9 Ottobre 2024

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Media occidentali: “40 bambini decapitati da Hamas”. Ma esercito israeliano non conferma

Mentre tutti i media occidentali narrano di 40 bambini israeliani decapitati dai miliziani di Hamas a Kfar Aza, villaggio di coloni israeliti poco fuori dalla Striscia di Gaza, sorgono dubbi sulla veridicità del presunto massacro di innocenti.

L’esercito israeliano, contattato dall’agenzia turca Anadolu per verificare il fatto, non ha confermato la notizia. “L’esercito israeliano afferma di non avere “conferma” delle accuse secondo cui “Hamas avrebbe decapitato bambini”.

“L’esercito israeliano non ha informazioni che confermino le accuse secondo cui “Hamas ha decapitato bambini”, ha detto martedì ad Anadolu un portavoce dell’esercito israeliano, si legge sul sito dell’agenzia.

Quando Anadolu ha contattato al telefono il portavoce dell’esercito e ha chiesto informazioni sulle accuse, ha detto: “Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma al riguardo”.

Una giornalista di i24NEWS, Nicole Zedeck era sul posto quando ha chiesto ai militari cosa fosse successo. La giornalista riporta in un twitt: “I soldati mi hanno detto che credono che siano stati uccisi 40 neonati/bambini. L’esatto numero delle vittime è ancora sconosciuto poiché i militari continuano ad andare casa per casa per trovare altre vittime israeliane”. I soldati credono?

Quindi senza alcuna conferma, nei media mainstream è passata – come al solito – quella che al momento risulta essere una bufala senza alcun riscontro oggettivo. Lo stesso copione recitato in Ucraina? Pare di sì. La chiamano propaganda. Mentre tutti i giornali italiani e qualche organo straniero parlano di “strage di bambini decapitati” gli stessi giornali israeliani non danno tutto questo peso alla notizia perché in fondo anche loro che sono sul campo non riescono a verificare. Molto più onesti dei pennivendoli progressisti di Corriere, Repubblica, La Stampa e gli altri organi vicini al centrodestra come Il Giornale, Libero e il Tempo e tanti altri. Le prime pagine di Haaretz e Jerusalem Post riportano sì la notizia ma non con l’enfasi italiota. Anzi il JP apre con la foto di un soldato israeliano con in braccio un cagnolino messo in salvo.

L’Indipendent riporta in prima pagina: “Sono stati decapitati donne e bambini. Abbiamo visto bambini morti”, titola il quotidiano britannico. “I corpi sono nascosti per questo è impossibile verificare. Ma questo villaggio puzza di morte”, chiude il titolo sotto una foto in cui si vedono soldati israeliani portare via in barella un grosso sacco nero. Ma se non è possibile verificare come si fa ad affermare con certezza di 40 bambini decapitati – giusto quaranta, non uno in più né uno in meno –. E qui sorge spontanea un’altra domanda: dopo il brutale attacco di Hamas sabato mattina che è riuscito ad eludere la sorveglianza di un corridoio cuscinetto super sorvegliato che separa il confine tra la Striscia e Israele, sappiamo che Netanyahu ha fatto sigillare quel territorio che coi raid aerei lo sta radendo al suolo. Quindi come hanno fatto le milizie arabe a oltrepassare il confine per una seconda volta senza che nessuno se ne accorgesse? Mistero. Così fosse, Netanyahu e i vertici dell’intelligence dovrebbero dare immediatamente le dimissioni per palese incapacità a difendere il popolo ebraico.

‘Ndrangheta, blitz della Polizia contro ‘mandamento’ di Reggio: 28 arresti

blitz polizia di stato

La Polizia di Stato, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, ha eseguito stamane diverse misure cautelari e sequestri di beni a carico di soggetti indagati per associazione mafiosa ed altri reati, ritenuti affiliati alle cosche di ndrangheta Libri e Tegano-De Stefano di Reggio Calabria.

L’operazione, in codice “Atto Quarto” è stata condotta a Reggio Calabria ed in altre città italiane dove i poliziotti hanno eseguito 28 arresti 28 soggetti (23 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) disposti dal gip a carico di soggetti indiziati, a diverso titolo, di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine condotta dalla Squadra mobile, in particolare, ha colpito presunti esponenti delle cosche Libri e Tegano-De Stefano del mandamento centro di Reggio Calabria, tra le quali vigeva un accordo spartitorio per le estorsioni da eseguire in alcune aree della città.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è in corso il sequestro preventivo del compendio aziendale di 11 società riconducibili ad imprenditori a cui viene, invece, contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria sotto le direttive della Procura della Repubblica costituiscono il natura seguito (da qui il nome convenzionale Atto Quarto) delle investigazioni note come Theorema – Roccaforte, Libro Nero e Malefix, che nel tempo hanno disvelato assetti e dinamiche criminali delle cosche Libri, De Stefano e Tegano, con la conseguente esecuzione di misure cautelari nei confronti di numerosi soggetti. Le odierne acquisizioni investigative, costituite da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ma anche dalle dichiarazioni di un imprenditore vittima di estorsione, hanno consentito di acclarare la perdurante operatività della cosca Libri non solo nella storica roccaforte costituita dal quartiere di Cannavò e zone limitrofe, ma anche la sua influenza nei quartieri di Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio, nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana nonché nella zona centro di Reggio Calabria, porzione di territorio quest’ultima all’interno della quale vigono accordi spartitori con le consorterie De Stefano e Tegano.

In ordine agli assetti del gruppo criminale, l’attività investigativa ha posto in evidenza la persistente operatività di Edoardo Mangiola, considerato capo del locale di Spirito Santo, già detenuto perché tratto in arresto nel corso dell’operazione Malefix, che attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari abilmente modificati e introdotti all’interno degli istituti di pena ove era recluso, con la fattiva collaborazione del figlio Beniamino Mangiola, continuava a dare disposizioni ad alcune dei più fidati sodali quali Francesco Palmisano, Domenico Siclari, Caterina Belfiore e Ernesto Barbaro. Nonostante l’accertata operatività del predetto Mangiola, il suo stato di detenzione e quello del capo cosca Antonio Libri, a cui, con l’ordinanza eseguita oggi vengono contestati nuovi episodi estorsivi, hanno imposto di affidare la reggenza della cosca a Antonino Votano, ritenuto vertice della ndrina di Vinco e Pavigliana.

L’indagine, inoltre, ha fatto emergere l’operatività, in seno alla cosca Libri, di un’ulteriore articolazione, ossia quella di San Cristoforo, territorio limitrofo a quello di Spirito Santo, al cui vertice, secondo la ricostruzione investigativa, ci sarebbe Filippo Dotta, che in virtù del suo ruolo è deputato anche alla gestione delle attività estorsive. Nella medesima area territoriale è stata censita, dopo la sua scarcerazione, l’attivismo di Claudio Bianchetti, ritenuto braccio operativo della cosca, che per come documentato dalle indagini si relazionava costantemente ed in maniera riservata, con l’attuale presunto reggente Antonino Votano.

Nel territorio di Gallina, invece, anch’esso sotto l’influenza della cosca Libri, i presunti referenti sono stati individuati nei fratelli Emanuele Quattrone e Vittorio Quattrone, che per la gestione degli affari illeciti si sono relazionati, fino al suo arresto, con Antonio Libri e, successivamente, con Antonino Votano, Cristofaro Zimbato e Claudio Bianchetti. Sul medesimo territorio ulteriori soggetti affiliati sono risultati essere Demetrio Polimeno e Domenico Polimeno che nell’arco temporale compreso tra il dicembre 2018 ed il dicembre 2020, su mandato dell’allora capo cosca Antonio LIBRI, inteso Totò, si erano resi responsabili di una serie di estorsioni.

Ulteriore territorio sottoposto all’influenza della cosca Libri è quello delle frazioni pre-aspromontane di Terreti, Straorino ed Ortì, dove il sodalizio opera nel settore delle estorsioni, in simbiosi con i componenti della cosca Morabito intesi “i Grilli”, attraverso i presunti sodali Carmelo Serafino e Pietro Danilo Serafino.

L’indagine ha ricostruito ancora il ruolo di uno dei più fidati collaboratori di Antonio Libri, Giovanni Chirico, che in una sorta di veste di ministro degli esteri è stato delegato soprattutto a gestire i rapporti con gli esponenti della cosca Tegano, ma anche quello di Antonino Gullì, originario di Roccaforte del Greco, già esponente della cosca Zavettieri egemone su quel territorio, rivelatisi essere tra i più fidati luogotenenti di Antonio Libri.

Con particolare riferimento agli accordi con la cosca De Stefano – Tegano, le interlocuzioni con gli esponenti apicali della stessa, Carmine De Stefano (poi tratto in arresto nell’operazione Malefix), Michele Crudo (genero del boss Giovanni Tegano) e Mariano Tegano ( figlio del boss Pasquale Tegano), questi ultimi colpiti dalla odierna misura cautelare, sono stati mediati, tra gli altri, dal sodale Davide Bilardi, anch’egli affiliato al sodalizio arcoto e attinto da misura cautelare nel presente procedimento.

A riprova del carisma e delle significative relazioni criminali della cosca LIBRI sono stati censiti, infine, solidi rapporti con le articolazioni di ndrangheta sia del mandamento tirrenico sia del mandamento Ionico. Oltre al reato di associazione mafiosa ad alcuni degli indagati vengono contestati diversi episodi estorsivi ai danni di imprenditori impegnati nella realizzazioni di lavori ed appalti nei territori di influenza criminale della cosca.

Ad alcuni imprenditori, di converso, viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ritenendo che gli stessi avevano stretto un vero e proprio rapporto sinallagmatico con la cosca, versando somme di denaro o assumendo personale segnalato in cambio di protezione e aiuto ad acquisire commesse ed espandere le proprie attività, in alcuni casi anche al di fuori della provincia di Reggio Calabria.

Altra vicenda criminale su cui le indagini hanno fatto, seppur parzialmente, luce è il tentato omicidio posto in essere il 17 maggio del 2017 a Reggio Calabria in pregiudizio di Antonio Baggetta. Per tale fatto risultano indagati Edoardo Mangiola e Filippo Dotta, che avrebbero avuto il compito di procurare ed occultare le armi ed il motociclo (poi rinvenuti e sequestrati dagli investigatori della Polizia di Stato) utilizzati per portare a compimento il delitto.

Da evidenziare, infine, che Edoardo Mangiola, ancora durante lo stato di detenzione, è risultato attivo anche nel traffico di stupefacente, in particolare cocaina. Sfruttando, infatti, la possibilità di comunicare dal carcere attraverso un telefono abusivamente detenuto, incaricava il figlio Beniamino di recuperare circa 800 grammi di cocaina in un garage sito nel Nord Italia, che veniva poi commercializzata con l’aiuto dei coindagati Sebastiano Di Mauro e Domenico Siclari.

Alla fase esecutiva dell’operazione hanno fornito ausilio personale della Sisco di Reggio Calabria, della Divisione Anticrimine e dei Commissariati distaccati, delle Squadre Mobili di Bologna, Brindisi, Catanzaro, Cuneo, Verbania, Verona e Udine, Crotone, Cosenza, Enna, Catania, Messina, Siracusa ed equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Calabria e Sicilia.

In possesso di cento grammi di droga, in manette un giovane incensurato

I Carabinieri di Corigliano-Rossano, hanno arrestato un giovane incensurato di Rossano, nei confronti del quale sono stati raccolti dei gravi indizi in ordine al reato di detenzione di sostanze stupefacenti per finalità di spaccio.

In particolare il ragazzo è stato intercettato da una pattuglia dei Carabinieri in una via limitrofa ad uno dei luoghi di ritrovo del comprensorio cittadino ma questo, una volta resosi conto della presenza dei militari, ha tentato di dileguarsi a bordo di uno scooter.

Un tentativo maldestro che, oltre a non andare a buon fine, ha indotto i militari ad effettuare la perquisizione personale dell’interessato e dello scooter utilizzato. All’esito del controllo il giovane è stato trovato in possesso di circa 100 dosi di hashish, ciascuna dal peso di circa un grammo, oltre alla somma di 1.000 euro.

Il giovane arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, dove dovrà rimanere a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Commissione d’inchiesta Onu: “Esistono prove di crimini di guerra a Gaza”

La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresi Gerusalemme Est e Cisgiordania, ha affermato oggi che esistono già prove evidenti che crimini di guerra potrebbero essere stati commessi a Gaza, sottolineando che tutti coloro che hanno violato il diritto internazionale e preso di mira i civili devono essere ritenuti responsabili dei loro crimini. Lo riporta Wafa, agenzia di stampa araba.

La commissione ha affermato di essere “gravemente preoccupata per l’ultimo attacco israeliano a Gaza e per l’annuncio di un assedio completo su Gaza che comporta l’interruzione di forniture di acqua, cibo, elettricità e carburante che senza dubbio costerà vite civili e costituirà una punizione collettiva”.

La Commissione Onu ha affermato che è intenzionata “a individuare la responsabilità legale, compresa quella penale individuale e di comando. A tal fine, la Commissione è impegnata a indagare sugli eventi attuali e a identificare i responsabili delle violazioni del diritto internazionale”.

Le Nazioni unite dicono che “l’unica strada per porre fine alla violenza e raggiungere una pace sostenibile è affrontare le cause profonde del conflitto, compresa la fine dell’occupazione illegale del territorio palestinese (da parte di Israele) e il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione”.

Le conseguenze di Israele. In Europa rischia di tornare il terrorismo islamico

di Alessandro Orsini

Biden ha annunciato il proprio sostegno a Netanyahu per schiacciare definitivamente Hamas, un’organizzazione terroristica responsabile di un’immane carneficina contro civili indifesi. Giorgia Meloni si è pronunciata con altrettanta foga, proiettando la bandiera israeliana su Palazzo Chigi. In sede di analisi strategica, l’eradicazione di Hamas da Gaza, ammesso che sia possibile, non è nell’interesse nazionale dell’Italia. La sconfitta completa di Hamas potrebbe causare, tra le altre cose, un forte stress sistemico al nostro apparato di sicurezza esponendo le città europee a una serie di pericoli esiziali.

Le conseguenze prevedibili sono almeno tre. 1) Il crollo di Hamas rilancerebbe l’Isis e al Qaeda, che si proporrebbero come alternative. L’Isis e al Qaeda, per ragioni troppo complesse da spiegare qui, non hanno mai attecchito veramente in Palestina e in Israele, ma le cose potrebbero cambiare. 2) La degradazione di Hamas, con l’aiuto Usa, rilancerebbe, quasi certamente, la radicalizzazione verso il terrorismo islamico in Europa in un contesto di flussi migratori incontrollati dall’Africa, dove le organizzazioni jihadiste sono temibili. 3) L’approssimarsi di Netanyahu a una vittoria completa aumenterebbe le probabilità di un intervento di Hezbollah in favore di Hamas con l’esplosione del Libano, dove opera un contingente italiano, operazione “Leonte”, la cui consistenza massima annuale autorizzata è di 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. Lo scontro tra Israele e Hezbollah in Libano investirebbe i soldati italiani.

È utile che Meloni eviti di farsi risucchiare nel vortice delle dichiarazioni in favore di Netanyahu, i cui comportamenti – è ben noto ai palestinesi – meriterebbero un mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. Il 5 dicembre 2022, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, scriveva: “Secondo le Nazioni Unite, il 2022 è stato il peggiore anno dal 2005 per numero di palestinesi uccisi da parte delle forze israeliane: 127, tra cui molti minorenni”. Lo studio scientifico del terrorismo classifica l’azione di governo di Netanyahu come “terrorismo di Stato”, come conferma Mohammed Haitham al-Tamimi, il bimbo palestinese di due anni e mezzo ucciso dai soldati di Netanyahu con un proiettile al cervello nei territori occupati, cioè, a casa sua, nel giugno 2023. Proiettare la bandiera di Israele su Palazzo Chigi è un comportamento demagogico quanto irresponsabile soprattutto mentre Netanyahu uccide bambini palestinesi bombardando indiscriminatamente Gaza, secondo quanto riporta anche l’agenzia Reuters.

Inoltre, la retorica di Meloni sulla Palestina è indebolita dalla retorica di Meloni sull’Ucraina. Meloni ha sempre dichiarato che la guerra in Ucraina si risolve con il ritiro dei russi dai territori occupati, immediato e senza condizioni. I musulmani, Arabia Saudita inclusa, si domandano perché Meloni non proponga lo stesso ritiro a Netanyahu. Se gli ucraini occupati hanno il diritto di sparare sui soldati russi occupanti, perché i palestinesi occupati non avrebbero il diritto di sparare sui soldati israeliani occupanti? Si obietterà che Hamas ha sparato sui civili israeliani. Ma anche il governo di Kiev ha sparato sui civili russi in Donbass per otto anni. Non potendo uscire da queste contraddizioni politiche e retoriche, Meloni potrebbe optare per il silenzio in favore dell’Italia e del suo interesse nazionale.

Israele sta radendo al suolo Gaza. Reazione sproporzionata contro i civili

E’ spietata e crudele l’offensiva militare di Israele contro i palestinesi nella Striscia di Gaza. Numerosi attacchi aerei, raid missilistici, stanno di fatto radendo al suolo le città nel fazzoletto di terra palestinese che affaccia sul Mediterraneo. 

Attacchi indiscriminati che colpiscono civili, bambini soprattutto, col pretesto di voler annientare Hamas, gruppo che sabato mattina, a sorpresa, ha lanciato migliaia di razzi verso lo stato ebraico causando centinaia di vittime e migliaia di feriti. La risposta del governo Netanyahu- che insieme alla sua intelligence ha pure enormi responsabilità nella prevenzione degli attacchi in un’area tra le più sorvegliate del mondo -, è stata di quelle impressionanti; si potrebbe definire sproporzionata rispetto ad un popolo (cittadini di Palestina) che si è sempre difeso con le pietre dagli invasori israeliani. Le immagini che arrivano dal Medio Oriente sono raccapriccianti. Anzi a guardare indietro nel tempo le risposte militari israeliane, sono sempre state sproporzionate: alle pietre dell'”Intifada” la risposta era sempre a colpi di cannoni, di artiglieria, cecchinaggi e raid aerei. 

Che Hamas – organizzazione paramilitare palestinese -, abbia fatto il salto di qualità nel reperire armi non è un mistero (a proposito: gli armamenti inviati all’Ucraina dall’occidente sono finite ad Hamas o altrove, dal mercato nero?), ma anche dall’altra parte non scherzano: Israele è lo stato più armato in assoluto dall’occidente, molto più dell’Ucraina.

Il problema è che uno degli eserciti più potenti al mondo, quello appunto di Israele, che detiene anche armamenti nucleari, sta prendendo di mira i civili, come da sempre donne anziani e bambini. Non obiettivi militari, dunque, ovvero covi e nascondigli delle milizie arabe definite terroristiche che attaccano, pure ferocemente, per difendere le loro terre dall’occupazione sionista che persiste da oltre 75 anni. 

La Verità vera – ignorata dai paesi atlantici e dai media mainstream al soldo di apparati finanziari con a capo sionisti o loro prestanome -, è quella che poco alla volta, andando entrando, gli israeliani si sono impossessati con forza e violenza dell’intero territorio palestinese. Non sono bastate le risoluzioni dell’Onu a far desistere dall’espansionismo i governi israeliani che si sono succeduti nei decenni. “Israele commette crimini contro l’umanità”, sentenziarono le Nazioni unite. Non sono stati sufficienti gli appelli della cosiddetta comunità internazionale a fare indietreggiare Israele dai propositi sionisti, ossia accettare “una terra e due stati”. No, bisogna scacciare con tutti i mezzi gli arabo-palestinesi dalle loro terre affinché possa viverci solo il popolo ebraico. E non importa se questo comporti estreme conseguenze e feroci reazioni da parte araba. Un conflitto secolare che non ha mai avuto e non avrà mai tregua; uno scontro sanguinoso aggravato dalle posizioni di accondiscendenza dell’occidente verso Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna in testa.

Un occidente ipocrita e senza vergogna che giustifica in tutte le salse l’occupazione israeliana della Palestina, mentre al tempo stesso conduce una guerra per procura alla Russia dopo l’invasione che Mosca ha fatto in Ucraina. In teoria, seguendo il filo logico, Washington e Ue dovrebbero inviare armi e panzer al martoriato popolo palestinese?  Cioè agli aggrediti con contestuale condanna degli aggressori? Ma non accadrà mai!; come sempre vi sono due pesi e due misure. Vi sono stati e stati, cioè invasori “democratici” cui tutto e permesso (Israele) e invasori considerati “dittatoriali” (Russia). 

Le radici del Sionismo

Herzl, Balfour e Rothschild. Oltre un secolo fa dalla Gran Bretagna sponda ai sionisti per occupare la Palestina e creare lo stato ebraico. Terroristi di Hamas creati e foraggiati da Israele in funzione anti-Arafat? Il sospetto di una  operazione di falsa bandiera per appropriarsi definitivamente dei territori residui.

Tutto nacque “dall’intuizione” di Theodor Herzl, ebreo ungherese, fondatore del Sionismo. Egli, nel 1897, a Basilea ha posto le basi per creare uno “spazio territoriale” per gli ebrei nel mondo. Herzl sostenne il diritto degli ebrei di fondare uno stato ebraico in Palestina. Questa “patria” avrebbe dovuto accogliere gli ebrei che avessero voluto trasferirsi qualora non avessero potuto vivere serenamente nel paese in cui abitavano. 

Il 2 novembre 1917, Arthur Balfour, l’allora ministro degli Esteri britannico (all’epoca la Palestina viveva sotto l’influenza inglese dopo la disgregazione dell’impero Ottomano, ndr), scrisse una lettera indirizzata a Lionel Walter Rothschild, una figura di spicco della comunità ebraica britannica e tra i sionisti più incalliti e più  influenti.

La lettera era breve – solo 67 parole – ma il suo contenuto ebbe un effetto sismico sulla Palestina che si avverte ancora oggi. In quella missiva Balfour impegnava il governo britannico a “creare in Palestina un focolare nazionale per il popolo ebraico” e a facilitare “il raggiungimento di questo obiettivo”. La lettera è conosciuta come la Dichiarazione Balfour.

In sostanza, una potenza europea come il Regno unito prometteva al movimento sionista un paese non suo in cui i nativi arabi palestinesi costituivano più del 90% della popolazione. 

Il “mandato” britannico fu creato nel 1923 e durò fino al 1948. Durante quel periodo, gli inglesi facilitarono l’immigrazione ebraica di massa – è vero che molti dei nuovi residenti fuggivano dal nazismo in Europa – e dovettero anche affrontare proteste e scioperi locali. I palestinesi erano allarmati dai cambiamenti immigrazionisti nel loro paese e dalla unilaterale confisca britannica delle loro terre per consegnarle ai coloni ebrei.

Questa è la sintesi di ciò che da quasi 80 anni vive la Palestina, territorio occupato da Israele per volontà del sionismo internazionale spalleggiato da governi fantocci occidentali al loro esclusivo servizio. 

Lo dimostra la narrazione a senso unico sui media occidentali, tutti schierati a favore di Israele, dopo il crudele attacco di Hamas, che è organizzazione fondata – va ricordato – col contributo dello stesso Israele in funzione anti-Olp di Arafat. E che ha foraggiato per anni.

E qui sorge un interrogativo grande quanto una casa: come ha fatto un gruppo come Hamas a scagliare un attacco di questa portata contro Israele senza che i servizi di intelligence si accorgessero di nulla nella zona tra le più sorvegliate del mondo? Gli 007 israeliani risultano essere il servizio segreto più efficace del pianeta. No, non quadra. Niente quadra.

Appare alquanto sospetta l’operazione di Hamas, definita “a sorpresa”. Se fossero acclarati questi sospetti, beh, allora con ogni probabilità potremmo trovarci davanti ad una operazione di “falsa bandiera” per giungere rapidamente ad una “soluzione finale” col fine ultimo di cancellare ciò che rimane dei palestinesi (sta avvenendo in questi giorni con la sproporzionata rappresaglia nella Striscia di Gaza, ndr) e appropriarsi definitivamente di tutti i territori residui della Palestina col pretesto di un “gruppo terroristico” creato da loro stessi. Conoscendo storia e curriculum dei protagonisti non è così azzardata la conclusione.

Da Israele attacchi spietati verso i palestinesi. Oms: “Aprire corridoi umanitari”

Israele bombarda il valico di frontiera di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto per impedire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) chiede l’apertura di un corridoio umanitario dentro e fuori la Striscia di Gaza, posta sotto assedio totale da parte di Israele. Secondo quanto trapela da alcuni canali, le forze israeliane al confine starebbero impedendo l’accesso a mezzi con aiuti umanitari, cibo e acqua verso la Striscia di Gaza.

“L’Oms chiede la fine della violenza. È necessario un corridoio umanitario per raggiungere le persone con forniture mediche essenziali”, ha detto il portavoce dell’Oms Tarik Jasarevic in una conferenza stampa a Ginevra. c

Intanto si sta aggravando anche la situazione degli ospedali. I nosocomi sono sopraffatti mentre l’esercito israeliano continua il bombardamento della Striscia di Gaza, quattro giorni dopo che Hamas ha sparato razzi in Israele in un attacco senza precedenti. Attacchi motivati da Hamas – affermano – dopo la profanazione della Moschea Al-Aqsa, luogo sacro per gli arabi a Gerusalemme est e dopo che i coloni israeliani da mesi stanno esercitando pressioni e violenze verso i palestinesi, di cui molte persone uccise.

I bombardamenti hanno colpito vicino al valico di frontiera di Rafah tra la Striscia di Gaza e la penisola egiziana del Sinai, raccontano i cronisti citati da Al Jazeera. L’ultimo bilancio delle vittime ammonta a 770 palestinesi a Gaza e a oltre 900 persone in Israele. Verso gli ottomila i feriti.

Nazioni Unite a Israele: “L’assedio totale di Gaza è proibito dal diritto internazionale”

Volker Turk

L’assedio totale di Israele alla Striscia di Gaza è vietato dal diritto internazionale, ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, citato dall’Ansa.

“L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha sottolineato il diplomatico ONU in un comunicato. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ieri ha affermato di avere ordinato “l’assedio totale” della Striscia di Gaza e di procedere all’interruzione di forniture di acqua, cibo, elettricità e carburanti, tutti beni essenziali per i palestinesi, che già vivono estreme sofferenze, super sorvegliati, e recintati, in casa loro, come nei campi di concentramento di antiche e tragiche memorie.

Sono oltre 187.500 sfollati interni nella Striscia di Gaza da sabato, inizio dell’attacco di Hamas contro Israele, segnala l’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha). “Il numero di sfollati è aumentato in modo significativo nella Striscia di Gaza, la maggior parte si sta rifugiando nelle scuole dell’Unrwa”, ha detto un portavoce dell’Ocha, Jens Laerke, in una conferenza stampa oggi a Ginevra.

Conflitto Israele-Palestina, fonti mediche: Oltre 1.600 mila vittime totali e quasi 7mila feriti

Israele ha martellato la Striscia di Gaza per il terzo giorno consecutivo e ha annunciato un blocco “totale” nella già assediata Striscia di Gaza, compreso il divieto di cibo e acqua, dopo che Hamas ha effettuato il più grande attacco al paese da decenni.

L’esercito israeliano afferma che circa 100.000 soldati di riserva si sono ammassati vicino alla recinzione con Gaza.

Ecco gli ultimi dati sulle vittime riportati da Al Jazeera e forniti dal ministero della Sanità palestinese, dalla Mezzaluna Rossa Palestinese e dai servizi medici israeliani.

Gaza
Uccisi: almeno 704 persone
Feriti: circa 4.000

Cisgiordania occupata
Uccisi: almeno 17
Feriti: circa 90

Israele
Uccisi: più di 900 persone
Feriti: almeno 2.600

Complessivamente sono oltre 1.600 mila vittime e quasi 7mila feriti tra israeliani e palestinesi. E l’offensiva militare di Israele prosegue senza soste. Ieri il ministro della Difesa israeliano ha “ordinato” un “assedio totale” nella Striscia di Gaza. “Stop a forniture di acqua, cibo, elettricità e carburante”.

L’assedio totale di Gaza è “proibito” dal diritto internazionale umanitario. E’ il monito delle Nazioni Unite a Israele. Lo ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. “L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha sottolineato in un comunicato citato dall’Ansa.

Intanto in alcuni canali Telegram circola la notizia, corredata da foto, secondo cui Israele avrebbe ucciso 7 giornalisti che coprivano l’attacco aereo su Gaza.

Sedici anni di blocco israeliano

Gaza ha una popolazione di circa 2,3 milioni di persone che vivono in una delle aree più densamente popolate del mondo. Situata tra Israele ed Egitto, sulla costa mediterranea, la striscia è di circa 365 kmq (141 miglia quadrate).

Dal 2007, Israele ha mantenuto uno stretto controllo sullo spazio aereo e sulle acque territoriali di Gaza e ha limitato la circolazione di merci e persone dentro e fuori Gaza.

Dopo l’attacco di Hamas, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di trasformare Gaza in una “isola deserta” e ha invitato i suoi residenti a “andarsene adesso”.

Come si è svolto l’attacco di Hamas

Sabato mattina, verso le 6:30 (03:30 GMT), Hamas ha lanciato un’enorme raffica di razzi nel sud di Israele con sirene udite fino a Tel Aviv e Beersheba.

Il gruppo di resistenza palestinese ha detto di aver lanciato 5.000 razzi nello sbarramento iniziale. L’esercito israeliano ha detto che sono stati lanciati 2.500 razzi.

Circa un’ora dopo, i combattenti sono entrati in Israele in un’operazione su più fronti senza precedenti attraverso terra, aria e mare. La maggior parte dei combattenti sono entrati attraverso brecce nelle barriere di sicurezza che separano Gaza e Israele.

Da notare che questa barriera di sicurezza è una “fascia cuscinetto” di alcuni km ed è tra le più sorvegliate al mondo; per questo motivo il governo Netanyahu è accusato di “fallimento” nel prevenire attacchi, così sotto accusa ci sono gli 007 del Mossad, ritenuti degli “incapaci”.

Deputata americana chiede di porre fine agli aiuti militari Usa a Israele

La deputata statunitense Cori Bush ha chiesto lunedì di interrompere il sostegno degli Stati Uniti a Israele nel contesto della sua brutale aggressione alla Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa.

“Il nostro obiettivo finale deve essere una pace giusta e duratura che garantisca la sicurezza di tutti nella regione”, ha affermato in una nota. “Le violazioni dei diritti umani non giustificano ulteriori violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto.

“Come parte del raggiungimento di una pace giusta e duratura, dobbiamo fare la nostra parte per fermare questa violenza e questo trauma ponendo fine al sostegno del governo americano all’occupazione militare e all’apartheid israeliani”.

Dai leader di Stati Uniti, Germania, Francia, Italia e del Regno Unito fermo sostegno a Israele. La nota congiunta sul sito della Casa Bianca.

“Oggi noi – il Presidente Macron della Francia, il Cancelliere Scholz della Germania, il Primo Ministro Meloni dell’Italia, il Primo Ministro Sunak del Regno Unito e il Presidente Biden degli Stati Uniti – esprimiamo il nostro fermo e unito sostegno allo Stato di Israele e la nostro condanna inequivocabile di Hamas e dei suoi spaventosi atti di terrorismo.

Diciamo chiaramente che le azioni terroristiche di Hamas non hanno alcuna giustificazione, alcuna legittimità e devono essere universalmente condannate. Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo. Negli ultimi giorni, il mondo ha assistito con orrore al massacro delle famiglie nelle loro case da parte dei terroristi di Hamas, all’uccisione di oltre 200 giovani che si godevano un festival musicale e al rapimento di donne anziane, bambini e intere famiglie, che ora sono tenuti in ostaggio.

I nostri paesi sosterranno Israele nei suoi sforzi per difendere se stesso e il suo popolo da tali atrocità. Sottolineiamo inoltre che questo non è il momento in cui nessun partito ostile a Israele possa sfruttare questi attacchi per cercare un vantaggio.

Tutti noi riconosciamo le legittime aspirazioni del popolo palestinese e sosteniamo pari misure di giustizia e libertà sia per israeliani che per palestinesi. Ma attenzione: Hamas non rappresenta quelle aspirazioni e non offre altro al popolo palestinese se non altro terrore e spargimenti di sangue.

Nei prossimi giorni rimarremo uniti e coordinati, insieme come alleati e come amici comuni di Israele, per garantire che Israele sia in grado di difendersi e, in definitiva, per creare le condizioni per una regione del Medio Oriente pacifica e integrata”.

Sparò in un parco fucilate contro giovani, arrestato

Aveva sparato due colpi di fucile ferendo in modo lieve sette giovani, tra i quali tre minorenni. Adesso, il presunto autore è stato identificato ed arrestato dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri di Torano Castello coadiuvati da quelli della Compagnia di Rende nei confronti di un 20enne N.P.D., originario di Cerzeto, indagato per lesioni personali aggravate e detenzione illegale e porto abusivo di arma da sparo in luogo aperto al pubblico.

L’arresto è giunto a conclusione delle indagini avviate nella serata del primo settembre scorso, quando i carabinieri intervennero nei pressi della villa comunale di Torano Castello, dove erano stati sparati due colpi di fucile calibro 12. Il giovane aveva sparato a terra ed i colpi di rimbalzo avevano ferito i 7 giovani.

Gli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, hanno portato gli investigatori ad appurare che il 20enne, ritenendo di vantare un credito per questioni private nei confronti di uno dei giovani feriti, si era recato, a bordo di autovettura, nei pressi della villa comunale, esplodendo i due colpi. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato portato nella Casa circondariale di Cosenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Israele-Palestina, colloquio tra Erdogan e Abbas: “Ogni sforzo per fermare escalation”

Il presidente Mahmoud Abbas ha ricevuto stasera una telefonata dal suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, durante la quale hanno discusso degli ultimi pericolosi sviluppi nei territori palestinesi. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa.

Il presidente Abbas ha sottolineato durante la telefonata l’importanza di un intervento regionale e internazionale immediato per fermare l’aggressione israeliana contro i territori palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza, prima che sia troppo tardi.

Il presidente Abbas ha messo in guardia contro l’annuncio delle autorità di occupazione israeliane di tagliare i bisogni primari di acqua ed elettricità e di impedire l’ingresso di forniture alimentari al nostro popolo nella Striscia di Gaza, il che costituisce un crimine contro l’umanità e richiede l’intervento internazionale per impedire un simile atto umanitario. che si verifichi una catastrofe e di fornire soccorsi e aiuti medici alla nostra popolazione nella Striscia di Gaza.

Il Presidente ha sottolineato che l’unica soluzione all’escalation in atto nella regione è la soluzione politica che metta fine all’occupazione israeliana del territorio dello Stato di Palestina, con Gerusalemme come capitale.

Il Presidente ha ringraziato e apprezzato il suo omologo per la ferma posizione del suo Paese a sostegno della giusta causa palestinese.

Da parte sua, il presidente Erdogan ha sottolineato che la Turchia sta facendo ogni sforzo e sta prendendo contatto con tutte le parti internazionali e regionali per fermare l’escalation in corso, e che continuerà a fornire con veemenza il sostegno per difendere la causa palestinese.

Il presidente turco ha sottolineato che la Turchia sta monitorando da vicino gli sviluppi in Palestina ed è profondamente preoccupata per la crescente perdita di vite umane e distruzione.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 15 milioni a imprenditore condannato

La sede del Centro operativo della Dia a Catanzaro

Beni mobili ed immobili per un valore di oltre 15 milioni di euro sono stati sequestrati dal Centro operativo di Catanzaro della Dia ad un imprenditore, Antonio Gallo, di 43 anni, di Sellia Marina, alias “il principino”, condannato nel luglio scorso a 30 anni di reclusione, a conclusione del processo “Basso profilo”, con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso.

Il sequestro è stato fatto in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta del Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, e del direttore della Dia, generale Michele Carbone.

Gallo, imprenditore nel settore della vendita di dispositivi di protezione e antinfortunistica ed al momento detenuto in regime di 41 bis, era stato arrestato nel gennaio del 2021 nell’ambito dell’operazione “Basso profilo” che poi ha portato al processo omonimo a conclusione del quale ha subito la condanna a 30 anni.

Dall’inchiesta è emerso il ruolo di Gallo quale imprenditore di riferimento di alcune tra le più importanti cosche di ‘ndrangheta della provincia di Crotone, gestendo, in particolare, in regime di sostanziale monopolio, la fornitura di prodotti antinfortunistici anche ad amministrazioni pubbliche.

Lo stesso Gallo, inoltre, secondo l’accusa, attraverso società cartiere, gestite da prestanome, avrebbe emesso un consistente numero di fatture per operazioni inesistenti “mantenendo un rapporto privilegiato – riferisce un comunicato della Dia e della Dda di Catanzaro – con i vertici delle cosche di San Leonardo di Cutro e di Roccabernarda, in provincia di Crotone, con la finalità di agevolare gli stessi gruppi criminali, come confermato anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia”.

I beni sequestrati consistono in sette imprese, quote societarie, 11 beni immobili, 30 beni mobili e 23 rapporti finanziari.

Ministro israeliano: “Assedio completo nella Striscia di Gaza. Stop a cibo, elettricità e benzina”

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato “l’assedio completo” della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia italiana Ansa citando il titolare della difesa dello stato ebraico.

Il ministro israeliano ha riferito di “avere ordinato il completo assedio: non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso”, ha aggiunto Gallant dopo una consultazione di sicurezza al Comando Sud di Beersheba. “Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”, ha detto, citato dai media.

Le sirene di allarme sono risuonate nella zona centrale di Israele e anche a Gerusalemme per il lancio di razzi da Gaza. Lo fanno sapere i servizi di segnalazione locali aggiungendo che si sono udite esplosioni in cielo dovute all’intercettamento dei razzi da parte dell’Iron Dome.

Un’ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. E’ quanto si attendono gli Stati Uniti secondo il Washington Post che rivela come Israele avrebbe chiesto agli Usa missili per l’Iron Dome, bombe di piccolo diametro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence per rispondere al durissimo attacco di Hamas.

Il nuovo bilancio dei morti israeliani continua intanto a salire ed è arrivato 700. Sono 2.500 i feriti, moltissimi gravi. Ci sarebbero poi 750 dispersi e almeno 100 ostaggi nelle mani di Hamas. Tra loro americani e tedeschi. Sarebbero 260 i morti al rave dei giovani pacifisti nel deserto. I morti a Gaza per gli attacchi di Israele sono arrivati a 436 con 2.270 feriti. “Il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”, ha commentato la premier Giorgia Meloni.

In mattinata il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha assicurato che Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza e le Forze di difesa israeliane, secondo i media locali, hanno reso noto che circa 80 terroristi sono stati trovati nel Paese durante la notte, mentre i combattimenti sono continuati in sei località lungo il confine con Gaza. Almeno 800 obiettivi di Hamas a Gaza sono stati colpiti dall’esercito.

Ai residenti di Sderot, cittadina a ridosso della Striscia, è stato ordinato di nuovo di barricarsi in casa e di non aprire a nessuno. Il portavoce militare israeliano poco prima ha detto che continuano le infiltrazioni in territorio israeliano dei miliziani da Gaza. I media segnalano sparatorie fra soldati e miliziani e, secondo le stesse informazioni, sarebbero stati “uccisi 4 terroristi”.

E mentre Teheran nega ogni coinvolgimento negli attacchi, la Xinhua, citando una fonte del Movimento di resistenza islamica sostiene che “con il sostegno degli Stati Uniti, il Qatar sta cercando di raggiungere l’accordo urgente che porterebbe al rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane”.

Teheran: “Noi con Hamas ma non siamo dietro agli attacchi”
“Noi appoggiamo orgogliosamente e incrollabilmente la Palestina, tuttavia non siamo coinvolti nella risposta palestinese (l’attacco a Israele, ndr), che è stata condotta solo dai palestinesi”: lo ha dichiarato in una nota la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite, riferendosi agli attacchi di Hamas contro lo Stato ebraico. “L’azione della Resistenza palestinese è stata una difesa pienamente legittima contro i crimini e le usurpazione dell’illegittimo regime sionista”, si legge ancora nel comunicato della missione di Teheran.

Israele, ripreso il controllo delle zone a ridosso di Gaza
Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza. Lo ha detto il portavoce dell’esercito Daniel Hagari, aggiungendo che gli scontri tra soldati e miliziani di Hamas delle ultime ore sono stati “isolati”. Hagari ha poi spiegato che sono stati uccisi 3 miliziani nell’area di Shaar Hanegev, uno nel villaggio di Beeri, 5 in quelli di Holit e Sufa e 4 ad Alumim per un totale di 13. “Al momento – ha sottolineato – non ci sono combattimenti in corso ma è possibile ci siano terroristi nell’area”. Inoltre le brecce nella barriera difensiva saranno messe in sicurezza con i carri armati.

L’allarme dell’Onu, oltre 123.000 sfollati nella Striscia di Gaza
Più di 123.000 persone sono state sfollate nella Striscia di Gaza , segnala l’ufficio Affari umanitari delle Nazioni Unite. “Oltre 123.538 persone sono state sfollate all’interno di Gaza, principalmente a causa della paura, dei problemi di protezione e della distruzione delle loro case”, ha segnalato l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, Ocha, con oltre 73.000 rifugiati nelle scuole.

Il ministro degli esteri libanese assicura: ‘Hezbollah non interviene se non attaccato’
Il ministro degli esteri libanese Abdallah Bou Habib ha affermato nelle ultime ore di aver ricevuto la garanzia dai vertici di Hezbollah che il partito armato filo-iraniano non interverrà nel conflitto in corso tra Hamas e Israele se non sarà attaccato dagli israeliani. Citato dall’agenzia libanese al Markaziya, il ministro degli esteri libanese ha detto: “Hezbollah ci ha promesso che non intende intervenire nella guerra a Gaza a meno che Israele non commetta un’aggressione” nei confronti del Libano.

Portavoce delle forze israeliane: “La peggiore giornata della storia di Israele’
“Di gran lunga la peggiore giornata nella storia di Israele”: così un portavoce delle Forze di difesa di Israele (Idf) su X definisce intanto sabato scorso, il giorno dell’attacco di Hamas allo Stato ebraico, secondo cui l’attacco è paragonabile a Pearl Horbor o all’11 settembre. “I combattimenti sono ancora in corso nel Sud di Israele, terroristi sono ancora nel Paese, sono entrati circa mille palestinesi assetati di sangue, sono andati casa per casa, edificio per edificio per massacrare civili e militari israeliani. Sfortunatamente la cifra astronomica di 700 israeliani uccisi è destinata a non restare tale. Mai nella storia di Israele ci sono state tante vittime per un solo attacco”, lo ha detto nella notte un portavoce delle Forze di Difesa israeliane pubblicando un video su X.

Israele-Hamas, oltre 700 vittime israeliane. Continua l’offensiva letale di Tel Aviv su Gaza

Domenica Israele ha dichiarato formalmente lo stato di guerra mentre il bilancio delle vittime dell’attacco di sabato mattina da parte di Hamas ha superato le 700 vittime tra i civili, secondo un bilancio provvisorio. Migliaia sono i feriti di cui centinaia in gravi condizioni. Lo riporta “The Times of Israel”. Il bilancio si prevede che aumenterà ulteriormente, con il destino di oltre un centinaio di persone rapite e portate nella Striscia di Gaza.

L’ufficio stampa governativo, organismo che opera sotto l’egida dell’ufficio del primo ministro israeliano, ha affermato che il numero degli ostaggi a Gaza ammonta a oltre 100. Hamas e la Jihad islamica domenica sera si sono vantati di tenere in ostaggio circa 130 ostaggi israeliani, sostenendo che tra questi figuravano persone di alto livello, anche ufficiali dell’esercito.

Aerei israeliani – fa sapere il quotidiano israeliano – hanno effettuato “intensi” attacchi aerei su obiettivi a Gaza domenica pomeriggio, poco dopo che l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu aveva annunciato che il gabinetto di sicurezza aveva votato sabato sera per mettere ufficialmente il paese in guerra, il che significa che può svolgere “attività militari significative”.

Domenica sono state condotte battaglie in almeno tre comunità vicino al confine di Gaza invase il giorno prima da uomini armati di Hamas, e il massiccio lancio di razzi ha continuato a perseguitare le comunità israeliane, mentre Israele si preparava a quella che doveva essere una campagna prolungata contro il gruppo terroristico con sede a Gaza.

Sabato mattina, in un assalto di portata scioccante, gli uomini armati di Hamas hanno fatto irruzione in ben 22 località nel sud di Israele, comprese città e comunità più piccole fino a 24 chilometri dal confine di Gaza. In alcuni luoghi, hanno vagato per ore, uccidendo civili e soldati mentre l’esercito israeliano si affrettava a raccogliere una risposta. Allo stesso tempo, migliaia di razzi sono stati lanciati contro le città del sud e del centro.

Caos in Israele e fallimento dell’intelligence

Le scene di caos e sofferenza e il prolungato fallimento nel prendere il controllo della situazione hanno scioccato e indignato la nazione, e hanno suscitato richieste di risposte sui numerosi fallimenti di intelligence, dispiegamento e politica che avevano consentito una tale catastrofe nazionale, con centinaia di terroristi che inondano le comunità civili con convogli armati.

I funzionari hanno stimato domenica che oltre 700 persone siano state uccise nel massiccio assalto lanciato dai terroristi di Hamas nelle comunità israeliane vicino a Gaza e dalle migliaia di razzi lanciati su Israele, rendendolo il giorno più sanguinoso nella storia della nazione, secondo i rapporti.

Un portavoce di ZAKA, un gruppo di volontari che si occupa di resti umani dopo attacchi terroristici e altri disastri, ha detto ai media ebraici che il bilancio delle vittime è aumentato notevolmente, poiché le squadre israeliane sono riuscite a scacciare gli uomini armati di Hamas dalle comunità lungo il confine e a recuperare le vittime.

 

Media arabi: “Decine di morti e feriti in un nuovo raid israeliano nel nord della Striscia di Gaza”

Decine di persone sono state uccise, tutte civili, in un nuovo attacco israeliano quando aerei da guerra hanno lanciato missili contro un mercato e una moschea nei campi profughi di Shati e Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito il corrispondente dell’agenzia di stampa palestinese Wafa.

Il cronista ha riferito che gli aerei da guerra hanno lanciato diversi missili contro una moschea nel centro del campo profughi di Shati, a ovest di Gaza City, uccidendo e ferendo un certo numero di persone e causando pesanti distruzioni alle case della zona, così come alle infrastrutture.

Gli aerei da guerra hanno anche lanciato missili contro l’area del mercato nel centro del campo profughi di Jabalya, colpendo un’area conosciuta come Trans nell’affollato mercato, uccidendo e ferendo dozzine e provocando pesanti distruzioni.

Intanto – riporta sempre l’agenzia Wafa -, coloni israeliani hanno attaccato pendolari palestinesi che guidavano su una strada tra Gerico e Ramallah ferendo passeggeri e danneggiando auto, secondo un attivista.

Hasan Mleihat, un attivista per i diritti umani, ha detto che quattro persone sono rimaste ferite quando le loro auto sono finite sotto una raffica di pietre lanciate dai coloni israeliani. Danni sono stati causati anche alle auto.

La nuova escalation al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, gruppi diritti umani: “Gli stati membri devono affrontare cause profonde della difficile situazione palestinese”

I gruppi per i diritti palestinesi, Al-Haq, il Centro Al Mezan per i diritti umani e il Centro palestinese per i diritti umani, hanno chiesto oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di affrontare le cause profonde della la difficile situazione palestinese e proteggere il popolo palestinese dagli attacchi israeliani. Lo riporta l’agenzia Wafa.

“Mentre gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) si riuniscono per discutere gli eventi che si stanno svolgendo su entrambi i lati della Linea Verde in Palestina, iniziata il 7 ottobre 2023, gli Stati membri devono considerare il regime di apartheid coloniale di Israele da 75 anni, 56 anni anni di occupazione illegale e 16 anni di blocco illegale e chiusura della Striscia di Gaza sono le cause profonde della difficile situazione palestinese. Gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno la responsabilità primaria della violenza in Palestina attraverso la loro inerzia e complicità nelle violazioni sistematiche e diffuse di Israele, e devono proteggere il popolo palestinese dagli attacchi di ritorsione israeliani”, ha affermato il gruppo per i diritti umani nella lettera aperta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

I gruppi per i diritti umani hanno affermato che “Israele ha intrapreso una guerra contro la Striscia di Gaza sin dalla sua occupazione illegale nel 1967, e che per oltre 16 anni ha dichiarato l’intera Striscia di Gaza una ‘entità ostile’, imponendo una chiusura terrestre, aerea e marittima e sottomettendo i palestinesi al suo interno con misure di punizione collettiva, in violazione del diritto internazionale, spiegando che Israele ha condotto almeno sette massicce offensive militari dal 2008, che hanno reso la Striscia di Gaza inabitabile. Tra il 2010 e il 2019, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha registrato 3.624 palestinesi e 203 israeliani uccisi e 103.207 palestinesi e 4.642 israeliani feriti nel decennio”.

Hezbollah lancia attacco a posizioni militari israeliani dal sud del Libano

Il movimento di resistenza libanese Hezbollah ha lanciato attacchi dal sud del Libano nella parte settentrionale dei territori occupati, prendendo di mira le posizioni militari israeliane nelle fattorie di Shebaa, secondo quanto riportato domenica dai media citati dall’agenzia di stampa Irna.

Hezbollah ha affermato di aver lanciato razzi e artiglieria su tre postazioni militari israeliane nelle fattorie di Shebaa, ha riferito anche Reuters.

Il gruppo ha inoltre riferito che l’esercito israeliano avrebbe affermato di aver sparato con l’artiglieria nella zona meridionale del Libano in seguito all’attacco di Hezbollah.

Nel frattempo i media israeliani hanno affermato che il comando militare nel nord dei territori occupati ha ordinato la chiusura di tutti i centri di intrattenimento vicino al confine con il Libano.

L’escalation arriva il giorno dopo che il movimento di resistenza palestinese, Hamas, si è infiltrato nei territori occupati da terra, aria e mare in un attacco senza precedenti contro Israele in risposta ai suoi “crescenti crimini contro il popolo palestinese e alla profanazione dei luoghi sacri religiosi, tra cui Moschea Al-Aqsa.”

Conflitto Israele-Hamas: infuria la battaglia mentre Hezbollah lancia attacchi

Rischia di estendersi al Libano e alla Siria il sanguinoso conflitto tra Palestina e Israele, la cui nuova offensiva è cominciata ieri all’alba dalla Stiscia di Gaza da dove Hamas ha sparato migliaia di razzi contro lo stato ebraico, colpito a sorpresa. Un attacco massiccio che ha provocato centinaia di vittime e migliaia di feriti. Nella rappresaglia israeliana condotta con lanci di missili si parla di oltre trecento morti e migliaia di feriti da parte palestinese.

Hezbollah – riporta l’emittente araba Al Jazeera – rivendica la responsabilità degli attacchi di mortaio dal Libano contro le fattorie occupate di Shebaa, mentre Israele afferma di aver risposto con attacchi di artiglieria.

L’escalation arriva mentre crescono i timori di un’invasione di terra di Gaza dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di trasformare l’enclave palestinese assediata in una “isola deserta” in seguito all’attacco a sorpresa di Hamas di sabato. Gli ultimi bilanci delle vittime ammontano a 313 palestinesi e circa 300 israeliani.
Hamas ha affermato di aver catturato anche molti israeliani e che gli ostaggi sono stati sparsi in tutte le aree della Striscia di Gaza.

L’operazione di Hamas è arrivata sulla scia degli omicidi, degli attacchi diffusi di coloni israeliani, dell’aumento delle tensioni nel complesso della moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata e di un numero record di palestinesi uccisi.

Commentando l’attacco di Hezbollah, la deputata libanese Najat Aoun Saliba ha detto ad Al Jazeera che il sostegno alla causa palestinese dovrebbe essere uno sforzo concertato tra tutti gli stati arabi. “Lo scopo e il focus”, ha detto, “dovrebbero essere i diritti dei palestinesi a vivere in pace”.

Con la possibilità che “gli attuali eventi che coinvolgono Hezbollah e Israele si trasformino in un’altra guerra”, Saliba ha affermato che “il Libano non dovrebbe essere l’unico paese arabo a decidere sulla guerra o sulla pace”.

“Questa non è una cosa su cui Hezbollah dovrebbe farsi carico da solo”, ha detto. “È una decisione che deve essere presa da tutti gli Stati arabi insieme”.

L’Autorità Palestinese chiede una riunione d’emergenza della Lega Araba

Mohannad Aklouk (citato dai media arabi), rappresentante permanente della Palestina presso la Lega Araba, afferma di aver presentato una richiesta per una riunione d’emergenza dei ministri degli Esteri dell’organismo regionale, riferisce l’agenzia di stampa Wafa.

“L’incontro urgente arriva alla luce della continua aggressione israeliana contro il popolo palestinese, inclusa l’escalation delle incursioni nel complesso della moschea di Al-Aqsa da parte di migliaia di coloni e funzionari israeliani negli ultimi giorni”, afferma il rapporto.

Il presidente Abbas ordina di inviare aiuti urgenti a Gaza

Intanto, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, citato dall’agenzia Wafa, “ha ordinato al governo e alle autorità competenti di inviare immediatamente tutte le risorse disponibili per alleviare le sofferenze del popolo palestinese nella Striscia di Gaza, attualmente sotto aggressione israeliana”.

Il presidente Abbas ha affermato che “il popolo di Gaza si trova ad affrontare un’aggressione israeliana a tutto campo, chiedendo che venga fatto tutto il possibile per alleviare immediatamente le sofferenze dovute all’aggressione israeliana. Ha ribadito che Gaza non resterà sola di fronte a questa aggressione, proprio come il resto dei territori palestinesi occupati”.

Il presidente – si legge ancora – “ha ritenuto il governo israeliano responsabile del taglio dei rifornimenti di base, tra cui acqua, elettricità e cibo, alla popolazione di Gaza”.

Abbas “ha invitato la comunità internazionale a intervenire urgentemente e a costringere le autorità israeliane di occupazione ad adempiere ai loro obblighi legali nei confronti del popolo palestinese, che soffre gli effetti del blocco e delle guerre israeliane”.

Netanyahu promette una guerra spietata ad Hamas: “Vendicheremo questo giorno nero”

Dal canto suo il primo ministro Benjamin Netanyahu, citato dal Times of Israel, ha promesso di “portare l’intera forza dell’esercito israeliano contro il gruppo terroristico Hamas della Striscia di Gaza, avvertendo gli israeliani dei giorni difficili che si prospettano mentre la nazione reagisce per uno scioccante attacco a sorpresa che ha provocato centinaia di morti e trasformato sonnolente città di confine in una zona di guerra”.

“Le forze di difesa israeliane agiranno immediatamente per distruggere le capacità di Hamas”, ha detto Netanyahu in un discorso televisivo, mentre “i terroristi erano ancora rintanati con ostaggi in almeno tre località all’interno di Israele”. “Li paralizzeremo senza pietà e vendicheremo questo giorno nero che hanno portato su Israele e sui suoi cittadini”.

Conflitto Palestina-Israele, la Russia chiede il cessate il fuoco per la pace

La Russia è in contatto con Israele, Palestina e paesi arabi e invita tutte le parti coinvolte nel conflitto a cessare il fuoco, ha detto alla Tass il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov (in foto).

“Si tratta della ricaduta di un conflitto che dura da 75 anni. Mosca è in contatto con tutte le parti, compresi gli Stati arabi. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la pace”, ha detto.

Il processo di pace in Medio Oriente deve essere avviato sulla base di accordi riconosciuti a livello internazionale, ha aggiunto. “Esortiamo ad avviare immediatamente un processo di pace sulla base degli accordi esistenti riconosciuti a livello internazionale. Le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non sono state attuate, il lavoro del Quartetto per il Medio Oriente è stato ostacolato, i colloqui non si sono svolti, e questo è il risultato”, ha detto Bogdanov.

L’operazione militare delle Forze di difesa israeliane nella Striscia di Gaza in risposta al massiccio lancio di razzi lanciati sabato dalla parte palestinese si chiama ora “Spade di ferro”, ha riferito il servizio stampa dell’esercito. L’esercito israeliano ha lanciato attacchi sulla Striscia di Gaza dopo il massiccio lancio di razzi dall’enclave palestinese, ha riferito sabato il servizio stampa dell’esercito.

Secondo il quotidiano ìThe Times of Israelì, almeno 6 persone sono state uccise e più di 200 altre sono rimaste ferite a seguito degli attacchi missilistici contro Israele provenienti dalla Striscia di Gaza sabato. L’ala militante del movimento palestinese Hamas ha rilasciato una dichiarazione secondo cui durante l’operazione in Israele ha catturato circa 35 soldati e coloni israeliani. L’operazione avviata dai radicali palestinesi nel territorio israeliano vicino alla Striscia di Gaza è una risposta alle attività aggressive di Israele contro uno dei luoghi più sacri dell’Islam, la moschea di Al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme, ha detto il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

Serie B, Sudtirol Catanzaro 0-1. Decide Iemmello. Giallorossi

Un bel gol di Iemmello decide la partita a Bolzano tra Sudtirol e Catanzaro. La rete del vantaggio calabrese arriva al 43′: da Verna assist per l’attaccante giallorosso che calcia da fuori area e batte Poluzzi.

Solo alcune occasioni per il Sudtirol che non ha tuttavia trovato la rete del pareggio. All’87’ calabresi vicini al 0-2: assist di Iemmello per Stoppa che tira e prende il palo esterno. Nei minuti di recupero mancato raddoppio di Donnarumma che trovatosi solo davanti al portiere ha calciato di poco a lato.

Il Catanzaro balza a quota 18 in classifica, terza posizione che condivide col Venezia. Prossima sfida dei giallorossi, dopo la pausa, sabato 21 ottobre contro il FeralpiSalò che oggi ha strappato un pareggio a Brescia.

Sudtirol (4-4-2): Poluzzi; Giorgini, Cuomo (43’ st Vinetot), Masiello, Davi (30’ st Siega); Ciervo, Tait, Broh (30’ st Lonardi), Rover (1’ st Pecorino); Lunetta, (21’ st Cisco) Odogwu
A disposizione: Drago, Cagnano, Ghiringhelli, Shiba, Kofler, Peeters
Allenatore: Bisoli

Catanzaro (4-4-2): Fulignati; Katseris (33’ st Veroli), Scognamillo, Brighenti, Krajnc (33’ st Donnarumma); Brignola (16’ st Oliveri), Ghion, Verna, Vandeputte (40’ st Stoppa); Iemmello, Biasci (16’ st D’Andrea)
A disposizione: Sala, Borrelli, Miranda, Pompetti, Pontisso, Sounas, Ambrosino
Allenatore: Vivarini

Arbitro: Manganiello.
Assistenti: Rossi – Yoshikawa.
Quarto ufficiale: Vogliacco
Marcatori: 43’ pt Iemmello (C)

Serie B, al Marulla Cosenza batte Lecco 3-0

Ottima prestazione del Cosenza che al Marulla ha battuto il Lecco per 3-0 con una doppietta di Forte e un capolavoro di Marras. Colpite due traverse una dietro l’altra, mentre Tutino si è visto annullare un gol per fuorigioco.

I rossoblù hanno dominato la partita per tutti i novanta minuti. Al 4′ primo tempo Lupi in vantaggio: assist di Calò per Francesco Forte che dal limite dell’area avversaria libera il destro e con precisione imbuca nell’incrocio sinistro. Saracco che non può nulla.

Al 25′ arriva il raddoppio: Tutino sfida Celjak all’uno contro uno, alza lo sguardo e fa partire un morbido traversone su cui Marras colpisce di prima intenzione in acrobazia. Rete dall’elevato tasso tecnico. Cosenza spinge con il Lecco che regge l’offensiva. Squadre negli spogliatoi sul 2-0

Ripresa a ritmi elevati per i padroni di casa. Dopo appena cinque minuti palla ai piedi di Calò, che serve ancora Forte: da 25 metri prova il tiro che vale il 3-0 del Cosenza. Doppietta del talento rossoblù. Esultano i seimila al Marulla.

Cosenza evidentemente sulle ali dell’entusiasmo, altro contropiede con Mazzocchi, che sfida Guglielmotti ed appoggia per Marras. Conclusione potente ma imprecisa del numero 7 alla corte di Caserta, rinvio con Saracco.

Lecco pericoloso al 55′ con Guglielmotti: l’esterno bluceleste sfiora la rete del 3-1, il tiro termina di poco al lato della porta difesa da Micai.

Subito contropiede dei calabresi con la formazione di Caserta che sfiora il 4-0. Dapprima ci prova Tutino, che con una potente torsione sfrutta il cross di Mazzocchi impattando la traversa, poi altra traversa colpita in ribattuta da Calò. Al 75′ Tutino sigla il 4-0, l’arbitro Ghersini annulla per fuorigioco dopo una verifica alla moviola.

Finisce così, 3-0 per il Cosenza. Una vittoria che proietta i Lupi in quinta posizione a 14 punti, resta invece invariata la situazione di classifica del Lecco: ultima con 1 punto ma con tre partite in meno. Gli uomini di Caserta saranno impegnati, dopo la sosta, il 22 ottobre al Marassi contro la Sampdoria che oggi ha pareggiato contro l’Ascoli.

COSENZA: Micai; Cimino ( 80′ st Rispoli), Meroni, Venturi, D’Orazio (63′ st Fontanarosa); Calò, Praszelik (63′ Voca), Marras, Tutino, Mazzocchi (63′ st Canotto), Forte (68′ st Florenzi).  A disp. : Lai, Marson, Sgarbi, Martino, Voca, Viviani, Arioli, Crespi, Zilli.  All. : Caserta
LECCO: Saracco; Battistini, Celjak ( 46′ st Lemmens), Caporale; Guglielmotti (58′ Crociata), Ionita, Degli Innocenti (46′ st Tordini), Sersanti (73′ st Giudici), Lepore; Novakovich, Buso (63′ st Eusepi).  A disp. : Bonadeo, Donati, Tenkorang, Marrone, Agostinelli, Pinzauti, Di Stefano.  All. : Foschi

ARBITRO: Davide Ghersini di Genova. Assistenti: Carbone di Napoli, Luciani di MIlano. IV ufficiale: Mirabella di Napoli. VAR: Marinelli di Tivoli. AVAR: Gualtieri di Asti.
MARCATORI: 4′ pt Forte (C), 25′ pt Marras, 50′ st Forte

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