5 Ottobre 2024

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Entra in casa dell’ex moglie e tenta di incendiare la cucina, in cella

Si è introdotto nella casa della moglie da cui è separato danneggiando porte, mobili e suppellettili ed, inoltre, tentando di incendiare il vano cucina senza riuscirci per l’intervento dei carabinieri.

L’uomo, è stato quindi arrestato per violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi da lei abitualmente frequentati cui era già sottoposto. Il fatto è accaduto a Mendicino, alle porte di Cosenza.

E’ stata la donna a dare l’allarme dopo essere riuscita a rifugiarsi a casa della figlia. I carabinieri della Compagnia di Cosenza sono intervenuti tempestivamente riuscendo a bloccare l’uomo prima che desse fuoco alla cucina.

L’arrestato, su disposizione del pm di turno della Procura di Cosenza, è stato portato nella Casa circondariale di Cosenza dove si trova in custodia cautelare dopo il giudizio direttissimo davanti al Tribunale di Cosenza.

Bombardamenti israeliani a Gaza, uccisi diversi bambini

Almeno nove palestinesi sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti venerdì mattina durante incursioni aeree e bombardamenti di artiglieria israeliani che hanno preso di mira varie aree della Striscia di Gaza, segnando il 308° giorno del genocidio israeliano in corso. Lo riferisce l’agenzia di stampa Wafa.

In uno degli attacchi mortali, quattro persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite quando le forze israeliane hanno bombardato una casa di proprietà della famiglia Mattar nel campo profughi di Nuseirat, nella zona centrale di Gaza.

Fonti locali hanno riferito che i corpi delle vittime sono stati recuperati e i feriti sono stati trasportati negli ospedali di Al-Awda e Al-Aqsa.

In un altro attacco israeliano al campo profughi di Maghazi, nella zona centrale di Gaza, due persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite, hanno riferito fonti locali.

Inoltre, le squadre di emergenza hanno recuperato i corpi di due vittime, tra cui un bambino, nella città di Abasan, a est di Khan Younis nella Striscia di Gaza meridionale. Un giovane è stato ucciso dai cecchini israeliani nella stessa zona.

Un altro attacco aereo ha colpito una casa a est del campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, ferendo 18 persone, tra cui bambini.

Ieri, gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato numerosi attacchi aerei su Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, in concomitanza con i nuovi ordini di evacuazione emessi dall’esercito israeliano per diversi quartieri della città.

L’aggressione israeliana in corso a Gaza dal 7 ottobre 2023 ha finora causato 39.699 vittime palestinesi documentate, per lo più donne e bambini, oltre a 91.722 feriti. Migliaia di vittime rimangono intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle squadre di emergenza e di difesa civile a causa degli attacchi israeliani.

Da Kiev attacco indiscriminato nella regione russa di Kursk, Putin: “Grande Provocazione”

L’attacco ucraino nella regione russa di Kursk è “una provocazione su larga scala”, ha affermato il presidente Vladimir Putin, secondo il quale le forze di Kiev fanno fatto ricorso a “bombardamenti indiscriminati, anche con missili, su strutture civili”. Lo riferisce l’agenzia Interfax.

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che Mosca fornirà il massimo sostegno “in tutti i settori” alla regione di Kursk, dove da ieri sono in corso combattimenti tra le forze russe e quelle ucraine che hanno varcato il confine. Lo ha riferito il governatore, Alexei Smirnov, riferendo di una conversazione notturna avuta durante la notte con il presidente. “Migliaia” di residenti delle zone di confine vengono evacuate in queste ore verso altre regioni russe, secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti.

L’Ucraina ordina l’evacuazione di 6.000 persone dalle aree vicine a Kursk. Lo ha annunciato il governatore locale. Il capo di Stato maggiore russo, Valery Gerasimov, sostiene che quasi mille soldati ucraini abbiano preso parte all’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk e che l’attacco sia stato fermato dalle truppe di Mosca. Lo riportano le agenzie Interfax e Ria Novosti.

Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che nelle ultime 24 ore l’intervento delle truppe di terra e i bombardamenti russi hanno portato all’eliminazione di 260 soldati ucraini e di 50 veicoli corazzati, tra i quali sette carri armati. Secondo il ministero, i bombardamenti russi, che si estendono alla regione ucraina di Sumy, “hanno impedito al nemico di avanzare in profondità nel territorio della Federazione Russa”. Ieri Mosca aveva detto che il tentativo di infiltrazione era condotto da 300 militari ucraini della 22/a brigata meccanizzata.

Secondo le autorità russe, i bombardamenti delle forze di Kiev che hanno preceduto e accompagnato l’attacco hanno provocato almeno 5 morti, tra cui due operatori di un’ambulanza, e 28 feriti, tra i quali alcuni bambini.

Secondo il canale Telegram russo Rybar, vicino alle forze armate, gli ucraini avrebbero preso il controllo di tre piccoli insediamenti: Nikolaevo-Darino, Darino e Sverdiklovo, ma le forze di Mosca sarebbero in difficoltà anche in altre zone. La stessa fonte afferma che circa 400 militari ucraini sono ancora presenti sul territorio russo, mentre altri 2.000 sono concentrati in territorio ucraino a ridosso del confine.

Circa un migliaio di militari ucraini hanno preso parte all’attacco alla regione di Kursk, ha detto Valery Gerasimov, capo di stato maggiore delle forze armate della Federazione Russa.

“Alle cinque e mezza del 6 agosto, unità delle forze armate ucraine che contavano fino a mille persone sono passate all’offensiva con l’obiettivo di impadronirsi di una parte del territorio del distretto di Sudzhansky nella regione di Kursk”, ha detto Gerasimov a mercoledì un incontro al quale parteciperà il presidente russo Vladimir Putin.

“Le azioni delle unità che coprivano il confine di stato insieme alle guardie di frontiera e alle unità di rinforzo, gli attacchi aerei, le forze missilistiche e il fuoco dell’artiglieria hanno fermato l’avanzata del nemico più in profondità nel territorio in direzione di Kursk”, ha detto Gerasimov.

Secondo lui, “attualmente, le unità del gruppo Nord, insieme alle agenzie di frontiera dell’FSB russo, continuano a distruggere il nemico nelle aree direttamente adiacenti al confine russo-ucraino”.

Gerasimov ha detto che le unità che hanno attaccato la regione di Kursk hanno perso almeno 100 persone uccise e 215 ferite. Secondo lui sono state distrutte anche 54 unità di veicoli corazzati, tra cui sette carri armati.

Il capo di stato maggiore delle forze armate russe ha dichiarato che l’operazione nella regione di Kursk si concluderà con la sconfitta delle forze ucraine.

“L’operazione sarà completata sconfiggendo il nemico e raggiungendo il confine di stato”, ha riferito a Putin.

Mosca accusa, Kiev ha aperto un ‘secondo fronte’ in Africa

Mosca ha accusato l’Ucraina di aver aperto “un secondo fronte” in Africa sostenendo “gruppi terroristici”, pochi giorni dopo che i mercenari russi di Wagner e l’esercito maliano hanno subito pesanti perdite per mano di separatisti e jihadisti nel nord del Mali.

“Incapace di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, il regime criminale di (Volodymyr) Zelensky ha deciso di aprire un ‘secondo fronte’ in Africa e sta sostenendo gruppi terroristici in Stati del continente amici di Mosca”, ha denunciato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall’agenzia Ria Novosti.

Rapina in un ufficio postale, bottino circa 30mila euro. Indagini

ufficio-postale

Due uomini armati e con il volto travisato, hanno compiuto una rapina stamani nell’ufficio postale di Mendicino, centro vicino Cosenza. Secondo le prime stime, il bottino si aggira sui 30 mila euro.

I due, approfittando di un momento in cui il direttore era al di fuori dell’area interdetta, lo hanno minacciato costringendolo a consegnare il denaro, quindi sono fuggiti.

Le indagini sono condotte dai carabinieri che stanno cercando di accertare come i due siano fuggiti. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona per cercare di identificare i rapinatori. L’ufficio postale, a causa della rapina, resterà chiuso fino a sabato 10 agosto.

Hamas ha un nuovo leader: si chiama Yahya Sinwar, 61 anni. Plauso dell’Iran

Yahya Sinwar è il nuovo leader politico di Hamas in sostituzione di Ismail Haniyed, assassinato a fine luglio a Teheran. Lo comunica lo stesso movimento citato dai media.

Sinwar, 61 anni, è ritenuto da Israele l’ideatore dell’attacco del 7 ottobre sferrato da Hamas all’interno del territorio israeliano, in cui sono state uccise più di 1.100 persone e più di 200 sono state fatte prigioniere.

“Il movimento di resistenza islamica Hamas annuncia la scelta del comandante Yahya Sinwar come capo dell’ufficio politico del movimento, succedendo al comandante martire Ismail Haniyeh, che Dio abbia pietà di lui”, ha affermato il gruppo in una breve dichiarazione citata dai media arabi.

La successiva campagna militare di Israele a Gaza ha ucciso circa 40.000 palestinesi, tra cui migliaia di donne e bambini, ha costretto quasi l’intera popolazione di 2,3 milioni di persone a sfollare e ha causato una crisi umanitaria senza precedenti, con carestia diffusa ed emergenze sanitarie.

L’attacco israeliano è stato accompagnato anche da segnalazioni di sistematiche violazioni dei diritti umani, come la tortura dei palestinesi, scrive Al-Jazeera.

“Gaza prende le decisioni”

L’assassinio di Haniyeh, quasi certamente compiuto da Israele, ha sconvolto la regione ed è stato visto da molti come un tentativo del governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di affossare i tentativi di negoziare un cessate il fuoco, di cui Haniyeh era una figura chiave.

Gli analisti hanno affermato che la sua sostituzione con Sinwar, che è scomparso per lo più dopo l’ attacco del 7 ottobre, è un indicatore del posto centrale che Gaza occupa nella visione politica del gruppo.

Capo esercito Iran: “Sinwar leader determinato”

“La scelta di Hamas di Yahya Sinwar come suo nuovo capo politico potrebbe privare Israele di ogni speranza di sopravvivenza, ha affermato Abdolrahim Mousavi, comandante in capo dell’esercito della Repubblica islamica dell’Iran.

“La selezione di ieri di Yahya Sinwar ha indicato la determinazione dei combattenti palestinesi e di Hamas e il fatto che il regime sionista Israele deve rinunciare alle speranze di sopravvivenza”, ha affermato il generale iraniano citato dall’agenzia di stampa Tasnim . Mousavi ha definito Sinwar uno dei più grandi combattenti per la libertà palestinese.

Il capo di stato maggiore dell’esercito iraniano ha anche avvertito che Israele riceverà una “risposta definitiva e decisiva” per i suoi crimini, tra cui l’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran.

Presidente Iran a Macron: “Usa e Occidente hanno sostenuto l’uccisione di Haniyeh”

Gli Stati Uniti e l’Occidente hanno sostenuto l’uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, ha detto il presidente iraniano Masoud Pezeshkian al suo omologo francese, Emmanuel Macron, durante la loro telefonata. Lo riporta la Tass.

“Le azioni criminali e terroristiche del regime sionista di Israele contro la popolazione oppressa e vulnerabile di Gaza e l’uccisione di Haniyeh, ospite ufficiale dell’Iran, mirano a incendiare la regione e, purtroppo, gli Stati Uniti e i paesi occidentali hanno sostenuto questo regime nei suoi crimini, genocidio e massacro, invece di condannarlo”, ha affermato Pezheskian, citato dall’ufficio stampa.

“Se gli Stati Uniti e i paesi occidentali vogliono davvero porre fine alla guerra e all’instabilità nella regione, devono immediatamente smettere di vendere armi e di sostenere il regime sionista e fare pressione su di esso affinché cessi il genocidio e gli attacchi nella Striscia di Gaza e concordi un cessate il fuoco”, ha sottolineato.

Secondo Pezeshkian, i principi chiave della politica estera di Ian sono il rifiuto delle guerre e gli sforzi per la pace nel mondo intero. “In conformità con il diritto internazionale, l’Iran non dirà mai silenzio di fronte alla violazione dei suoi interessi e della sua sicurezza”, ha promesso e ha condannato gli Stati Uniti e l’Occidente per aver praticato doppi standard sostenendo “il regime, che non osserva alcuna norma internazionale”.

Il 31 luglio, il movimento radicale palestinese Hamas ha dichiarato che il presidente del Politburo Yahya Haniyeh è stato ucciso in un attacco israeliano alla sua residenza a Teheran, dove era arrivato per partecipare all’insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC, unità militari d’élite dell’Iran) ha dichiarato che Haniyeh è stato ucciso da un razzo a corto raggio con una testata di circa 7 chilogrammi, aggiungendo che il suo assassinio è stato organizzato da Israele con il supporto degli Stati Uniti.

Agguato tra Reggio e Vibo, ferito grave un ventenne

Un 20enne è stato ferito in un agguato compiuto la notte scorsa a San Pietro di Caridà, in provincia di Reggio Calabria, al confine con la provincia di Vibo Valentia.

La vittima, Pietro Morfei, è stata ferita al collo e adesso è ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale di Reggio Calabria. Il giovane, comunque, non sarebbe in pericolo di vita.

Morfei si trovava a bordo della sua auto quando è stato raggiunto da un colpo di fucile caricato a pallini. Insieme a lui la fidanzata che ha riportato delle escoriazioni.

Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Gioia Tauro e del Reparto operativo di Reggio che stanno aspettando che il giovane sia in grado di parlare per interrogarlo e cercare di ricostruire la dinamica e il movente del tentato omicidio.

L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Palmi ma potrebbe essere trasmessa, per competenza, alla Dda di Reggio Calabria, non escludendo un interessamento anche della Dda di Catanzaro visto che San Pietro di Caridà e Monsoreto di Dinami sono zone al confine con la provincia di Vibo Valentia dove c’è una forte influenza ‘ndranghetista non solo delle cosche reggine ma anche di quelle vibonesi.

Pietro Morfei risulta incensurato ma le modalità dell’agguato fanno pensare a un contesto mafioso che in queste ore è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori.

Due anni fa nelle campagne di Monsoreto di Dinami (Vibo Valentia) era stato ucciso Alessandro Morfei, figlio di Pietro Morfei, a sua volta assassinato nel 1998 nella piazzetta del paese. Quest’ultimo è omonimo del giovane ferito ieri sera. (ansa)

Box femminile, Angela Carini abbandona il match contro l’intersessuale Khelif

Sono le olimpiadi woke, ideologicamente arcobaleno e blasfeme: anticristiane. Dalla scandalosa cerimonia di apertura, alla Senna sporca e inquinata, al caso dell’incontro di box femminile tra una donna e un presunto maschietto che ha le generalità femminili stampate solo sul suo passaporto. In molti affermano che Imane Khelif ha cromosomi XY (maschio), altri sostengono che ha il testosterone alto.

L’incontro di boxe dell’altro giorno tra Angela Carini e Khelif è durato pochissimo, appena 46 secondi: l’atleta azzurra si è ritirata ed è fuori dal torneo di boxe femminile dei pesi “welter”. Carini ha deciso di non proseguire dopo essere stata colpita due volte dalla pugile algerina. Poi è scoppiata in lacrime. Sul momento si è capito solo che l’italiana aveva abbandonato il ring, ma poi la spiegazione è lei stessa a darla: “Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta”. Angela Carini spiega così, ancora in lacrime, il suo repentino abbandono nel match contro la pugile algerina iper-androgina (intersessuale, coi cromosomi maschili, ndr) Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024. “Esco a testa alta”, ha aggiunto l’azzurra.  Il caso ha fatto il giro del mondo con commenti sprezzanti verso

Parigi: coach Carini “nessuna premeditazione nel ritiro”
“Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l’avversaria, mi ha detto ‘non è giusto’. Ma qui oggi non c’è stata premeditazione”. Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, racconta il match della discordia. Carini ha abbandonato dopo “aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente”

Il caso
La discussione che ne è nata, o meglio il caso, ha avuto sviluppi anche politici e alcuni hanno utilizzato termini poco consoni. Non si può parlare di Imane Khelif come di una atleta trasgender, di un atleta uomo che sceglie di diventare donna ma essenzialmente di regole che hanno permesso all’atleta algerina di far parte del movimento pugilistico femminile da sempre perché appartenente al sesso femminile pur avendo dei livelli di testosterone più alti di altre atlete. Il Cio però poi ammette di non aver fatto test specifici e che Khelife è stata ammessa perché ha passaporto con genere femminile, nonostante appare uomo dalla testa ai piedi, dall’ossatura alla muscolatura, alla forza mascolina e forse anche altro…Insomma, un atleta che potrebbe partecipare anche a discipline adatte agli uomini.

In ogni caso lei si sente donna e ha già fatto altri tornei. Dalle colleghe è stata anche battuta. Dei quattordici incontri giocati nell’arco della sua carriera e disputati tutti nella categoria femminile la boxeur ne ha persi cinque. È successo, per esempio, durante le Olimpiadi Tokyo quando – vinto un solo incontro – fu poi nettamente eliminata ai quarti dall’irlandese Kellie Anne Harrington, poi medaglia d’oro. Successivamente, è stata battuta ancora e sempre da un’irlandese: ai mondiali 2022, a Istanbul, vinse la medaglia d’argento perdendo contro Amy Broadhurst. Khelif, ha avuto una grande pubblicità e ha diviso il mondo a metà. L’algerina punta all’oro olimpico.

In molte città del mondo in migliaia protestano contro il genocidio a Gaza

Le principali città e capitali di tutto il mondo hanno assistito nelle ultime ore a grandi manifestazioni, per chiedere la cessazione immediata dell’attacco genocida israeliano a Gaza.

Migliaia di persone sono scese in piazza in città asiatiche, mediorientali, nello Yemen, e in altre metropoli come Manchester e Londra nel Regno Unito; Aarhus e Copenaghen in Danimarca; Rotterdam e Amsterdam nei Paesi Bassi; Uppsala, Malmo e Helsingborg in Svezia; Stoccarda in Germania; e Rawalpindi in Pakistan. Inoltre, marce di solidarietà e proteste si sono tenute a Marib, Yemen; Parigi, Francia; Rabat, Marocco; e Kuala Lumpur, Malesia.

I dimostranti sventolavano bandiere palestinesi e striscioni che denunciavano le atrocità dell’occupazione israeliana contro il popolo palestinese. Le manifestazioni chiedevano un cessate il fuoco immediato, la consegna di aiuti umanitari a Gaza e la fine delle “doppie misure” nelle risposte internazionali alla guerra.

I manifestanti hanno inoltre chiesto che Israele si assuma la responsabilità dei crimini di guerra, in particolare quelli che prendono di mira civili e bambini, e hanno condannato il genocidio in corso a Gaza.

La manifestazione più imponente, con centinaia di migliaia di dimostranti, è avvenuta nello Yemen, anche con sostenitori degli Houthi. Nel video della Reuters si vede una gigantesca bandiera della Palestina. Slogan sono stati urlati dalla immensa folla in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza e contro l’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, oltre contro le politiche occidentali di sostegno a Tel Aviv.

Nuovo massacro israeliano in una scuola con sfollati a Gaza, diversi morti e feriti

La carneficina israeliana nella Striscia di Gaza continua senza soste. Un nuovo massacro di civili è stato compiuto dall’esercito di Netanyahu su una scuola che ospita migliaia di sfollati palestinesi. Il bilancio provvisorio è di circa una ventina di vittime e decine di feriti.

Le prime dieci vittime sono state uccise in un primo raid, le altre in una trappola infernale quando nella “Hamama School” vi erano i soccorritori che cercavano di estrarre i corpi ammazzati del primo attacco. Tra i morti donne e bambini. I video postati sui social sono terribili.

Il corrispondente dell’agenzia di stampa Wafa ha riferito in un primo momento che almeno dieci civili, tra cui bambini, sono stati uccisi nell’attacco alla scuola situata nel quartiere Sheikh Radwan nella parte occidentale di Gaza City. Molti altri hanno riportato varie ferite a seguito dell’attacco mortale. Poi c’è stato il secondo raid: una trappola mortale per decine di persone, tra cui civili e soccorritori.

Secondo il giornalista, l’attacco iniziale aveva come obiettivo la “Hamama School”, nel quartiere Sheikh Radwan. La scuola è stata colpita ancora una volta da tre missili mentre le squadre di emergenza e di difesa civile stavano tentando di evacuare le vittime, riferisce Wafa.

Una fonte medica presso l’ospedale arabo Al-Ahli di Gaza ha riferito che molte delle vittime e dei feriti erano bambini e che il bombardamento ha causato danni significativi alle aule della scuola, già sovraffollata.

La terribile sequenza video degli attacchi israeliani sulla scuola di sfollati a Gaza

Questo incidente segna una preoccupante continuazione degli attacchi di Israele alle scuole che ospitano famiglie sfollate, con attacchi precedenti che hanno causato significative perdite di vite umane. L’attuale assalto militare israeliano, che dura da oltre 302 giorni, ha visto numerosi attacchi simili.

L’incidente più recente è avvenuto giovedì scorso, quando un attacco aereo israeliano su una scuola trasformata in rifugio nel quartiere di Shujaiya ha causato la morte di 15 persone.

L’assalto israeliano in corso a Gaza ha portato a gravi condizioni umanitarie, con gli sfollati costretti a cercare rifugio presso parenti, in tende di fortuna o in spazi pubblici in condizioni terribili, privi di beni di prima necessità come acqua e cibo. Il numero di sfollati a Gaza ha raggiunto circa 2 milioni dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre.

L’aggressione israeliana in corso all’enclave dal 7 ottobre 2023, iniziata come rappresaglia agli attacchi di Hamas dello stesso giorno, ha finora causato 39.550 vittime palestinesi accertate, con altri 91.280 feriti. Si stima inoltre che migliaia di vittime siano sepolte sotto le macerie.

Altri 4 giovani palestinesi uccisi da un drone su un veicolo a est di Tulkarem

Quattro palestinesi sono stati uccisi questa sera da un drone israeliano che ha preso di mira un veicolo sulla strada tra la città di Bal’a e il sobborgo di Aktaba, a est di Tulkarm. Lo riporta sempre Wafa.

Fonti locali citate dall’agenzia hanno riferito che un drone israeliano ha preso di mira un veicolo a est di Tulkarem, incendiandolo completamente.

Le fonti hanno aggiunto che ingenti truppe dell’esercito di occupazione hanno circondato la posizione del veicolo preso di mira e hanno impedito agli equipaggi delle ambulanze di raggiungerlo.

Stamattina presto, un drone dell’esercito israeliano ha preso di mira un veicolo palestinese sulla strada Zeita-Attil, a nord-est della città di Tulkarem, in Cisgiordania occupata, uccidendo cinque palestinesi, secondo una fonte medica.

Il direttore dell’ospedale governativo, ha dichiarato che i corpi di cinque persone sono arrivati ​​all’ospedale, ustionati e carbonizzati, irriconoscibili, tranne uno che è stato identificato come Yaytham Nuriddin Bleidi, 25 anni, del campo profughi di Tulkarm.

Un drone delle forze di occupazione israeliane ha colpito il veicolo con due missili, uccidendo tutti e cinque i giovani e dando fuoco al mezzo.

Il veicolo colpito (Agenzia Wafa)

 

Giovane al bar con gli amici muore dopo un malore improvviso

ambulanza

Un ragazzo di 23 anni di Lamezia Terme è morto a seguito di un improvviso malore che lo ha colto mentre si trovava seduto con alcuni amici in un lido di Falerna.

Immediati sono giunti sul posto i sanitari del 118 di Falerna che hanno praticato i primi interventi di soccorso con ripetuti massaggi cardiaci che non hanno dato segnali di ripresa.

Dopo oltre mezz’ora, però, è sembrato che il giovane potesse riprendersi e così, i sanitari, hanno deciso di trasportarlo all’ospedale di Lamezia Terme dove però nel primo pomeriggio è deceduto.

Nell’immediatezza era stato allertato anche l’elisoccorso per il trasferimento all’ospedale Pugliese di Catanzaro.

Attentato contro Haniyeh, Teheran insiste: “Ucciso da missile lanciato dall’estero”

Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe ​​stato ucciso da “un missile sparato dall’esterno della residenza in cui alloggiava”, con alta probabilità “lanciato dall’estero”. Lo ha riferito in un comunicato il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (Irgc), citato dall’agenzia Irna.

Secondo gli sviluppi dell’indagine, “questa operazione terroristica è stata effettuata utilizzando un razzo a corto raggio con una testata di circa sette chilogrammi, che ha provocato una potente esplosione, proveniente dall’esterno del territorio della residenza degli ospiti”, afferma il corpo delle Guardie islamiche secondo cui l’operazione speciale “è stata ideata e portata avanti da Israele con il sostegno degli Stati Uniti”, sottolinea il comunicato dell’Irgc

La risposta per il sangue di Haniyeh “sarà una punizione severa, che sarà eseguita in modo appropriato, nel luogo e nel momento appropriati”, ha assicurato l’Irgc.

Il movimento palestinese Hamas ha riferito lo scorso 31 luglio che Haniyeh è stato ucciso in un attacco alla sua residenza a Teheran, dove era arrivato per partecipare all’insediamento del nuovo presidente iraniano. Il movimento palestinese ha attribuito la responsabilità a Israele e agli Stati Uniti, promettendo che questo attacco non sarebbe rimasto senza risposta.

Secondo una ricostruzione del New York Times, l’attentato sarebbe avvenuto con una bomba piazzata mesi prima nell’appartamento dove è stato poi ospitato il leader di Hamas, e una volta assicurati che era all’interno, l’ordigno è stato fatto deflagrare con un telecomando a distanza. Tesi messa appunto in discussione dalle Guardie islamiche che pure presidiacano la residenza e che – secondo testimonianze – avevano nei giorni precedenti “rafforzato la sicurezza”.

Morte Haniyeh, ecco dove (e come) il capo di Hamas è stato ucciso. Cosa non torna

Dopo l’assassinio di Haniyeh, anche il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha ordinato un attacco diretto contro Israele. Un avvertimento preso molto sul serio da Israele e Stati Uniti che si attendono una imminente rappresaglia da parte di Teheran. Al riguardo Tel Aviv e Washington hanno già schierato nel Mediterraneo e nel Golfo Persico flotte di navi cariche di armamenti e jet pronti a rispondere in caso di eventuali attacchi.

Successivamente, il rappresentante permanente dell’Iran presso l’ONU, Amir Saeed Irvani, ha affermato che “Teheran, seguendo il diritto internazionale, si riserva il diritto di autodifesa per rispondere quando lo ritiene necessario”. Il diplomatico ha sottolineato che “questo omicidio non sarebbe avvenuto senza il sostegno dell’intelligence americana” e ha invitato il Consiglio di sicurezza dell’ONU a imporre sanzioni contro Israele.

Il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha definito la morte di Haniya “un omicidio politico assolutamente inaccettabile, che minaccia un’ulteriore escalation nella regione”.

Aggredisce con un coltello il fidanzatino della figlia, arrestata

Avrebbe aggredito con un coltello, al culmine di un diverbio per futili motivi, il fidanzato sedicenne della figlia tentando di sferrargli un fendente all’altezza della gola.

E’ accaduto nella frazione Lauropoli di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, dove i carabinieri della Compagnia hanno arrestato e posto ai domiciliari una donna di 36 anni.

Da una prima ricostruzione fatta dai militari, la donna, durante la lite avrebbe prima lanciato, dalla propria abitazione, minacce verbali al ragazzo dopodiché avrebbe raggiunto il ragazzino per strada con l’intento di colpirlo con un coltello da cucina.

La donna è stata bloccata e disarmata dai militari che, allertati da alcuni vicini preoccupati che la lite degenerasse, erano giunti sul posto proprio per sedare la lite.

Terremoto nel Cosentino, notte all’aperto per diverse persone. “Nessun danno”

Tanta paura ma fortunatamente nessun danno. Diversi abitanti di Pietrapaola e altri piccoli centri limitrofi della Sila Greca cosentina, hanno trascorso la notte all’aperto per timore di nuove scosse dopo il forte sisma delle 21.43 di ieri, di magnitudo 5.0.

Lo spavento nei centri interessati è stato tanto ma, al momento, non si sono registrati feriti né crolli evidenti o cadute di calcinacci. Per tutta la notte, i vigili del fuoco hanno comunque compiuto sopralluoghi soprattutto nella parte alta del paese per verificare la condizione degli edifici mentre la Protezione civile regionale ha fornito assistenza alla popolazione fornendo generi di conforto. Sul posto anche le forze dell’orine. Ai sopralluoghi di Pietrapaola, epicentro dell’evento, ha partecipato in prima persona il sindaco Manuela Labonia.

A Pietrapaola è stato per tutta la notte anche il direttore della Protezione civile regionale Domenico Costarella. “I sopralluoghi – ha spiegato – proseguiranno per tutta la giornata. Nella notte sono state compiute le prime verifiche che al momento hanno dato esito negativo. Come protezione civile siamo pronti ad andare in aiuto in caso di necessità”.

La Calabria, dopo il forte terremoto di ieri sera, seguito da altre scosse di assestamento, ha vissuto una notte di apprensione. Sono andati avanti, ininterrottamente, i rilievi da parte dei Vigili del fuoco sugli edifici dei Comuni più vicini all’epicentro del sisma.

Le tre scosse principali, di cui una strumentale, sono state avvertite chiaramente dalla popolazione della parte antica del paese, posta in collina. Il sisma è stato sensibilmente avvertito anche oltre duecento km di distanza: oltre la Calabria centro-settentrionale, in Puglia, Basilicata e Campania. A Cosenza e nell’area urbana, una cinquantina di km, è stata percepita una scossa che potrebbe classificarsi pari a circa 3.5, effetto della propagazione delle onde sismiche, come dimostra il video dell’Ingv.

“Nella parte antica – dice Manuela Labonia – abbiamo deciso di evacuare anche se poi alcuni abitanti hanno deciso di rientrare nelle loro abitazioni mentre altri hanno preferito rimanere all’aperto. Nella zona vecchia per tutta la notte sono rimasti i carabinieri ed un’ambulanza per qualsiasi evenienza”.

Crolla un costone di roccia a Falerna, nessun ferito

Tragedia sfiorata a Falerna Marina, sulla costa lametina per il crollo di un costone roccioso che si è staccato dalla rupe di località Torre Lupo.

Un masso ha lambito un gazebo dove sono soliti sostare residenti e vacanzieri ma che fortunatamente al momento del crollo era deserto.

Sul posto sono intervenuti agenti della Polizia locale insieme ad una squadra dei Vigili del fuoco di Lamezia Terme per le operazioni di verifica di pericolosità. Presenti anche gli amministratori comunali per valutare eventuali provvedimenti da adottare.

Terremoto nel Cosentino, ecco il video della propagazione delle onde sismiche

Ecco il video video – curato dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv *) – dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di magnitudo Mw 5.0 avvenuto a Pietrapaola (Cosenza) alle 21:43 italiane del 1 agosto 2024. Il sisma è stato avvertito forte nelle aree prossime all’epicentro ionico calabrese, tra le province di Cosenza e Crotone nonché, in modo sensibile, in altre centri e regioni del sud Italia.

“Il colore blu indica movimenti del suolo verso il basso, mentre il colore rosso indica movimenti del suolo verso l’alto. La gradazione del colore rappresenta invece diversi valori di velocità verticale (m/s): tanto più il blu (o il rosso) è intenso, tanto più velocemente il suolo si muove verso il basso (o l’alto).

Ogni secondo dell’animazione – viene spiegato dagli esperti – rappresenta un secondo in tempo reale. L’animazione mostra una distribuzione disomogenea delle velocità del suolo, ovvero punti equidistanti dall’epicentro non subiscono lo stesso tipo di sollecitazione. Ciò è dovuto alle condizioni locali (topografia, tipo di suolo, …) che posso influenzare in maniera significativa la propagazione delle onde sismiche. Per esempio, terreni incoerenti come quelli alluvionali inducono fenomeni di amplificazione delle onde sismiche molto più pronunciati rispetto alla roccia compatta.

Questa simulazione è una rappresentazione grafica della soluzione delle equazioni che descrivono la propagazione delle onde sismiche in un mezzo. La velocità verticale calcolata in un dato punto al tempo t rappresenta difatti la soluzione di equazioni che permettono di stimare la velocità del suolo attesa in quel determinato punto e ad un istante di tempo per una specifica combinazione dei seguenti input: sorgente sismica, modello 3D del sottosuolo ed effetti di sito. Infatti la velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa”.

* A cura di Emanuele Casarotti, Federica Magnoni, Angela Stallone, INGV.

Venezuela, dopo le proteste Maduro rassicura: “Centinaia di arresti. Tutto sotto controllo”

La situazione in Venezuela resta sotto lo stretto controllo del governo dopo che bande criminali e gruppi terroristici hanno tentato di destabilizzare il paese in seguito alle elezioni presidenziali. Lo fa sapere il presidente Nicolas Maduro in un discorso trasmesso da una emittente televisiva citata dai media.

“Le tensioni emerse domenica e proseguite lunedì e martedì sono ora sotto controllo, e questo controllo diventerà più severo di giorno in giorno per garantire la pace, la prosperità e la produzione del Paese”, ha affermato Maduro.

“Abbiamo arrestato oltre 1.200 criminali e ora ne stiamo cercando altri 1.000, che saranno anch’essi arrestati”, ha continuato il presidente, aggiungendo che quegli individui “hanno seguito un addestramento in Texas, negli Stati Uniti, così come in Colombia, Perù e Cile”, e il suo governo ha filmati di queste sessioni di addestramento per dimostrarlo.

Ha anche affermato che “i criminali hanno incendiato oltre 300 stazioni di polizia”. Secondo le sue parole, circa l’80% dei rivoltosi era sotto l’effetto di droghe o alcol.

“Li stiamo prendendo, uno a uno, e non ci sarà pietà”, ha detto Maduro, annunciando che due prigioni di massima sicurezza saranno messe in funzione circa due settimane dopo. “Tutti i criminali andranno nelle prigioni di massima sicurezza”.

Il 28 luglio, in Venezuela si sono tenute le elezioni presidenziali. Secondo il bollettino del Consiglio elettorale nazionale emesso dopo lo spoglio dell’80% delle schede, Maduro è stato sostenuto da 5.150.092 elettori, ovvero il 51,2%. Il suo rivale, Edmundo Gonzalez dei partiti di estrema destra, ha ottenuto 4.445.978 voti, ovvero il 44,2%. La leader dell’opposizione Maria Corina Machado, organica ai dem statunitensi, non ha riconosciuto i risultati delle elezioni, parlando apertamente di brogli.

Il 29 luglio, il centro di Caracas è stato travolto da proteste e rivolte. I dimostranti hanno accusato il governo di aver falsificato l’esito delle elezioni presidenziali. Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab ha affermato che quasi 750 persone sono state arrestate per aver preso parte alle rivolte.

Al momento, la situazione a Caracas e in altre città sta tornando alla normalità. I ​​trasporti pubblici stanno riprendendo il loro lavoro. I negozi hanno riaperto le loro porte. Tuttavia, la situazione rimane tesa nei quartieri malfamati di Caracas.

Alluvioni e frane killer in India, oltre 300 morti. Feriti e dispersi

E’ di oltre 300 morti e un numero imprecisato di feriti e dispersi il drammatico bilancio del forte maltempo – con alluvioni, fiumi in piena e smottamenti -, avvenuto nel distretto di Wayanad, a sud dell’India.

Dopo due giorni di forti piogge, tre frane si sono abbattute contemporaneamente nel giro di quattro ore nel distretto di Wayanad, nello stato indiano meridionale del Kerala.

È in corso un’operazione di ricerca e soccorso sul posto, che coinvolge militari, equipaggiamento dell’aeronautica e cani da ricerca. Le frane hanno distrutto molte case, strade e un ponte.

Le vittime accertate al momento sono 308, ma ci sono anche decine di feriti e dispersi. E’ corsa contro il tempo per portare in salvo quante più persone possibili.

Avvenuto lo scambio di prigionieri tra Mosca e Occidente, c’è Gershkovich

E’ avvenuto lo scambio di prigionieri tra la Russia e gli Stati Uniti. Lo scambio è avvenuto ad Ankara, dopo che il presidente turco Erdogan si è proposto di mediare. Si tratta di otto russi detenuti o condannati nei paesi della Nato, mentre i cittadini stranieri condannati e i russi legati alle agenzie di intelligence occidentali, che erano stati graziati dal presidente, hanno lasciato la Russia. Tra loro c’è anche Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal arrestato lo scorso anno e condannato da un tribunale russo, per spionaggio, a 16 anni di prigione. Putin ha firmato la sua grazia nell’ambito dello scambio.

Il presidente russo Vladimir Putin ha appunto firmato gli ordini di grazia per i cittadini russi e stranieri condannati, rilasciati ieri tra Russia e Occidente in uno scambio di prigionieri tra le parti.

“Vladimir Putin ha firmato gli ordini esecutivi che graziano Paul Nicholas Whelan, Kevin Lik, Evan Gershkovich, Demuri Voronin, Vladimir Kara-Murza, Alsu Kurmasheva, Lilia Chanysheva, Vadim Ostanin, Ksenia Fadeyeva, Alexandra Skochilenko, Ilya Yashin, Andrei Pivovarov e Oleg Orlov, “, si legge sul sito del Cremlino.

La decisione di firmare gli ordini è stata presa allo scopo di ottenere il rimpatrio dei cittadini russi detenuti e incarcerati in paesi stranieri.

Terremoto a Cosenza, nuova scossa di magnitudo 3.1 a Bocchigliero

In seguito alla forte scossa di terremoto di magnitudo 5.0 a Pietrapaola, la sala sismica dell’Ingv ha registrato alle 22:53 un nuovo movimento tellurico di magnitudo 3.1 a quattro km da Bocchigliero, a poca distanza dall’epicentro principale in provincia di Cosenza.

Il sisma, evidentemente di assestamento, è stato localizzato a 26 km di profondità, mentre quella principale a ventuno. Al momento non si segnalano danni a cose o persone. La protezione civile è mobilitata per accertare eventuali cedimenti o lesioni. Tantissima è stata la paura tra la gente, in particolare nei centri ionici tra le province di Cosenza e Crotone che in questo periodo agostano sono affollati di turisti.

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