11 Ottobre 2024

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Scomparsa Barbara Corvi, giudice si riserva sull’archiviazione

Barbara Corvi e Roberto Lo Giudice

Perugia – Il gip di Terni si è riservato la decisione in merito all’opposizione alla richiesta della procura di archiviare due procedimenti relativi al presunto omicidio di Barbara Corvi, scomparsa da Montecampano di Amelia nell’ottobre del 2009 all’età di 35 anni.

I due fascicoli vedono entrambi indagato l’ex marito della Corvi, il cinquantunenne Roberto Lo Giudice che si è sempre proclamato estraneo alla sparizione della donna. L’udienza davanti al gip è durata oltre quattro ore. La decisione è attesa nei prossimi giorni.

Le istanze di opposizione alle archiviazioni sono state presentate dai legali che rappresentano i familiari della donna, gli avvocati Giulio Vasaturo e Vincenza Rando. Il primo fascicolo è scaturito dalle indagini dei carabinieri che il 30 marzo del 2021 erano sfociate nell’arresto del Lo Giudice, poi annullato dal riesame, con l’uomo tornato libero, e la decisione è stata confermata dalla Cassazione.

Il secondo invece si baserebbe sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia il quale avrebbe indicato che Barbara Corvi sarebbe stata portata via da Montecampano il giorno stesso della scomparsa, uccisa e quindi sepolta in un bosco dell’Aspromonte.

In aula, il procuratore Liguori ha ribadito la richiesta di archiviazione mentre gli avvocati della famiglia Corvi hanno sostenuto come ci sia ancora la necessità di chiarire diversi aspetti, piste investigative – come quella del collaboratore di giustizia – che a loro avviso meritano approfondimenti non ancora compiuti e che solo il gip può disporre.

Di diverso avviso i legali difensori del Lo Giudice, gli avvocati Giorgio Colangeli e Cristiano Conte, che hanno sostenuto l’estraneità del proprio assistito rispetto a qualsiasi collegamento con la scomparsa di Barbara Corvi, invocando l’archiviazione di entrambi i procedimenti. (ansa)

Operazione interforze su coste calabresi, elevate sanzioni per oltre un milione

Oltre un milione di euro in sanzioni. E’ il risultato dell’operazione Wave (Onda) condotta sulle coste calabresi dai reparti speciali dei carabinieri e da personale della Direzione marittima-Guardia costiera di Reggio Calabria.

L’operazione, denominata “Wave”, i cui risultati sono stati illustrati a Catanzaro, ha impegnato nella verifica del rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, autorizzazioni e concessioni marittime da parte delle strutture ricettive, una task force che ha operato sotto le direttive del comandante della Legione carabinieri, generale Pietro Salsano, del direttore della Direzione marittima, capitano di vascello Giuseppe Sciarrone, e del comandante della Regione carabinieri forestale, colonnello Giovanni Misceo.

I controlli sono stati eseguiti dai militari dei Nuclei ispettorato del lavoro (Nil) e antisofisticazione e sanità (Nas) di Catanzaro, dei carabinieri forestali, e del comando carabinieri per la tutela agroalimentare di Messina. Le operazioni sono state precedute da ricognizioni aeree effettuate dall’ottavo Nucleo elicotteri di Vibo Valentia. Gli accertamenti già avviati a beneficio di un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, nonché a salvaguardia delle ricchezze naturali, culturali e gastronomiche della Calabria hanno fatto registrare oltre un milione di euro per sanzioni amministrative comminate a 61 attività ad oggi ispezionate in stabilimenti balneari, villaggi turistici, ristoranti e strutture ricettive in genere senza trascurare anche settori di potenziale inquinamento come le imprese di calcestruzzi dislocate lungo o in prossimità delle coste.

Scoperti anche 60 lavoratori in nero e svariate irregolarità riscontrate tra cui frode nell’esercizio del commercio, carenze igienico sanitarie, occupazione abusiva di demanio marittimo, scarico illecito di acque reflue, deposito incontrollato di rifiuti speciali, violazioni all’ordinanza di sicurezza balneare e mancanza della tracciabilità degli alimenti, con particolare attenzione al settore ittico. I controlli, assicurano il generale Salsano e il Direttore Marittimo Sciarrone, proseguiranno per tutti gli 800 chilometri della costa calabrese.

Csm propone Gratteri a procuratore di Napoli, sì da Commissione. Ora tocca al Plenum

Nicola Gratteri (Archivio)

La maggioranza della Commissione per gli incarichi direttivi del Csm ha proposto al plenum la nomina di Nicola Gratteri a procuratore di Napoli. Il procuratore di Catanzaro ha ottenuto quattro voti contro un voto ciascuno andati al procuratore di Bologna Giuseppe Amato e alla procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe.

A favore di Gratteri hanno votato i consiglieri Maria Luisa Mazzola (Magistratura Indipendente), il togato indipendente Andrea Mirenda, la laica di FdI Daniela Bianchini ed Ernesto Carbone (Italia Viva).

Per Amato il togato di Unicost Roberto D’Auria, e per Volpe, il consigliere di Area Antonello Cosentino. Una volta che saranno depositate le motivazione delle tre proposte alternative saranno trasmesse al ministro della Giustizia che deve esprimere un parere sui 3 candidati. Solo dopo questo passaggio si esprimerà il plenum del Csm. (Ansa)

Droga, 250 kg di droga rinvenuti nel cosentino

A distanza di qualche giorno dalla scoperta di un impianto per la coltivazione e produzione di marijuana a Santa Sofia d’Epiro, individuata un’altra “centrale” produttiva a Luzzi.

Circa 250 chilogrammi di sostanza stupefacente, che se immessi sul mercato avrebbero fruttato mezzo milione di euro, sono stati sequestrati a Luzzi dagli agenti della Squadra mobile di Cosenza e del commissariato di Corigliano Rossano diretto da Giuseppe Zanfini.

Nel corso di alcuni controlli i poliziotti hanno effettuato una perquisizione presso un immobile trovando all’interno del fabbricato un impianto illegale per la coltivazione e la produzione di marijuana nonché molta sostanza stupefacente parte della quale già confezionata e pronta per essere commercializzata. All’interno della struttura erano state realizzate delle serre sia per il primo impianto dei bulbi, che per la dimora delle piante di marijuana già attecchite. Nello specifico, gli operatori hanno proceduto al sequestro di decine di sacchi in plastica, contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di 235 chili e di 6 sacchetti per sottovuoto, contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di altri 15.

Oltre allo stupefacente è stato trovato materiale utile al ciclo di produzione, tra cui: alimentatori di corrente, riscaldatori, ventilatori, tritatori, lampade da serra, termostati, filtri di aspirazione, un quadro elettrico composto da magneto termici, multiprese e temporizzatori, aspiratori, tubi di aerazione, tappetini per impianto di semi, oltre a centinaia di sacchi e vasi contenenti terriccio, decine di bidoni di fertilizzante liquido e dischi di torba. La struttura inoltre era fornita internamente anche di un impianto di videosorveglianza. si è appurato anche il furto di energia elettrica con la limitazione della registrazione dei reali consumi.

Auto contro un albero, muore una donna

ambulanza

Una donna di 68 anni, Francesca Carmela Barbalace, è morta sul colpo nella tarda serata di ieri in un incidente stradale avvenuto sul lungomare di Joppolo, in provincia di Vibo Valentia.

Secondo quanto si è potuto apprendere la donna, originaria del comune del vibonese ma residente in provincia di Lecco, era alla guida della sua auto quando, per cause in corso di accertamento, la vettura è andata a impattare contro un albero.

Il decesso della donna, a causa della gravità delle ferite riportate, è stato istantaneo. Sul luogo dell’incidente stradale, a seguito di una telefonata giunta alla centrale operativa del 118, è giunta un’equipe di sanitari della postazione di Tropea che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Non si esclude che a provocare l’uscita di strada della vettura possa essere stato un malore improvviso accusato dalla donna. La vittima – riporta l’Ansa – sarebbe dovuta andare in pensione il prossimo primo settembre.

Dai domiciliari spacciava droga, in carcere un 40enne

Era agli arresti domiciliari da alcuni mesi ma avrebbe continuato a smerciare droga. Così, un quarantenne è stato arrestato e condotto in carcere dalla Polizia di Stato di Cosenza con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A seguito di una perquisizione nel domicilio dell’arrestato, svolta con l’ausilio di cani antidroga della Questura di Vibo Valentia e del personale del Reparto prevenzione crimine di Cosenza, sono stati individuati e sequestrati in totale 141 grammi di cocaina e 820 grammi di marijuana. Trovato anche materiale per il confezionamento e per la pesatura dello stupefacente.

Parte della droga è stata trovata, grazie al fiuto del cane poliziotto Max all’interno nell’appartamento mentre la restante sostanza stupefacente era in alcuni locali nella disponibilità dell’uomo, di pertinenza dell’abitazione.

Il quarantenne era già stato tratto in arresto lo scorso 29 marzo e posto ai domiciliari nella stessa abitazione dove poi, secondo quanto riferito dalla Polizia di Stato, avrebbe continuato nella propria attività illecita.

Controllo dei clan sui villaggi turistici della “Costa degli Dei”, 4 fermi

finanza catanzaro

Quattro persone sono state fermate dalla Guardia di Finanza di Catanzaro con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito di un’operazione che ha riguardato il controllo da parte di una cosca di ‘ndrangheta di alcuni villaggi turistici nella cosiddetta “Costa degli Dei”, in provincia di Vibo Valentia. L’operazione è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro.

Le persone fermate sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento della latitanza. L’operazione è stata condotta dal Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di Finanza, con la collaborazione dello Scico.

I quattro fermi sono stati fatti in esecuzione di un decreto emesso dalla Procura antimafia di Catanzaro e rappresentano l’epilogo, riferiscono gli investigatori, di una complessa indagine svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria-Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro.

Il controllo delle strutture turistico-alberghiere avrebbe consentito alla cosca di ‘ndrangheta coinvolta di condizionarne la gestione, soprattutto nell’ individuazione dei fornitori di beni e servizi e del personale da assumere. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 100 finanzieri, con l’ausilio di unità antiterrorismo e pronto Impiego e della componente aerea del Corpo.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 11,5 milioni. Quattordici indagati

archivio

Beni mobili ed immobili per un valore di 11 milioni e mezzo di euro, tra cui alcuni villaggi turistici del Vibonese, sono stati posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione che ha portato all’esecuzione di quattro fermi emessi dalla Dda di Catanzaro.

Nel provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza é compresa una serie di fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali ed autoveicoli. Le persone indagate nell’inchiesta sono, complessivamente, quattordici.

Calcio, la Reggina presenta ricorso contro esclusione serie B

La Reggina Calcio ha presentato al Consiglio federale della Figc ricorso contro la decisione presa nei giorni scorsi dalla Covisoc di respingere l’iscrizione della società al prossimo campionato di serie B.

L’esclusione era stata motivata dalle presunte irregolarità legate alle pendenze relative a stipendi e versamenti contributivi non pagati entro il termine del 20 giugno scorso.

Secondo la società amaranto, invece, la scadenza, in base al concordato cui era stata ammessa dal Tribunale fallimentare di Reggio Calabria, la scadenza dei pagamenti era fissata al prossimo 12 luglio.

In un comunicato la Reggina ha anche reso noto “di avere ottemperato, in anticipo rispetto alla scadenza del 12 luglio, al versamento di quanto dovuto all’erario. Grazie anche al supporto delle istituzioni che hanno a cuore le sorti amaranto e quindi della Città, ci siamo attivati in tutte le sedi di competenza – afferma la società – per fare valere le ragioni societarie e sportive della Reggina, sempre nel totale rispetto dei ruoli e degli organismi preposti a valutare il nostro operato”. Il Consiglio federale si pronuncerà sul ricorso entro venerdì prossimo, 7 luglio.

Scontro frontale a Reggio, due morti e due feriti

Due persone, entrambe anziane, Alessandro Sconti, di 76 anni, e Vittorio Ceriolo, di 86, sono morte in un incidente stradale accaduto oggi pomeriggio a Reggio Calabria, nella frazione “Cataforio”.

Le vittime viaggiavano a bordo di un’auto, condotta da Sconti, che, per cause in corso d’accertamento, si è scontrata con un’altra vettura sulla quale si trovavano due persone rimaste entrambe ferite e portate nel Grande ospedale metropolitano.

I rilievi sul luogo dell’incidente sono stati effettuati dai vigili urbani.

La Polizia scopre un capannone pieno di droga, 4 arresti

Agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano-Rossano, in seguito ad attività info-investigativa, ha individuato un capannone nella zona industriale di Santa Sofia D’Epiro (Cosenza), utilizzato per la coltivazione di marijuana.

All’interno dello stesso è stata rinvenuta una vera e propria “centrale della droga” oltre che un’ingente quantità di sostanza stupefacente.

E’ stata, quindi, informata la Procura della Repubblica di Castrovillari che ha emesso un decreto di ritardato sequestro per poter svolgere ulteriori indagini ed individuare le persone coinvolte.

Nello stesso tempo è stato disposto il monitoraggio costante dei luoghi in cui era in corso l’attività delittuosa, con appostamenti in tutto l’arco della giornata, che si protraevano per quasi una settimana.

A questo punto, considerata la complessità delle indagini, che ha coinvolto numerosi poliziotti, le attività di appostamento sono state svolte con l’ausilio della Squadra mobile di Cosenza.

Nella mattinata di ieri, alle prime luci dell’alba, il personale impiegato nel servizio di appostamento, ha notato un movimento “anomalo” di automezzi ( un’auto ed un furgone) e l’arrivo di tre persone ( due donne di nazionalità cinese ed un italiano).

Il conducente del furgone, si è portato all’interno del capannone, e dopo circa mezz’ora ha lasciato repentinamente la zona.

E’ stato immediatamente predisposto un servizio di pedinamento del furgone che terminava, dopo circa 40 km, nella zona industriale di Corigliano Rossano con il fermo dell’uomo e la sua identificazione.

In quegli stessi frangenti, le due donne di nazionalità cinese, dopo avere richiuso il portone del capannone, erano pronte a lasciare la zona a bordo della loro auto.

A questo punto, la Polizia ha deciso di intervenire e le donne sono state bloccate prima che si potessero dare alla fuga.

Le attività della polizia giudiziaria sono state svolte, restando in continuo contatto con il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, che ha seguito personalmente queste fasi delle indagini.

Avviata la perquisizione del capannone, all’interno veniva trovato anche il quarto indagato, un uomo cinese che si era nascosto sotto alcuni materassi per sfuggire alla cattura.

In particolare all’interno del capannone vi erano vere e proprie “serre” adibite alla coltivazione e produzione di marijuana, complete di tubi di aspirazione, bidoni di fertilizzanti, materiale elettrico, pompe di aspirazione. Vi erano altresì termometri per il controllo costante della temperatura, lampade alogene ed altro, nonché una macchina finalizzata alla triturazione del materiale erbaceo prodotto, per poterne favorire il confezionamento.

Inoltre, è stato accertato che il filtraggio dell’aria veniva controllato attraverso l’applicazione ed il ricambio di filtri a carbone attivo per il controllo degli odori sprigionati dalla lavorazione dello stupefacente.

Una vera e propria “organizzazione ingegneristica” ha permesso la produzione di numerosi cicli annuali e un giro d’affari milionario, considerato che il capannone era nella disponibilità di uno degli indagati già dal 2022.

Ultimata la perquisizione veniva rinvenuta e sequestra una ingente quantità di marijuana ( 241 kg) occultata all’interno di decine di sacchi di plastica. Sono stati sottoposti a sequestro gli automezzi utilizzati dagli indagati.

Le quattro persone coinvolte sono state tratte in arresto e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, tradotte presso la casa circondariale di Castrovillari.

Omicidio Fortunata Fortugno, confermate le condanne in Cassazione

Fortunata Fortugno
La vittima, Fortunata Fortugno, uccisa a Reggio nel Marzo 2018

Sono definitive le condanne per l’omicidio di Fortunata Fortugno, avvenuto il 16 marzo 2018 nella periferia nord di Reggio Calabria, vicino al torrente Gallico dove la donna si era appartata con l’amante Demetrio Lo Giudice, ritenuto dalla Dda un esponente di spicco della cosca Tegano.

La Cassazione ha confermato la sentenza emessa nel novembre 2021 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che aveva condannato Paolo Chindemi a 18 anni di carcere per l’omicidio e per associazione mafiosa.

Solo di quest’ultimo reato rispondevano gli altri tre imputati: Ettore Corrado Bilardi (14 anni e 8 mesi di reclusione), Santo Pellegrino (11 anni e 8 mesi) e Pietro Pellicanò (12 anni e 8 mesi). Anche per loro la Suprema Corte ha confermato la sentenza di secondo grado rigettando i ricorsi presentati dagli avvocati.

Chindemi e gli altri imputati, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dai familiari di Fortunata Fortugno e dallo stesso Demetrio Lo Giudice che si sono costituiti parte civile.

Era già definitiva, invece, la condanna a 7 anni di carcere inflitta al collaboratore di giustizia Mario Chindemi che ai pm della Dda di Reggio Calabria aveva spiegato che l’obiettivo dell’agguato era quello di rubare l’auto di Lo Giudice che poi sarebbe servita per altre azioni criminali.

In sostanza, stando alla ricostruzione della Procura, la donna è stata colpita alla testa con un colpo di pistola sparato da un uomo che ha tentato di uccidere anche Demetrio Lo Giudice il quale, nonostante sia stato ferito a un braccio, è riuscito a mettere in moto il Suv raggiungendo l’ospedale dove Fortunata Fortugno poi è morta.

Si è insediato nuovo funzionario presso la Questura di Cosenza

Questura di Cosenza

Si è insediato ieri presso la Questura di Cosenza il funzionario della Polizia di Stato Andrea Interdonato.

Vincitore del X Corso per Vice Ispettore della Polizia di Stato nel 2018, dopo 18 mesi di formazione, Interdonato nel dicembre del 2019 è stato assegnato alla Questura di Messina con incarico di Coordinatore della IV Sezione Volanti.

Dopo il conseguimento della Laurea in Giurisprudenza nel 2021 ed aver superato il concorso per Commissari della Polizia di Stato, ha frequentato il 111° Corso di formazione svoltosi presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma per il nuovo ruolo.

Durante la frequenza del corso, ha conseguito il master di II livello in diritto, gestione e organizzazione della sicurezza.

Assegnato alla Questura di Cosenza, Andrea Interdonato svolgerà il tirocinio formativo per 10 mesi con l’incarico di funzionario addetto presso la Divisione Anticrimine.

Al termine della presentazione ai colleghi, il Questore Michele Maria Spina, unitamente ai Dirigenti e funzionari tutti, ha rivolto al nuovo Commissario i migliori auguri di buon lavoro.

Intimidazione e minacce al sindaco di Nardodipace (Vibo)

Nuova intimidazione ai danni di amministratori calabresi. Un atto intimidatorio è stato compiuto da ignoti nei confronti di Romano Loielo, sindaco di Nardodipace, centro in provincia di Vibo Valentia.

A renderlo noto lo stesso primo cittadino del comune calabrese, tra i più poveri d’Italia, eletto solo da un mese, che ha riferito di avere trovato davanti alla porta del suo ufficio al piano terra della propria abitazione tre cartucce a pallettoni ed un lumino funerario riposti per terra sopra una striscia di cartone su cui era stata incisa con un oggetto appuntito la scritta “Dimettiti da sindaco”.

“Il vile gesto intimidatorio perpetrato da ignoti nei miei confronti – afferma Loielo – seppur non in grado di scalfire in minima misura la mia ferma determinazione a portare avanti il mandato conferitomi dagli elettori poco più di un mese fa nella massima legalità e nel precipuo intento di perseguire con ogni azione il pubblico benessere, deve essere interpretato come una grave offesa all’intera comunità che ho l’onore di rappresentare, una comunità che tenta disperatamente e con ogni mezzo di sopravvivere nonostante le opprimenti avversità geografiche, socio-culturali e, purtroppo, ambientali in grado di rendere ancora più difficile tale prospettiva”.

Il sindaco di Nardodipace, che ha detto di avere subito denunciato l’episodio, ha aggiunto che “non v’è ombra di dubbio che tale gesto non susciti in me alcuna forma di timore. In un primo momento avevo anche ritenuto di evitare clamori al fine di non dimostrare alcuna forma di debolezza agli occhi degli autori. Tuttavia, un riflessivo confronto col gruppo di maggioranza mi ha persuaso a rendere pubblica la vicenda ed a coinvolgere in una ferma presa di posizione tutte le autorità del territorio e, nei limiti del possibile, anche nazionali, per non lasciare spazio alla minima incertezza sul fatto che quanto accaduto possa in alcun modo riflettersi sulla mia attività politico-amministrativa, nonché su quella dell’apparato politico e tecnico dell’ente”. Loiero ha detto ancora di avere informato il prefetto di Vibo Valentia “manifestandogli la volontà di convocare a brevissimo giro un Consiglio comunale aperto”.

Trovato il corpo carbonizzato di un uomo nel vibonese

Archivio

Un uomo di 58 anni, Vincenzo Giannini, di 58 anni, è stato trovato carbonizzato nella frazione “San Giovanni” di Zambrone, nel Vibonese, in una zona interessata da un incendio di sterpaglie in un terreno agricolo.

La vittima, originaria di Zambrone, risultava residente a San Lorenzo di Parabiago, nel Milanese.

Il cadavere di Giannini è stato individuato in una zona collinare caratterizzata da fitta vegetazione. Secondo quanto è emerso dalle prime ipotesi, l’uomo sarebbe stato investito da un incendio appiccato probabilmente da lui stesso per ripulire l’area dalle erbacce.

I soccorsi sono scattati dopo una telefonata fatta alla Centrale operativa del 118. Sul posto è stata inviata una squadra di sanitari che, dopo avere raggiunto il luogo del rogo, ha trovato il cadavere carbonizzato del 58enne.

Bruciano sterpaglie e provocano incendio di 5 ettari di macchia, denunciati

Sono andati per fare “pulizie” in un campo agricolo privato e hanno iniziato a bruciare sterpaglie, ma ben presto hanno provocato un incendio che ha distrutto circa 5 ettari di macchia mediterranea.

Così quattro persone sono state denunciate a Reggio Calabria per incendio colposo dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria.

I militari, durante un servizio di perlustrazione in aree extraurbane, sono stati attirati dal fumo denso che provenive dalla località “Ciosso” di Motta San Giovanni. Giunti sul posto hanno sorpreso i quattro uomini intenti a effettuare lavori di pulizia in un terreno agricolo mediante l’incendio di sterpaglie.

Le fiamme però, da lì a poco si sono propagate sfuggendo al loro controllo. La zona è stata messa in sicurezza mediante l’utilizzo di mezzi aerei che hanno provveduto ad estinguere l’incendio.

Agguato a Reggio, ferito a fucilate un 31enne

bossoli a terra
archivio

Un uomo di 31 anni è stato ferito a colpi d’arma da fuoco, nella tarda serata di ieri, ad Arghillà, nella periferia nord di Reggio Calabria.

L’agguato è avvenuto nei pressi di un campo di calcetto quando la vittima, Cosimo Morello, è uscito per fumare una sigaretta.

Raggiunto al braccio e al torace, il ferito, che appartiene alla comunità rom, non è in pericolo di vita perché il fucile utilizzato era caricato a pallini. Morello, infatti, è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale e, dopo essere stato medicato, è stato già dimesso.

Sulla vicenda stanno indagato la squadra mobile e i carabinieri che hanno eseguito i rilievi sul luogo del tentato omicidio. Gli investigatori sono coordinati dal sostituto procuratore di turno Tommaso Pozzati che ieri sera si è recato in ospedale e, prima delle dimissioni di Morello, lo ha interrogato per tentare di carpire il contesto in cui è maturata la sparatoria.

È l’ennesimo episodio che, a Reggio Calabria, nelle ultime settimane vede protagonista la comunità rom all’interno della quale gli inquirenti ormai da tempo registrano frizioni tra i vari gruppi a cui farebbero capo alcune attività illegali nella zona di Arghillà e in tutto il territorio cittadino. (Ansa)

Puglia, giornalista trovata suicida in circostanze misteriose

Patrizia Nettis

Una giornalista pugliese di 41 anni, Patrizia Nettis, è stata trovata morta il 29 giugno scorso in circostanze poco chiare nella sua casa di a Fasano (Brindisi). Dalle prime informazioni si parla di suicidio. La donna sarebbe stata trovata impiccata. Ma perché doveva suicidarsi se apparentemente, a detta di molti, la quarantunenne era serena e non avrebbe fatto del male a nessuno? Mistero. I funerali si sono svolti ieri 1 luglio, senza che sia stata effettuata l’autopsia.

La cronista scriveva per “La Gazzetta del Mezzogiorno” (e non solo) occupandosi della sua Gioia del Colle ma anche di Alberobello e Fasano, le sue “altre” dimore in cui si era fatta apprezzare. Aveva svolto il ruolo di addetta stampa del Comune di Alberobello e dallo scorso maggio era entrata a far parte, sempre con lo stesso ruolo e in modo permanente, della pianta organica dell’ente comunale fasanese. Ma la sua grande passione era lo sport, riporta il Mattino.

Non solo come giornalista ma era anche un’indicibile e instancabile atleta. Nuotava e correva sempre col sorriso stampato sul volto. Perché era questo che contraddistingueva Patrizia. Il suo sorriso. I suoi articoli di volley e soprattutto di nuoto erano delle vere e proprie perle in cui era facile leggere con quanta passione e professionalità svolgeva il suo lavoro. Così come anche quello, come detto, di addetto stampa. Che fosse un ente locale o un’associazione era sempre a disposizione del collega di turno per chiarimenti, foto, interviste.

Lo scorso gennaio era stata premiata dalla federazione regionale di pallavolo come miglior giornalista. E lei, donna social, fu capace di scrivere a distanza di qualche ora un post bellissimo in cui ripercorreva le tantissime tappe e le tante ore di fatica e sacrifici trascorsi per poter essere sempre sul pezzo.

«Per tutte le volte che stavo per arrendermi – scriveva -. Che ho pianto. Che non mi sono sentita adeguata. Che stavo per lasciare. Io, che però non ho mai pensato chi me lo fa fare, questo no, mai. Perché amo troppo quello che faccio. Per tutte le volte che me lo hanno detto gli altri, chi te lo fare. Anche quelli che avrebbero dovuto credere in me e non lo hanno mai fatto. E che sono stati la mia determinazione più grande. Non so se sono all’altezza di questo premio. Non lo so. Non me lo aspettavo, non avrei mai potuto immaginarlo, nemmeno nel più assurdo dei sogni. Sono onorata, sono commossa. Sono innamorata del mio mestiere. E sono fortunata a fare un lavoro che è la mia passione. Ma so anche che me la sono cercata questa vita, nel bene e nel male».

Ma Patrizia era anche una grande mamma e quel premio lo volle dedicare proprio al suo figlioletto: “Lo dedico a Vittorio. Spero che possa essere orgoglioso un giorno della sua mamma tutta pazza e che vive di corsa, come dice sempre lui. Riuscendo a comprendere che nessuna fatica è mai sprecata. Anche perché, in fondo, dopo ogni salita c’è solo un panorama mozzafiato. Aveva anche aggiunto che “uno vive accontentandosi e tu non lo fai. Sei sempre sul trampolino di partenza pronta per volare. Verso dove non si sa. In acqua, forse. Ma voli”.

Moto contro un muretto, muore un 36enne nel Crotonese

elisoccorso

Un 36enne, Michele Puzzo, residente a Belvedere Spinello, è morto in un incidente stradale avvenuto mentre era alla guida della propria moto di grossa cilindrata.

Puzzo, mentre percorreva una strada in salita nel territorio di Strongoli, ha perso, per motivi che i carabinieri della Compagnia di Cirò Marina stanno tentando di accertare, il controllo della moto, finendo contro un muretto.

A chiamare i soccorsi è stata la fidanzata del trentaseienne che stava percorrendo la stessa strada alla guida della sua auto e che ha assistito all’incidente. Puzzo è deceduto poco prima dell’arrivo dell’elisoccorso. La vittima lavorava come personal trainer in una palestra di Crotone.

Isola Capo Rizzuto, donna muore investita da un furgone

Polizia stradale incidente

Una donna, originaria di Enna e della quale non sono state rese note le generalità, è morta dopo essere stata investita verso le 3 di stamani da un furgone sulla statale 106 nel tratto nei pressi dello svincolo nord di Isola Capo Rizzuto (Crotone) e l’aeroporto. La donna è stata soccorsa dall’autista del mezzo.

Da una prima ricostruzione pare che la signora fosse scesa dalla sua auto ed era ferma sul ciglio della strada quando è stata investita.

Sul posto è arrivata un’ambulanza del Suem 118 che ha immediatamente trasportato la donna al pronto soccorso in codice rosso. La vittima ha riportato traumi multipli ed è stata trasferita nel reparto di rianimazione dove, però, è morta per le gravi ferite. Sull’accaduto stanno svolgendo accertamenti gli agenti della sezione della polizia stradale di Crotone. L’autista è risultato negativo all’alcool test.

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