14 Ottobre 2024

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Vibo, scoperto un evasore totale. Ha nascosto al fisco 2,5 milioni

Vibo, scoperto un evasore totale. Ha nascosto al fisco 2,5 milioniIl Gruppo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, all’esito di lunghe e complesse investigazioni di polizia economico-finanziaria, ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una nota ditta individuale operante nel settore della vendita all’ingrosso di carni.

Nel corso della suddetta ispezione fiscale, coordinata dal Comando Provinciale di Vibo Valentia, i finanzieri hanno altresì attivato l’istituto della “cooperazione di mutua assistenza amministrativa” con altri Paesi, che permette di richiedere ad organismi collaterali esteri l’acquisizione di fatture ed altri documenti fiscali relativi alle operazioni commerciali intracomunitarie intercorse.

In tale contesto, grazie ai risultati raccolti, nonostante il tentativo della ditta di ostacolare l’accertamento mediante l’occultamento delle scritture contabili, le fiamme gialle hanno ricostruito, dall’anno 2013 al 2018, un volume d’affari e ricavi complessivo di circa 2,5 milioni ed un’evasione delle imposte, non versate, di circa 1,5 milione di euro.

Il titolare è stato, quindi, denunciato alla locale Procura della Repubblica, per aver occultato e distrutto i documenti contabili e per aver omesso di presentare la dichiarazione dei Redditi, Iva ed Irap.

Devastante incendio a Cogoleto (Genova), sfollate famiglie e scuole chiuse

Devastante incendio a Cogoleto (Genova), sfollate famiglieUn vasto incendio sta devastando dalla notte scorsa le alture di Cogoleto, in località Capieso, nel ponente di Genova. Una cinquantina di famiglie è stata sfollata, le scuole sono state chiuse. Le fiamme lambiscono le carreggiate. La A10, subito chiusa in entrambe le direzioni, tra Arenzano e Varazze, è stata riaperta in un senso, verso Savona. Il rogo è alimentato dal forte vento che ha raggiunto anche i 100 km orari.

Sul posto stanno intervenendo 60 vigili del fuoco, provenienti da Genova, La Spezia, Massa Carrara, Piacenza, e 30 volontari. “Stiamo ancora lavorando per domare le fiamme a Cogoleto. La sala operativa della Protezione civile della Regione è rimasta aperta tutta la notte, oltre 60 unità tra Vigili del fuoco e volontari hanno operato sulle alture di Cogoleto e da stamattina anche i Canadair”, dice il governatore Giovanni Toti via fb.

“Si parla di 12 ettari di terreno andati in fumo e di una cinquantina di persone evacuate. Sarà una giornata complicata per la viabilità. La A10, subito chiusa in entrambe le direzioni, tra Arenzano e Varazze, è stata riaperta in un senso, verso Savona. Grazie alla Protezione civile, ai Vigili del Fuoco e a tutti i volontari che stanno lavorando senza sosta”.

“E’ stata una notte durissima. Per fortuna adesso stanno intervenendo i mezzi aerei e la situazione è meno grave”, ha detto il vicesindaco di Cogoleto Marina Costa. “Il rogo è partito dalla parte alta ed è arrivato fino al mare. Ci sono più focolai”.

“Al momento è difficile fare una prima stima – prosegue Costa – perché le fiamme sono ancora attive. Sicuramente ci sono due abitazioni raggiunte dalle fiamme, diversi magazzini e auto distrutte”.

Violentano in gruppo una ragazza americana, arrestati tre giovani

violenza sessuale cataniaTre giovani catanesi, Roberto Mirabella, di 20 anni, Salvatore Castrogiovanni e Agatino Spampinato, di 19, sono stati fermati dai carabinieri di Catania per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 19enne americana. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Catania e già convalidato dal gip.

La ragazza, che non parla e comprende perfettamente la lingua italiana, da circa tre mesi si trovava nel capoluogo etneo dove lavorava come babysitter nell’abitazione di una famiglia che la ospitava “alla pari”.

Nella tarda serata dello scorso 15 marzo la giovane donna insieme ad un’amica si è recata in un bar di via Teatro Massimo, e nel corso della serata è stata avvicinata dagli indagati che si intrattenevano con lei dopo che era rimasta da sola, circostanza che li induceva ad organizzare il proposito di appartarsi.

Secondo quanto ricostruito, dopo averle offerto qualche drink, i tre indagati l’hanno convinta a spostarsi in un altro bar della zona per poi, una volta in strada, avvicinarsi con una banale scusa alla loro auto ed obbligarla a salire (uno dei tre le intimava di stare zitta ed afferrandola per un braccio la spingeva sul sedile posteriore).

La ragazza, confusa e spaventata, ha tentato di nascosto di chiamare il 112, ma uno dei tre giovani,
resosene conto, glielo ha impedito. Fermata l’auto in un luogo appartato nei pressi di piazza Europa, i tre giovani, secondo l’accusa, hanno abusato sessualmente a turno della vittima, riprendendo le fasi della violenza con i loro telefonini.

Dopo una notte di comprensibile sofferenza, il giorno seguente, dopo aver parlato al telefono con la madre e la sorella che la spingevano a denunciare immediatamente quanto le era accaduto, la ragazza chiedeva aiuto alla famiglia che la ospitava che a sua volta, sentiti i fatti, contattava un amico che presta servizio nell’Arma dei Carabinieri.

La vittima, ascoltata dai militari della Stazione di Piazza Verga, ha denunciato tutto ai militari che, coordinati dal magistrato di turno della Procura e dai magistrati del pool specializzato nei reati riguardanti la violenza di genere, hanno ricostruito quando raccontato dalla ragazza, identificando i presunti autori del reato.

I militari, avvalendosi anche di alcune registrazioni audio-video fatte dalla ragazza all’interno del bar, nonché di un video inviatole sul suo profilo social la mattina successiva da uno degli autori della violenza, che la invitava ad un nuovo incontro non manifestando così alcun pentimento per il grave reato commesso e anzi mostrandosene compiaciuto, ha fissato così, secondo gli investigatori, degli elementi probatori che determinavano l’emissione del provvedimento restrittivo.

I fermati sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza. Dopo l’interrogatorio, il Giudice per le indagini preliminari di Catania ha disposto nei confronti dei tre giovani l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, in accoglimento della richiesta del pubblico ministero.

Incendio in un locale a Isola Capo Rizzuto, trovato cadavere carbonizzato di un uomo

Cadavere Isola Capo Rizzuto

Il cadavere totalmente carbonizzato di un uomo è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di oggi dai vigili del fuoco di Crotone intervenuti per domare un incendio in un locale caldaia di un’azienda di catering di Isola Capo Rizzuto.

La vittima è un 48enne macedone che lavorava nel locale. La vittima, probabilmente, resosi conto dell’incendio nel locale pompe ha tentato di spegnerlo respirando i fumi che lo hanno prima tramortito, e poi, svenendo, è stato avvolto dalle fiamme.

Sul posto sono arrivati il medico legale e il magistrato di turno, che dopo i primi rilievi ha autorizzato la rimozione del corpo che è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale di Crotone. Sono in corso indagini dei carabinieri per risalire alle cause del rogo.

Cesare Battisti al pm: “Riconosco il male che ho fatto. Chiedo scusa”

L'ex terrorista Cesare Battisti a Roma circondato dai poliziotti
L’ex terrorista Cesare Battisti estradato in Italia

Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo arrestato in Bolivia a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza e subito estradato, ha ammesso per la prima volta, davanti al pm di Milano, Alberto Nobili, di essere responsabile dei 4 omicidi per cui è stato condannato.

“Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari” delle vittime, ha detto Battisti al magistrato responsabile dell’anti-terrorismo a Milano, che coordina le indagini sulle presunte coperture che l’ex terrorista dei Pac ha avuto durante la latitanza.

Tutto quello che è stato ricostruito nelle sentenze definitive sui Pac, “i 4 omicidi, i 3 ferimenti e una marea di rapine e furti per autofinanziamento, corrisponde al vero”, ha detto il pm di Milano Alberto Nobili, riassumento le ammissioni fatte da Cesare Battisti davanti al magistrato, al quale l’ex terrorista ha anche spiegato: “Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno”.

L’ammissione di Cesare Battisti che per la prima volta ha detto di essere responsabile dei 4 omicidi per i quali è stato condannato, “fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni ’70 in modo efferato”, ha detto il procuratore di Milano, Francesco Greco.

L’ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, Cesare Battisti, è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Battisti si era finora sempre dichiarato innocente. Oggi ha ammesso per la prima volta le proprie responsabilità di fronte ai pm.

Il ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini: “Non esca dal carcere”

“A distanza di qualche decennio ha chiesto scusa. Mi aspetto chiedano scusa quegli pseudointellettuali di sinistra che hanno coperto e difeso questo squallido personaggio”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini le confessioni dell’ex terrorista. “Chiedere scusa – ha aggiunto il ministro – è meglio tardi che mai”. “La rieducazione del carcere per quanto mi riguarda non vale per lui: sarà brutto da dire ma uno che ha ucciso 4 persone non deve uscire dal carcere”, dice il ministro.

Omicidi nel Bolognese, condannato all’ergastolo Igor il russo

Norbert Feher alias Igor Vaclavic conosciuto come Igor il russo.
Norbert Feher alias Igor Vaclavic conosciuto come Igor il russo dopo la sua cattura in Spagna

Igor “il russo” è stato condannato all’ergastolo. Il gup di Bologna Alberto Ziroldi ha deciso il massimo della pena per il killer serbo, al secolo Norbert Feher, processato a Bologna in abbreviato per gli omicidi del barista Davide Fabbri e del volontario Valerio Verri e per altri reati. Feher, dopo una latitanza di otto mesi, è stato arrestato in Spagna a dicembre 2017 e da allora è in carcere a Saragozza.

Immobile, apparentemente impassibile. Così Norbert Feher alias Igor Vaclavic avrebbe reagito alla lettura della sentenza del gup Alberto Ziroldi che lo ha condannato all’ergastolo per i delitti italiani: l’imputato l’ha ascoltata collegato in videoconferenza dal carcere di Saragozza in Spagna. “Non ha detto niente, ha solo ringraziato per il lavoro svolto”, ha detto l’avvocato Gianluca Belluomini che lo assiste, annunciando appello.

Il suo arresto in Spagna avvenne a fine 2017 in un conflitto a fuoco dove morirono altre tre persone: due agenti della Gardia Civil e un allevatore di bestiame. Dai mille volti, “Igor il russo”, in realtà serbo classe 1981, era soprannominato anche “Rambo” per la crudeltà delle sue azioni criminali.

Dopo gli omicidi di Fabbri e Verri ci fu una spietata caccia all’uomo tra il Bolognese e il Ferrarese condotta da oltre mille persone delle forze dell’ordine. Dopo settimane di attività in cui furono utilizzate tutte le più sofisticate tecnologie per catturarlo, del killer nessuna traccia. In realtà era già fuggito all’estero con ogni probabilità “coperto” da qualche complice.

Colpo nell’ufficio ticket dell’ospedale di Tropea, bottino: 20mila euro

Colpo nell'ufficio ticket dell'ospedale di Tropea, bottino: 20mila euroAmmonta a circa 20 mila euro il bottino di un furto compiuto all’Ufficio ticket dell’ospedale di Tropea. Il colpo, sul quale stanno indagando i carabinieri della locale Compagnia, è stato messo a segno nel scorso del weekend quando i ladri si sono intrufolati nella struttura, situata nelle vicinanze dell’ingresso principale dell’ospedale, forzando la porta d’ingresso e puntando alla cassaforte in cui erano contenuti i proventi delle prenotazioni.

A scoprire l’effrazione sono stati stamani gli addetti allo sportello che hanno allertato i carabinieri. Nell’area sono presenti diverse telecamere che potrebbero avere ripreso i malviventi. Non è la prima volta che l’Ufficio ticket viene preso di mira dai ladri.

Nel weekend è evaso dai domiciliari, al rientro ha trovato i carabinieri

Nel weekend è evaso dai domiciliari, al rientro ha trovato i carabinieri I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno arrestato per il reato di evasione un uomo di 36anni, cassanese e già recluso agli arresti domiciliari da diversi mesi presso la propria abitazione.

L’uomo era sottoposto alla misura cautelare personale sulla base del provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro per un brutale e sanguinoso furto con strappo, di cui si era reso protagonista lo stesso nel gennaio del 2017.

I fatti raccontano di un’aggressione ad un’anziana signora che, dopo aver prelevato una cospicua somma di denaro dall’ufficio postale di Cassano, si era vista aggredire alle spalle e strappare con forza la borsetta contenente diverse centinaia di euro.

Nel tentativo di proteggere il denaro appena prelevato e che sarebbe servito per le necessità familiari, la donna cadeva a terra e veniva soccorsa prontamente da alcuni passanti. Le indagini condotte dai militari cassanesi permettevano di identificare in I.M., cassanese di 36 anni, con diversi precedenti alle spalle il reo del gesto.

Tornando all’evasione, i militari della Tenenza di Cassano all’Ionio nel pomeriggio di sabato si portavano presso l’abitazione dell’uomo, che si trovava agli arresti domiciliari per il fatto sopra esposto dall’Aprile del 2018, al fine di effettuare un controllo allo stesso.

I Carabinieri giunti all’interno della casa non lo trovavano e la moglie riferiva che dopo un’accesa discussione avuta fra i due, l’uomo si era allontanato del tutto arbitrariamente da casa per un’ignota destinazione.

Venivano, quindi, diramate le ricerche dell’evaso, tramite la locale centrale operativa, ma dell’uomo non vi erano tracce. Neppure i successivi controlli all’interno della sua abitazione, effettuati nella sera di sabato e nella mattina di domenica sortivano effetti.

Solo nella serata di domenica i militari trovavano l’uomo appena rincasato, che cenava in sala da pranzo, come se nulla fosse, insieme con la famiglia. Sulla base delle risultanze riscontrate e della continuità nel reato I.M. veniva tratto in arresto per evasione, così come concordato con la Procura della Repubblica di Castrovillari e l’uomo veniva ristretto nuovamente agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.

Segregava, minacciava e picchiava la compagna e il cognato disabile, in cella

carabinierii Torano CastelloPer anni avrebbe costretto la sua compagna ed il cognato, fratello disabile di lei, a subire maltrattamenti, minacce e vessazioni, segregandoli entrambi in casa, e appropriandosi anche della pensione. La donna, esausta, dopo le violenze subite, ha trovato il coraggio di confidarsi con i Carabinieri denunciandolo.

Sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il fatto con particolare malvagità, provocando umiliazioni e sofferenze alle vittime: sono queste le accuse per le quali, all’alba di stamattina, sono scattate le manette nei confronti di un 53enne di Torano Castello (Cosenza), di cui non sono state rese note le generalità, ritenuto responsabile di questi reati.

La triste vicenda è venuta alla luce il 27 gennaio 2019, quando i militari della Stazione Carabinieri di Torano Castello, a seguito di richiesta pervenuta al 112, soccorrevano la donna, la quale, visibilmente provata, si era decisa a raccontare le crudeltà che stava subendo ormai da anni dal proprio compagno.

Trasferite immediatamente le due vittime in una casa famiglia, i Carabinieri hanno potuto sviluppare una meticolosa indagine, da cui sarebbe emerso che il 53enne si appropriava in via esclusiva della pensione di invalidità riconosciuta al fratello della compagna; impediva alla donna ed al cognato di allontanarsi dall’abitazione in cui convivevano, privandoli dell’autonomia economica e dei documenti personali, sorvegliandoli e riportandoli con la forza a casa quando tentavano di allontanarsi.

L’uomo avrebbe anche minacciato e maltrattato il cognato invalido, percuotendolo anche con un bastone, imponendogli di svolgere pesanti lavori nei campi, facendolo vivere in condizioni disumane (“privato di ogni dignità e costretto a vivere insieme agli animali”) in una baracca senza servizi igienici con la possibilità di utilizzare il lavabo della porcilaia per la pulizia personale, non esitando a rinchiuderlo altresì all’interno del recinto con un lucchetto al cancello.

Non solo, l’aguzzino avrebbe anche minacciato e maltrattato la compagna picchiandola violentemente, anche con un trapano, al punto tale da ridurla ad uno stato di prostrazione e di sudditanza psicologica.

A seguito dei riscontri acquisiti dai Carabinieri, il giudice presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura cosentina ha emesso nei confronti dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita nella mattinata.

Crotone e Cosenza tra le migliori 10 città italiane per il clima

Crotone e Cosenza tra le migliori 10 città italiane per il climaCi sono anche Crotone e Cosenza, rispettivamente al settimo e al nono posto, nella top ten delle città italiane con il clima migliore stilata dal Sole 24 ore in occasione del trentesimo anniversario della tradizionale classifica della Qualità della vita che sarà pubblicata come consuetudine dal quotidiano economico finanziario a fine anno.

Dal confronto sulle performance climatiche dei 107 capoluoghi di provincia, realizzato attraverso l’esame di 10 indicatori come ore di sole, ondate di calore, umidità relativa, raffiche di vento, brezza estiva, giorni freddi, piogge e nebbia e altro emerge il gradimento del clima da parte della popolazione.

A primeggiare (sul podio ci sono Imperia, Catania e Pescara) ci sono tutte città costiere. Unica eccezione nelle prime dieci è proprio Cosenza. Per gli altri capoluoghi di provincia bisogna scendere al 23/mo posto per scorgere Catanzaro, mentre al 29/mo c’è Reggio Calabria. In coda, alla sessantatreesima posizione, c’è Vibo Valentia

Rubarono 80 centesimi, condannati tre ragazzi

tribunale dei minori CaltanissettaA Gela (Caltanissetta) tre minorenni dovranno svolgere per otto mesi attività di volontariato per avere compiuto, lo scorso anno, un “furto aggravato” di 80 centesimi. L’ha deciso il gup del tribunale dei minori di Caltanissetta.

I tre ragazzi (due maschi e una femmina) si sono trovati nei guai per una scommessa lanciata da uno di loro secondo il quale la chiave della Fiat Panda del padre fungeva da passepartout per aprire tutte le auto di quel tipo.

Il ragazzo vinse la scommessa perché la macchina presa di mira, in un pomeriggio di noia, si aprì davvero. La scena però fu seguita a distanza dal proprietario che mise in fuga i tre, denunciando l’episodio a una volante.

Quando il padrone della Panda dichiarò, conciliante, che dall’auto erano stati portati via “solo gli spiccioli” del porta oggetti, 80 centesimi, scattò lo stesso la denuncia, anche se i tre negano di avere preso i soldi. Fino a novembre dovranno dedicarsi ad autistici e anziani e dimostrare di avere meritato il perdono giudiziario. (Ansa)

Mafia, dieci arresti a Palermo per estorsione e droga

Mafia, dieci arresti a Palermo per estorsione e drogaOperazione antimafia della squadra mobile di Palermo. Dieci persone sono state arrestate, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, con l’accusa, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti anch’esso aggravato dalle modalità mafiose. Sono ritenuti esponenti del mandamento mafioso di San Lorenzo – Tommaso Natale.

Le indagini sono state coordinate dalla Dda e si sono avvalse, tra l’altro, delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Numerose le estorsioni ai danni di imprenditori edili operanti anche in territori diversi da quelli propri di quel mandamento mafioso, come Isola delle Femmine, Capaci e Carini, ai quali veniva imposto il pagamento di ingenti somme di denaro per “la messa a posto”. Le estorsioni avvenivano anche grazie anche al ruolo di collegamento con altre “famiglie” mafiose del territorio palermitano assunto da alcuni degli arrestati.

Incidente stradale sulla 106, a Simeri: muore un anziano

Incidente mortale statale 106 SimeriE’ morto durante un intervento chirurgico necessario per stabilizzare i diversi traumi provocati da un incidente stradale. La vittima è un uomo di 91 anni, residente a Soveria Simeri.

L’incidente è avvenuto domenica pomeriggio sulla strada statale 106, all’altezza di località Roccani, nel comune di Simeri Crichi. L’anziano era alla guida di una Fiat 500 e viaggiava in direzione Catanzaro.

L’uomo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, avrebbe tentato di effettuare una inversione di marcia, ma è stato centrato in pieno da un’autovettura. Immediati i soccorsi, con un’ambulanza del 118 che ha provveduto a trasportare l’anziano all’ospedale di Catanzaro.

Domenica sera i medici sono intervenuti con un intervento chirurgico nel tentativo di stabilizzare il paziente, che nell’incidente ha riportato diversi politraumi, ma l’uomo non ce l’ha fatta.

‘Ndrangheta, sequestrati altri 7,5 milioni agli imprenditori Bagalà

sequestro denaro soldi BagalaI militari della Guardia di finanza di Reggio Calabria insieme ai colleghi dello Scico hanno sequestrato altri beni per un valore stimato di 7,5 milioni di euro nella disponibilità di Giuseppe Bagalà, di 62 anni e Luigi Bagalà (73), membri del noto “gruppo imprenditoriale” di Gioia Tauro operante nel settore degli appalti pubblici e ritenuti vicini ai clan della ‘ndrangheta. Con questo ulteriore sequestro, il patrimonio complessivo sequestrato dopo indagini coordinate dalla DDA reggina, è di 127 milioni di euro.

Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del locale Tribunale su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto procuratore Gianluca Gelso all’esito delle articolate indagini di carattere economico finanziario svolte dalla Guardia di Finanza, le quali hanno consentito di individuare – e sequestrare – 7 fabbricati di pregio siti in Gioia Tauro e Milano, nonché 16 terreni (vigneti, uliveti e frutteti) di estensione pari a circa 7 ettari, localizzati in Gioia Tauro e Taurianova.

Il sequestro segue quelli eseguiti nei confronti della stressa famiglia di imprenditori, sempre su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nel mese di luglio del 2018, allorquando furono affidati alla gestione dello Stato i beni aziendali e le quote societarie di 11 imprese operanti nel settore della realizzazione di grandi opere edili e infrastrutture e 161 immobili (fabbricati e terreni), autovetture e beni di lusso; il tutto per un valore stimato in 115 milioni di euro. A gennaio 2019, con riferimento a rapporti finanziari, bancari e assicurativi per un valore complessivo pari a 4.690.751 euro.

Tutti i provvedimenti della magistratura sopra riferiti – spiegano gli inquirenti – traggono origine dagli approfondimenti patrimoniali svolti nel corso di oltre due anni dai Finanzieri che hanno valorizzato appieno le risultanze delle attività investigative condotte,con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, dal Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria della Guardia di Finanza nell’ambito delle operazioni: “Ceralacca” – conclusa con la complessiva esecuzione, tra il 2012 e il 2014, di 25 provvedimenti restrittivi personali nei confronti, tra gli altri, di BAGALA’ Giuseppe classe ’57 e BAGALA’ Francesco cl. ’90, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di cui agli artt. 416, 353, 319, 319 bis, 320, 321, 326 c.p. (associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione e alla rivelazione di segreti d’ufficio), nonché di provvedimenti cautelari reali su 15 imprese, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato in circa 48 milioni di euro;

“Cumbertazione” – conclusa nel 2017 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di nr. 27 soggetti, tra cui BAGALA’ Giuseppe cl. ’57, BAGALA’ Francesco cl. ’90, BAGALA’ Luigi cl. ’46 e BAGALA’ Francesco cl. ’77, ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’art. 7 L. 203/1991, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro;

“Martingala” – condotta in sinergia con la Direzione Investigativa Antimafia/Centro Operativo di Reggio Calabria, nei confronti di un articolato sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti tra cui, a vario titolo, quelli di associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l’aggravante – per alcuni di essi – del metodo mafioso. L’operazione – nel cui ambito risultano allo stato indagati i predetti BAGALA’ Giuseppe cl. ’57 e BAGALA’ Francesco cl. ’90– si è conclusa nei primi mesi del 2018 con l’esecuzione di 27misure cautelari personali nonché di provvedimenti cautelari reali nei confronti di 51 società – anche estere – partecipazioni sociali, beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo stimato in circa €. 119.000.000, che, a fattor comune, hanno disvelato le cointeressenze del predetto gruppo imprenditoriale con l’articolazione di ‘ndrangheta dei Piromalli, operativa nel territorio della Piana.

Secondo il quadro accusatorio, attraverso i predetti imprenditori ad essa riconducibili, la cosca dei Piromalli avrebbe acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dai maggiori comuni della Piana di Gioia Tauro e da altri enti – tra i quali l’ANAS S.p.A. – nonché la gestione delittuosa di flussi economici finalizzata a riciclare ingenti somme di denaro derivanti da “fondi neri” creati attraverso attività economiche illecite.

Con i provvedimenti in esecuzione, e grazie alla costante sinergia con l’Autorità Giudiziaria – sempre più incisiva nell’aggressione delle disponibilità economico patrimoniali della criminalità organizzata – il patrimonio riconducibile al “gruppo imprenditoriale Bagalà” attinto dalla misura di prevenzione del sequestro raggiunge il valore complessivo stimato di oltre 127 milioni di euro.

Basilicata, vince Bardi trainato dalla Lega al 19,1%. M5s al 20,32

il nuovo governatore della Basilicata Vito Bardi
il nuovo governatore della Basilicata Vito Bardi (Ansa)

Vito Bardi, del Centrodestra, è il nuovo governatore della Basilicata. Non accadeva da un quarto di secolo, tempo in cui l’egemonia è stata del Centrosinistra. Scrutinate tutte le 681 sezioni, il candidato scelto dal Berlusconi si attesta al 42,20 percento, grazie però al quasi 20 percento portato in dote dalla Lega di Salvini. Il Centrodestra unito in poche settimane conquista Abruzzo, Sardegna e Basilicata, tutte strappate al Pd e al centrosinistra.

Il nuovo governatore: “Abbiamo scritto la storia”

“Abbiamo scritto la storia: la Basilicata è pronta per il cambiamento. Chiamerò Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni per fare una grande festa”, esulta il generale Bardi. “Al primo posto nell’agenda c’è il lavoro – afferma poi l’ex generale della Guardia di finanza, indicato come candidato da Forza Italia. “I giovani saranno presenti e dovranno avere opportunità in questa terra. Trasparenza, meritocrazia e legalità saranno al centro. La regione è di tutti e io sarà il presidente di tutti”.

Deluso il candidato del M5s Mattia

Amaro il commento del candidato M5s Antonio Mattia: “C’è un dato positivo per il movimento, ma la delusione personale resta. Spero che il neo governatore lavori nell’interesse dei lucani e non di Berlusconi, anche se non ci credo: la nostra guardia sarà alta, perché questo è il peggior centrodestra di sempre”.

Gli sconfitti

Dopo il vincitore Bardi troviamo Carlo Trerotola, candidato del centrosinistra, al 33,11%; Antonio Mattia del Movimento 5 stelle con il 20,32% e Valerio Tramutoli di Basilicata possibile al 4,37%.

I seggi

Alla coalizione vincente vanno 12 seggi più il Presidente (6 alla Lega, 3 a Forza Italia, 1 a Fratelli d’Italia, 1 alla lista Idea e 1 seggio a Basilicata positiva).  Al Centrosinistra 4 seggi: al Pd, che era aggregata insieme a un’altra lista (7,75%), vanno 2 seggi, mentre gli altri due scranni finiscono alla lista Avanti Basilicata (8,63%). Il seggio di Progressisti per la Basilicata è stato detratto alla lista per assegnarlo al candidato del centrosinistra Trerotola.

Al Movimento 5 stelle 3 seggi. E Mattia resta fuori

Al M5s vanno 3 seggi. Il sito del Viminale non indica il candidato grillino Mattia tra i consiglieri. Zero seggi per tutti gli altri. Assegnati 19 seggi in tutto che con il presidente Bardi si arriva a 20, secondo i dati del ministero dell’Interno.

Di un soffio la Lega non supera il M5s

Non c’è stato ma di poco il sorpasso della Lega sul M5s come primo partito. All’alba, secondo i dati parziali del Viminale, in più circostanze il Carroccio aveva superato il M5s. I grillini hanno recuperato nelle ultime sezioni e si attestano al 20,41%, seguito dalla Lega con il 19,09%. Forza Italia è crollata al 8,84%, Fdi al 5,89%, il Pd in verticale chiude al 7,78%.

Di Maio: “Il M5s resta il primo partito”, ma per un punto

“Il MoVimento 5 Stelle – commenta Luigi Di Maio su Facebook – è la prima forza politica in Basilicata. Gran parte della stampa parla di “voti dimezzati in un anno” e di “crollo”, ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro. Ed è un risultato che conserviamo con grande senso di responsabilità verso il Paese, senza esultanze da stadio. Noi abbiamo un simbolo, una lista. E andiamo avanti così!”.

“Considerando il vero tracollo di Pd (che perde ben 16 punti rispetto al 2013) e Forza Italia, se andassimo al voto alle elezioni politiche domani – prosegue Di Maio – potremmo anche rivincere in quella regione, visto che non esisterebbero le miriadi di liste civetta che hanno assorbito centinaia di voti soprattutto nei Comuni di provincia. I giornali sono liberi di scrivere ciò che credono; quel che conta è che il MoVimento, oggi, è più forte di prima in Basilicata: passa dall’8% delle regionali 2013 a oltre il 20% di oggi. E questa non è la nostra storia, è la realtà!”.

Esulta Matteo Salvini: “Ora cambiamo l’Europa”

“GRAZIE! La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l’Europa”, scrive su Facebook il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Il Carroccio ha triplicato i voti se si guarda alle elezioni politiche in cui prese il 6%. Alle elezioni del 2013 non era presente.

Centrodestra avanti nello scacchiere delle regioni.

Fino all’anno scorso le regioni amministrate dal Centrosinistra erano 15 contro le 4 del Centrodestra. Con la tornata di ieri in Basilicata, il conteggio è ora tutto a favore degli azzurri che governano oggi 10 regioni contro le 9 dei “rossi”.

In un anno sono passate al Centrodestra, sempre a traino leghista, la Sicilia, la Provincia di Trento, il Molise, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, l’Abruzzo, la Sardegna e appunto la Basilicata, a cui c’è da aggiungere Lombardia e Veneto, storicamente appannaggio della destra.

A novembre c’è l’altra tornata di regionali in Emilia Romagna e Calabria, oggi entrambe governate dal Centrosinistra. Bisogna capire se il vento azzurro riesce a capovolgere anche queste regioni.

 

Braccianti stipati come animali, 18 denunce per Caporalato e immigrazione clandestina nel Cosentino

Diciotto persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Montegiordano per caporalato e
immigrazione clandestina. Le fiamme gialle hanno identificato 56 soggetti reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del comparto agricoltura.

I Finanzieri cosentini, impegnati in posti di controllo nell’area urbana di Roseto Capo Spulico (CS) hanno sottoposto a fermo – tra gli altri – sette furgoni in cui erano stipati,
alcuni anche all’interno del vano portabagagli, in condizioni degradanti, cinquantasei braccianti agricoli stranieri di nazionalità pakistana, nigeriana, bulgara e rumena, provenienti dalle campagne lucane dove avevano prestato la propria manodopera presso
aziende agricole.

I braccianti sono stati quindi accompagnati presso gli uffici della Tenenza per essere identificati ed escussi a sommarie informazioni, anche con l’ausilio di interpreti.

Sulla base delle dichiarazioni fornite e della documentazione rinvenuta a bordo dei mezzi, è emerso che gli stessi erano stati reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del
comparto agricoltura ed impiegati presso le agricole percependo paghe nettamente inferiori a quanto stabilito dalle norme contrattuali.

Dopo aver accertato l’identità di tutti i braccianti fermati, è emerso che sette di loro erano in possesso di permesso di soggiorno scaduto e privi di richiesta di rinnovo.

All’esito dell’operazione sono stati deferiti, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, 11 “caporali” (tra cui i tre
titolari delle aziende lucane) in concorso tra loro, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, per il quale rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Sette i braccianti irregolari segnalati alla Procura della Repubblica per violazioni al testo unico sull’immigrazione.

Incendio nella tendopoli di San Ferdinando : la Procura dispone perizia

La tenda dove è morto il migrante nella nuova tendopoli a San Ferdinando
La tenda dove è morto il migrante nella nuova tendopoli a San Ferdinando (Ansa)

La Procura della Repubblica di Palmi ha disposto una perizia tecnica per accertare le cause dell’incendio nella nuova tendopoli di San Ferdinando che all’alba di venerdì scorso ha provocato la morte di un migrante senegalese, Sylla Nouma, di 32 anni.

“Ciò ovviamente non significa – ha detto all’Ansa il procuratore Ottavio Sferlazza – che disponiamo di elementi che consentano di privilegiare, in merito alle cause dell’incendio, un’ipotesi piuttosto che un’altra. La perizia è soltanto l’espressione del potere-dovere da parte nostra di accertare i fatti ed eventuali responsabilità, a qualsiasi titolo”.

“Ciò che voglio, in sostanza – ha aggiunto il procuratore Sferlazza – è sgomberare il campo da qualsiasi dubbio, nei limiti del possibile”.  La Procura di Palmi ha anche disposto l’autopsia sul corpo di Sylla Nouma.

Basilicata, Bardi al 42,5% grazie alla Lega (choc) che “supera” il M5S

Vito Bardi
Vito Bardi (Ansa)

Con circa il 60% delle sezioni scrutinate (430 su 681), il candidato governatore della Basilicata per il centrodestra Vito Bardi è in testa con il 42,60%, secondo i risultati ufficiali parziali delle elezioni regionali di ieri. Seguono Carlo Trerotola del centrosinistra al 35,67%, Antonio Mattia del Movimento 5 stelle con il 19,59% e Valerio Tramutoli di Basilicata possibile al 4,00%. Lega sarebbe primo partito con il 19,77%. Segue l’M5s con il 19,60%. Crolla il Partito democratico che si ferma invece al 8,45%. Stessa cosa FI.

“Abbiamo scritto la storia”: sono le prime parole pronunciate davanti ad un folto gruppo di giornalisti da Vito Bardi, candidato del centrodestra che diventerà governatore della Regione Basilicata secondo la tendenza dello scrutinio.

“La Basilicata – ha aggiunto Bardi – è pronta per il cambiamento. Il centrodestra ha scelto la via del riscatto. Sono emozionato come lucano e onorato come uomo delle istituzioni”.

“Chiamerò Berlusconi, Salvini e Meloni per fare una grande festa”, ha annunciato poi Bardi. “E’ finita una campagna elettorale che è stata un’esperienza fantastica in una regione bellissima”.

“Al primo posto dell’agenda c’è il lavoro”, ha ricordato Bardi. “I giovani saranno presenti e dovranno avere opportunità in questa terra. La Regione è di tutti e io – ha aggiunto, fra gli applausi dei suoi sostenitori – sarò il presidente di tutti.
Trasparenza, meritocrazia e legalità – ha concluso Bardi – saranno al centro”.

E’ stata del 53,58% l’affluenza definitiva alle urne per le elezioni regionali in Basilicata, secondo i dati comunicati sul sito del Viminale. Si tratta di un dato in crescita rispetto alle precedenti regionali del novembre 2013 quando l’affluenza è stata del 47,60%. Ma in quell’ occasione si votava in due giorni: domenica e lunedì. Nella provincia di Potenza la quota di votanti è stata del 52,40%. Più alta in quella di Matera (56,22%).

Il dato della Lega, che finora supera il M5S come primo partito, è definito da molti come sorprendente. Alle scorse regionali il partito di Salvini non era presente mentre alle politiche del marzo 2018 racimolò un 6% circa. Ed è proprio grazie al Carroccio che Bardi – scelto da Berlusconi – diventerà governatore della Basilicata. Dopo Abruzzo e Sardegna il centrodestra a traino leghista, anche con la Basilicata, fa man bassa di regioni.

Elezioni in Basilicata, al via lo spoglio. Centrodestra verso la vittoria

candidati elezioni regionali BasilicataAlle ore 23 di domenica sono stati chiusi i seggi per le elezioni regionali in Basilicata. A contendersi la presidenza dopo l’era Pittella sono Vito Bardi per il centrodestra, Carlo Trerotola per il centrosinistra, Antonio Mattia per M5S e Valerio Tramutoli per Basilicata possibile. Ora è in corso lo spoglio.

Le prime proiezioni ufficiali attorno alla mezzanotte, ma secondo le prime notizie date dai media il generale Vito Bardi, quando sono state scrutinate ancora poche sezioni, è in vantaggio sui rivali. Proiezioni confermate da diverse fonti: Il centrodestra unito, con la Lega che fa da traino, si appesta a conquistare l’ennesima regione.

Nelle elezioni regionali del 2013 venne eletto Marcello Pittella (Pd) con il 59,6% delle preferenze e premiarono la coalizione di centrosinistra con Pd 24,8%, lista Pittella presidente 16,01%, Psi 7,47%, Realtà Italia 5,92%, Centro democratico 5,04%, Italia dei valori 3,45%. Il contendente del centrodestra fu Tito Di Maggio, 19,38% dei voti (Pdl prima forza con 12,27%); per il Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini, 13,19% (poi nel 2014 eletto eurodeputato). L’altro ”vincitore” nella precedente tornata elettorale fu l’astensionismo, con affluenza del 47,6%.

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 si è registrata un’inversione di tendenza. Il Movimento 5 Stelle ha prevalso con otto seggi tra Camera e Senato, su un totale di 13 assegnati alla Basilicata, con una media tra Camera e Senato del 44,35%, surclassando il centrodestra 25,39% (FI 12,4% – Lega 6,28%), il centrosinistra 19,61% (Pd 16,14%) e Leu (6,44%).

La Basilicata torna al voto anticipato dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex presidente Marcello Pittella (Pd), accusato di presunti illeciti sulla sanità lucana.

L’affluenza alle urne 

Supera di poco il 50%, secondo dati parziali, l’affluenza ai seggi per le elezioni regionali in Basilicata. Alle precedenti consultazioni del novembre 2013 si votava in due giorni: domenica e lunedì.

Nella tornata si eleggono il presidente della Regione e i 20 componenti del consiglio regionale (13 in provincia di Potenza e sette in quella di Matera).

 

Via della Seta, Oliverio si arrabbia con Conte: “La Calabria è esclusa”

Via della Seta, Oliverio si arrabbia con Conte: La Calabria è esclusa
Mario Oliverio

“Purtroppo le gravi scelte compiute in questi giorni dal Suo Governo a discapito della Calabria e del Sud mi costringono amaramente a constatare che la Calabria, più che “una terra abbandonata a se stessa”, è una terra abbandonata dal Governo nazionale”. Lo scrive il Governatore della Calabria, Mario Oliverio, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Oliverio sostiene anche che “è incomprensibile come da una parte si annunci di svolgere in Calabria, da Lei definita “una terra abbandonata a se stessa”, una seduta del Consiglio dei Ministri e nelle stesse ore si assumano scelte strategiche importanti e determinanti che tagliano fuori il porto di Gioia Tauro, ovvero il più grande porto hub del Paese, tra i più importanti dell’Europa e del mondo per le merci”.

Un riferimento Oliverio lo fa anche alla Sanità, sottolineando “le politiche sbagliate che i Governi nazionali, compreso l’attuale, stanno portando avanti, da ormai dieci anni attraverso la gestione Commissariale”.

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