15 Ottobre 2024

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Terrore nel Bus, il ragazzino eroe che ha salvato tutti allertando i carabinieri

Ousseynou Sy in stato di arresto
Ousseynou Sy in stato di arresto (Ansa)

Un ragazzino presente sull’autobus dirottato ieri ha finto di pregare in arabo mentre, in realtà, stava avvertendo il padre che l’autobus era sotto sequestro. E’ uno dei dettagli raccontati dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi, secondo la quale tra gli studenti, nonostante la paura provata in quei momenti “è scattato un gioco di squadra” per cercare di evitare danni peggiori da parte dell’attentatore.

“Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”, dice Khalid Shehata, il padre di Ramy, il 13enne che ieri ha nascosto il cellulare all’autista sequestratore ed è riuscito a fare la prima telefonata al 112. “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005 ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte”.

Investigatori e inquirenti che indagando sul caso di Ouesseynou Sy, l’autista che ha sequestrato e incendiato il bus con 51 ragazzi ed è stato arrestato ieri, stanno cercando di acquisire il video-manifesto postato dall’uomo sul suo canale privato di una piattaforma web e inviato ai suoi conoscenti in Italia e in Senegal.

Nel filmato l’uomo spiegava le ragioni del suo ‘gesto eclatante’ contro le politiche migratorie italiane. Del video aveva parlato lo stesso Sy nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm ieri sera.

L’uomo era stato condannato in via definitiva nell’ottobre del 2018 a un anno con la sospensione condizionale della pena: era accusato di aver molestato una diciassettenne ed era stato condannato in primo grado a Cremona per fatti risalenti al 2010. L’uomo era stato condannato in base all’articolo 609 del Codice penale per “fatti di minore gravità”. Da qui l’entità della pena. A questo si aggiunge una condanna per guida in stato di ebbrezza a Brescia nel 2007. L’autista si mise in malattia alcuni anni fa quando gli venne sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza e, dunque, la società per cui già lavorava all’epoca, la Autoguidovie, non seppe nulla di quell’episodio.

Intanto si sta cercando di tornare alla normalità alla scuola di Crema. La madre di una ragazzina che non era a bordo del mezzo ha deciso comunque di portarla, nonostante la figlia abbia paura. “Ho deciso di portarla anche perche’ a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata. Non ha dormito”.

Davanti alla scuola i genitori si interrogano. Filippo, che ha una figlia in prima media, sostiene che nell’azienda di autobus per cui lavorava il conducente che ieri ha dato fuoco al mezzo “non si fanno controlli”. “Conosco una persona che è andata in pensione e che lavorava per un’azienda di Milano: faceva controlli sulle sue condizioni quasi ogni mese”, ha raccontato: “E’ inaccettabile che sia accaduto questo”.

Ousseynou Sy è sorvegliato a vista in una cella insieme ad altri detenuti nel carcere di San Vittore dove è stato portato intorno all’una della scorsa notte. L’uomo, che subito dopo l’arresto era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, ieri sera ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. Questa mattina, invece, incontrerà lo psichiatra, lo psicologo e l’educatore del reparto. (Ansa)

Studio Ingv, l’interazione tra faglie influenza l’energia dei terremoti futuri

studio ingv su terremoti italia centraleCi sarebbe un collegamento tra il terremoto di magnitudo 6.5 che ha colpito l’Italia Centrale il 30 ottobre 2016 e gli eventi sismici dei mesi precedenti. Questi, infatti, avrebbero “anticipato” di oltre un secolo l’accadimento di quel terremoto, ma allo stesso tempo ne avrebbero dimezzato l’energia disponibile, limitandone la magnitudo. È quanto ipotizza un team di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e della École Normale Supérieure (ENS) di Parigi.

Nel corso della sequenza sismica dell’Italia Centrale del 2016, nell’arco di un paio di mesi si sono verificati diversi terremoti di magnitudo rilevante. Al primo terremoto del 24 agosto di magnitudo 6.0, con epicentro localizzato nel comune di Accumoli (RI), hanno fatto seguito i due terremoti del 26 ottobre, di magnitudo rispettivamente 5.4 e 5.9 localizzati a Visso (MC). Quattro giorni più tardi, il 30 ottobre, nell’area compresa tra gli eventi sismici del 24 agosto e del 26 ottobre è avvenuto il terremoto di Norcia (PG), il più forte della sequenza, con magnitudo 6.5.

“Negli ultimi decenni”, spiega Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’INGV e coautore dello studio, “in Italia si sono verificate altre sequenze sismiche costituite da terremoti di magnitudo simile tra loro, avvenuti nella stessa area a distanza di pochi secondi, pochi giorni o pochi mesi. Queste evidenze”, prosegue l’esperto “fanno ipotizzare che la rapida successione di terremoti non sia casuale. Infatti, per alcune di queste sequenze è stato dimostrato che gli eventi precedenti hanno innescato quelli che sono seguiti. Le faglie interagiscono tra loro e alterano lo stato di sforzo sulle faglie limitrofe, allontanando il tempo del prossimo terremoto o, al contrario, portandole più vicine alla rottura”.

Le variazioni di sforzo prodotte da eventi precedenti, secondo gli autori, possono quindi allontanare o avvicinare nel tempo la rottura su una faglia adiacente, anche limitandone l’energia emessa.

“Anche per la sequenza del 2016”, prosegue Vincenzo Convertito, ricercatore INGV e coautore dello studio, “è ipotizzabile un effetto a cascata dei terremoti precedenti sui successivi. Il calcolo delle variazioni causate dal terremoto del 24 agosto e da quelli del 26 ottobre sulla faglia che poi si romperà il 30 ottobre mostrano, infatti, che i terremoti precedenti hanno modificato il campo di sforzo sulla parte meridionale e su quella settentrionale della faglia, incrementando invece significativamente lo sforzo nella zona centrale, soprattutto nella porzione più profonda della faglia. Da qui la mattina del 30 ottobre partirà poi la rottura”.

La struttura interessata dall’evento del 30 ottobre ha una superficie di circa 440 km2, due volte quella realmente attivata dal terremoto. Se questa si fosse rotta per intero in un unico evento l’energia emessa sarebbe stata almeno doppia, producendo un sisma di magnitudo 6.7, affermano gli autori.

Lo studio quantifica in 110 anni il tempo di cui sarebbe stato anticipato il terremoto avvenuto il 30 ottobre. “Si può quindi affermare che gli eventi precedenti hanno anticipato di oltre un secolo l’accadimento del terremoto del 30 ottobre, ma allo stesso tempo ne hanno limitato la magnitudo, verosimilmente dimezzando l’energia disponibile, che corrisponde a un decremento della magnitudo pari a 0.2”, concludono i ricercatori.

I risultati dello studio Clock advance and magnitude limitation through fault interaction: the case of the 2016 central Italy earthquake sequence sono stati appena pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

Roccella, incendiati due mezzi per la raccolta dei rifiuti: indagini

incendio mezzi raccolta rifiuti
Archivio

Due veicoli del Comune di Roccella Ionica utilizzati per la raccolta differenziata sono stati incendiati la notte scorsa nella periferia nord della cittadina costiera da persone non identificate. I veicoli si trovavano all’interno di un’area comunale, regolarmente recintata e chiusa, che funge da isola ecologica e centro di raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Per appiccare l’incendio, che poi ha distrutto i due mezzi, gli attentatori hanno utilizzato dosi abbondanti di liquido infiammabile.

A fare scattare l’allarme sono state alcune segnalazioni fatte alle forze dell’ordine da alcuni abitanti che risiedono nella zona in cui è situata l’isola ecologica. Sul grave attentato incendiario sono state avviate indagini dagli agenti della Polizia di Stato di Siderno.

Cirò Marina, drogato alla guida investe un pedone: denunciato

auto cc Cirò Marina
Una pattuglia di carabinieri a Cirò Marina (Street view)

I carabinieri della Compagnia di Cirò Marina (Crotone) hanno denunciato in stato di libertà un 24enne del luogo poiché, in Piazza Kennedy, a bordo della propria autovettura, ha investito un 50enne del luogo, procurandogli lievi lesioni.

Il conducente dell’autovettura, al termine degli accertamenti tossicologici è risultato positivo all’utilizzo di sostanze stupefacenti, per cui deferito alla Procura di Crotone per lesioni.

Blitz contro loggia massonica segreta a Castelvetrano, 27 arresti

Francesco Cascio
Francesco Cascio

Operazione contro una loggia massonica segreta a Castelvetrano, il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. I carabinieri, coordinati dalla Procura, stanno eseguendo 27 arresti per reati contro la Pubblica Amministrazione, contro l’amministrazione della Giustizia nonché associazione a delinquere segreta.

Altre dieci persone sono indagate a piede libero. Arrestati anche esponenti politici come l’ex deputato regionale di Fi Giovanni Lo Sciuto, l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex presidente dell’Ars ed ex deputato nazionale di Forza Italia Francesco Cascio.

Gli arresti sono stati effettuati dai carabinieri, su ordine del Gip di Trapani, nell’ambito dell’operazione “Artemisia”. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della cosiddetta legge Anselmi).

Per gli stessi reati sono stati notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre 4 informazioni di garanzia.

Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di Trapani, avviate nel 2015, ruotano attorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale fino al 2017, a carico del quale sono emersi gravi indizi in ordine alla commissione di numerosi reati contro la Pubblica amministrazione con l’obiettivo di ampliare la sua base elettorale e il suo potere politico.

Le indagini hanno permesso di accertare che Lo Sciuto avrebbe creato uno accordo corruttivo con Rosario Orlando – già responsabile del Centro Medico Legale dell’ Inps, poi collaboratore esterno dello stesso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili” -.

Secondo l’accusa, Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge.

Il medico dell’Inps sarebbe stato corrotto attraverso regali ed altre utilità, e anche attraverso l’intercessione con l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di un’informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo.

Traffico di droga nel Napoletano, 11 misure cautelari

Carabinieri NapoliI Carabinieri della compagnia di Giugliano in Campania (Napoli) hanno dato esecuzione a misure cautelari emesse dal gip di Napoli a carico di 11 persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e di estorsione aggravati dal metodo mafioso.

I provvedimenti sono stati emessi dopo indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. I destinatari dei provvedimenti sono residenti tra Frattamaggiore e Frattaminore, nell’hinterland a nord di Napoli. Secondo quanto emerge dalle indagini hanno gestito le piazze di spaccio dell’area monopolizzando vendita e cessione di cocaina, hashish e marijuana.

Le attività investigative sul loro conto hanno avuto inizio nel 2016 quando a Frattamaggiore si erano registrati episodi di violenza fin da subito valutati come espressione di uno scontro per il controllo sul territorio tra organizzazioni criminali che avevano l’interesse ad accaparrarsi le piazze di spaccio.

Detenuto morto a Rossano, inchiesta della Procura di Castrovillari

Detenuto morto a Rossano, inchiesta della Procura di CastrovillariLa Procura di Castrovillari ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati due persone in relazione alla morte di un detenuto avvenuta nel carcere di Rossano il 12 marzo scorso.

L’uomo, Andrea Cavalera, di 41 anni, di Gallipoli (Lecce), era recluso dallo scorso ottobre e doveva scontare un altro anno per detenzione di un’arma e lesioni. “Si tratta di un atto dovuto per chiarire le cause della morte” ha detto il procuratore capo Eugenio Facciolla.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la mattina del 12 marzo Cavalera, fu trasportato nell’ospedale di Rossano per problemi respiratori. In seguito gli fu diagnosticata una broncopolmonite e in serata è morto per insufficienza respiratoria. Oggi dovrebbe essere conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo dell’uomo.

Scoperta maxi evasione fiscale nella Locride, due denunce

Guardia d finanza Reggio CalabriaUna maxi evasione fiscale da oltre 10 milioni di euro è stata scoperta dai finanzieri del Gruppo di Locri che hanno denunciato alla locale Procura i legali rappresentanti di due società operanti nel settore della preparazione e concia del cuoio.

L’ispezione ha preso spunto da investigazioni preliminari svolte con l’utilizzo delle banche dati di cui dispongono le fiamme gialle. L’attenzione si è quindi focalizzata sulle due società di capitali (di cui una in apparente liquidazione) che, dopo aver realizzato un cospicuo giro di affari in una provincia campana, per eludere il fisco, avevano trasferito, solo fittiziamente, le sedi legali nella Locride da un paio di anni.

Inoltre è emerso che, prima del trasferimento, le quote erano state cedute a soggetti nullatenenti – risultati poi irreperibili – cui avevano affidato l’incarico di amministratore unico. L’esame delle operazioni di accreditamento e addebitamento, ha consentito alle fiamme gialle di constatare la sottrazione al fisco di ricavi.

Nel calcolo presuntivo fatto dalle Fiamme gialle, posto che sono stati distrutti i documenti contabili, è emerso che oltre ai 10 milioni c’è stata una indebita sottrazione dell’Iva per quasi 1,5 milioni di euro.

Attentato al Bus pieno di ragazzini, Ousseynou Sy guardato a vista

Ousseynou Sy l'autista attentatore. E' italiano dal 2004 ma nato in Senegal il 02-06-1972
Ousseynou Sy l’autista attentatore. E’ italiano dal 2004 ma nato in Senegal il 02-06-1972

E’ sorvegliato a vista Ousseynou Sy, l’autista senegalese (cittadino italiano dal 2004) arrestato ieri dopo aver dato fuoco ad un bus su cui viaggiava una scuola media con 51 ragazzini e professori. L’uomo è in una cella insieme ad altri detenuti nel carcere di San Vittore dove è stato portato intorno all’una della scorsa notte.

Sy voleva fare una strage a Linate: “Da qui non esce nessuno”, aveva detto ieri mattina agli studenti terrorizzati. Gli inquirenti temono che in cella possa togliersi la vita. L’autista è accusato di sequestro di persona, strage, incendio, resistenza. Tutti reati aggravati da finalità di terrorismo.

L’uomo, che subito dopo l’arresto era stato medicato in ospedale per ustioni leggere, ieri sera ha avuto solo il colloquio con il medico di guardia. Questa mattina, invece, incontrerà lo psichiatra, lo psicologo e l’educatore del reparto.

Il comune di Crema si costituirà parte civile nel processo a carico di Ouesseynou Sy. Lo ha spiegato il sindaco, Stefania Bonaldi, precisando che l’amministrazione comunale “non ha alcun potere di controllo” riguardo le condizioni del personale di Autoguidovie con il quale è stato stipulato un contratto con una gara d’appalto a livello provinciale.

VOLEVA FARE UNA STRAGE DI ITALIANI PER VENDICARE I MORTI NEL MEDITERRANEO. LEGGI LA DINAMICA, POI L’INTERVENTO “SALVEZZA” DEI CARABINIERI

Google Adsense, il colosso vìola la concorrenza. Multa da 1,49 miliardi

Google Adsense, il colosso vìola concorrenza. Multa da 1,5 miliardiTerza multa della Commissione Ue a Google, che dovrà pagare 1,49 miliardi per aver abusato della sua posizione dominante con la piattaforma AdSense nel settore della pubblicità per motori di ricerca. L’azienda imponeva clausole restrittive nei contratti con siti di parti terze, che hanno impedito ai rivali di offrire le loro pubblicità sugli stessi siti. “La cattiva condotta è durata dieci anni e ha impedito alle altre aziende di competere sul merito e innovare”, ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

“Abbiamo già introdotto una serie di cambiamenti ai nostri prodotti per rispondere alle preoccupazioni della Commissione. Nei prossimi mesi, introdurremo ulteriori aggiornamenti per incrementare la visibilità dei nostri concorrenti in Europa. Siamo sempre stati d’accordo sul fatto che mercati sani e prosperi siano nell’interesse di tutti”: così Kent Walker, SVP Global Affairs di Google, commenta la multa della Commissione Europea per AdSense.

Siti di giornali, blog o aggregatori di viaggi usano spesso una funzione di ricerca integrata. Quando un utente esegue una ricerca usando questa funzione, il sito web visualizza sia i risultati della ricerca sia gli annunci pubblicitari che appaiono accanto al risultato della ricerca. Google utilizza AdSense per la ricerca per fornire questi annunci ai proprietari dei siti web “editori”. Google è un intermediario, un’agenzia pubblicitaria, tra inserzionisti e proprietari di siti web che desiderano sfruttare lo spazio intorno alle pagine dei risultati. Bruxelles spiega che è stato di gran lunga l’attore più potente in questo settore, con una quota di mercato superiore al 70%.

I concorrenti come Microsoft e Yahoo non possono vendere spazi pubblicitari sulle pagine dei risultati di Google, per questo i siti di terzi sono per loro un’importante possibilità allo sviluppo della propria attività. La Commissione ha quindi esaminato diverse centinaia di accordi individuali tra Google e siti web, concludendo che a partire dal 2006 ha inserito clausole di esclusività nei suoi contratti: gli editori non erano autorizzati a pubblicare annunci di concorrenti sulle loro pagine dei risultati di ricerca.

A partire da marzo 2009, Google ha gradualmente iniziato a sostituire le clausole di esclusività da altre chiamate “Premium Placement”, che hanno costretto gli editori a riservare lo spazio più redditizio nelle pagine dei risultati di ricerca agli annunci Google e richiesto la presenza di un numero minimo di annunci. Inoltre, da marzo 2009, Google ha anche incluso clausole che impongono ai siti di ottenere un permesso scritto di Google prima di poter cambiare il modo in cui gli annunci pubblicitari concorrenti vengono visualizzati.

La Cassazione revoca l’obbligo di dimora per Oliverio

Mario Oliverio
Mario Oliverio

La Corte di Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nel comune di residenza cui era sottoposto dal 17 dicembre scorso il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.

Il provvedimento era stato emesso dal gip distrettuale su richiesta della Procura di Catanzaro per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Lande desolate” per presunte irregolarità in alcuni appalti gestiti dalla Regione, tra cui la realizzazione della sciovia di Lorica e l’aviosuperficie di Scalea.

Il presidente di Regione è da oggi a tutti gli effetti “libero” (poteva muoversi da San Giovanni in Fiore solo se autorizzato dal giudice, ndr), ma resta indagato nell’inchiesta della DDA di Catanzaro sia per l’accusa di abuso d’ufficio che per corruzione, capo d’imputazione per cui Oliverio venne indagato qualche giorno dopo nella stessa inchiesta condotta dai finanzieri di Cosenza e in cui sono coinvolte sedici persone.

Secondo l’inchiesta dei magistrati guidati da Nicola Gratteri, che per Oliverio chiesero l’arresto, poi non concesso dal giudice, il governatore avrebbe concesso con delibera di giunta un finanziamento di circa quattro milioni di euro all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, ritenuto dai magistrati organico al clan di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. Finanziamento da destinare formalmente ai lavori di ampliamemento dell’impianto sciistico di Lorica ma che, secondo l’accusa, sarebbe stato uno “scambio” per rallentare i lavori di Piazza Bilotti, a Cosenza, (aggiudicati anche a Barbieri) affinché il sindaco Occhiuto, rivale politico di Oliverio, non inaugurasse l’opera sotto le elezioni del 2016. Tornata elettorale che poi l’esponente di Forza Italia vinse al primo turno. La Piazza contesa fu poi inaugurata a dicembre dello stesso anno.

Caso Diciotti, il Senato nega l’autorizzazione a procedere per Salvini

Matteo Salvini tra i banchi della Lega al termine del suo discorso sul caso Diciotti.
Matteo Salvini tra i banchi della Lega al termine del suo discorso sul caso Diciotti. (Ansa)

L’Aula del Senato ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti. Sono 237 i voti ottenuti dalla relazione della giunta delle immunità redatta da Maurizio Gasparri, contrari 61 e nessun astenuto. Lo comunica ufficialmente la presidente Elisabetta Casellati.

“Mai pensato di intervenire per sequestro di persona”, ha detto Salvini prendendo la paraola in Aula. “Per andare a processo – ha aggiunto – dovrei mentire a questo Senato agli italiani, dovrei dire che non ho fatto l’interesse pubblico”.

“Amo l’Italia e miei figli e il mio lavoro, mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani”, ha detto il ministro Salvini fermandosi un attimo, per commozione. Poi ha ripreso: “Ringrazio il buon Dio e gli italiani per l’onore di poter difendere con il mio lavoro che penso di svolgere con onestà, buon senso, coraggio. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere”.

“Scusate, non mi emoziono quando parlo ma quando c’è di mezzo un reato e di solito vado a braccio ma… in questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po’ di emoziono” ha continuato.

In Aula il ministro dell’Interno ha ringraziato i colleghi della maggioranza M5s. “Il governo – ha detto – ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell’immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5 Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente”.

Alla dichiarazione di voto del senatore M5s Mario Giarrusso che ha annunciato il no del Movimento all’autorizzazione a procedere al ministro dell’interno Matteo Salvini, sono seguiti gli applausi del vicepremier e degli altri senatori della Lega, in piedi.

Il premier Conte annuncia, terremo Cdm in Calabria

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

“Vi anticipo che ho intenzione di far svolgere un Consiglio dei ministri in Calabria, perché la Calabria è una delle Regioni del Sud più abbandonate a se stesse e il Consiglio avrà un valore simbolico ma anche operativo”.

Lo afferma il premier Giuseppe Conte incontrando gli studenti alla università Luiss di Roma nelle conversazioni su “Europa e futuro”. “In Calabria ci sono tanti problemi, una sanità disastrata, una criminalità insidiosissima. Con il Consiglio dei ministri porteremo delle misure concrete”, sottolinea Conte che aggiunge: “Sulla sanità stiamo pensando ad intervento straordinario, risolutore”.

Maltempo, allerta gialla in Calabria: in arrivo vento forte e mareggiate

mareggiata
Ansa

Un’area depressionaria posizionata tra Algeria e Tunisia determinerà una temporanea fase di maltempo sulle estreme regioni meridionali dell’Italia, associata ad una intensificazione dei venti dai quadranti orientali. L’allerta meteo della Protezione civile prevede che da stasera sono in arrivo venti da forti a burrasca su Sicilia e Calabria, in particolare sui settori ionici, con mareggiate lungo le coste esposte.

Con l’allerta meteo la Protezione civile valuta per domani, 21 Marzo, l’allerta gialla per rischio idrogeologico sui versanti ionico e tirrenico meridionali della Calabria e sulla Sicilia.

Dà fuoco al bus pieno di studenti per vendicare i migranti morti nel Mediterraneo

TERRORE NEL MILANESE. Ha sequestrato un’autobus con una cinquantina di studenti all’interno e poi, cosparso di benzina, gli ha dato fuoco. Per fortuna, con il tempestivo intervento dei carabinieri si è riusciti ad evitare una strage stamattina a San Donato Milanese. A teorizzarla un autista di origini senegalesi, ma italiano dal 2004, che è stato arrestato.

Ousseynou Sy, 47 anni, gravato da precedenti, ha poi spiegato che voleva “farla finitaperché “vanno fermate le morti nel Mediterraneo”. Ce l’aveva con gli italiani. E per stoppare la morte in mare dei naufraghi voleva fare una strage di ragazzini, così per attirare l’attenzione sul caso dei migranti. Nelle sue intenzioni, voleva fare un massacro in aeroporto lanciando il bus in fiamme contro il terminal facendolo schiantare contro persone all’esterno, piuttosto che contro un aereo in pista.

Fortunatamente non si registrano feriti gravi ma ci sono 14 intossicati in ospedale (dodici ragazzini e due adulti). In ogni caso tutti sono sotto controllo medico. Se non ci sono feriti seri, l’impatto emotivo è stato devastante e sarà e traumatico a vita.

Tutto è iniziato stamane quando l’uomo, dipendente della Autoguidovie di Crema, raccoglie la scuola media Vailati del posto e percorre la provinciale 415, direzione imprevista, l’aeroporto milanese di Linate, quando all’altezza di San Donato inizia a dare in escandescenza. E’ stranamente armato di coltello e minaccia di gettare benzina sul mezzo. Poco prima sempre lui, il senegalese “italiano”, ordina a un docente di legare con delle fascette da elettricista i polsi dei ragazzi.

Un ragazzo dodicenne a bordo, avvisa di nascosto i carabinieri e gli racconta terrorizzato cosa stava succedendo: “Fate presto”. Si chiede se sia normale che il bus procede in modo pericoloso sulla strada con l’autista che proferisce frasi sconnesse, e per di più armato. I militari, raccolto l’allarme piombano sulla provinciale e allestiscono un posto di blocco con almeno tre gazzelle.

I militari alla vista del bus guidato da Ousseynou Sy alzano la paletta. A un tratto l’autobus forza il posto di blocco con i carabinieri che si danno subito all’inseguimento. Avviene un primo speronamento del mezzo contro una pattuglia, poi altre auto, finché l’autobus inizia a rallentare.

Dopo qualche minuto il bus si ferma a margine della strada. L’autista inizia a minacciare tutti all’interno. “Oggi da qui non esce vivo nessuno”. Sono attimi di terrore puro. Poi il folle piano. L’uomo prende un bidone di benzina posto accanto al sedile di guida dell’autobus e inizia a cospargerlo di liquido infiammabile. All’interno urla strazianti perché in molti ipotizzavano il successivo gesto che Ousseynou Sy voleva compiere. L’uomo scende dall’autobus e i carabinieri lo notano tenere in mano un accendino. Basta poco. Uno schiocco delle dita e dà fuoco all’autobus con tutti i ragazzi intrappolati.

I carabinieri di corsa rompono i finestrini posteriori e prima che le fiamme raggiungano ragazzi e professori riescono a farli scendere uno alla volta, ma svelti. Le fiamme avanzano minacciose e c’è il timore che il mezzo possa esplodere.

Scesi dal bus ormai avvolto da fiamme e fumo, studenti e docenti si allontanano e si mettono in salvo. Il viaggio del terrore durerà quasi un’ora. L’autista, Ousseynou Sy (con precedenti per guida in stato di ebbrezza e abuso sessuale su minore), assunto qualche tempo addietro dalla ditta di bus di Crema viene subito preso, ammanettato e portato via.

Le accuse ipotizzate al momento sono di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza. Le indagini sono coordinate dal pm della Procura di Milano di Luca Poniz. I magistrati non escludono l’ipotesi di procedere anche per terrorismo, come aggravante ai reati contestati.

E’ stato un miracolo, poteva essere una strage“, ha detto il procuratore di Milano Francesco Greco. La procura, citata dal Corsera, ha poi evidenziato come Ousseynou Sy non sia legato “all’Isis e a nessun genere di organizzazione terroristica di matrice islamica”, ha spiegato il magistrato Alberto Nobili.

Il ministro Salvini infuriato: “Con quei precedenti non poteva fare l’autista di autobus. Lavoriamo per revocargli la cittadinanza”, ha fatto sapere. “Soltanto un “cane sciolto” ospite nel nostro paese, poi italianizzato dalle nostre leggi, che voleva una strage di adolescenti per soddisfare la sua sete di vendetta contro i miscredenti occidentali.

Colpisce al volto con un’ascia il vicino di casa, misura cautelare

ascia roseto capo spulicoI Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno eseguito nei confronti di un uomo di Amendolara di 55 anni la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, emessa dal Gip presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura, coordinata dal dott. Eugenio Facciolla.

Tutto aveva inizio con la denuncia della vittima, un uomo di 62 anni, vicino di casa dell’aggressore, il quale, a metà febbraio scorso, si recava presso la Stazione Carabinieri di Roseto Capo Spulico, ancora sanguinante, per denunciare di aver subito poco prima una feroce aggressione da parte del vicino di casa.

L’uomo precisava che l’imboscata di quel giorno era l’atto più grave di tutta una serie di intimidazioni patite da diverso tempo ad opera dell’indagato, il cui movente erano dei futili diverbi di vicinato.

La descrizione dell’accaduto era agghiacciante: in quel pomeriggio invernale l’odierno destinatario della misura cautelare era intento a tagliare la legna nel suo giardino con un’accetta, ma appena vedeva il 62enne rincasare, si fermava da tale attività e con l’attrezzo ancora in mano inseguiva l’ignara vittima e gli sferrava un fendente.

Quest’ultimo, grazie alla prontezza di riflessi, riusciva ad evitare che la lama dell’ascia lo prendesse in pieno volto, ma veniva colpito di striscio, all’altezza della guancia sinistra. Non contento, l’aggressore continuava ad accanirsi contro il 62enne, che caduto a terra, veniva attinto con diversi pugni. Solo l’intervento della compagna del 55enne poneva fine alla cruenta aggressione.

Portata all’ospedale, la vittima veniva medicata con dei punti di sutura per il taglio subito e gli venivano prescritti in totale 45 giorni per la guarigione dalle ferite lacero-contuse, dalle fratture e dalle lesioni riportate.

Le dettagliate indagini militari di Roseto, avviate dopo la ricezione della denuncia, permettevano di acclarare come nel giro di pochi mesi vi fosse stata una vera e propria escalation di atti intimidatori nei confronti del 62enne: grazie anche alle celeri attività tecniche condotte dai militari della Stazione con l’ausilio del Nucleo Operativo e Radiomobile di Corigliano Calabro, si appurava che l’indagato da tempo minacciava il vicino ogni volta che lo vedeva, rivolgendogli frasi ingiuriose e promesse di morte di ogni tipo.

Il giudice ha ritenuto che la qualificazione giuridica del reato fosse quella di lesioni gravissime e non di tentato omicidio in quanto l’indagato una volta inferto il primo colpo, non ha più tentato di rientrare in possesso dell’ascia al fine di colpire nuovamente la vittima, continuando ad attingerla, invece, a mani nude, ma ha riconosciuto sussistenti le aggravanti di aver commesso il fatto per futili motivi.

Sulla base dei fatti descritti e del grave impianto accusatorio, il gip applicava la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, con l’obbligo di mantenere una distanza non inferiore ai 200 metri dalla parte offesa ed il divieto di comunicare con la stessa con qualsiasi mezzo.

Arrestato De Vito, presidente M5S del consiglio comunale di Roma

Marcello De Vito
Marcello De Vito (Ansa)

Il presidente della assemblea capitolina Marcello De Vito (M5S) è stato arrestato dai carabinieri per corruzione nell’ambito della inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma. De Vito è stato arrestato nell’ambito di una operazione che ha portato ad altri 3 arresti e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori.

I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, sono di corruzione e traffico di influenze illecite. L’indagine riguarda, oltre alle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, anche la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali.

L’indagine ha fatto luce su operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

L’intercettazione: “Marce’, sfruttiamo sta cosa”

“Questa congiunzione astrale tra ….tipo l’allineamento della cometa di Halley …hai capito cioè…è difficile secondo me che si verifichi …noi Marcè dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me guarda ci rimangono due anni”. Così intercettato il 4 febbraio scorso l’avvocato Camillo Mezzacapo parlava a Marcello De Vito, oggi arrestati. Parole che secondo il gip di Roma si riferisce allo sfruttare “il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottener lauti guadagni”.

De Vito sarà sostituito con il vice Stefàno

Il pentastellato Enrico Stefàno, già vicepresidente vicario dell’Assemblea Capitolina e presidente della commissione Trasporti, sarà il nuovo presidente del consiglio comunale di Roma al posto di Marcello De Vito. È questo, a quanto apprende l’Ansa, l’intendimento della maggioranza a 5 Stelle in Campidoglio e della sindaca Virginia Raggi. La sua nomina dovrà essere formalizzata a breve.

Chi è Marcello De Vito

Romano, papà, avvocato e appassionato di politica. Così sul sito istituzionale di Roma Capitale viene presentato Marcello De Vito, finito in manette stamane per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della procura capitolina sulla realizzazione nel nuovo stadio della Roma.

Candidato Sindaco di Roma per il Movimento 5 Stelle nelle elezioni amministrative a maggio 2013, è stato eletto consigliere dell’Assemblea Capitolina e nominato capogruppo M5S. Nella tornata elettorale del 2016 è stato nuovamente candidato, ottenendo circa 6.500 preferenze.

Folle incendia l’autobus con 50 studenti dentro, preso. I ragazzi salvi

Un fermo immagine del bus in fiamme

L’autista di un bus è stato fermato dai carabinieri dopo che aveva versato benzina all’interno del mezzo di linea, appiccando il fuoco. Sull’autobus, che stava percorrendo la strada provinciale 415 all’altezza di San Donato Milanese (Milano), si trovava una scolaresca . Al momento non risultano feriti. Ancora da chiarire i motivi del gesto.

Alla guida del bus c’era il 47enne Ousseynou Sy, senegalese di origine ma italiano dal 2004, con dei precedenti penali per guida con alcool e abusi sessuali. In mattinata, secondo una prima ricostruzione, ha sequestrato il mezzo con a bordo 51 ragazzini della scuola media Vailati di Crema (nel Cremonese) e ha annunciato di volersi uccidere.

“Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo”. E’ quanto avrebbe detto, secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, Ousseynou Sy, il 47enne che ha sequestrato un autobus con a bordo una cinquantina di studenti e poi gli ha dato fuoco, minacciando di uccidersi.

Sbanda con l’auto e finisce contro un muretto, muore a 20 anni

Citroen Vincenzo MarinoUn ventenne, Vincenzo Marino, di Villapiana, è morto sul colpo in un incidente stradale autonomo avvenuto stanotte sul vecchio tracciato della statale 106.

Il giovane, che viaggiava a bordo di una “Citroen Saxo”, mentre percorreva l’arteria, oggi provinciale 253, nei pressi del fiume “Satanasso”, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo della propria vettura finendo con l’impattare contro un muretto di protezione della strada, sfondandola.

Sul luogo dell’incidente stradale, oltre ai carabinieri e ai Vigili del fuoco di Castrovillari, sono intervenuti i sanitari del 118 che, però, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del giovane. I militari hanno avviato gli accertamenti finalizzati a ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Incendio nel cantiere della nuova metro a Catanzaro, indagini

Incendio in cantiere metropolitana leggera CatanzaroUn incendio, sulle cui cause sono in corso accertamenti, anche se non si esclude il dolo, è scoppiato all’alba all’interno dell’area del cantiere per la costruzione della nuova metropolitana di Catanzaro. Il rogo, divampato nei pressi del quartiere Aranceto, nella zona sud della città, ha riguardato alcune cataste di traversine in legno.

Sul posto, alle spalle della stazione Passo di Salto delle Ferrovie della Calabria, sono intervenute 12 unità, quattro automezzi tra cui un’autobotte da 25 mila litri e una pala gommata del comando provinciale dei vigili del fuoco di Catanzaro.

Solo ad operazioni di spegnimento completate si potranno effettuare i necessari accertamenti e sapere di più sulle cause dell’incendio. L’ipotesi dell’autocombustione è però ritenuta poco probabile.

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