11 Ottobre 2024

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Il magistrato Musolino è il nuovo procuratore aggiunto a Reggio

Il Csm ha nominato Stefano Musolino procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria. La nomina è stata decisa all’unanimità dal Plenum che ha ratificato l’indicazione che era stata fatta, sempre unanimemente, il 22 giugno scorso dalla Commissione incarichi direttivi.

Musolino, 55 anni, è il segretario nazionale di Magistratura democratica. Attuale sostituto procuratore sempre a Reggio Calabria, Musolino ha svolto in passato il ruolo sia di pubblico ministero che di giudice. Dal 2006 al 2010, anno in cui ha fatto rientro alla Procura della Repubblica di Reggio, è stato sostituto procuratore a Palmi.

Stefano Musolino, come sostituto della Dda di Reggio Calabria, ha condotto varie inchieste contro la ‘ndrangheta che hanno portato alla condanna di numerosi boss e gregari delle cosche reggine. Successivamente, su disposizione del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ha svolto il ruolo di coordinatore del “pool” di magistrati che si occupa delle inchieste contro la pubblica amministrazione.

Musolino, come Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, subentra a Gerardo Dominijanni, che dal mese di settembre del 2021 è il Procuratore generale sempre a Reggio.

Avevano oltre 5 kg di droga e una bomba a mano, arrestata una coppia

I Carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato in flagranza di reato due coniugi di Mendicino, centro alle porte di Cosenza, un 39enne ed una 34enne, in quanto trasportavano, a bordo della loro autovettura, 1,5 kg di hashish, suddivisi in 15 panetti e 3,5 kg di marijuana essiccata, suddivisi in 6 buste di cellophane.

I militari hanno esteso la perquisizione all’interno di un’abitazione di Mendicino, nella disponibilità dell’uomo, rinvenendo e sequestrando una bomba a mano M-75, tipo “ananas”, completa di innesco, in perfetto stato d’uso, di fabbricazione dell’Est Europa, due serre artigianali, costituite da circa 350 piante di cannabis indica, di altezza variabile compresa tra 30 cm e 130 cm, un serbatoio vuoto per cartucce cal. 9×21 e munizionamento comune da sparo di vario calibro.

L’ordigno esplosivo è stato messo in sicurezza. L’uomo è stato associato presso la casa circondariale di Cosenza mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari, entrambi in attesa dell’udienza di convalida innanzi all’Autorità Giudiziaria di Cosenza.

Vertice Russia-Africa a San Pietroburgo, Putin incontrerà i presidenti di Egitto ed Etiopia

Il presidente russo Vladimir Putin inizierà mercoledì prossimo una serie di incontri internazionali con gli ospiti del prossimo vertice Russia-Africa a San Pietroburgo. Lo scrive la Tass.

Nel corso della giornata, dovrebbe incontrare il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi, il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il presidente della nuova banca di sviluppo BRICS Dilma Rousseff.

Incontri bilaterali
Lo speaker presidenziale Yury Ushakov ha detto ai giornalisti martedì che i colloqui di Putin con il premier dell’Etiopia, che sta effettuando una visita ufficiale in Russia, si terranno con la partecipazione delle delegazioni. Dopodiché, il presidente e il premier faranno colazione insieme.

Il precedente incontro di Putin e Ahmed si è svolto a margine del primo vertice Russia-Africa a Sochi nel 2019. I due leader hanno discusso della storia delle relazioni bilaterali e del loro progressivo sviluppo. Allora, Putin ha elogiato le relazioni di partenariato tra Russia ed Etiopia sulla scena internazionale, anche per garantire uno sviluppo stabile della pace nel continente africano. Ahmed, a sua volta, ha affermato che l’Etiopia vede la Russia come un partner chiave per lo sviluppo del paese.

I colloqui di Putin con il suo omologo egiziano sono previsti per mercoledì sera. Parleranno insieme con i giornalisti all’inizio dell’incontro, e poi la loro conversazione continuerà con un pranzo, ha detto Ushakov.

Anche il loro precedente incontro ha avuto luogo durante il primo vertice Russia-Africa nel 2019. Al-Sisi ha detto alla sua controparte russa che l’Egitto “considera la parte russa come un partner affidabile del continente africano”. Ha anche espresso la speranza che la Russia “lavori in Africa in tutti gli ambiti e settori, in particolare nella sfera dello sviluppo”. L’ultima conversazione telefonica dei due leader è avvenuta nel marzo 2023.

Inoltre, Putin incontrerà Dilma Rousseff, che è il presidente della BRICS New Development Bank. Rousseff, che è stato presidente del Brasile nel 2011-2016, è stato eletto a capo dell’organizzazione il 24 marzo 2023 a Shanghai. Il suo precedente incontro con Putin è avvenuto durante il vertice BRICS nella città russa di Ufa nel 2015.

Vertice Russia-Africa
Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, Putin si stava preparando attivamente per il vertice, che si terrà a San Pietroburgo alla fine di questa settimana.

A sua volta, Ushakov ha affermato che il presidente russo ha pianificato di tenere incontri separati con ciascun leader africano presente. L’aiutante ha detto che Putin avrebbe incontrato i leader di Egitto, Mozambico, Burundi, Zimbabwe, Uganda, Eritrea, Repubblica Centrafricana, Libia, Camerun, Senegal, Sudafrica, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Mali e Congo.

Ushakov ha detto che questi incontri bilaterali si terranno a San Pietroburgo per quattro giorni dal 26 al 29 luglio.

Inoltre, al termine del vertice del 28 luglio, Putin avrà un pranzo di lavoro con i leader dei paesi africani che partecipano all’iniziativa di pace ucraina. Vi parteciperanno delegazioni ufficiali del Sudafrica, delle Comore, del Congo, dell’Egitto, del Senegal, dell’Uganda e dello Zambia.

Alcuni dei leader africani dovrebbero partecipare alla Main Navy Parade domenica 30 luglio.

Mondo multipolare e relazioni russo-africane
Nelle parole di Ushakov, il presidente russo dovrebbe pronunciare un importante discorso al vertice, valutando lo stato attuale del sistema delle relazioni internazionali, compreso il processo di transizione verso il nuovo ordine mondiale basato sul concetto di multipolarità e uguaglianza di tutti gli indipendenti stati.

Putin ha pubblicato un articolo, intitolato “Russia e Africa: unire gli sforzi per la pace, il progresso e un futuro di successo”, prima del forum. Il presidente ha detto che non vedeva l’ora di incontrare i leader africani e si è impegnato in un fruttuoso dialogo costruttivo. Ha anche espresso la speranza che le decisioni adottate al vertice e al forum, insieme a un lavoro congiunto continuo e diversificato, contribuiranno all’ulteriore sviluppo del partenariato strategico russo-africano a beneficio di paesi e popoli.

Il secondo vertice Russia-Africa, nonché un forum economico organizzato dalla Fondazione Roscongress, si terranno a San Pietroburgo dal 27 al 28 luglio. Il primo vertice di questo tipo si è tenuto a Sochi dal 22 al 24 ottobre 2019 sotto il motto “Per la pace, la sicurezza e lo sviluppo”. TASS è l’agenzia di hosting fotografico dell’evento e partner di informazioni.

Si perdono in sentieri impervi dei monti, salvati dai carabinieri madre e figlio

Escursionisti sul Monte Sant’Elia (archivio google)

I carabinieri di Palmi hanno raggiunto e tratto in salvo una donna e il suo figlio minorenne dispersi in un sentiero molto impervio senza riuscire a ritrovare la strada principale. E’ successo ieri sul Monte Sant’Elia, tra Palmi e Bagnara, sul basso Tirreno reggino.

Erano circa le 11 di ieri mattina quando la Centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Palmi riceve una richiesta di aiuto da parte di 2 escursionisti in difficoltà, bloccati sui sentieri del Monte Sant’Elia.

Appena acquisiti gli elementi essenziali, i Carabinieri del Radiomobile di Palmi, insieme a quelli della Stazione di Seminara, raggiungono il luogo indicato, rendendosi conto di quanto la zona sia impervia. Impossibilitati ad avvicinarsi oltre con i veicoli, i militari proseguono a piedi lungo una parte di sentiero, addentrandosi poi nella fitta boscaglia fino a raggiungere i due escursionisti, bloccati sul sentiero del Tracciolino, nel territorio della Frazione di Barritteri del Comune di Seminara. In una scarpata, al di sotto del sentiero, trovano una donna, residente a Bagnara Calabra, e suo figlio minorenne.

I due, intrapresa una gita sul Monte Sant’Elia, dopo aver incrociato alcuni cani randagi, avrebbero imboccato percorsi sconosciuti e smarrito la strada del ritorno, non riuscendo più a riprendere il cammino, stremati inoltre dal caldo torrido. I militari dell’Arma hanno subito fornito loro dell’acqua che avevano al seguito, aiutandoli fisicamente a raggiungere nuovamente il sentiero. Nessun ferito fortunatamente, solo molto spavento e alcuni dolori causati dalle circostanze e dal caldo intenso. Determinante l’aiuto dei militari dell’Arma che sono riusciti a raggiungere i due escursionisti, anche grazie alla conoscenza approfondita del territorio, prestando loro immediato soccorso e consentendogli di rientrare in sicurezza a casa.

Visibilia, il Senato boccia la sfiducia per il ministro Santanché: “Bellissima giornata”

Con 67 voti favorevoli e 111 contrari, il Senato non approva la mozione di sfiducia individuale al ministro del Turismo Daniela Santanchè presentata dal M5S. “È una bellissima giornata”, il commento dell’esponente Fratelli d’Italia che oggi era presente in Aula insieme ai ministri Musumeci, Bernini, Salvini, Giorgetti, Abodi, Casellati, Calderone e Roccella.

La mozione di sfiducia in discussione oggi ha per oggetto fatti “che ritengo di aver chiarito in questa aula in maniera solenne” dicendo “tutta la verità, come ho già ribadito più volte”, ha detto Santanchè nel suo intervento, ribadendo che “per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta, anche con grandissimi titoli sui giornali, mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato il 5 luglio non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Milano”. “Anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza a Milano è stata consegnata la proroga delle indagini in data 17 luglio. Per cui non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire”, ha rimarcato l’esponente di FdI.

“Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di ministro”. “Comprendo – ha proseguito – che ci possano essere anche diversità grandi di opinioni, di impostazioni o di scelte per le attività realizzate da un ministro. Diversità che io rispetto. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica” ma “che ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da ministro”, ha rimarcato l’esponente di Fdi.

“Rimane un dispiacere profondo per le tante parole, i tanti insulti, per tutto quello che è stato rivolto alla mia persona. Concludo confermando sempre e comunque un grande rispetto per questa assemblea, di cui anche io mi onoro di far parte come senatore. E che nelle funzioni che esercito al governo ho sempre inteso e intendo conformarmi a quei principi di legalità, responsabilità, disciplina e onore” indicati dalla Costituzione.

Bagarre in Aula durante la discussione, con Ettore Antonio Licheri (M5S) che nel suo intervento definisce “pagliacci” i membri del governo. “Non vi parleremo di avvisi di garanzia, ma di opportunità politica che è il rispetto dell’immagine e della reputazione del Paese. E’ sbagliata la vostra scelta di rifugiarvi nella vostra casa delle libertà e sbarrare le finestre – afferma – siete stati eletti ma il popolo di elettori non è un salvacondotto per fare di tutto. E’ sbagliata questa idea, che avete, di potere. Dopo questa sfiducia, resterà una ministra dello Stato che allo stato deve 1 mln e 2mila euro di tasse non pagate e resteranno i suoi dipendenti e fornitori rimasti per strada. E se volete continuare a ridere, ridete pure pagliacci!”. Arriva l’intervento del presidente del Senato Ignazio La Russa: “Poteva risparmiarsi l’offesa ai suoi colleghi. Su questo termine, usato nei confronti di tutti, la richiamo, peraltro nessuno aveva disturbato il suo intervento”, dice La Russa a Licheri.

Pronta le replica del senatore di FdI Alberto Balboni: “Non è con gli insulti che il M5S recupererà la verginità politica che ha definitivamente perduto. Dovevate aprire quest’aula come una scatoletta di tonno e invece nella casta vi siete integrati perfettamente”.

Nel testo della mozione presentata dal Movimento a prima firma del capogruppo Stefano Patuanelli, si legge che il M5S “esprime la propria sfiducia al ministro del Turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni”. Nel testo si ricostruisce la vicenda: “Valutato che sono ormai noti i contenuti delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto la ministra Santanchè già dal novembre 2022” e che nel “2011 la ministra, che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di senatrice e di sottosegretario, partecipa all’acquisizione del gruppo Ki Group S.p.A., attivo nella distribuzione dell’alimentare biologico”, si legge nella prima parte.

Il caso: Santanché indagata per falso in bilancio e bancarotta

Adnkronos 6 luglio 2023 – Insieme al ministro del Turismo Daniela Santanchè, iscritta nel registro degli indagati per falso in bilancio e bancarotta dallo scorso 5 giugno, risultano indagate altre cinque persone che hanno avuto ruoli societari in Visibilia Editore tra il 2016 e il 2020: la sorella Fiorella, il compagno della senatrice di Fratelli d’Italia Dimitri Kunz, gli ex consiglieri di amministrazione Massimo Cipriani e Davide Mantegazza e l’ex sindaco Massimo Gabelli. Tutti potrebbero essere destinatari, a breve, della richiesta di proroga delle indagini che la procura di Milano – i titolari del fascicolo sono i pm Laura Pedio e Maria Giuseppina Gravina (dopo che Roberto Fontana è stato eletto al Csm) – ha inoltrato al gip già dalla fine dello scorso marzo.

“Ribadisco che fino ad oggi, alle ore 15, non ho ricevuto un avviso di garanzia’”, ha detto il ministro del Turismo, incalzata dai giornalisti, lasciando il convegno dell’Anci “Missione Italia 2021-2016” dove è intervenuta.

“Gli avvocati mi dicono di non dire nulla, perché la strumentalizzazione giornalistica è eccessiva. Sebbene le domande siano comprensibili mi devo astenere” ha detto, interpellato dall’Adnkronos, Dimitri Kunz.

Incendi in Calabria, nel reggino muore un anziano

Un uomo di 98 anni è morto a Cardeto a causa degli incendi che stanno interessando la zona collinare a ridosso di Reggio Calabria.

Oltre a Cardeto, i roghi sono a Mosorrofa e a Gallina. L’anziano è rimasto vittima delle fiamme mentre la figlia e il genero sono rimasti lievemente feriti ma sono stati salvati.

Secondo quanto si è appreso, l’anziano, costretto a letto, sarebbe morto per le fiamme che hanno raggiunto l’abitazione in campagna in cui viveva.

Calcio, la Reggina ricorre al Tar per l’esclusione dalla Serie B

stadio reggio calabria Granillo

E’ stato formalmente depositato oggi al Tar del Lazio il ricorso amministrativo con il quale la Reggina contesta la bocciatura per l’ammissione al prossimo Campionato di Serie B di calcio a causa di difetti nell’iscrizione.

Il club calabrese si è affidato a un collegio difensivo composto dagli avvocati Enrico Lubrano, Paolo Rodella, Fabio Cintioli e Donato Patera.

Non ancora formalmente fissata la data dell’udienza; non è escluso che la discussione avrà luogo nell’udienza feriale del prossimo 2 agosto, quando davanti ai giudici amministrativi arriveranno anche i ricorsi proposti il 21 luglio scorso dal Calcio Lecco 1912 Srl e dalla Figc sempre in tema d’iscrizione al prossimo campionato.

Ponte sullo Stretto, Salvini: In manovra in autunno cifre importanti’

Per il Ponte sullo Stretto di Messina, “la manovra del prossimo autunno sarà quella che stanzierà le cifre più importanti. Il costo massimo è di 13 miliardi e conto che si stia ampiamente al di sotto”.

Così il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine dell’evento “L’Italia dei Sì. 2023-2032” spiegando che “è “meno della metà di quello che fino ad oggi sta costando il reddito di cittadinanza che non lascia traccia sul futuro. Le regioni saranno chiamati a dare il loro contributo, non si sa ancora quanti soldi hanno e conto che è che lo sappiano al più presto. Quindi i primi miliardi veri saranno in legge di bilancio”

Violenza sessuale, arrestato un ventenne nel crotonese

stalking
archivio

I carabinieri di Cirò Marina, al termine di una indagine le cui risultanze investigative sono state vagliate dalla Procura della Repubblica e concordate dal giudice del Tribunale di Crotone, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un ventenne accusato di presunta violenza sessuale, lesioni personali e violenza privata.

Il giovane – secondo l’accusa -, al termine di una serata della movida dello scorso fine agosto, avrebbe approfittato della giovane donna, salita a bordo della sua auto dietro la promessa di un passaggio per tornare a casa, per abusare sessualmente di lei all’interno della propria autovettura, per poi accompagnarla nelle vie del centro di Cirò Marina dove la giovane incontrava alcuni amici coetanei che, percependo il suo stato di agitazione, l’avrebbero aiutata a raggiungere la caserma dei carabinieri per sporgere denuncia.

I militari, nella circostanza, richiesero subito l’intervento dei sanitari del “118” che visitarono la giovane visibilmente scossa per quanto successo poco prima, quindi proseguirono con i necessari accertamenti investigativi del caso, protrattisi nei mesi a seguire e che – seguendo il racconto della vittima – hanno consentito la ricostruzione della vicenda.

L’arrestato, al termine delle previste attività d’ufficio, è stato quindi tradotto presso la casa circondariale di Crotone in attesa dell’interrogatorio di garanzia in presenza del suo avvocato. L’indagato è presunto colpevole fino ad eventuale processo e a sentenza di terzo grado passata in giudicato.

‘Ndrangheta: colpo alla ‘Locale’ di Mammola, 12 arresti

Una operazione contro le cosche mafiose del reggino è condotta dall’alba di stamane dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Gli agenti stanno eseguendo diversi provvedimenti restrittivi disposti dal giudice a carico di persone indiziate, a diverso titolo, di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e violenza privata. Oltre che in Italia, l’operazione sta interessando anche il territorio estero, dove risiedono alcuni degli indagati. L’indagine ha colpito presunti esponenti delle cosche del mandamento ionico reggino.

Sono 12 i provvedimenti restrittivi (8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) disposti da gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I soggetti arrestati sono ritenuti affiliati alla Locale di Mammola, di cui è stata ricostruita tutta la catena di comando, ma anche le sue proiezioni in Lussemburgo, dove con il coordinamento di Eurojust e il supporto dell’Unità I-CAN del Servizio cooperazione internazionale di polizia, il fast team della Polizia nazionale sta eseguendo 3 delle 12 misure cautelari, per le quali è stato emesso un mandato di arresto europeo.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli indagati esercitavo sul territorio un asfissiante controllo criminale, imponendo il pagamento del pizzo agli imprenditori che eseguivano lavori pubblici nell’area di competenza. Tra le vittime delle richieste estorsive figurano anche i titolare delle giostre che vengono installate in occasione della festa patronale di San Nicodemo. L’operazione è stata convenzionalmente denominata Malea, dall’antico nome del piccolo centro ionico.

Non si ferma all’Alt e getta la droga in strada, preso dopo inseguimento

Nel corso di un posto di controllo in via Botteghelle, gli agenti di polizia hanno intimato l’alt ad un’autovettura ma il conducente, invece di accostare, ha invertito il senso di marcia tentando di guadagnare la fuga.

Prontamente due volanti si sono poste all’inseguimento del veicolo. Durante la fuga il conducente ha violato numerose norme del codice della strada, mettendo a repentaglio l’incolumità degli operatori e degli utenti della strada, inoltre ha lanciato dal finestrino due involucri di colore bianco, rinvenuti da una delle due volanti lungo il tragitto.

L’inseguimento è terminato in zona fondo Gesù, dove il ventiduenne è stato fermato e condotto presso gli uffici della Questura.

Gli involucri del peso di 28 grammi di eroina sono stati sequestrati e l’uomo, un 22enne, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanza
stupefacente, quindi posto a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

Tenta di strangolare un anziano per interessi, arrestato

Carabinieri Cirò Marina

Un uomo di 44 anni, Roberto Perfetto, è stato fermato dai carabinieri di Cirò Marina e Verzino ad Umbriatico, centro del Crotonese, con l’accusa di tentato omicidio dopo che avrebbe provato a strangolare un ultraottantenne, Francesco Campana, che si trova adesso ricoverato in condizioni non gravi nell’ospedale di Crotone.

I fatti sono accaduti il 20 luglio scorso, ma se n’é avuta notizia soltanto oggi. Secondo le indagini, Perfetto avrebbe tentato di uccidere l’anziano utilizzando una corda. Credendo di averlo ucciso, il 44enne si è allontanato.

In realtà l’anziano, aveva soltanto perso i sensi. E’ stato soccorso da alcuni parenti e portato in ospedale. Campana ha poi riferito quanto era accaduto ai carabinieri, indicando l’identità del suo aggressore.

I militari hanno così rintracciato il presunto responsabile e lo hanno condotto in carcere. Secondo quanto è emerso dalle indagini, il movente del tentato omicidio sarebbe da collegare ad una questione d’interessi.

Lo scorso 20 luglio – è la ricostruzione dell’Arma -, l’anziano era stato trovato in casa da alcuni parenti e vicini riverso sul pavimento di casa privo di sensi, con una importante tumefazione al volto, che quindi avevano subito allertato il Sindaco di quel Comune e i Carabinieri della Stazione di Verzino, immediatamente intervenuti unitamente ai soccorsi sanitari.

I primi accertamenti dei Carabinieri hanno consentito di ricostruire la verosimile dinamica dei fatti: l’anziano sarebbe stato raggiunto in casa, nel pomeriggio dello scorso giovedì, dal suo conoscente che, allo stato, senza alcun apparente motivo, lo aggrediva da dietro, approfittando di un momento di distrazione dell’anziano uomo, strangolandolo con una corda.

Dopo qualche minuto, l’aggressore si sarebbe subito allontanato dall’abitazione lasciando l’anziana vittima priva di sensi, riversa al suolo che, solo grazie al tempestivo intervento dei soccorsi, sarebbe adesso fuori pericolo. Il fermato è stato quindi tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone. Le indagini dei militari sull’episodio sono in corso.

Incendi in Calabria, preso un piromane scovato con un drone

Il Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, in un video postato sul suo profilo Facebook, riferisce di un altro piromane sorpreso e denunciato ai carabinieri grazie ad un drone della Regione. “La Calabria – afferma Occhiuto nel video – è una regione civile. Però ha anche qualche imbecille che va ad appiccare il fuoco nei boschi come questo che abbiamo beccato. La cosa assurda è che ha tentato anche di abbattere il drone che lo stava riprendendo, lanciandogli contro alcune pietre. Ma da dove viene? Dalle caverne?”.

“Abbiamo messo in campo – aggiunge il Governatore – tutto quello che potevamo mettere per combattere gli incendi. Sono impegnati il personale ed i volontari dell’azienda in house della Regione Calabria Verde e della Protezione civile. Quest’anno stiamo impiegando ben 30 droni perché l’unico modo per contrastare la stupidità di chi rovina i boschi della Calabria è la deterrenza. Anche quest’anno, dunque, sugli incendi, tolleranza zero”.

Incendi in Calabria, decine i roghi attivi, in particolare nel Reggino e Cosentino

Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati oltre 70 gli incendi di bosco e sterpaglie in tutta la Calabria per i quali si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e del personale della Protezione civile regionale. I roghi si sono concentrati, in particolare, nelle province di Reggio e Cosenza.

Nella prima i vigili sono stati in azione, con squadre a terra, in Aspromonte, a Cardeto ed in località “San Demetrio”, dove si è reso necessario anche l’intervento di due Canadair e di un elicottero.

É ormai sotto controllo, intanto, l’incendio che a Campo Calabro, nel Reggino, ha interessato i locali di una ditta specializzata nel trattamento di rifiuti.

Il rogo era iniziato ieri pomeriggio dalla vegetazione, ma a causa del forte vento e delle alte temperature si è propagato all’azienda. Per quanto riguarda la provincia di Cosenza, i roghi si sono sviluppati nella zona dell’Alto Ionio, ed in particolare a Corigliano Rossano, Acri e Cassano.

Incidente stradale sulla statale 106, un morto e un ferito grave

Un incidente stradale è avvenuto stamane sulla statale 106, nel territorio di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza. Il bilancio è di un morto e un ferito grave.

Ad essere coinvolti un mezzo pesante ed un furgone che per cause in corso di verifica si sono scontrati tra loro.

Sul posto sono giunti la Polizia stradale per i rilievi, il 118, il personale dell’Anas e i Vigili del fuoco del distaccamento della città jonica. L’arteria è rimasta chiusa al traffico in entrambe le direzioni sino al termine delle operazioni di soccorso e ripristino della viabilità. Si sono registrate code per chilometri.

Elezioni in Spagna, perde la destra di Vox. Popolari in testa, socialisti secondi. Incognita governo

Il voto spagnolo ha decretato un netto vincitore delle elezioni: il Partito Popolare di Feijóo ottiene oltre il 33% dei suffragi e 136 seggi, e lascia i socialisti del PSOE al 31,70% e 122 seggi. Una rimonta molto forte rispetto alle elezioni del 2019, quando i seggi conquistati furono solo 89, ma non bastano al leader conservatore per sperare di formare un governo di destra.

Il problema è la “débacle” del partito di destra Vox. La formazione di Santiago Abascal ottiene solo il 12,4% dei voti pari a 33 seggi, 19 meno di quelli detenuti attualmente. Una delusione fortissima per i post franchisti.

I numeri
Il Partito popolare guidato da Alberto Núñez Feijóo, nelle elezioni generali, ha ottenuto 136 seggi in Parlamento, il Psoe di Pedro Sanchez 122, Vox di Santiago Abascal 33, e la piattaforma progressista Sumar di Yolanda Diaz 31. Sono i dati diffusi dal ministero dell’Interno, con il 99,9% delle schede scrutinate.

I partiti indipendentisti catalani Erc e Junts hanno ottenuto 7 seggi ciascuno, EH Bildu 6 e il Partito nazionalista basco 5. Il Pp e Vox insieme non hanno raggiunto la maggioranza assoluta al Congresso dei deputati, pari a 176 seggi.

In Senato, invece, il Pp può contare su una maggioranza assoluta di 143 scranni, contro i 92 dei socialisti.

In termini di voti il Pp è arrivato primo con il 33%, oltre 13 punti percentuali in più rispetto al 2019. Il Psoe ha incassato il 31,7% dei voti, con 4 punti percentuali in più della scorsa tornata elettorale. Vox si è fermato al 12,39%, in calo rispetto al 15% del 2019, e Sumar ha incassato il 12,31% dei voti.

Oltre 8 milioni di elettori hanno votato per il Pp mentre il Psoe ha incassato 7,7 milioni di voti. Vox ha perso oltre 600mila voti rispetto al 2019, arrivando poco sopra i 3 milioni. Sumar ha ottenuto più di 3 milioni di voti.

L’affluenza alle urne si è attestata al 70,40%, più alta rispetto alle precedenti consultazioni del 2019. Si è segnalato un record nel voto per corrispondenza da quando è stato introdotto nel 2015, con 2,6 milioni di elettori che hanno espresso la loro preferenza per posta.

Feijóo: “Il primo ministro sia chi ha più voti”

Feijóo ha subito rivendicato il diritto a formare il prossimo governo. “Il nostro obbligo ora è che non si apra un periodo di incertezza in Spagna”, ha dichiarato il presidente del Partito Popolare (Pp), commentando i risultati delle elezioni politiche di fronte ai sostenitori a Madrid.

“Gli spagnoli oggi hanno dato fiducia al Pp e hanno anche chiesto a tutte le parti dell’arco parlamentare di dialogare”, ha aggiunto, “come candidato del partito più votato, credo che il mio dovere sia aprire il dialogo, condurlo dal primo minuto e cercare di governare il nostro Paese in conformità con i risultati elettorali e la vittoria elettorale”.

“Gli spagnoli hanno parlato e bisogna ascoltarli, l’ho fatto per tutta la vita e lo farò ora”, ha proseguito, “come candidato con i maggiori consensi, con tutta l’umiltà e la determinazione, mi faccio carico di avviare la trattativa per la formazione del governo”.

Il presidente del Partito Popolare ha quindi chiesto al Psoe del primo ministro, Pedro Sanchez, di “non bloccare” il suo tentativo di formare un esecutivo. “Il primo ministro sia chi ha piu’ voti”, ha concluso, “la Spagna non si fermi, abbiamo vinto e ci spetta formare il governo, come è sempre accaduto”.

Abascal (Vox): “Pronti a fare opposizione o a tornare alle urne”

“Non abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di cacciare Sanchez”, il leader di Vox Santiago Abascal, parlando dalla sede del suo partito a Madrid, ha commentato il risultato delle elezioni.

“Vedo molti festeggiamenti nelle sedi degli altri partiti, sembra che abbiano vinto tutti e per questo colgo l’occasione per congratularmi con Feijóo come vincitore delle elezioni. Lo ha fatto non dipendendo da Vox, come voleva”, ha detto.

“È una pessima notizia che Pedro Sanchez, anche se ha perso le elezioni, possa bloccare l’investitura” di un governo di destra e “persino governare con l’appoggio del comunismo, del terrorismo e dell’indipendentismo”, ha aggiunto Abascal che ha promesso agli spagnoli che “oggi sono preoccupati che non li deluderemo, e che resisteremo: siamo assolutamente pronti sia a fare opposizione, sia a un ritorno alle urne”.

Quindi ha attaccato i media. “Durante tutta la campagna elettorale siamo stati avvisati di sondaggi chiaramente manipolati che hanno avuto una chiara conseguenza: la smobilitazione”, ha detto. “Inoltre, abbiamo visto i media fare appello al voto utile e demonizzare Vox”, ha aggiunto, “c’è stata molta manipolazione da parte di tutti i media pubblici e privati”.

Sanchez: “Siamo di più, molti di più noi che vogliamo che la Spagna avanzi”

Il presidente ad interim del governo e leader del Psoe, Pedro Sánchez, ha festeggiato davanti alla sede di Ferraz i buoni risultati ottenuti dal suo partito, con più seggi e percentuale di voti rispetto al 2019, nonostante fosse secondo dopo il PP, e ha manifestato l’intenzione di governare dopo aver affermato che il blocco della battuta d’arresto è fallito.

“Spagnoli, compagni. Siamo di più, molti di più noi che vogliamo che la Spagna avanzi, e continuerà ad essere così”, ha detto sul palco improvvisato alle porte di Ferraz davanti a centinaia di militanti e accompagnato dalla moglie Begoña.

Sánchez ha ricordato che dopo le elezioni regionali e comunali del 28 maggio, in cui il PP ha strappato gran parte del potere territoriale al PSOE, ha indetto elezioni generali anticipate perché riteneva che la Spagna dovesse decidere quale strada prendere: “Un corso di progresso nei prossimi quattro anni o un corso di regressione come propone il blocco involuzionista del PP con Vox”.

“Penso che la Spagna sia stata molto chiara, la Spagna e tutti i suoi cittadini che hanno votato sono stati chiarissimi e clamorosamente chiari: il blocco dell’involuzione, della ritirata, che proponeva l’abrogazione totale di tutti i progressi che abbiamo fatto in questi quattro anni è fallito”, ha dichiarato.

L’ipotesi nuove elezioni
Anche contando Vox (terza forza in calo di consensi) e gli altri partiti minori, le destre si fermano a 171 seggi, cinque in meno della maggioranza assoluta che blinda il mandato a formare un nuovo governo. L’attuale primo ministro Pedro Sanchez vede riaccendersi le speranze di restare al suo posto. Unendo le forze del PSOE e quelli del nuovo partito di sinistra, Sumar (erede di Podemos), agli autonomisti catalani e baschi, teoricamente, una maggioranza è possibile, anche se risicatissima.

Resta il nodo Junts per Catalunya. Nulla al momento farebbe presagire che il partito di Puigdemont dia il via libera a Sanchez senza alzare tantissimo l’asticella delle sue richieste indipendentiste.

Nel caso non si trovasse una maggioranza stabile incombe la possibilità di nuove elezioni, riportando le lancette al 2019. In quello stesso anno si votò ad Aprile e poi a Novembre per formare un governo con una maggioranza stabile di sinistra.

Musica, è morto il cantastorie Otello Profazio. Aveva 88 anni

E’ morto nell’ospedale di Reggio Calabria Otello Profazio, tra i cantanti folk e cantastorie calabresi più noti, autore di numerosi brani di successo.

Profazio, che aveva 88 anni ed era nato a Rende, in provincia di Cosenza, viveva a “Pellaro”, frazione di Reggio Calabria. Soffriva da tempo di patologie cardiache e due giorni fa era stato ricoverato nel “Grande ospedale metropolitano”.

Le sue condizioni, comunque, già dal momento del ricovero, erano apparse gravi. Molto conosciuto in Italia e all’estero, Profazio aveva pubblicato, complessivamente, 25 album, uno dei quali, “Qua si campa d’aria”, aveva ottenuto un notevole successo di vendite.

Inchiesta Covid, archiviate le posizioni del governatore Fontana e altri

Il tribunale dei ministri di Brescia ha archiviato la posizione del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia da Covid. Era stata la stessa procura di Brescia, guidata da Francesco Prete, a chiedere nei giorni scorsi l’archiviazione di Fontana, dell’ex assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera e degli altri undici indagati, tra cui diversi tecnici romani. Le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza sono già state definitivamente archiviate lo scorso giugno.

“Una ventata di verità, per me e per chi con me ha lottato in prima linea contro il Covid”, scrive Fontana su Facebook.

“Su questa indagine una certa parte politica ha costruito per anni una campagna di vero e proprio odio contro la Lombardia e contro il nostro operato. Nelle pagine della sentenza di archiviazione – prosegue Fontana – vedo smontate molte delle troppe bufale costruite ad arte su quei mesi drammatici che hanno sconvolto le nostre comunità e provocato un immenso dolore a tante famiglie”.

FONTANA, PERCHE’ SCATTA L’ARCHIVIAZIONE
“La contestazione al presidente della Regione Lombardia di non aver introdotto la zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano è, anche astrattamente, infondata”. Lo scrive il collegio speciale del tribunale dei Ministri di Brescia, presieduto dalla giudice Mariarosa Pipponzi, nell’ordinanza di 34 pagine con cui archivia le posizioni di Fontana, Gallera e di altre 12 persone.

Con contagi sparsi in regioni diverse, come nel caso della “situazione epidemiologica presente nel periodo contestato al presidente Fontana”, la competenza per l’istituzione della zona rossa “era, in prima battuta, del presidente del Consiglio”, scrivono i giudici, sottolineando poi che “in ogni caso, comunque, la Regione, salvi casi eccezionali, non avrebbe potuto adottare tali provvedimenti senza confrontarsi con il governo, dovendo simili misure essere inquadrate nell’ambito di una gestione dell’epidemia unitaria e non frammentaria ed episodica”.

I giudici ricordano inoltre che “l’istituzione di una zona rossa, per sua natura, incide e comprime diritti costituzionalmente garantiti” e ha “ricadute gravissime in termini di occupazione, di crisi sociale e di produzione del Pil nazionale. Si tratta quindi di valutazioni che, per la loro gravità, non è esigibile e neppure auspicabile che vengano assunte senza un’adeguata ponderazione dei dati di conoscenza acquisiti, del loro grado di certezza e delle conseguenze derivanti dall’istituzione di una zona rossa”. E “nei giorni in cui viene formalmente contestata un’omissione al presidente della Regione Lombardia persisteva un grado di incertezza non trascurabile sul livello di infettività del virus”.

A Fontana la procura di Bergamo contestava anche “di non aver segnalato con le mail del 27 e 28 febbraio 2020, la situazione di criticità relativa alla diffusione del contagio nei comuni della Val Seriana e di non aver richiesto ulteriori misure di contenimento rispetto a quelle in essere di cui, invece, chiedeva la conferma”. Anche in questo caso dal momento che “il 28 febbraio 2020, la segreteria del presidente della Regione Lombardia inviava al governo, ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Interno, nonché al commissario Borrelli, una nota alla quale era allegato un report contenente l’andamento epidemiologico al 28 febbraio 2020” i giudici del tribunale dei Ministri di Brescia concludono che “il presidente della Regione Lombardia, alla luce dei dati conosciuti e conoscibili, ha operato nel solco di quanto previsto dal decreto-legge n. 6 del 2020 e ha correttamente fornito al governo i dati a sua disposizione e pertanto la notizia di reato è, anche sotto questo profilo, infondata”.

Per il tribunale dei ministri di Brescia, sarebbe una “congettura priva di basi scientifiche” l’ipotesi di omicidio colposo contestata dalla procura di Bergamo.

“Manca del tutto la prova che le 57 persone, che sarebbero morte per la mancata estensione della zona rossa, rientrino tra le 4.148 morti in eccesso che non ci sarebbero stati se fosse stata attivata la zona rossa”, scrive il collegio speciale, presieduto dalla giudice Mariarosa Pipponzi, nelle 34 pagine di ordinanza di archiviazione. Nemmeno il prof. Crisanti, nel suo studio teorico su quanto accaduto nella Bergamasca all’inizio dell’emergenza pandemica – “è stato in grado di rispondere circa il nesso di causa tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di persone determinate”.

Per questo – sottolineano i giudici – “la contestazione dell’omicidio colposo in relazione alla morte delle persone indicate in imputazione si basa quindi su una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”, dal momento che “la possibilità di contrarre il virus tramite contatti con persone infette non è mai stata esclusa neppure all’interno delle zone rosse”.

Il tribunale dei ministri non ravvede neanche un nesso tra le condotte contestate a Fontana e ad altri (come la mancata proposta al governo di istituzione della zona rossa, l’estensione della sorveglianza ai voli indiretti dalla Cina, la mancata verifica della dotazione dei Dpi, il censimento dei reparti di malattie infettive solo a partire dal 24 febbraio 2020 e la mancata verifica della formazione del personale sanitario) e la morte delle 57 persone e da questo punto di vista sottolinea che l’ipotesi di omicidio colposo “non è supportata neppure dalla consulenza Crisanti e si riduce a nulla più che a una congettura priva di basi scientifiche”.

Per quanto riguarda l’ipotesi di reato di “epidemia colposa in forma omissiva non è configurabile” secondo i giudici, perché “in questione abbraccia la sola condotta di chi per dolo o per colpa diffonde germi patogeni”. Inoltre, “data la natura stessa della pandemia da Sars-CoV-2, che ha coinvolto l’intera umanità, sarebbe comunque irrealistico ipotizzare che la stessa sia stata cagionata, anche solo a livello nazionale o regionale, da asserite condotte omissive”, come quelle contestate a Fontana, Gallera e gli altri. Per i giudici “la dimostrazione empirica, ma inconfutabile, di tale assunto è data dal fatto tutti i Paesi sono stati colpiti dalla pandemia – sia quelli che hanno adottato misure più restrittive, tra cui l’Italia, sia quelli che hanno adottato misure meno restrittive – e quindi è un non senso affermare che, se fossero state adottate le misure asseritamente omesse, l’epidemia non si sarebbe verificata”.

Si appropria di 600mila euro dei correntisti, arrestata direttrice Poste

CASERTA – Nel suo ruolo di direttrice di un Ufficio postale si sarebbe appropriata di 600mila euro dei correntisti, e una volta accortasi di essere sotto indagine, avrebbe chiamato le ignare vittime esortandole a non rilasciare dichiarazioni agli inquirenti: è l’accusa contestata ad una funzionaria delle Poste italiane in servizio nel Casertano, arrestata e condotta ai domiciliari dalla Guardia di Finanza su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per i reati di peculato e autoriciclaggio.

Alla indagata è stato notificato anche un provvedimento di sequestro di 600mila euro. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal procuratore Pierpaolo Bruni, e realizzata dalla Guardia di Finanza di Capua con la collaborazione del servizio Antifrode delle Poste Italiane, è partita dalla denuncia di un correntista casertano, e ha permesso di ricostruire un intricato sistema di appropriazione dei soldi dei clienti, che sono stati poi contattati telefonicamente quando la funzionaria ha scoperto di essere sotto indagine; la direttrice ha usato anche terze persone per far avvertire i correntisti. Il giudice ha disposto anche il sequestro delle somme pari .a seicentomila euro

Operaio cade da impalcatura in cantiere nuovo ospedale Sibaritide, è grave

Un operaio di 61 anni, è rimasto ferito in modo grave a Corigliano-Rossano mentre stava lavorando nel cantiere in cui si sta realizzando il nuovo ospedale della Sibaritide.

L’uomo, che lavora per un’impresa edile di Avellino, nel momento dell’incidente si stava trasferendo da un solaio all’altro dell’edificio in costruzione e, per cause in corso d’accertamento, è precipitato da un’altezza di circa quattro metri, riportando un grave trauma cranico.

L’operaio è stato soccorso dal personale del 118 e trasferito con l’elisoccorso nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. E’ stato ricoverato con prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

I carabinieri, che hanno effettuato i rilievi sul posto, hanno avviato indagini per accertare se nel cantiere in cui si è verificato l’incidente fossero rispettate le condizioni di sicurezza sul lavoro. (ansa)

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