14 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 531

Sequestra e minaccia con un coltello l’ex compagna, arrestato

arresto Giovanni Balzano Melodia
L’arresto ripreso dalla telecamera interna del negozio

Gli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Gioia Tauro hanno arrestato, per tentato omicidio, estorsione, minaccia aggravata, sequestro di persona e atti persecutori, Giovanni Balzano Melodia, 41enne di Seminara, gravato da precedenti.

Nel dettaglio, nella tarda serata del 21 marzo scorso, è giunta una richiesta di aiuto alla sala operativa del Commissariato che segnalava la presenza di due uomini, all’interno di un negozio di abbigliamento per donna nel centro di Gioia Tauro, uno dei quali stava minacciando la titolare dell’attività commerciale. L’uomo, armato di coltello, stava tentando di estorcere denaro alla donna, sequestrandola di fatto, all’interno del suo negozio.

Immediato l’intervento degli Agenti della Polizia di Stato che hanno fatto irruzione all’interno dell’attività commerciale intimando ai due soggetti di desistere dal loro intento criminoso. Gli Agenti, con sangue freddo e determinazione riuscivano a disarmare il 41enne armato di coltello ed ammanettarlo.

Secondo quanto ricostruito, durante le fasi dell’arresto, Balzano Melodia, armato, ha più volte inveito e minacciato gli operatori di Polizia. Gli accertamenti effettuati e le dichiarazioni rese dalla vittima hanno consentito di accertare che l’arrestato si era introdotto insieme al fratello nel negozio della donna minacciandola con un coltello allo scopo di riavere una somma di denaro per un presunto debito contratto in passato.

La vittima ha inoltre dichiarato che l’episodio in questione costituiva soltanto un ennesimo atto di violenza posto in essere dall’arrestato con il quale lei aveva per diversi anni intrattenuto una relazione sentimentale.

La donna ha detto di essere diventata oggetto di continue vessazioni e ripetute violenze da parte dell’uomo da quando lei aveva deciso di porre fine alla loro storia. La donna ha avuto quindi la forza ed il coraggio di denunciare di aver subito, per più di due anni, ripetute violenze fisiche e morali dall’ex compagno che, spesso sotto l’effetto di alcoolici, pretendeva da lei somme di denaro. Tale condizione di ansia e pericolo l’aveva portata a trasferirsi di casa e a cambiare abitudini, temendo per la propria vita.

Ultimate le formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Arghillà e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha successivamente convalidato l’arresto mentre il fratello è stato denunciato in stato di libertà per il reato di favoreggiamento personale.

‘Ndrangheta, sequestrati beni a condannato per operazione “Infinito”

'Ndrangheta, sequestrati beni a condannato per operazione InfinitoLa Polizia di Stato di Milano ha eseguito un provvedimento di sequestro ai sensi della normativa antimafia nei confronti di Francesco Manno, 57enne, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa a nove anni di reclusione a seguito dell’“Operazione Infinito”.

Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Divisione anticrimine della Questura di Milano. Manno è stato ritenuto organico alla “locale di Pioltello”, sodalizio riconducibile alla ‘ndrangheta ed in particolare alla cosca di Caulonia (Reggio Calabria), territorio di cui Francesco Manno è originario, come anche suo fratello Alessandro Manno, considerato il reggente della locale.

Le indagini patrimoniali svolte dai poliziotti della Divisione anticrimine hanno consentito di accertare la presenza nel patrimonio del soggetto di beni di presunta provenienza illecita, tra cui società, immobili e liquidità presso conti correnti, tutti beni sequestrati in vista di una loro destinazione alla collettività, per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

Mezzo pesante perde gasolio sull’A2 a Reggio, incidenti e pesanti disagi

Mezzo pesante perde gasolio sull'A2 a Reggio, incidenti e pesanti disagi
Archivio

Disagi e traffico bloccato per ore sull’A2 Autostrada del Mediterraneo dopo che un’autocisterna, in transito nel tratto tra gli svincoli di Villa San Giovanni e Gallico, ha disperso gasolio a causa della rottura del serbatoio provocando una serie di incidenti a catena.

Immediato l’intervento del personale della Polizia stradale e dell’Anas che hanno disposto la chiusura del traffico in direzione nord con deviazione obbligatoria all’uscita dello svicolo di Reggio Porto e rientro a Villa San Giovanni percorrendo la strada statale 18 Tirrena Inferiore. Gli operatori dell’Anas hanno lavorato per il ripristino delle condizioni di percorribilità del tratto interessato.

La macchina dei soccorsi è stata attivata immediatamente e si sta prestando la necessaria assistenza a quanti sono stati coinvolti negli incidenti stradali, nessuno dei quali ha provocato gravi conseguenze agli automobilisti.

Corruzione a Cariati, arrestato il sindaco Greco, il fratello e altri tre. 11 denunce

Filomena Greco
Filomena Greco

La sindaca di Cariati Filomena Greco è stata arrestata e posta ai domiciliari, insieme al fratello Saverio e funzionari del comune, dalla Gaurdia di finanza di Cosenza nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla procura di Castrovillari, con l’accusa a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e abusivismo edilizio.

L’inchiesta, in codice “Platone”, secondo quanto emerso, avrebbe svelato presunti illeciti sulla realizzazione di una delle cliniche della famiglia e sulla gestione della raccolta dei rifiuti di Cariati. Oltre agli arrestati sono indagate altre 11 persone. Sequestrata la struttura sanitaria, secondo gli investigatori, realizzata abusivamente. Incarichi pubblici in cambio di favori personali, spiega l’accusa.

Le indagini dei militari, collegate a pregresse attività di indagine relative l’appalto per il servizio di gestione dei rifiuti del Comune di Cariati, hanno consentito di rilevare l’indebito rilascio da parte del Dirigente dell’Area Tecnica, di un permesso di costruire in sanatoria a favore di un gruppo imprenditoriale (iGreco, ndr) per la ristrutturazione e l’adeguamento di un immobile da adibire a clinica medica privata.

Gli approfondimenti investigativi condotti dai militari delle Fiamme Gialle – spiega una nota della procura – hanno permesso di rilevare che il Dirigente, già nominato fiduciariamente dal Sindaco Greco a tempo determinato ed in scadenza di incarico, veniva prorogato nelle sue mansioni allo scopo di agevolare il procedimento amministrativo di rilascio del permesso di costruire.

La proroga della nomina, intervenuta a 5 giorni dalla definitiva decadenza del Sindaco a causa di una conclamata crisi politica, consentiva allo stesso di attivare in maniera discrezionale, senza impulso degli aventi diritto, il procedimento amministrativo autorizzatorio, rilevatosi illegittimo.

Al contempo, in assoluta incompatibilità con la funzione pubblica ricoperta, il Dirigente prorogato curava l’iter progettuale dell’opera redigendo gli elaborati tecnici presentati alla Pubblica Amministrazione al fine di ottenere i necessari nulla osta per la realizzazione della struttura sanitaria privata.

All’esito del procedimento il Dirigente ometteva di effettuare i previsti controlli sulla Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) prodotta dalla società per i lavori di riqualificazione e ristrutturazione dell’immobile oggetto di permesso.

Le presunte condotte illecite permettevano il rilascio alla società, nel medesimo giorno ed a poche ore dalla decadenza del primo cittadino di Cariati, delle autorizzazioni necessarie per l’edificazione e la gestione di una clinica privata.

Da ultimo, nell’ambito dell’originaria attività investigativa, parallelamente, sono state constatate ulteriori collusioni intercorrenti tra il Dirigente dell’Area Tecnica dell’Ente e il responsabile di fatto di una società, finalizzate alla turbativa dell’appalto dei rifiuti, concretizzatesi nell’adozione di un provvedimento illegittimo, successivamente annullato dal TAR, con cui è stata esclusa l’offerta della prima classificata, in quanto ritenuta anomala, con conseguente aggiudicazione definitiva dell’appalto all’impresa seconda classificata, già assegnataria di affidamenti diretti illegali.

All’esito dell’attività investigativa della Guardia di Finanza, diretta da pm Luca Primicerio e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, il Giudice per le Indagini Preliminari, Carmen Ciarcia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di pubblici amministratori del Comune di Cariati nonché di due imprenditori locali.

Le misure cautelari, ai domiciliari anche Saverio Greco

Oltre ai domiciliari per il sindaco di Cariati Filomena Greco, la stessa misura è stata disposta per Saverio Greco imprenditore e fratello della Greco. Agli arresti domiciliari anche Giuseppe Fanigliulo, dirigente dell’Area tecnica del Comune, e per l’imprenditore Cristoforo Arcovio. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per Sergio Salvati, vicesindaco di Cariati.

È stato inoltre disposto il sequestro preventivo dell’immobile abusivo, privo di valide autorizzazioni.

Filomena Greco già la scorsa estate era stata destinataria di una misura cautelare del divieto di dimora nei Comuni di Cariati, Rossano e Corigliano proprio nell’ambito di una inchiesta sull’affidamento di appalti sulla raccolta dei rifiuti, secondo la procura di Castrovillari, affidate senza gara alla stessa ditta in violazione del relativo codice. Misura che le fu poi revocata. Investigando su quegli illeciti, è venuta alla luce la storia odierna della realizzazione della struttura sanitaria.

L’incredibile ascesa del gruppo iGreco fino a qualche anno fa sconosciuto

Astro nascente dell’imprenditoria cosentina, calabrese ma anche italiana, il gruppo iGreco ha avuto un’ascesa incredibile dapprima nel mercato dell’olio e agricolo, estendendo poi i suoi interessi ad altri settori come la Sanità privata, l’editoria e nel mondo alberghiero.

Lo si può considerare uno dei gruppi calabresi più potenti sul piano economico. La famiglia Greco, per citare alcuni aspetti noti, aveva pensato di presentarsi come uno degli acquirenti di Alitalia, la compagnia aerea di bandiera italiana. Aspirazione spenta quasi sul nascere ma non prima di aver conquistato l’interesse della stampa nazionale ed estera che dedicò al gruppo diversi articoli.

Nella gara per la gestione degli aeroporti calabresi, altro step, il gruppo iGreco voleva acquisire quello di Crotone, ma una serie di anomalia nella documentazione saltò tutto e l’Enac affidò la gestione degli scali a Sacal.

Aggredisce e minaccia i Carabinieri dopo un inseguimento, arrestato

Aggredisce e minaccia i Carabinieri dopo un inseguimento, arrestato Antonino MazzeoI Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia sono stati coinvolti in un rocambolesco inseguimento determinato dal tentativo di sottrarsi al controllo maldestramente posto in essere da un giovane Miletese, incensurato.

Quest’ultimo, identificato in Antonino M., classe ’87, dopo aver ignorato l’Alt della pattuglia dell’Arma di Mileto si dava alla fuga in direzione di Filandari dove forzava ben due posti blocco predisposti dalle pattuglie posizionatesi per arrestarne la corsa.

Ne scaturiva un inseguimento a folle velocità che terminava, fortunatamente senza conseguenze per la popolazione civile, nelle campagne di Zungri dove il fuggitivo, dopo essere uscito di strada, abbandonava il veicolo correndo in direzione delle campagne limitrofe.

Raggiunto dal personale della Radiomobile aggrediva e minacciava 2 militari con calci e pugni costringendoli alle cure ospedaliere. Trasportato in sede, dopo essersi rifiutato di fornire le proprie generalità, che venivano individuate solo attraverso il foto-segnalamento.

Particolarmente singolare – notato i militari –  è stato il tentativo dell’arrestato di depistare il narco-test, neccessario per conclamere la presenza di cocaina nel sangue dello stesso mentre era alla guida del veicolo.

L’arrestato infatti, credendo di non essere osservato dai Carabinieri mentre era nel bagno della caserma, tentava di sostituire la propria urina con acqua del rubinetto. Chiaramente “beccato” in flagranza veniva costretto a ripetere il test che risultava comunque positivo alla citata sostanza stupefacente.

Il rito direttissimo, celebrato nella prime ore del mattino, convalidava l’operato dei militari dell’Arma sottoponendo il giovane all’obbligo quotidiano di presentazione ai Carabinieri di Mileto.

Vivarium di Cassiodoro, a Cosenza un convegno per recupero monastero

“Stiamo lavorando a un programma di ricerca per il recupero del Vivarium di Cassiodoro, area d’interesse non solo archeologico, ma anche religioso e storico di caratura internazionale”. Lo ha detto il soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio di Cosenza Mario Pagano a margine di un incontro sul monastero di Squillace tenutosi a palazzo Valdesi di Cosenza.

L’iniziativa ha concluso il primo ciclo degli “Incontri con la Soprintendenza” promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali. Pagano ha esposto i risultati delle indagini condotte all’interno del complesso monumentale attraverso lo studio di alcuni bolli laterizi rinvenuti nell’area e analizzando il più antico codice, quello di Bamberga che illustra il monastero di Cassiodoro.

“Il Vivarium – ha detto Pagano – è luogo dove si è conservata la cultura classica e va per questo preservato: esso rappresenta il culto della vita monastica e culturale di cui Cassiodoro è elemento centrale”. (Ansa)

Chi era Cassiosoro – Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore è stato un politico, letterato e storico romano, che visse sotto il regno romano-barbarico degli Ostrogoti e successivamente sotto l’Impero Romano d’Oriente. Nacque a Scolacium nel 485 circa dove morì nel 580 circa.

Il Vivarium è stato un monastero fondato nel VI secolo da Cassiodoro nei pressi di Squillace, in Calabria. All’interno del convento Cassiodoro istituì anche un centro di studi sulla Bibbia e una biblioteca, luogo di conservazione della letteratura classica (greca e latina). Cassiodoro intese in questo modo contribuire al successo del lavoro della sua vita, ossia il tentativo di gettare ponti sulle linee di frattura culturali del sesto secolo: fra romani e goti, fra cattolici ortodossi ed i loro dominatori ariani, tra est ed ovest, fra cultura greca e cultura latina, fra cultura classico-pagana e cultura cristiana. (Wikipedia)

Fa sesso con l’allievo e nasce un figlio, arrestata la prof. a Prato

Fa sesso con l'allievo e nasce un figlio, arrestata la prof. a PratoE’ stata arrestata e posta ai domiciliari la professoressa di Prato che avrebbe avuto un figlio da un suo allievo di 15 anni dopo un rapporto sessuale. L’accusa per lei, 31 anni, è di “atti sessuali con minore”.

L’inchiesta è scattata lo scorso 8 marzo ed ha al centro il rapporto tra lei e il 15enne al quale dava ripetizioni private. Il ragazzino – come dimostrerebbe l’esame del Dna – sarebbe anche padre dell’ultimo figlio della donna, nato la scorsa estate. Secondo quanto riferito da uno dei legali della 31enne, è stato notificato stamani anche un avviso di garanzia al marito.

Quale sia stata la svolta nelle indagini che ha portato la procura di Prato a chiedere gli arresti per la 31enne, non è ancora chiaro: l’ordinanza, di circa 40 pagine, è stata confermata anche da fonti citate dall’Ansa vicine all’inchiesta.

Il marito, invece sarebbe indagato per “alterazione di stato”, un reato che si applica a chi altera lo stato civile di un neonato. Contemporaneamente alla consegna dell’ordinanza di custodia gli agenti della Squadra mobile stanno anche eseguendo una perquisizione nei confronti dei coniugi e sequestrando altro materiale nella loro abitazione a Prato.

Macabro a Cirò Marina, neonato trovato sotterrato nel giardino di casa

Macabro a Cirò Marina, neonato trovato sotterrato nel giardino di casa Macabro ritrovamento a Cirò Marina. Un neonato senza vita e in avanzato stato di decomposizione è stato trovato sotterrato nel giardino di un’abitazione del centro del crotonese. A fare la scoperta sarebbe stata la badante della anziana proprietaria che stava effettuando dei lavori di pulizia nello spazio verde intorno alla casa.

Dopo la scoperta sono stati allertati i Carabinieri del posto che giunti in loco hanno avvisato il magistrato di turno per avviare le indagini del caso. Non si è in grado, al momento di stabilire da quanto tempo il neonato fosse stato sotterrato, riferiscono i militari guidati dal capitano Alessandro Epifanio.

Il neonato è stato ritrovato sepolto sotto delle pietre nascoste dalla vegetazione. La Procura di Crotone che ha ha aperto una inchiesta, ha disposto l’autopsia sul corpicino del neonato.

Da quanto appreso, le persone che vivono nella casa sono state convocate in caserma al fine di ricostruire un quadro più chiaro e dettagliato della situazione. I proprietari sarebbero in quella casa da qualche anno, non sono nuovi.

Una delle ipotesi sarebbe quella che a sotterrare il neonato nel giardino sarebbe stata una delle tante badanti straniere che nel tempo si sono avvicendate nell’assistenza alla anziana signora. Non si esclude un parto clandestino di una donna che se scoperta dovrà rispondere di omicidio e occultamento di cadavere. Indagini sono in corso.

Strasburgo approva la direttiva sul Copyright, delusione per riforma capestro

parlamento europeo strasburgoIl Parlamento europeo ha approvato le nuove regole sul diritto d’autore. Il via libera dall’aula di Strasburgo all’accordo provvisorio raggiunto a febbraio sulle nuove norme sul rispetto del diritto d’autore in Internet è passato con 348 sì, 274 no e 36 astenuti. Le nuove norme Ue sul copyright, che includono salvaguardie alla libertà di espressione, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare con i giganti del web.

Si conclude così il processo legislativo, iniziato nel 2016, per il Parlamento europeo. Spetterà ora agli Stati membri, nelle prossime settimane, dare l’ultimo ok formale.

La direttiva intende garantire che diritti e obblighi del diritto d’autore di lunga data, validi nel mondo offline, si applichino ora anche online. YouTube, Facebook e Google News sono alcune delle piattaforme online che saranno più direttamente interessate dalla nuova legislazione.

Queste ultime diventano ora direttamente responsabili dei contenuti caricati sui loro siti. La riforma mira infatti ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, creativi ed editori, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere diffuse sulle piattaforme web.

Gli editori di stampa acquisiscono inoltre il diritto di negoziare accordi (che restano facoltativi) sui contenuti editoriali utilizzati dagli aggregatori di notizie. Numerose disposizioni sono poi specificamente concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio aperto di libertà di espressione.

Per gli utenti di internet, però, tutto resta come prima: non ci sono tasse sui link e gli snippet brevi – ossia le corte frasi di presentazione di un articolo che compaiono per esempio nei feed di notizie di Google o sulle bacheche Facebook – restano fuori dalla tutela dei diritti d’autore.

Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è poi stato protetto ancor più di prima, garantendo specificatamente che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.

La direttiva approvata dal Parlamento di Strasburgo mette fine “all’attuale far-west digitale” stabilendo regole moderne al passo con lo sviluppo delle tecnologie, proteggendo gli autori senza imporre alcun filtro all’upload dei contenuti e prevedendo deroghe chiare per tutelare start-up, micro e piccole imprese. E’ quanto sottolinea tra l’altro in una nota il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani dopo il sì a quella che definisce “riforma equilibrata” sul diritto d’autore online.

Dopo l’approvazione della riforma sul Copyright hanno esultano tutti i grandi editori di giornali italiani ed europei che sperano di tornare a fare profitti come vent’anni fa, magari continuando a essere foraggiati dai contributi statali. “Una grande vittoria per la stampa in Italia”, ha commentato soddisfatto il presidente degli editori di giornali europei dell’Enpa Carlo Perrone.

Una riforma capestro e antidemocratica
Negli ultimi mesi contro la direttiva sul Copyright si erano schierati in molti motivando la loro “protesta” con il fatto che l’adozione delle nuove regole portasse a censure e a restrizioni della libertà di espressione sancita dalle carte costituzionali dei singoli paesi.

Wikipedia, che continuerà ad essere una enciclopedia libera, nei giorni scorsi aveva oscurato le pagine principali in alcuni paesi, tra cui l’Italia, pubblicando i motivi della protesta e invitando gli utenti a scrivere ai parlamentari europei affinché non votassero a favore di un provvedimento che limita fortemente la libertà di espressione sul web e del pluralismo dell’informazione.

Le “pressioni” per una direttiva Ue sul copyright erano arrivate da parte dei grandi editori che, con l’informazione libera sul web, hanno visto calare di molto i propri profitti, a vantaggio dei giganti del web che ora, dal 2021, dopo accordi con gli stessi grandi editori, dovranno usare la “tagliola” su molti professionisti che usano il web per informare. Basta poco modificare un algoritmo per far circolare notizie pubblicate sui giornaloni e ignorare invece quelli che hanno (per loro) poco peso.

I giganti del web, come Google, alla fine troveranno accordi con gli grandi editori ma i piccoli non avranno alcuna voce: saranno spazzati via da questa riforma capestro e antidemocratica che si spera possa essere ridiscussa con il nuovo Parlamento europeo che verrà eletto a Maggio.

Non solo, a questo punto sembra anche giusto mettere mani, e urgentemente, alla legge sui finanziamenti all’editoria. Il M5s non ha mai nascosto questa volontà di eliminare e ridimensionare fortemente i contributi statali ai grandi media. Si faccia come nel web, provino a sopravvivere con ciò che vendono e ricavano con il mercato pubblicitario, sempre più in calo.

I grandi editori rappresentati in Italia dalla Fieg non possono sperare di avere più mangiatoie: la prima un salvadanaio statale in cui trovano milioni di euro ogni anno, la seconda quella dei proventi dei cosiddetti diritti d’autore “patteggiata” coi motori di ricerca sul web. E magari poi pagano i giornalisti a due euro a pezzo, i grandi editori.

Blitz dell’Arma all’ospedale di Serra San Bruno, carenze igieniche e farmaci scaduti

Carabinieri del Nas nei controlli all'ospedale di Serra San Bruno
Carabinieri del Nas nei controlli all’ospedale di Serra San Bruno

SERRA SAN BRUNO (VIBO VALENTIA) – Nel corso della mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo anti sofisticazione di Catanzaro (Nas) unitamente ai militari della Compagnia di Serra San Bruno hanno proceduto ad un controllo straordinario di natura ispettiva del presidio ospedaliero denominato “San Bruno”, sito nel predetto Comune, ricompreso nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia.

Gli accertamenti, svolti d’iniziativa dai vari reparti, hanno interessato l’intera struttura ospedaliera comprensiva di servizi, reparti di degenza nonché impiantistica e sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’ispezione è stata disposta dopo che nello stesso ospedale era stato denunciato il “caso” della salma di un paziente rimasto bloccato per ore nel reparto in cui era avvenuto il decesso a causa della rottura dell’ascensore.

Le criticità strutturali riscontrate sono addebitabili, sostanzialmente, al vetusto immobile (risalente agli anni ’70), nonché al ridimensionamento delle prestazioni fornite all’utente. In particolare, sono state riscontrate varie carenze igienico strutturali.

Di fatto è stata controllata la situazione generale degli ascensori presenti all’interno del locale nosocomio con il risultato che solo uno, seppur obsoleto, è a disposizione sia dell’utenza che dei servizi.

Sono state accertate alcune criticità in merito ai locali del Pronto Soccorso e alcune anomalie sulla gestione delle specialità medicinali e dei presidi medico chirurgici all’interno dei vari reparti tanto da indurre i militari operanti al sequestro degli stessi. In particolare sono stati posti sotto sequestro amministrativo 4.000 presidi medico chirurgici e 300 specialità medicinali, ad uso di stupefacenti, entrambi scaduti.

E’ stato anche accertato, di contro, che i reparti di lunga degenza presenti all’interno del presidio ospedaliero sono in sufficienti condizioni generali.

All’esito, quindi, del controllo, verranno segnalati alle competenti Autorità alcuni dirigenti, funzionari e medici per le rispettive competenze. Inoltre, saranno interessati i competenti Uffici Regionali e Provinciali per i provvedimenti di competenza e non ultimo per l’adeguamento delle strutture alle normative vigenti.

Truffa all’Inps e all’Unione europea, indagate a Locri 67 persone

Truffa all'Inps e all'Unione europea, indagate a Locri 67 persone I Carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 67 persone, ritenute responsabili a vario titolo di concorso in falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata e continuata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

I militari hanno passato al setaccio le attività degli ultimi tre anni di 3 aziende agricole, cui facevano capo, complessivamente, 64 dipendenti. Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti lavoratori, sono emerse numerose incongruenze che evidenziano come tutti i rapporti di lavoro siano stati denunciati al solo fine di far percepire ai soggetti interessati indebite prestazioni assistenziali e previdenziali erogate dall’Inps, oltre che per ottenere finanziamenti europei, con un danno erariale di oltre 500 mila euro.

Questo, infatti, lo scenario ricostruito dall’Arma dopo oltre un anno di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Locri: agricoltori che non conoscono l’ubicazione o la conformazione di terreni sui cui avrebbero lavorato per anni; lavoratori che attestano l’impiego in terreni privi di colture; operai alle dipendenze di datori di lavoro e con colleghi di cui non ricordano i nomi; assenza di documentazione sulle attività imprenditoriali delle aziende; terreni incolti che sulla carta risultano floridi vigneti e uliveti.

Fra gli iscritti nel registro degli indagati anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti soggetti di spicco di alcune importanti ‘ndrine che operano nella Locride, specificatamente a Platì. Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi investigativi finalizzati a verificare il grado di condizionamento esercitato dalla criminalità organizzata.

L’odierna attività, spiegano una nota, è la naturale prosecuzione di quella già definitatra il 2017 ed il 2018 che ha portato alla denuncia di oltre 1700 persone e all’accertamento di oltre 12.000 di euro di somme indebitamente percepite, in attività congiunta fra Carabinieri e Guardia di Finanza di Locri.

Ammanchi Fondazione Field, Regione Calabria parte civile

Padre strozzato, scarcerati i cugini Francesco e Roberto Citro(ANSA) – CATANZARO, 26 MAR – E’ stata accolta la richiesta della Regione Calabria di costituirsi parte civile nel processo riguardante gli ammanchi addebitati agli ex amministratori della Field, ente in house regionale. Ad accogliere la richiesta della Regione, rappresentata dall’avvocato Antonio Lomonaco, è stato il Gup di Catanzaro, Tiziana Macrì, all’inizio dell’udienza preliminare.

Tra le persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio ci sono l’ex presidente dell’ente, Domenico Barile, di 62 anni, e l’ex direttore amministrativo, Lucio Marrello, di 52, insieme ad altri dirigenti tra cui Onofrio Maragò, di 51 anni, attuale sindaco di Sant’Onofrio (Vibo Valentia).

La Procura della Repubblica di Catanzaro, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha contestato alle persone coinvolte di essersi appropriati di fondi dell’ente per un totale di quasi 600 mila euro. Dall’inchiesta è emerso inoltre l’utilizzo di fondi Field per finalità non istituzionali come viaggi, conti di ristoranti e soggiorni in alberghi.

Cosenza, detenuto nordafricano aggredisce agenti di Polizia penitenziaria

L'ingresso del carcere cosentino di Viale Mancini
L’ingresso del carcere cosentino di Viale Mancini

Un detenuto nordafricano, ristretto nel circuito di media sicurezza del carcere di Cosenza, ha aggredito il personale della Polizia penitenziaria intervenuto per dividere alcune persone venute alle mani. A darne notizia sono il segretario generale aggiunto del Sappe Giovanni Battista Durante e il segretario nazionale Damiano Bellucci.

L’episodio, avvenuto durante la fruizione della socialità, ha impegnato gli agenti di polizia penitenziaria. Quattro di loro hanno riportato contusioni per le quali hanno dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari. “Alla data del 28 febbraio scorso – afferma Durante – nel carcere cosentino c’erano 256 detenuti, di cui 63 stranieri, rispetto ad una capienza di 218 posti”.

“Proprio nei giorni scorsi – spiega – abbiamo interessato il Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) sulla carenza di personale che determina notevoli difficoltà nell’organizzazione dei servizi e nella gestione della struttura, atteso che le unità mancanti, rispetto all’organico previsto, che è di 169 unità, sono oltre 30”.

Salvini dice sì alla cittadinaza per Ramy. “Per atti di bravura leggi si superano”

Ramy Shehata
Ramy Shehata (Ansa)

Il tredicenne Ramy Shehata sarà cittadino italiano. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è detto favorevole alla cittadinanza per meriti straordinari per il ragazzino che ha sventato una strage certa a San Donato Milanese, quando l’autista senegalese del bus,Ousseynou Sy, ha preso in ostaggio 51 ragazzini e ha dato fuoco al mezzo. E’ stato il ragazzo egiziano il primo ad allertare i carabinieri. I militari sono giunti sulla Paullese e hanno salvato tutti.

“Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare”, ha detto il ministro dell’Interno a proposito del ragazzino che ha dato l’allarme ai carabinieri dal bus sequestrato a San Donato Milanese.

Il ministro in un primo momento si era mostrato titubante per le notizie che gli arrivavano dagli uffici del Viminale. Il padre del ragazzino, Khaled Shehata, avrebbe precedenti di polizia, ma non risultano condanne. A suo carico, secondo quanto trapela, risulta il reato di permanenza irregolare in Italia, una denuncia per rapina nel ’99 e il fatto di aver falsamente attestato di essere un pubblico ufficiale, ma non risultano condanne. I fatti sono stati commessi tra Crema e Cremona e risalgono nel tempo.

Reati datati per cui il padre, osservava il ministro dell’Interno prima di convincersi a dire sì, per venti anni non avrebbe mai chiesto la cittadinanza, evidentemente perché era a conoscenza che gliel’avrebbero negata. Era infatti lui l’ostacolo all’iter per la cittadinanza a Ramy che si è messo in moto dopo i fatti di San Donato e che ha riacceso anche le polemiche sullo Ius soli. Il ragazzino è nato in Italia ma non ha la cittadinanza. Non è al momento chiaro se la cittadinanza venga estesa anche ai familiari oppure solo al ragazzo eroe.  Stessa cosa potrebbe essere per Adam El Hamami, il ragazzino marocchino anche lui tredicenne che è riuscito ad allertare anche lui i militari dell’Arma. Anche Adam è nato in Italia ma senza cittadinanza.

I ministri Luigi di Maio e Alfonso Bonafede commentano positivamente la notizia della cittadinanza al ragazzino eroe. “Felici di aver convinto Salvini”, dicono i due esponenti del M5s che da subito si erano detti favorevoli.

Il padre di Ramy, Kaled Shehata, ha appreso in diretta dalla trasmissione di Rai Radio1 “Un Giorno da Pecora” la notizia della cittadinanza concessa dal vicepremier Salvini al figlio. E’ vero che incontrerà Salvini? “Si, voglio vederlo e salutarlo, domani andrò a Roma con Ramy per incontrarlo”. Salvini ha appena detto sì alla cittadinanza per mio figlio Ramy? Io non ne so ancora niente, se fosse così sarei contentissimo, e sarà contento anche mio figlio Rami, che è qui con me, ha una faccia felice ed è contentissimo”.Ramy invece ha commentato così la notizia: “Sono contento, ringrazio Matteo Salvini e Luigi di Maio”.

Il ministro dell’Interno inoltre ha invitato al Viminale 5 ragazzi della scuola Media ‘Vailati’ e 12 carabinieri, che sono stati coinvolti nel dirottamento del bus, sulla strada Paullese, in zona San Donato Milanese, in provincia di Milano. I ragazzi che il ministro incontrerà, informa il Viminale, “sono: Adam, che dopo aver nascosto il telefonino al terrorista, è riuscito a chiamare i Carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, manteneva la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto come ostaggio, dopo la richiesta del terrorista; Ramy che, anche lui sottraendo all’attenzione il telefonino, riusciva a chiamare i Carabinieri, fornendo ulteriori utili informazioni”.

Cittadinanza agli stranieri, cosa dice la legge

La cittadinanza italiana può essere concessa allo straniero anche quando questi “abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato“. Lo prevede l’articolo 9 (comma 2) della legge 91 del 1992 cui fa capo la disciplina in materia di cittadinanza. E’ questa la fattispecie che ricorrerebbe nel caso, ad esempio, di Ramy Shehaha e Adam El Hamami, i due ragazzini (di origine egiziana il primo, marocchina il secondo, entrambi nati in Italia) che hanno dato l’allarme ai carabinieri a bordo del bus dirottato a San Donato Milanese.

La concessione della cittadinanza per merito avviene con “decreto del presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro degli Affari esteri“.

Nel caso di Ramy e Adam si tratterebbe del primo caso di concessione della cittadinanza per “eminenti servizi all’Italia” a minorenni. L’unico precedente – che però non si è concretizzato – risale allo scorso anno ed ha riguardato il piccolo Alfie Evans, affetto da una grave malattia in Inghilterra, cui è stata concessa per consentirgli di essere trasferito per cure in Italia: il bimbo è però morto subito dopo nella sua stanza d’ospedale a Liverpool.

Gli eventuali problemi giuridici – La cittadinanza ad un minore porrebbe il problema del rapporto giuridico con i genitori che non hanno la cittadinanza italiana. I tecnici hanno ragionato anche sulla possibilità di estendere al nucleo familiare la cittadinanza nel caso dei ragazzini del bus, ma i precedenti penali di un componente hanno bloccato l’ipotesi. La strada che verrebbe seguita sembra pertanto quella di limitare la concessione al solo minorenne.

Spacca a pugni la faccia dell’ex compagna, in carcere un 50enne

violenza sulle donne cc cosenza

I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno arrestato per lesioni personali e atti persecutori B.R. 50enne di Francavilla Marittima, ma residente a Cassano, con diversi precedenti, anche specifici.

Nel pomeriggio di ieri i militari della Tenenza di Cassano all’Ionio, durante un servizio perlustrativo esterno, sono intervenuti nella centralissima Via Municipio dopo aver notato una feroce aggressione in atto da parte di un uomo nei confronti di una donna, trovata riversa a terra con il volto tumefatto e pieno di sangue, a poca distanza responsabile del pestaggio, immediatamente fermato ed identificato.

L’uomo continuava a minacciare di morte e urlare nei confronti della donna. Gli immediati accertamenti effettuati sul posto, anche sentendo diversi testimoni che avevano assistito alla terribile scena, acclaravano che la vittima era l’ex compagna dell’aggressore, la cui relazione sentimentale era terminata pochi mesi addietro.

Un rapporto durato per quasi quattro anni, ma improntato su continue violenze fisiche e verbali dell’uomo verso la compagna, tanto che la vicenda era tristemente nota ai Carabinieri locali, i quali avevano preso dalla donna diverse denunce per atti persecutori ed avevano relazionato il tutto alla procura, che aveva aperto un procedimento penale nei suoi confronti e le cui indagini preliminari si erano concluse proprio in questi giorni, per i reati di stalking e lesioni personali. In ultimo la sanguinosa aggressione di ieri: la donna che era andata a trovare un parente, di ritorno a piedi verso casa veniva avvicinata da B.R..

Alla vista dell’uomo la donna cercava una disperata fuga, ma in poco tempo veniva raggiunta dall’aggressore, che la prendeva per i capelli, la scaraventava a terra e dopo essersi seduto sulla stessa, la attingeva al volto con diversi pugni. Solo il repentino intervento dei Carabinieri cassanesi impediva più gravi conseguenze e permetteva di fermare l’uomo e soccorrere la donna. Quest’ultima veniva portata d’urgenza al pronto soccorso di Trebisacce, dove gli venivano refertati 25 giorni di prognosi per le numerosi ecchimosi e contusioni sul volto e sulla bocca.

L’uomo, invece, sulla base dei riscontri acclarati, nonché dei numerosi precedenti specifici commessi nei confronti della stessa donna, veniva arrestato per atti persecutori e lesioni personali, d’intesa con il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Castrovillari, e dopo le formalità di rito, veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Castrovillari dove è stato messo a disposizione dei magistrati.

Elezioni europee del 26 Maggio, liste da presentare il 7 e l’8 Aprile

Elezioni europee del 26 Maggio, liste da presentare il 7 e l'8 AprileE’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del presidente della Repubblica per l’indizione dei comizi elettorali per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Il voto è il programma il 26 maggio.

Seguono quindi una serie di operazioni: spetta ai sindaci la pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali; devono poi essere cancellati dalle liste elettorali i nomi degli elettori che hanno perduto al cittadinanza italiana o che sono incorsi bella perdita del diritto elettorale in seguito ad una sentenza passata in giudicato o ad un altro provvedimento definitivo dell’autorità giudiziaria.

Gli uffici elettorali devono poi iscrivere nelle liste elettorali i nomi degli elettori che hanno trasferito la loro residenza nel Comune ed apportare alle liste elettorali le variazioni conseguenti al trasferimento di abitazione degli elettori nella circoscrizione di un’altra zona dello stesso comune.

Per la presentazione delle liste dei candidati al ministero dell’Interno, bisogna attendere domenica 7 aprile dalle ore 8 alle ore 20 e lunedì 8 aprile dalle ore 8 alle ore 16.

Identificato l’uomo morto carbonizzato a Isola, è un operaio macedone

Incendio quadrifoglio IsolaE’ stato identificato l’uomo morto in un incendio in un’azienda di Isola Capo Rizzuto. Si tratta di un operaio di nazionalità macedone, Seferi Ruston, di 48 anni. L’uomo è stato trovato cadavere, completamente carbonizzato, all’interno del locale caldaie della “Quadrifoglio”, azienda che si occupa di catering della ristorazione.

Seferi Ruston, dipendente come tuttofare dell’azienda, è stato avvolto dalle fiamme divampate nel locale. A trovare il cadavere sono stati i vigili del fuoco del Comando provinciale di Crotone intervenuti a domare le fiamme. Sul posto, sono arrivati il medico legale e il magistrato di turno, Giampiero Golluccio.

Sulle cause dell’incendio indagano i carabinieri della Compagnia di Crotone. Secondo una prima parziale ricostruzione, l’uomo sarebbe andato nel locale a prendere delle taniche di carburante per fare rifornimento alla sua vettura trovata parcheggiata all’esterno del locale con il tappo del serbatoio aperto.

Per cause da accertare, il carburante avrebbe preso fuoco e l’uomo è rimasto avvolto dalle fiamme. L’azienda è in amministrazione giudiziaria perché coinvolta nell’operazione Jonny condotta dalla Dda a maggio del 2017.

Falsi esami di italiano per permessi di soggiorno a 6mila stranieri, arresti

Falsi esami di italiano per permessi di soggiorno a 6mila stranieri a Modena, arresti Esami fittizi sulla conoscenza della lingua italiana per far ottenere il permesso di soggiorno. La Polizia di Stato, delegata dal pm Francesca Graziano, ha proceduto a Modena all’esecuzione di un’ordinanza per cinque misure cautelari (un uomo in carcere e quattro ai domiciliari) per corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Sono 25 gli indagati.

La squadra mobile di Modena ha messo nel mirino un sistema che faceva capo a un “Centro di Formazione Linguistico” accreditato presso l’Università per Stranieri di Perugia. A chi doveva sostenere gli esami venivano fornite risposte già compilate o aiuti dalla commissione. Sarebbero 6mila gli stranieri coinvolti tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna. A fronte di centinaia di euro, richiedevano e ottenevano il certificato “CELI”, il certificato di lingua italiana.

“Altro che Ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole, controlli e rispetto”, commenta su Twitter il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito all’operazione di Modena. 

L’inchiesta modenese coincide proprio nelle ore in cui si sta polemizzando sulla cittadinanza a Ramy Shehata, il tredicenne “eroe” che in extremis è riuscito a chiamare i carabinieri che hanno salvato la scolaresca di Crema ostaggio del senegalese che ha dato fuoco all’autobus. Una polemica che riaccende i riflettori sullo Ius soli su cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini è contrario. Ramy, è nato in Italia da genitori egiziani ma non ha la cittadinanza italiana.

Il ministro, che si è detto favorevole a incontrare il ragazzino a telecamere spente, ha spiegato che la cittadinanza a Rami non può essere concessa perché vi sono delle verifiche approfondite da fare sulla famiglia. L’ostacolo sarebbe uno stretto parente del ragazzino che avrebbe una serie di precedenti penali.

“Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso”, ha fatto sapere Salvini. “Purtroppo ad ora non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza. Le cittadinanze non le posso regalare e per darle ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni, ma se qualcuno la cittadinanza non l’ha chiesta e non l’ha ottenuta dopo 20 anni – ha aggiunto, rivolgendosi ai giornalisti – fatevi una domanda e datevi una risposta sul perché”.

Salvini non lo dice, ma il suo riferimento è a uno stretto parente del ragazzino che ha avuto più di un problema con la giustizia. La circostanza starebbe orientando il Viminale ad attribuire la cittadinanza solo a Ramy e non al resto dei familiari.

Statale 106, la Procura di Locri chiede il sequestro di alcuni tratti. 34 indagati

Strada statale 106 Ionica

La Procura di Locri ha chiesto il sequestro, con facoltà d’uso, di alcuni tratti della statale 106 Ionica, nota come strada della morte per i numerosi incidenti stradali che si verificano settimanalmente. A darne notizia la Gazzetta del Sud che riporta come l’azione della magistratura si sia sviluppata anche per le violazioni delle norme antisismiche sull’arteria.

Nell’inchiesta dei magistrati guidati dal procuratore Luigi D’Alessio ci sarebbero 34 indagati, tra alti dirigenti dell’Anas e della Regione, oltre che imprenditori privati.

Il sequestro dei tratti dell’arteria, è motivato – scrive il quotidiano citando la procura – dal fatto che sarebbero stati realizzati in assenza dell’autorizzazione del Genio civile ai fini sismici e delle prescritte comunicazioni alle autorità amministrative.

“L’istanza è stata però rigettata dal gip di Locri ed ecco perché il procuratore Luigi D’Alessio ha presentato appello in Cassazione, la quale a sua volta ha appena trasmesso gli atti al Tribunale del Riesame di Reggio qualificando il ricorso come appello cautelare reale”.

Vìola le prescrizioni del giudice, torna in carcere Fabrizio Corona

Fabrizio Corona
Fabrizio Corona

Fabrizio Corona è tornato in carcere perché il magistrato di sorveglianza Simone Luerti ha deciso di sospendere l’affidamento terapeutico che gli era stato concesso, per una serie di violazioni delle prescrizioni commesse dall’ex agente fotografico.

A fine gennaio scorso, il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva stabilito che l’ex “re dei paparazzi” potesse continuare a scontare la pena residua per le sue condanne in affidamento terapeutico “definitivo” per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina, come avevano già deciso a fine novembre scorso i giudici valutando come “positivo” il suo percorso di recupero.

Nelle scorse settimane, però, il giudice Simone Luerti aveva già emesso una prima “diffida”, ossia una sorta di cartellino giallo per Corona, e gli aveva imposto tra le prescrizioni di non uscire dalla Lombardia (prima poteva anche recarsi fuori dalla regione chiedendo autorizzazioni).

Nel frattempo, però, nei mesi scorsi l’Avvocato generale Nunzia Gatto per la Procura generale, oltre a fare ricorso fino in Cassazione per chiedere la revoca dell’affidamento, ha presentato alla Sorveglianza una nuova istanza di revoca della misura alternativa alla detenzione e su questa si era in attesa della fissazione di un’udienza per la discussione (anche in Cassazione dovrà esserci un’udienza).

Da quanto appreso dall’Ansa, ora il giudice Luerti ha deciso di sospendere l’affidamento e per questo Corona è tornato in carcere. Tra i vari punti, il pg Gatto aveva elencato le numerose violazioni dell’affidamento, compreso il fatto che, lo scorso 10 dicembre e poi anche successivamente, Corona andò nel “boschetto della droga” di Rogoredo, alla periferia sud di Milano, a fare “l’agente provocatore”, a fingere di acquistare stupefacenti, malgrado tra le prescrizioni del suo programma ci sia il divieto di frequentare tossicodipendenti.

Il caso Fogli – Il comportamento di Fabrizio Corona nei confronti di Riccardo Fogli, ossia l’aver parlato di un presunto tradimento della moglie dell’ex componente dei Pooh durante la trasmissione “L’isola dei famosi”, non è “congruo” per una persona che sta scontando la pena in affidamento terapeutico. C’è anche questo aspetto, anche se non è una violazione delle prescrizioni, nel provvedimento con cui il giudice Simone Luerti ha sospeso l’affidamento, facendo tornare in carcere l’ex agente fotografico.

Giudice, in video e in tv mostrò insofferenza regole – Oltre ad una serie di violazioni delle prescrizioni “territoriali” ed “orarie”, Fabrizio Corona sia con un video su Instagram che partecipando ad una puntata della trasmissione televisiva “Non è l’arena”, a fine febbraio, ha dimostrato, con una serie di affermazioni, di essere insofferente alle regole dell’affidamento terapeutico, dicendo, in sostanza, che non ne poteva più e di volersene fregare.

E’ quanto emerge dal provvedimento con cui il giudice della Sorveglianza di Milano Simone Luerti ha deciso di sospendere l’affidamento terapeutico per l’ex “re dei paparazzi”, che è tornato, dunque, in carcere.

Ora, dopo il provvedimento di sospensione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano entro 30 giorni dovrà decidere se confermare o meno la sospensione dell’affidamento. Corona, stando alla decisione del giudice, ha violato più volte la prescrizione di non lasciare la Lombardia, se non con autorizzazioni specifiche, e di non frequentare determinati luoghi, tanto che già nelle scorse settimane il giudice aveva emesso nei suoi confronti una ‘diffida”.

In più, avrebbe violato anche gli orari stabiliti per il rientro a casa in alcune occasioni. La parte centrale della decisione, però, riguarda alcune affermazioni rese dall’ex agente fotografico in un video e in tv nelle quali, in sostanza, Corona avrebbe detto “non ne posso più, me ne frego”, in relazione alle prescrizioni dell’affidamento che gli era stato concesso poco più di un anno fa, nel febbraio dello scorso anno, dopo che nell’ottobre del 2016 era tornato in carcere per la nota vicenda dei soldi in contanti in un controsoffitto.

Per il giudice quelle dichiarazioni di insofferenza alle regole sono in contrasto con il percorso di recupero che deve intraprendere un condannato che sta scontando una pena in affidamento, fuori dal carcere.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO