11 Ottobre 2024

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Scontro auto-moto a Reggio, muore un ventiseienne

Un ragazzo di 26 anni, Domenico Orlando, di Melito Porto Salvo, è morto in seguito a un incidente stradale avvenuto ieri sera sulla Statale 106 all’altezza di San Leo di Pellaro, nella periferia sud di Reggio Calabria.

Secondo le prime informazioni, il giovane era a bordo della sua moto quando – per cause in corso di verifica – si è scontrato frontalmente con un’auto che proveniva nel senso di marcia opposto. Sul luogo del sinistro sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno immediatamente trasportato il ragazzo in ospedale. Le sue condizioni, però, erano gravi e dopo qualche ora è purtroppo deceduto.

Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia stradale che hanno eseguito i rilievi e stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente. L’auto che ha impattato contro la moto era guidata da un altro ragazzo giovanissimo.

Scooter impatta contro un’auto, morto un 63enne

archivio

Incidente mortale nella serata di ieri lungo la Statale 18 tra Gizzeria e Lamezia Terme. La vittima è un 63enne originario di San Pietro a Maida, Rocco Fabiani, funzionario in una banca a Lamezia.

L’uomo era a bordo di uno scooter quando, per cause in corso di accertamento, si è scontrato con un’auto. Nell’impatto, l’uomo ha avuto la peggio nonostante il tentativo di trasportarlo nell’ospedale di Catanzaro.

Sul posto, oltre al personale del 118, sono intervenuti i carabinieri per i rilievi e accertare le cause dell’incidente.

L’Ucraina bombarda il ponte di Kursk, di importanza strategica. Ira di Mosca

L’Ucraina ha distrutto un ponte di importanza strategica sul fiume Seym, mentre continua la sua incursione nella regione russa di Kursk. Secondo quanto riportato da funzionari russi, citata dalla Bbc, l’operazione nei pressi della città di Glushkovo ha isolato una parte del distretto locale. Ci sono vittime tra i volontari che cercavano di evacuare i civili.

Il ponte era utilizzato dal Cremlino per rifornire le sue truppe e la sua distruzione potrebbe ostacolarne gli sforzi. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le truppe ucraine stanno rafforzando le loro posizioni a Kursk e ha definito i territori catturati un fondo di scambio, lasciando intendere che potrebbero essere scambiati con le regioni ucraine occupate da Mosca.

Giunta ormai alla sua seconda settimana, questa è la più profonda incursione dell’Ucraina in Russia da quando Mosca ha lanciato la sua invasione su vasta scala più di due anni fa.
L’inaspettata operazione transfrontaliera dell’Ucraina ha costretto più di 120.000 persone a mettersi in salvo.

Ma nonostante le rivendicazioni ucraine sui guadagni territoriali, Kiev ha ripetutamente sostenuto di non voler occupare la Russia. L’Ucraina non è interessata a occupare i territori russi”, ha affermato venerdì un alto collaboratore del presidente ucraino Zelensky.

Mykhailo Podolyak ha affermato che uno degli obiettivi principali della loro incursione in Russia era quello di convincere Mosca a negoziare “alle nostre condizioni”.
“Nella regione di Kursk, possiamo vedere chiaramente come lo strumento militare venga utilizzato oggettivamente per persuadere la Russia a entrare in un giusto processo di negoziazione”, ha scritto su X, aggiungendo che Kiev ha dimostrato di essere “un mezzo efficace di coercizione”.

Il capo dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky, ha dichiarato venerdì che l’offensiva ha compiuto ulteriori progressi.

“Le truppe del gruppo offensivo continuano a combattere e in alcune zone sono avanzate da uno a tre chilometri verso il nemico”, ha detto al presidente Zelensky in un video pubblicato sui social media.

Syrsky ha affermato di sperare di fare “molti prigionieri” in una battaglia nel villaggio di Mala Loknya, a circa 13 km (8 miglia) dal confine.
Mentre l’avanzata dell’Ucraina continua, i funzionari della regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, hanno dichiarato che evacueranno cinque villaggi a partire da lunedì.
“Dal 19 agosto chiuderemo l’accesso a cinque insediamenti, allontanando i residenti e aiutandoli a portare fuori le loro proprietà”, ha scritto il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, sull’app di messaggistica social Telegram, citando i piccoli villaggi vicino al confine.

Tuttavia, mentre l’Ucraina avanza ulteriormente nel territorio russo occidentale, le forze russe stanno guadagnando terreno anche nella parte orientale dell’Ucraina. Venerdì Mosca ha dichiarato che le sue truppe hanno catturato Serhiivka, l’ultima di una serie di città rivendicate dalle truppe russe nelle ultime settimane.

Gli ultimi progressi avvicinano i russi alla città di Pokrovsk, un importante snodo logistico situato su una strada principale per i rifornimenti alle truppe ucraine lungo il fronte orientale.

Pokrovsk si trova a nord-ovest della regione di Donetsk, controllata dalla Russia, che da venerdì mattina è sotto il fuoco ucraino, provocando il ferimento di diversi civili.
In un messaggio di giovedì, il capo dell’amministrazione militare della città, Sergiy Dobryak, ha esortato la popolazione a evacuare poiché la Russia si sta “avvicinando rapidamente alla periferia”.

Dal canto suo Mosca ha fatto sapere che chi ha operato questo attentato terroristico in territorio russo “pagherà a caro prezzo”. “Scopriremo esecutori materiali e mandanti. Un’operazione di questa portata non può non avere appoggi occidentali”, è stato affermato.

Incendio divora montagna alle porte di Cosenza. Mezzi aerei in vacanza

Un incendio di vaste proporzioni sta divorando le colline che sovrastano il centro commerciale di Zumpano, alle porte di Cosenza. Il rogo, secondo alcune immagini, sarebbe scaturito nei pressi della pista di atterraggio e decollo dell’elisoccorso, sotto i negozi di Unieuro, McDonald’s ed ex Carrefour, oggi Iper Coop. Nei pressi c’è anche un gommista.  Dall’incendio si è sviluppata una altissima colonna di fumo che si muove verso nord e comunque su tutta l’area urbana di Cosenza. Non è al momento chiara la matrice dell’innesco, ma è quasi certamente opera dell’uomo: spregiudicati piromani.

Da terra vi sono pochi vigili del fuoco che hanno tentato – come han potuto -, di domare le fiamme sviluppate vicino ai bomboloni del carburante a bordo pista dell’elicottero, spostato poi altrove.

Dopo oltre un’ora abbondante dall’inizio dell’incendio non vi è stata traccia di mezzi aerei con cui spegnere il rogo prelevando l’acqua nel fiume Crati, come successo tempestivamente in altre occasioni. I centri commerciali, risulta, che siano stati evacuati e chiusi.

Le alte fiamme hanno già divorato ettari di bosco e lambiscono abitazioni. C’è preoccupazione tra la popolazione che abita nei pressi. Anche in serata la situazione non è cambiata. Le fiamme continuano a inghiottire alberi e vegetazione con velocità impressionante.

Il numero telefonico della centrale operativa dei pompieri di Cosenza è stato automatizzato, per cui, soprattutto la vigilia di Ferragosto non risponde nessuno, così come non rispondono gli addetti alla comunicazione, evidentemente per il periodo festivo. Al 115 non danno alcuna informazione se non accettare, come giusto sia, richieste di emergenze e soccorso.

Nord Stream, in Germania primo mandato di arresto per sabotaggio: sospetto è un ucraino

Il procuratore federale tedesco Jens Rommel ha ottenuto un primo mandato di arresto per un cittadino ucraino nell’ambito del caso del sabotaggio del gasdotto North Stream nel Baltico.

E’ l’anticipazione data oggi 14 agosto dai media tedeschi Die Zeit, Süddeutsche Zeitung e l’emittente pubblica Ard citati da Adnkronos, secondo cui negli ultimi mesi gli investigatori sarebbero riusciti a raccogliere prove sufficienti per ottenere un mandato d’arresto per il sospetto da un giudice istruttore della Corte federale di giustizia all’inizio di giugno. E a giugno, i procuratori tedeschi si sarebbero rivolti alle autorità polacche con un mandato d’arresto europeo, nella speranza di poter arrestare il sospettato, che avrebbe avuto come ultimo luogo di residenza la Polonia.

La conferma di Varsavia
Notizia confermata dalla Polonia che ha fatto sapere di aver ricevuto il mandato di cattura europeo dalla Germania. A dichiararlo è stata una portavoce dell’ufficio della Procura, confermando di fatto le anticipazioni dei media tedeschi. Il sospetto, ha ribadito la portavoce, è un cittadino ucraino che non è stato trovato al momento delle ricerche effettuate nel luogo di residenza, ha concluso.

Il sospettato è Volodymyr Z.
Del sospetto la stampa ha diffuso il nome e l’iniziale del cognome: Volodymyr Z. (solo il nome è omonimo del presidente Zelensky, che in Russia viene considerano tra i mandanti insieme agli Usa dell’attentato al gasdotto russo sotto il mar Baltico). Stando ai tre media tedeschi, altri due cittadini ucraini sono sospettati nel quadro della stessa inchiesta, tra loro una donna. I due sono stati coinvolti nell’attacco forse con il ruolo di sommozzatori per piazzare le cariche esplosive sull’impianto.

La notizia anticipata dai media tedeschi sul mandato di arresto non è stata commentata dalle autorità giudiziarie tedesche: “Non commentiamo le notizie dei media”, ha dichiarato un portavoce del ministero di Giustizia a Berlino.

Lavrov: “Russia apprezza la fermezza di Vucic nel resistere a rivoluzione colorata in Serbia”

Mosca ha apprezzato la fermezza del presidente serbo Aleksandar Vucic nel contrastare i tentativi dell’Occidente di organizzare una rivoluzione colorata in Serbia, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov durante un incontro con il vice primo ministro serbo Aleksandar Vulin, citato dai media.

“Abbiamo apprezzato la fermezza del presidente serbo Aleksandar Vucic e di tutto il suo team nel contrastare questi tentativi, nel difendere quei principi che causano irritazione in Occidente e servono allo scopo di minare in ogni modo possibile la linea del presidente Aleksandar Vucic sull’unità del popolo serbo. Il Consiglio nazionale serbo ha dimostrato che questo è pienamente nell’interesse dei serbi in Serbia e in Bosnia ed Erzegovina”.

“Questa è la linea che il presidente serbo Aleksandar Vucic difende riguardo al Kosovo, chiedendo la rigorosa attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che l’Occidente ignora e cerca di distruggere, assecondando il regime di Pristina in ogni modo possibile e seguendo il suo esempio a costo di dimenticare e sminuire i legittimi interessi dei serbi”, ha affermato il Ministero degli Esteri citando Lavrov sul suo sito web.

Il principale diplomatico russo ha sottolineato che l’Occidente ha praticato rivoluzioni colorate con vari gradi di successo in Georgia e Ucraina. “Ora qualcosa di simile sta accadendo in Moldavia. Di recente c’è stato un altro tentativo di fare lo stesso in Serbia”, ha sottolineato.

“Abbiamo molti piani nelle nostre relazioni bilaterali. Loro (l’Occidente) vogliono ostacolare i nostri piani. Sono convinto che i contatti regolari tra i nostri leader, i primi ministri, i vice primi ministri, incluso te, caro Aleksandar, le relazioni tra i ministeri degli esteri e i parlamenti hanno creato e continueranno a rafforzare una solida base che soddisfa gli interessi dei nostri popoli”, ha aggiunto Lavrov.

In Serbia il non allineato Vucic prossimo obiettivo dopo gli attentati a Fico e Trump?

Dopo gli attentati al primo ministro slovacco Robert Fico e al candidato americano alle presidenziali Donald Trump, anche il presidente serbo Aleksandar Vucic è in pericolo. Lo ha dichiarato in un’intervista a RIA Novosti il ​​vice primo ministro serbo Alexander Vulin.

“Quando c’è stato l’attentato al signor Fico e poi a Trump, ho detto al presidente Vučić di prepararsi perché sta succedendo qualcosa a tutti coloro che sostengono una soluzione pacifica in Ucraina , qualcuno sta sparando contro di loro”, ha detto.

Secondo Vulin, la vita di Vucic è minacciata da coloro che vorrebbero che la Serbia cessasse di essere militarmente neutrale, imponesse sanzioni contro la Russia, riconoscesse l’indipendenza del Kosovo e abbandonasse la Republika Srpska in Bosnia ed Erzegovina.

“Ce ne sono molti, ma nessuno di loro si trova nell’est. Vučić è anche minacciato dai clan della droga che abbiamo scoperto, i cui membri sono in fuga”, ha aggiunto il vice primo ministro, che in precedenza era a capo del Ministero. della Difesa, del Ministero degli Interni e dell’Agenzia per la Sicurezza e informazioni dalla Serbia.
Lui ha sottolineato che senza l’appoggio dei potenti servizi segreti non nascono mai gruppi così grandi della criminalità organizzata e ha chiesto l’aumento delle misure di sicurezza per il capo dello Stato serbo.

L’Occidente si prepara per Vucic come ha preparato per Slobodan Milosevic, il deposto e morto in custodia all’Aia, ha aggiunto il vice primo ministro.
“Il Ministero degli Esteri russo ha chiaramente indicato che queste proteste sono una piattaforma per l’inizio di una rivoluzione colorata, che dovrà rovesciare il governo. Come sappiamo, il rovesciamento significa non solo un cambio di potere, ma anche la liquidazione fisica del governo il detentore del potere”, crede Vulin.

Alla fine della scorsa settimana il presidente serbo ha dichiarato di aver ricevuto un avvertimento da Mosca riguardo ad un colpo di stato preparato nel paese. Ciò è accaduto nel mezzo delle proteste di massa contro l’estrazione del litio. Secondo Vulin, l’obiettivo di queste proteste non è proteggere l’ambiente, ma rovesciare l’attuale governo.

Mosca: L’attacco di Kiev a Kursk non è riuscito a distogliere le forze russe dal Donbass

Gli attacchi dell’Ucraina alla regione russa di Kursk non sono riusciti a raggiungere l’obiettivo di distogliere le forze russe dal Donbass e dalla Slobozhanshchina, ha affermato in una dichiarazione la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass.

“Il regime di Zelensky non ha raggiunto il suo obiettivo principale: distrarre le forze armate russe dal Donbass e dalla Slobozhanshchina (Ucraina nord-orientale). Al momento, i militanti ucraini che hanno fatto un’incursione nel territorio della regione di Kursk vengono respinti in modo deciso dalle Forze armate della Federazione Russa”, ha affermato nella dichiarazione sul sito web del Ministero degli Esteri.

“Il regime criminale dell’ex presidente ucraino Vladimir Zelensky (il suo mandato è scaduto, ndr) continua a dimostrare la sua vera natura neonazista al mondo intero”, ha detto Zakharova, riferendosi all’attacco terroristico ucraino nella regione di Kursk. “Dato che la situazione nel Donbass è disperata per le forze ucraine, il governo ucraino ha ordinato un attacco terroristico sui territori della regione di Kursk che sono vicini al confine”.

“Kiev non ha fatto mistero del fatto che intendeva fare questo passo per migliorare le proprie posizioni negoziali in futuro, cosa che Mikhail Podolyak, consigliere del capo dello staff di Zelensky, ha dichiarato senza alcuna esitazione l’8 agosto.”

“Le formazioni armate ucraine Banderite (riferito al nazista Stepan Bandera, eroe nazionale in Ucraina, ndr) sparano indiscriminatamente sui civili mentre cercano di evacuare da aree pericolose, bombardano edifici residenziali e infrastrutture civili e si dedicano a veri e propri saccheggi”, ha continuato la portavoce. “I combattenti ucraini catturati ammettono di aver ricevuto un ordine che, se i civili oppongono resistenza, devono sparare senza pietà a tutti sul posto”.

Zakharova ha detto che tutti questi fatti, incluso il fatto che le forze ucraine stanno attaccando il territorio russo con la complicità dei loro protettori della NATO, “confermano pienamente la rilevanza degli obiettivi e degli scopi dell’operazione militare speciale per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina, che sarà sicuramente realizzata”. La portavoce di Lavrov ha espresso fiducia che “il regime di usurpatori di Kiev, che è marcio dall’interno, è tenuto in piedi solo con i soldi dell’Occidente”. Ha detto che il suo crollo è “solo questione di tempo”.

Situazione nella regione di Kursk
Le forze ucraine hanno iniziato un attacco importante nella regione di Kursk lo scorso 6 agosto. Da allora, sono stati emessi ripetutamente allarmi di attacco missilistico nella regione. L’attacco ha ucciso 12 civili e ne ha feriti altri 121, tra cui 10 bambini, secondo gli ultimi dati. Gli ospedali hanno ricoverato 69 persone. Di queste, 17 sono in gravi condizioni.

Oltre 120.000 persone hanno abbandonato le aree della regione di Kursk vicine al confine ucraino, o sono state evacuate. Secondo il Ministero della Difesa russo, l’Ucraina ha perso fino a 2.030 militari, 35 carri armati e 31 veicoli corazzati per il trasporto di truppe dall’inizio dei combattimenti nell’area di Kursk.

Incidente stradale nel Catanzarese, ferite tre ragazze

E’ di tre feriti il bilancio di un incidente avvenuto stamattina sulla strada provinciale 162 in prossimità del crocevia di Squillace Lido (Catanzaro). Due le vetture coinvolte, una Jeep Compass ed una Citroen C3 che per casue da chiarire si sono impattate tra loro.

La Citroen, a seguito dell’impatto si è ribaltata fuori dalla sede stradale. A restare ferite le tre ragazze che viaggiavano a bordo dell’utilitaria. Le giovani sono state estratte dall’abitacolo e affidate al personale sanitario del 118 per le prime cure e il successivo trasferimento in ospedale. Al momento non è dato sapere le condizioni delle ragazze, se gravi o meno.

Illeso il conducente della Jeep. Sul posto i carabinieri che indagano per accertare le cause dell’incidente. Disagi per la viabilità. Il tratto della sp162, dapprima chiuso su una sola corsia, è stato riaperto al termine delle operazioni di soccorso.

Pizzo, morto l’uomo che si è lanciato in un dirupo davanti alla figlia

E’ deceduto nel tardo pomeriggio l’uomo di 46 anni, originario di Francavilla Angitola, nel Vibonese, ma da anni residente a Roma, che questa mattina si è lanciato in un dirupo dopo aver scavalcato l’inferriata nel parcheggio “Pitaro”, a Pizzo Calabro. Inutili i tentativi dei medici di strappare la vittima, sposato e con una figlia di 7 anni, alla morte. Non sono chiari i motivi del gesto.

Recuperato dai vigili del fuoco, le condizioni dell’uomo sono apparse subito gravi dopo il suo arrivo in eliambulanza all’ospedale di Catanzaro.

La moglie e la figlia hanno cercato di salvarlo provando ad aggrapparsi a lui, e così anche un ausiliare del traffico che si trovava in zona ed è stato attirato dalle urla della donna.

La famiglia era arrivata da Roma in Calabria per trascorrere qualche giorno di vacanza a cavallo di Ferragosto.

Inchiesta Ducale, la Dda ricorre in appello: “Neri, Sera e altri da arrestare”

La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha presentato appello al Tribunale della libertà ricorrendo contro la decisione del Gip che nell’ambito dell’inchiesta “Ducale” non aveva emesso la misura cautelare nei confronti del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri e del consigliere comunale del Pd Giuseppe Sera, chiedendo la detenzione in carcere per entrambi. Gli esponenti politici sono indagati per scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni regionali del 2020 e 2021 e quelle comunali del 2020. L’udienza dovrebbe svolgersi a settembre, anche se ancora non è stata fissata una data.

Firmato dal procuratore Giovanni Bombardieri, dagli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e dal pm Salvatore Rossello, l’appello della Dda riguarda anche altri indagati come Daniel Barillà, finito prima ai domiciliari e poi all’obbligo di firma.

In particolare, la Procura chiede di nuovo il suo arresto in carcere perché lo ritiene partecipe della cosca Araniti di Sambatello e per il riconoscimento dell’aggravante mafiosa nei reati di minacce ai danni e di scambio elettorale a favore del consigliere regionale Neri e del consigliere comunale Sera.

Secondo la Dda, Daniel Barillà avrebbe mantenuto “i rapporti – si legge nel capo di imputazione citato dall’Ansa – con i rappresentanti delle istituzioni e della politica”. Inoltre, “raccoglieva voti in occasione delle consultazioni elettorali in favore dei candidati sostenuti dal sodalizio”.

Per lo scambio elettorale politico-mafioso è stata chiesta la misura cautelare anche per il presunto boss Domenico Araniti, già detenuto per associazione mafiosa.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, infine, è stata chiesta per gli indagati Ignazio Borruto, Paolo Pietro Catalano, Franco Gattuso, Sergio Rugolino. Nei confronti, infine, della scrutatrice Martina Giustra, accusata di brogli al seggio elettorale di Sambatello, la Procura chiede al Riesame di riconoscere l’aggravante mafiosa.

Putin ad Abbas: “La Russia segue gli sviluppi in Palestina nonostante l’Ucraina”

Sebbene la Russia sia attualmente impegnata nell’operazione militare speciale in Ucraina, sta comunque prestando attenzione a ciò che sta accadendo in Palestina. Lo ha affermato martedì il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Mosca.

“Caro signor Presidente, cari amici, permettetemi, prima di tutto, di darvi il benvenuto cordialmente qui a Mosca. Non ci vediamo da due anni, anche se siamo in contatto costante, e sono molto felice di vedervi tutti, voi e la vostra delegazione”, ha esordito Putin con il suo omologo palestinese citato dalla Tass.

“Tutti sanno che oggi, purtroppo, la Russia deve difendere i propri interessi, difendere il proprio popolo con l’uso delle armi. Ma ciò che sta accadendo in Medio Oriente, in Palestina, è qualcosa a cui stiamo sicuramente prestando attenzione”, ha sottolineato Putin.

Il presidente russo ha affermato che la Russia intrattiene legami solidi e di lunga data con il mondo arabo in generale e con la Palestina in particolare, aspetti a cui Mosca attribuisce grande importanza.

“Sono molto contento di avere l’opportunità di incontrarvi oggi qui a Mosca e di parlare dell’intera gamma delle nostre relazioni, di dove sono ora e dove sono dirette”, ha continuato Putin.

Abbas da Mosca chiede a Israele il cessate il fuoco immediato

Dal canto suo il presidente Abbas ha informato la sua controparte russa degli ultimi sviluppi della situazione nei Territori palestinesi occupati, dell’attuale aggressione israeliana contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, compresi gli attacchi contro civili indifesi, la completa distruzione delle infrastrutture e la guerra per fame.

Il presidente Abbas ha ribadito la posizione palestinese chiedendo un cessate il fuoco immediato e urgente, la prevenzione di ulteriori spargimenti di sangue, il completo ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, nonché la cessazione degli attacchi in corso in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, e delle gravi incursioni nei luoghi santi musulmani e cristiani a Gerusalemme.

Il presidente palestinese ha inoltre chiesto la cessazione dello strangolamento economico e lo sblocco dei fondi di sdoganamento palestinesi trattenuti, in preparazione di un ritorno all’orizzonte politico basato sulla legittimità internazionale, in conformità con la soluzione dei due Stati, per porre fine all’occupazione israeliana e conseguire l’indipendenza della Palestina, con Gerusalemme Est come capitale.

Il presidente Abbas ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale obblighi Israele, lo Stato occupante, a rispettare le risoluzioni di legittimità internazionale e il diritto internazionale, ad attuare le decisioni delle corti internazionali e, più recentemente, le sentenze della Corte internazionale di giustizia (ICJ), a sostenere la piena adesione dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite e a tenere una conferenza internazionale di pace per dare speranza al popolo palestinese che la comunità internazionale è seriamente intenzionata a preservare la possibilità residua di attuare la soluzione dei due Stati, che i successivi governi israeliani cercano di distruggere ignorando le risoluzioni di legittimità internazionale.

Il Presidente ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare le storiche relazioni bilaterali tra i due Paesi per servire gli interessi dei due Paesi e dei due popoli amici, elogiando vivamente gli sforzi compiuti dalla Russia per raggiungere la riconciliazione palestinese sotto la bandiera dell’OLP, unico legittimo rappresentante del popolo palestinese.

Il Presidente Abbas ha inoltre elogiato la Russia per le sue posizioni coraggiose e ferme a sostegno dei diritti del popolo palestinese nei consessi internazionali e per essersi schierata dalla parte della giustizia, dei diritti e della legittimità internazionale per porre fine all’occupazione e incarnare i diritti del popolo palestinese alla libertà e all’indipendenza.

Il presidente della Federazione russa Putin ha sottolineato che la Russia si è sempre schierata a favore della risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.

“Siamo uniti nel ritenere che le radici del problema siano molto lontane nel tempo e siano legate all’ignoranza delle organizzazioni internazionali nel seguire decisioni prese in precedenza, in primis dalle Nazioni Unite, decisioni riguardanti la formazione e l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente”, ha affermato Putin, evidenziando che la posizione della Russia su questa questione non è cambiata.

“Questa posizione è stata definita molto tempo fa e non dipende dalla situazione; crediamo che per garantire una pace duratura, affidabile e stabile nella regione sia necessario attuare tutte le decisioni delle Nazioni Unite e, prima di tutto, istituire uno Stato di Palestina a pieno titolo”, ha affermato il presidente russo.

Le tensioni sono esplose in Medio Oriente il 7 ottobre 2023, quando i militanti di Hamas, il movimento radicale palestinese con sede nella Striscia di Gaza, hanno organizzato un attacco a sorpresa sul territorio israeliano da Gaza, uccidendo i residenti degli insediamenti israeliani al confine e prendendo in ostaggio oltre 240 persone, tra cui donne, bambini e anziani.

Hamas ha descritto l’attacco come una risposta alle azioni aggressive delle autorità israeliane contro la moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio nella Città Vecchia di Gerusalemme.

In risposta, Israele ha lanciato un’operazione militare nell’enclave palestinese per distruggere le ali militari e politiche di Hamas e liberare tutti gli ostaggi.

Un altro giro di escalation in Medio Oriente è seguito alla morte violenta del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran e all’eliminazione del comandante militare di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut. Iran, Hamas e Hezbollah hanno ritenuto Israele responsabile e hanno affermato che gli attacchi saranno accolti con rappresaglie.

Tenta il suicidio lanciandosi in un burrone davanti a moglie e figlia, è grave

Si sarebbe lanciato da un’inferriata che sporge su un dirupo davanti alla figlia di 7 anni e alla moglie che, insieme ad un ausiliario del traffico hanno cercato inutilmente di bloccarlo. Il fatto è accaduto nell’area di parcheggio Pitaro, a Pizzo (Vibo Valentia).

L’uomo, pare un turista, si trova adesso ricoverato in prognosi riservata nell’ospedale di Catanzaro dopo un salto nel vuoto di quasi venti metri. Versa in gravi condizioni

Dopo aver parcheggiato l’auto nella zona riservata ai posteggi a pagamento ed essere sceso con i congiunti dal mezzo, ha iniziato a dirigersi verso la salita che porta alla cosiddetta “Scesa dei Morti” che conduce nella centrale piazza della Repubblica. Ma ad un certo punto si è sporto sull’inferriata che delimita l’area.

Moglie e figlia se ne sono accorte e hanno cercato di aggrapparsi a lui, chiamando aiuto. Le urla sono state udite da un ausiliario del traffico che stava espletando servizio a pochi metri, il quale si è precipitato a dar manforte a mamma e figlioletta. Ma è stato tutto inutile. L’uomo sarebbe riuscito a divincolarsi lasciandosi cadere, atterrando rovinosamente al suolo dopo un volo di una ventina di metri, tra la radura.

Subito scattato l’allarme, sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia, compresa la municipale, nonché il personale del 118 e i vigili del fuoco. Difficoltose le operazioni di recupero del turista che è stato messo su una barella, stabilizzato e trasferito in eliambulanza nell’ospedale di Catanzaro. Ignoti i motivi del gesto.

Raid ucraini a Kursk, Putin: “Kiev uccide i civili, colloqui non più hanno senso”

“La provocazione armata dell’Ucraina al confine russo di Kursk mira a rafforzare la posizione di Kiev nei colloqui futuri, ma i colloqui con un governo che attacca i civili non hanno senso”. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin aprendo un incontro sulla situazione al confine con la Russia.

“Ora è chiaro perché il regime di Kiev ha rifiutato le nostre proposte di tornare al piano per una soluzione pacifica”, ha detto Putin. “Il nemico, con l’aiuto dei suoi padroni occidentali – sta eseguendo i loro ordini, e l’Occidente sta muovendo guerra contro di noi usando gli ucraini cerca di migliorare la sua posizione negoziale in futuro”.

“Ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente i civili, le infrastrutture civili o cercano di creare minacce alle centrali nucleari”, ha continuato il presidente. “Di cosa possiamo parlare con loro?”

Il consigliere dello staff dell’ufficio presidenziale ucraino, Mikhail Podolyak, ha affermato che l’Ucraina potrebbe migliorare la sua posizione negoziale con l’aiuto di un’operazione sul territorio russo. L’edizione europea di “Politico” ha affermato che l’attacco nella regione russa di Kursk è avvenuto con l’approvazione dell’Occidente.

Le forze ucraine hanno iniziato un attacco importante nella regione di Kursk il 6 agosto. Da allora, sono stati emessi ripetutamente allarmi di attacco missilistico nella regione. Secondo il Ministero russo per le situazioni di emergenza, più di 8.000 persone sono state evacuate dalle aree di confine nel corso dell’ultimo giorno a causa degli attacchi ucraini e più di 6.000 persone sono state collocate in centri di accoglienza temporanei.

Il bilancio dell’attacco ucraino è stato di 12 morti e 121 feriti, vittime civili tra cui numerosi bambini. Gli ospedali hanno ricoverato 69 persone rimaste ferite nel bombardamento ucraino della regione di Kursk, ha affermato il ministro della Salute russo Mikhail Murashko. Di loro, 17 sono in gravi condizioni.

Secondo gli ultimi dati del ministero della Difesa russo, l’Ucraina ha perso fino a 1.350 soldati, 29 carri armati e 23 veicoli corazzati per il trasporto di truppe dall’inizio delle ostilità nella regione di Kursk.

L’attacco ucraino nella regione russa di Kursk

La mattina del 6 agosto, unità dell’esercito ucraino hanno tentato di impadronirsi di una parte del territorio del distretto di Sudzhansky nella regione di Kursk. Come ha riferito al presidente il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov, citato da Ria Novosti, i militari hanno fermato la loro avanzata. Lui ha sottolineato che l’operazione si concluderà con la sconfitta del nemico e l’accesso al confine di Stato.

Come ha affermato Vladimir Putin, con il suo attacco il regime di Kiev sta cercando di migliorare le posizioni negoziali per il futuro, di fermare l’avanzata delle truppe russe per liberare completamente il territorio della DPR, LPR e Novorossiya, nonché di destabilizzare la situazione politica interna in il paese. Tuttavia, il nemico riceverà una risposta degna e tutti gli obiettivi che la Russia si trova ad affrontare verranno raggiunti, ha osservato il presidente.

Un regime di operazioni antiterrorismo è stato introdotto nelle regioni di Kursk, Belgorod e Bryansk. Kursk ha anche uno stato di emergenza federale. Il comitato investigativo ha aperto procedimenti penali, in particolare su attacchi terroristici e omicidi. Gli investigatori stanno accertando l’identità dei militari ucraini che hanno dato ed eseguito ordini di colpire obiettivi civili.

Attacco ucraino nella regione russa di Kursk, bilancio: 12 morti e 121 feriti

Sono dodici le persone uccise e 121 sono rimaste ferite, tra cui 10 bambini, nell’attacco ucraino nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina. Il bilancio lo ha dichiarato il governatore regionale Alexey Smirnov, citato dalla Tass, al presidente russo Vladimir Putin tramite collegamento video durante un incontro sulla situazione al confine russo. Morti e feriti sono tutti civili.

Un massiccio attacco alla regione di Kursk da parte dell’esercito ucraino è stato lanciato il 6 agosto scorso. Sono stati ripetutamente dichiarati allarmi di raid aerei nella regione.

Come risultato dell’attacco, 12 residenti sono stati uccisi. Secondo gli ultimi dati, 121 persone sono rimaste ferite, tra cui 10 bambini. Sessantanove persone sono state ricoverate in ospedale, tra cui 17 in gravi condizioni.

Secondo il Ministero della Difesa russo, dall’inizio delle azioni militari nella zona di Kursk, il regime di Kiev ha perso fino a 1.610 soldati, 32 carri armati e 23 veicoli corazzati per il trasporto delle truppe.

Tre scosse di terremoto scuotono il crotonese, paura ma nessun danno

Trema ancora il territorio calabrese. Due scosse di terremoto di magnitudo 3.7 e 3.8 si sono verificate nel pomeriggio del 12 agosto 2024 intorno alle 15:30, in provincia di Crotone. Una terza scossa di magnitudo 3.3 è stata registrata nella stessa aerea alle 16.05. Gli epicentri delle prime due scosse sono state rilevate a Carfizzi ed a Cirò, la terza a Umbriatico, centri siti nell’arco di pochi chilometri. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia localizza (Ingv) stima la profondità tra i 23 e i 27 km.

Le scosse sono state avvertite dalla popolazione crotonese, ma al momento non si segnalano danni a cose o persone. Soltanto pochi giorni fa, il 1 agosto, a Pietrapaola (Cosenza), centro che dista in linea d’area dagli odierni epicentri una ventina di km circa, si era verificato un forte sisma di magnitudo 5.0; scossa che ha suscitato molto panico e qualche lieve danno, fortunatamente non alle persone. Nella stessa zona lo scorso 24 maggio era stato registrato un sisma di magnitudo 4.

In seguito alle tre scosse principali si è innestato uno sciame sismico con diversi eventi di magnitudo strumentale, inferiore o di poco superiore a 2.

In merito agli eventi di oggi, l’Ingv fa sapere che in quest’area dal 24 maggio sono stati localizzati più di 275 eventi sismici tra cui: due di magnitudo pari a 4.0, cinque di magnitudo tra 3 e 3.9, cinquantasette tra 2 e 2.9 e tutti gli altri di magnitudo inferiore a 2.0. I più forti sono i due terremoti di magnitudo 4.0 avvenuti il 24 maggio e il 29 maggio, rispettivamente ad una profondità di 26 e 25 km.

La zona interessata da questa sequenza sismica è caratterizzata da pericolosità sismica alta, come testimoniato dalla mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale e dai forti terremoti avvenuti in passato.

Incidenti stradali, due scontri nel Cosentino: un morto e 4 feriti

Un imprenditore edile Umberto Graziano, di 40 anni, di Corigliano Rossano, è morto in un incidente stradale avvenuto sulla statale 106 ionica, nei pressi di contrada Lampa Bucita nel territorio di Corigliano Rossano.

L’uomo in sella alla sua moto si è scontrato, per cause in corso di accertamento, con un’auto. Graziano è stato immediatamente soccorso dagli operatori del 118 ma per la gravità delle ferite riportate nell’incidente stradale ne è stato disposto l’immediato trasferimento in eliambulanza nell’ospedale Annunziata di Cosenza, dove, però, è deceduto poco dopo l’arrivo. A seguito dell’accaduto la statale 106 è rimasta temporaneamente chiusa in entrambe le direzioni. Sdegno per l’ennesima vittima della strada è stato espresso dall’associazione “Basta vittime sulla statale 106”.

Altre quattro persone sono rimaste ferite, una delle quali in modo grave, in un altro scontro tra auto avvenuto nella notte, per cause in corso di accertamento, all’ingresso di Marina di Sibari. Due le vetture coinvolte: una Kia Sportage ed una Volkswagen Golf.

Sul posto sono intervenute squadre dei vigili del fuoco del Comando di Cosenza distaccamenti di Castrovillari e Rossano che hanno operato per estrarre uno dei feriti rimasto incastrato nell’abitacolo di una delle due vetture. All’uomo hanno prestato le prime cure i sanitari del Suem 118 che, successivamente, ne hanno disposto il trasferimento in ospedale.

Rosatom: “L’attacco ucraino alla centrale di Zaporozhye è terrorismo nucleare”

L’attacco dell’esercito ucraino alla centrale nucleare di Zaporozhye può essere definito un atto di terrorismo nucleare, ha affermato lunedì la società nucleare russa Rosatom in una dichiarazione citata dalla Tass.

“Richiamiamo la vostra attenzione sul fatto che l’attacco di oggi è stato lanciato contro le apparecchiature della centrale nucleare, che devono raffreddare l’acqua della centrale elettrica in modalità di funzionamento standard”, si legge nel comunicato.

“Pertanto, questo attacco può essere definito un atto di terrorismo nucleare da parte delle autorità ucraine”, ha affermato l’agenzia.

Rosatom ha aggiunto che “da molto tempo il regime ucraino tenta sistematicamente di portare a termine attacchi contro la centrale nucleare di Zaporozhye e la città di Energodar”.

“Ad aprile è stato effettuato un massiccio attacco con l’uso di droni sulla città di Energodar e sulla centrale”, si legge ancora. “Di conseguenza, tre persone sono rimaste ferite e una di loro ha riportato ferite gravi. A giugno, l’esercito ucraino ha lanciato un attacco contro una stazione di monitoraggio radiologico ambientale dello ZNPP nell’insediamento di Velikaya Znamenka”.

La centrale nucleare di Zaporozhye, situata nella città di Energodar, ha una capacità di circa 6 GW ed è la più grande d’Europa. È controllata dalle truppe russe da fine febbraio 2022.

Da allora, unità dell’esercito ucraino hanno bombardato periodicamente sia le zone residenziali di Energodar sia i locali della centrale nucleare di Zhejiang, utilizzando droni, artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi.

“Sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya è bruciata dall’interno dopo l’impatto di droni”

La torre di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhye è bruciata dall’interno dopo l’attacco dei droni ucraini, ha detto a RIA Novosti la direttrice delle comunicazioni della centrale, Evgenia Yashina.

“La torre di raffreddamento è bruciata dall’interno. I tempi e le possibilità di ripristinare la struttura saranno chiari dopo aver valutato il danno”, ha affermato.

La sera precedente, la torre di raffreddamento (un dispositivo per il raffreddamento dell’acqua) della centrale nucleare di Zaporozhye ha subito gravi danni a seguito di due attacchi diretti di droni ucraini. È scoppiato un incendio, che è stato spento dal Ministero delle situazioni di emergenza. Rosatom ha definito questo attacco un atto di terrorismo nucleare.

Il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, a sua volta, non ha visto l’incidente come una minaccia alla sicurezza nucleare della centrale nucleare di Zaporizhia. E nel descrivere il danno alla torre di raffreddamento, non ha menzionato chi era responsabile degli attacchi dei droni.

La centrale stessa ha affermato che l’incendio non ha influenzato in alcun modo il funzionamento della centrale nucleare. Tutte e sei le unità, come prima, non funzionano e si trovano in uno stato di “arresto a freddo”. Non ci sono state vittime, la radiazione di fondo era normale. Tuttavia, come ha osservato Yashina, l’integrità fisica della centrale nucleare è stata compromessa, il che crea una minaccia senza precedenti alla sicurezza nucleare.

Germania chiede a Israele indagini sulle stragi: “Cessi il fuoco sulle scuole rifugi”

Il Ministero degli Esteri tedesco ha chiesto la fine dei ripetuti attacchi israeliani contro le scuole nella Striscia di Gaza e l’avvio di una rapida indagine su questi attacchi. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa.

Il Ministero degli Esteri tedesco ha affermato in una dichiarazione pubblicata su X che “i resoconti da Gaza sono terribili”, aggiungendo che “è inaccettabile che i civili che cercano rifugio vengano uccisi. I ripetuti attacchi alle scuole da parte dell’esercito israeliano devono cessare e devono essere rapidamente perseguiti”.

Il Ministero tedesco ha sottolineato l’urgente necessità di fornire aiuti umanitari alla regione, di cessare il fuoco e di scambiare i prigionieri.

“L’aggressione israeliana in corso a Gaza dal 7 ottobre 2023 ha causato finora 39.790 vittime palestinesi documentate, per lo più donne e bambini, oltre a 91.702 feriti”, viene ricordato.

Migliaia di vittime restano intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle squadre di emergenza e di protezione civile a causa degli attacchi israeliani.

Bomba ucraina sulla centrale nucleare di Zaporozhye: “Danni e fiamme nei sistemi”

Si surriscalda la già altissima tensione tra Russia e Ucraina. Un ordigno ha colpito domenica la centrale nucleare di Zaporozhye,  regione del Donbass. Lo riportano i media russi. Vi sarebbero danni, oltre un vasto incendio.

“Un incendio nell’impianto dei sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhye si è verificato dopo il bombardamento di Energodar (la città che ospita i reattori) da parte delle forze armate ucraine”, ha detto il governatore della regione di Zaporozhye Yevgeny Balitsky citato dall’agenzia Interfax.

L’attacco, attribuito da Mosca a Kiev (e viceversa) sarebbe stato condotto con dei droni di fabbricazione occidentale, causando “gravi danni” a un reattore della più grande centrale nucleare d’Europa.

Al momento non vi sono elementi che possano far temere perdite radioattive. Le autorità citate dai media locali si limitano a minimizzare l’attentato. La notizia, di enorme rilevanza pubblica, non sta penetrando nei media occidentali, almeno per il momento.

“A seguito del bombardamento di Energodar da parte delle Forze Armate dell’Ucraina, si è verificato un incendio presso l’impianto dei sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya. I dipendenti del Ministero per le situazioni di emergenza stanno lavorando sulla scena dell’incendio, e gli incendi vengono domati”, ha scritto il governatore Balitsky nel suo canale Telegram.

Balitsky ha sottolineato che non vi sarebbe “alcuna minaccia di esplosione di vapore o altre conseguenze: tutte e sei le unità di potenza della centrale nucleare di Zaporozhye sono in modalità di spegnimento a freddo. Le radiazioni di fondo intorno alla stazione e nella stessa città è normale”.

Il governatore ha aggiunto che lui, insieme alla direzione della stazione, tiene la situazione sotto controllo e ha chiesto di mantenere la calma. “Non esiste alcuna minaccia”, ha concluso.

I rappresentanti della centrale nucleare di Zaporizhia hanno chiarito che l’incendio è scoppiato nella zona in cui si trovano le torri di raffreddamento della centrale, sulla riva.

“La centrale nucleare funziona normalmente. L’incendio non ha influenzato in alcun modo il funzionamento dell’impianto. Non sono state registrate violazioni dei limiti e delle condizioni di funzionamento sicuro della centrale nucleare. Nella zona di protezione sanitaria e nella zona di osservazione è tutto normale”, viene spiegato dalle autorità.

La centrale nucleare di Zaporozhye è la più grande centrale nucleare d’Europa e dispone di sei unità VVER-1000. “La stazione non genera elettricità dall’11 settembre 2022. Tutti e sei i reattori sono in modalità di spegnimento a freddo”, si legge sui media moscoviti.

Secondo la direttrice delle comunicazioni della centrale nucleare Evgenia Yashina “non ci sono state vittime”

Le strutture della stazione fanno parte dell’impresa unitaria dello Stato federale “Zaporozhye” e sono di proprietà della Federazione Russa. L’operatore è JSC “Organizzazione operativa della centrale nucleare di Zaporozhye”, fondata da “Rosenergoatom” (parte della Corporazione statale “Rosatom”).

La direttrice delle comunicazioni della centrale nucleare di Zaporozhye, Evgenia Yashina, ha dichiarato che non ci sono state vittime nell’incendio dovuto agli attacchi dell’esercito ucraino. “Non ci sono state vittime a seguito dell’incidente”, ha detto a Ria Novosti.

Ministero degli Esteri russo accusa Kiev di terrorismo nucleare

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato Kiev di terrorismo nucleare sul suo canale Telegram.

“I terroristi di Kiev, – scrive la portavoce -sotto la guida dell’Occidente collettivo, hanno distrutto il loro paese, ucciso il popolo ucraino, minato la sicurezza energetica e alimentare globale, e ora hanno dato inizio al terrorismo nucleare nel continente”.

“Dove sono Rafael Grossi e tutta l’AIEA? Dov’è possibile trovare almeno qualche imitazione del lavoro di questa struttura delle Nazioni Unite in questo settore critico?”, ha chiesto il diplomatico.

La tensione è alle stelle tra Mosca e l’Occidente e questo attentato ricorda l’incidente avvenuto a Chernobyl, in Ucraina, in piena guerra fredda tra Usa ed ex Urss.

Timori si sono registrati anche nella recente incursione dell’esercito ucraino nella regione russa di Kursk: bombardamenti si sono infatti verificati nei pressi della locale centrale nucleare.

Ministero Salute Gaza: “Dall’inizio del conflitto uccisi 500 operatori sanitari”

Il Ministero della Salute palestinese ha affermato che circa 500 operatori sanitari sono stati uccisi e centinaia sono rimasti feriti dall’inizio dell’attacco israeliano su vasta scala a Gaza nell’ottobre dell’anno scorso. Lo riferiscono i media arabi.

In una dichiarazione rilasciata ieri sera tardi, il ministero ha spiegato che più di 310 persone sono state arrestate e 130 ambulanze sono state distrutte dalle forze di occupazione israeliane a Gaza. Inoltre, le strutture sanitarie e il loro personale in Cisgiordania hanno dovuto affrontare oltre 340 attacchi israeliani nello stesso periodo.

Il ministero ha sottolineato che il deliberato attacco alle infrastrutture mediche da parte delle forze di occupazione israeliane ha gravemente ostacolato l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari essenziali. Il peggioramento delle condizioni relative all’acqua e ai servizi igienici, aggravato dal sovraffollamento, ha portato a un aumento delle malattie prevenibili e delle morti premature, secondo la dichiarazione.

Il ministero ha aggiunto: “Gaza sta ora affrontando un disastro sanitario pubblico dovuto alla mancanza di acqua potabile e alla mancanza di beni di prima necessità per l’igiene tra oltre 1,7 milioni di persone sfollate con la forza”.

Nella dichiarazione è stata inoltre rilevata una grave carenza di personale sanitario e di forniture mediche, tra cui anestetici e antibiotici, che ha costretto gli operatori sanitari a lottare per salvare vite umane.

Il Ministero della Salute ha chiesto aiuti umanitari incondizionati per far fronte alla grave carenza e agevolare l’evacuazione dei feriti affinché ricevano cure mediche salvavita all’estero.

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