9 Ottobre 2024

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Soldati israeliani rimuovono bandiere palestinesi, ma sono piene di esplosivo. Strage

Circola un video impressionante e brutale sui canali Telegram dei miliziani di Hamas girato presumibilmente al confine con la Striscia di Gaza. La clip la riproponiamo per far capire le atrocità della guerra che si consumano da una parte e dall’altra, avvertendo i lettori che le immagini in basso sono molto forti e sensibili, adatte a un pubblico adulto con lo stomaco forte.

Vi sono alcuni soldati israeliani, pare cinque, intenti a rimuovere delle bandiere palestinesi issate lungo il cordone di filo spinato. Alcune sono state levate con successo, senza problemi.

I militari sono seduti in una sorta di trincea, quando uno di loro si appresta a rimuovere un’altra bandiera, forse l’ultima. Dall’altra parte c’è un miliziano di Hamas, forse più di uno, che riprende e commenta le sequenze in arabo, seguendo passo passo ciò che di lì a poco sa che succederà. Una trappola diabolica.

Il militare israeliano si avvicina con circospezione, cosciente dei possibili pericoli. Tocca l’asta della bandiera e la base. A un certo punto indossa una visiera che dovrebbe proteggerlo da eventuali “incidenti”.

Il soldato riesce a togliere la bandiera, che la lascia penzolare sul cordone spinato. Certo dello scampato pericolo il militare afferra lo stendardo, lo “sventola” stizzito per un attimo e lo porta vicino ai commilitoni, evidentemente stremati.

E quì – si vede nel filmato -, che il soldato poggia l’asta a terra davanti ai compagni quando si verifica una terrificante esplosione che fa sbalzare tutti in aria.

Una strage? Non sappiamo con certezza quale sia il bilancio, se ci siano vittime oppure dei feriti che sono riusciti a salvarsi. Ma si teme il peggio, viste le immagini dell’esplosione.

L’esplosivo era stato posto all’interno dell’asta della bandiera, e fatto deflagrare probabilmente con un detonatore a distanza.

Ecco il video (contenuto sensibile, per un pubblico adulto

Il post di Hamas a commento del video

“La bandiera, armata di esplosivo, fu posta sul filo spinato per essere rimossa dai sionisti. Il soldato israeliano fece attenzione a garantire che la base della bandiera non esplodesse una volta rimossa, ma non fu consapevole che l’asta della bandiera stessa era piena di materiali esplosivi”.

Pompiere morì a causa di amianto, Viminale condannato a versare 1,2 milioni

viminale su sicurezza

Con una sentenza dello scorso settembre la seconda sezione civile del Tribunale di Reggio Calabria ha condannato il ministero dell’Interno a risarcire un milione e 276mila euro aI familiari di un vigile del fuoco calabrese prematuramente scomparso a causa dell’esposizione all’amianto.

A tutelare le parti lese è stata l’avvocato Elisa Ferrarello dello studio Legale Frisani di Firenze. La sentenza oggi è diventata definitiva.

Dal 1973 l’uomo aveva svolto servizio al comando centrale dei vigili del fuoco di Reggio Calabria per passare, negli anni novanta, al distaccamento aeroportuale, fino 2004, data del pensionamento. Con una nota stampa, il legale ha fatto sapere che il vigile “aveva utilizzato teli e coperte di amianto in incendi di auto, bombole, capanni campestri e manufatti in eternit. La fibra killer era nei guanti e nella tuta che utilizzava per difendersi dalle fiamme. Indumenti che l’uomo indossava anche nel corso delle ripetute esercitazioni dei giovani vigili del fuoco di cui curava la formazione”.

“Nessuno ci ha mai dato indicazioni o informazioni sulla nocività dell’amianto. – ha dichiarato un testimone sentito durante il processo – Io l’ho scoperto perché a partire dal 1998 ho cominciato a perdere molti amici”. Uno di questi era proprio il vigile del fuoco calabrese al quale, nel 2011, era stato diagnosticato un mesotelioma maligno. “Uno dei figli lo aveva condotto all’ospedale di Brescia, dove era stato operato, nel disperato tentativo di salvargli la vita – spiega l’avvocata Ferrarello – Nel 2012 il male aveva avuto la meglio e lasciato i familiari nella disperazione di una perdita troppo precoce, a soli 65 anni”.

Il legale riporta uno stralcio della sentenza secondo cui “la morte poteva essere evitata”. Inoltre, a una delle figlie del vigile del fuoco, il giudice Dionisio Pantano ha riconosciuto una percentuale di danno biologico dal lutto.

“Purtroppo c’è un numero crescente di vigili del fuoco deceduti a causa dello svolgimento delle loro mansioni, in tutta Italia, il nostro studio sta supportando diversi casi, prevalentemente in Liguria e arrivano ogni giorno nuove richieste, soprattutto dal Nord Italia” è il commento dell’avvocato Elisa Ferrarello.

Ministro Difesa israeliano: “Migliaia di miliziani Hamas infiltrati in Israele dalla Striscia di Gaza”

TEL AVIV – Migliaia di militanti del movimento radicale palestinese Hamas si sono infiltrati nel territorio di Israele durante l’assalto del 7 ottobre, ha detto giovedì il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un briefing con i ministri della difesa degli stati membri della NATO. Lo riporta l’agenzia Tass.

“Migliaia di terroristi hanno attraversato il nostro confine meridionale lanciando migliaia di razzi contemporaneamente”, ha dichiarato Gallant in un comunicato, citato dal servizio stampa del ministero della Difesa israeliano.

Il capo della difesa israeliana ha visitato personalmente le zone di confine attaccate dai militanti e, durante il briefing, Gallant ha mostrato filmati non censurati della scena.

“Eventi di tale portata non si erano mai verificati tra il popolo ebraico dal 1945. Oltre 100 persone rapite, più di 1.000 uccise, più di 3.000 ferite, più di 5.000 razzi lanciati e le cifre sono ancora in aumento”, ha detto Gallant sottolineando che, sulla scia dei recenti sviluppi, “Israele è fermamente determinato a sradicare Hamas”.

“Questa è una guerra per il nostro futuro. Cambieremo la realtà sul terreno… Le forze di difesa israeliane distruggeranno Hamas… Sarà una guerra lunga e difficile, ma prevarremo. Nonostante tutte le difficoltà, siamo pronti a proteggere i nostri cittadini da qualsiasi minaccia”, ha detto Gallant.

L’attacco dei miliziani ha suscitato sdegno in tutto il mondo. In Israele, ma non solo, hanno messo sotto accusa il governo Netanyahu e l’intelligence israeliana per non essere riusciti a prevenire l’attacco di Hamas, avvenuto dal e oltre il corridoio che separa i due confini. Spazio cuscinetto tra i più sorvegliati al mondo.

Hamas ha giustificato il suo attacco come una risposta alle azioni aggressive delle autorità israeliane contro la moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme. Israele ha annunciato il blocco totale della Striscia di Gaza lanciando attacchi missilistici su Gaza e su alcuni distretti del Libano e della Siria. Scontri si verificano anche in Cisgiordania.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, più di 1.200 palestinesi sono stati uccisi nella rinnovata esplosione delle violenze, mentre altri quasi 5.900 sono rimasti feriti. In Israele oltre 1.500 persone hanno perso la vita e circa quattromila sono rimaste ferite.

Media siriani: da Israele missili su aeroporti di Aleppo e Damasco: Fuori uso. Nessun ferito

Israele ha lanciato attacchi missilistici sui due principali aeroporti siriani, a Damasco e sulla città settentrionale di Aleppo, mettendoli entrambi fuori servizio. Lo hanno riferito i media statali siriani citati da Al Jazeera.

Gli attacchi “simultanei” hanno danneggiato le piste di atterraggio dei due aeroporti, “mettendoli fuori servizio”, ha detto giovedì l’agenzia di stampa statale Sana, citando una fonte militare. Nessuno è rimasto ferito negli attacchi.

Le difese aeree siriane sono state attivate in risposta agli attacchi su entrambi gli aeroporti, ha detto il canale televisivo Sham FM.

L’esercito israeliano, che solitamente non commenta le proprie operazioni, non ha rilasciato alcuna dichiarazione immediata sugli attacchi. I raid sarebbero i primi attacchi israeliani alla Siria da quando Hamas ha effettuato sabato il suo più grande attacco contro Israele da decenni.

Da anni Israele effettua attacchi contro obiettivi in ​​Siria, compresi i principali aeroporti del paese, nell’ambito di operazioni ritenute volte a interrompere le linee di rifornimento iraniane.

A maggio, raid aerei israeliani hanno colpito l’aeroporto di Aleppo, uccidendo tre persone e mettendo fuori servizio la struttura, ha riferito Sana.

La Siria e l’Iran sono stretti alleati e l’influenza di Teheran si è approfondita da quando ha iniziato a sostenere il presidente Bashar al-Assad nella guerra civile iniziata nel 2011. La Siria ha negato che Teheran abbia una vasta presenza militare nel paese.

Gli ultimi attacchi alla Siria arrivano un giorno prima della visita del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian nel Paese.

Presidente iraniano Raisi: “Da Israele crimini contro l’umanità verso i palestinesi”

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha affermato che “le atrocità che si verificano nei territori occupati della Palestina, in particolare nella Striscia di Gaza, sono esempi orribili di crimini contro l’umanità”. Lo riporta l’agenzia di stampa Irna.

Intervenendo giovedì alla cerimonia tenutasi a Shiraz per celebrare l’inizio del nuovo anno accademico, il presidente Raisi ha affermato che, “in conformità con il diritto internazionale, coloro che perpetrano tali atti e sostengono i crimini dovrebbero essere ritenuti responsabili”.

Gli Stati Uniti dovrebbero anche “essere ritenuti responsabili delle azioni del regime israeliano contro donne e bambini e della distruzione delle loro case”, ha affermato Raisi, sottolineando che “tali crimini non si limitano agli incidenti recenti perché i sionisti hanno distrutto case e ucciso bambini e donne per più di 70 anni”. Il presidente Raisi ha espresso “la speranza nella protezione divina sul popolo palestinese”.

Brogli elettorali a Reggio, a processo consigliere comunale del Pd

Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, municipio
Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria

Il consigliere comunale di Reggio Calabria Antonino Castorina, del Pd, è stato rinviato a giudizio per i brogli elettorali alle comunali di Reggio Calabria del settembre 2020.

Lo ha deciso il gup Nunzio De Salvo accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Stefano Musolino e del pm Nunzio De Salvo, al termine delle udienze preliminari del processo nato da un’inchiesta condotta della Digos da cui è emerso che, alle elezioni amministrative del Comune capoluogo di provincia, avrebbe votato un centinaio di anziani che in realtà non si erano mai recati al seggio. In alcuni casi si trattava di persone addirittura decedute.

Secondo la Procura, guidata da Giovanni Bombardieri, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. L’ex capogruppo Pd, difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Natale Polimeni, è stato prosciolto da due capi di imputazione: un abuso d’ufficio e dall’accusa di essere il “promotore, organizzatore e capo indiscusso” di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti in materia elettorale”.

L’unico a essere uscito dal processo è l’assessore comunale Demetrio Delfino che era accusato di abuso d’ufficio in relazione all’autonomina di Castorina a componente della commissione elettorale. Nei suoi confronti il gup Quaranta ha accolto la richiesta dell’avvocato Massimo Canale e ha prosciolto Delfino che, all’epoca dei fatti, era presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria. In relazione allo stesso capo di imputazione, inoltre, il giudice ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura per il sindaco Giuseppe Falcomatà, attualmente sospeso.

Oltre all’entourage di Castorina, nell’inchiesta sono coinvolti presidenti di seggio e scrutatori, rinviati a giudizio. Quattro di loro avevano scelto il rito abbreviato e sono stati condannati a pene che vanno dai 2 ai 3 anni di reclusione. Il processo sui brogli elettorali inizierà il 12 gennaio davanti al Tribunale di Reggio Calabria presieduto dalla giudice Silvia Capone.

Calcio scommesse, indagati gli azzurri Tonali e Zaniolo dopo denuncia di Corona

“Anche Tonali e Zaniolo scommettono”. Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo lasciano il raduno della Nazionale a Coverciano dopo le rivelazioni di Fabrizio Corona. Nel quartier generale azzurro sono arrivate le forze dell’ordine per parlare con i calciatori su indicazione della Procura della Repubblica di Torino.

Notificati gli atti di indagine
Nel tardo pomeriggio di oggi, spiega la Figc in una nota, la Procura della Repubblica di Torino “ha notificato gli atti di indagine ai calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, in raduno con la Nazionale presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano”.

“A prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni in programma nei prossimi giorni, la Federazione ha deciso, anche a tutela degli stessi, di consentirne il rientro presso i rispettivi club, conclude il comunicato della Federcalcio.

La denuncia di Corona
Ad aprire la vicenda la rivelazione, tutta da confermare, di Fabrizio Corona, attraverso il proprio sito Dillinger News su Instagram, dopo aver già anticipato l’indagine sul centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli. “Alle 18 le prime prove sui calciatori coinvolti – ha aggiunto Corona, sempre sui social -. Nel corso della prossima settimana tutte le prove e i documenti con audio e nomi”, sostiene l’ex re dei paparazzi.

L’annuncio
“Oggi faccio i nomi di due calciatori, i più importanti della Serie A che giocano in Nazionale, sul sito Dillinger News, e pubblico le prime prove su Telegram alle ore 18, entro un mese scoperchio tutta l’inchiesta. Ho una inchiesta che se viene ragionata veramente deve fermare tutto il calcio italiano”, ha annunciato Tonali stamattina all’Adnkronos. L’annuncio fissato per le 16, però, inizialmente è diventato un altro: “E’ venuta a prendermi la polizia a casa. Sto andando in Questura a Milano”, si legge in una storia del profilo Dillinger News. “Vengo immediatamente in Questura”, si sente dire dallo stesso Corona.

“E’ come tangentopoli, vallettopoli, calciopoli. Ai calciatori è vietato scommettere sul calcio. La maggior parte scommette online, il problema è che il nome che farò oggi scommetteva sulle proprie partite, ma non mentre giocava. C’è differenza tra vendersi le partite e scommettere sulle partite. Qui alla base c’è una malattia, che è la ludopatia, che ha colpito una serie di ragazzi giovani, famosissimi, che guadagnano milioni e che perdono, per avere adrenalina, il loro tempo a scommettere”, le parole di Corona in mattinata, prima del passaggio in Questura.

Cosenza, ragazza ferita al volto da un colpo di pistola. E’ grave. Indaga la Polizia

Una ragazza di 22 anni di nazionalità romena è stata ferita da un colpo di pistola al volto ed è ricoverata nell’ospedale di Cosenza. Sottoposta ad un delicato intervento chirurgico sarebbe fuori pericolo anche se la prognosi resta riservata.

Il ferimento è avvenuto la scorsa notte nel centro storico di Cosenza, in un appartamento nei pressi di Piazza Valdesi. Secondo una prima ricostruzione, il ferimento sarebbe avvenuto per mano di un uomo, forse un connazionale. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia scientifica e gli investigatori della Squadra mobile di Cosenza che stanno sentendo numerose persone per risalire all’identità di chi ha sparato.

Gli investigatori della Polizia non escludono alcuna pista, da quella passionale a quella economica a quella di eventuali traffici illeciti. Non si esclude nemmeno che il fatto di sangue possa essere stato accidentale.

Una ipotesi quest’ultima avvalorata dal fatto che in casa della ragazza la Polizia ha trovato alcune armi. Tra queste c’è una pistola da cui, probabilmente, è partito il colpo. La pistola sarebbe stata maneggiata da qualcuno. Una risposta definitiva verrà dagli accertamenti che sta compiendo la Polizia scientifica.

Nell’appartamento, al momento dello sparo, c’erano più persone, alcune delle quali sarebbero state in stato di alterazione. Gli investigatori stanno visionando le immagini delle telecamere della zona per identificare tutti coloro che erano in casa o nelle adiacenze e che potrebbero essersi allontanati dopo il fatto.

La ragazza è stata portata in ospedale da qualcuno che forse era nell’abitazione insieme a lei. La Polizia intende anche chiarire il perché della presenza di armi nell’appartamento, con ogni probabilità detenute illegalmente.

Israele: “Niente acqua né carburante a Gaza finché prigionieri non saranno liberati”

Il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz ha promesso che Tel Aviv non consentirà l’ingresso di beni essenziali o aiuti umanitari a Gaza finché Hamas non rilascerà i prigionieri israeliani.

“Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico sarà acceso, nessun rubinetto dell’acqua sarà aperto e nessun camion di carburante entrerà finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa”, ha detto giovedì il ministro Katz citato da Al Jazeera.

Si ritiene che sabato Hamas abbia catturato dozzine di israeliani, stranieri e con doppia nazionalità durante l’attacco a sorpresa di sabato condotto dal gruppo armato contro Israele. Il più grave da attacco da decenni.

Mercoledì notte, le Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno diffuso un video che mostrava il rilascio di una donna prigioniera e di due bambini. Israele ha liquidato il video definendolo “teatrale inteso a distrarre dal vero volto del gruppo come organizzazione barbara”.

Israele si è impegnato a sradicare Hamas e ha annunciato un “assedio totale” alla Striscia di Gaza come rappresaglia per l’attacco di sabato, che secondo funzionari israeliani ha ucciso più di 1.300 persone e ne ha ferite circa 3.000.

Secondo le autorità palestinesi, la campagna aerea israeliana sull’enclave ha ucciso più di 1.200 persone e ne ha ferite più di cinquemila. L’unica centrale elettrica di Gaza è stata spenta e gli ospedali sovraccarichi sono a corto di carburante. “La miseria umana causata da questa escalation è ripugnante e imploro le parti di ridurre la sofferenza dei civili”, ha detto giovedì il direttore regionale del Comitato internazionale della Croce Rossa, Fabrizio Carboni.

“Mentre Gaza perde energia, anche gli ospedali perdono energia, mettendo a rischio i neonati nelle incubatrici e i pazienti anziani sotto ossigeno. La dialisi renale si interrompe e non è possibile eseguire le radiografie. Senza elettricità gli ospedali rischiano di trasformarsi in obitori”, ha detto il direttore della Cri.

Intanto, migliaia di riservisti israeliani sono stati richiamati in preparazione per un possibile assalto di terra a Gaza. Giovedì, il portavoce militare israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, ha detto che non è stata presa alcuna decisione sull’invasione, “ma ci stiamo preparando”.

Hecht ha detto ai giornalisti che uomini armati palestinesi stavano ancora cercando di entrare in Israele via mare, e che l’esercito stava continuando gli sforzi per proteggere la porta di Gaza.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz hanno concordato mercoledì di formare un governo di unità nazionale. “In questo momento, siamo tutti soldati di Israele”, ha detto Gantz, descrivendo la loro partnership non come politica ma come un “destino condiviso”.

Nel frattempo, il segretario di Stato americano Antony Blinken è atterrato in Israele giovedì per mostrare solidarietà all’alleato di Washington, cercare di impedire che la guerra si estenda e spingere per il rilascio dei prigionieri.

Media arabi: “Forze israeliane hanno arrestato 60 palestinesi”

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Wafa le forze di israeliane hanno arrestato oggi più di 60 palestinesi durante incursioni nelle loro case e in altri luoghi in varie parti dei territori occupati.

Sei sono trattenuti nel governatorato di Jenin, quattro nel governatorato di Gerico, 10 nel distretto di Betlemme, sette nel governatorato di Hebron, uno di loro è stato arrestato mentre tornava a casa dalla Giordania, sei nella zona di Ramallah, tra cui tre fratelli, cinque del governatorato di Nablus, 14 dal governatorato di Gerusalemme, di cui sei dal campo profughi di Qalandia, sette dal distretto di Qalqilya e tre dal governatorato di Tulkarem.

La Società dei prigionieri palestinesi ha affermato che Israele ha detenuto più di 200 palestinesi in Cisgiordania dall’inizio della guerra a Gaza.

Armi e droga, due arresti tra Cosenza e Rende

Due persone sono state arrestate a Cosenza, in due distinti interventi, dalla Polizia nel corso di servizi straordinari di controllo disposti dal Questore e coordinati dalla Procura della Repubblica.

In particolare, la Squadra mobile, con la collaborazione del Nucleo cinofili della Questura di Vibo Valentia, nel corso di una perquisizione effettuata all’interno di una villetta alle porte di Cosenza, ha trovato, grazie al fiuto di un cane antidroga, circa 1,78 chili di marijuana nascosta in un magazzino di pertinenza della abitazione.

La marijuana, già essiccata e pronta per lo spaccio, era custodita in barattoli di vetro. Nella circostanza è stata trovato anche altro materiale per la produzione della marijuana, tra cui delle reti in tessuto idonee per l’essicazione della pianta. Il titolare dell’appartamento è stato arrestato e posto ai domiciliari.

Gli agenti della Squadra mobile, supportati dai colleghi del Reparto prevenzione crimine Calabria Settentrionale, hanno poi controllato l’appartamento di un giovane, a Rende. Nel corso della perquisizione, nella stanza da letto, è stata trovata una pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa, dotata di silenziatore e numerose cartucce, parte delle quali già inserite nel caricatore. Il giovane è stato arrestato e posto ai domiciliari.

Cadono le accuse per Lucano, in Appello pena ridotta a un anno e sei mesi

Il sindaco di Riace Domenico Lucano
Domenico Lucano in una foto di archivio

Sette ore. Tanto hanno impiegato i giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria per fare crollare le accuse contestate all’ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano e stabilire che il “modello Riace” non era criminale.

Lucano, accusato di irregolarità nella gestione dell’accoglienza nella cittadina della Locride che ha guidato per quasi tre legislature facendola diventare celebre nel mondo come esempio di accoglienza ed integrazione, era stato condannato dal Tribunale di Locri nel settembre 2021 a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.

Accuse tutte cadute in appello ad eccezione di un falso per una delibera del 2017 per il quale è stato condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa, contro la richiesta della Procura generale di una pena a 10 anni e 5 mesi. Assolti anche tutti gli altri 17 imputati nel processo. Un lungo applauso ha accolto la lettura del dispositivo da parte della presidente della Corte Elisabetta Palumbo, in un’aula gremita di persone.

Ex sindaco di Riace: “E’ la fine di un incubo”

“E’ la fine di un incubo che in questi anni mi ha abbattuto tanto, umiliato, offeso” è stato il commento commosso di Lucano, che ha atteso il verdetto nella sua Riace, dopo avere appreso dai suoi legali l’esito del processo. Un incubo iniziato il 2 ottobre 2018 quando fu sottoposto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Locri.

“Per anni, ingiustamente, mi ha reso agli occhi delle gente come un delinquente”, il tutto “per distruggere il ‘modello Riace’, la straordinaria opportunità creata per accogliere centinaia di persone che avevano bisogno e per ridare vita e ripopolare i centri della Calabria”. Certo, ha ammesso l’ex sindaco, “essendo un comune e mortale essere umano è probabile che in questa vicenda abbia commesso degli errori”.

Netanyahu choc nel 2019: “Finanziare e rafforzare Hamas per impedire nascita Stato palestinese”

“Coloro che vogliono contrastare la creazione di uno Stato palestinese dovrebbero sostenere il rafforzamento di Hamas e il trasferimento di denaro a Hamas”. Lo aveva dichiarato Benjamin Netanyahu in una riunione del partito Likud nel marzo 2019. “Questo fa parte della nostra strategia, per differenziare tra Palestinesi a Gaza e palestinesi in Giudea e Samaria”, disse il capo del governo israeliano citato in un articolo del Jerusalem Post del 12 marzo 2019.

A riprova che il gruppo di milizie arabo-palestinesi è stato foraggiato per anni dal governo di Tel Aviv in funzione anti-Olp ed espressamente per impedire la creazione di uno Stato palestinese, cioè il contrario di ciò che recitavano le risoluzioni delle Nazioni Unite contro Israele. Se fossero state adottate le risoluzioni dell’Onu probabilmente si sarebbe trovato un equilibrio, stabilità e soprattutto pace.

Il primo ministro affermò che “chiunque sia contro uno Stato palestinese dovrebbe essere favorevole al trasferimento dei fondi a Gaza (quindi Hamas) perché mantenere una separazione tra l’Autorità Palestinese in Cisgiordania e Hamas a Gaza aiuta a prevenire la creazione di uno Stato palestinese”.

Netanyahu – prosegue l’articolo del JP – parlò anche del suo discorso a Bar-Ilan, in cui espresse sostegno per uno Stato palestinese smilitarizzato dieci anni fa. All’epoca, ha detto Netanyahu, riferì all’allora vicepresidente americano Joe Biden le sue condizioni per uno Stato palestinese: che fosse smilitarizzato, che Gerusalemme rimanesse unita e che Israele avesse il pieno controllo della sicurezza, inclusa la libertà di azione per l’IDF e lo Shin. Bet (Israel Security Agency) per prevenire il terrorismo contro Israele. Netanyahu ha raccontato che Biden ha risposto che non sarebbe realmente uno Stato palestinese, ma che può chiamarlo come vuole”.

Docente di diritto internazionale: “Successo di Hamas è strettamente legato ai colossali fallimenti del governo”

“Gli israeliani si stanno rendendo conto che il successo di Hamas è strettamente legato ai colossali fallimenti del governo. E questo ovviamente ha sollevato la questione chiave: se Netanyahu e il suo governo messianico riusciranno a sopravvivere alle conseguenze del brutale attacco”, spiega un editoriale apparso su Al Jazeera firmato da Neve Gordon, docente di Diritto internazionale a Londra.

“Le accuse cominciano ad aumentare, anche se potrebbero volerci mesi se non anni prima di comprendere appieno cosa sia successo. La strategia di Netanyahu è sempre stata quella di lasciare ad Hamas un margine di manovra per indebolire l’Autorità Palestinese a Ramallah e la società palestinese più in generale”.

In seguito all’attacco di Hamas, questo quadro strategico “è stato sempre più oggetto di un fuoco intenso. Si parla molto anche di un “fallimento dell’intelligence”, in cui Hamas ha superato in astuzia la famosa Unità 8200 israeliana, i servizi segreti generali – noti anche come Shabak – e diverse altre agenzie responsabili della sorveglianza”.

“Sembra che queste unità di intelligence abbiano operato secondo un paradigma coloniale sbagliato, che considera Hamas debole e privo di acume strategico, portandoli a ignorare segnali di allarme abbastanza evidenti, come le manovre militari che Hamas aveva effettuato sulla spiaggia di Gaza in passato. pochi mesi. Forse la frase migliore per descrivere questo fallimento è arroganza coloniale”.

“Poi c’è il “fallimento di preparazione”. Anche questo è il risultato dell’arroganza coloniale. Più concretamente, è ora emerso che l’esercito ha spostato battaglioni lontano dal confine con Gaza per proteggere i coloni ebrei in Cisgiordania”.

Gaza senza elettricità per centrale spenta. 11 membri ONU uccisi nei raid israeliani

Nella Striscia di Gaza c’è una completa mancanza di elettricità. Lo ha affermato il capo dell’Autorità per l’energia di Gaza, citato dai media locali. L’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza ha smesso di funzionare per mancanza di carburante.

Nel frattempo, 11 membri dello staff dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Lo ha riferito l’organizzazione stessa in un post su X (ex Twitter).

“La protezione dei civili è fondamentale, anche in tempi di conflitto. Devono essere protetti secondo le leggi della guerra”, ha detto Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell’UNRWA.

Hezbollah afferma di aver colpito un sito militare israeliano. Tel Aviv si prepara all’offensiva totale contro Hamas

Il partito sciita libanese filo-iraniano Hezbollah ha attaccato con missili guidati una postazione militare israeliana chiamata Al Jardah, di fronte alla regione di Dhayra, al confine tra Libano e Israele, provocando “un gran numero di vittime”. Lo ha annunciato lo stesso “Partito di Dio” libanese in un comunicato stampa, aggiungendo che questo attacco costituisce una “ferma risposta” agli “attacchi” israeliani di lunedì 10 ottobre, che hanno ucciso tre dei suoi membri.

Da parte sua, l’esercito israeliano ha annunciato che un razzo anticarro ha colpito questa mattina una delle postazioni nemiche nel nord del Paese, vicino al confine con il Libano. “Razzi sono stati lanciati dalla regione di Dhaira nel Libano meridionale verso Israele, spingendo il fronte interno israeliano a invitare i residenti delle zone di confine settentrionale a cercare rifugio altrove”, ha riferito il canale televisivo libanese Lbci”, che aveva già confermato il lancio di razzi verso il territorio israeliano.

Nel frattempo, sul fronte opposto, la Striscia di Gaza si sta rapidamente trasformando in una grave crisi umanitaria, dopo cinque giorni di bombardamenti da parte delle forze di difesa israeliane e tagli alle forniture essenziali, tra cui acqua potabile, elettricità, cibo e acqua. Israele ha imposto un blocco totale su Gaza dopo l’attacco senza precedenti sferrato dalle milizie palestinesi di Hamas contro Israele, il cui bilancio delle vittime, in continua crescita, è stato recentemente aggiornato a circa 1.200 vittime.

Putin: “La Russia ha sempre sostenuto la creazione dello Stato palestinese”

“Abbiamo sempre sostenuto l’attuazione delle decisioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU, intendo innanzitutto la creazione di uno Stato palestinese indipendente. Questa è la radice di tutti i problemi”. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin durante la sessione plenaria della Settimana energetica russa, citato dalla Tass.

Putin ha spiegato che la posizione della Russia sulla soluzione del conflitto israelo-palestinese non è emersa a seguito dei recenti tragici eventi odierni, ma si è formata negli ultimi decenni. “E questa posizione è ben nota sia alla parte israeliana che ai nostri amici in Palestina”, ha aggiunto il presidente russo.

Il capo del Cremlino ha osservato che negli ultimi anni la questione israelo-palestinese è stata accompagnata e aggravata dalle “attività di mediazione” di numerosi paesi. Secondo il presidente russo, “ancora oggi in questi paesi ci sono personalità politiche ed esperti che credono che sia necessario seguire la strada della creazione di uno Stato indipendente”.

“E ci sono persone e posizioni simili in Israele. Ma coloro che da decenni cercano di risolvere questo problema con la forza hanno il sopravvento. Sfortunatamente, questo porta ad eventi tragici come quelli a cui stiamo assistendo ora”, ha detto Putin commentando ancora l’escalation in Medio Oriente.

“Senza risolvere le questioni politiche fondamentali, la principale delle quali è la creazione di uno Stato palestinese sovrano con capitale a Gerusalemme Est, è impossibile risolvere il problema in generale”, ha affermato Putin aggiungendo che “la risoluzione politica del conflitto da parte di Israele alla fine ha portato a un’esplosione di violenza”.

Putin ha proseguito dicendo che “gli Stati Uniti hanno trascurato i meccanismi di risoluzione dei conflitti in Medio Oriente e hanno deciso di risolvere tutto da soli, cercando di soddisfare i bisogni materiali delle persone che vivono nel territorio palestinese”.

Il leader russo ha sottolineato che il livello di violenza in Medio Oriente è molto elevato e che il numero delle vittime civili deve essere ridotto al minimo. “Non è noto se sarà possibile calmare la situazione nel prossimo futuro, ma dobbiamo lottare per questo, perché l’espansione della zona di conflitto può avere conseguenze disastrose, anche nel settore energetico”, ha concluso Putin.

Dubbi sull’abilità dell’intelligence israeliana dopo l’attacco di Hamas. Cos’è andato storto?

TEL AVIV, Israele (AP) – Per i palestinesi di Gaza, gli occhi di Israele non sono mai molto lontani. I droni di sorveglianza ronzano costantemente dai cieli. Il confine altamente protetto è inondato di telecamere di sicurezza e soldati di guardia. Le agenzie di intelligence lavorano su fonti e capacità informatiche per estrarre una serie di informazioni.

Ma gli occhi di Israele sembravano essere stati chiusi in vista di un assalto senza precedenti da parte del gruppo militante Hamas, che ha abbattuto le barriere di confine israeliane e inviato centinaia di militanti in Israele per effettuare un attacco sfrontato che ha ucciso centinaia di persone e ha spinto la regione verso il conflitto.

Nel corso dei decenni le agenzie di intelligence israeliane hanno acquisito un’aura di invincibilità grazie a una serie di risultati. Israele ha sventato i complotti seminati in Cisgiordania, ha presumibilmente dato la caccia agli agenti di Hamas a Dubai ed è stato accusato di aver ucciso scienziati nucleari iraniani nel cuore dell’Iran. Anche quando i loro sforzi hanno fallito, agenzie come il Mossad, lo Shin Bet e l’intelligence militare hanno mantenuto la loro mistica.

Ma l’assalto del fine settimana, che ha colto Israele alla sprovvista durante un’importante festività ebraica, getta quella reputazione nel dubbio e solleva interrogativi sulla preparazione del Paese di fronte a un nemico più debole ma determinato. Oltre 48 ore dopo, i militanti di Hamas hanno continuato a combattere le forze israeliane all’interno del territorio israeliano, e dozzine di israeliani erano tenuti prigionieri da Hamas a Gaza.

“Questo è un grave fallimento”, ha affermato Yaakov Amidror, ex consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro Benjamin Netanyahu . “Questa operazione dimostra in realtà che le capacità (dell’intelligence) a Gaza non erano buone”.

Amidor ha rifiutato di offrire una spiegazione per il fallimento, dicendo che le lezioni dovranno essere apprese quando le acque si saranno calmate.

Il contrammiraglio Daniel Hagari, il portavoce militare capo, ha riconosciuto che l’esercito deve una spiegazione al pubblico. Ma ha detto che ora non è il momento. “Prima litighiamo, poi indaghiamo”, ha detto.

Alcuni sostengono che sia troppo presto per attribuire la colpa esclusivamente a un errore dell’intelligence. Sottolineano un’ondata di violenza di basso livello in Cisgiordania che ha spostato lì alcune risorse militari e il caos politico che agita Israele per i passi del governo di estrema destra di Netanyahu volti a rivedere il sistema giudiziario. Il controverso piano ha minacciato la coesione del potente esercito del paese .

Ma l’apparente mancanza di conoscenza preventiva del complotto di Hamas sarà probabilmente vista come il principale colpevole nella catena di eventi che hanno portato all’attacco più mortale contro gli israeliani degli ultimi decenni.

Israele ha ritirato truppe e coloni dalla Striscia di Gaza nel 2005, privandolo di uno stretto controllo sugli avvenimenti nel territorio. Ma anche dopo che Hamas ha invaso Gaza nel 2007, Israele è sembrato mantenere il suo vantaggio, utilizzando l’intelligenza tecnologica e umana.

Affermava di conoscere l’ubicazione precisa della leadership di Hamas e sembrava dimostrarlo attraverso l’assassinio di leader militanti in attacchi chirurgici, a volte mentre dormivano nelle loro camere da letto. Israele sa dove colpire i tunnel sotterranei utilizzati da Hamas per trasportare combattenti e armi, distruggendo miglia (chilometri) di passaggi nascosti.

Nonostante queste capacità, Hamas è riuscita a mantenere nascosto il suo piano. Il feroce attacco, che probabilmente ha richiesto mesi di pianificazione e addestramento meticoloso e ha comportato il coordinamento tra più gruppi militanti, sembrava essere passato sotto il radar dell’intelligence israeliana.

Amir Avivi, un generale israeliano in pensione, ha affermato che senza un punto d’appoggio all’interno di Gaza, i servizi di sicurezza israeliani sono arrivati ​​a fare sempre più affidamento sui mezzi tecnologici per ottenere informazioni. Ha detto che i militanti a Gaza hanno trovato il modo di eludere la raccolta di informazioni tecnologiche, dando a Israele un quadro incompleto delle loro intenzioni.

“L’altra parte ha imparato a gestire il nostro dominio tecnologico e ha smesso di usare la tecnologia che avrebbe potuto smascherarlo”, ha detto Avivi, che fungeva da canale per i materiali di intelligence sotto un ex capo di stato maggiore militare. Avivi è presidente e fondatore del Forum di difesa e sicurezza israeliano, un gruppo aggressivo di ex comandanti militari.

“Sono tornati all’età della pietra”, ha detto, spiegando che i militanti non usavano telefoni o computer e conducevano i loro affari delicati in stanze appositamente protette dallo spionaggio tecnologico o nella clandestinità.

Ma Avivi ha detto che il fallimento si estende oltre la semplice raccolta di informazioni e che i servizi di sicurezza israeliani non sono riusciti a mettere insieme un quadro accurato delle informazioni che stavano ricevendo, sulla base di quello che secondo lui era un malinteso sulle intenzioni di Hamas.

Negli ultimi anni l’establishment della sicurezza israeliano ha visto sempre più Hamas come un attore interessato a governare, cercando di sviluppare l’economia di Gaza e migliorare il tenore di vita dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza. Avivi e altri sostengono che la verità è che Hamas, che chiede la distruzione di Israele, vede ancora questo obiettivo come la sua priorità.

Negli ultimi anni Israele ha consentito a un massimo di 18.000 lavoratori palestinesi di Gaza di lavorare in Israele, dove possono guadagnare uno stipendio circa 10 volte superiore rispetto a quello della povera enclave costiera. L’establishment della sicurezza ha visto quella carota come un modo per mantenere una relativa calma.

“In pratica, centinaia se non migliaia di uomini di Hamas si stavano preparando da mesi per un attacco a sorpresa, senza che questo trapelasse”, ha scritto Amos Harel, commentatore della difesa, sul quotidiano Haaretz. “I risultati sono catastrofici”.

Gli alleati che condividono l’intelligence con Israele affermano che le agenzie di sicurezza stanno interpretando male la realtà.

Un funzionario dell’intelligence egiziana ha detto che l’Egitto, che spesso funge da mediatore tra Israele e Hamas, ha parlato ripetutamente con gli israeliani di “qualcosa di grosso”, senza approfondire.

Ha detto che i funzionari israeliani si sono concentrati sulla Cisgiordania e hanno minimizzato la minaccia proveniente da Gaza. Il governo di Netanyahu è composto da sostenitori dei coloni ebrei della Cisgiordania che hanno chiesto un giro di vite sulla sicurezza di fronte alla crescente ondata di violenza nel corso degli ultimi 18 mesi.

“Li abbiamo avvertiti che un’esplosione della situazione sta arrivando, e molto presto, e sarebbe grande. Ma hanno sottovalutato questi avvertimenti”, ha detto il funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato perché non era autorizzato a discutere con i media il contenuto di discussioni sensibili di intelligence.

Anche Israele è preoccupato e dilaniato dal piano di revisione giudiziaria di Netanyahu. Netanyahu aveva ricevuto ripetuti avvertimenti dai suoi capi della difesa, così come da diversi ex leader delle agenzie di intelligence del paese, che il piano controverso stava intaccando la coesione dei servizi di sicurezza del paese.

Martin Indyk, inviato speciale per i negoziati israelo-palestinesi durante l’amministrazione Obama, ha affermato che le divisioni interne sui cambiamenti legali sono stati un fattore aggravante che ha contribuito a cogliere gli israeliani alla sprovvista.

“Ciò ha scosso l’IDF in un modo che, credo, abbiamo scoperto essere un’enorme distrazione”, ha detto.

Botte ai bimbi all’asilo, condannate due maestre

tribunale di Castrovillari

Cinque anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e risarcimento dei danni: è la sentenza emessa dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di due maestre di scuola materna di un asilo privato di Cariati, in provincia di Cosenza.

Il tribunale ha così accolto le richieste avanzate dal pm Flavio Serracchiani e dai legali di parte civile. Le maestre, che erano state poste ai domiciliari nel novembre del 2019, erano accusate di maltrattamenti nei confronti di una ventina di bambini di età compresa tra i 2 e 5 anni.

Le indagini erano partite dopo una serie di segnalazioni anonime. Dalle immagini e dalle conversazioni captate attraverso le videocamere installate dai carabinieri nell’aula, si vedevano i piccoli coprirsi il volto con le braccia al solo avvicinarsi delle maestre che, secondo l’accusa, avevano creato un clima di vero e proprio “terrore psicologico” con schiaffi, spintoni, colpi in testa, anche con corpi contundenti, e tirate di capelli.

Schiaffi e minacce all’asilo su bimbi di 2 anni, arrestate due maestre

Ministero degli Affari Esteri palestinese condanna gli attacchi dei coloni

Il Ministero degli Affari Esteri palestinese ha condannato con la massima fermezza quelli che ha descritto come “i crimini delle forze di occupazione e delle milizie terroristiche dei coloni” contro i palestinesi, le loro terre, case, proprietà, citando in particolare l’attacco dei terroristi colonialisti nel villaggio di Qusra, vicino a Nablus, e nel Governatorato di Salfit, nonché gli attacchi contro i pendolari palestinesi sulle strade della Cisgiordania sotto la protezione dell’esercito di occupazione. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa.

Il Ministero “ha messo in guardia ancora una volta contro i tentativi dei coloni e delle loro milizie armate e organizzate, con il sostegno dei ministri fascisti del governo israeliano, di far esplodere la situazione nella Cisgiordania occupata per servire i loro piani coloniali espansionistici”.

“Coloni israeliani armati hanno attaccato oggi, sotto la protezione dell’esercito, il villaggio di Qusra, nel nord della Cisgiordania, aprendo il fuoco contro i suoi residenti, uccidendo tre persone e ferendone altre nove”.

Stasera coloni israeliani “hanno attaccato pendolari palestinesi che guidavano vicino all’ingresso del villaggio di Burqa, a est di Ramallah, e hanno tentato di effettuare un attacco contro il villaggio”, hanno detto fonti di sicurezza citati da Wafa.

Fonti hanno riferito all’agenzia che “un gruppo di coloni ha attaccato le auto palestinesi che passavano vicino al villaggio con pietre e oggetti appuntiti, causando danni ad almeno tre auto. I coloni hanno tentato di irrompere nel villaggio, ma sono stati respinti dai residenti”.

Guerra Israele-Hamas, nella Striscia di Gaza una “catastrofe umanitaria”. L’Sos dei medici

I medici di Gaza lanciano un “SOS al mondo intero” per gli ospedali al collasso, mentre i beni essenziali come cibo, acqua, elettricità e carburanti, vanno esaurendosi. Lo riporta l’emittente araba Al Jazeera.

Sigillati i confini per volontà di Benjamin Netanyahu ogni aiuto umanitario in ingresso a Gaza viene respinto e si parla di “catastrofe umanitaria”. Funzionari israeliani hanno detto ai civili nella Striscia di lasciare le loro abitazioni e le loro terre e fuggire in Egitto.

Dopo l’assedio totale di Israele nella Striscia, i funzionari di Gaza affermano che l’unica centrale elettrica è stata chiusa. Intanto, il primo ministro israeliano Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz concordano di formare un governo di unità d’emergenza e un gabinetto di guerra dopo l’attacco a sorpresa di Hamas di sabato mattina.

Le forze israeliane continuano a martellare la Striscia di Gaza per il quinto giorno consecutivo, e hanno ucciso almeno 1.055 palestinesi, secondo un bilancio provvisorio. Pesantissimo anche bilancio delle vittime in Israele che è salito a 1.200 persone, secondo le autorità citate dai media.

Dopo gli attacchi aerei il governo Netanyahu prevede una invasione di terra della Striscia che potrebbe portare alla “soluzione finale” per il popolo palestinese già estremamente provato dalle devastazioni dell’offensiva israeliana. Nel frattempo si registrano raid aerei e di artiglieria anche in Libano. Ci sono tutte le “condizioni” affinché il conflitto si espanda in altri paesi arabi come Siria, Iran e Iraq.

Papa Francesco: “Seguo con apprensione sviluppi. Chiedo rilascio ostaggi. Preoccupato per assedio a Gaza”

“Chi è attaccato ha il diritto di difendersi, ma sono preoccupato per l’assedio a Gaza”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza generale di mercoledì. “Continuo a seguire con dolore e apprensione quanto sta succedendo in Israele e Palestina – ha detto il Santo Padre – tante persone uccise, anche ferite. “Prego per quelle famiglie che hanno visto trasformare un giorno di festa in un giorno di lutto e chiedo che gli ostaggi vengano subito rilasciati”, ha concluso.

Sono otto i giornalisti uccisi nei raid israeliani nella Striscia di Gaza

Sono 8 i giornalisti finora uccisi durante i raid israeliani di questi giorni nella Striscia di Gaza. I cronisti, arabi, stavano raccontando ciò che stava succedendo quando sono stati colpiti a morte da fuoco israeliano.

L’ultimo in ordine è il giornalista Mohammad Fayez Abu Matar che è stato ucciso oggi in un bombardamento israeliano sul governatorato di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, riferisce un corrispondente dell’agenzia di stampa Wafa.

Il collega ha detto che Abu Matar, un fotografo freelance che lavora con agenzie internazionali, stava coprendo l’aggressione israeliana in corso nella Striscia di Gaza quando è stato ucciso nei bombardamenti su Rafah.

Con l’uccisione di Abu Matar sale così a otto il numero dei giornalisti uccisi nel corso dei raid israeliani. Includevano Saeed al-Taweel, Mohammad Sobh, Hisham al-Nawajha, Ibrahim Lafi, Mohammad Jarghoun, Mohammad al-Salhi e Asaad Shamlikh.

Il Sindacato dei giornalisti palestinesi – riporta l’agenzia Wafa – ha condannato in un comunicato l’uccisione di giornalisti nella Striscia di Gaza, invitando la Federazione internazionale dei giornalisti, l’Unione dei giornalisti arabi e tutte le istituzioni internazionali affiliate alle Nazioni Unite e alle istituzioni internazionali per i diritti umani “ad agire per proteggere i giornalisti palestinesi e fermare gli omicidi commessi in modo sistematico e con una decisione ufficiale del governo di occupazione israeliano contro i giornalisti palestinesi”.

Conflitto in Medio Oriente, Occhiuto: “Adesso rischi per energia e flussi migratori”

“Temo che da qui a qualche mese ci renderemo conto degli effetti anche di carattere economico per il nostro Paese, perché l’area del Medio Oriente è molto importante per noi, dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un forum con l’Ansa.

“Essere passati – osserva il governatore – da una dipendenza nei confronti della Russia ad un’altra dipendenza, dall’Algeria, può creare qualche problema. Spero quindi che non ci sia un’escalation ma si riesca a recuperare equilibrio e stabilità in un’area molto importante”.

“Io – ha ricordato Occhiuto – governo una regione che si affaccia sul Mediterraneo e che è interessata dai flussi migratori. La premier Meloni ha giustamente detto che bisogna intervenire con importati investimenti in questi Paesi ed ora temo che sarà più complicato intervenire e fare accordi bilaterali. Il conflitto sarà foriero di un periodo difficile per l’Europa e per le nostre regioni del Sud sul piano dei flussi migratori e dell’approvvigionamento energetico”.

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