11 Ottobre 2024

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Agguato tra Reggio e Vibo, ferito grave un ventenne

Un 20enne è stato ferito in un agguato compiuto la notte scorsa a San Pietro di Caridà, in provincia di Reggio Calabria, al confine con la provincia di Vibo Valentia.

La vittima, Pietro Morfei, è stata ferita al collo e adesso è ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale di Reggio Calabria. Il giovane, comunque, non sarebbe in pericolo di vita.

Morfei si trovava a bordo della sua auto quando è stato raggiunto da un colpo di fucile caricato a pallini. Insieme a lui la fidanzata che ha riportato delle escoriazioni.

Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Gioia Tauro e del Reparto operativo di Reggio che stanno aspettando che il giovane sia in grado di parlare per interrogarlo e cercare di ricostruire la dinamica e il movente del tentato omicidio.

L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Palmi ma potrebbe essere trasmessa, per competenza, alla Dda di Reggio Calabria, non escludendo un interessamento anche della Dda di Catanzaro visto che San Pietro di Caridà e Monsoreto di Dinami sono zone al confine con la provincia di Vibo Valentia dove c’è una forte influenza ‘ndranghetista non solo delle cosche reggine ma anche di quelle vibonesi.

Pietro Morfei risulta incensurato ma le modalità dell’agguato fanno pensare a un contesto mafioso che in queste ore è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori.

Due anni fa nelle campagne di Monsoreto di Dinami (Vibo Valentia) era stato ucciso Alessandro Morfei, figlio di Pietro Morfei, a sua volta assassinato nel 1998 nella piazzetta del paese. Quest’ultimo è omonimo del giovane ferito ieri sera. (ansa)

Box femminile, Angela Carini abbandona il match contro l’intersessuale Khelif

Sono le olimpiadi woke, ideologicamente arcobaleno e blasfeme: anticristiane. Dalla scandalosa cerimonia di apertura, alla Senna sporca e inquinata, al caso dell’incontro di box femminile tra una donna e un presunto maschietto che ha le generalità femminili stampate solo sul suo passaporto. In molti affermano che Imane Khelif ha cromosomi XY (maschio), altri sostengono che ha il testosterone alto.

L’incontro di boxe dell’altro giorno tra Angela Carini e Khelif è durato pochissimo, appena 46 secondi: l’atleta azzurra si è ritirata ed è fuori dal torneo di boxe femminile dei pesi “welter”. Carini ha deciso di non proseguire dopo essere stata colpita due volte dalla pugile algerina. Poi è scoppiata in lacrime. Sul momento si è capito solo che l’italiana aveva abbandonato il ring, ma poi la spiegazione è lei stessa a darla: “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta”. Angela Carini spiega così, ancora in lacrime, il suo repentino abbandono nel match contro la pugile algerina iper-androgina (intersessuale, coi cromosomi maschili, ndr) Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024. “Esco a testa alta”, ha aggiunto l’azzurra.  Il caso ha fatto il giro del mondo con commenti sprezzanti verso

Parigi: coach Carini “nessuna premeditazione nel ritiro”
“Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l’avversaria, mi ha detto ‘non è giusto’. Ma qui oggi non c’è stata premeditazione”. Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, racconta il match della discordia. Carini ha abbandonato dopo “aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente”

Il caso
La discussione che ne è nata, o meglio il caso, ha avuto sviluppi anche politici e alcuni hanno utilizzato termini poco consoni. Non si può parlare di Imane Khelif come di una atleta trasgender, di un atleta uomo che sceglie di diventare donna ma essenzialmente di regole che hanno permesso all’atleta algerina di far parte del movimento pugilistico femminile da sempre perché appartenente al sesso femminile pur avendo dei livelli di testosterone più alti di altre atlete. Il Cio però poi ammette di non aver fatto test specifici e che Khelife è stata ammessa perché ha passaporto con genere femminile, nonostante appare uomo dalla testa ai piedi, dall’ossatura alla muscolatura, alla forza mascolina e forse anche altro…Insomma, un atleta che potrebbe partecipare anche a discipline adatte agli uomini.

In ogni caso lei si sente donna e ha già fatto altri tornei. Dalle colleghe è stata anche battuta. Dei quattordici incontri giocati nell’arco della sua carriera e disputati tutti nella categoria femminile la boxeur ne ha persi cinque. È successo, per esempio, durante le Olimpiadi Tokyo quando – vinto un solo incontro – fu poi nettamente eliminata ai quarti dall’irlandese Kellie Anne Harrington, poi medaglia d’oro. Successivamente, è stata battuta ancora e sempre da un’irlandese: ai mondiali 2022, a Istanbul, vinse la medaglia d’argento perdendo contro Amy Broadhurst. Khelif, ha avuto una grande pubblicità e ha diviso il mondo a metà. L’algerina punta all’oro olimpico.

In molte città del mondo in migliaia protestano contro il genocidio a Gaza

Le principali città e capitali di tutto il mondo hanno assistito nelle ultime ore a grandi manifestazioni, per chiedere la cessazione immediata dell’attacco genocida israeliano a Gaza.

Migliaia di persone sono scese in piazza in città asiatiche, mediorientali, nello Yemen, e in altre metropoli come Manchester e Londra nel Regno Unito; Aarhus e Copenaghen in Danimarca; Rotterdam e Amsterdam nei Paesi Bassi; Uppsala, Malmo e Helsingborg in Svezia; Stoccarda in Germania; e Rawalpindi in Pakistan. Inoltre, marce di solidarietà e proteste si sono tenute a Marib, Yemen; Parigi, Francia; Rabat, Marocco; e Kuala Lumpur, Malesia.

I dimostranti sventolavano bandiere palestinesi e striscioni che denunciavano le atrocità dell’occupazione israeliana contro il popolo palestinese. Le manifestazioni chiedevano un cessate il fuoco immediato, la consegna di aiuti umanitari a Gaza e la fine delle “doppie misure” nelle risposte internazionali alla guerra.

I manifestanti hanno inoltre chiesto che Israele si assuma la responsabilità dei crimini di guerra, in particolare quelli che prendono di mira civili e bambini, e hanno condannato il genocidio in corso a Gaza.

La manifestazione più imponente, con centinaia di migliaia di dimostranti, è avvenuta nello Yemen, anche con sostenitori degli Houthi. Nel video della Reuters si vede una gigantesca bandiera della Palestina. Slogan sono stati urlati dalla immensa folla in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza e contro l’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, oltre contro le politiche occidentali di sostegno a Tel Aviv.

Nuovo massacro israeliano in una scuola con sfollati a Gaza, diversi morti e feriti

La carneficina israeliana nella Striscia di Gaza continua senza soste. Un nuovo massacro di civili è stato compiuto dall’esercito di Netanyahu su una scuola che ospita migliaia di sfollati palestinesi. Il bilancio provvisorio è di circa una ventina di vittime e decine di feriti.

Le prime dieci vittime sono state uccise in un primo raid, le altre in una trappola infernale quando nella “Hamama School” vi erano i soccorritori che cercavano di estrarre i corpi ammazzati del primo attacco. Tra i morti donne e bambini. I video postati sui social sono terribili.

Il corrispondente dell’agenzia di stampa Wafa ha riferito in un primo momento che almeno dieci civili, tra cui bambini, sono stati uccisi nell’attacco alla scuola situata nel quartiere Sheikh Radwan nella parte occidentale di Gaza City. Molti altri hanno riportato varie ferite a seguito dell’attacco mortale. Poi c’è stato il secondo raid: una trappola mortale per decine di persone, tra cui civili e soccorritori.

Secondo il giornalista, l’attacco iniziale aveva come obiettivo la “Hamama School”, nel quartiere Sheikh Radwan. La scuola è stata colpita ancora una volta da tre missili mentre le squadre di emergenza e di difesa civile stavano tentando di evacuare le vittime, riferisce Wafa.

Una fonte medica presso l’ospedale arabo Al-Ahli di Gaza ha riferito che molte delle vittime e dei feriti erano bambini e che il bombardamento ha causato danni significativi alle aule della scuola, già sovraffollata.

La terribile sequenza video degli attacchi israeliani sulla scuola di sfollati a Gaza

Questo incidente segna una preoccupante continuazione degli attacchi di Israele alle scuole che ospitano famiglie sfollate, con attacchi precedenti che hanno causato significative perdite di vite umane. L’attuale assalto militare israeliano, che dura da oltre 302 giorni, ha visto numerosi attacchi simili.

L’incidente più recente è avvenuto giovedì scorso, quando un attacco aereo israeliano su una scuola trasformata in rifugio nel quartiere di Shujaiya ha causato la morte di 15 persone.

L’assalto israeliano in corso a Gaza ha portato a gravi condizioni umanitarie, con gli sfollati costretti a cercare rifugio presso parenti, in tende di fortuna o in spazi pubblici in condizioni terribili, privi di beni di prima necessità come acqua e cibo. Il numero di sfollati a Gaza ha raggiunto circa 2 milioni dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre.

L’aggressione israeliana in corso all’enclave dal 7 ottobre 2023, iniziata come rappresaglia agli attacchi di Hamas dello stesso giorno, ha finora causato 39.550 vittime palestinesi accertate, con altri 91.280 feriti. Si stima inoltre che migliaia di vittime siano sepolte sotto le macerie.

Altri 4 giovani palestinesi uccisi da un drone su un veicolo a est di Tulkarem

Quattro palestinesi sono stati uccisi questa sera da un drone israeliano che ha preso di mira un veicolo sulla strada tra la città di Bal’a e il sobborgo di Aktaba, a est di Tulkarm. Lo riporta sempre Wafa.

Fonti locali citate dall’agenzia hanno riferito che un drone israeliano ha preso di mira un veicolo a est di Tulkarem, incendiandolo completamente.

Le fonti hanno aggiunto che ingenti truppe dell’esercito di occupazione hanno circondato la posizione del veicolo preso di mira e hanno impedito agli equipaggi delle ambulanze di raggiungerlo.

Stamattina presto, un drone dell’esercito israeliano ha preso di mira un veicolo palestinese sulla strada Zeita-Attil, a nord-est della città di Tulkarem, in Cisgiordania occupata, uccidendo cinque palestinesi, secondo una fonte medica.

Il direttore dell’ospedale governativo, ha dichiarato che i corpi di cinque persone sono arrivati ​​all’ospedale, ustionati e carbonizzati, irriconoscibili, tranne uno che è stato identificato come Yaytham Nuriddin Bleidi, 25 anni, del campo profughi di Tulkarm.

Un drone delle forze di occupazione israeliane ha colpito il veicolo con due missili, uccidendo tutti e cinque i giovani e dando fuoco al mezzo.

Il veicolo colpito (Agenzia Wafa)

 

Giovane al bar con gli amici muore dopo un malore improvviso

ambulanza

Un ragazzo di 23 anni di Lamezia Terme è morto a seguito di un improvviso malore che lo ha colto mentre si trovava seduto con alcuni amici in un lido di Falerna.

Immediati sono giunti sul posto i sanitari del 118 di Falerna che hanno praticato i primi interventi di soccorso con ripetuti massaggi cardiaci che non hanno dato segnali di ripresa.

Dopo oltre mezz’ora, però, è sembrato che il giovane potesse riprendersi e così, i sanitari, hanno deciso di trasportarlo all’ospedale di Lamezia Terme dove però nel primo pomeriggio è deceduto.

Nell’immediatezza era stato allertato anche l’elisoccorso per il trasferimento all’ospedale Pugliese di Catanzaro.

Attentato contro Haniyeh, Teheran insiste: “Ucciso da missile lanciato dall’estero”

Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe ​​stato ucciso da “un missile sparato dall’esterno della residenza in cui alloggiava”, con alta probabilità “lanciato dall’estero”. Lo ha riferito in un comunicato il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (Irgc), citato dall’agenzia Irna.

Secondo gli sviluppi dell’indagine, “questa operazione terroristica è stata effettuata utilizzando un razzo a corto raggio con una testata di circa sette chilogrammi, che ha provocato una potente esplosione, proveniente dall’esterno del territorio della residenza degli ospiti”, afferma il corpo delle Guardie islamiche secondo cui l’operazione speciale “è stata ideata e portata avanti da Israele con il sostegno degli Stati Uniti”, sottolinea il comunicato dell’Irgc

La risposta per il sangue di Haniyeh “sarà una punizione severa, che sarà eseguita in modo appropriato, nel luogo e nel momento appropriati”, ha assicurato l’Irgc.

Il movimento palestinese Hamas ha riferito lo scorso 31 luglio che Haniyeh è stato ucciso in un attacco alla sua residenza a Teheran, dove era arrivato per partecipare all’insediamento del nuovo presidente iraniano. Il movimento palestinese ha attribuito la responsabilità a Israele e agli Stati Uniti, promettendo che questo attacco non sarebbe rimasto senza risposta.

Secondo una ricostruzione del New York Times, l’attentato sarebbe avvenuto con una bomba piazzata mesi prima nell’appartamento dove è stato poi ospitato il leader di Hamas, e una volta assicurati che era all’interno, l’ordigno è stato fatto deflagrare con un telecomando a distanza. Tesi messa appunto in discussione dalle Guardie islamiche che pure presidiacano la residenza e che – secondo testimonianze – avevano nei giorni precedenti “rafforzato la sicurezza”.

Morte Haniyeh, ecco dove (e come) il capo di Hamas è stato ucciso. Cosa non torna

Dopo l’assassinio di Haniyeh, anche il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha ordinato un attacco diretto contro Israele. Un avvertimento preso molto sul serio da Israele e Stati Uniti che si attendono una imminente rappresaglia da parte di Teheran. Al riguardo Tel Aviv e Washington hanno già schierato nel Mediterraneo e nel Golfo Persico flotte di navi cariche di armamenti e jet pronti a rispondere in caso di eventuali attacchi.

Successivamente, il rappresentante permanente dell’Iran presso l’ONU, Amir Saeed Irvani, ha affermato che “Teheran, seguendo il diritto internazionale, si riserva il diritto di autodifesa per rispondere quando lo ritiene necessario”. Il diplomatico ha sottolineato che “questo omicidio non sarebbe avvenuto senza il sostegno dell’intelligence americana” e ha invitato il Consiglio di sicurezza dell’ONU a imporre sanzioni contro Israele.

Il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha definito la morte di Haniya “un omicidio politico assolutamente inaccettabile, che minaccia un’ulteriore escalation nella regione”.

Aggredisce con un coltello il fidanzatino della figlia, arrestata

Avrebbe aggredito con un coltello, al culmine di un diverbio per futili motivi, il fidanzato sedicenne della figlia tentando di sferrargli un fendente all’altezza della gola.

E’ accaduto nella frazione Lauropoli di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, dove i carabinieri della Compagnia hanno arrestato e posto ai domiciliari una donna di 36 anni.

Da una prima ricostruzione fatta dai militari, la donna, durante la lite avrebbe prima lanciato, dalla propria abitazione, minacce verbali al ragazzo dopodiché avrebbe raggiunto il ragazzino per strada con l’intento di colpirlo con un coltello da cucina.

La donna è stata bloccata e disarmata dai militari che, allertati da alcuni vicini preoccupati che la lite degenerasse, erano giunti sul posto proprio per sedare la lite.

Terremoto nel Cosentino, notte all’aperto per diverse persone. “Nessun danno”

Tanta paura ma fortunatamente nessun danno. Diversi abitanti di Pietrapaola e altri piccoli centri limitrofi della Sila Greca cosentina, hanno trascorso la notte all’aperto per timore di nuove scosse dopo il forte sisma delle 21.43 di ieri, di magnitudo 5.0.

Lo spavento nei centri interessati è stato tanto ma, al momento, non si sono registrati feriti né crolli evidenti o cadute di calcinacci. Per tutta la notte, i vigili del fuoco hanno comunque compiuto sopralluoghi soprattutto nella parte alta del paese per verificare la condizione degli edifici mentre la Protezione civile regionale ha fornito assistenza alla popolazione fornendo generi di conforto. Sul posto anche le forze dell’orine. Ai sopralluoghi di Pietrapaola, epicentro dell’evento, ha partecipato in prima persona il sindaco Manuela Labonia.

A Pietrapaola è stato per tutta la notte anche il direttore della Protezione civile regionale Domenico Costarella. “I sopralluoghi – ha spiegato – proseguiranno per tutta la giornata. Nella notte sono state compiute le prime verifiche che al momento hanno dato esito negativo. Come protezione civile siamo pronti ad andare in aiuto in caso di necessità”.

La Calabria, dopo il forte terremoto di ieri sera, seguito da altre scosse di assestamento, ha vissuto una notte di apprensione. Sono andati avanti, ininterrottamente, i rilievi da parte dei Vigili del fuoco sugli edifici dei Comuni più vicini all’epicentro del sisma.

Le tre scosse principali, di cui una strumentale, sono state avvertite chiaramente dalla popolazione della parte antica del paese, posta in collina. Il sisma è stato sensibilmente avvertito anche oltre duecento km di distanza: oltre la Calabria centro-settentrionale, in Puglia, Basilicata e Campania. A Cosenza e nell’area urbana, una cinquantina di km, è stata percepita una scossa che potrebbe classificarsi pari a circa 3.5, effetto della propagazione delle onde sismiche, come dimostra il video dell’Ingv.

“Nella parte antica – dice Manuela Labonia – abbiamo deciso di evacuare anche se poi alcuni abitanti hanno deciso di rientrare nelle loro abitazioni mentre altri hanno preferito rimanere all’aperto. Nella zona vecchia per tutta la notte sono rimasti i carabinieri ed un’ambulanza per qualsiasi evenienza”.

Crolla un costone di roccia a Falerna, nessun ferito

Tragedia sfiorata a Falerna Marina, sulla costa lametina per il crollo di un costone roccioso che si è staccato dalla rupe di località Torre Lupo.

Un masso ha lambito un gazebo dove sono soliti sostare residenti e vacanzieri ma che fortunatamente al momento del crollo era deserto.

Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia locale insieme ad una squadra dei Vigili del fuoco di Lamezia Terme per le operazioni di verifica di pericolosità. Presenti anche gli amministratori comunali per valutare eventuali provvedimenti da adottare.

Terremoto nel Cosentino, ecco il video della propagazione delle onde sismiche

Ecco il video video – curato dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv *) – dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di magnitudo Mw 5.0 avvenuto a Pietrapaola (Cosenza) alle 21:43 italiane del 1 agosto 2024. Il sisma è stato avvertito forte nelle aree prossime all’epicentro ionico calabrese, tra le province di Cosenza e Crotone nonché, in modo sensibile, in altre centri e regioni del sud Italia.

“Il colore blu indica movimenti del suolo verso il basso, mentre il colore rosso indica movimenti del suolo verso l’alto. La gradazione del colore rappresenta invece diversi valori di velocità verticale (m/s): tanto più il blu (o il rosso) è intenso, tanto più velocemente il suolo si muove verso il basso (o l’alto).

Ogni secondo dell’animazione – viene spiegato dagli esperti – rappresenta un secondo in tempo reale. L’animazione mostra una distribuzione disomogenea delle velocità del suolo, ovvero punti equidistanti dall’epicentro non subiscono lo stesso tipo di sollecitazione. Ciò è dovuto alle condizioni locali (topografia, tipo di suolo, …) che posso influenzare in maniera significativa la propagazione delle onde sismiche. Per esempio, terreni incoerenti come quelli alluvionali inducono fenomeni di amplificazione delle onde sismiche molto più pronunciati rispetto alla roccia compatta.

Questa simulazione è una rappresentazione grafica della soluzione delle equazioni che descrivono la propagazione delle onde sismiche in un mezzo. La velocità verticale calcolata in un dato punto al tempo t rappresenta difatti la soluzione di equazioni che permettono di stimare la velocità del suolo attesa in quel determinato punto e ad un istante di tempo per una specifica combinazione dei seguenti input: sorgente sismica, modello 3D del sottosuolo ed effetti di sito. Infatti la velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa”.

* A cura di Emanuele Casarotti, Federica Magnoni, Angela Stallone, INGV.

Venezuela, dopo le proteste Maduro rassicura: “Centinaia di arresti. Tutto sotto controllo”

La situazione in Venezuela resta sotto lo stretto controllo del governo dopo che bande criminali e gruppi terroristici hanno tentato di destabilizzare il paese in seguito alle elezioni presidenziali. Lo fa sapere il presidente Nicolas Maduro in un discorso trasmesso da una emittente televisiva citata dai media.

“Le tensioni emerse domenica e proseguite lunedì e martedì sono ora sotto controllo, e questo controllo diventerà più severo di giorno in giorno per garantire la pace, la prosperità e la produzione del Paese”, ha affermato Maduro.

“Abbiamo arrestato oltre 1.200 criminali e ora ne stiamo cercando altri 1.000, che saranno anch’essi arrestati”, ha continuato il presidente, aggiungendo che quegli individui “hanno seguito un addestramento in Texas, negli Stati Uniti, così come in Colombia, Perù e Cile”, e il suo governo ha filmati di queste sessioni di addestramento per dimostrarlo.

Ha anche affermato che “i criminali hanno incendiato oltre 300 stazioni di polizia”. Secondo le sue parole, circa l’80% dei rivoltosi era sotto l’effetto di droghe o alcol.

“Li stiamo prendendo, uno a uno, e non ci sarà pietà”, ha detto Maduro, annunciando che due prigioni di massima sicurezza saranno messe in funzione circa due settimane dopo. “Tutti i criminali andranno nelle prigioni di massima sicurezza”.

Il 28 luglio, in Venezuela si sono tenute le elezioni presidenziali. Secondo il bollettino del Consiglio elettorale nazionale emesso dopo lo spoglio dell’80% delle schede, Maduro è stato sostenuto da 5.150.092 elettori, ovvero il 51,2%. Il suo rivale, Edmundo Gonzalez dei partiti di estrema destra, ha ottenuto 4.445.978 voti, ovvero il 44,2%. La leader dell’opposizione Maria Corina Machado, organica ai dem statunitensi, non ha riconosciuto i risultati delle elezioni, parlando apertamente di brogli.

Il 29 luglio, il centro di Caracas è stato travolto da proteste e rivolte. I dimostranti hanno accusato il governo di aver falsificato l’esito delle elezioni presidenziali. Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab ha affermato che quasi 750 persone sono state arrestate per aver preso parte alle rivolte.

Al momento, la situazione a Caracas e in altre città sta tornando alla normalità. I ​​trasporti pubblici stanno riprendendo il loro lavoro. I negozi hanno riaperto le loro porte. Tuttavia, la situazione rimane tesa nei quartieri malfamati di Caracas.

Alluvioni e frane killer in India, oltre 300 morti. Feriti e dispersi

E’ di oltre 300 morti e un numero imprecisato di feriti e dispersi il drammatico bilancio del forte maltempo – con alluvioni, fiumi in piena e smottamenti -, avvenuto nel distretto di Wayanad, a sud dell’India.

Dopo due giorni di forti piogge, tre frane si sono abbattute contemporaneamente nel giro di quattro ore nel distretto di Wayanad, nello stato indiano meridionale del Kerala.

È in corso un’operazione di ricerca e soccorso sul posto, che coinvolge militari, equipaggiamento dell’aeronautica e cani da ricerca. Le frane hanno distrutto molte case, strade e un ponte.

Le vittime accertate al momento sono 308, ma ci sono anche decine di feriti e dispersi. E’ corsa contro il tempo per portare in salvo quante più persone possibili.

Avvenuto lo scambio di prigionieri tra Mosca e Occidente, c’è Gershkovich

E’ avvenuto lo scambio di prigionieri tra la Russia e gli Stati Uniti. Lo scambio è avvenuto ad Ankara, dopo che il presidente turco Erdogan si è proposto di mediare. Si tratta di otto russi detenuti o condannati nei paesi della Nato, mentre i cittadini stranieri condannati e i russi legati alle agenzie di intelligence occidentali, che erano stati graziati dal presidente, hanno lasciato la Russia. Tra loro c’è anche Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal arrestato lo scorso anno e condannato da un tribunale russo, per spionaggio, a 16 anni di prigione. Putin ha firmato la sua grazia nell’ambito dello scambio.

Il presidente russo Vladimir Putin ha appunto firmato gli ordini di grazia per i cittadini russi e stranieri condannati, rilasciati ieri tra Russia e Occidente in uno scambio di prigionieri tra le parti.

“Vladimir Putin ha firmato gli ordini esecutivi che graziano Paul Nicholas Whelan, Kevin Lik, Evan Gershkovich, Demuri Voronin, Vladimir Kara-Murza, Alsu Kurmasheva, Lilia Chanysheva, Vadim Ostanin, Ksenia Fadeyeva, Alexandra Skochilenko, Ilya Yashin, Andrei Pivovarov e Oleg Orlov, “, si legge sul sito del Cremlino.

La decisione di firmare gli ordini è stata presa allo scopo di ottenere il rimpatrio dei cittadini russi detenuti e incarcerati in paesi stranieri.

Terremoto a Cosenza, nuova scossa di magnitudo 3.1 a Bocchigliero

In seguito alla forte scossa di terremoto di magnitudo 5.0 a Pietrapaola, la sala sismica dell’Ingv ha registrato alle 22:53 un nuovo movimento tellurico di magnitudo 3.1 a quattro km da Bocchigliero, a poca distanza dall’epicentro principale in provincia di Cosenza.

Il sisma, evidentemente di assestamento, è stato localizzato a 26 km di profondità, mentre quella principale a ventuno. Al momento non si segnalano danni a cose o persone. La protezione civile è mobilitata per accertare eventuali cedimenti o lesioni. Tantissima è stata la paura tra la gente, in particolare nei centri ionici tra le province di Cosenza e Crotone che in questo periodo agostano sono affollati di turisti.

Terremoto a Cosenza, è la scossa più forte in due secoli dopo quella del 1836

La mappa del terremoto magnitudo 6.2 del 1836 a Crosia – CS (Ingv)

La scossa di terremoto di stasera, magnitudo 5.0, con epicentro a Pietrapaola, centro della fascia ionica cosentina, è stata la più forte mai registrata in quasi 2 secoli in provincia di Cosenza. 188 anni fa infatti nella stessa area ionica era stato registrato un sisma di magnitudo 6.2 (circa il X della scala Mercalli). Lo fa sapere l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel report post-sisma di questa sera. Per avere riferimenti più recenti, ma fuori dalla provincia di Cosenza, si va al distruttivo terremoto del 1908 che colpì Messina e Reggio Calabria. La scossa è stata davvero forte ed è certamente uno delle più intense mai registrate in tutta la regione negli ultimi decenni.

“Storicamente nell’area – spiega l’istituto – si è verificato il 25 aprile 1836 un forte terremoto di magnitudo stimata pari a 6.2 che ha provocato danni in molte località fino al X grado della scala MCS nella località di Crosia (nel rossanese, Cs). Dalla mappa si evince un risentimento in un’area molto vasta della Calabria in modo analogo a quanto avvenuto con l’evento odierno”.

La zona interessata dal terremoto di questa sera – viene sottolineato – è caratterizzata da pericolosità sismica alta, come testimoniato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale e dai forti terremoti avvenuti in passato.

“L’evento sismico è stato risentito in tutta la Calabria e in area molto vasta che comprende Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia. Questi risentimenti sono confermati dalla mappa dei risentimenti macrosismici ricavate dai questionari inviati al sito” dell’Ingv.

Forte terremoto in Calabria, scossa di magnitudo 5 nel Cosentino. Panico

Una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 5 si è verificata in Calabria intorno alle 21.43 di questa sera, 1 Agosto 2024.

Secondo l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) il sisma è stato localizzato a qualche km da Pietrapaola, centro della fascia ionica, in provincia di Cosenza.

Il punto di rottura della faglia è stato individuato ad una ventina di chilometri di profondità. Il terremoto è stato distintamente avvertito in tutta la regione, tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, in particolare, ma anche fuori regione. Segnalazioni sono pervenute da Puglia e Basilicata.

Moltissima gente nello Ionio cosentino e crotonese è scesa in strada in preda al panico. La scossa è, a memoria, tra le più forti mai registrate negli ultimi decenni in Calabria. Al momento non si conoscono eventuali danni a cose o persone. Protezione civile calabrese in allerta.

A Cosenza e centri limitrofi prima che venisse diffuso l’alert ufficiale dell’Ingv, con la posizione e la magnitudo, è stata percepita una scossa di significativa intensità, intorno a M. 3.5, pur essendo distante una cinquantina di km dall’epicentro. L’Istituto Usgs degli Stati Uniti ha individuato lo stesso sisma con una magnitudo di 5.1, a 2 km da Campana, sempre nella stessa area del cosentino.

La sala operativa dei Vigili del fuoco del comando provinciale di Cosenza riferisce che “al momento non ci sono interventi in corso e nemmeno chiamate d’emergenza”. La direzione regionale vigili del fuoco Calabria fa sapere che, a scopo precauzionale, ha disposto l’invio nella zona dell’epicentro (Pietrapaola) di alcune squadre dei comandi di Crotone e Cosenza per monitorare eventuali danni.

Alle 21.51 sempre a Pietrapaola, è stata registrata una scossa strumentale di magnitudo 2.3. Il sito dell’istituto Ingv è stato per diversi minuti sovraccarico probabilmente per via delle migliaia di accessi in contemporanea.

Morte Haniyeh, ecco dove (e come) il capo di Hamas è stato ucciso. Cosa non torna

L’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh è stato compiuto probabilmente da un paese straniero, sospetti su tutti su Israele, ma senza escludere che l’attacco, con una precisione chirurgica elevata, possa essere stato commesso con la complicità di ambienti interni, in sintesi che al capo di Hamas sia stata tesa una imboscata. Le ipotesi sono al vaglio di esperti di vario rango, giornalisti d’inchiesta e autorità, quelle iraniane in particolare, ma non solo.

Sul web circolano immagini con l’edificio e l’esatta posizione dove è avvenuto l’attentato. Un’immagine pubblicata online del complesso di Teheran in cui è stato assassinato Haniyeh è recente ed è stata scattata dopo l’attacco mortale. La notizia viene confermata dall’agenzia di stampa turca Anadolu, che ha pubblicato una interessante clip su X che riproponiamo in basso.

Dopo l’omicidio di mercoledì mattina, sono rapidamente iniziate le discussioni sull’ubicazione e la sicurezza della guesthouse in cui era stato preso di mira il capo politico di Hamas.

Gli utenti dei social media iraniani hanno sottolineato che la zona si trova nei pressi del complesso Saadabad, nel nord di Teheran. Anche alcune fonti ufficiose, tra cui gruppi di informazione vicini al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, hanno iniziato a condividere immagini del luogo.

La ricostruzione video

L’immagine mostra che è stato colpito un appartamento al piano superiore dell’edificio (foto sopra). Quella parte danneggiata della struttura è stata ora coperta con un telo e si possono vedere detriti sul terreno.

Il confronto effettuato da Anadolu tra la struttura e la posizione dell’edificio nella fotografia e le immagini satellitari ad accesso libero conferma che non si tratta di manomissioni. L’edificio nella foto si trova all’interno del complesso che si dice sia protetto dalle Guardie islamiche. È adiacente all’area boschiva settentrionale che circonda il Complesso di Saadabad, noto per la sua concentrazione di musei e strutture storiche.

Le immagini mostrano che l’edificio in cui alloggiava Haniyeh ha una grande facciata rivolta parzialmente verso la città, ma prevalentemente verso le montagne. Grazie alla sua altezza e all’ambiente aperto, la struttura è facilmente visibile da lontano.

Testimoni: “Rafforzata la sicurezza prima dell’attentato”

I residenti che vivono nei pressi del complesso costruito nei primi anni del 1900 hanno dichiarato di non avere informazioni se Haniyeh alloggiasse lì, ma di aver notato misure di sicurezza rafforzate due giorni prima dell’assassinio.

Molte strade, solitamente aperte, sono state chiuse al traffico, è stato riferito ai reporter di  Anadolu. Un residente ha dichiarato che negli ultimi due giorni convogli composti da decine di veicoli accompagnati da guardie speciali sono entrati e usciti dal complesso.

Descrivendo l’attacco che ha ucciso Haniyeh, un residente ha detto: “Abbiamo sentito un boato verso le 2 di notte (ora locale). Non è stata una forte esplosione, ma un suono simile a una lieve esplosione”. Una bomba a basso potenziale in grado comunque di uccidere? E’ giallo.

Un altro residente citato dall’agenzia turca ha confermato di aver sentito un rimbombo simile a una piccola esplosione la notte dell’attacco. Hamas, dal canto suo, afferma che dietro l’attacco c’è Israele. Tel Aviv, tuttavia, non ha ancora commentato l’attacco, sebbene anche in occidente si fa strada l’ipotesi della matrice israeliana, del Mossad, il servizio segreto di Netanyahu, composto da specialisti di alto rango in operazioni all’estero. Ma non è certo.

Da capire se l’intelligence ebraica abbia avuto contatti all’interno per far fuori il nemico numero uno di Tel Aviv. Sui media arabi viene ribadito che l’attacco è avvenuto “da un paese estero”. Tuttavia resta un interrogativo: se attorno al residence di Teheran era stata “rafforzata la sicurezza” – come raccontano le testimonianze -, si può escludere a priori che l’edificio sia stato colpito da poca distanza, magari sempre con la regia di 007 stranieri? Oppure che al leader di Hamas sia stata tesa una imboscata? Mistero.

Il luogo dell’omicidio su GMaps

L’ipotesi di un ordigno piazzato mesi prima e fatto esplodere a distanza

Un’altra ipotesi riportata dal New York Times – che cita ‘sette funzionari mediorientali, tra cui due iraniani, e un funzionario americano’ – è quella di un ordigno piazzato tempo addietro nell’appartamento dove è stato poi assassinato Haniyeh. Almeno due mesi prima, scrive il Nyt. Poi la bomba – con la presenza del capo di Hamas all’interno – sarebbe stata fatta esplodere a distanza. “Il signor Haniyeh – scrive il quotidiano Usa – aveva soggiornato nella guesthouse diverse volte durante la sua visita a Teheran, secondo i funzionari mediorientali. Tutti i funzionari hanno parlato (con tre giornalisti del Nyt) a condizione di mantenere l’anonimato per non condividere dettagli sensibili sull’assassinio”.

Mercoledì, funzionari iraniani e Hamas hanno dichiarato che Israele era responsabile dell’assassinio, una valutazione raggiunta anche da diversi funzionari statunitensi che hanno richiesto l’anonimato. L’assassinio ha minacciato di scatenare un’altra ondata di violenza in Medio Oriente e di sovvertire i negoziati in corso per porre fine alla guerra a Gaza. Il signor Haniyeh era stato uno dei principali negoziatori nei colloqui di cessate il fuoco.

Israele non ha riconosciuto pubblicamente la responsabilità dell’omicidio, ma i funzionari dell’intelligence israeliana hanno informato gli Stati Uniti e altri governi occidentali sui dettagli dell’operazione subito dopo, secondo i cinque funzionari mediorientali citati dal Nyt.

Mercoledì, il Segretario di Stato Antony J. Blinken ha affermato che gli Stati Uniti non avevano ricevuto alcuna conoscenza anticipata del complotto dell’assassinio.

Nelle ore successive all’omicidio, le speculazioni si sono immediatamente concentrate sulla possibilità che Israele avesse ucciso Haniyeh con un attacco missilistico, forse sparato da un drone o da un aereo, in modo simile a come Israele aveva lanciato un missile su una base militare a Isfahan ad aprile.

“Quella teoria missilistica ha sollevato interrogativi su come Israele avrebbe potuto eludere di nuovo i sistemi di difesa aerea iraniani per eseguire un attacco aereo così sfacciato nella capitale”, scrive il quotidiano americano.

L’attacco terroristico è avvenuto il giorno dopo che a Beirut è stato ucciso – con metodi analoghi a Teheran -, Fuad Shukr, tra i comandanti delle milizie di Hezbollah in Libano da dove sabato – secondo i media – sono stati lanciati razzi verso un campo di calcio sulle alture del Golan occupato da Israele. Nel raid, anch’esso terroristico, sono morte dodici persone israeliane, tra cui diversi adolescenti.

Teheran, in migliaia ai funerali di Ismail Haniyeh. L’Ayatollah: “Israele pagherà”

Decine di migliaia di persone hanno partecipato a Teheran ai funerali del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, assassinato nella capitale iraniana da Israele con un missile teleguidato.

Alle esequie era presente, fra gli altri, la Guida suprema della rivoluzione islamica iraniana, Ali Ali Khamenei. L’Ayatollah ha guidato la preghiera funebre per il capo dell’ufficio politico del movimento di resistenza palestinese Hamas, riporta l’agenzia di stampa Irna.

Secondo quanto riportato dal giornalista dell’agenzia iraniana, giovedì mattina presso l’Università di Teheran è iniziata “la cerimonia di addio al martire Ismail Haniyeh”.

I partecipanti al funerale, che tenevano in mano i ritratti di Haniyeh, si sono radunati dentro e intorno all’Università di Teheran, dove l’ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha pregato sulle bare del capo di Hamas e di una delle sue guardie del corpo.

L’ufficio della Guida Suprema aveva annunciato che la preghiera funebre si sarebbe tenuta presso la sede dell’università, prima che i partecipanti al funerale si dirigessero verso Piazza Azadi.

Decine di migliaia di persone in lutto si sono messe in fila lungo la strada per rendere l’ultimo omaggio al capo politico di Hamas mentre una carovana che trasportava le bare si dirigeva verso Piazza Azadi.

Haniyeh è stato assassinato a Teheran nelle prime ore di mercoledì mattina. Si trovava nella capitale iraniana per partecipare all’insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian, un moderato eletto dopo la morte di Ebrahim Raisi, vittima di un incidente in elicottero.

La Repubblica islamica dell’Iran ha già annunciato tre giorni di lutto pubblico. Ali Khamenei, in un messaggio ha affermato: “Con questo atto, il regime sionista criminale e terrorista ha preparato il terreno per una dura punizione e noi consideriamo nostro dovere vendicare il suo sangue, poiché è stato martirizzato nel territorio della Repubblica Islamica dell’Iran”.

Ismail Haniyeh verrà sepolto nello stato del Golfo Persico del Qatar, dopo un’altra preghiera funebre venerdì.

L’Iran ribadisce: ‘Israele pagherà un caro prezzo per Haniyeh’ 

Israele pagherà un “caro prezzo” per l’uccisione del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ieri a Teheran.

Lo ha ribadito il presidente del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Qalibaf, durante i funerali di Haniyeh in corso a Teheran.

Israele commetterà “un errore strategico” se pensa che colpire la “resistenza” avrà un impatto sugli sviluppi regionali, ha detto, citato dalla Mehr. “È nostro dovere reagire nel posto giusto e al momento giusto”, ha aggiunto, definendo le uccisioni di Haniyeh e del comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut, “atti di terrore che non avranno alcun impatto sul nostro percorso”.

Liguria, dopo le dimissioni da governatore Toti torna in libertà

L’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è tornato libero. Dopo oltre 80 giorni di custodia ai domiciliari il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Stefano Savi. Toti potrà dunque lasciare la sua villa di Ameglia (La Spezia) dove si trovava dal 7 maggio, giorno del suo arresto con l’ipotesi di corruzione e altre accuse.

Dopo le dimissioni, per il giudice non ci sarebbe più il pericolo di reiterazione del reato, motivo per cui gli era stata negata la libertà ed è stato, nella sostanza, costretto a lasciare la presidenza della regione Liguria.

Giovanni Toti “ha accolto con grande soddisfazione la decisione del giudice. Aspettava questo provvedimento”, ha commentato dell’avvocato Stefano Savi dopo la decisione del giudice di revocare gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Liguria. Toti “non ha alcun vincolo. Riprenderà la sua vita da uomo libero – continua Savi – e come tale potrà far tutto quello che fa un libero cittadino, anche politica”.

Il gip nelle sue motivazioni ha spiegato che “sono grandemente scemati i motivi della custodia con la chiusura delle indagini e con le dimissioni”. Adesso “bisognerà organizzare il lavoro in vista del processo. In primis bisognerà sentire tutte le intercettazioni”.

Iran, sale la tensione dopo morte Haniyeh. Preoccupazione nel Consiglio di sicurezza ONU

La maggioranza dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in una riunione di emergenza in seguito all’assassinio di Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas a Teheran, ha condannato l’attacco israeliano e ha espresso preoccupazione per l’escalation regionale. Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Irna.

“Tra i paesi che hanno denunciato l’ultimo crimine del regime sionista durante l’incontro figurano Cina e Russia, i due membri permanenti del consiglio con potere di veto, nonché l’Algeria non permanente, mentre alcuni dei creatori, alleati e sostenitori tradizionali di Israele, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, si sono schierati con la spinta all’assassinio e alle uccisioni del regime o hanno chiesto moderazione”, spiega l’agenzia

Cina: l’assassinio di Haniyeh è un chiaro tentativo di sabotare gli sforzi di pace

Secondo quanto riportato dal giornalista dell’IRNA, mercoledì sera (ora locale) l’inviato cinese alle Nazioni Unite ha iniziato il suo discorso condannando l’assassinio di Ismail Haniyeh, in seguito a un briefing tenuto dal vicesegretario generale delle Nazioni Unite sulle atrocità e i crimini israeliani al Consiglio.

L’assassinio di Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas a Teheran, da parte di Israele è stato un chiaro tentativo di distruggere gli sforzi di pace, ha sottolineato Fu Cong.

“A causa della grave situazione attuale, le parti in conflitto dovrebbero ascoltare le voci che vogliono ridurre la tensione”, ha affermato, aggiungendo che “la ragione per cui ci troviamo nella situazione attuale è l’incapacità di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza”.

“L’inviato cinese ha anche criticato gli attacchi di Israele a Beirut e ha invitato il regime sionista ad attenersi alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.

Russia: condanniamo l’assassinio di Haniyeh a Teheran

Dmitry Polyanskiy, vice rappresentante russo, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza, ha messo in guardia dalle pericolose conseguenze che l’assassinio del capo di Hamas avrebbe sulla regione.

Chiunque sia dietro questo assassinio e coloro che hanno commesso questo crimine dovrebbero essere consapevoli di quanto un’azione del genere possa essere pericolosa per la pace internazionale, ha affermato nel suo discorso.

Pur condannando l’assassinio di Ismail Haniyeh e definendolo un duro colpo alla mediazione e ai negoziati, Polyanskiy ha affermato: “Questa azione barbara ha davvero portato il Medio Oriente sull’orlo della guerra”.

Polyanskiy ha accusato americani e israeliani di aver tentato di mettere in pericolo l’intera regione e ha affermato che l’assassinio del capo di Hamas è stato un duro colpo per i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza.

Alla luce dell’escalation della situazione, il diplomatico russo ha inoltre messo in guardia contro qualsiasi tentativo di trascinare l’Iran in uno scontro regionale.

Algeria: “Israele ha commesso un atto terroristico”

Ammar bin Jame, ambasciatore e rappresentante dell’Algeria alle Nazioni Unite, ha detto al consiglio che l’Algeria esprime le sue condoglianze ai fratelli palestinesi per l’uccisione di Haniyeh. “Non si è trattato di un semplice attacco, ma di un atto crudele e di una violazione della sovranità di un paese”.

Questo non è stato solo un attacco agli esseri umani, ma un attacco feroce alle relazioni diplomatiche e ai principi fondamentali dell’ordine mondiale. Israele ha intrapreso un’azione che ha violato la sovranità dell’Iran, ha spiegato Jame.

L’ambasciatore algerino alle Nazioni Unite ha avvertito il regime sionista che la sua azione non era quella che afferma essere autodifesa, ma era un atto sovversivo e aggressivo. “Condanniamo fermamente questo crudele e barbaro atto di terrorismo commesso dagli israeliani”.

Il diplomatico ha anche sottolineato le brutalità israeliane e ha chiesto: Dove e quando finirà questa follia? L’attacco a Gaza e gli attacchi ai civili a Beirut e l’occupazione delle terre siriane e libanesi sono macchie vergognose che hanno afflitto l’umanità.

Gli Stati Uniti difendono Israele: non eravamo a conoscenza dell’assassinio di Haniyeh, non abbiamo avuto alcun ruolo

Robert Wood, ambasciatore e vice rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha sostenuto che il suo paese non era a conoscenza dell’assassinio di Ismail Haniyeh e non aveva avuto alcun ruolo in tale operazione.

Il diplomatico americano ha affermato che la Repubblica islamica equipaggia gruppi in Siria, Libano, Iraq e Yemen e destabilizza la regione.

Ha inoltre accusato l’Hezbollah libanese di aver ripetutamente attaccato Israele e ha fatto riferimento a un recente presunto incidente missilistico a Majdal Shams, sulle alture del Golan siriane occupate, ma l’inviato degli Stati Uniti all’ONU non ha menzionato il genocidio israeliano a Gaza, che finora ha causato la morte di quasi 40.000 civili, scrive l’agenzia.

Robert Wood ha anche parlato degli attacchi di Ansarullah contro le navi nel Mar Rosso da parte dello Yemen, ma non ha specificato che le operazioni sono mirate solo agli interessi israeliani e ai suoi crimini contro i palestinesi.

Il Regno Unito ignora i crimini israeliani

L’ambasciatore britannico e rappresentante permanente alle Nazioni Unite ha parlato in difesa del regime sionista e ha piuttosto incolpato l’Iran. “Abbiamo ripetutamente chiesto all’Iran di essere consapevole del suo ruolo nelle tensioni regionali”.

Barbara Woodward ha affermato di sostenere “il diritto di Israele a difendersi”, ma chiede anche il ritorno della stabilità nella regione e la fine della violenza, un commento cauto per placare i britannici arrabbiati per il sostegno degli Stati Uniti alla guerra israeliana a Gaza.

Francia: a Gaza deve essere stabilito un cessate il fuoco immediato

Il rappresentante della Francia alle Nazioni Unite si è discostato dalla questione reale e ha invece chiesto moderazione in tutto il Medio Oriente e di evitare qualsiasi escalation della tensione militare.

Chiediamo un cessate il fuoco immediato a Gaza, ha affermato, ma ha anche chiesto il rilascio dei prigionieri israeliani tenuti a Gaza.

La Svizzera chiede dialogo e moderazione

Anche il rappresentante svizzero alle Nazioni Unite non ha denunciato l’assassinio del leader di Hamas da parte di Israele.

Chiediamo a tutte le parti di attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e di rispettare le leggi umanitarie, ha affermato l’inviato.

Questo diplomatico svizzero, il cui paese ha il compito di gestire gli interessi americani in Iran, ha affermato: Gli attacchi nel Golan, in Libano e a Teheran dimostrano che dobbiamo fare del nostro meglio per porre fine alla violenza.

Siria: l’America fermi le sue politiche distruttive

Qusay al-Dahhak, ambasciatore e rappresentante permanente della Siria, ha condannato gli attacchi israeliani e ha affermato durante la riunione del Consiglio di sicurezza che i criminali di guerra del regime israeliano hanno deciso di continuare la loro sanguinosa aggressione e di alimentare la guerra nella regione con la loro ondata di omicidi.

Ha ritenuto Israele responsabile dell’operazione avvenuta qualche giorno fa nella città di Majdal Shams, sulle alture occupate del Golan, usandola come pretesto per attaccare Beirut e assassinare Haniyeh a Teheran.

Per mantenere la pace e la stabilità nel mondo è necessario che i governi con sede negli Stati Uniti interrompano le loro politiche distruttive e consentano al Consiglio di sicurezza di esercitare i suoi poteri legali sulla base della Carta delle Nazioni Unite, ha affermato Al-Dahhak.

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