10 Ottobre 2024

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Scoperte nel reggino due piantagioni di marijuana, un arresto

Due piantagioni di marijuana sono state scoperte e sequestrate dai carabinieri della compagnia di Palmi, coadiuvati dallo Squadrone eliportato cacciatori di Calabria, dopo perlustrazioni in zone aspromontane impervie. Durante le operazioni una persona è stata arrestata.

Le distinte piantagioni di cannabis indica, pianta utile per la produzione di marijuana, sono state rinvenute nelle zone extraurbane di Cosoleto e Oppido Mamertina, nel reggino.

Nello specifico, in un terreno privato nel Comune di Cosoleto, è stata rinvenuta una piantagione, composta da oltre 500 piante, localizzata in un appezzamento accessibile esclusivamente dalla proprietà di un 62enne del luogo, sorpreso infatti a curare le piante.

Coordinati dalla Procura di Palmi, i carabinieri hanno quindi tratto in arresto l’uomo e sequestrato l’intera piantagione. I servizi di ricerca hanno inoltre consentito di individuare una seconda piantagione, questa volta su terreno demaniale, nella frazione Castellace del Comune di Oppido Mamertina.

In questo caso i militari hanno rinvenuto oltre 1000 piante alte circa 2 metri ciascuna, particolarmente floride, pronte per la raccolta, suddivise in piccole piazzole poco distanti le une dalle altre.

Nel complesso sono state sequestrate oltre 1.500 piante di cannabis il cui raccolto, qualora immesso sul mercato illegale degli stupefacenti, avrebbe potuto fruttare un guadagno illecito stimato in oltre 2 milioni di euro.

Usura, davano denaro in prestito con tassi fino al 187%: arrestati

La Guardia di Finanza di Crotone, ha dato esecuzione a Cirò Marina, ad un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della Procura della Repubblica pitagorica, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per un ex imprenditore ed un professionista ritenuti responsabili, anche in concorso tra loro, dei reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.

In esecuzione del provvedimento cautelare, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno sottoposto a sequestro due immobili ubicati nel citato Comune e diversi rapporti bancari e finanziari per un valore di oltre 560 mila euro.

Le indagini, eseguite anche mediante captazioni telefoniche, video ed ambientali, hanno consentito di far luce su una diffusa pratica di concessione “abusiva” di presiti di denaro, esistente quantomeno dal 2008, nel territorio di Cirò Marina e comuni limitrofi. Tale attività illecita, in grado di affiancarsi e sostituirsi ai canali legali del mercato finanziario, ha potuto proliferare, assumendo i contorni di una vera e propria banca e, approfittando delle difficoltà del contesto economico del territorio, mutarsi in pratica usuraia. Emblematiche in tal senso le dichiarazioni di alcune vittime che oramai associavano l’attività illecita a quella di un ulteriore banca presente sul territorio.

Gli indagati, come ricostruito dai finanzieri, hanno concesso prestiti per oltre 920.000 euro nei confronti delle vittime per lo più professionisti, piccoli e medi imprenditori edili e titolari di aziende vitivinicole. A fronte di tali prestiti venivano richiesti a garanzia assegni e titoli di credito da utilizzare, in caso di ritardi nei pagamenti, per attivare le procedure esecutive immobiliari fino al pignoramento dei beni.

In numerosi casi è stata accertata l’applicazione di tassi d’interesse annui, variabili tra il 20% e il 187 percento, superiori alla soglia usuraria, grazie ai quali gli indagati hanno potuto ottenere, anche ricorrendo a pratiche estorsive, vantaggi economici per oltre 500 mila euro.

“L’indagine – spiega una nota – ha mostrato infatti come l’operatività criminale fosse fondata sulla pressione psicologica esercitata sulle vittime mediante la minaccia dell’avvio delle citate procedure esecutive, senza il ricorso all’uso della forza”.

Processo Eyphemos, assolto in Appello l’ex senatore Marco Siclari

Marco Siclari

La Corte d’appello di Reggio Calabria ha assolto lunedì l’ex senatore di Forza Italia Marco Siclari, di 46 anni, imputato di scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito del processo “Eyphemos”. L’assoluzione di Siclari era stata chiesta dallo stesso sostituto procuratore generale Danilo Riva. L’ex senatore, in secondo grado, è stato prosciolto “perché il fatto non sussiste”.

Siclari in primo grado aveva rimediato una condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione perché, secondo l’accusa, alle elezioni politiche del 2018 sarebbe stato appoggiato dalla cosca Alvaro.

Nel capo di imputazione si affermava, tra l’altro, che Siclari “accettava, a mezzo dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, considerato appartenente al locale di ‘ndrangheta della famiglia mafiosa Alvaro di Sant’Eufemia d’Aspromonte”. Nei mesi scorsi, anche Galletta era stato assolto in primo grado dal Tribunale di Palmi.

Con la sentenza d’appello, a conclusione del processo svoltosi con rito abbreviato, oltre a quella di Siclari sono state disposte le assoluzioni di Nicola Delfino, Rocco Graziano Delfino e Francesco Vitalone.

Ridotta inoltre la condanna dello stesso presunto boss Domenico Laurendi, al quale in primo grado erano stati inflitti 20 anni, ridotti adesso a 19, assolto dall’accusa di scambio politico-mafioso e da altri capi di imputazione ma condannato per altri reati.

Abusivismo: sequestrate 14 villette a Crosia, denunce

Avrebbero realizzato 14 villette in violazione delle normative vigenti. Così i carabinieri forestali di Rossano hanno apposto i sigilli ai fabbricati, a Crosia, e proceduto a denunciare il responsabile della ditta esecutrice dei lavori, dei due progettisti e direttori dei lavori, e dei due tecnici comunali all’epoca dei fatti responsabili del settore urbanistica che sono ora indagati a vario titolo di abuso d’ufficio e violazione urbanistica.

Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura, diretta da Alessandro D’Alessio, che ha disposto il sequestro preventivo di sette corpi di fabbrica costituiti ciascuno da villette uguali nella dimensione e forma composte da un piano terra e un piano sottotetto realizzati in località Fiumarella, nel comune di Crosia.

Le sette ville bifamiliari realizzate in due momenti distinti, tre delle quali in gran parte finite e quattro in fase di costruzione, sono state poste sotto sequestro perché ritenute realizzate in violazione della disciplina pianificatoria urbanistica e i cui titoli di autorizzazione sono ritenuti in contrasto con le normative previste.

In particolare, le indagini effettuate hanno consentito di ipotizzare che in tale area e per tali strutture, sono stati rilasciati permessi a costruire in carenza di qualsiasi strumento urbanistico di esecuzione, su terreni di estensione inferiore a quella per la quale la normativa consente l’edificazione ed in area priva di qualsivoglia opera di urbanizzazione secondaria.

Tutto ciò in violazione alla legge urbanistica della Regione Calabria che regola le aree oggetto di interventi edilizi. Per tali motivazioni, ed in virtù della trasformazione del territorio effettuata in assenza di un piano strutturale comunale, l’autorità giudiziaria ha ipotizzato sia il reato di “lottizzazione abusiva” che la sussistenza di reati contro la pubblica amministrazione. Il valore delle opere sequestrate si ipotizza essere non inferiore a 600.000 euro.

Codice della strada, stretta del governo su cellulari, alcool e droga alla guida

Codice della strada 2023, si cambia: dal Consiglio dei ministri arriva l’ok al testo del decreto legge. Nuove sanzioni per la guida con il cellulare e novità per gli autovelox tra le modifiche.

Arrivano i controlli a distanza per sanzionare la mancata precedenza a ciclisti e pedoni. Nel mirino dei controlli a distanza, anche le soste vietate.

Cellulare alla guida, cosa cambia
Tra le misure proposte spicca la multa dai 660 euro a 422-1.697 euro per l’uso dei cellulari alla guida con sospensione della patente da quindici giorni a due mesi fin dalla prima violazione. Il ministero delle Infrastrutture spiega che ”in caso di recidiva nel biennio, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi, già prevista dal codice vigente, si prevede il pagamento di una somma da 644 a 2.588 euro, oltre ad una decurtazione dei punti dalla patente: 8 nell’ipotesi di prima violazione e 10 punti alla seconda violazione”.

I controlli da remoto
”Sarà possibile contestare attraverso gli accertamenti da remoto la violazione dell’obbligo di dare precedenza in corrispondenza degli attraversamenti a pedoni e ciclisti” si legge nel pacchetto con le modifiche al codice della strada. “Il ministero delle Infrastrutture comunica inoltre che i controlli a distanza entreranno in vigore anche per la violazione del divieto di fermata e della sosta riservata, nei soli casi in cui siano occupati gli stalli riservati a organi di polizia stradale, vigili del fuoco e servizi di soccorso, stalli rosa e stalli riservati a disabili, veicoli elettrici, al carico/scarico delle merci e ai servizi di trasporto pubblico”.

Autovelox
”Nell’ottica di regolamentare l’utilizzo degli autovelox, si va verso una definizione stringente sulle specifiche tecniche degli apparecchi e sul loro posizionamento” si legge nel testo. Il pacchetto, si ricorda, è stato già presentato a giugno e ”fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è passato al vaglio della Conferenza unificata che ha espresso il parere favorevole e ha proposto una serie di modifiche”. Su richiesta dei sindaci ”si propone un incremento della sanzione amministrativa pecuniaria fino a 1.084 euro e la sospensione della patente di guida da quindici a trenta giorni, esclusivamente nei casi in cui la stessa persona commetta la violazione dei limiti di velocità all’interno del centro abitato per almeno due volte nell’arco di un anno”, spiega il ministero.
La Conferenza ha chiesto, poi, di incrementare le sanzioni pecuniarie in caso di sosta negli stalli dedicati ai disabili, elevandole, per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote, a 165-660 euro (ora previste da euro 80 ad euro 328) e per i restanti veicoli a 330-990 (ora prevista tra euro165 ad euro 660). Multe più pesanti anche se si parcheggia nelle corsie riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus e di tutti i mezzi tpl: per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote tra 87 a 328 euro (ora tra 41-168 euro) e tra 165- 660 euro per i restanti veicoli (ora tra 87 a 344 euro). Infine la Conferenza unificata ha proposto di intervenire con regolamento per ampliare il novero delle strade adatte alla realizzazione di piste ciclabili.

Norme sui monopattini
Sono previste, poi, nuove norme sui monopattini con l’obbligo di casco, targa e assicurazione. Quelli in sharing non potranno funzionare al di fuori delle aree consentite. Severe sanzioni per la sosta selvaggia, per la guida in contromano e su strade extraurbane particolarmente trafficate e pericolose. Maggiori garanzie anche per i ciclisti, con la disciplina del sorpasso in sicurezza sia su strade urbane che extraurbane, prevedendo – ove possibile – almeno 1,5 metri di distanza nell’effettuare la manovra. Safety car in caso di incidente potranno rallentare il traffico e fruire da deterrente per ulteriori incidenti. Più controlli e segnaletiche ai passaggi a livello.

Revoca patente per chi guida sotto effetto droga
Revoca della patente fino a tre anni per chi si mette al volante sotto l’effetto di droga o alcol. Sospensione della patente per sorpasso azzardato e circolazione contromano. Chiunque utilizzi droghe e viene trovato positivo all’alcol-test, rischia quindi lo stop alla patente.

Sosta parcheggio disabili
Si innalzano le sanzioni pecuniarie e accessorie, previste per la sosta e la fermata in spazi riservati ai disabili, sulle intersezioni e negli spazi o nelle corsie riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus e di tutti i mezzi Tpl come si legge nella nota di Palazzo Chigi.

Dispositivi anti-abbandono
C’è un rafforzamento delle norme sui dispositivi anti-abbandono per i bambini di età inferiore ai 3 anni, in modo da garantirne la piena e completa efficacia, anche attraverso la progressiva integrazione degli stessi con l’autoveicolo. Si prevede, inoltre, l’impegno a promuovere campagne di informazione e comunicazione con particolare riferimento all’obbligo di installazione dei dispositivi anti-abbandono e a quello di indossare le cinture di sicurezza anche sui sedili posteriori.

‘Ndrangheta, sciolto per mafia il consiglio comunale di Acquaro, nel vibonese

Su proposta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento di Consiglio comunale e giunta di Acquaro, centro in provincia di Vibo Valentia, la cui amministrazione era guidata dall’ormai ex sindaco Giuseppe Barilaro.

La decisione, secondo quanto riferisce un comunicato, “è stata presa in considerazione delle comprovate ingerenze da parte della criminalità organizzata, che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione locale nonché il buon andamento e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

La gestione dell’Amministrazione comunale è stata affidata per un periodo di 18 mesi ad una Commissione straordinaria. Il prefetto di Vibo Valentia lo scorso Dicembre aveva inviato la Commissione di accesso antimafia dopo sospette infiltrazioni mafiose nell’ente affiorate dopo alcune inchieste della Dda.

In Cdm via libera a norma anti-bulli: con 6 in condotta si viene bocciati

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge volto all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e di revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti, il cosiddetto voto in condotta.

Voto in condotta
In merito alla disciplina relativa alla valutazione del comportamento degli studenti, si prevede che nella scuola secondaria di primo grado la valutazione sia espressa in decimi e, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, che il consiglio di classe deliberi la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Per la scuola secondaria di secondo grado, in caso di giudizio pari a sei decimi, il Consiglio di classe assegnerà allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame di Stato. Analogamente a quanto avviene per il primo ciclo, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il Consiglio di classe dovrà deliberare la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Infine, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti dello scrutinio finale sarà attribuito soltanto se il voto di comportamento sia pari o superiore a nove decimi. Questa è considerata anche la norma anti-bullismo.

Istruzione tecnica
Il testo, tra l’altro: istituisce, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la filiera formativa tecnologico-professionale costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli Its Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore; anche le regioni potranno aderire alla filiera formativa tecnologica; prevede la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione, anche mediante la possibilità di costituire le reti (campus), a cui potranno aderire, oltre alle istituzioni formative sopra citate, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, le Università, gli istituti Afam, e anche altri soggetti pubblici o privati: all’interno delle reti sono assicurati passaggi orizzontali e verticali tra i percorsi; prevede, quale principale novità, che la filiera formativa consenta il completamento del percorso di studi tecnico-professionali in quattro anni. Gli studenti in possesso di un diploma professionale conseguito a seguito di un percorso di durata almeno quadriennale potranno iscriversi direttamente ai percorsi Its Academy, a seguito di validazione Invalsi.

Inoltre, prevede, per gli studenti in possesso del diploma professionale conseguito a conclusione di un percorso di durata quadriennale, la possibilità di sostenere l’esame di Stato senza esame preliminare.

Migranti, ok a nuove norme: chi arriva illegalmente fino a 18 mesi nei Cpr

Ok del Consiglio dei ministri oggi, 18 settembre, alle nuove misure per la gestione dei flussi di migranti verso l’Italia. Tra le misure, l’allungamento fino a 18 mesi dei tempi di trattenimento nei Centri di permanenza per i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia.

“Desidero esprimere grande soddisfazione per la compattezza e per il grande lavoro di squadra di tutto il governo per far fronte all’emergenza immigrazione e per trovare soluzioni concrete alla forte pressione esercitata dai flussi di immigrati irregolari sulle nostre coste”, ha detto la premier nel corso del Cdm. “È la conferma che, su questi temi, come su tantissimi altri, tutto il centrodestra ha la stessa visione e che tutti lavorano nella stessa direzione, a dispetto di quello che si legge e si tenta di raccontare in questi giorni”, ha sottolineato. “La serietà e la credibilità di questo governo hanno fatto sì che, a differenza di quello che accadeva in passato, la Commissione Europea e buona parte delle Nazioni europee si sono schierate sulle stesse posizioni italiane”.

 

Per Giorgia Meloni “il Piano in dieci punti presentato ieri a Lampedusa dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è, per certi versi, sorprendente, perché perfettamente in linea con quel cambio di paradigma che questo governo ha sostenuto fin dal suo insediamento e che ora si è affermato a livello europeo. E che prevede di difendere i confini esterni dell’Unione europea e fermare a monte i trafficanti di esseri umani e l’immigrazione illegale di massa”. “‘Decidiamo noi chi entra in Europa, non i trafficanti di esseri umani’. Sono parole pronunciate ieri a Lampedusa dalla von der Leyen, sono parole che abbiamo più volte pronunciato io, Matteo, Antonio e noi tutti. Questa frase può essere considerata il sunto della nuova visione che si è affermata in Europa grazie all’Italia”.

FINO A 18 MESI NEI CPR, NUOVI COSTRUITI LONTANO DA CENTRI ABITATI
“Oggi in Consiglio dei ministri ci apprestiamo a varare alcune misure molto importanti. Porteremo una modifica del termine di trattenimento nei Centri di permanenza per i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia, che verrà alzato al limite massimo consentito dalle attuali normative europee: 6 mesi, prorogabili per ulteriori 12, per un totale di 18 mesi”, ha detto Meloni, nel corso del Cdm. “Quindi tutto il tempo necessario – ha spiegato – non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale. Il limite di trattenimento per i richiedenti asilo è già oggi di 12 mesi e non verrà modificato ma diventerà effettivo grazie alla realizzazione dei necessari centri di permanenza per chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi”.

“Inoltre – ha reso noto – daremo oggi mandato al Ministero della Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali. Anni di politiche immigrazioniste hanno fatto sì che oggi, in Italia, siano pochissimi i posti disponibili nei Cpr. I nuovi Cpr che verranno realizzati dovranno essere in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili. Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane”.

“È mia intenzione, inoltre, portare e approvare la settimana prossima in Consiglio dei ministri un nuovo decreto in tema di immigrazione e sicurezza con ulteriori norme necessarie a risolvere piccole e grandi criticità legate all’immigrazione illegale di massa. Penso, ad esempio, alla questione dei minori non accompagnati. Il nostro obiettivo è tutelare i veri minori per evitare, come accade ora, che con una semplice autocertificazione chiunque possa essere inserito nei circuiti rivolti ai minori”. “Non solo eludendo le norme sull’immigrazione, ma anche a discapito di chi minore lo è veramente. Stiamo lavorando, e inseriremo nel prossimo decreto, delle norme per prevedere dei canali differenziati per donne, bambini e under 14, ai quali sarà garantita ogni tutela”, ha sottolineato. “Inoltre, in accordo con il ministro Tajani, saranno convocati gli ambasciatori di quei Paesi che rappresentano le più consistenti nazionalità dichiarate al momento dello sbarco dagli immigrati sulle nostre coste. L’Italia chiederà loro la massima collaborazione per l’immediato rimpatrio degli irregolari, rappresentando che, sulle altre questioni di reciproco interesse, offrirà loro il medesimo grado di collaborazione ricevuta sul tema immigrazione”, ha concluso sul tema.

DARMANIN: “FRANCIA NON ACCOGLIERÀ MIGRANTI ARRIVATI A LAMPEDUSA”
Intanto, mentre continuano senza sosta gli sbarchi la Francia fa sapere che non accoglierà i migranti arrivati a Lampedusa. Oggi il ministro degli Interni francese Gerald Darmanin è a Roma dove ha incontrato il capo del Viminale Matteo Piantedosi.

”La Francia non accoglierà” i migranti arrivati a Lampedusa, ha chiarito a Europe 1 il ministro Darmanin. ”La Francia non si prepara ad accogliere una parte dei migranti” arrivati sull’isola siciliana, ha precisato. Di fronte a questa situazione, “la Francia aiuterà l’Italia a preservare i suoi confini per impedire alla gente di arrivare”, ha spiegato Darmanin su Europe 1. ”Per chi è arrivato in Italia dobbiamo applicare le regole europee, che abbiamo adottato qualche mese fa”, ha detto Darmanin, aggiungendo che ”consistono nel fare richiesta di asilo alla frontiera”.

Il ministro degli Interni ha poi proseguito: ”Una volta che vengono presentate le richieste di asilo alla frontiera, si vede che gran parte di questi richiedenti non hanno diritto all’asilo e devono tornare immediatamente nei loro Paesi di origine”. Invece, “se ci sono richiedenti asilo aventi diritto, che sono perseguitati per motivi evidentemente politici, si tratta ovviamente di rifugiati e in questi casi la Francia, come ha sempre fatto, può accogliere queste persone”, ha affermato Darmanin, aggiungendo che “la Francia sta già facendo la sua parte”.

“Costruttivo e amichevole incontro al Viminale con il Ministro dell’Interno Francese Gérald Darmanin: visione comune di intenti e prospettive di azioni congiunte in vista del prossimo Consiglio Affari Interni e Giustizia previsto a Bruxelles. Francia e Italia unite per una cooperazione concreta per combattere il traffico di esseri umani”, ha scritto su X il Viminale dopo l’incontro.

“A Roma incontro di lavoro con il mio omologo italiano Matteo Piantedosi. La Francia è al fianco dell’Italia nella lotta ferma contro l’immigrazione irregolare – ha scritto Darmanin – La soluzione non può che essere europea. Ci stiamo lavorando su richiesta di Emmanuel Macron”.

IN CORSO TRASFERIMENTI DA LAMPEDUSA
Ancora sbarchi a Lampedusa. Sono 1.454 i migranti presenti all’hotspot mentre è in corso il trasferimento di 190 migranti verso Porto Empedocle a bordo della nave di linea Cossyra.

IN TUNISIA IN 24 ORE ARRESTATI 1.200 IRREGOLARI DIRETTI IN ITALIA
Nelle ultime 24 ore, le unità di sicurezza tunisine hanno arrestato 1.200 persone di diverse nazionalità che intendevano attraversare illegalmente il Mediterraneo verso l’Europa, secondo quanto riferito dalla stazione radio privata Mosaique FM. L’operazione ha riguardato la provincia sud-orientale di Sfax, a quanto riferito da Houcemeddine Jbabli, portavoce della Guardia Nazionale tunisina, secondo cui sono finiti in manette anche diversi organizzatori delle traversate per mare e sono state sequestrate imbarcazioni di legno. La provincia di Sfax è un importante punto di partenza per gli immigrati irregolari, che di norma scelgono l’isola di Lampedusa, a solo 80 km dalle coste tunisine, come prima tappa del loro viaggio in mare verso l’Italia.

In fiamme l’auto di un agente della Polizia municipale, è doloso

Intimidazione ad un agente della Polizia municipale del reggino. Sarebbe di origine dolosa l’incendio che, a Siderno, ha in gran parte distrutto l’automobile Fiat Punto di proprietà di un agente della Polizia municipale di Marina di Gioiosa Ionica. Il danneggiamento si è verificato nei giorni scorsi anche se la notizia è stata resa nota solo oggi e confermata dalla stessa vittima.

L’auto dell’agente, residente a Siderno ma in servizio ormai da molti anni nella vicina Marina di Gioiosa, era parcheggiata in via De Gasperi, in una zona del centro.

Sul luogo del rogo sono intervenuti gli agenti della Polizia del Commissariato di Siderno e i vigili del fuoco del locale distaccamento. Solidarietà e vicinanza ad Alessandro Ruggiero, fratello, tra l’altro, del cappellano militare del Comando Legione Carabinieri Calabria, don Vincenzo Ruggiero, è stata espressa dal sindaco di Marina di Gioiosa Geppo Femia, dal comandante della Polizia Municipale gioiosana e dall’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.

“E’ un momento di scoramento e di sconforto – ha detto il vigile – dopo 24 anni di servizio con problemi che ho vissuto sulla mia pelle; non è facile fare il mio lavoro. Sono profondamente amareggiato anche perché mi sono sempre occupato di cose leggere per cui non avrei mai pensato di poter subire atti criminosi di tale portata. E’ chiaro che ora sono preoccupato anche per la mia famiglia. L’augurio è che le istituzioni preposte mi forniscano al più presto le risposte giuste”.

Brutale pestaggio a Cassano. In manette i presunti aggressori

Lo scorso 13 settembre hanno ridotto in fin di vita un uomo di 38 anni nella frazione Lauropoli di Cassano allo Ionio. La vittima, C.F., non si sa per quale motivo, era stata violentemente aggredita da alcune persone con calci, pugni e forse con oggetti contundenti.

Dopo qualche giorno la svolta sul brutale pestaggio. I carabinieri della Compagnia di Cassano, coadiuvati dai colleghi di Trebisacce, hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto tre giovani, di età compresa tra i 27 e i 21 anni, ritenuti i presunti responsabili dell’aggressione al 38enne avvenuto in pieno giorno, intorno alle 13:30, in via Paolo Borsellino.

Il “branco” aveva provocato gravi lesioni, anche permanenti, ed estesi traumi alla vittima rendendo necessario il trasporto del malcapitato in elisoccorso presso l’Ospedale “Annunziata” di Cosenza.

Immediate le indagini dei Carabinieri, i quali, coordinati dalla Procura di Castrovillari, in meno di quarantotto ore, hanno individuato, identificato, rintracciato e sottoposto a fermo i tre presunti esecutori dell’aggressione. Dei tre arrestati sono state diffuse solo le iniziali. Si tratta di P.L., ventisettenne di Sibari, R.K., ventiseienne originario di Sibari ma residente a Trebisacce e C.S., ventunenne trebisaccese, tutti già noti alle forze di polizia.

L’attività intrapresa dai militari, ha consentito dunque di ricostruire, a livello di gravità indiziaria ed in attesa dei successivi sviluppi, la condotta dei tre in relazione ai reati contestatogli, per i quali l’autorità giudiziaria ha disposto la traduzione presso il carcere di Castrovillari.

Omicidio Bergamini, l’ex fidanzata rilascerà dichiarazioni spontanee

Isabella Internò in una foto recente e Denis Bergamini

Non si sottoporrà all’esame Isabella Internò, l’ex fidanzata di Donato Bergamini, imputata con l’accusa di omicidio volontario, in concorso con ignoti, nel processo che mira a fare luce sulla morte del calciatore del Cosenza calcio.

A confermare la scelta sono stati i legali della donna, gli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari, che hanno comunicato la decisione della loro assistita alla Corte d’assise di Cosenza presieduta da Paola Lucente.

Secondo quanto riferito dalla difesa Isabella Internò rilascerà dichiarazioni spontanee prima della fine del processo.

Bergamini morì a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989. Il suo corpo fu trovato sulla statale 106 trascinato da un camion. L’ipotesi della procura di Castrovillari, che riaprì il caso, con l’allora procuratore Eugenio Facciolla, è che il giocatore sarebbe stato prima ucciso, pare soffocato, e poi gli assassini avrebbero simulato un suicidio.

Terremoto tra Toscana ed Emilia Romagna, magnitudo 4.9. Panico tra la popolazione

Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.9, si è verificata all’alba di stamane a sud ovest di Marradi, nella parte estrema della provincia di Firenze, a cavallo tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il sisma è stato localizzato ad una profondità di 8 km.

La scossa più forte delle 5.10 è stata preceduta da un’altra di intensità 3.5. In tutto l’istituto nazionale di geofisica ha registrato una cinquantina di scosse di natura strumentale.

Il sisma di quasi 5 gradi della scala Richter è stata potente ed è stata avvertita in diversi centri delle due regioni. Al momento non si segnalano danni a cose o persone, ma il terremoto ha suscitato tanta paura. La Protezione civile sta monitorando la situazione.

Le scosse di terremoto hanno spaventato la popolazione di Marradi e altri centri prossimi all’epicentro che è scesa per strada. È stato attivato il Centro operativo comunale. Il sindaco Tommaso Triberti ha stabilito la chiusura della scuola in via precauzionale.

Scuole chiuse in via precauzionale anche nel comune di Firenzuola e di borgo San Lorenzo per la giornata di oggi lunedì 18 settembre. “A seguito del terremoto avvenuto durante la notte con epicentro nella zona di Marradi e del perdurare dello sciame sismico, è stata disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nel comune di Firenzuola e di borgo San Lorenzo in via precauzionale per la giornata di oggi lunedì 18 settembre”, comunica dalla sua pagina Facebook il sindaco di Firenzuola, Giampaolo Buti.

“Tanta paura. Tutti i cittadini sono fuori casa e sono al Centro operativo comunale, al palazzetto dello sport. Paura sì, tenendo conto che siamo reduci, a 4 mesi di distanza, dall’alluvione: Tredozio è stato uno dei comuni più colpiti dall’alluvione, siamo rimasti isolati per 10 giorni e i beni di prima necessità arrivavano con gli elicotteri. Possiamo consolarci solo del fatto che i cittadini ora non sono in pericolo”. Così all’Adnkronos Simona Vietina, sindaco di Tredozio, in provincia di Forlì Cesena, cittadina colpita dalla scossa di terremoto.

“Abbiamo avuto due forti scosse, la seconda più importante purtroppo ha causato diversi problemi strutturali a edifici pubblici e privati. Al momento abbiamo evacuato una porzione della casa di riposo, dieci anziani che sono stati spostati in una struttura più stabile e il palazzo comunale è stato dichiarato inagibile e stiamo controllando con i tecnici della protezione civile e dell’amministrazione le aziende, se possono continuare a lavorare o necessitano di interventi urgenti e poi passeremo alle case private. Tutti gli edifici hanno riportato delle crepe, stiamo facendo tutte le verifiche del caso”. “Le scuole sono chiuse. Abbiamo aperto il Centro operativo comunale (Coc), al palazzetto dello sport e vi abbiamo portato gli anziani e tutti i cittadini che erano fuori casa e che hanno necessità di un riparo possono recarvisi”, conclude Vietina.

“Oltre 55 scosse registrate nella zona di Marradi da quella più forte delle 5.10, uno sciame sismico ancora in corso”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a proposito dell’evento sismico, con la scossa più forte di magnitudo 4.9, che si sta verificando dalla scorsa notte nell’Appennino tosco-romagnolo, tra le province di Firenze e Forlì-Cesena.

“Ringrazio tutto il nostro sistema regionale di emergenza sanitaria e Protezione Civile attivato immediatamente per assistenza alla popolazione – aggiunge Giani – Proseguono le verifiche agli edifici, segnalati alcuni distacchi di intonaco e crepe”. “Sto seguendo la situazione in Mugello. Circa 300 le chiamate arrivate alla nostra centrale 112 di richiesta informazioni e paura, senza particolari criticità. Attivata la Protezione Civile per assistenza alla popolazione”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

“Ritardi e cancellazioni sulla rete ferroviaria per verifiche di stabilità. Interrotta la linea Pontassieve – Borgo San Lorenzo da Pontassieve. – scrive Giani – Interrotta la Firenze – Faenza fino a Vaglia. Deviata l’alta velocità sulla vecchia linea direttissima (linea da Prato)”.

Nel doppio fondo dell’auto 40 kg di hashish, arrestato un “corriere” diretto in Sicilia

panetti di hashish
archivio

I finanzieri del Comando Provinciale Reggio Calabria, nei giorni scorsi, nell’ambito di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione dei traffici illeciti, hanno arrestato in flagranza di reato, per traffico di sostanze stupefacenti, un cinquantottenne della provincia di Ragusa.

L’uomo, che era diretto in Sicilia a bordo di un’autovettura utilitaria, è stato sottoposto, nell’area degli imbarcaderi, ad un ordinario controllo di polizia dai finanzieri della Compagnia di Villa San Giovanni, nel corso del quale ha dimostrato segni di nervosismo. Pertanto, con l’ausilio di un’unità cinofila della Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria, è stata perquisita a fondo l’autovettura e sono stati scoperti due doppifondi in cui erano occultati 400 panetti di hashish, dal peso complessivo di 40 chilogrammi.

All’esito delle operazioni sono stati sequestrati la droga, l’autovettura utilizzata per il traffico illecito, due telefoni cellulari e la somma in contanti di 1.500 euro. L’uomo, indagato per la violazione della normativa in materia di sostanze stupefacenti è stato arrestato e condotto nella casa circondariale “Arghillà” di Reggio Calabria, a disposizione della locale Procura della Repubblica. Lo stupefacente, qualora venduto al dettaglio, avrebbe potuto fruttare alla criminalità organizzata circa 300.000 euro.

Serie B, scivolone del Catanzaro in casa, col Parma finisce 0-5

Brutto scivolone del Catanzaro al Ceravolo dove contro il Parma capitola con cinque reti realizzate tre nel primo tempo e due nella ripresa.

All’ottavo giallorossi pericolosi: cross rasoterra di Vandeputte, Biasci da posizione favorevole non inquadra il bersaglio. Dieci minuti dopo il Parma sbocca la partita: combinazione vincente tra Bonny e Man, con quest’ultimo che da centro area batte Fulignati.

Reazione immediata del Catanzaro, con Biasci che al 18′ calcia ma Delprato respinge. Al 24′ Scognamillo in area interviene in ritardo su Bonny, l’arbitro indica il dischetto. Benedyczak con freddezza spiazza Fulignati. E’ 0-2. Catanzaro stordito dal risultato e dall’offensiva degli ospiti.

E la terza rete arriva al 40′: cross rasoterra di Coulibaly, Benedyczak da centro area gira in rete con una conclusione non potente ma angolata. 0-3 per gli emiliani e doppietta personale per il polacco.

Allo scadere del pt i giallorossi hanno una ghiotta occasione: Traversone di Situm, Biasci di testa da pochi passi dalla porta non riesce a dare forza e angolazione al pallone, Chichizola blocca agevolmente.

Nella ripresa passano due minuti e il Parma sigla il quarto gol: Sohm arriva sul fondo e mette al centro, Partipilo insacca da dentro l’area piccola. Occasioni per i padroni di casa che però sfumano.

All’84’ arriva la quinta rete degli ospiti: assist di Di Chiara, Colak in area di destro supera Fulignati. Dopo tre vittorie consecutive il Catanzaro viene fermato in casa dal Parma che schizza così al primo posto in classifica, mentre i calabresi si fermano a 10 punti. Domenica prossima andrà a Bari.

CATANZARO: Fulignati; Situm, Scognamillo, Brighenti, Krajnc (15’ st Veroli); Sounas (1’ st Donnarumma), Ghion, Pontisso (15’ st Pompetti), Vandeputte; Iemmello (31’ st D’Andrea), Biasci (1’ st Brignola). A disposizione: Sala, Borrelli, Krastev, Katseris, Miranda, Verna, Stoppa. Allenatore: V. Vivarini

PARMA: Chichizola; Coulibaly (15’ st Ansaldi), Delprato, Circati, Zagaritis (37’ st Di Chiara); Estevez, Bernabè; Man (1’ st Partipilo), Sohm, Benedyczak (1’ st Hernani); Bonny (21’ st Colak). A disposizione: Turk, Corvi, Osorio, Balogh, Begic, Hainaut, Mihaila
Allenatore: F. Pecchia

ARBITRO: Aureliano
Assistenti: Garzelli – Bahari

ANGOLI: sette Catanzaro, tre Parma
Ammoniti: 23’ pt Coulibaly (P), 24’ pt Scognamillo (C), 50’ pt Estevez (P), 22’ st Circati (P), 33’ st Zagaritis (P),
Marcatori: 18’ pt Man (P), 24’,40’ pt Benedyczak (P); 2’ st Partipilo (P), 39’ st Colak (P)

Droga e armi, arrestati dai Carabinieri padre e figlio

I carabinieri li hanno trovati dapprima con poche dosi di cocaina, poi in una perquisizione più accurata hanno scoperto quasi 300 grammi di altra coca e armi e munizioni insieme ad oltre ventimila euro in contanti.

I carcere sono finiti padre e figlio, di 56 e 28 anni, di Luzzi, centro del Cosentino. I due dovranno rispondere di detenzione illegale di munizioni e armi, alterazione di arma clandestina, ricettazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

A scovarli i carabinieri della Compagnia di Rende, guidati dal capitano Mariachiara Soldano, i quali nel corso del quotidiano servizio di istituto mirato alla prevenzione e al contrasto alla criminalità, hanno notato il giovane allontanarsi dalla propria abitazione con fare sospetto ed hanno deciso di sottoporlo a controllo, trovandolo in possesso di circa 11 dosi di cocaina pronti alla vendita.

Quanto basta per estendere i controlli in casa. E durante una perquisizione i militari del Nucleo operativo e radiomobile di Rende hanno trovato altri 281,74 grammi di cocaina e la somma di 21.340 euro in contanti in banconote di vario taglio, presunto provento dell’attività di spaccio. Nel corso dei controlli, è stato trovato diverso materiale (macchina sottovuoto, bustine, bilancini di precisione) destinato alla pesatura, taglio e confezionamento delle dosi da immettere sul mercato.

L’operazione ha portato anche al rinvenimento di un fucile a canne mozze calibro 12, con matricola abrasa e due cartucce calibro 12. Le armi ed il munizionamento, repertati dai Carabinieri specializzati dell’Aliquota operativa di Rende, verranno inviate al Ris di Messina per le analisi balistico-dattiloscopiche e per verificare se siano state utilizzate per la commissione di delitti. La droga sequestrata verrà, invece, esaminata dal laboratorio analisi sostanze stupefacenti di Vibo Valentia.

Una volta immessa nelle piazze dello spaccio lo stupefacente venduto al dettaglio avrebbe potuto fruttare diverse centinaia di migliaia di euro. Gli arrestati, di cui non sono state diffuse le generalità, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Cosenza, sono stati associati presso la casa circondariale di Cosenza.

Incidente Frecce tricolori, La procura apre inchiesta per disastro aereo e omicidio colposo

La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro aereo e omicidio colposo a seguito dell’incidente che si è verificato sabato pomeriggio a San Francesco al Campo, nei pressi dell’aeroporto di Torino Caselle. Un velivolo delle Frecce Tricolori in fase di decollo è precipitato e ha coinvolto un’auto sulla quale viaggiavano papà, mamma, un ragazzino di 12 anni, tutti rimasti feriti, e una bimba di 5 anni, Laura Origliasso, che invece ha perso la vita.

Ora le indagini, affidate ai carabinieri del comando provinciale di Torino, si concentreranno per accertare le esatte cause dell’incidente che dovranno stabilire se a provocarlo è stato l’impatto del velivolo con uno stormo di uccelli, così come è stato ipotizzato nell’immediato dell’accaduto. Tra gli accertamenti da effettuare, occorrerà una consulenza tecnica su motore e sugli strumenti in dotazione al velivolo e sarà necessario decriptare i dati della scatola nera e analizzare le conversazioni tra il pilota e la torre e quelle con gli altri colleghi della pattuglia.

NESSUNA CAUSA SI PUÒ ESCLUDERE, CERTA AVARIA GRAVE A MOTORE
“Sulle cause non si può escludere nulla, tra cui il ‘bird strike’, di sicuro c’è stata un’avaria grave al motore che di fatto ha smesso di funzionare”, afferma il generale Luigi Del Bene comandante del forze di combattimento di Milano a proposito dell’incidente. “Quello – ha spiegato – è stato il motivo per l’aeroplano ha perso repentinamente velocità e quota fino all’impatto che è avvenuto nell’ultimo momento disponibile, una volta che il pilota si era assicurato che il velivolo impattasse nella zona di rispetto e libero da abitazioni o da altri ostacoli”.

Il Generale ha aggiunto che “l’Aeronautica continua a supportare due attività principali: una è l’indagine della magistratura che è in corso e contestualmente l’indagine interna che è a cura dell’ispettorato della sicurezza del volo”.

”Nel prossimo futuro è prevista la sostituzione di questi velivoli nel ciclo dell’ammodernamento della flotta della pattuglia”, ha detto il comandante del secondo Stormo delle Frecce Tricolori, Paolo Rubino, al Tgr Fvg. ”Noi ci stringiamo alla famiglia della bimba per quanto è successo – ha affermato – Purtroppo è stato un caso di vera fatalità”.

POSSIBILE ISCRIZIONE PILOTA IN REGISTRO DEGLI INDAGATI
Il pilota del Pony 4 che ieri era al comando del velivolo delle Frecce Tricolori potrebbe intanto essere iscritto nel registro degli indagati. A confermarlo il generale Del Bene: “Ancora non è stato ufficialmente notificato ma di solito sono atti dovuti che vengono messi in essere dalla magistratura, quindi è probabile che in giornata possa succedere questo”.

INIZIATO IL RISVEGLIO DEL 12ENNE FERITO, DIMESSO IL PAPA’
Ha trascorso intanto una prima notte tranquilla il bambino di 12 anni rimasto ferito ieri nell’incidente. Trasportato all’ospedale Regina Margherita, il bambino all’arrivo in è stato sedato per precauzione, medicato per le ustioni che hanno interessato quasi il 30% del corpo e ricoverato in Rianimazione. Anche per lui, come per i genitori è stato attivato supporto psicologico con una psicologa esperta per i casi pediatrici. Sul bimbo nella mattina di domenica è iniziato il graduale risveglio dalla sedazione precauzionale con il supporto della stessa psicologa. Le condizioni cliniche complessive sono buone e lo stato generale non preoccupa e le ustioni seguiranno il loro percorso di cura.

Anche i genitori sono stati tenuti in osservazione tutta la notte tra sabato e domenica al Cto dove sono stati portati ieri dopo l’incidente. Marito e moglie hanno riposato e non ci sono problemi clinici gestionali nonostante le ustioni riportate che non stano particolari preoccupazioni. Presente il supporto psicologico dedicato garantito da una delle psicologhe esperte della Città della Salute. Il papà della piccola vittima è stato intanto dimesso con 20 giorni di prognosi. A bordo di un’auto dei carabinieri, ha raggiunto il Regina Margherita per andare dal figlio 12enne.

Il direttore generale, Giovanni La Valle e la direzione aziendale della Città della Salute, nel ringraziare tutti i professionisti che hanno affrontato con immediatezza una situazione così complessa anche per l’impatto emozionale legato alla particolare situazione, si stringono con affetto alla famiglia in questo momento di grande dolore. (Adnkronos)

La nave “Diciotti” approda a Reggio con quasi 700 migranti

È arrivata a Reggio Calabria la nave “Diciotti” della Guardia costiera con a bordo 698 migranti soccorsi in mare nelle ultime ore mentre erano a bordo di varie imbarcazioni. Sono in corso le operazioni di sbarco, coordinate dalla prefettura di Reggio, che riguarderanno, complessivamente, 398 persone.

Tra loro 105 donne, alcune delle quali incinte, 100 uomini e 193 minori, 143 dei quali non accompagnati. I migranti sono tutti di nazionalità subsahariana e tunisina.

Gli altri 300 che fanno parte del gruppo verranno fatti sbarcare nel porto di Messina. La prefettura di Reggio ha predisposto alcuni pullman a bordo dei quali 125 migranti saranno accompagnati in una scuola della frazione “Gallico”, dove è stato predisposto un centro di prima accoglienza e dove le persone che sono arrivate saranno identificate in attesa di essere trasferite in varie località della Calabria.

I restanti 273 migranti, invece, verranno distribuiti su tutto il territorio nazionale, in base al piano di riparto predisposto dal Ministero dell’Interno.

Serie B, Cosenza-Sudtirol 2-2: miracolo di Mazzocchi negli ultimi secondi

Per un soffio il Cosenza non ha incamerato la terza sconfitta consecutiva. Al Marulla contro il Sudtirol i Lupi vanno in vantaggio con Venturi nella prima frazione ma nella ripresa in pochi minuti vedono il risultato ribaltarsi con due reti degli ospiti, il primo di Casiraghi il secondo  di Odogwu. Solo grazie a Mazzocchi negli ultimi secondi di un lunghissimo recupero il Cosenza agguanta il 2-2.

Inizio di partita col Cosenza che spinge. Al 9′ minuto cross dalla destra di Marras e, spalle alla porta, Michael Venturi con un pregevole tocco di esterno scavalca Poluzzi. 1-0.

Reazioni degli altosesini ma non si riesce a concludere. Nel finale di primo tempo il Cosenza sfiora il raddoppio: corner di Calò e testa di Forte, che termina a lato di poco. I primi 45′ minuti terminano senza grandi emozioni, a parte il vantaggio.

Nella ripresa, dopo una serie di cambi il Sudtirol diventa pericoloso. E al 66′ arriva la rete di Daniele Casiraghi che insacca con una grande girata all’interno dell’area di rigore, anticipando Rispoli, dopo un’azione di Ciervo sulla destra. E’ l’1-1

Passano nove minuti e il Sudtirol passa in vantaggio con la rete di Raphael Odogwu, che mette in rete dopo un assist rasoterra di Davi, imbeccato da Casiraghi.  L’azione viene sottoposta alla moviola per una sospetta irregolarità. L’arbitro Santoro assegna. 1-2.

Il Cosenza non molla e nel corso dell’assedio finale trova il gol del pareggio negli ultimi secondi di un lungo recupero. Così al 99′ Simone Mazzocchi, entrato al posto di Forte, compie il miracolo: su cross di Ciminio da destra l’attaccante insacca di testa dopo uno stacco perentorio. Finisce così 2-2.

Dopo cinque partite i rossoblù sono a quota 5 in classifica appaiati altri. Nel prossimo turno, venerdì 22 settembre, il Cosenza andrà in scena sul campo del Palermo, oggi reduce di una vittoria ad Ascoli e insegue in testa il Venezia.

COSENZA (4-2-3-1): Micai; Rispoli, Meroni, Venturi (12′ st Fontanarosa), D’Orazio; Zuccon, Calò; Marras (12′ st Canotto), Voca (27′ st Praszelik), Tutino; Forte (27′ st Mazzocchi). A disp. : Marson,  La Vardera, Cimino, Florenzi, Viviani, Arioli, Crespi, Zilli. All. : Caserta
SUDTIROL (4-4-2): Poluzzi; Davi, Vinetot, Masiello, Giorgini; Rover (1′ st Merkaj), Kofler (1′ st Lonardi), Broh, Ciervo (49′ st Cuomo); Casiraghi (95′ st Lunetta), Odogwu (38′ st Pecorino). A disp. : Drago, Shiba, Ghiringhelli, Rauti, Peeters, Cisco, Lunetta, Pecorino. All. : Bisoli
ARBITRO: Alberto Santoro di Messina. Assistenti: Cortese di Palermo, Galimberti di Seregno,. IV ufficiale: Luongo di Napoli. VAR: Meraviglia di Pistoia. AVAR: Zufferli di Udine.
MARCATORI: Venturi 9′, Casiraghi 21′ st, 30′ st Odogwu, 98′  st Mazzocchi.

Aereo delle Frecce tricolori si schianta su un’auto, muore una bimba di 5 anni

Un aereo delle pattuglia delle Frecce Tricolori è precipitato a San Francesco al Campo, in provincia di Torino, a poca distanza dall’aeroporto. Il velivolo si è schiantato poco dopo il decollo su un’auto, che è esplosa dopo essersi ribaltata: una bimba di 5 anni, Laura, è morta.

Nello schianto sono rimasti feriti anche i genitori e il fratellino, un bambino di 12 anni che ha riportato ustioni sul 15% del corpo. Il bambino è stato trasferito in ospedale a Torino: dai primi accertamenti non avrebbe riportato lesioni importanti. E’ ricoverato all’ospedale Regina Margherita in rianimazione, sedato, e la prognosi al momento è riservata. Il pilota, che si è salvato lanciandosi con il paracadute, avrebbe riportato ustioni.

A quanto apprende l’Adnkronos, l’auto ha preso fuoco mentre i genitori cercavano di soccorrere la più piccola e per lei, 5 anni, non c’è stato nulla da fare.

“I due genitori sono entrambi al Cto, le loro situazioni cliniche non sono critiche, hanno delle ustioni ma sono assolutamente sotto controllo. Abbiamo già attivato il supporto psicologico, ci sono i volontari della Protezione civile ma sta arrivando anche la nostra psicologa”, ha detto il dg della Città della Salute, Giovanni La Valle, che ha visitato i genitori.

Il papà, ricoverato al Cto a quanto si apprende, ha riportato ustioni sul 4% del corpo, concentrate in particolare sul palmo di una mano e per lui la prognosi è di una ventina di giorni. La mamma, invece, ha riportato ustioni sul 12/13% del corpo, in particolare sul braccio destro e per lei la prognosi è tra i 20 e 40 giorni.

“Il papà è molto provato, è sotto shock, continua a pensare alla bambina, ha detto solo che ha sentito un grosso rumore, di più non ha aggiunto”, ha aggiunto il dg.
Il velivolo Pony 4 sarebbe diventato ‘ingovernabile’ per cause su cui indagano ora i magistrati della Procura di Ivrea. L’aereo era appena decollato e avrebbe dovuto raggiungere Vercelli dove era in programma il sorvolo della pattuglia acrobatica.

I precedenti

È un anno sfortunato per le Frecce tricolori, costituita il primo marzo 1961 e la cui base è a Rivolto (Udine): prima dell’incidente di oggi, ad aprile è morto il capitano dell’Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velivoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione.

Ghersi, di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era un pilota molto esperto, in grado di pilotare un Eurofighter. Morì alla cloche di un velivolo ultraleggero – un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone – in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, schiantandosi sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), da un’altezza di 800 metri. Gli investigatori concordarono sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile e che al momento dell’incidente le condizioni meteo e la visibilità erano buone.

Ma nel passato delle Frecce tricolori si annoverano tanti incidenti con un numero di morti di poco inferiore alle 20 vittime. Quello più terribile avvenne però a Ramstein (Germania), nel corso di un’esibizione acrobatica il 28 agosto 1988 durante l’Airshow Flugtag nella base NATO. Durante l’esibizione delle Frecce Tricolori, quando la pattuglia acrobatica si apprestava a completare la figura del cardioide (“a forma di cuore”) ci fu una collisione fra i tre Aermacchi MB-339PAN pilotati dal Tenente Colonnello Ivo Nutarelli (PONY 10, Solista), dal Tenente Colonnello Mario Naldini (PONY 1, Capo Formazione) e dal Capitano Giorgio Alessio (PONY 2, 1° Gregario Sinistro). Mentre gli aerei PONY 1 e 2 precipitarono in fiamme sulla pista, il PONY 10 si abbatté sulla folla, causando 67 vittime (tra le quali i tre piloti) e 346 feriti tra gli spettatori. In merito a quella tragedia più volte si è parlato del coinvolgimento a vario titolo nel disastro di Ustica di due dei tre piloti morti. Mario Naldini e Ivo Nutarelli erano stati citati come “morti sospette” dal giudice Rosario Priore nella sua ordinanza sentenza sulla strage del 27 giugno 1980.

Nel marzo 1974 si scontrarono in volo due Frecce nel cielo di Codroipo (Udine): morirono il sottotenente Sandro Santilli, di 29 anni, di Osimo (Ancona) e il sottotenente Ivano Poffe, di 28, della provincia di Verona.

L’anno precedente, il 2 giugno 1973, durante l’esibizione in occasione della grande parata militare, durante un sorvolo di Torvajanica (Roma) la Freccia di Angelo Gays entrò in collisione con quella di Antonio Gallus. Gays morì all’istante, Gallus invece rimase ferito ma le sue traversie non finirono lì: morì per un altro incidente di volo il 2 settembre 1981 nella base aere delle stesse Frecce, a Rivolto.

Strage di Ustica, Difesa conferma: “Ci sono ancora documenti top secret”

Tutti i documenti sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 sono stati declassificati ad eccezione di 7. E’ quanto precisa in una nota alla stampa il ministero della Difesa italiana. “In merito a quanto dichiarato dal Maresciallo in congedo “assoluto” dell’Aeronautica Militare, Giuseppe Dioguardi, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano “La Repubblica”, il Ministero della Difesa precisa quanto segue.

Tutti i documenti, di qualsiasi argomento, inerenti la Strage di Ustica, in ottemperanza alla direttiva del 22 aprile 2014, nota come “Direttiva per la declassifica e per il versamento straordinario di documenti all’Archivio centrale dello Stato” (nota anche come “direttiva Renzi”) sono stati declassificati e versati presso l’Archivio centrale dello Stato”, si legge nella nota della Difesa.

“A seguito della Direttiva qui citata, è stata condotta, nel 2014, una ricognizione degli archivi della Segreteria Speciale del Gabinetto del Ministero della Difesa, dove sono stati rinvenuti 1967 atti riferiti alla vicenda di Ustica. Documenti che sono stati tutti già versati, nel periodo 2015-2016, ad eccezione di soli 18 documenti. Undici di questi documenti (in originale e in copia digitale) sono stati consegnati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, in data 28/09/2020, onde riceverne il nulla osta di competenza, a premessa del versamento presso il medesimo Archivio centrale di Stato. Per i rimanenti 7 documenti si è in attesa del nulla osta, richiesta più volte reiterata, a partire dal 2015, per ottenere l’autorizzazione alla declassificazione e al loro relativo versamento”, si legge.

E ancora: “Successivamente, nel corso del 2022, a seguito della ricognizione del ‘Archivio Lagorio’ (già trattato da un precedente articolo, uscito sempre sul quotidiano La Repubblica) è stato rinvenuto un unico documento ‘non classificato’ riferito alla vicenda in questione. Tale documento, che riporta una situazione a caldo dell’evento, redatta a favore del Capo di Gabinetto del tempo, è in fase di versamento, che sarà effettuato alla prima data utile. Si precisa anche che, a mente dell’articolo 42 comma 8 della Legge n.124/2007, l’accesso dell’Autorità Giudiziaria alle informazioni classificate non è né può essere preclusa. Infine, si evidenzia che, nel tempo e a tutt’oggi, sono in corso continue interlocuzioni con la Procura della Repubblica di Roma in merito allo stato delle valutazioni sui documenti dati in consegna e in attesa della loro restituzione”.

L’ex maresciallo Dioguardi intervistato da Repubblica afferma di aver “letto il dossier Sismi con due versioni su Ustica”, e che sa “come trovarlo”. L’ex sott’ufficiale, 62 anni, ha anche ammesso: “Mi fecero distruggere documenti”. La notte della strage – spiega – ero nella sala operativa di Milano, ci convocarono la mattina dopo per imporci il silenzio.”.

All’Ansa lo scorso 2 settembre l’ex maresciallo dell’aeronautica ribadì quanto già detto nel 2013, forte delle conferme arrivate dall’ex premier Amato in una intervista a Repubblica: Senza più il “nullaosta di sicurezza”, il 62enne sostiene che “i documenti dell’epoca ci sono ancora, bisognerebbe solo saperli cercare nel modo corretto”.

Il Dc9 dell’Itavia è stato davvero abbattuto “per sbaglio” da un missile sganciato da un caccia francese che aveva come obiettivo il leader libico Muammar Gheddafi?
“Quella notte in volo c’erano i due Mirage e un Tomcat – ricorda -, i nostri lo avevano segnalato ma è stato dato l’ordine di silenzio assoluto. Un silenzio ripagato in alcuni casi con avanzamenti di carriera fuori dal comune e promozioni mai viste. Quando sento che Tricarico dice di sentirsi sotto attacco, vorrei ricordare che all’epoca era al terzo reparto dello Stato maggiore, quello cioè che viene informato di qualsiasi velivolo o transito. Non poteva non sapere”.

Una vicenda che intreccia segreti militari e politici
E’ stato proprio Dioguardi – riporta Libero – a consegnare il dossier del Sismi sulla tragedia all’allora ministro della Difesa Spadolini: “Lo aveva chiesto lui che fossi io a portarglielo, si fidava ciecamente di me. Ricordo ancora la sua espressione, sbatté i pugni sul tavolo, era infuriato. Io stesso lessi quel documento, di sette-otto pagine. Era l’aggiustamento della verità da parte degli ufficiali ordinata da qualcuno molto in alto”. (Pertini?, ndr)

Quella sera, ricorda, “si alzarono in volo i caccia intercettori da Grosseto, su input del centro Radar di difesa aerea di Poggio Ballone, che lanciarono l’allarme, poi ricevettero l’ordine di rientrare”. A bordo dei due F-104 c’erano Mario Naldini e Ivo Nutarelli, i due piloti delle Frecce Tricolore morti nel 1988 nel tristemente famoso incidente durante una manifestazione a Ramstein, in Germania. Una delle tanti “morti sospette”, aggiunge Dioguardi.

“Quando venne fornito all’epoca l’elenco su chi avesse informazioni sulla strage di Ustica – sottolinea -, l’unico ancora in vita ero io. Gli altri erano tutti morti o per cause naturali o per strani incidenti”. “Esistono anche i messaggi classificati, come i tantissimi telegrammi inviati e arrivati quella notte, la cui copia non può essere distrutta – conclude l’ex maresciallo -. Quel giorno tutti sapevano cosa era successo, ma è stato ordinato loro il silenzio”.

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