunta) colpa ipotizzati a carico dei finanzieri – aggiunge la Procura nel comunicato – attengono essenzialmente alle modalità esecutive delle azioni da svolgere in seguito all’avvistamento del natante, mentre è risultata non censurabile la scelta iniziale di qualificare l’evento come operazione di polizia (‘law enforcement‘) in luogo di soccorso in mare.

In particolare, è stata contestata l’omessa completa comunicazione delle difficoltà di navigazione incontrate a causa delle condizioni meteomarine, nonché il ritardo nella predisposizione delle operazioni di intercetto del caicco, in assenza di un effettivo ed efficace monitoraggio radar”.

“Per quanto attiene, invece, ai membri della Guardia Costiera – è detto ancora nella nota – la contestazione ruota attorno alla mancata acquisizione di informazioni necessarie per avere un quadro effettivo di quanto la Guardia di finanza stava facendo. Manca acquisizione da cui derivava una carente valutazione dello scenario operativo e delle conseguenti disposizioni da impartire ai natanti della Guardia costiera che pure erano in condizioni di intervenire”.

Caicco con migranti Cutro venne segnalato da Frontex

La presenza del caicco carico di migranti naufragato il 26 febbraio dello scorso anno a “Steccato” di Cutro “era stata tempestivamente segnalata dall’agenzia europea Frontex in navigazione verso le coste calabresi”, fa sapere la procura in merito all’avviso di conclusione delle indagini preliminari sul naufragio notificato a quattro finanzieri ed a due militari della Guardia costiera. L’inchiesta ha avuto così lo scopo “di accertare – prosegue il comunicato – perché nessuna imbarcazione delle autorità preposte al controllo del mare territoriale fosse in quella zona per tentare di intercettare il caicco, verosimilmente carico di numerosi migranti”.

Piantedosi: “Certo dell’estraneità di Gdf e Guardia costiera”
“Conosco la competenza e la dedizione di tutti gli appartenenti alla Guardia di finanza e alla Capitaneria di porto che, quotidianamente, profondono il massimo impegno nella straordinaria opera di salvataggio di vite umane e nel contrasto ai trafficanti di esseri umani. Per questo, sono certo che nel prosieguo del procedimento giudiziario gli operatori di Crotone dimostreranno la loro estraneità rispetto ad ogni possibile responsabilità relativa al naufragio di Cutro. Auspico che anche per i servitori dello Stato valga il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”. Lo dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Aggrediscono e rapinano un 27enne. Arrestati due venezuelani

I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di reato emesso dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 37enne e di un 31 enne venezuelani, entrambi ritenuti esecutori di una violenta rapina ai danni di un ragazzo di 27 anni.

La vittima, mentre stava uscendo di casa per svolgere delle commissioni, è stato immediatamente avvicinato dai due venezuelani giunti a bordo di un’autovettura bianca i quali, dopo averlo minacciato verbalmente, l’hanno colpito ripetutamente e violentemente fino a farlo cadere per terra sull’uscio del proprio appartamento, sottraendogli diverse centinaia di euro ed asportando, dall’interno dello stesso, altri oggetti di valore.

Non contenti, entrambi gli aggressori, con forza, hanno cercato di sequestrare la vittima obbligandola a salire all’interno della loro auto, ma quest’ultima, approfittando di un momento di distrazione degli stessi, riusciva a fuggire, raggiungendo a piedi il Comando Stazione Carabinieri di Reggio Calabria Principale, ove denunciava l’accaduto.

I militari, al termine di approfondita attività investigativa, riuscivano a identificare i due venezuelani autori della rapina, i quali, dopo esser stati fermati, venivano trovati in possesso di parte della refurtiva sottratta, la quale era stata occultata all’interno dei loro appartamenti e delle loro autovetture. I rapinatori, dichiarati in stato di fermo, sono stati rinchiusi presso la casa circondariale G. Panzera – plesso di Arghillà e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Senzatetto si rifugia nel bagagliaio di un bus e muore. Scoperto dopo giorni

Dramma della povertà e della solitudine a Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza. Il cadavere di un uomo, un senzatetto di nazionalità romena, è stato trovato nel bagagliaio di un pullman di linea parcheggiato nelle vicinanze della stazione ferroviaria.

Il pullman in cui è stato trovato il cadavere è di proprietà di una scuola guida ed era fermo da alcuni giorni. A trovare il corpo senza vita, in avanzato stato di decomposizione, sono stati i poliziotti del Commissariato su segnalazione di alcuni passanti che avevano avvertito un cattivo odore provenire dall’interno del pullman.

Secondo quanto è emerso dai primi accertamenti del medico legale, l’uomo potrebbe essere deceduto a causa di un malore provocato dalla temperatura elevata regnante nello stretto locale in cui aveva trovato rifugio per dormire.

Altro massacro a Gaza, Israele bombarda e ammazza altre 70 persone

Nuovo violento bombardamento da parte dell’esercito israeliano nelle zone orientali di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono i media arabi. Le vittime, secondo un bilancio ancora provvisorio, sono 71 mentre i feriti circa 200. L’attacco è avvenuto in concomitanza con lo sfollamento forzato di civili in condizioni umanitarie e mediche catastrofiche.

Questa mattina le forze di occupazione israeliane hanno lanciato intensi raid aerei sui distretti orientali di Khan Yunis, uccidendo decine di civili e ferendone circa 200.

Le aree orientali di Khan Yunis sono state oggetto di crescenti spostamenti forzati, costringendo i civili ad andarsene e a cercare rifugio lontano dalle aree colpite, a piedi o utilizzando mezzi di trasporto rudimentali.

Questa sera, la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha annunciato che due delle sue cliniche sono state chiuse perché situate in zone a est di Khan Yunis, la cui evacuazione è stata ordinata dall’occupazione.

Le autorità sanitarie locali hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi dell’assalto israeliano dal 7 ottobre è salito a 39.006 vittime segnalate, con ulteriori 89.818 feriti. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.

Le squadre di ambulanza e di soccorso non sono ancora in grado di raggiungere le numerose vittime e i cadaveri intrappolati sotto le macerie o sparsi sulle strade dell’enclave devastata dalla guerra, poiché le forze di occupazione israeliane continuano a ostacolare il movimento delle ambulanze e degli equipaggi della protezione civile.

Estorce, rapina e perseguita coppia di commercianti, arrestato

I carabinieri hanno arrestato a Scalea un uomo di 45 anni con l’accusa di tentata estorsione, rapina ed atti persecutori. Reati commessi ai danni di una coppia di coniugi commercianti, provocando nei due, riferiscono i carabinieri, “un perdurante e grave stato di ansia e paura”.

L’arresto è stato fatto dai militari della Stazione di Scalea in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Castrovillari su richiesta della Procura della Repubblica.

Il quarantacinquenne, secondo quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri, con condotte reiterate, ha minacciato e molestato la coppia di coniugi.

L’uomo si è recato più volte nel negozio della coppia, pretendendo somme di denaro e rivolgendo minacce anche di morte. Sono seguiti anche appostamenti sotto casa e pedinamenti nei confronti delle vittime.

In un’occasione l’arrestato, a bordo di un motoveicolo, ha inseguito l’autovettura sulla quale viaggiavano i due commercianti ed ha tagliato loro la strada, costringendoli a bloccarsi. Ha poi colpito con alcuni calci l’auto e, avvicinandosi al finestrino aperto lato passeggero, ha tentato di sferrare un pugno al volto dell’uomo ed ha strappato con la forza, impossessandosene, un braccialetto in oro indossato dalla vittima.

FSB scopre canale di esplosivo da Italia e Germania per compiere attentati in Russia

L’esplosivo sequestrato dall’intelligence russa

Il Servizio di sicurezza russo (FSB) ha annunciato lunedì di aver smantellato un canale per il contrabbando di esplosivi e detonatori dall’Europa a San Pietroburgo, presumibilmente destinati a compiere attacchi terroristici in Russia.

“Le armi dei terroristi sono state trasportate in diversi pacchi in più tappe dall’Italia e dalla Germania ed erano nascoste in pezzi di ricambio per auto”, ha affermato la polizia in una nota.

L’FSB ha aggiunto di aver richiesto aiuto ai servizi di sicurezza in Europa “come parte della cooperazione internazionale antiterrorismo”, ma ha affermato che “finora, queste richieste sono rimaste senza risposta”.

Le forze dell’ordine hanno dichiarato che i responsabili dell’organizzazione delle consegne sono stati arrestati e che è stato aperto un procedimento penale.

Secondo l’FSB, citato dal Moscow Times, l’operazione di contrabbando era supervisionata da Roman Mashovets, vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, ricercato dalle forze dell’ordine russe.

La Russia è in stato di massima allerta per attività terroristiche da quando una sparatoria di massa al Crocus City Hall di Mosca nel marzo 2024 ha ucciso 145 persone. Il Cremlino ha accusato l’Ucraina di essere coinvolta in quell’attacco nonostante i militanti islamici ne abbiano rivendicato la responsabilità.

Usa 2024, dopo Biden dem pazzi per Kamala. Ma è incerto. E i tempi sono strettissimi

Kamala Harris

Dopo il ritiro di Biden dalla corsa alle elezioni americane di Novembre sembra esserci ancora più caos nei democratici Usa i quali sembrano divisi su chi dare la nomination nella sfida contro Trump.

I media d’area progressista all’unisono continuano a ripetere che a sfidare il tycoon sarà la vice Kamala Harris (che sta ricevendo numerosi endorsement, in primis dallo stesso Biden) senza spiegare che il 19 agosto ci sarà la convention democratica a Chicago, decisiva, per dare il via libera ad un candidato alternativo a Biden.

I tempi sono quindi strettissimi. Da quella data al 5 novembre 2024, mancano infatti meno di 2 mesi e mezzo. Chi spunterà dal cilindro dem a Chicago ha davvero poche settimane per farsi conoscere dagli americani e spiegare un programma credibile che possa raccogliere consensi; un progetto che sia in qualche modo dissimile da quello di Biden, ossia distante dalla pratica guerrafondaia (conflitto per procura alla Russia, sostegno incondizionato all’Ucraina così come per Israele); politiche sull’immigrazione incontrollata, economia e caro vita fino ai temi della Sanità. Tutte questioni a cuore degli americani che nei sondaggi premiano Trump che propone appunto un programma radicalmente opposto ai democratici.

Michelle Obama

Dunque, non è certo che Kamala sia la candidata, sebbene gli appoggi di leader dem e dei media mainstream che in queste ore stanno pompando a menadito la Harris. Nonostante abbia fatto la vicepresidente per quasi 4 anni, ritenuta quindi “l’erede naturale”, sulla Harris circolano imbarazzanti pettegolezzi sul suo passato che possono inficiare il suo cammino.  L’elettorato americano è molto sensibile agli “scandali” a Washington e altrove…(solo per ricordarlo, si può citare il sexgate tra Bill Clinton e Monica Lewinsky).

KH risulta poi abbastanza “impopolare” in America e, oltretutto – stando ad alcuni osservatori dem -, non sarebbe tanto gradita né alla base, né alla classe dirigente men che meno all’elettorato progressista.
Potrebbe spuntarla Michelle Obama? Anche in questo caso è un dilemma. L’ex fist lady, sembrerebbe avere più chance di competere con Donald Trump. Per lei, se dovesse ottenere l’investitura e dovesse vincere, sarebbe la terza volta alla Casa Bianca, dopo i due mandati del marito Barack Obama.

Tutto insomma dipende dalla persuasione che riescono ad esercitare persone di calibro come appunto l’ex presidente Obama, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer. Obama, Pelosi e Schumer sono considerati gli artefici delle fortissime pressioni per il ritiro di Biden, il quale li ritiene direttamente responsabili già della sua mancata candidatura nel 2016 quando il trio citato influenzò gli stati generali democratici facendo avere la nomination a Hillary Clinton, che venne poi cocentemente sconfitta da Trump.

I tre da tempo avrebbero tramato il ritiro di Joe, nonostante alcuni media scrivono che a convincere Biden al passo indietro sarebbero stati Mike Donilon e Steven Ricchetti, due dei suoi più stretti consiglieri.

Tuttavia, da voci sempre più insistenti, Biden sarebbe stato “costretto” a fare dietro front, mentre lui in verità voleva resistere alla volontà del deepstate di Washington. Alcuni insinuano persino che non sarebbe stato lui a redarre la lettera, o comunque a dettarla, dal momento che non è nel pieno delle sue facoltà mentali. Un tranello tesogli da qualcuno all’ombra della sala ovale? Nulla è impossibile alla White House.
C’è un altro punto da tener presente: il comandante in capo nella lettera afferma che presto terrà un discorso alla nazione per spiegare i dettagli della sua decisione. In quella occasione, salvo ripensamenti di Joe, gli americani potranno rendersi conto di molti elementi e circostanze taciute per anni dai media. Non sarà per loro difficile scoprire se Biden appaia in un video pre-registrato col supporto dell’intelligenza artificiale. I progressi di questa tecnologia sono straordinari, tanto quanto pericolosi.

Donald Trump

Il 45esimo presidente Usa, il più favorito nei sondaggi, soprattutto dopo l’attentato subìto a Butler, in Pennsylvania, dal canto suo ha fatto sapere che è più facile battere Kamala che Biden. Sarà, ma non è così scontato. Poi attacca: “Se Biden non può candidarsi, non può governare il nostro Paese”, ha detto Trump chiedendone le dimissioni, come stanno facendo a ruota i repubblicani. “Ma tranquilli, Biden non ha il covid, oggi dimenticherà di essersi ritirato”, ha ironizzato l’ex presidente.

Intanto Kamala Harris, dopo gli endorsement di Biden e molti altri dem, ha annunciato la sua intenzione di candidarsi coi democratici alla presidenza degli Stati Uniti. “Sono onorata di avere l’appoggio del Presidente e la mia intenzione è di guadagnarmi e vincere questa nomination”, ha affermato in una dichiarazione rilasciata dall’ufficio stampa del quartier generale elettorale del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Tuttavia, a decidere il candidato dei democratici sarà appunto la convention di Chicago del prossimo 19 agosto. Da quel giorno potremmo sapere – endorsement e donazioni a parte -, chi sarà la persona con le carte in regola capace di battere Donald Trump. Michelle Obama riuscirà a spuntarla nella guerra intestina ai democratici Usa?. Vedremo.

Ritiro Biden, Mosca: “Non siamo stupiti, ma seguiamo da vicino la situazione”

Il Cremlino non è rimasto sorpreso dalla decisione del leader americano Joe Biden di ritirarsi dalla corsa presidenziale. Lo ha affermato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov citato dai media, sottolineando che Mosca ‘segue da vicino’ le evoluzioni.

“Onestamente gli ultimi anni di quello che sta accadendo negli Stati Uniti ci hanno insegnato a non stupirci di nulla. Pertanto, non siamo rimasti molto sorpresi”, ha detto.

Secondo Peskov, Mosca segue da vicino la situazione negli Stati Uniti, così come in altri grandi paesi. Allo stesso tempo, ha aggiunto che questo è un tema che dovrebbe interessare gli elettori americani e non quelli russi.

Domenica 21 luglio 2024 Biden ha annunciato che si sarebbe ritirato dalla corsa presidenziale, ma intende portare a termine il suo attuale mandato, nonostante le pressioni dei repubblicani che lo invitano a dimettersi per il suo stato di salute.

Presidenziali Usa 2024, Joe Biden si è ritirato dalla corsa per la Casa Bianca

La lettera con cui Joe Biden annuncia il suo ritiro

Il presidente americano Joe Biden si è ritirato dalla corsa per le presidenziali di Novembre. Il suo passo indietro era già nell’aria da mesi dopo le fortissime pressioni esercitate dal Partito democratico e da molti media progressisti, soprattutto in seguito al disastroso dibattito televisivo con Trump, nonché prima e dopo diverse “gaffe” e “scivoloni” causati dal suo stato di salute e dall’età.

“E’ stato il più grande onore della mia vita servire come presidente. E anche se era mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese di ritirami e concentrarmi solamente sui miei compiti come presidente per il resto del mandato”, afferma Joe Biden in una una lettera postata su 𝕏 dal suo profilo personale.

Il presidente americano Joe Biden annuncia che parlerà alla nazione la prossima settimana per spiegare nei dettagli la sua decisione. Non sappiamo se riesca a reggere un discorso agli americani visto il precario stato mentale, ma quel che appare certo che Joe voglia togliersi più di qualche sassolino dalle scarpe. Attesi “colpi di coda” verso il suo partito, i dem, che lo ha voluto fuori dalla corsa, in particolare contro Obama, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader della maggioranza dem al Senato Chuck Schumer, già artefici del suo ritiro alle primarie 2016 per favorire Hillary Clinton che poi è stata clamorosamente battuta da Trump.

Il presidente, che ha resistito fino all’ultimo convinto di fare il bis contro Donald Trump (il favorito nei sondaggi), potrebbe quindi non appoggiare alcun candidato alternativo che verrà proposto. Sarebbe per lui una “mortificazione” ancora più grande dopo “l’orgoglio ferito” dall’interno del Pd americano da 8 anni a questa parte. Chi potrebbe essere il candidato ancora non si sa ufficialmente. In pole potrebbe esserci proprio Kamala Harris, che però risulta impopolare e non sarebbe molto gradita dall’elettorato progressista e potrebbe trovarsi l’avversione ufficiosa proprio dei bideniani che la ritengono una che, nell’ombra, ha lavorato per “azzoppare” il comandante in capo, insieme a Obama, la Clinton, Pelosi e Schumer.

“Per ora – spiega nella lettera Biden – lasciatemi esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno lavorato così duramente per vedermi rieletto. Voglio ringraziare il vicepresidente Kamala Harris per essere una stata straordinaria. E permettetemi di esprimere il mio sincero apprezzamento al popolo americano per la fede e fiducia che hanno riposto in me. Credo oggi quello che ho sempre creduto: che non c’è nulla che l’America non possa fare, quando lo facciamo insieme. Dobbiamo solo ricordare che noi siamo gli Stati Uniti d’America”, ha concluso Biden che – come si legge – ha solo ringraziato la Harris come un atto dovuto sul piano istituzionale.

La reazione di Trump: “Biden? Il peggior presidente della storia americana”

In una telefonata con la Cnn pochi minuti dopo l’annuncio di Biden, l’ex presidente Donald Trump lo ha descritto come “di gran lunga il peggior presidente nella storia del nostro Paese”. Trump ha detto di ritenere che la Harris sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato Biden. Si è dimesso in “completa disgrazia”, afferma Trump nella mail della sua campagna elettorale. Il presidente in carica “ha lasciato la corsa in completa disgrazia”, scrive, e chiede a “un milione di patrioti pro-Trump di contribuire” con donazioni per la sua campagna. “Oggi facciamo la storia”, ha aggiunto. “L’establishment di Washington, i media che odiano l’America e il corrotto ‘deep State’ hanno fatto tutto il possibile per proteggere Biden, ma il vostro sostegno lo ha semplicemente messo fuori gara! Adesso avanti a tutta velocità!”.

“Il disonesto Joe Biden non era idoneo a candidarsi alla presidenza, e certamente non è idoneo a servire – e non lo è mai stato”, ha scritto Trump su Telegram. “Ha raggiunto la posizione di presidente solo grazie a bugie, notizie false e senza lasciare il suo seminterrato. Tutti coloro che lo circondavano, compreso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente, e non lo era”.

Speaker Camera: “Biden deve dimettersi immediatamente”

Biden deve dimettersi “immediatamente”, ha dichiarato il leader repubblicano e speaker della Camera americana Mike Johnson. “Se Joe Biden non è adatto a candidarsi alla presidenza, non è adatto a fare il presidente. Dovrebbe dimettersi immediatamente”, ha scritto su 𝕏 il presidente della Camera. Un “vero patriota”, così il leader dei democratici al Senato americano Chuck Schumer definisce Biden dopo l’annuncio del suo ritiro.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO