10 Ottobre 2024

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Termina il vertice BRICS, sintesi della dichiarazione finale. Altri 6 paesi nel blocco

I leader dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno adottato la dichiarazione finale del 15° vertice Johannesburg-2. Il documento in 94 punti è dedicato principalmente alle questioni economiche e alla cooperazione, mentre l’Ucraina viene menzionata solo una volta. La decisione di allargare il gruppo è stato il risultato principale del vertice. L’agenzia Tass ha riassunto le idee chiave del documento finale del vertice.

Espansione dei BRICS

Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti diventeranno membri a pieno titolo dal 1° gennaio 2024. I ministri degli Esteri dei BRICS sono stati incaricati di stilare un elenco dei probabili paesi partner (che potrebbero essere ventidue). Una relazione su questo tema dovrebbe essere presentata al prossimo vertice che si terrà a Kazan nel 2024.

Cooperazione economica

È stato riaffermato l’impegno a rafforzare il coordinamento macroeconomico e ad approfondire la cooperazione economica. I partecipanti all’associazione hanno annunciato l’intenzione di rafforzare la cooperazione nel settore agricolo per garantire la sicurezza alimentare. Va notato che i paesi BRICS rappresentano un terzo della produzione alimentare mondiale. I BRICS sostengono l’uso delle valute nazionali nelle transazioni commerciali e finanziarie tra i paesi dell’associazione.

L’associazione è contraria alle barriere commerciali, comprese quelle imposte da numerosi paesi sviluppati con il pretesto della lotta al cambiamento climatico.

Appello alle riforme

L’ONU è vista come una pietra angolare del sistema delle relazioni internazionali. I membri BRICS riaffermano il loro impegno a favore del multilateralismo e del diritto internazionale. Allo stesso tempo, i BRICS sostengono l’idea di riformare l’ONU, compreso il Consiglio di Sicurezza, e sostengono una più ampia rappresentanza dei paesi in via di sviluppo nel Consiglio di Sicurezza.

Anche l’Organizzazione Mondiale del Commercio e le istituzioni finanziarie di Bretton Woods, compreso il Fondo Monetario Internazionale, dovrebbero essere riformate.

Impegno al dialogo

I paesi BRICS sono preoccupati per i conflitti nel mondo e sostengono la loro risoluzione pacifica attraverso i colloqui. L’associazione sostiene soluzioni diplomatiche ai conflitti in Niger, Libia e Sudan sulla base dell’ONU e dell’Unione africana. I BRICS accolgono con favore anche tutti gli sforzi volti a promuovere una soluzione politica e negoziata alla crisi siriana. La soluzione della questione nucleare iraniana dovrebbe essere pacifica e diplomatica.

Conflitto ucraino

I membri del BRICS hanno apprezzato le “proposte di mediazione” volte ad una soluzione pacifica della crisi ucraina, compresa una missione di mantenimento della pace africana.

G20

Il G20 mantiene il suo ruolo guida come forum multilaterale per la cooperazione economica e finanziaria internazionale, riunendo stati industrializzati, economie di mercato emergenti e paesi in via di sviluppo, dove le principali economie cercano congiuntamente soluzioni alle sfide globali. I paesi BRICS sono impegnati in un approccio equilibrato volto a rafforzare e integrare la voce del Sud del mondo nell’agenda del G20 durante la presidenza indiana nel 2023 e le presidenze brasiliana e sudafricana nel 2024 e 2025.

Affrontare le pandemie

La ripresa economica globale squilibrata dopo la pandemia sta aumentando le disuguaglianze globali. I paesi BRICS sono impegnati a intensificare gli sforzi nella prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia. A questo proposito, i membri BRICS ritengono importante continuare a sostenere il Centro virtuale di ricerca e sviluppo dei vaccini BRICS.

Lotta alla corruzione e al terrorismo

È necessario rafforzare la cooperazione internazionale per combattere i flussi finanziari illeciti e aumentare l’attività congiunta di lotta al terrorismo.

I paesi BRICS hanno chiesto la rapida adozione di una Convenzione globale sul terrorismo internazionale da parte dei membri delle Nazioni Unite, nonché l’avvio dei negoziati su una convenzione internazionale sulla prevenzione degli atti di terrorismo chimico e biologico sulla piattaforma della Conferenza sul disarmo.

Scoperto con una piantagione di marijuana nel giardino, arrestato un diciottenne

A Bisignano, i Carabinieri della Compagnia di Rende, hanno arrestato in flagranza un giovane 18enne del luogo con l’accusa di coltivazione e detenzione di droga.

I militari sono riusciti ad individuare una coltivazione di canapa indiana occultata sotto gli alberi di ulivo all’interno del terreno attiguo all’abitazione dell’arrestato. I Carabinieri hanno fatto scattare il blitz alle prime ore del mattino, fermando il 18enne.

Nel corso della perquisizione sono state trovate 9 piante di canapa indiana seminate nel giardino di proprietà, dell’altezza compresa tra i 2,50 e i 2,80 metri il cui fogliame è risultato avere un peso lordo di circa 12 chili.

Nella camera da letto dell’indagato è stata rinvenuta una vera e propria cabina serra per la coltivazione in door delle piante, dotata di sistema di areazione, illuminazione e riscaldamento, nonché fertilizzanti ed attrezzature specifiche per la coltivazione.

L’infallibile fiuto del cane antidroga ha consentito di rinvenire altri circa 24 grammi di marijuana, suddivisa in dosi e già essiccata e pronta per essere venduta. Trovati anche i bilancini di precisione e la somma contante di oltre 1.500 euro in banconote di diverso taglio, sequestrata in quanto ritenuta provento dell’attività illegale di spaccio.

Le piante, lo stupefacente e tutti i materiali utili rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro. Una volta immessa sul mercato illegale, i numerosi chili di marjuana potenzialmente prodotti e venduti al dettaglio avrebbero potuto fruttare diverse decine di migliaia di euro.
L’uomo su disposizione dell’autorità giudiziaria di Cosenza è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Aereo si schianta in Russia, agenzia emergenze: “Il nome di Prigozhin tra i passeggeri”

Un aereo privato Embraer Legacy con dieci persone a bordo si è schiantato nella regione di Tver. Lo ha riferito il Ministero delle situazioni di emergenza citato dall’agenzia Ria Novosti.

“A bordo c’erano dieci persone, tra cui tre membri dell’equipaggio. Secondo le prime informazioni, tutti le persone a bordo sono morte”, ha sottolineato il dipartimento.

L’aereo stava volando da Mosca a San Pietroburgo. La caduta è avvenuta vicino al villaggio di Kuzhenkino, a circa duecento km in linea d’aria dalla capitale. I soccorritori stanno effettuando le ricerche.

A sua volta, l’Agenzia federale dei trasporti aerei, citata da diverse testate russe, ha riferito che nell’elenco dei passeggeri compaiono il cognome e il nome del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, e del suo vice Dmitry Utkin, sottolineando di aver avviato un’indagine sull’incidente. Non è chiaro se il capo della brigata fosse effettivamente a bordo, poiché – circola su alcuni media – ci sarebbe stato un altro velivolo di proprietà di Prigozhin che avrebbe effettuato un atterraggio a Mosca nello stesso frangente temporale.

Il governatore della regione di Tver, Igor Rudenya, ha preso il controllo della situazione con l’incidente aereo. Come chiarito nel governo della regione, sul posto sono presenti le forze dell’ordine e il Ministero delle situazioni di emergenza. Stabiliscono i dettagli dell’incidente e specificano anche il numero dei morti.

Più tardi, un rappresentante dei servizi di emergenza ha detto a RIA Novosti che sul luogo dell’incidente sono stati trovati i corpi di otto persone. Proseguono le attività di ricerca e salvataggio.

Il disastro aereo è stato ripreso in video ed è stato trasmesso su Ria Novosti. Nelle immagini si vede l’aereo che in volo inizia a perdere quota e precipita in picchiata nell’area dove è stato ritrovato, in fiamme. Nessuno è sopravvissuto e finora sarebbero stati trovati otto cadaveri carbonizzati.

Putin al vertice BRICS: “Siamo in Ucraina per fermare una guerra di sterminio”

Vladimir Putin torna ad accusare l’Ucraina di aver “scatenato una guerra contro quelle persone che non erano d’accordo con un colpo di stato” ordito dall’Occidente per rovesciare il governo filorusso. “Una guerra crudele, guerra di sterminio” in corso “da otto anni”, aggiunge il presidente russo parlando in videocollegamento con i leader del BRICS riuniti in Sudafrica.

“Il desiderio dei Paesi occidentali di mantenere la propria egemonia è la causa dell’attuale crisi in Ucraina” ha detto Putin, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. “Voglio sottolineare che è stato il desiderio di mantenere la propria egemonia nel mondo, il desiderio di alcuni Paesi di mantenere questa egemonia che ha portato a una grave crisi in Ucraina”.

L’intervento di Putin arriva nel giorno in cui un drone si è schiantato contro un edificio in costruzione a Moscow City e un altro drone è stato abbattuto dalle forze di difesa aerea nel distretto di Mozhaisk della regione di Mosca.

“Questa notte, la difesa aerea ha abbattuto un drone nel distretto di Mozhaisk nella regione di Mosca. Il secondo drone ha colpito un edificio in costruzione nella City. I servizi di emergenza sono andati sul posto. Secondo le informazioni preliminari, non ci sono state vittime”, ha scritto sul suo canale Telegram il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin. Tutti gli aeroporti di Mosca sono stati chiusi ai voli in partenza e in arrivo. Diverse le segnalazioni di esplosioni in città.

Sono tre i droni ucraini abbattuti dalla difesa aerea russa a Mosca e dintorni ed è il sesto giorno consecutivo che la Russia subisce attacchi di questo genere. L’ultimo è avvenuto ore dopo che tre persone sono state uccise e due ferite nei bombardamenti russi su due villaggi vicino a Lyman, nell’Ucraina orientale, secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare locale.

Un drone “è stato neutralizzato con mezzi di guerra elettronica e, avendo perso il controllo, si è scontrato con un edificio in costruzione nel complesso della città di Mosca” senza causare vittime, ha dichiarato il ministero della Difesa russo su Telegram, attribuendo a Kiev la paternità dell’attacco. Secondo il sindaco moscovita Sergey Sobyanin, diverse finestre di due edifici di cinque piani sono state danneggiate e i servizi di emergenza stanno ispezionando i dintorni.

L’agenzia di stampa russa RIA Novosti aveva riferito in precedenza che una “esplosione” era stata udita nel quartiere degli affari di Mosca City, nella parte occidentale della capitale russa, a circa 5 km dal Cremlino. Altri due ordigni sono stati distrutti dalla difesa aerea nei quartieri di Mojaiski, a 12 km dal centro di Mosca, e Khimki, nella regione della capitale, a circa 20 km a nord-ovest del Cremlino, ha fatto sapere il Ministero della Difesa. Il traffico aereo negli aeroporti internazionali di Mosca Domodedovo, Sheremetyevo e Vnukovo è stato interrotto per breve tempo, poi ha ripreso l’attività.

Uno dei droni lanciati da Kiev ha colpito un edificio in costruzione nel quartiere finanziario della città di Mosca. Lo ha affermato il sindaco della capitale russa Sergey Sobyanin su Telegram. “Secondo le prime informazioni non ci sono state vittime”, ha sottolineato il Sindaco rilanciato successivamente dall’agenzia Tass. “Le difese aeree hanno abbattuto un drone nel distretto Mozhaisky, della regione di Mosca, mentre un altro veicolo aereo senza pilota ha colpito un edificio in costruzione nella città”, ha affermato Sobyanin.

Squadre di intervento sono state inviate sui siti e, in particolare, nel quartiere della finanza moscovita dove sono stati registrati “lievi danni”, secondo quanto riferito a Tass da un funzionario dei soccorsi. “Diverse finestre – ha aggiunto il funzionario – sono state distrutte” in tre piani (11mo-12mo-13mo) della Torre Neva, a Moscow City.

L’attacco russo
L’ufficio del procuratore di Donetsk ha dichiarato su fb che i colpi di artiglieria hanno colpito prima Torske intorno alle 18:50 e poi Zakitne mezz’ora dopo. Le persone uccise a Torske erano due donne e un uomo, di età compresa tra i 63 e gli 88 anni, che erano seduti su una panchina quando sono stati raggiunti dai proiettili. In un attacco separato, quattro persone sono state ferite dai bombardamenti e un edificio residenziale è stato colpito da due droni esplosivi a Seredyno-Buda, un villaggio nel nord-est dell’Ucraina vicino al confine con la Russia, secondo quanto riferito dall’autorità militare regionale.

Medvedev: “L’Ucraina scomparirà dalla mappa del Mondo”
L’Ucraina potrebbe scomparire come Stato dalla mappa del Mondo in seguito al conflitto in corso. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in un articolo pubblicato sul sito web aif.ru in occasione del 15esimo anniversario dell’invasione dell’Ossezia del Sud da parte della Georgia e della Russia e riportato dalla Tass.

“È già chiaro come andrà a finire: Kiev subirà una vergognosa sconfitta, proprio come gli aggressori georgiani. Lo Stato ucraino, che è stato creato artificialmente sulle rovine dell’Unione Sovietica, scomparirà probabilmente dalla mappa politica del mondo”, afferma Medvedev.

Vertice BRICS, esperto: “Alleanza è un’alternativa affidabile al modello occidentale”

L’alleanza BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) – più altri che aderiranno – “rappresenta per i paesi del Sud del mondo un’alternativa affidabile ai valori offerti dai paesi occidentali. Lo ha detto il direttore esecutivo dell’Istituto francese di studi mediterranei e mediorientali, Joan Deas, citato dalla Tass.

“Il fatto che il Sudafrica ospiti il ​​vertice BRICS spiega perché così tanti paesi africani sono invitati a questo incontro. Ciò dimostra la popolarità di questo gruppo nel Sud del mondo. Sembra un’alternativa credibile al modello occidentale”, ha affermato.

Deas ha aggiunto che i valori dei BRICS “sono forse più attraenti per questi paesi rispetto alle condizioni che l’Occidente ha imposto loro per decenni, che hanno portato alla loro umiliazione ed emarginazione”.

Il vertice dei BRICS si terrà a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Sarà il più grande incontro dei capi di Stato e di governo del Sud del mondo degli ultimi anni. Tra gli invitati figurano i leader di 54 Paesi africani. Secondo il servizio stampa del Cremlino gli accordi definitivi saranno contenuti nella dichiarazione di Johannesburg del vertice dei 15 BRICS.

Accordo tra partner favorisce espansione dell’alleanza BRICS. 22 paesi hanno fatto domanda per entrare

I leader dei BRICS hanno adottato un documento che racchiude le linee guida e i principi per l’espansione dell’associazione, ha affermato il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor.

“Siamo d’accordo sulla questione dell’espansione. Abbiamo adottato un documento che stabilisce linee guida, principi, processi per considerare i paesi che desiderano diventare membri dei BRICS. Questo è molto positivo”, ha detto il diplomatico a Ubuntu Radio.

Da gennaio i leader BRICS lavorano sul concetto di espansione e sui principi della sua attuazione. Finora ventidue paesi hanno presentato domanda formale di adesione: Algeria, Argentina, Bangladesh, Bahrein, Bielorussia, Bolivia, Venezuela, Vietnam, Honduras, Egitto, Indonesia, Iran, Kazakistan, Cuba, Kuwait, Nigeria, Emirati Arabi Uniti, Palestina, Arabia Saudita, Senegal, Tailandia ed Etiopia. Secondo informazioni citate da Tass, quest’anno potrebbero essere ammessi nei BRICS da tre a cinque paesi. Alcuni elencano tra questi paesi l’Argentina, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita.

In sostanza i paesi Brics, alleanza già composta da giganti economici, contano circa 3,3 miliardi di abitanti contro i circa 800 milioni dell’occidente, tra Usa, Canada, Gran Bretagna e Ue. Se al blocco Brics aderiscono anche i 22 paesi citati nel precedente paragrafo, si stimano circa 5, sei miliardi di persone.

Intanto, durante l’incontro a Johannesburg i partecipanti hanno espresso l’intenzione di abbandonare il dollaro come valuta di riserva globale. Un modo per frenare l’egemonia Usa negli scambi commerciali e contribuire a rafforzare l’alleanza politica-economica e forse anche militare, del sorgente mondo multipolare.

 

Vertice BRICS, Putin: “La guerra in Ucraina è colpa dell’Occidente”

A un anno e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina, Vladimir Putin ha assicurato, durante il vertice del gruppo Brics a Johannesburg, che la Russia vuole porre fine a un conflitto che, secondo lui è stato “scatenato” dall’Occidente a trazione Usa “per mantenere la propria egemonia nel mondo”.

Intervenuto in collegamento video, il leader della Federazione russa ha utilizzato il suo discorso per difendere la guerra della Russia in Ucraina e lodare Cina, Brasile, India e Sudafrica, che nel blocco con Mosca si presentano sempre più come contrappeso al dominio globale degli Stati Uniti.

Putin ha ribadito che l’invasione dell’Ucraina, condannata da Kiev e dall’Occidente come una mossa imperialista, è stata la risposta obbligata della Russia alle azioni ostili di Kiev e Washington e allo “sterminio” che da otto anni era in corso nelle regioni orientali del Donbass.

“Prima, con l’aiuto degli occidentali, in questo Paese è stato effettuato un colpo di Stato incostituzionale, e poi è stata scatenata una guerra contro quelle persone che non erano d’accordo col golpe”, ha detto riferendosi alla caduta del governo filo-russo di Viktor Yanukovich dopo la rivoluzione di Maidan del 2014. “Una guerra crudele, una guerra di sterminio da otto anni”.

Putin ha parlato ai leader di Paesi che si sono astenuti dal condannare le azioni della Russia in Ucraina. Dopo la rottura con l’Occidente sull’Ucraina, i paesi Brics hanno assunto maggiore importanza per Mosca, interessata ad attenuare le sanzioni con l’aumento dell’interscambio aumentando con Asia, Africa e America Latina.

Per consolidare il loro sostegno, il Cremlino sta puntando molto nella denuncia del neocolonialismo. “Siamo unanimemente a favore della formazione di un ordine mondiale multipolare che sia giusto e basato sul diritto internazionale, nel rispetto dei principi chiave della Carta delle Nazioni Unite, compreso il diritto sovrano e il rispetto del diritto di ogni popolo al proprio modello di sviluppo”, ha dichiarato il leader russo. “I Brics”, ha aggiunto, “sono contrari all’egemonia e alla politica del neocolonialismo”.

La Russia ha ripetutamente affermato di essere aperta ai colloqui per porre fine alla guerra che va avanti da 18 mesi, ma solo se si terrà conto delle “nuove realtà” create dalle sue forze che controllano quasi un quinto dell’Ucraina. L’Ucraina chiede il ripristino di tutto il suo territorio e il ritiro delle truppe russe.

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che a giugno ha presentato un piano di pace africano separatamente a Putin e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato in risposta al discorso del presidente russo che i membri del Brics continueranno a sostenere gli sforzi per porre fine al conflitto.

Finanzieri travestiti da bagnanti beccano pusher che smerciava cocaina anche a minorenni

Militari della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno arrestato a Nocera Terinese un uomo trovato trovato in possesso sei dosi di cocaina, 4 bilancini di precisione e oltre seimila euro in contanti.

Nell’ambito di controlli antidroga nelle zone con alto afflusso turistico, i finanzieri appartenenti alla Compagnia pronto impiego di Lamezia Terme hanno individuato un possibile smercio di stupefacenti in un’abitazione situata nella zona marina di Nocera Terinese, dove si registrava un insolito viavai di potenziali acquirenti, anche minorenni.

I finanzieri, travestiti da bagnanti per non destare sospetti, si sono introdotti nello stabile e, cogliendo di sorpresa il pusher, hanno effettuato un’accurata perquisizione domiciliare, anche con l’ausilio di cane antidroga, hanno individuato sei dosi di droga, pari a circa 5 grammi, nascoste nel motore di un condizionatore e il denaro, per lo più in banconote di piccolo taglio, abilmente celato nella federa del cuscino di una sedia.

Lo spacciatore è stato associato alla casa circondariale di Catanzaro a disposizione dell’autorità giudiziaria di Lamezia Terme.

E’ morto Toto Cutugno, un “italiano vero”

E’ morto a Milano il cantante Toto Cutugno, re della melodia italiana. Aveva 80 anni. Il cantautore è scomparso oggi all’Ospedale San Raffaele del capoluogo lombardo in cui era ricoverato per l’aggravarsi di una malattia.

Cutugno è stato uno dei cantanti più amati in Italia e simbolo della melodia italiana all’estero grazie soprattutto a “L’Italiano”, diventato nel tempo una specie di inno nazionale.

Quindici partecipazioni al Festival di Sanremo all’attivo (con una storica performance nel 1990 in coppia con Ray Charles), autore di hit amatissime anche all’estero, da “L’Italiano” a “Il tempo se ne va”, “La mia musica”, “Solo noi”, per citarne solo alcune, Cutugno è stato un vero uomo di spettacolo, capace di passare con estrema disinvoltura dal cantautorato alla conduzione televisiva (nel 1987 fu alla guida di una fortunata edizione di “Domenica In”).

Toscano ma cresciuto in Liguria, non ancora ventenne fonda un gruppo, Toto e i Tati, proponendo dal vivo i suoi brani. Il 1975 è l’anno del grande successo in Francia, dove Joe Dassin incide la sua “L’etè Indien”, che diventa una hit internazionale. Da lì le richieste si moltiplicano: Toto scrive canzoni per Mireille Mathieu, Dalida, Johnny Hallyday, Michel Sardou, Claude Francois, Hervè Vilard. In Italia compone per Domenico Modugno, Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni.

Il debutto al festival di Sanremo è nel 1976: sul palco dell’Ariston sale con il suo gruppo, gli Albatros, con “Volo AZ 504”. Arriva terzo. Poco dopo arriva “Nel cuore nei sensi”, con cui partecipa al Festivalbar e che balza ai vertici delle classifiche nella versione francese incisa da Gerard Lenorman. L’anno dopo gli Albatros tornano a Sanremo con un’altra canzone di Toto, “Gran Premio”. Una svolta importante poi nel ’78 con “Donna donna mia”. Sigla del programma “Scommettiamo” condotto da Mike Bongiorno, raggiunge i vertici della hit parade.

Un periodo fertile per Cutugno, che scrive anche la prima canzone per il grande Adriano Celentano, Soli. Una canzone che per mesi resterà al primo posto in classifica. Per l’album di debutto, “Voglio l’anima”, bisognerà attendere il 1979. I brani saranno successivamente incisi da vari artisti, italiani e stranieri, e la title-track diventa sigla del programma tv francese “Saranno famosi”, restando per settimane ai vertici della hit parade. Ma sono tanti i successi del Toto nazionale: “Solo noi” viene lanciato a Sanremo nel 1980 e vince: la sua unica vittoria in 15 festival.

Nello stesso anno firma tutte le canzoni del disco “Il tempo se ne va” per Adriano Celentano. Dopo la pubblicazione di “La mia musica”, del 1981, nel 1983 con il suo brano-simbolo, “L’Italiano”, arriva solo quinto ma la canzone vende milioni di dischi e lo rende famoso nel mondo, Israele, Iran e Corea compresi. All’Ariston (è quasi leggenda la sua fama di “eterno secondo”) tornerà tante altre volte, come interprete, autore e superospite, mai in modo scontato: nel 2010, dopo un periodo difficile per motivi di salute, arriva a Sanremo con Belen Rodriguez, con la quale canta “Aeroplani”.

Nel 2012 invitato da Fabio Fazio, esegue “L’Italiano” con il coro dell’Armata Rossa. Il suo legame con il festival è talmente forte che nel 2005 per parteciparvi rinuncia all’Olympia di Parigi. E, tra un festival e l’altro, Toto gira il mondo, non sta mai fermo sempre fedele al suo slogan: «Lasciatemi cantare con la chitarra in mano, lasciatemi cantare, sono un italiano».

Nel 2018 per un malore è costretto ad annullare concerti in Belgio. Nello stesso anno ha la soddisfazione di cantare per la seconda volta nella lunga carriera all’Olympia di Parigi e Le Monde dedica per l’occasione una pagina all’italiano vero. Nel 2019 scoppia un caso Ucraina: un gruppo di deputati ucraini con una lettera chiese di precludere per presunte posizioni filorusse l’ingresso nel paese a Toto Cutugno che aveva un concerto a Kiev, da tempo tutto esaurito. Lui replicò di essere “sorpreso e preoccupato”, dichiarandosi sempre distante dalla politica: “Io sono apolitico”, disse.

La vicenda poi si sgonfia e lui riesce a cantare davanti ad un pubblico entusiasta. Nel 2021 fu felice di passare il testimone ai Maneskin a Eurovision: fu lui infatti il vincitore del concorso europeo nel 1990. Popolarissimo sia a Mosca che Kiev a guerra iniziata nel 2022 dichiarò: “sogno bambini russi e ucraini insieme”.
I funerali di Toto Cutugno si terranno giovedì 24 agosto, alle ore 11, nella Basilica Parrocchia dei Santi Nereo e Achilleo, in viale Argonne 56 a Milano. A comunicare la notizia del funerale di Toto Cutugno all’Ansa è stato il manager Danilo Mancuso assieme alla famiglia dell’artista.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Orgoglio italiano

«Con la scomparsa di Toto Cutugno il mondo della musica perde un interprete popolare e importante». Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nell’esprimere vicinanza alla famiglia e alle persone a lui più care, in questo momento doloroso, ricorda «un artista, con l’orgoglio di essere italiano, apprezzato anche all’estero, i cui successi sono stati la colonna sonora di un’epoca. Dimostrò il suo talento anche come autore».

Evade dai domiciliari per minacciare e perseguitare l’ex compagna, in carcere

I carabinieri del nucleo operativo di Rende hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione di custodia in carcere nei confronti di F.R., 38 anni, di Luzzi, accusato di presunti atti persecutori, maltrattamenti in famiglia ed evasione.

L’uomo è accusato di reati persecutori nei confronti dell’ex convivente, per il quale è tuttora indagato, ed era stato sottoposto lo scorso 26 luglio agli arresti domiciliari. Nella serata del 17 agosto i Carabinieri di Luzzi, come di prassi, hanno effettuato un controllo a casa dell’uomo, per verificare che l’arrestato fosse regolarmente in casa come previsto dalla misura cautelare a cui era sottoposto.

L’uomo però, non si trovava nel domicilio e si era allontanato per raggiungere l’ex compagna a Taverna di Montalto Uffugo, presso l’abitazione di un’amica di quest’ultima, spaventando oltremodo le due figlie minori della donna.

Poco dopo la donna constatava che la sua autovettura, parcheggiata nel cortile di casa, era stata incendiata. Impaurita per la propria incolumità e quella dei propri familiari sporgeva una nuova querela, riferendo che l’uomo aveva continuato a molestarla e perseguitarla anche dopo essere stato arrestato, con telefonate dal contenuto minatorio.

Da quel giorno l’uomo si era reso irreperibile fino a quando non è stato rintracciato dai militari di Rende sul litornaeo Tirrenico, a Paola, e tratto in arresto nella flagranza del reato di evasione.

Le attività investigative intraprese e refertate dai militari della Compagnia di Rende, alla Procura della Repubblica di Cosenza, avrebbero consentito di raccogliere elementi concreti che hanno consentito di richiedere l’emissione dell’odierna misura custodiale, considerata la grave progressione criminosa dell’indagato.

L’uomo, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Cosenza, è stato tradotto presso la casa circondariale di Viale Mancini.

Naufragio migranti a Cutro, pm ottiene il giudizio immediato per 4 scafisti

Saranno processati il 14 ottobre prossimo dal Tribunale di Crotone i quattro presunti scafisti del natante “Summer love” carico di circa 180 migranti che il 26 febbraio scorso si schiantò contro una secca a poche decine di metri dalla riva di Steccato di Cutro provocando la morte accertata di 94 persone, tra le quali 35 bambini, e una decina di dispersi.

Il pm della Procura di Crotone Pasquale Festa infatti ha chiesto e ottenuto dal gip Massimo Forciniti il giudizio immediato.

Gli imputati, Ufuk Gun, di 28 anni, turco, Arslan Khalid (25) pachistano, Fuat Sami (50), turco e Hafab Hussnain (21), pachistano, hanno adesso 15 giorni di tempo per chiedere eventualmente di essere processati con un rito alternativo. I quattro sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e omicidio colposo.

Agli imputati, il pm – che nella sua richiesta attribuisce ad ognuno un preciso ruolo tenuto durante il viaggio dell’imbarcazione dalla Turchia – contesta anche le condotte tenute in prossimità della riva quando, per poter rientrare in Turchia con la barca, hanno effettuato una brusca virata nell’erroneo convincimento di essere stati individuati dalle forze dell’ordine.

Virata che per l’accusa, insieme alle cattive condizioni del mare e alla presenza della secca, determinarono l’urto col fondale ed il conseguente naufragio. A due imputati viene attribuito anche di avere impedito ai migranti di chiamare i soccorsi.

Sul disastro di Steccato di Cutro è aperta anche una seconda inchiesta, ancora in corso, che riguarda eventuali carenze nel sistema di soccorso e nella quale sono indagate sei persone, tra le quali due ufficiali e un sottufficiale della Guardia di finanza in servizio quella notte.

Incidente a Melicucco, restano gravi le condizioni dei feriti

Sono definiti in gravi condizioni i tre feriti rimasti coinvolti domenica in un grave incidente stradale tra due auto a Melicucco, in cui hanno perso la vita tre persone tra le quali una bambina di quasi 4 anni.

La situazione più critica è quella di Valentina Crudo, ricoverata nell’ospedale di Polistena. La donna è stata operata nel corso della notte e le sue condizioni sono ritenute molto gravi.

La figlia di tre anni, è invece nell’ospedale di Messina. Anche lei è in gravi condizioni. Madre e figlia si trovavano a bordo di una Bmw che si è scontrata frontalmente con una Giulietta Alfa Romeo.

Nello scontro è morto il conducente della Giulietta, Domenico Politi, di 39 anni, che viaggiava da solo, Antonella Teramo, di 37 e la figlioletta Maya. Ferito ma in maniera meno grave, anche il conducente della Bmw, Domenico Teramo, fratello di Antonella e compagno di Valentina Crudo.

La famiglia Teramo, originaria d San Calogero (Vibo Valentia) ma residente in un comune del milanese, faceva parte, assieme alla donna deceduta, di una comitiva che, nelle ore precedenti, si era recata a visitare le cascate di Bivongi e che stava rientrando in paese.

Smerciavano centinaia di capi contraffatti, denunciati ambulanti extracomunitari

Nei giorni scorsi i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno individuato – e denunciato per i reati di commercializzazione di prodotti falsi e ricettazione – 5 soggetti extracomunitari che detenevano per la vendita merce contraffatta e non sicura per la salute dei consumatori.

Le attività, appositamente poste in essere dai finanzieri della Compagnia Soverato nel periodo di massima affluenza turistica, sono state sviluppate mediante il monitoraggio del mercato settimanale e del litorale: il costante controllo del territorio ha consentito di individuare gli spostamenti dei soggetti coinvolti e le modalità di vendita della merce ed ha permesso, altresì, di sottoporre a sequestro circa 900 articoli – capi d’abbigliamento, calzature, borse, occhiali e accessori – realizzati con materiali scadenti e potenzialmente nocivi per la salute, nonché recanti loghi e marchi, abilmente falsificati, di note case produttrici e maison di lusso.

Una stima preliminare effettuata sulla merce sequestrata ha permesso di quantificare il suo valore in circa € 17.000 proventi illeciti potenzialmente utilizzabili per moltiplicare situazioni di illegalità, alimentando ulteriormente il circuito della contraffazione, del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata.

Strage in superstrada nel Reggino, un frontale provoca 3 morti e tre feriti gravi

Ancora una strage automobilistica sulle strade calabresi. E’ di tre morti, tra cui una bambina, e tre feriti gravi il bilancio di un tragico incidente stradale avvenuto in serata sulla superstrada Jonio Tirreno all’altezza di Melicucco, nel Reggino.

A scontrarsi frontalmente, per cause in corso di verifiche, una Bmw e una Giulietta Alfa Romeo. Ad avere la peggio una donna di 37 anni, Antonella Campennì, e un uomo di 39, Domenico Politi. La bimba deceduta si chiamava Maya Teramo, di poco più di 3 anni.

I feriti sono la sorella gemella di Maya, che è stata portata dapprima nell’ospedale di Polistena da dove, in considerazione della gravità delle sue condizioni, è stata trasferita in una struttura sanitaria più attrezzata a Messina, il padre Domenico Teramo, di 39, e la madre Valentina Crudo di 30 che sono stati entrambi operati.

Per la donna, da quanto riporta l’Ansa, non si esclude il trasferimento in un altro nosocomio. La famiglia Teramo, originaria d San Calogero (Vibo Valentia) ma residente in un comune del milanese, faceva parte, assieme alla donna deceduta, di una comitiva che, nelle ore precedenti, si era recata a visitare le cascate di Bivongi e che stava rientrando in paese.

Auto prende fuoco mentre transita sulla statale, in salvo quattro turisti

Tanta paura ma nessun danno per le quattro persone, tutti turisti adulti provenienti dalla Puglia, a bordo di un’auto che ha preso fuoco mentre era in transito sulla statale 534, nel territorio del comune di Cassano allo Ionio.

E’ quanto accaduto in mattinata nelle vicinanze dell’innesto tra la statale 534 e la statale ionica 106 in corrispondenza del bivio per i Laghi di Sibari.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polstrada dei distaccamenti di Rossano e di Trebisacce e i vigili del fuoco di Rossano che hanno provveduto a spegnere le fiamme e i carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio. Conducente e passeggeri incolumi ma la vettura è stata completamente distrutta dal rogo.

Disagi a causa dell’accaduto si sono verificati per il traffico veicolare sia sulla statale 534 che sulla statale 106 a causa delle code che si sono formate in considerazione della giornata classificata da ‘bollino rosso’ per rientri e partenze.

Serie B, debutto col botto al Marulla: Cosenza-Ascoli 3-0

Tutino batte a rete il rigore contro l’Ascoli

Inizio col botto del Cosenza in Serie B. La squadra di Caserta ieri ha rifilato allo stadio Marulla tre reti all’Ascoli dell’ex Viali e ha conquistato la sua prima vittoria.

Cosenza arrembante che si porta in vantaggio al ’20 minuto, Calò conclude a rete e la palla viene deviata da un braccio di un avversario, Forneau si consulta con il Var ed è rigore. Tutino è implacabile dal dischetto.

L’Ascoli perde la testa con due rossi in pochi minuti, per Falasco e Buchel, nel lungo recupero va fuori anche Forte per gioco violento (rifila una gomitata a Fontanarosa a palla lontana).

Nella ripresa i rossoblù affondano il colpo, prima un gran gol di Arioli e poi Zilli portano sul 3-0 il risultato nei primi sedici minuti.  Il Cosenza chiude in dieci per l’infortunio di Cimino spinto sui tabelloni pubblicitari.  I Lupi battono l’Ascoli e conquistano i primi tre punti!

Espulsioni record per l’Ascoli

Il debutto in casa del Cosenza passerà nella storia per le tre espulsioni nei confronti dei marchigiani, ricevute tutte nel primo tempo. Mai, infatti, una squadra è arrivata all’intervallo in otto uomini. La serie di cartellini rossi sventolati dall’arbitro Fourneau è iniziata al 36° minuto. Falasco, già ammonito, allarga il braccio su Tutino: per il direttore di gara è secondo giallo e rosso. L’uomo in meno e lo svantaggio di un gol porta l’Ascoli a sbilanciarsi in avanti e subire le ripartenze del Cosenza. Così arriva la seconda espulsione al 41° minuto, con Buchel che commette un fallo da ultimo uomo su D’Urso, lanciato da solo a rete. L’ultimo rosso, infine, è in pieno recupero e con l’aiuto del Var che richiama Fourneau per una gomitata di Forte su Fontanarosa a palla lontana. Anche in questo caso pochi dubbi e terza espulsione. Per l’Ascoli, i rossi non sono una novità visto che lo scorso anno è stata la squadra a riceverne di più: ben 10, oltre a 94 ammonizioni.

Il tabellino

COSENZA (4-2-3-1): Micai; Martino, Fontanarosa, Venturi (79′ Cimino), D’Orazio; Zuccon (65′ Praszelik), Calò; Arioli (58′ Marras), D’Urso (57′ Zilli) Mazzocchi (71′ Crespi); Tutino. A disp. : Lai, Marson, Meroni, Rispoli, Sgarbi,  Novello. All. : Caserta

ASCOLI (4-3-2-1): Viviano; Adjapong, Botteghin, Quaranta, Falasco; Caligara (46′ Falzerano), Buchel, Masini(56′ Kraja); Rodriguez, Millico (63′ Giovane); Forte. A disp. : Barosi, Bolletta, Simic, Haveri, Gnahorè, D’Uffizi, Manzari, Mendes. All. : Viali

ARBITRO: Francesco Fourneau  di Roma 1, assistenti: Dei Giudici e Catallo, Quarto ufficiale: Vogliacco, Var: Aureliano, Avar: Pagnotta.

Risultato 3-0

Marcatori: 20′ pt  Tutino rig. 9′ st Arioli 9′ st. 16′ st Zilli.

Tropea, mangiano al ristorante e scappano senza pagare

Un fotogramma del video postato dal proprietario del locale

Hanno mangiato e bevuto in un ristorante di Tropea ma quando si è trattato di saldare il conto della cena se la sono data a gambe non immaginando di essere immortalati dalle telecamere della videosorveglianza.

È successo a Tropea, in pieno centro storico. A denunciare l’accaduto – a pochi giorni dall’episodio analogo accaduto a Tirana in Albania, protagonisti alcuni turisti italiani – è stato il titolare del ristorante preso di mira “La Pentola d’oro”, Francesco Ventrice, che ha postato il video ripreso dalle telecamere sul proprio profilo Facebook.

Le immagini mostrano due persone che, dopo avere consumato, scappano in due diverse direzioni. Una delle due, poco prima di allontanarsi va avanti e indietro nel vicoletto. Poi torna al tavolo e a un certo punto si allontana con l’altra persona passando proprio sotto la telecamera che ne riprende il volto.

“Questi gentilissimi soggetti, dopo essersi abbuffati di cibo presso il nostro ristorante – ha commentato il titolare del locale sui social – hanno deciso di scappare senza pagare, con la sicurezza e l’idiozia di non essere riconoscibili. Questo è il turismo d’élite”.

Caso Vannacci, il generale sotto pressione: “Non mi rimangio nulla”

“Non mi rimangio nulla. Anche se alcune parti sono state travisate. Senza il contesto non si capiscono alcune cose. Esempio, quando scrivo che i gay non sono normali. Neanche io sono normale, essendo nelle forze speciali ho fatto cose che la gente normale non fa. Faccio dell’anormalità un vanto. E infatti scrivo che la normalità non è migliore o peggiore, ma se si parla di consuetudini c’è qualcosa che è normale e altro no. Asserire che una minoranza sia normale è una contraddizione”. Lo dice il generale Roberto Vannacci, già a capo dei paracadutisti della Folgore e oggi alla guida dell’Istituto geografico militare in un’intervista ad un quotidiano citato da Adnkronos.

L’omosessualità – spiega – “la ritengo sovra-rappresentata, addirittura è un vanto esserlo, non esiste una demografia precisa che ci dica quanti sono, ma il motivo della iper rappresentazione qual è? Qual è l’obiettivo? – continua Vannacci – Il male non è l’omosessualità, ma rappresentare una realtà eccessiva. Sembra quasi che l’essere gay faccia salire gli ascolti e mi dà da pensare. Poi ho amici gay, nulla contro”.

C’è una lobby gay che guida l’informazione? “Ma secondo me sì, nulla viene fatto a caso. C’è qualcuno, un gruppo di pressione che opera. Comunque, sono per la libertà di espressione e anche contrario al fatto che ci siano categorie protette. Dire ‘gay di m.’ o ‘professore di m.’ è grave lo stesso. Perché dovrebbe essere diverso?. – prosegue Vannacci -Ho citato anche la legge Mancino, che non condivido, dire ‘ebrei di m.’ non è peggiore che dire ‘cristiani di m.’. Ho capito: c’è stata la Shoah, va bene, ma questo non configura la religione ebraica come protetta”.

Scoperto al porto di Gioia Tauro un carico di banane con 150 kg di cocaina

La guardia di finanza di Reggio Calabria, al porto di Gioia Tauro ha individuato e sequestrato circa 150 chili di cocaina purissima nascosta in un container carico di banane proveniente dalla Colombia e destinata alle piazze di spaccio calabresi, italiane ed europee. L’operazione è stata coordinata dalla Dda reggina.

La droga era occultata tra mille contenitori provenienti dal continente sudamericano a bordo di una nave commerciale, in servizio sulla rotta che passa da Panama per poi giungere nel porto di Gioia Tauro.

La cocaina, proveniente in particolare dal porto di Turbo in Colombia, è risultata di qualità purissima e avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando alla criminalità un introito di oltre 30 milioni di euro.

“Le modalità di occultamento dello stupefacente – spiega una nota dei finanzieri – si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative”.

Scrive un libro sul “Mondo al Contrario”, bufera sul generale Vannacci. Crosetto: “Va punito”

Pioggia di polemiche e di critiche per le parole del Generale Roberto Vannacci, che in un libro intitolato “Il Mondo al Contrario” e uscito il 10 agosto 2023, esprime considerazioni a titolo personale su una serie di temi: dagli omosessuali ai migranti, dall’ambientalismo alle femministe, dalla società multietnica alla difesa.

L’esercito prende le distanze. “In merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci, la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale” si legge in una nota dove si precisa che “l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari”. “In tal senso – conclude la nota – l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. Reazioni politiche a catena contro il generale per aver osato dire verità scomode a certi ambienti che evoca addirittura la censura del libro e l’esilio forzato del militare pluridecorato, ma anche molte persone, sui social, che lo difendono a spada tratta.

“Quest’opera – scrive come nota l’autore del libro – rappresenta una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinioni dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali o attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative. Se ne consiglia la lettura ad un pubblico adulto e maturo in grado di comprendere gli argomenti proposti senza denaturarli, interpretarli parzialmente o faziosamente compromettendone, così, la corretta espressione e l’originale significato…”

Vannacci esprime a titolo personale critiche al pensiero unico dominante e al politicamente corretto. Lo fa con un linguaggio colto e scorrevole esaminando tutto ciò che è in voga in un mondo dove la “normalità” è intesa retrograda. Scrive di buon senso, spiega lo “strapotere” che hanno gli ambientalisti che pur essendo una sparuta minoranza, tentano di imporre la loro agenda con la violenza, imbrattando monumenti e bloccando opere strategiche per il paese. E poi ancora passaggi sulla società multiculturale e multietnica, quindi i migranti, sul pianeta lgbtq, la Famiglia e la Patria. Insomma un libro che se fosse stato scritto qualche decennio fa non avrebbe suscitato alcun clamore, ma che oggi squarcia il velo di ipocrisie che ammanta tutto il mondo politico, attento solo a difendere le minoranze glissando sulla maggioranza, che ha pure più titolo di essere rappresentata.

“Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività”. “I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy”, afferma ancora, come recita anche la scheda relativa al libro in vendita solo su Amazon. Vannacci ha pubblicato il testo in autonomia, senza case editrici.

“Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate” scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Il Gen. Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”.

Evidentemente il ministro non ha letto il libro, che per i temi trattati potrebbe rappresentare  – guarda a volte i paradossi -, il “manifesto politico” di Lega e Fratelli d’Italia, quest’ultimo partito cofondato da Crosetto con Meloni e La Russa e che, premiato dagli elettori con un programma in larghissima parte sovrapponibile al libro di Vannacci, gli ha consentito di diventare titolare della Difesa.

Non soltanto Crosetto non ha letto il libro – che la sinistra e le influenti “minoranze” vorrebbero censurare a prescindere -, ma non tiene conto né dell’articolo 21 della Costituzione né tantomeno del Codice dell’ordinamento militare che all’articolo 1472 recita:
“1. I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione.
2. Essi possono, inoltre, trattenere presso di sè, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica.
3. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda politica”. 

Calcio, Luciano Spalletti è il nuovo ct della Nazionale italiana

Luciano Spalletti è il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio. L’accordo definitivo tra l’allenatore toscano e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è stato raggiunto: Spalletti entrerà in carica dal primo settembre e avrà un contratto fino al Mondiale 2026.

L’allenatore, che si era separato dal Napoli dopo averlo portato alla conquista dello scudetto, prende dunque il posto di Roberto Mancini, che si era dimesso dall’incarico il 13 agosto.

La scelta del nuovo commissario tecnico è avvenuta in tempi rapidi perché già a settembre la Nazionale italiana è attesa da due partite decisive per la qualificazione a Euro 2024. I campioni d’Europa in carica giocheranno sabato 9 settembre con la Macedonia del Nord e il 12 con l’Ucraina.

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