10 Ottobre 2024

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Euro24, l’Italia batte l’Ucraina 2-1: decide la doppietta di Frattesi

Frattesi esulta coi compagni di squadra Barella e Zaniolo (Figc)

Bella e sfrontata nel primo tempo, intelligente e matura nella ripresa. E quel che più conta vincente. In un ‘Meazza’ riscaldato dalla passione di quasi 60mila tifosi, la Nazionale italiana riprende la corsa verso l’Europeo battendo 2-1 l’Ucraina e agganciandola al secondo posto nella classifica del girone. Dietro alla capolista Inghilterra ci sono ora tre squadre a quota 7 punti, ma gli Azzurri hanno giocato una gara in meno rispetto agli ucraini e alla Macedonia del Nord. L’Italia sembra già aver recepito i dettami di Spalletti, correndo e facendo correre il pallone, pressando con insistenza e mettendo in campo quella qualità nelle giocate che, complice un campo in pessime condizioni, non si era vista in Macedonia.

La doppietta di Frattesi, senza dubbio il migliore in campo, ci consegna il doppio vantaggio, ma in chiusura di primo tempo l’ucraino Yarmolenko riapre la partita. Nel giorno del rientro a scuola per milioni di studenti italiani, la Nazionale dimostra di aver imparato la lezione di Skopje e nonostante il vantaggio continua a spingere alla ricerca del terzo gol, senza farsi schiacciare dalla paura. E porta a casa una vittoria meritata, che potrebbe rivelarsi determinante per centrare la qualificazione all’Europeo.

LA PARTITA. Sono cinque i cambi rispetto alla partita con la Nord Macedonia, tre dei quali obbligati visti gli infortuni di Mancini, Politano e Tonali. Davanti a Donnarumma, per l’occasione con la fascia da capitano al braccio, Scalvini (classe 2003), già subentrato a Mancini nella ripresa con i macedoni, va ad affiancare Bastoni (classe 1999), formando quella che potrebbe essere la coppia di centrali del futuro. Per il resto è la stessa difesa vista a Skopje, con Di Lorenzo e Dimarco chiamati a spingere sulle fasce in un 4-3-3 in cui cambiano per due terzi sia il centrocampo che il tridente d’attacco, dove gli unici confermati sono Barella e Zaccagni. In regia c’è Locatelli, Frattesi è l’altra mezzala. In avanti spazio a Zaniolo, con Spalletti che lascia in panchina Immobile e lancia Giacomo Raspadori, uomo decisivo un anno fa a San Siro con l’Inghilterra. Più limitata la rotazione del Ct ucraino Rebrov, che rispetto alla sfida di sabato con l’Inghilterra ne cambia solo tre: fuori mister 100 milioni Mudryk e dentro Yarmolenko, mentre Dovbyk viene preferito a Yaremchuk come terminale offensivo.

Dopo gli inni nazionali spinta dai sessantamila di San Siro l’Italia parte forte e al 3’ effettua la prima conclusione della sua partita con Di Lorenzo, che da fuori area calcia alto. Il pressing alto degli Azzurri favorisce il recupero del pallone nell’area avversaria, gli scambi sono rapidi e precisi. Merito anche del terreno di gioco del ‘Meazza’, un tavolo da biliardo rispetto al campo della ‘Todor Proeski Arena’ di Skopje. Il copione è prevedibile: gli Azzurri a fare la partita, l’Ucraina rintanata nella propria metà campo ma pronta a far male con le ripartenze, come quella da cui sabato con gli inglesi è nato il gol del momentaneo vantaggio di Zinchenko.

Al 10’ bella combinazione made in Napoli sull’asse Di Lorenzo-Raspadori, che da ottima posizione non inquadra la porta. È il preludio al gol del vantaggio: Sudakov al limite dell’area scivola, Zaccagni gli ruba palla e serve Frattesi, che con un destro secco fulmina Bushchan. Esulta il pubblico di San Siro, Spalletti in panchina applaude. Gioca bene l’Italia, Zaccagni e Zaniolo sono ispirati e combinano bene sulle fasce con Dimarco e Di Lorenzo. Al 26’ Dimarco crossa per la testa di Frattesi, torre aerea per Raspadori che manda alto al volo dall’altezza del dischetto. Tre minuti dopo arriva il meritato 2-0, con Frattesi che sfrutta un rimpallo dopo una conclusione di Zaniolo murata dalla difesa e realizza la sua prima doppietta in Nazionale, la terza rete consecutiva dopo quella segnata a giugno con i Paesi Bassi in Nations League. E poco importa che l’esultanza sia a scoppio ritardato. Lo spagnolo Hernandez, su segnalazione del guardalinee, annulla, ma il VAR lo richiama: la posizione è regolare, il gol è buono. La pratica però non è chiusa, l’Ucraina è viva. Donnarumma si oppone per due volte a Dovbyk, ma la seconda volta Yarmolenko è in agguato e sulla respinta fa 2-1.

L’Ucraina esce dagli spogliatoi intenzionata a completare la rimonta. Ci prova Tsygankov, Locatelli si oppone in scivolata, poi Dovbik sfugge alla marcatura di Bastoni e per nostra fortuna calcia a lato. L’Italia ha più spazi a disposizione, il solito Dimarco trova sul secondo palo Zaniolo che serve l’accorrente Zaccagni, ma la conclusione è da dimenticare.

Entrano Biraghi per Dimarco e Gnonto per Zaccagni, mentre Rebrov si gioca la carta Mudryk. Al 60’ un colpo di tacco illuminante di Zaniolo manda in porta Raspadori, ma Bushchan si allunga e devia in angolo. Scalvini di testa manda alto, Zaniolo da fuori area impegna ancora Bushchan. Poi, al termine di un flipper nell’area ucraina, Locatelli centra la traversa. L’Italia non si accontenta del 2-1, vuole chiudere la partita memore di quanto successo tre giorni fa a Skopje. Per l’ultimo quarto d’ora Spalletti manda in campo anche Orsolini e Retegui per Zaniolo e Raspadori: in campo forze fresche, ma senza abbassarsi troppo. Mudryk si incarica di battere una punizione dalla stessa posizione da cui Bardhi ha trafitto Donnarumma, la mira fortunatamente è diversa. Ci prova anche Konoplya, che sfrutta i centimetri in più rispetto a Gnonto e di testa manda a lato. È proprio l’attaccante del Leeds ad avere sul piede il pallone del 3-1, ma al momento di concludere si fa anticipare. Poco male, perché dopo tre minuti di recupero l’arbitro dice che è finita. Ed è una vittoria, la prima del nuovo corso targato Spalletti, che vale oro.

Il cammino verso l’Europeo riprenderà tra un mese: il 14 ottobre l’Italia ospiterà Malta a Bari, poi il 17 volerà a Wembley per affrontare l’Inghilterra in una partita che rievoca il dolce ricordo del trionfo a Euro 2020. Un titolo da difendere la prossima estate in Germania, ma prima c’è una qualificazione ancora tutta da conquistare.

Basso profilo, ridotta in appello la pena ad ex assessore regionale

Franco Talarico

La Corte d’appello di Catanzaro ha ridotto da 5 anni ad un anno e 4 mesi di reclusione la condanna inflitta in primo grado a Franco Talarico, di 56 anni, ex assessore al Bilancio della Regione Calabria ed ex segretario regionale dell’Udc, imputato di scambio elettorale politico-mafioso nel processo denominato “Basso profilo” incentrato su presunti rapporti tra ambienti politici e ‘ndranghetistici.

Talarico è stato anche presidente per 4 anni del Consiglio regionale della Calabria. La riduzione della condanna deriva dalla decisione dei giudici di riqualificare il reato contestato a Talarico in corruzione elettorale.

La sentenza di primo grado a carico di Talarico fu emessa dal Gup distrettuale a conclusione del processo svoltosi con rito abbreviato. I giudici d’appello hanno anche confermato l’assoluzione già decisa in primo grado, nello stesso processo, nei confronti del notaio di Catanzaro Rocco Guglielmo, di 60 anni, accusato di falsità ideologica e trasferimento fraudolento di valori.

Putin difende Trump: “Persecuzione politica contro di lui. Negli Usa sistema marcio”

Quella contro Trump “è una persecuzione politicamente motivata del proprio concorrente”. Lo ha dichiarato Vladimir Putin, rispondendo, nel quadro del Forum economico orientale in corso a Vladivostock, ad una domanda sui procedimenti giudiziari a carico dell’ex presidente americano. “E questo dimostra chi stiamo combattendo … come si diceva in epoca sovietica: “il volto bestiale del capitalismo americano”, ha aggiunto.

“Quello che sta accadendo negli Stati Uniti oggi, è positivo. Dimostra il marciume del sistema politico americano che non può reclamare il diritto di insegnare la democrazia ad altri”, ha affermato il Presidente russo. “Tutto quello che accade a Trump è una persecuzione motivata politicamente di un rivale politico. Niente di meno. E viene fatto di fronte agli occhi del pubblico e del mondo intero. Stanno esponendo a tutti i loro problemi”, ha aggiunto. “In questo senso, se cercando di contrastarci, è positivo, perché mostra chi è che si pone contro di noi. Mostra, come dicevano in tempi sovietici, ‘la faccia bestiale dell’imperialismo americano”.

Putin è poi tornato a parlare di Unione sovietica ma, a sorpresa, per condannare come un errore l’invasione di Ungheria, nel 1956, e della Cecoslovacchia, nel 1968. “Abbiamo già da tempo riconosciuto che parte delle politiche dell’Urss furono sbagliate e portarono a relazioni tese”, ha affermato il Presidente russo rispondendo a chi gli chiedeva conto dei commenti dei governi dei due Paesi secondo cui l’Unione sovietica si comportò allora “come un colonizzatore”. “In politica estera, non bisogna fare nulla che contraddica direttamente gli interessi di altri Paesi”.

“Errori, ha sottolineato, che ora vengono commessi dagli Stati Uniti e dall’Occidente. La Russia non è mai stato un Paese colonizzatore, ma “la nostra cooperazione è sempre stata costruita sulla base del desiderio di aiutare e sostenere”.

Cade dal tetto mentre lavora, muore un 48enne

Un operaio di 48 anni, Antonio Mastroianni, è morto a Lamezia Terme dopo essere precipitato, per cause in corso di accertamento, dal tetto di un capannone dell’area industriale ex Sir.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118. Gli operatori e il medico si sono adoperati in tutti i modi per tentare di rianimare il quarantottenne ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Inutile si è rilevato anche l’arrivo dell’elisoccorso. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Quello di oggi è il secondo incidente mortale sul lavoro che, in meno di una settimana, si verifica in provincia di Lamezia Terme: venerdì scorso un operaio 24enne era stato travolto e ucciso nei pressi della rotonda dell’aeroporto internazionale mentre regolava il traffico in seguito a un incidente stradale.

Il ciclone “Daniel” si abbatte in Libia. Bilancio spaventoso: circa 3mila morti. Distrutta Derna

Oltre 2.800 persone sono state uccise e migliaia sono disperse a causa del ciclone “Daniel”, che ha colpito ieri, lunedì, il nord-est della Libia, prima di dirigersi verso il territorio egiziano. Lo riportano i media arabi e libici.

Il capo del governo libico nominato dal Parlamento, Osama Hammad – riporta il Libya Akhbar – ha affermato che interi quartieri della città di Derna, dove si trovavano migliaia di cittadini, sono scomparsi in mare, sottolineando che il governo ha dichiarato la città zona disastrata, imponendo il coprifuoco e lo stato di emergenza nella Libia orientale. A causa dell’uragano e delle inondazioni che hanno colpito la regione.

I rapporti indicano che le forti piogge che hanno accompagnato l’uragano Daniel hanno provocato centinaia di morti a causa delle inondazioni, mentre decine sono ancora dispersi e centinaia di altri sono sfollati.

Le improvvise alluvioni hanno sommerso intere zone, fino a Derna, una città di circa 200.000 abitanti situata sulla valle che porta il suo nome. Diverse le dighe crollate sotto la forza delle acque, che hanno letteralmente sommerso interi villaggi.

Forti piogge e inondazioni hanno spazzato via gli abitanti delle città di Al-Bayda, Sousse, Al-Marj, Tobruk e tutte le città e i villaggi di Al-Jabal Al-Akhdar e della costa orientale, fino a Bengasi.

La quantità di pioggia registrata ha raggiunto i 400 millimetri nelle aree di Al Jabal Al Akhdar, una quantità non registrata nella regione da più di 4 decenni.

In seguito al disastro naturale, il governo di unità nazionale ha adottato, nel corso di una riunione di emergenza, una serie di misure, tra cui la dichiarazione di tre giorni di lutto e l’abbassamento delle bandiere a mezz’asta, ha sottolineato la necessità di ignorare le differenze politiche e ha diretto il trasferimento dei fondi a tutti i comuni colpiti dalle alluvioni nella parte orientale del Paese.

Da parte sua, il governo ha invitato le autorità interessate ad adottare le misure e le procedure eccezionali necessarie per far fronte al disastro e ha deciso di sospendere le attività didattiche nelle scuole fino a giovedì e di convertire le scuole di Bengasi in centri di accoglienza.

Ciò è stato preceduto dalla dichiarazione dello stato di allerta, dall’imposizione del coprifuoco e dalla chiusura dei principali siti petroliferi del paese.

La tempesta Daniel si sta dirigendo verso il territorio egiziano, dove il suo impatto dovrebbe essere limitato dopo aver perso la sua forza dopo essere approdata in Libia.

Qais Al-Fakhri, capo della Mezzaluna Rossa a Bengasi, ha dichiarato in dichiarazioni di oggi, lunedì: “Abbiamo registrato almeno 150 morti dopo il crollo degli edifici”. Ci aspettiamo che il bilancio delle vittime salga a 250”.

Dal canto suo, la missione delle Nazioni Unite in Libia ha affermato che sta seguendo da vicino gli sviluppi della tempesta e fornirà “aiuti urgenti per sostenere gli sforzi di risposta a livello locale e nazionale”.

Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato in un comunicato che si sta coordinando con le Nazioni Unite e le autorità libiche per fornire aiuti alle persone colpite dall’uragano. Aiuti sono stati annunciati anche da altri paesi.

Viaggiavano con oltre 3 kg di cocaina in auto, in cella due “corrieri”

Trasportavano oltre 3 chili di cocaina in auto ma sono stati bloccati e arrestati. Protagonisti due giovani di 20 e ventidue anni originari di Isola di Capo Rizzuto ma probabilmente in “trasferta” nel catanzarese o nel reggino.

A sorprenderli i Carabinieri di Sellia Marina che durante un posto di controllo alla circolazione stradale lungo la statale 106, hanno deciso di fermare l’autovettura con a bordo i due isolitani. I militari hanno fin da subito notato un atteggiamento sospetto e particolarmente nervoso da parte dei due occupanti della vettura, pertanto hanno deciso di procedere ad un attento controllo del veicolo.

Nell’auto, sono stati trovati tre panetti di cocaina del peso complessivo di 3,2 kg, occultati all’interno di una borsa posizionata sotto il sedile del passeggero.

In considerazione dell’ingente quantità di droga detenuta, che avrebbe consentito un guadagno nella vendita al dettaglio ammontante ad una somma tra i 260 e 300 mila euro, i due giovani sono stati dichiarati in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli arrestati, condotti in caserma a Sellia Marina per le formalità di rito, sono stati successivamente associati presso il carcere di Catanzaro – Siano in attesa dell’udienza di convalida, come disposto dall’autorità giudiziaria.

Soverato, paziente muore dopo grave shock anafilattico

Un paziente è deceduto oggi nell’ospedale di Soverato dopo un “grave evento avverso” durante l’esecuzione di una indagine diagnostica con mezzo di contrasto. Lo ha reso noto l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro in un comunicato.

“Oggi, nel reparto di radiologia dell’ospedale di Soverato – è scritto nella nota – si è verificato un grave evento avverso durante l’esecuzione di una indagine diagnostica con mezzo di contrasto.

Il paziente colpito dall’evento avverso ha avuto un grave shock anafilattico ed è stato curato immediatamente dai rianimatori, che lo hanno sottoposto a tutte le tecniche salvavita del caso.

A seguito di due arresti cardiaci, pur trattati con massaggio cardiaco e defibrillatore, purtroppo il paziente è deceduto alle ore 13.45 circa”. L’Azienda sanitaria ha avviato “le indagini interne e la salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria”.

Forte terremoto in Indonesia, magnitudo 6.2. Nessuna allerta tsunami

Un forte terremoto di magnitudo 6,2 ha colpito lunedì la provincia indonesiana delle Molucche settentrionali. Lo riferiscono diversi istituti di geofisica e vulcanologia. Al momento non ci sono notizie di danni o vittime.

L’agenzia geologica indonesiana, citata da Reuters, ha fissato la magnitudo a 5,9 senza alcuna minaccia di tsunami. Altri istituti lo classificano con intensità di 6′ grado della scala Richter. Le Molucche settentrionali coprono la parte settentrionale delle isole Molucche.

L’epicentro del sisma è stato localizzato a 11 km a nord-est di Jailolo, sull’isola di Halmahera, a una profondità di 168 km, ha aggiunto l’agenzia. Il terremoto è stato avvertito in diverse città delle Molucche Settentrionali e del Sulawesi Settentrionale, a ovest dell’epicentro.

I residenti di Jailolo hanno avvertito il sisma, ha detto Boy Telu, membro del personale di un albergo della città, ma non ha notato alcun danno immediato.

A Manado, nel Nord Sulawesi, il terremoto è stato avvertito con forza e ha causato il panico, ha detto un residente. Un video caricato su Instagram mostrava alcuni residenti di Manado uscire da un cinema in preda alla paura.

L’agenzia indonesiana per i disastri ha riferito che un centro sportivo è stato danneggiato a Manado.

L’Indonesia si trova a cavallo del cosiddetto “Anello di Fuoco del Pacifico”, un’area ad alta attività sismica che poggia su molteplici placche tettoniche.

Calcio, la Reggina “rinasce” dalla Fenice amaranto. Ammessa in serie D

stadio reggio calabria Granillo

La Fenice Amaranto, la nuova società che rappresenterà la città di Reggio Calabria in un campionato di calcio dopo l’esclusione della Reggina dalla serie B, ha formalizzato nei termini previsti, le ore 12.00 di oggi, l’iscrizione al campionato nazionale dilettanti e adesso attende il via libera della Figc.

“Siamo qui per fare insieme a voi”, aveva dichiarato nell’immediatezza della scelta ufficializzata dal sindaco facente funzioni di Reggio Calabria Paolo Brunetti, uno dei soci, Antonino Ballarino, componente una cordata della quale fanno parte anche Virgilio Salvatore Minniti, che ha assunto la carica di presidente, e Fabio Vitale, vice presidente.

Domani, se l’iscrizione sarà confermata, dovrebbe essere diramato il nuovo calendario del girone nel quale è inserita la nuova società che presto assumerà una nuova denominazione provvisoria, in attesa di richiamare, forse dal prossimo anno, la storica denominazione “Reggina”. Dovrebbe essere un girone a 19 squadre, in cui ogni settimana una delle società sarà in “riposo”.

La prima giornata disputata ieri, sarà computata come turno di riposo per la società amaranto mentre la prossima gara, prevista il 17 settembre dovrebbe essere rinviata, per consentire ai reggini la preparazione precampionato.

Il gruppo, che attende adesso l’ammissione della Figc, ha già avviato contatti per creare la squadra, dall’allenatore ai giocatori. Per la panchina si parla di Ivan Franceschini, ex difensore amaranto, per anni responsabile del settore giovanile al Sant’Agata, il centro sportivo della società. Il Comune di Reggio Calabria ha dato l’ok per l’utilizzo dello stadio “Oreste Granillo”, mentre stamani si è svolto un sopralluogo al centro sportivo, di proprietà della Città Metropolitana di Reggio Calabria, per definire l’eventuale utilizzo di alcuni locali e campi di gioco da parte della “Fenice Amaranto”.

Aggiornamento
LND: “Fenice amaranto ammessa. Cambia il calendario della serie D”

“Conseguentemente all’ammissione al campionato di Serie D in soprannumero della società A.S.D. La Fenice Amaranto, il Dipartimento Interregionale ha ufficializzato la nuova composizione del Girone I che passa così da 18 a 19 squadre: Acireale, Afragolese, Akragas, Canicatti’, Castrovillari, Citta’ di S. Agata, F.C. Lamezia Terme, Gioiese, La Fenice Amaranto, Licata, Locri, Nuova Igea Virtus, Portici, Ragusa, San Luca, Sancataldese, Siracusa, Trapani, Vibonese”. E’ quanto scritto in una nota della Lega Nazionale Dilettanti.

“Con il nuovo organico è stato dunque necessario rimodulare il calendario del Girone, ora strutturato in trentotto giornate durante le quali le squadre osserveranno a giro un turno di riposo (La Fenice Amaranto d’ufficio nel primo disputato domenica scorsa). Ai tre turni infrasettimanali già previsti si aggiungono così i quattro dedicati ai Gironi a 20 squadre A e B: il Girone I scenderà quindi in campo anche il 20 Settembre, 4 Ottobre, 17 e 31 Gennaio”.

Incidente mortale a Cosenza, indagato il poliziotto alla guida della pattuglia

La Procura di Cosenza ha aperto una inchiesta in relazione all’incidente mortale avvenuto sabato mattina nel quartiere di Torre Alta in cui ha perso la vita il diciassettenne Antonio Ruperti. Il giovane era in sella ad una moto di grossa cilindrata quando si è scontrato, per cause da chiarire, con una pattuglia della Polizia di Stato in servizio.

I magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati il poliziotto alla guida dell’auto della questura. L’ipotesi è di omicidio stradale.

I familiari della giovane vittima hanno presentato un esposto ai carabinieri per chiedere di accertare eventuali responsabilità sul sinistro mortale. Nella zona dell’incidente vi sarebbero delle videocamere di sorveglianza. Almeno una di queste potrebbe aver registrato le fasi dell’incidente.

Secondo una nota diffusa dalla Polizia sabato pomeriggio, il giovane era senza patente e la moto, senza assicurazione né revisione, è intestata ad una persona con precedenti penali. Intanto, domani dovrebbe essere effettuata l’autopsia sulla salma di Antonio Ruperti.

Omicidio Bergamini, sentito cugino dell’imputata Internò: “Accuse inventate”

Denis Bergamini

È ripreso in Corte d’Assise a Cosenza il processo per l’omicidio, avvenuto nel 1989, del centrocampista della squadra di calcio cittadina Donato “Denis” Bergamini, di Argenta (Ferrara), di cui è imputata la ex fidanzata dell’epoca Isabella Internò, accusata di omicidio volontario in concorso.

Stamani è stato sentito il cugino della donna, Dino Pippo Internò, iscritto nel 2021 nel registro degli indagati per concorso nel delitto. La sua posizione è stata poi archiviata dal pm Luca Primicerio.

La Corte, presieduta dalla giudice Paola Lucente, ha sciolto le riserve sollevate dalla difesa dell’imputata, stabilendo che l’uomo poteva essere ascoltato in qualità di teste.

“Tutto quello di cui ci accusano – ha detto Dino Pippo Internò – è pura invenzione”. Nel corso della lunga udienza sono state fatte ascoltare intercettazioni telefoniche e ambientali. La parte civile rappresentata dall’avvocato Fabio Anselmo, al termine dell’udienza si è detto soddisfatto perché “il teste è fondamentale in questo processo e ha ammesso una circostanza per noi importante”.

L’avvocato si è riferito alla testimonianza di Tiziana Rota, la quale ha dichiarato che una settimana prima dell’omicidio, durante una conversazione, Isabella, riferendosi ai cugini, le aveva detto “zitta che se sanno che Denis mi ha lasciata lo ammazzano”.

Dino Pippo Internò in aula ha parzialmente confermato, rispondendo che si tratta “di modi di dire”. Al momento Isabella Internò non ha intenzione di sottoporsi all’esame, ma “non escludo – ha detto il suo difensore, l’avvocato Angelo Pugliese – che possa cambiare idea, certamente rilascerà dichiarazioni spontanee alla fine”. La difesa scioglierà ulteriori dubbi entro il 18 settembre. Il processo riprenderà il 26 settembre. (Ansa)

Putin inizia a lavorare al Forum economico orientale

Il presidente russo Vladimir Putin inizia un viaggio di due giorni a Vladivostok, dove prenderà parte all’ottavo Forum economico orientale (EEF). Lo riporta Tass.

Il programma del leader russo sarà molto fitto, ha detto prima il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il Presidente vedrà oggi la presentazione interattiva dei risultati dello sviluppo dell’Estremo Oriente, con i residenti dei territori ad avanzato sviluppo collegati in videoconferenza. Diciotto territori di questo tipo sono stati istituiti in totale con il regime giuridico speciale per l’attività.

Lunedì il capo dello Stato terrà anche un incontro sullo sviluppo delle città dell’Estremo Oriente di Birobidzhan, Blagoveshchensk, Khabarovsk e Vladivostok.

L’ottavo Forum economico orientale si terrà a Vladivostok dal 10 al 13 settembre 2023. Lo slogan del forum di quest’anno è: Sulla via del partenariato, della pace e della prosperità. La Fondazione Roscongress è l’organizzatore dell’evento.

L’annuale Forum economico orientale della Russia si apre a Vladivostok con le aspettative di accordi da record con base in Asia; la dichiarazione finale del vertice del G20 di Nuova Delhi esorta i paesi a concentrarsi sulla ricerca di soluzioni collaborative e multilaterali ai problemi globali e ad evitare il protezionismo; e l’Armenia inizia esercitazioni militari con le forze statunitensi nonostante il dispiacere di Mosca nei confronti dell’alleato ribelle della CSTO. Queste storie hanno dominato i titoli dei giornali di lunedì in tutta la Russia.

Izvestia: Il Forum economico orientale russo del 2023 ha registrato un record record per gli accordi con sede in Asia
Dal 10 al 13 settembre si terrà sull’isola Russky di Vladivostok l’VIII Forum economico orientale (EEF). Si prevede che parteciperanno all’evento circa 4.000 partecipanti e rappresentanti dei media provenienti da più di 50 paesi, con Cina, India, Emirati Arabi Uniti e Myanmar che presenteranno le delegazioni più numerose. Secondo gli analisti intervistati da Izvestia, l’agenda del forum sarà completa e coprirà sia le questioni economiche interne russe che quelle esterne. Gli esperti ritengono che all’EEF di quest’anno verrà firmato un numero record di accordi con partner dei paesi asiatici.

Ogni anno l’Eastern Economic Forum attira un gran numero di rappresentanti del governo e delle imprese, Vladimir Klimanov, PhD in Economia, professore associato e direttore del Centro per la politica regionale presso l’Accademia presidenziale russa di economia nazionale e pubblica amministrazione (RANEPA) Institute of Applied Economic Research, ha detto il quotidiano. “Quest’anno, a causa della maggiore attenzione all’Est che è emersa nell’economia del paese, l’agenda delle discussioni sarà ampia, sia su questioni interne che esterne”, ha detto.

Secondo Egor Klopenko, capo di Itleaders, il forum è diventato una delle piattaforme economiche più importanti per la Russia, dato il chiaro spostamento dell’attenzione dall’Occidente all’Oriente. “Quest’anno al Forum verrà firmato un numero record di accordi con i paesi asiatici”, ha previsto.
“Il mondo attende un’escalation del conflitto politico tra Stati Uniti e Cina. In questo contesto, l’economia è stata relegata ai margini dell’agenda. Tuttavia, l’incontro si concentrerà sulle sfide più urgenti, come la sviluppo della rotta del Mare del Nord. Considerando il continuo spostamento della Russia verso est, possiamo aspettarci che continui un elevato volume di transazioni congiunte”, ha detto al giornale Agvan Mikaelyan, membro del consiglio di amministrazione della rete di audit e consulenza FinExpertiza.

L’evento apre nuove opportunità per il mercato e gli affari, soprattutto a livello internazionale, ha detto a Izvestia il fondatore del Gruppo Anderida Financial, Alexey Tarapovsky. Secondo lui, nel 2022 sono stati firmati contratti per un valore di 3,2 trilioni di rubli (32,97 miliardi di dollari), una cifra che dovrebbe essere eguagliata al forum di quest’anno.

Kommersant: Il G20 chiede soluzioni multilaterali ai problemi globali
Il principale insegnamento economico del vertice di due giorni del G20, che si è concluso il 10 settembre a Nuova Delhi, è stata la dichiarazione dell’importanza di mantenere un approccio “multilaterale” per risolvere i problemi globali, dalla sicurezza alimentare alla regolamentazione del clima, compreso un appello tenere pienamente conto delle caratteristiche uniche di sviluppo economico di ciascun paese. I leader del G20 hanno anche chiesto una riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), con la dichiarazione finale del vertice che sottolinea la necessità di mantenere un sistema commerciale aperto e di combattere il protezionismo, nonostante l’attuale tendenza del commercio mondiale verso una segmentazione più pronunciata in blocchi simili. paesi di mentalità, scrive Kommersant.

La dichiarazione finale del G20, sostenuta all’unanimità da tutti i paesi, mette in guardia dai rischi di un rallentamento economico globale e di un’inversione dei progressi verso obiettivi di sviluppo “sostenibili”. Sebbene il G20 non sia un forum per risolvere le differenze geopolitiche, queste ultime possono avere un impatto significativo sull’economia globale e sulle prospettive economiche a lungo termine, si legge nella nota. Allo stesso tempo, il G20 ha sottolineato l’importanza di un sistema commerciale “aperto e trasparente” con l’OMC “al suo centro”, nonché la necessità di resistere al protezionismo e alle politiche anti-mercato.

Seguendo le orme del gruppo BRICS, anche il G20 ha ampliato la propria partecipazione al vertice di quest’anno, con l’Unione Africana (che rappresenta 55 paesi africani) che è diventata il 21° membro dell’organizzazione.

Il direttore esecutivo dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori (RSPP), Sergey Mikhnevich, ha sottolineato l’importanza di rilanciare il multilateralismo nella cooperazione internazionale, rendendo così il testo della dichiarazione finale adottato all’unanimità un risultato significativo nell’attuale contesto.

L’esperto ha osservato che un’interpretazione più ampia del concetto di garanzia della sicurezza alimentare è rilevante anche per la Russia, con particolare attenzione non solo alla fornitura di cibo e fertilizzanti, ma anche ad altri componenti chiave per garantire la sicurezza alimentare, come la logistica delle consegne e la lavorazione e preparazione dei prodotti alimentari. prodotti agricoli.

Nezavisimaya Gazeta: L’Armenia accoglie le forze statunitensi per le esercitazioni, invece degli alleati CSTO abbandonati
Eagle Partner, l’esercitazione militare di mantenimento della pace armeno-americana, inizierà le sue esercitazioni inaugurali l’11 settembre nelle aree di addestramento di Zar e Armavir fuori Yerevan. Nello stesso periodo erano state pianificate in Armenia anche operazioni di mantenimento della pace dei “caschi blu” sotto l’egida dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), ma Erevan si è rifiutata di svolgerle e recentemente ha anche richiamato Viktor Biyagov dal suo incarico di governatore armeno. rappresentante permanente e plenipotenziario presso la CSTO, scrive Nezavisimaya Gazeta. Nel frattempo, le esercitazioni della Fratellanza Indistruttibile 2023 della CSTO si terranno in Kirghizistan in ottobre senza la partecipazione dell’Armenia.

I funzionari di Mosca hanno già espresso il loro disappunto per queste e altre azioni anti-Mosca di Yerevan. Allo stesso tempo, è difficile valutare l’effettivo livello di preparazione dei nuovi partner di Yerevan, gli Stati Uniti e la NATO, insieme ai “caschi blu” dell’Armenia, per svolgere missioni di mantenimento della pace in altre parti del mondo, Nezavisimaya Lo scrive Gazeta, sottolineando che in ogni caso è improbabile che ciò accada nel Caucaso meridionale nel prossimo futuro. Nel frattempo, i media e i funzionari di molti paesi hanno segnalato un aumento delle tensioni nella regione del Nagorno-Karabakh nelle ultime due settimane.

“Nonostante le azioni ostili di Erevan, il ruolo della Russia nel Caucaso meridionale, nella zona del conflitto del Karabakh, rimane costantemente ad un livello elevato e di natura decisiva, grazie alla presenza di un contingente di forze di pace russe lì”, ha detto all’agenzia stampa il tenente generale Yuri Netkachev, esperto militare. giornale.

“Non solo la Russia, ma anche l’Iran, che non vuole ridisegnare i confini nel Caucaso meridionale e vuole risolvere tali problemi attraverso negoziati, può impedire una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian. Per quanto riguarda il futuro coinvolgimento degli Stati Uniti o della NATO nel conflitto del Karabakh , è improbabile. L’Iran e la Russia non lo permetteranno, compreso l’uso di mezzi militari”, ha osservato l’esperto.

Vedomosti: Stati Uniti e India intendono costruire un corridoio verso l’Europa per bilanciare la Belt and Road cinese
A margine del vertice del G20 tenutosi a Nuova Delhi il 9 settembre, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato l’obiettivo della sua amministrazione di creare un corridoio ferroviario e marittimo internazionale che colleghi l’India, il Medio Oriente e l’Europa, denominato “India-Medio Oriente-Europa”. Corridoio (IMEC), scrive Vedomosti. Secondo la Casa Bianca, l’IMEC mira a promuovere lo sviluppo economico espandendo i collegamenti e l’integrazione tra l’Asia, gli stati del Golfo Persico e l’Europa.

La proposta prevede due corridoi alternativi: uno che collega l’India via mare al Golfo Persico negli Emirati Arabi Uniti (EAU), e l’altro che collega il Golfo Persico dagli Emirati Arabi Uniti via terra attraverso l’Arabia Saudita, la Giordania e Israele, e poi via mare verso Grecia.

Al momento questo progetto apparentemente economico sembra essere guidato più da obiettivi politici, anche perché la sua attuazione richiederebbe investimenti significativi nello sviluppo di nuove infrastrutture, secondo il direttore generale di Infoline Analytics Mikhail Burmistrov. “Anche senza considerare i rischi geopolitici, la costruzione dell’infrastruttura richiederebbe anni; il solo lavoro di progettazione richiederebbe almeno due anni”, ha detto Burmistrov al giornale.

Inoltre, il valore per i paesi partecipanti non è chiaro perché attualmente utilizzano il Canale di Suez e in genere è più conveniente per loro operare attraverso i canali marittimi, Gleb Makarevich, ricercatore junior presso il Centro per la regione dell’Oceano Indiano presso l’Accademia russa delle scienze Lo ha affermato l’Istituto Primakov per l’economia mondiale e le relazioni internazionali (IMEMO RAS).

I paesi africani, come lo Zambia e la Repubblica Democratica del Congo (RDC), stanno cercando di perseguire politiche estere multi-orientate, e quindi potrebbero essere interessati a partecipare al progetto guidato dagli Stati Uniti, Andrey Maslov, direttore del Centro per gli studi africani presso la Scuola Superiore di Economia (Università HSE), ha detto Vedomosti. “La posizione degli Stati Uniti nell’Africa orientale è debole, quindi Washington cercherà di contrastare Pechino [e la sua forte influenza nella regione], anche attraverso l’interazione con l’India”, ha aggiunto Maslov. Allo stesso tempo, ha osservato l’esperto, le prospettive per un corridoio africano come parte del progetto IMEC rimangono cupe a causa delle forti disparità nello sviluppo delle infrastrutture della regione.

Vedomosti: il mercato IT russo si espanderà fino a raddoppiare le sue dimensioni attuali entro il 2030
Si prevede che il mercato IT russo, che comprende software, servizi di sviluppo e di supporto tecnico, nonché attrezzature, crescerà da 3 trilioni di rubli (31,01 miliardi di dollari) nel 2023 a 7 trilioni di rubli (72,38 miliardi di dollari) nel 2030. il mercato delle apparecchiature raggiungerà i 4,2 trilioni di rubli (43,43 miliardi di dollari), mentre il segmento dei servizi IT e del software rappresenterà 2,8 trilioni di rubli (28,95 miliardi di dollari). La quota di mercato detenuta dagli sviluppatori nazionali in vari segmenti aumenterà dal 50% nel 2023 al 90% entro il 2030, scrive Vedomosti citando un rapporto di esperti di Strategy Partners.

Secondo il rapporto, negli ultimi quattro anni il mercato IT russo è cresciuto a una velocità più che doppia rispetto a quella dell’industria globale, espandendosi del 12% all’anno contro il 5% in termini di dollari. Il segmento del software e dei servizi IT è cresciuto più velocemente di altri segmenti, con un tasso di crescita medio annuo del 19,4% dal 2019 al 2022. Allo stesso tempo, si prevede che le vendite delle società IT russe continueranno a crescere nel 2022, mentre le vendite di software da parte di fornitori stranieri in Si prevede che la Russia subirà un forte calo.

Lyudmila Bogatyreva, capo del dipartimento soluzioni digitali dell’agenzia Polylog, ha detto a Vedomosti che la crescita più rapida si vedrà tra quelle soluzioni software nazionali russe per le quali gli analoghi importati sono stati vietati. “Ciò include, prima di tutto, gli strumenti di sicurezza informatica: le soluzioni russe di sicurezza informatica stanno battendo tutti i record di vendite nazionali. Non dovremmo inoltre dimenticare l’espansione delle esportazioni verso il Medio Oriente e i paesi BRICS”, ha detto al giornale.

L’improvvisa uscita nel 2022 da parte della maggior parte dei fornitori IT internazionali che avevano dominato il mercato russo ha rivelato il potenziale di crescita a lungo termine per gli sviluppatori di software per infrastrutture russi, nonché la possibilità di “esportare i loro prodotti in paesi amici dove la domanda di soluzioni la sostituzione dei sistemi legacy dei fornitori occidentali sta crescendo”, secondo Roman Tinyaev, direttore di Strategy Partners.

Terremoto in Marocco, sale di ora in ora il bilancio delle vittime. Si scava a mani nude

Cresce ancora il numero delle vittime del devastante terremoto che ha colpito il Marocco. Secondo un bilancio, ancora provvisorio, il drammatico bilancio è di 2.497 e i feriti sono 2.476. Lo fa sapere il Ministero degli Interni marocchino citato da ‘Al Arabiya’. E’ corsa contro il tempo per salvare persone intrappolate sotto le macerie. Si scava anche a mani nude.

I soccorritori marocchini, supportati da squadre straniere, stanno lottando contro il tempo per trovare sopravvissuti e fornire assistenza a centinaia di senzatetto che hanno perso la casa e altre cose.

In attesa che le squadre di soccorso straniere arrivino sul posto, le autorità hanno iniziato a montare tende nell’Alto Atlante, dove interi villaggi sono stati distrutti dal terremoto.

Parallelamente, paramedici, volontari e membri delle forze armate stanno lavorando per trovare superstiti e recuperare corpi sotto le macerie, soprattutto nei villaggi della regione di Al Haouz, epicentro del terremoto a sud della città turistica di Marrakesh.

Di fronte alla portata della distruzione, la città di Marrakech è testimone di campagne di solidarietà con le persone colpite e ferite, soprattutto in termini di donazioni di sangue, poiché molti residenti della città si sono recati negli ospedali per chiedere aiuto, mentre altri hanno raccolto aiuti alimentari.

Da parte sua, la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, con sede a Ginevra, ha sborsato un milione di franchi svizzeri (1,1 milioni di dollari) dal suo Fondo di risposta alle emergenze in caso di catastrofi per sostenere il lavoro sul campo della Mezzaluna Rossa marocchina.

È stato deciso di sospendere gli studi in 42 distretti delle regioni colpite dal terremoto, a partire da lunedì, secondo quanto annunciato domenica dal Ministero dell’Istruzione nazionale. Le prime stime sui danni parlano di circa 10 miliardi di dollari.

I siti archeologici sono in pericolo

Oltre al tributo umano e alla distruzione, il terremoto ha sollevato timori per il destino dei siti storici, soprattutto a Marrakesh, dove la città vecchia e i suoi siti elencati nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco sono stati danneggiati dal terremoto.

Nella Città Vecchia i danni in alcuni punti sono apparsi spaventosi: le case sono state distrutte e nei vicoli si sono sollevati cumuli di macerie. Parte delle mura del XII secolo che circondavano la città, edificate dalla dinastia degli Almoravidi, furono distrutte intorno al 1070.

Domenica i canali televisivi hanno trasmesso immagini aeree che mostrano villaggi, alcuni dei quali completamente distrutti, tra cui il villaggio di Tafghaght, situato a circa 50 chilometri dall’epicentro del terremoto, e circa 60 chilometri a sud-ovest di Marrakesh.

Il terremoto più violento

Il Marocco generalmente non è abituato a terremoti devastanti di questa intensità. Questo violentissimo sisma è stato considerato “eccezionale” a causa del suo epicentro situato nel cuore delle montagne dell’Alto Atlante. Inoltre, l’area geografica colpita è vasta.

Il terremoto avvenuto all’alba di sabato, di magnitudo 7 secondo il Centro marocchino per la ricerca scientifica e tecnica (6,8 secondo l’Usgs statunitense), è il più forte mai registrato in Marocco.

Il maggior numero di vittime è stato registrato al momento nella regione di Al Haouz (1.351). Questa regione si estende per la maggior parte sulle montagne dell’Alto Atlante e abbraccia molti villaggi per lo più remoti, in mezzo a terreni accidentati, e la maggior parte delle loro case tradizionali non rispettano le condizioni di resistenza ai terremoti.

Spaccio di droga, sei arresti nel crotonese

All’alba di stamane a Crotone, Verona, Isola Capo Rizzuto e a Caprino Veronese, i Carabinieri della locale Tenenza e della Compagnia di Crotone, supportati da colleghi di Verona, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Crotone nei confronti di 6 persone, già note e gravate da precedenti di polizia, nei cui confronti sono stati raccolti degli indizi relativamente alla commissione di numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti nelle aree del centro storico isolitano.

L’odierno provvedimento – successivo a quello analogo del 19 giugno scorso, notificato sempre a Isola di Capo Rizzuto a 5 indagati, arrestati per dei reati in materia di stupefacenti, aggravati dall’essere stati commessi nelle adiacenze di luoghi militari o frequentati da dei minorenni -, ha recepito gli esiti investigativi di un’attività di polizia, a cui è stato attribuito il simbolico nome di “Libertà Bis”, avviata nel gennaio del 2022, dopo l’arresto in flagranza per spaccio di droga di uno degli indagati, sorpreso a cedere a un acquirente sei grammi di marijuana, coordinata dalla Procura pitagorica ed eseguita mediante numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, nonché tramite l’esame delle attività intercettive telefoniche e ambientali.

Determinanti, sono stati i riscontri forniti dall’esame delle risultanze tecniche, documentali e telematiche nei confronti degli indagati, che hanno permesso di documentare circa 150 episodi di detenzione e spaccio di cocaina, eroina, marijuana” e hashish, nonché di sequestrare diverse dosi di droga, talvolta approvvigionate nel centro storico di Crotone per il successivo smercio a Isola di Capo Rizzuto.
Al termine delle attività di rito, 3 dei sei arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Crotone (uno di questi vi era già ristretto per altri motivi) e gli altri 3 presso l’istituto penitenziario di Verona, poiché due di loro si trovavano già detenuti per altre cause, mentre l’ultimo dei destinatari dell’odierna misura è stato rintracciato a Caprino Veronese, dove si era spostato da qualche mese per ragioni lavorative, venendo tutti messi a disposizione dell’autorità giudiziaria emittente del provvedimento, in attesa degli interrogatori di garanzia.

Nel corso delle perquisizioni, eseguite nei confronti degli indagati, sono stati rinvenuti, nell’abitazione di uno di essi, 30.000 euro in banconote di vario taglio, sottoposte a sequestro penale, in quanto ritenute il frutto dell’attività di spaccio, posta in essere e documentata dalle investigazioni dei Carabinieri della Compagnia Crotone.

Ruba reliquia delle ceneri di San Francesco d’Assisi, in manette

Ha rubato una preziosa reliquia di San Francesco d’Assisi, ritenuta di valore inestimabile, contenente parte delle ceneri del Santo, che era custodita nella Chiesa di Santa Chiara a Lamezia Terme, ma è stato bloccato dalla polizia e arrestato. Il fatto è avvenuto il 6 settembre scorso ma è stato reso noto oggi.

Gli agenti di una Volante del Commissariato di Lamezia Terme sono intervenuti nella chiesa dopo la segnalazione di un uomo che aveva danneggiato il raccoglitore delle offerte dei fedeli per poi darsi alla fuga a bordo di una bicicletta elettrica.

I poliziotti, acquisite le prime informazioni dai frati missionari e dai presenti, hanno accertato che l’uomo aveva asportato anche la reliquia che era custodita in una teca esposta all’adorazione dei fedeli nella navata della chiesa ed una teca porta “particole”.

Le indagini immediate della Polizia, attraverso la raccolta delle testimonianze dei presenti e la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, hanno consentito di acquisire ulteriori indicazioni che si sono rivelate particolarmente utili per il prosieguo delle investigazioni.

Sulla base degli elementi raccolti, gli investigatori hanno individuato un 50enne, F.G., già noto alle forze dell’ordine, intercettato mentre circolava a bordo di una bici elettrica in una via del centro e somigliante alle descrizioni dell’ignoto ladro. L’uomo è stato sottoposto ad un controllo e trovato in possesso della “Reliquia di I grado delle ceneri di San Francesco d’Assisi”, così detta perché contenente parti direttamente riconducibili al santo, del porta “particole”, oltre che di vari attrezzi atti allo scasso.

L’uomo è stato arrestato nello stato di quasi-flagranza per furto pluriaggravato continuato e posto a disposizione del pm di turno della Procura di Lamezia Terme. Successivamente l’arresto è stato convalidato e nei confronti dell’uomo è stata disposta la misura degli arresti domiciliari.

La reliquia delle ceneri di San Francesco d’Assisi, classificata come reliquia sacra di conclamata rilevanza spirituale, nonché di inestimabile valore, è stata sequestrata e, al termine delle attività d’indagine, sarà restituita ai frati della chiesa di Santa Chiara.

Agguato nel reggino, ferito un cinquantaduenne

Un uomo di 52 anni, Manolo Cosoleto, con precedenti penali per rapina, truffa, ricettazione e altri reati, è stato ferito lievemente a colpi di pistola in un agguato avvenuto nella tarda serata di ieri a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Il fatto è avvenuto in contrada Scinà.

L’uomo era a bordo della sua auto e stava rientrando a Gioia Tauro, città dove risiede, assieme alla moglie e al figlio di 7 anni, rimasti incolumi, quando, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, è stato avvicinato da una moto con a bordo due persone con il volto travisato da caschi integrali che gli hanno esploso tre colpi di pistola ferendolo leggermente al mento.

Cosoleto, che gestisce un bar sulla strada statale 18, poco dopo l’accaduto è stato portato nell’ospedale di Polistena da dove è stato dimesso nella stessa serata di ieri.

Sull’episodio hanno avviato le indagini i carabinieri che hanno sentito l’uomo e che probabilmente lo risentiranno anche in giornata con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi che ha aperto un fascicolo.

Non si esclude, viste le modalità di esecuzione dell’agguato, che l’indagine sull’accaduto possa passare alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Elezioni per il sindaco di Mosca, Sobyanin rieletto con il oltre il 76% dei voti

Secondo la Commissione elettorale centrale russa, il sindaco in carica di Mosca Sergey Sobyanin (foto) ha ottenuto il 76,39% dei voti nella capitale russa, con il 100% dei protocolli dei risultati dei seggi elettorali conteggiati. Lo scrive la Tass.

Ben 2.499.114 elettori hanno votato per Sobyanin. Leonid Zyuganov, candidato del Partito Comunista alla carica di sindaco di Mosca, ha preso l’8,11% dei voti, precedendo Boris Chernyshov del LDPR con il 5,61% e Vladislav Davankov del Partito Nuovo Popolo con il 5,34%. Dmitry Gusev (A Just Russia – Patriots – For the Truth) ha ottenuto il 3,93%.

La presidente della commissione elettorale della città di Mosca, Olga Kirillova, ha dichiarato in precedenza che al voto hanno preso parte circa 3,3 milioni di persone, di cui 2,7 milioni di moscoviti hanno votato online.

Grave incidente stradale a Cagliari, morti 4 giovanissimi

Quattro morti e due feriti gravi è il bilancio del grave incidente avvenuto a Cagliari in viale Marconi all’alba di oggi, domenica 10 settembre 2023. Tutte le vittime hanno tra i 19 e i 24 anni.

Lo schianto è avvenuto all’altezza del cavalcavia dell’Asse mediano e, stando alle prime informazioni, tutti i giovani coinvolti erano a bordo dello stesso veicolo che viaggiava in direzione Quartu. L’auto, una Ford Fiesta, per cause da chiarire, avrebbe sbattuto contro un marciapiede per poi impattare contro un pilastro e ribaltarsi.

Le vittime sono Alessandro Sanna, 19 anni residente ad Assemini, Lavinia Zaher Najibe, 19 anni residente a Selargius, Simone Picci, 20 anni residente a Cagliari e Giorgia Banchero, 24 anni residente a Cagliari.

Altri due ragazzi, entrambi 19enni, sono rimasti feriti ma non sono in pericolo di vita. Al momento sono ricoverati, uno all’Ospedale Brotzu di Cagliari e l’altro al Policlinico di Monserrato.

Osservatorio della sicurezza stradale: “In questa estate 420 vittime”

Sono 420 le vittime di incidenti stradali solo nei fine settimana di questa estate (da giugno a inizio settembre) secondo i dati di Asaps, l’Osservatorio della sicurezza stradale. Il bilancio più pesante si registra nel mese di luglio con ben 180 morti nei weekend sulle strade italiane.

G20 in India, leader divisi sull’Ucraina. Lavrov: L’Occidente ha fallito nel dettare la sua agenda

La posizione unitaria del Sud del mondo ha impedito all’Occidente di concentrare troppo l’agenda del vertice del G20 di Nuova Delhi sull’Ucraina. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov citato dalla Tass.

“In gran parte grazie alla posizione consolidata del Sud del mondo nel proteggere i suoi interessi legittimi, i tentativi occidentali di concentrare l’agenda sull’Ucraina a scapito della discussione delle questioni urgenti che il mondo in via di sviluppo si trova ad affrontare sono falliti”, ha detto Lavrov in una conferenza stampa dopo il vertice.

Secondo Lavrov, in qualità di presidente del G20, l’India è riuscita per la prima volta nella storia del forum a consolidare i rappresentanti del Sud del mondo. Oltre all’India, anche gli alleati BRICS della Russia sono stati particolarmente attivi, ha detto.

La Dichiarazione dei leader del G20 di Nuova Delhi menziona la crisi ucraina solo una volta “esclusivamente nel contesto della necessità di risolvere tutti i conflitti in corso a livello globale” in modo coerente con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, ha sottolineato Lavrov.

Il vertice del G20 di Nuova Delhi ha rappresentato una svolta

Il vertice del G20 di Nuova Delhi ha rappresentato una svolta in termini di sforzi volti a garantire un equilibrio di interessi nell’economia globale, ha inoltre dichiarato il ministro degli Esteri russo.

“L’ultimo vertice è stato un evento rivoluzionario in quanto ha fornito linee guida chiare per raggiungere tali obiettivi di garantire un equilibrio di interessi nell’economia globale”, ha affermato Lavrov.

Secondo il massimo diplomatico russo, la dichiarazione formula in particolare i compiti di riforma del Fondo monetario internazionale e dell’Organizzazione mondiale del commercio, concentrandosi sulla necessità che l’Occidente mantenga le sue promesse nel trasferimento di tecnologia al Sud del mondo e la fornitura di fondi ogni anno per aiutare [quelle] economie a contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico.

Qualificazioni Euro24, l’Italia sfuma la vittoria contro la Macedonia: 1-1

Inizia con un pareggio il nuovo corso targato Luciano Spalletti. A Skopje la vittoria con la Nord Macedonia sfuma nel finale e si complica così il cammino verso EURO 2024: dopo Trajkovski, carnefice dell’Italia nel play off Mondiale di Palermo, stavolta è Bardhi a rovinare la serata degli Azzurri, che martedì sera a Milano dovranno battere l’Ucraina per raggiungerla al secondo posto di un girone molto equilibrato, che nel pomeriggio ha visto la capolista Inghilterra fermata per la prima volta sul pareggio proprio dagli ucraini. Non è bastato il gol di Ciro Immobile, neo capitano azzurro, a dare i tre punti all’Italia, a lungo padrona del match e calata nella seconda metà della ripresa fino al gol di Bardhi.

LA PARTITA. Spalletti si affida come ampiamente annunciato al 4-3-3, con Immobile schierato al centro del tridente offensivo insieme a Politano e Zaccagni. In cabina di regia c’è Cristante, Barella e Tonali sono le mezzali, mentre in difesa il Ct punta su Bastoni e Mancini, con Di Lorenzo e Dimarco sulle fasce. Sei i campioni d’Europa nell’undici titolare, cinque gli Azzurri che erano in campo a Palermo nel play off Mondiale con la Nord Macedonia. È una Nazionale con un nuovo condottiero, ma che ha radici profonde nel recente passato.

La prima Italia di Spalletti si riversa subito nella metà campo avversaria, cercando di dare sin dai primi minuti un ritmo alto alla partita. Le condizioni precarie del terreno di gioco non facilitano la manovra degli Azzurri, chiamati ad aggirare il prevedibile muro eretto dai macedoni. I due esterni di difesa entrano in mezzo al campo scambiandosi spesso la posizione con le mezzali e al 13’ un triangolo di marca interista tra Dimarco e Barella manda in porta il terzino nerazzurro, che però, anziché calciare nello specchio, cerca l’assist per Immobile. Un minuto dopo è Cristante a prendere bene il tempo e a girare di testa a lato il corner battuto da Dimarco.

A cavallo del 20’ una grande occasione per parte: prima è la Nord Macedonia a sfiorare il vantaggio con un colpo di testa a lato di Miovski su una ripartenza nata da un pallone perso da Politano, poi Tonali raccoglie un lancio con il contagiri di Barella e di sinistro centra il palo. L’Italia si rende ancora pericolosa su calcio d’angolo, Dimarco trova il solito Cristante che chiama alla respinta Dimitrievski. Il match è vivace, non ci si annoia. E anche la Nord Macedonia prova qualche sortita offensiva a sinistra, dove Alioski ha spesso una prateria davanti a sé. Ci prova anche Elmas, ma Donnarumma blocca. Al 40’ Dimarco, quasi un regista aggiunto, pesca in area Immobile, palla in mezzo per l’accorrente Politano che calcia a botta sicura trovando la respinta in scivolata di Alioski. Lo 0-0 con cui si chiude il primo tempo è bugiardo.

A inizio ripresa Spalletti manda in campo Zaniolo al posto di Politano e dopo due minuti l’Italia passa in vantaggio: il destro violento di Barella fa tremare la traversa, sulla respinta si avventa Immobile che di testa realizza il suo 17° gol in Nazionale, il primo con la fascia da capitano. Porta bene Skopje all’attaccante della Lazio, che nell’unico precedente in terra macedone nell’ottobre 2016 aveva realizzato la doppietta decisiva per il successo in rimonta degli Azzurri. L’Italia perde per infortunio Mancini, sostituito da Scalvini. E abbassa il baricentro subendo la reazione della Nord Macedonia.

Al 67’ la prima occasione della ripresa per i padroni di casa è sui piedi di Elmas, che con un velenoso destro a giro sfiora il palo. E’ il preludio al pareggio di Bardhi, che all’80’ su punizione fulmina Donnarumma. I 22.000 dell’Arena Todor Proeski si fanno sentire, mentre Gnonto e Biraghi entrano al posto di Zaccagni e Dimarco. Nel finale Spalletti si gioca anche la carta Raspadori, ma il forcing degli Azzurri non porta frutti. Finisce 1-1, stesso risultato di Ucraina-Inghilterra. Martedì a Milano dobbiamo battere l’Ucraina, non sono permessi altri passi falsi.

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