11 Ottobre 2024

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Si appropria di 600mila euro dei correntisti, arrestata direttrice Poste

CASERTA – Nel suo ruolo di direttrice di un Ufficio postale si sarebbe appropriata di 600mila euro dei correntisti, e una volta accortasi di essere sotto indagine, avrebbe chiamato le ignare vittime esortandole a non rilasciare dichiarazioni agli inquirenti: è l’accusa contestata ad una funzionaria delle Poste italiane in servizio nel Casertano, arrestata e condotta ai domiciliari dalla Guardia di Finanza su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per i reati di peculato e autoriciclaggio.

Alla indagata è stato notificato anche un provvedimento di sequestro di 600mila euro. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal procuratore Pierpaolo Bruni, e realizzata dalla Guardia di Finanza di Capua con la collaborazione del servizio Antifrode delle Poste Italiane, è partita dalla denuncia di un correntista casertano, e ha permesso di ricostruire un intricato sistema di appropriazione dei soldi dei clienti, che sono stati poi contattati telefonicamente quando la funzionaria ha scoperto di essere sotto indagine; la direttrice ha usato anche terze persone per far avvertire i correntisti. Il giudice ha disposto anche il sequestro delle somme pari .a seicentomila euro

Operaio cade da impalcatura in cantiere nuovo ospedale Sibaritide, è grave

Un operaio di 61 anni, è rimasto ferito in modo grave a Corigliano-Rossano mentre stava lavorando nel cantiere in cui si sta realizzando il nuovo ospedale della Sibaritide.

L’uomo, che lavora per un’impresa edile di Avellino, nel momento dell’incidente si stava trasferendo da un solaio all’altro dell’edificio in costruzione e, per cause in corso d’accertamento, è precipitato da un’altezza di circa quattro metri, riportando un grave trauma cranico.

L’operaio è stato soccorso dal personale del 118 e trasferito con l’elisoccorso nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. E’ stato ricoverato con prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

I carabinieri, che hanno effettuato i rilievi sul posto, hanno avviato indagini per accertare se nel cantiere in cui si è verificato l’incidente fossero rispettate le condizioni di sicurezza sul lavoro. (ansa)

Blitz antimafia in Puglia, 82 arresti. Colpita la “Società foggiana”

Vasta operazione antimafia questa notte a Foggia e provincia, dove i carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 82 persone tra vertici, affiliati e contigui della cosiddetta società foggiana.

Le ordinanze sono state eseguite anche in altre regioni d’Italia. Nel corso dell’operazione, denominata “Game Over”, i carabinieri hanno sequestrato armi e droga.

L’ordinanza è stata emessa dal Gip del tribunale di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia con il coordinamento della Procura nazionale antimafia.

Stando alle indagini, sono stati colpiti vertici, affiliati e contigui alle tre “batterie” che compongono la cosiddetta “Società foggiana”, come viene chiamata la criminalità organizzata mafiosa a Foggia. Molti dei destinatari delle ordinanze sarebbero già detenuti.

Gli indagati, 81 in carcere e uno ai domiciliari, sono tutti gravemente indiziati per  associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati, aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.

L’inchiesta – spiega una nota della Dda di Bari – trae origine dal procedimento relativo all’omicidio – di matrice mafiosa – di Roberto Tizzano e al contestuale ferimento di Roberto Bruno, considerati entrambi esponenti di rilievo della batteria “Moretti-Pellegrino-Lanza”, sotto-articolazione dell’organizzazione mafiosa nota come “Società foggiana” (costituita dalle tre “batterie”: “Moretti-Pellegrino-Lanza”, “Sinesi-Francavilla” e “Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese”) colpiti con colpi d’arma da fuoco il pomeriggio del 29 ottobre 2016. Per tale delitto di mafia sono stati condannati, in via definitiva, Patrizio Villani, Cosimo Damiano Sinesi e Francesco Sinesi, tutti appartenenti alla batteria antagonista “Sinesi-Francavilla”.

Le sentenze hanno accertato che mandante dell’efferata azione era stato Francesco Sinesi, in risposta al tentato omicidio perpetrato, in data 6 settembre 2016, ai danni di suo padre Roberto Sinesi, ritenuto capo storico dell’omonima batteria mafiosa. Il luogo del delitto, bar “All’H24” di Foggia, si è rilevato, a seguito delle indagini compiute, la base operativa centrale del traffico di sostanze stupefacenti.

Dagli sviluppi investigativi svolti al riguardo, mediante l’uso massivo di attività tecniche3, anche di ultima generazione, è stata possibile, nei periodi successivi, l’esecuzione – tra le altre – di due importanti inchieste antimafia coordinate sempre dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e precisamente:

  • Decima Azione: inchiesta giudiziaria conclusasi con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei maggiori 30 esponenti della consorteria mafiosa della cd. “Società Foggiana”, che ha riguardato il contesto criminale delle estorsioni in danno del tessuto imprenditoriale cittadino, praticate “a tappeto” e con criteri di sistematicità nei confronti delle relative vittime;
  • DecimaBis”: inchiesta  giudiziaria  conclusasi  con  l’esecuzione  di  un’ordinanza  di custodia   cautelare  a   carico  di   40   soggetti   appartenenti   sempre   alla   predetta consorteria,  che ne ha accertato gli ambiti operativi criminali e le infiltrazioni nel tessuto sociale ed economico ed in particolare le estorsioni realizzate con metodo mafioso, la turbata libertà degli incanti ed anche gli agguati compiuti con armi, il tutto al fine di esercitare un violento controllo del territorio, di natura “militare”, espressione tipica di quella forza di intimidazione tipica dell’agire mafioso.

L’operazione eseguita oggi, convenzionalmente denominata “Game Over”, rappresenta la prosecuzione, sul versante investigativo, nell’azione di contrasto nei confronti dell’organizzazione mafiosa “Società foggiana”. Si è in particolare focalizzata sulle fonti di guadagno illecite di tale struttura criminale che, secondo le indagini, sono derivanti da due canali:

–   le sistematiche estorsioni, compiute ai danni al tessuto imprenditoriale e ricostruite nei dettagli dalle indagini Decimazione e Decimabis, praticate con lo scopo di far confluire i proventi illeciti nella “cassa comune”, utilizzata per il sostentamento, l’assistenza e la sopravvivenza del sodalizio mafioso;

–   il fiorente traffico di sostanze stupefacenti, perpetrato con aggressivo e minuzioso sistema di regole, che hanno garantito, ai vertici operativi del sodalizio, non a caso coincidenti con i vertici delle “batterie” mafiose,  la possibilità di un controllo capillare e di una posizione di monopolio nella vendita della cocaina, attraverso l’imposizione dell’obbligo, a pena di pesanti ritorsioni anche armate, di commercializzare esclusivamente la sostanza stupefacente fornita dal sodalizio stesso. Tale imposizione, attuata con le caratteristiche tipiche delle organizzazioni mafiose, ha assicurato all’associazione consistenti profitti illeciti ed ulteriori 7 Euro per ogni grammo di cocaina  venduta  a  Foggia.  Profitti,  questi,  utilizzati  anche  per  alimentare  la  “cassa comune”, funzionale al perseguimento degli scopi criminali della cd. “Società foggiana”.

Secondo  quanto  emerso  e  ritenuto  dal  Gip, i delitti contestati sarebbero stati perpetrati con metodologie organizzative ed operative che ricalcano fedelmente quelle praticate in materia di estorsioni. Le tre articolazioni componenti  l’aggregato  mafioso  della  “Società  foggiana”,  infatti,  avrebbero esercitato  la  loro “pressione mafiosa” per la monopolizzazione del traffico di cocaina sul territorio cittadino. Per tali narcotraffici, infatti, il sodalizio in questione:

– ha  pianificato dettagliatamente l’organizzazione del  traffico  di  cocaina  attraverso  continue riunioni in cui sono state determinate rigide regole (c.d. “cartello del narcotraffico”);

– ha imposto il monopolio della vendita di cocaina nella città di Foggia, mediante una forza intimidatrice propria, derivante dal riconosciuto nonché temuto spessore criminale dei soggetti al vertice dell’organizzazione stessa, direttamente investiti dagli storici capoclan, che si sono avvalsi di  una  fitta  rete  informativa, utilizzata per  controllare militarmente le  “piazze” di spaccio;

– ha immesso sul mercato cittadino considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti, stimati in circa 10 chilogrammi al mese di cocaina, acquistata ad un prezzo di poco inferiore ai 40 euro al grammo, poi rivenduta, a seconda dei casi, a 55 o 60 euro al grammo. I profitti realizzati dalla consorteria mafiosa sono quantificabili in almeno 200.000 euro al mese, e le dosi di cocaina immesse sulle piazze di spaccio corrispondono, invece, a circa 50.000 al mese;

– ha usufruito di depositi sorvegliati per la custodia ed il confezionamento della cocaina;

– ha “governato” le piazze di spaccio con una fitta rete di venditori, tutti pienamente consapevoli di operare illecitamente nell’ambito di contesto associativo asservito a scopi mafiosi (c.d. finalizzazione mafiosa del narcotraffico), inquadrati in vere e proprie “squadre operative” e ripartiti, secondo il livello operativo, nella “lista dei grossi” e nella lista dei piccoli”, a cui venivano distribuiti con cadenza regolare quantitativi prestabiliti di cocaina, nell’ordine delle centinaia di grammi i primi e delle decine di grammi invece i secondi;

– ha mantenuto una minuziosa contabilità della droga distribuita alle “squadre di spaccio” e dei relativi corrispettivi realizzati, riscuotendoli mediante gli “addetti al giro inverso” presso gli spacciatori ed elaborando così vere e proprie “liste della contabilità”, funzionali alla gestione del narcotraffico;

– ha raccolto i profitti del traffico di droga e, in analogia con la gestione dei profitti delle estorsioni, ha alimentato la “cassa comune”, utilizzata per distribuire i guadagni illeciti, assicurare somme ai sodali, denaro devoluto al mantenimento dei familiari ed accoliti in stato di detenzione, anche al fine di scoraggiare il fenomeno del pentitismo.

Le tecniche investigative adoperate hanno messo in luce l’essenza e la natura dei vincoli che univano – a vario titolo – tutti i soggetti coinvolti nel core business del “Sistema”, vale a dire l’esercizio in forma “imprenditoriale” della cessione di cocaina.

La strategia criminale dei componenti dell’organizzazione presupponeva – come è risultato da talune conversazioni chiare ed esplicite – la sussistenza “a monte” di un “pactum sceleris”, siglato dai capi storici dei clan componenti le batterie mafiose confederate nella “Società Foggiana”. I metodi di gestione del traffico di stupefacenti (a cui gli stessi indagati avevano dato, a loro volta, il nome di “Sistema”), prevedevano l’attribuzione, all’interno del sodalizio, di ruoli ben definiti e per ciascuno dettagliatamente ricostruito agli esiti del vaglio del materiale investigativo raccolto.

Le indagini così condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e con il contributo della Direzione Nazionale Antimafia, che ha applicato un suo magistrato, hanno permesso di conoscere numerosi e dettagliati elementi caratterizzanti le complesse ed articolate dinamiche delittuose dell’organizzazione mafiosa, nonché i rapporti interni, non privi di conflittualità tra gli stessi indagati, l’accurato modus operandi utilizzato, la portata del traffico di stupefacenti commercializzato in regime di monopolio, controllato grazie al ricorso a metodi mafiosi, ed in ultimo anche la ripartizione e destinazione finale dei profitti illecitamente realizzati, per alimentare, senza soluzione di continuità, il “Sistema” della “Società foggiana”.

Gli indagati coinvolti sono presunti colpevoli fino a eventuale sentenza di condanna passata in giudicato.

Incendi in Calabria, oltre 70 roghi. Criticità in tutte le province. Pompieri in affanno

Oltre 70 incendi sono in atto in Calabria dove, complice anche l’ondata di calore con temperature già a 37 gradi alle 12, i roghi si sono sviluppati un po’ ovunque. A essere impegnati tutti e cinque i comandi provinciali dei Vigili del fuoco. Su alcuni roghi sono all’opera anche i mezzi aerei.

Per fronteggiare la situazione, la notte scorsa, su richiesta della Sala operativa regionale dei vigili del fuoco Calabria, il Centro operativo nazionale ha disposto l’invio di uomini e mezzi dal comando di Messina e due moduli di colonna mobile in assetto Aib dalla Campania e dal Lazio in supporto al dispositivo di soccorso messo in campo dal comando di Reggio Calabria.

Nel Reggino la situazione più difficile è segnalata a Montebello Ionico dove le fiamme si sono avvicinate anche ad alcune case. Al momento, comunque, non sono segnalati né feriti né evacuati. Per questo rogo è stato chiesto l’intervento aereo.

Sempre nel Reggino, a Motta San Giovanni, un incendio di vegetazione si è propagato all’interno di un capannone agricolo utilizzato come stalla e per il rimessaggio di foraggi. Le fiamme, che hanno interessato gran parte della struttura, hanno causato ingenti danni materiali e la morte di alcuni animali.

Nella provincia di Cosenza le maggiori criticità sono nella zona dell’Alto Ionio dove nella notte sono stati convogliati uomini e mezzi dai distaccamenti della provincia, una squadra dal comando di Crotone ed un modulo di colonna mobile in assetto Aib dalla regione Molise. In particolare ha destato preoccupazione un incendio a Corigliano Rossano che adesso sarebbe sotto controllo. Numerosi interventi anche nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.

Immigrato sorpreso con due kg di droga, arrestato

I Carabinieri di Roggiano Gravina assieme a personale dell’Aliquota operativa di San Marco Argentano, nonché militari del Nucleo cinofili di Vibo Valentia hanno arrestato un cittadino extracomunitario residente nel predetto Comune della Valle dell’Esaro nell’ambito di uno specifico servizio finalizzato al contrasto degli stupefacenti.

La raccolta informativa svolta dalla locale Stazione Carabinieri si è conclusa con la perquisizione domiciliare che ha permesso di raccogliere gravi elementi a carico del cittadino extracomunitario ed ha portato al sequestro di quasi 2 kg di hashish nonché alcune dosi di marijuana e bilancini di precisione.

La sostanza stupefacente, suddivisa in panetti da circa 100 gr l’uno, era confezionata con cellophane e logo identificativo di colore verde. Il presunto autore è stato arrestato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria di Cosenza.

E’ emergenza in Calabria per gli incendi boschivi: decine di roghi attivi

Giornata impegnativa per i vigili del fuoco del Comando di Catanzaro a causa di numerosi incendi di vegetazione. Attualmente sono 11 i roghi su cui stanno operando tutte le squadre della provincia.

Criticità nel comune di Botricello, in prossimità della centrale Edison nel comune di Simeri Crichi, dove è intervenuto anche un aereo della regione coordinato da un direttore delle operazioni di spegnimento dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro e presso l’accampamento rom di località Scordovillo nel comune di Lamezia Terme.

Incendi anche nei comuni Aspromontani nel reggino e nella provincia di Cosenza dove operano, oltre alle squadre di terra dei vigili del fuoco, anche i mezzi aerei della flotta nazionale, i canadair e gli elicotteri S64F. Complessivamente sono 34, al momento, gli incendi di vegetazione in atto in Calabria.

Presunti abusi in Polizia, sette agenti sospesi

Sette poliziotti in servizio al Commissariato di Taurianova, nel Reggino, sono stati sospesi dal servizio in esecuzione di un’ordinanza del gip su richiesta della Procura di Palmi nell’ambito di una inchiesta su due diverse vicende inerenti presunti abusi.

Gli indagati sono un ispettore superiore, per il quale è stata applicata la sospensione per 6 mesi, un vice sovrintendente, sospeso per 12 mesi, e 5 agenti (per uno è stata disposta la sospensione per 12 mesi, mentre per gli altri 4 la sospensione è di 2 mesi).

I reati contestati, a vario titolo, sono falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici ed ispezione personale arbitraria, relativi ad un controllo eseguito dagli indagati il 10 luglio 2022, nei confronti di 3 persone, nei pressi di un esercizio pubblico di Taurianova.

La seconda vicenda, per la quale sono contestati i reati di omissione di atti di ufficio e danneggiamento, è conseguente al controllo, effettuato il 26 ottobre 2022 a Gioia Tauro, nel corso di un servizio di polizia giudiziaria, all’interno di un immobile poi risultato essere adibito a studio legale, senza che venisse redatto verbale delle operazioni compiute da sottoporre poi all’Autorità Giudiziaria per la convalida.

Le indagini per entrambe le vicende sono state avviate dopo le denunce sporte dalla parti offese e sono state delegate dalla Procura di Palmi alla Squadra mobile di Reggio Calabria. Nei confronti dei sette agenti, la Polizia ha anticipato che saranno avviate anche iniziative di natura disciplinare.

Crollo ponte sulla “Sila-Mare”, Rapani (FdI) annuncia: “Ad Agosto la riapertura”

ROMA «Alle tante interrogazioni ed alle passerelle politiche sotto “le stelle”, il governo Meloni risponde con fatti concreti. Ed i nove milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza e poi con la riapertura del tratto a monte della strada Sila Mare, corrispondono a fatti, quelli veri». È quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione Giustizia, Ernesto Rapani.

«Nei giorni scorsi ho interloquito con la segreteria del viceministro del Ministero delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, per chiedere informazioni sullo stato degli interventi programmati a seguito del crollo che conseguentemente ha catapultato la comunità di Longobucco nello sconforto e nell’isolamento».

«Secondo il cronoprogramma del Mit – spiega il senatore Rapani – il completamento dei primi lavori urgenti con la riapertura del tratto in oggetto di crollo è previsto entro il prossimo mese di agosto, anche se ANAS su sollecitazione del ministero e su richiesta del Comune sta facendo di tutto, salvo imprevisti, per anticipare i tempi. Inoltre, sono state programmate ulteriori verifiche sulle opere d’arte lungo la statale 177 all’esito delle quali verranno valutati e programmati gli interventi di adeguamento che si dovessero rendere necessari e che potranno riguardare sia gli impalcati che le strutture in elevazione e le fondazioni. In questo contesto, sono in fase di studio le soluzioni per il ripristino dell’opera “Ortiano II” parzialmente crollata, oltre ad interventi di regimentazione del corso d’acqua tali da garantire, nel lungo termine, l’efficienza dell’infrastruttura stradale. Il Mit e l’Anas stanno definendo un apposito cronoprogramma di tutti gli interventi necessari e dei relativi finanziamenti sulla Sila Mare, a conferma dell’impegno del Ministero per l’infrastrutturazione della Calabria».

Incidente con lo scooter, muore un giovane di 20 anni

Un giovane di 20 anni è morto in un incidente stradale accaduto nella frazione “Marcellina” di Santa Maria del Cedro, lungo la strada provinciale 9.

La vittima era a bordo di uno scooter, condotto da un coetaneo, che, per cause in corso d’accertamento, si è scontrato prima con un’automobile e poi con un camion che procedeva in senso opposto.

Il ventenne è deceduto mentre venivano predisposti i soccorsi per il trasferimento in ospedale. Il conducente dello scooter non ha riportato conseguenze. Sul posto, insieme al personale del 118, sono intervenuti i carabinieri di Orsomarso e della Compagnia di Scalea, oltre agli agenti della Polizia locale di Santa Maria del Cedro.

Calcio, torna al Cosenza Gennaro Tutino: è in prestito dal Parma

Tutino Cosenza Salernitana
Gennaro Tutino durante Cosenza-Salernitana nel 2018

La Società Cosenza Calcio comunica di aver acquisito a titolo temporaneo, con obbligo e diritto di opzione per il riscatto, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Gennaro Tutino, proveniente dal Parma Calcio 1913.

L’attaccante, già protagonista in maglia rossoblù nella stagione della promozione in Serie B (36 presenze e 12 reti) e nella successiva in cadetteria (34 presenze e 10 reti), nella scorsa annata si è diviso tra Parma e Palermo.

Nel suo percorso un’esperienza in Serie A con la maglia dell’Hellas Verona e in Serie B con l’Empoli. Nella stagione 2020/2021 ha contribuito alla promozione della Salernitana nella massima serie con 13 reti in 36 presenze. Complessivamente in Serie B ha collezionato 148 presenze siglando 36 gol fornendo 15 assist.

I sindacati calabresi incontrano Occhiuto sulle emergenze. “Confronto positivo”

Un momento dell’incontro tra i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil con il governatore Occhiuto

Un confronto “positivo ed interlocutorio” durato oltre tre ore nel corso del quale sono state affrontate le principali emergenze calabresi. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, hanno incontrato oggi il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, “apprezzandone la disponibilità – riferisce una nota delle organizzazioni sindacali – a discutere dei temi prioritari della sanità, del lavoro, delle infrastrutture, dell’ambiente e dei punti nevralgici della ‘vertenza Calabria’, che avevano accumulato negli ultimi mesi diversi ritardi”.

“Sulla sanità – aggiungono i sindacati – si è partiti dalla rete ospedaliera, dalla medicina territoriale e dalla rete di emergenza-urgenza, che saranno oggetto di un nuovo e specifico incontro, proseguendo poi con la necessità di procedere a nuove assunzioni. Il presidente ha dato notizia dell’imminente arrivo di altri medici cubani che per i sindacati, pur implementando l’organico, non sono sufficienti a garantire una sanità di qualità. Altra questione nevralgica è quella degli accreditamenti, in merito ai quali Occhiuto ha comunicato di voler riformare il sistema attraverso una specifica legge regionale. Sono, invece, 120 i milioni euro di spesa previsti per la rete delle emergenze-urgenze, il 118 e la nuova diagnostica”.

“Le organizzazioni sindacali -prosegue la nota- hanno posto il tema dei ritardi nella costruzione dei nuovi ospedali, che in alcuni casi sono lievitati a causa dell’aumento dei costi dei materiali edili e in merito ai quali occorre recuperare tempo. Un’altra richiesta di incontro è stata avanzata in merito alle facoltà di Medicina degli atenei di Catanzaro e Cosenza per discutere della strategicità e potenzialità che queste possono avere in termini di ritorno sull’offerta sanitaria”.

Incidente aereo a Cotronei, denunciato il gestore dell’aviosuperficie

I Carabinieri della Stazione di Cotronei (Crotone), a conclusione degli accertamenti svolti a seguito dell’incidente aereo verificatosi nei giorni scorsi, che ha visto coinvolto un aereo ultraleggero uscito fuori pista in fase di atterraggio, con il conseguente ferimento del pilota e di una donna a bordo del velivolo, hanno denunciato in stato di libertà per lesioni colpose, il 71enne gestore della pista di atterraggio.

I militari, a seguito del sopralluogo effettuato nelle fasi immediatamente successive all’evento, sotto il coordinamento del pm di turno presso la Procura pitagorica, hanno riscontrato come il gestore dello scalo non avesse messo in atto tutti i dispositivi di sicurezza necessari affinché l’incidente non si verificasse.

L’aviosuperficie ed il velivolo ultraleggero coinvolto nell’incidente erano stati immediatamente sottoposti a sequestro probatorio, in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria.

Il velivolo ultraleggero era decollato dall’aeroporto di Siracusa destinazione Cotronei, quando in fase di atterraggio nell’aviosuperficie di Trepidò il pilota non è riuscito ad arrestare la marcia finendo in una zona boscata.

Investimento mortale a Reggio, arrestato il presunto autore

Il luogo dell’omicidio (frame Tg3 Calabria)

Agenti della Squadra mobile e delle volanti della Questura di Reggio Calabria hanno rintracciato e arrestato Francesco Sapone, il 42enne che nella notte tra mercoledì e giovedì, a Reggio Calabria, avrebbe investito con la sua auto due persone, uccidendo un ragazzo di 27 anni, Moussine El Rhannaoui, di nazionalità marocchina, e ferendo l’altro, di origini italiane. L’accusa per lui è di omicidio aggravato dai futili motivi e lesioni gravi.

Sapone è stato sorpreso da una pattuglia delle Volanti mentre si trovava per strada, intento a rinfrescarsi da una fontanella pubblica nella zona di Motta San Giovanni. L’uomo non ha opposto alcuna resistenza ed è stato, quindi, arrestato dagli agenti che hanno ricostruito la dinamica dell’omicidio indirizzando sin da subito le indagini nella zona di Motta dove già ieri, nei pressi dell’abitazione del suocero, la polizia aveva trovato la sua auto utilizzata per investire la vittima.

L’uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dalla Procura ed è stato accompagnato nel carcere di Reggio-Arghillà in attesa dell’udienza di convalida da parte del giudice.

La tragedia si è consumata nel piazzale della stazione di servizio Q8 sulla statale 106, nella zona Pellaro. Secondo quanto ricostruito, l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe avuto una lite accesa con alcune persone, di origine marocchine e italiane, che erano seduti in un’auto in sosta nella stazione.

Da una parola all’altra, il litigio è degenerato con il quarantaduenne che si sarebbe diretto verso la sua auto e – secondo l’accusa – avrebbe “volontariamente” investito il gruppo di persone, uccidendone uno, per poi dileguarsi. La Polizia ha visualizzato le immagini di video sorveglianza e in meno di ventiquattro ore è riuscita a risalire al proprietario del veicolo, fino alla cattura avvenuta ieri sera.

Terzo Megalotto 106, positivo il primo incontro dei sindaci in Regione

E’ stato definito “positivo” l’incontro di ieri pomeriggio avvenuto tra la Regione Calabria e i sette Sindaci della Sibaritide che avevano tenuto un sit-in di protesta in Prefettura a Cosenza nelle giornate di lunedì e martedì scorso per attenzionare alcune questioni che riguardano i lavori del Terzo Megalotto della statale 106, nella zona dello Jonio cosentino.

Giovanni Papasso, Paolo Montalti, Gaetano Tursi, Antonio Carlomagno, Leonardo Aurelio, Gregorio Scigliano e Rosanna Mazzia – riferisce una nota -, accompagnati da altri amministratori e referenti tecnici, hanno incontrato il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, l’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, il consigliere regionale Pasqualina Straface e il dirigente del dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici della Regione, ingegner Claudio Moroni.

Nel corso dell’incontro i rappresentanti regionali hanno espresso la propria vicinanza sostanziale ai sindaci sulle questioni sollevate. L’incontro è iniziato con i sette Sindaci che hanno relazionato e si sono espressi in merito alle esigenze riguardanti i propri Enti e le relative comunità.

Il Presidente Occhiuto, dal canto suo, – prosegue la nota -, ha ribadito che parlerà sia con il Governo Meloni e sia con Anas delle problematiche rappresentate dai sette primi cittadini partendo proprio dalla necessità di dare un’accelerata alla questione delle opere di compensazione (previste per legge e dagli accordi firmati in passato) per passare dallo stallo in cui versano ad una fase operativo-risolutiva. Per fare questo il Presidente ha messo a disposizione dei presenti la convocazione di un tavolo tecnico diretto dall’ingegnere Moroni che dovrà individuare le soluzioni derivate dalle istanze dei vari territori e di cui si farà poi portavoce a Roma.

I Sindaci, dal canto loro, invece, hanno sostanzialmente ribadito quanto contenuto nel documento precedentemente sottoscritto e diffuso nei giorni scorsi:

– la richiesta di erogazione delle somme spettanti ad ogni singolo Comune per le opere di compensazione ambientale che dovrà avvenire secondo la ripartizione a suo tempo stabilita presso l’Anas e per un importo totale pari ad euro 18.700.000 e cioè direttamente ai Comuni stessi che provvederanno a progettare successivamente secondo i criteri stabiliti dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (VIA), così come avvenuto per il Parco archeologico di Sibari;

– che l’eventuale demolizione del viadotto Pagliara (Trebisacce) non può essere compresa nella somma di euro 18.700.000 circa prevista per le opere di compensazione ambientale. Dovrà essere determinata una apposita somma extra-budget per come stabilito e concordato nella riunione tenutasi a Roma nel 2014;

– mentre per quanto riguarda i semisvincoli si conferma la volontà di prevedere nuovamente la realizzazione quelli di Cassano, Villapiana, Albidona e Trebisacce per permettere di rendere fruibile ai cittadini e ai residenti dell’Alto Ionio Cosentino la nuova infrastruttura.

Scontro frontale sulla statale 107 nel Crotonese, 4 feriti

E’ di quattro feriti, di cui alcuni gravi, il bilancio di un incidente stradale avvenuto ieri sera sulla statale 107 ‘Silana Crotonese’, nel territorio della provincia di Crotone.

Due i veicoli coinvolti, che per cause in fase di accertamento si sono scontrate tra loro. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno estratto le persone ferite dalle lamiere, affidandole ai sanitari del 118 che le ha trasferite in ospedale. Per i rilievi del sinistro è intervenuta la Polizia stradale.

Sbanda con la moto e finisce contro il palo della luce, muore un 16enne

Elisoccorso Cosenza

Un ragazzo di 16 anni, Giuseppe Pugliese, è morto a Castrovillari dopo essersi schiantato contro un palo della luce a bordo della sua moto.

Il ragazzo, ieri sera, mentre transitava su via del Cerviero, nelle vicinanze del Tribunale, per cause in corso d’accertamento, ha perso il controllo della moto 125 sulla quale era in sella ed ha sbandato finendo contro un palo della luce.

Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che gli hanno prestato le prime cure poi, visto le gravissime condizioni in cui versava, è intervenuto anche l’elisoccorso. Soccorsi purtroppo risultati vani.

Il sedicenne, a causa della lesioni riportate nell’impatto, non ce l’ha fatta. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Castrovillari per i rilievi dell’incidente.

Calcio, la Reggina 1914 ceduta all’imprenditore romano Manuele Ilari

E’ stato ceduto Manuele Ilari il 100% delle quote societarie della società calcistica “Reggina 1914”. Lo comunica la società sul suo sito web.

L’accordo è stato sottoscritto tra l’imprenditore romano Ilari e le società che fanno capo a Felice Saladini e Angelo Ferraro, che insieme detenevano la totalità delle quote della società calcistica.

“Abbiamo fatto la scelta migliore – ha detto Saladini – per il futuro del club. Continueremo a lavorare affinché venga riconosciuta alla Reggina l’ammissione al prossimo campionato di serie B. Un diritto che abbiamo ottenuto sul campo e rispettando rigorosamente le leggi dello Stato”.

“Ringrazio Saladini e Ferraro – ha affermato, da parte sua, Manuele Ilari – per l’opera di risanamento del club che hanno portato avanti nel corso dell’ultimo anno. Prendo il testimone per proseguire il percorso di evoluzione e sviluppo di uno dei club più appassionanti del sud Italia. Ringrazio anche la Guild Capital Partners, la società che ha fatto da intermediaria nella trattativa, con la quale continueremo a lavorare per un riassetto societario solido per il futuro della Reggina”.

Advisor legale dell’acquirente è stato l’avv. Gioacchino Amato. A breve sarà convocata una conferenza stampa di presentazione.

‘Ndrangheta: inchiesta “Nuova linea”, a processo due ex sindaci di Scilla

Ci sono anche due ex sindaci di Scilla tra le 19 persone rinviate a giudizio dal Gup distrettuale di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta denominata “Nuova linea” sulla cosca Nasone-Gaietti della ‘ndrangheta basata sulle indagini dei carabinieri.

I due ex primi cittadini a giudizio sono i fratelli Gaetano e Pasqualino Ciccone, imputati il primo di traffico di influenze illecite, reato aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta, e il secondo di scambio elettorale politico-mafioso.

Pasqualino Ciccone, in particolare, è accusato di essere stato sostenuto dalla ‘ndrangheta nelle elezioni del 2020, quando è stato eletto sindaco per la seconda volta con il 97,84% dei voti.

Secondo i pm, Ciccone, quale candidato a sindaco, avrebbe accettato da Giuseppe Fulco, ritenuto il presunto boss della cosca Nasone-Gaietti, e dagli altri affiliati del gruppo, secondo quanto è detto nel capo d’imputazione a suo carico, “la promessa di procurare voti, grazie alle capacità d’infiltrazione nel tessuto sociale in cambio della promessa di utilità consistenti, tra l’altro, nel garantire il rilascio di concessioni di beni pubblici o di assicurare altre indebite agevolazioni negli uffici dell’Amministrazione comunale, e, più in generale, della disponibilità a soddisfare interessi ed esigenze dell’anzidetta associazione”.

Il Gup distrettuale, Valerio Trovato, nel disporre il rinvio a giudizio, ha accolto la richiesta del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo.

Omicidio Pirillo, condannato all’ergastolo il presunto boss

aula giustizia processo

La Corte di Assise di Catanzaro ha condannato all’ergastolo il presunto boss della ‘ndrangheta Cataldo Marincola, di 58 anni nel processo per l’omicidio di Vincenzo Pirillo, avvenuto il il 5 agosto 2007 in un ristorante di Cirò Marina, nel Crotonese.

Dalla stessa accusa è stato assolto, invece, Silvio Farao, di 72 anni, considerato il capo della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina.

Il pubblico ministero, Domenico Guarascio, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, aveva chiesto la condanna al carcere a vita per entrambi gli imputati.

Pirillo, nel momento in cui fu ucciso, stava cenando insieme ai familiari e teneva sulle ginocchia una bambina di 11 anni, che restò ferita ad una scapola. Nell’occasione, inoltre, furono ferite altre quattro persone.

Movente dell’omicidio, secondo l’accusa, sarebbe stata la gestione da parte di Pirillo della cosiddetta “bacinella”, la cassa comune della cosca in cui vengono riversati i proventi delle attività illecite, destinati, tra l’altro, al mantenimento dei familiari dei detenuti.

All’epoca dei fatti Vincenzo Pirillo era il “reggente” della cosca di Cirò Marina in assenza di Silvio Farao e Cataldo Marincola, latitanti dopo essersi sottratti ad una condanna per omicidio.

Putin al vertice dei BRICS in Sudafrica parteciperà in video conferenza

Il presidente russo Vladimir Putin parteciperà online a tutte le sessioni dei leader dei BRICS al prossimo vertice del gruppo a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Lo ha dichiarato giovedì Anil Suklal, Ambasciatore generale per l’Asia e i BRICS presso il ministero degli Esteri sudafricano e Sherpa BRICS del Sudafrica. Lo riporta Tass.

“Il presidente russo Vladimir Putin parteciperà al vertice virtualmente (in videoconferenza). Sarà coinvolto in tutte le sessioni con i leader, così come nel tradizionale vertice dei leader dei BRICS il 23 agosto. Il 22 agosto, quando i leader dei BRICS si concentreranno sull’affrontare il Business Forum, anche il presidente Putin farà le sue osservazioni virtualmente. Parteciperà a distanza a tutti gli aspetti del vertice. E il 24 agosto, quando ci sarà il BRICS Plus, parteciperà anche lui. Quindi, sebbene il ministro degli Esteri Sergey Lavrov sarà fisicamente presente qui, il presidente Putin sarà coinvolto in tutte le attività del vertice”, ha detto il diplomatico sudafricano in un briefing.

Suklal ha sottolineato che la partecipazione dei leader BRICS ai lavori dei vertici annuali del gruppo in un formato online non è insolita, poiché nel corso degli anni numerosi incontri e raduni BRICS si sono tenuti online.

L’ambasciatore ha affermato che la decisione a favore della partecipazione del presidente russo al vertice BRICS di Johannesburg è stata presa con il consenso di tutti i leader dei paesi membri. “Questa decisione non è stata presa solo dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e dal presidente russo Vladimir Putin”, ha detto Suklal, “Negli ultimi mesi, il nostro presidente si è impegnato con tutti i leader dei BRICS in diverse occasioni, ha parlato con loro personalmente, discutendo di questo problema”.

Il diplomatico ha ricordato che il problema era che la Corte penale internazionale (Cpi) aveva emesso un mandato d’arresto per il leader russo, sottolineando che la parte russa non voleva creare problemi al Sudafrica in relazione al mandato.

Il giorno prima, l’ufficio presidenziale sudafricano ha annunciato che Putin non avrebbe partecipato al vertice di comune accordo. La Federazione Russa sarà rappresentata dal Ministro degli Esteri Sergey Lavrov. Il vertice BRICS si terrà dal 22 al 24 agosto a Johannesburg, in Sudafrica.

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