14 Ottobre 2024

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Controlli sui depuratori di Cerisano, 2 in regola, uno sversava reflui

depuratore cerisanoI carabinieri forestali di Cosenza, nell’ambito di attività di indagine delegata dalla procura della Repubblica di Cosenza hanno proceduto nei giorni scorsi a controllare gli impianti di depurazione a servizio del centro abitato del comune di Cerisano.

Nell’ambito dell’attività, mentre per due dei tre depuratori presenti non sono state riscontrate irregolarità, per quello ubicato in località “Santo Ianni” è stato accertato che le acque reflue in uscita da un vecchio depuratore venivano scaricate nel limitrofo vallone Ianno in assenza di formale autorizzazione allo scarico.

Da accertamenti effettuati lungo il corso del vallone dove vengono scaricate le acque reflue in uscita dal depuratore è stata accertata la  presenza di notevole eutrofizzazione (abbondanza di sostanze nutritive, ndr) delle acque superficiali dovuta, presumibilmente, all’elevato carico organico in uscita dallo stesso con conseguente deterioramento e danneggiamento delle acque del Vallone Ianno.

Tale attività di controllo ha portato, oltre ad elevare sanzione amministrativa, alla denuncia del responsabile comunale dell’area tecnica per il reato di danneggiamento aggravato di acque pubbliche.

Viaggiava in auto con cocaina, arrestato giovane catanzarese

cocaina polizia
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Viaggiava su un’automobile ad alta velocità R.I.S., catanzarese di 24 anni, ma sul suo percorso ha trovato le pattuglie della Squadra Volante che, nella serata di ieri in servizio di controllo del territorio sulle strade periferiche della città, lo hanno notato ed gli hanno intimato l’Alt.

Sin da subito il giovane ha manifestato nervosismo e sudorazione e, su richiesta dei poliziotti ha consegnato un involucro contenente due pezzetti di sostanza del tipo hashish.
Gli Agenti, insospettiti, hanno comunque effettuato le perquisizione personale e del veicolo, nel quale è stato rinvenuto un involucro nero di notevole dimensioni con all’interno una sostanza bianca e solida del tipo cocaina.

Il 24enne è stato condotto negli Uffici della Questura, per gli ulteriori accertamenti e le analisi di delle sostanze rinvenute, a cura del personale della Polizia Scientifica, che ha confermato la natura degli stupefacenti: 2,8 grammi del tipo hashish e 154,4 grammi di cocaina.

Sussistendo la flagranza di reato, connotata anche da particolare gravità connessa al possesso di un considerevole quantitativo di cocaina, il giovane è stato arrestato e, su disposizione del magistrato di turno condotto nel carcere di Catanzaro – Siano. Si è proceduto anche a porre sotto sequestro tutto lo stupefacente rinvenuto e l’automobile condotta dall’arrestato.

A Catanzaro il primo ciak per “Calibro 9”, il film di Toni D’Angelo

A destra la locandina film, a sinistra il regista Toni D'Angelo
A destra la locandina film “Calibro 9”, a sinistra il regista Toni D’Angelo

S’intitola “Calibro 9” il film diretto da Toni D’Angelo che, in parte, sarà girato a Catanzaro dal prossimo 24 giugno, prodotto dalla Minerva Pictures in co-produzione con Gapbuster, con la collaborazione del Mibac.

Si tratta del prosieguo di “Milano Calibro 9”, di Fernando Di Leo. La pellicola verrà realizzata tra Catanzaro, dove la troupe sarà impegnata per le prime due settimane, Milano e Anversa.

L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro dal sindaco Sergio Abramo e dal presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni, alla presenza del produttore Gianluca Curti e di Gianvito Casadonte che ha avuto un ruolo attivo, in qualità di sovrintendente del Teatro Politeama e direttore del Magna Graecia film festival, per portare la produzione nel capoluogo.

“Era il mio sogno portare qui delle produzioni cinematografiche – ha detto Abramo – e ci siamo riusciti. Quindi è un motivo di grande orgoglio per me”. Protagonista del film è l’attore Marco Bocci.

Medici si assentavano dal lavoro. “Così stiamo in grazia di Dio”. 28 indagati

Ancora furbetti del cartellino, questa volta nel Casertano. Quasi tutti medici gli indagati; e poi infermieri e amministrativi, tutti legati da un accordo reciproco per assentarsi dal lavoro. “Noi stiamo in grazia di Dio”, dicevano al telefono riferendosi alla bella vita di non lavorare e a fine mese ricevere l’accredito dello stipendio.

Se poi li scoprivano “qui ci arrestano tutti”, dicevano ancora i camici bianchi intercettati. Le manette non sono scattate, solo l’obbligo di presentazione ai carabinieri prima e dopo il lavoro, ma rischiano comunque il licenziamento se saranno confermate le accuse.

28 gli indagati in tutto, mentre per 17 di loro è stata disposta appunto la misura cautelare. Si tratta di 10 uomini e 7 donne, la maggior parte originari del Casertano ad eccezione di due calabresi, un lucano e tre di Formia.

Il blitz è scattato stamane a cura della Compagnia dei Carabinieri di Capua (Caserta), che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 18 persone, nei cui confronti si procede per associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dell’Azienda Sanitaria Locale di Caserta e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Napoli (Federico II).

Sono state inoltre contestate svariate ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, realizzate attraverso false attestazioni della presenza dei sanitari in servizio, alterando i sistemi di rilevamento della presenza al lavoro.

Il danno complessivo procurato dagli indagati all’erario è stato stimato essere di oltre 20 mila euro. Importo sottoposto a sequestro preventivo per valori equivalenti, in esecuzione del decreto di sequestro emesso dal giudice del Tribunale sui conti correnti degli indagati.

Nei confronti dei indagati, la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria del luogo di svolgimento del lavoro, immediatamente prima e subito dopo l’ingresso alla sede lavorativa. Il provvedimento restrittivo – eseguito in varie località di residenza dei sanitari indagati, vale a dire in Sessa Aurunca, Napoli, Caserta, Carinola, Mondragone, Cellole, Casagiove, Gragnano, Teano (Centri in provincia di Caserta) e Gragnano (Napoli) e – è stato emesso all’esito di una complessa indagine svolta dai Carabinieri delle Stazioni di Teano e Vairano Scalo (Caserta).

Si tratta – spiega la Procura di Santa Maria Capua Vetere – di una indagine iniziata nel febbraio 2017 e conclusa nel mese di giugno dello stesso anno, condotta mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, suffragati da costante attività d’intercettazione telefonica delle utenze utilizzate dai soggetti indagati, dall’analisi di tabulati di traffico telefonico con rilevamento delle relative posizioni delle utenze e attraverso numerosissime riprese video, eseguite con le telecamere installate nei pressi di tutti gli orologi marcatempo presenti nell’ospedale, nonché nei pressi di un’uscita secondaria posta sul retro del predetto nosocomio, accesso da cui molti degli indagati riuscivano ad allontanatasi arbitrariamente durante l’orario di lavoro.

L’indagine, che vede coinvolti complessivamente 28 soggetti, fra i quali, fra gli altri, 18 dirigenti medici, 3 infermieri e 6 amministrativi, ha consentito di acquisire nei loro confronti un compendio gravemente indiziario in ordine alla falsa attestazione in servizio presso l’ospedale “San Rocco” di Sessa Aurunca e, per due indagati, presso l’Azienda Ospedaliera – Policlinico – Universitaria di Napoli (Federico II), che in alcuni casi sarebbe stata effettuata direttamente all’interessato, il quale, dopo aver timbrato l’ingresso in ospedale, se ne allontanava arbitrariamente.

In altri casi, – spiega ancora la Procura – la falsa attestazione veniva effettuata con il concorso di colleghi che, di fatto, timbravano l’entrata o l’uscita, utilizzando il badge dell’indagato, di cui veniva attestata la falsa presenza in ospedale; in altre circostanze, ancora, i dipendenti ospedalieri si avvalevano della collaborazione di un soggetto esterno a loro legato da vincoli di parentela (figlio o convivente). In tal modo gli indagati, attestata la falsa presenza, riuscivano a percepire la retribuzione in corrispondenza di fasce orarie in cui non erano regolarmente in servizio, ma solo formalmente presenti.

Inoltre, per sei indagati, tutti dirigenti medici in servizio presso il reparto di Anestesia e di Rianimazione dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, sono stati raccolti elementi indiziari tali ipotizzare a loro carico il reato associativo finalizzato a commettere una serie indeterminata di delitti di truffa e false attestazioni ai danni del PA.S.L. CE.

E’ emerso che l’assenteismo era il frutto di un accordo criminoso, fondato sua una stabile organizzazione fra i sei dirigenti medici, in cui cioè gli associati si sono “coperti” a vicenda sistematicamente. All’interno dell’azienda ospedaliera San Rocco di Sessa Aurunca è stata accertata, infatti, l’esistenza di un gruppo organizzato e collaudato composto da sei dirigenti medici, tutti addetti al reparto di Anestesia e Rianimazione, che, in modo sistematico, si garantivano, reciprocamente, la possibilità di allontanarsi arbitrariamente dal luogo di lavoro.

Il sistema era talmente collaudato che ciascun sodale si attivava ed effettuava la falsa attestazione, ancor prima che il diretto interessato avanzasse una richiesta in tal senso. Gli allontanamenti dal luogo di lavoro avvenivano anche per l’intera durata del turno di servizio: sono emersi casi in cui il dipendente ospedaliere non si è affatto recato al lavoro, potendo contare sull’appoggio sicuro e affidabile del collega nel falsificare la sua presenza in servizio; così come sono emersi casi in cui l’allontanamento arbitrario è avvenuto durante i turni di notte, allorquando il personale presente di norma era già ridimensionato; addirittura, in altri casi, un dirigente medico si è assentato dalla sede di servizio recandosi all’estero per una gita di “piacere” e la timbratura fraudolenta in suo favore veniva eseguita dal il figlio, soggetto estraneo alla struttura sanitaria di riferimento, condotta poi reiterata più volte nel tempo ed anche in altre circostanze.

Da rimarcare la spregiudicatezza con cui venivano poste in essere le condotte contestate, molto spesso “condite” da conversazioni telefoniche sintomatiche del clima di illeceità presente all’interno delle strutture oggetto di indagini. Risulta emblematica una conversazione intrattenuta tra due dirigenti medici del nosocomio di Sessa Aurunca i quali, venuti a conoscenza di un controllo amministrativo in corso da parte dei Carabinieri commentavano: “Qua o ci arrestano a tutti quanti (ride) o stiamo tutti In grazia di Dio, tanto come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra… (…) dice quello si rischia il posto di lavoro… e ho detto e allora l’ospedale rimane vuoto, ci licenziano a tutti quanti.., se per quello ci licenziano a tutti, se è per l’aggiornamento, perché chi vuoi che non c’è arrivato vicino a quel marcatempo per fare…”.

Nella prima fase d’indagine, gli investigatori si sono soffermati sull’attività di captazione delle telefonate intrattenute dagli indagati da cui è emerso l’accordo di volta in volta intercorso tra gli stessi in ordine alla falsa attestazione della loro presenza, o semplicemente sulla circostanza che i predetti non si trovassero in ospedale benché formalmente ivi presenti.

La visone delle immagini delle telecamere istallate nell’ospedale, ha consentito di individuare, senza ombra di dubbio, tutte le persone che utilizzando il badge in uso ad altri colleghi ne attestavano falsamente il loro ingresso o la loro uscita. Inoltre, la telecamera posizionata nei pressi dell’uscita di emergenza, ha permesso di identificare tutti i dipendenti che, allontanatisi arbitrariamente dalla struttura, salivano a bordo delle loro autovetture andando via, il tutto corroborato da incessanti servizi di osservazione, controllo e pedinamento effettuati dalla polizia giudiziaria operante, immortalati da riprese video e rilievi fotografici.

I successivi riscontri eseguiti mediante l’acquisizione delle stampe delle timbrature incriminate monitorate in fase d’indagine, attraverso l’analisi dei fogli presenza dei giorni oggetto di controllo e con l’acquisizione dei tabulati di traffico telefonico relativi alle utenze in uso agli indagati, è stato possibile verifìcare che i prevenuti non si trovavano materialmente in servizio, anche in considerazione che dall’analisi delle celle agganciate da dette utenze cellulari risultavano incompatibili con quelle serventi l’azienda ospedaliera dove sarebbero dovuti essere in servizio, dati che incrociati tra di loro hanno portato ad addivenire a un risultato pressoché certo in termini di evidenza probatoria, incontestabile e univoco nel suo significato.

Tra gli indagati vi sono, infatti, 14 dirigenti medici, dislocati in Reparti di estremo rilievo. La gran parte di essi afferisce al Reparto di Anestesia e Rianimazione, ma sono interessati anche i reparti di Pediatria, Psichiatria, Chirurgia d’urgenza, Chirurgia generale e Farmacia dell’ospedale “San Rocco” di Sessa Aurunca e in servizio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Napoli (Policlinico Federico II). A questi si aggiungono 4 amministrativi, che, pur non rivestendo la qualifica di medici, svolgono comunque funzioni strumentali al corretto ed efficiente espletamento del pubblico servizio sanitario.

Fino a 35 euro per una preferenza, 14 misure a Torre del Greco: “Voto di scambio”

E’ di 14 misure cautelari nei confronti altrettanti indagati, tra cui due consiglieri comunali, uno agli arresti domiciliari, l’altro con un divieto di dimora in Campania, il bilancio di un’operazione dei carabinieri a Torre del Greco (Napoli), perché accusati a vario titolo di reati di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra. L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della procura.

Secondo l’accusa a gestire la compravendita dei voti era un gruppo criminale che in campagna elettorale per le elezioni comunali del 2018, avrebbe acquistato voti per cifre tra 20 e 35 euro, o in cambio di generi alimentari, o promettendo posti di lavoro previsti in un progetto regionale.

Un candidato, eletto consigliere comunale, in cambio di voti avrebbe fatto assumere a tempo determinato 5 persone in una ditta appaltatrice del servizio di nettezza urbana. Un altro candidato, anche lui eletto consigliere, è accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio per avere informato di un controllo delle forze dell’Ordine alcune persone che compravano voti davanti a un seggio.

Incidente nella notte a Catanzaro, morto un cinquantenne

ambuanza

Un uomo di 50 anni, Luigi Squillace, è morto la scorsa notte in un incidente stradale avvenuto a Catanzaro, nel quartiere Santa Maria. L’uomo era alla guida di una Opel Astra e stava percorrendo via Magna Graecia, quando per cause sconosciute ha perso il controllo ed ha sbattuto violentemente contro il guard rail. Sul posto sono intervenuti la Polizia Stradale e i sanitari del 118, ma per il cinquantenne non c’è stato nulla da fare.

Rubano un motorino e compiono 2 furti. La Polizia recupera la refurtiva

I Poliziotti di Reggio con una delle vittime
I Poliziotti di Reggio con una delle vittime

Due malviventi hanno rubato un motorino a Reggio Calabria e con questo si sono dati da fare per compiere altri furti, ma grazie al sistema satellitare in dotazione dello scooter, la squadra volante della questura di Reggio, una volta allertato il 113, è riuscita a tracciare il percorso dei malviventi recuperando la refurtiva che intanto avevano trafugato in alcune auto in sosta. I due ladri sono riusciti a dileguarsi con i poliziotti alle calcagne.

Dopo il furto dello scooter si sono subito attivate le Volanti in servizio di prevenzione e controllo del territorio nel centro cittadino che si sono messe alla ricerca del motociclo rubato. La sala operativa della Questura ha potuto monitorare gli spostamenti del motoveicolo grazie all’attivazione della centrale operativa Viasat che gestisce i dispositivi di localizzazione satellitare di cui era dotato lo scooter riuscendone a tracciare il percorso tra le vie del centro.

Nel frattempo i due ladri stavano compiendo 2 furti a bordo di autoveicoli in sosta. La pronta attivazione delle Volanti ha consentito di intercettare lo scooter rubato nella zona di Ciccarello, avviando un inseguimento conclusosi fra alcune palazzine popolari.
La volante, una volta all’interno della zona chiamata “panoramica di Ciccarello”, ha costretto i ladri ad abbandonare lo scooter e la refurtiva per poter fuggire a piedi all’interno dell’intricata zona della palazzine. Le borse appartenevano a due donne alle quali sono state prontamente restituite.

Busta esplosiva al sindaco di Torino Appendino, si indaga tra gli anarchici

Busta ordigno appendino

Era “idoneo a esplodere” il congegno trovato all’interno della busta sospetta indirizzata alla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e intercettata in Municipio.

Lo rende noto la Questura di Torino, secondo cui il gesto sarebbe riconducibile “a soggetti appartenenti all’area anarco-insurrezionalista verosimilmente appartenenti alla cellula riconducibile all’Asilo”, il centro sociale sgomberato lo scorso 7 febbraio dalla polizia. “Scuola A. Diaz. Via C. Battisti 6, 16145 Genova”: è questo il mittente della busta. La scritta è tracciata in stampatello su un foglio bianco attaccato al plico.

Il plico, di piccole dimensioni è stato sottoposto allo scanner dalla polizia municipale. Gli artificieri hanno già provveduto a mettere in sicurezza la busta, spedita in Comune per posta ordinaria. La seduta del Consiglio comunale è stata chiusa e rimandata alla prossima settimana.

“L’ordigno esplosivo inviato alla sindaca di Torino rappresenta in modo incontrovertibile un chiaro gesto terroristico perpetrato da soggetti che agiscono in modo eversivo contro le istituzioni democratiche”. A dirlo il segretario generale del Siulp di Torino Eugenio Bravo a proposito del plico inviato a Chiara Appendino. “Sarebbe un grave errore considerare un gesto tanto grave come un semplice atto provocatorio attesa la micidialità del plico e la sua potenziale efficacia di attentare alla incolumità delle persone – sottolinea Bravo – il grande lavoro fatto dalla Questura e dalle forze dell’ordine che hanno magistralmente contenuto la manifestazione di sabato, non resterà un caso isolato ma le forze di polizia, continueranno senza tregua a combattere questi professionisti del disordine difendendo lo Stato di diritto”.

Solidarieta alla sindaca da tutti i partiti politici, dal Pd a Forza Italia. Anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, incita la sua collega di partito a non mollare.

Toninelli in Calabria: “Il Consiglio dei ministri a Gioia Tauro”

Il ministro Danilo Toninelli
Il ministro Danilo Toninelli

Si terrà a Gioia Tauro, nelle prossime settimane, la riunione del Consiglio dei Ministri annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che aveva manifestato la volontà di dedicare una seduta ai problemi della Calabria.

Lo ha detto lunedì pomeriggio il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, incontrando i giornalisti nella città portuale.

Intanto Terminal Investment Ltd, società che controlla Interminaux srl, acquisirà il 50% delle azioni detenute da Contship Italia spa in Csm Italia Gate spa, la società che detiene il 100% di Medcenter Container Terminal spa che gestisce le attività container del porto di Gioia Tauro.

Le due società hanno sottoscritto un accordo preliminare che consentirà a Til, che detiene già il 50%, il controllo del 100% del capitale azionario di CSM Italia Gate.

“I termini dell’accordo – è detto nel comunicato delle due società – sono confidenziali e soggetti ad approvazione da parte delle autorità di regolazione. Contship Italia spa esprime sincera gratitudine a tutti i dipendenti, clienti, fornitori e partner di Mct, tra cui la stessa Til, per tutto il supporto dimostrato verso le attività a Gioia Tauro. Un terminal le cui operazioni furono avviate da Contship 24 anni fa”.

“TiL – si afferma ancora nella nota – vuole esprimere la sua gratitudine verso Contship Italia spa per l’eccellente collaborazione nel corso di questi anni ed in particolare durante le recenti trattative che hanno portato alla finalizzazione di questo accordo preliminare di acquisto”.

E’ morto il 90enne investito a Crotone, conducente indagato per omicidio stradale

Morto il 90enne investito a Crotone, conducente indagato per omicidio stradaleE’ morto l’uomo di 90 anni investito a Crotone lo scorso 28 Marzo. Dopo l’incidente l’anziano era stato ricoverato in rianimazione presso l’ospedale civile “Pugliese” di Catanzaro, ma è purtroppo deceduto qualche giorno dopo a causa dei gravi traumi riportati.

La vittima era stata investita in via Silvio Carpino, nella città pitagorica, da un’auto condotta da un 47enne residente in provincia. Il conducente è ora indagato dalla locale Procura della Repubblica per omicidio stradale.

Sabato 6 Aprile l’inaugurazione del Planetario di Cosenza

Sarà inaugurato sabato 6 Aprile il Planetario di Cosenza. All’appuntamento, fissato dalle 19.30 in poi, presenzierà il sindaco Mario Occhiuto insieme a membri dell’amministrazione e del consiglio comunale. L’apertura a regime per il pubblico, informa una nota, ci sarà nel mese di Giugno, mentre a Settembre ci saranno spazi per le scuole.

“L’inaugurazione di questo avveniristico progetto – è scritto in una nota – per architettura e contenuti, pensato nel 2002 e che finalmente oggi vede la luce sotto l’Amministrazione Occhiuto, sarà accompagnata da uno spettacolo di luci, musica, teatro e colori. Un’attrazione artistica ad hoc per incantare il pubblico prima e dopo il taglio del nastro”.

“Un’altra importante opera pubblica, il Planetario di Cosenza, viene finalmente consegnata ai cittadini”, ha detto Occhiuto in una dichiarazione. “Abbiamo voluto intitolarlo all’astronomo cosentino rinascimentale Giovan Battista Amico, mentre la piazza antistante, che è in fase di procedura d’appalto, prenderà invece il nome dell’astrofisico Stephen Hawking recentemente scomparso”, spiega il sindaco che invita “i cosentini, i calabresi e tutti i visitatori a partecipare a questo momento di festa collettiva che restituisce un altro pezzo di città alla vita e alla fruizione sociale”.

Per godere appieno della cerimonia di sabato, l’amministrazione consiglia di arrivare nella zona a piedi o utilizzando il servizio specifico dell’Amaco, essendo l’area vietata al transito veicolare. Il ponte di Calatrava sarà un bel punto d’osservazione, chiuso in parte al traffico per la circostanza. Il sindaco Mario Occhiuto ha tenuto a ringraziare il gruppo di lavoro guidato dal vicesindaco Jole Santelli e tutta la macchina comunale, insieme al Comitato scientifico del Planetario.

“Sarà una grande festa collettiva – aggiunge Occhiuto – nella quale come sempre privilegiamo il coinvolgimento dell’intera comunità a cui dedichiamo uno spettacolo che vorremmo restasse nella memoria del territorio”.

Marte, confermata la presenza di metano sul pianeta rosso

sonda Curiosity metano su MarteL’emissione di metano su Marte rilevata nel 2013 dal rover Curiosity della NASA è stata confermata, in modo del tutto indipendente, da un team internazionale di ricercatori guidato da Marco Giuranna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e a cui hanno partecipato ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), grazie alle misure dello strumento italiano PFS (Planetary Fourier Spectrometer) a bordo della sonda dell’ESA Mars Express. Il team ha inoltre individuato la possibile zona di emissione, in una regione del pianeta situata circa 500 chilometri ad est del cratere Gale.

La ricerca di metano su Marte è di fondamentale importanza poiché la molecola potrebbe avere origine biologica e quindi servire da tracciante della presenza di vita sul pianeta rosso. Tuttavia, prima d’ora, nessun rilevamento era stato confermato con misurazioni indipendenti.

“Finalmente adesso abbiamo la prima osservazione simultanea di metano su Marte, nello stesso luogo e nello stesso momento, da parte di due strumenti indipendenti e molto diversi tra loro: un rover in superficie e uno spettrometro in orbita attorno al pianeta”, spiega Marco Giuranna, primo autore dell’articolo che descrive la scoperta, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience (“Independent confirmation of a methane spike on Mars and a source region east of Gale Crater”).

Lo spettrometro di Fourier PFS ha rilevato per la prima volta la presenza di tracce di metano nell’atmosfera marziana nel 2004. Oggi, 15 anni dopo, lo stesso strumento riporta la presenza di un picco di metano nell’atmosfera sopra il cratere Gale. Le osservazioni di PFS sono del 16 giugno 2013. Il giorno precedente il rover Curiosity aveva osservato quantità di metano simili all’interno dello stesso cratere.

Ma il team non si è fermato qui. Questi risultati, infatti, hanno fornito un’opportunità unica per individuare la zona del pianeta dalla quale è stato probabilmente rilasciato il gas.

“Abbiamo adottato un approccio sinergico per integrare le osservazioni di PFS con simulazioni atmosferiche e con fattori geologici, e poter risalire alla sorgente del metano. Il risultato più importante è che due studi completamente indipendenti suggeriscono lo stesso luogo di origine”, spiega Giuranna. Tutti i vincoli osservazionali disponibili, infatti, sono stati forniti a un modello teorico di circolazione globale dell’atmosfera marziana per identificare le aree di provenienza del gas più plausibili.

Le simulazioni sono state eseguite considerando scenari realistici di emissione di gas, come i tipici andamenti di rilascio del gas dalle rocce osservati sulla Terra. I risultati del modello, sviluppato dal Royal Belgian Institute for Space Aeronomy (BIRA-IASB), indicano che una regione situata circa 500 km ad est del cratere Gale ha un’alta probabilità di essere il luogo di origine del metano osservato. Un’analisi geologica, completamente indipendente dal modello atmosferico, ha indicato la stessa regione di provenienza.

“Abbiamo studiato il contesto geologico marziano in un’ampia regione attorno al punto di rilevazione del gas, alla ricerca di strutture che potrebbero essere associate al rilascio di metano”, spiega il ricercatore Giuseppe Etiope dell’INGV, “La regione più interessante dal punto di vista geologico è proprio la stessa indicata dai modelli di circolazione globale. Questa vasta area include il terreno fratturato di Aeolis Mensae che ospita, in un settore chiamato Medusae Fossae Formation (MFF), numerose faglie e un sottosuolo ricco di ghiaccio, come il permafrost diffuso nelle aree fredde della Terra.

Poiché il permafrost può contenere metano o fornire una copertura impermeabile per la risalita di gas”, conclude Etiope, “è possibile che il metano venga rilasciato lungo le fratture in maniera episodica, per parziale scioglimento del ghiaccio, per sovrappressione del gas che si accumula nel sottosuolo, per eventi sismici o per l’impatto di meteoriti”.

Questi risultati costituiscono un primo importante passo per comprendere l’origine del metano su Marte. “L’Italia contribuisce da anni alle missioni verso il pianeta Marte”, spiega Barbara Negri, responsabile ASI dell’Unità esplorazione e osservazione dell’universo, “e ha conquistato un’importante leadership europea sia scientifica che industriale. L’ASI ha realizzato la strumentazione scientifica su diverse missioni ESA e NASA a Marte, che permettono alla comunità scientifica italiana di produrre risultati importanti sulla base dell’interpretazione dei dati raccolti”.

“Non abbiamo scoperto l’origine ultima del metano” conclude Giuranna. “Molti processi abiotici e biotici possono generare metano su Marte. Tuttavia, il primo passo per capire l’origine del metano su Marte è determinare i luoghi di rilascio. Un’analisi dettagliata di questi luoghi, alla fine, ci aiuterà a rivelare l’origine e il significato del metano rilevato”.

Inaugura il negozio e dopo un’ora subisce un attentato. Indagini

Domenica sera ha inaugurato il suo nuovo centro di benessere ma a qualche ora dall’apertura glielo hanno crivellato con numerosi colpi di arma da fuoco.

L’attentato è successo nel quartiere “Santa Caterina”, a Reggio Calabria. Vittima dell’intimidazione, una signora che nella zona sud della Città dello Stretto è titolare di altri due centri denominati “Intrecciano parrucchieri”.

L’attività doveva iniziare stamattina dopo che ieri sera la titolare, con parenti e amici, aveva inaugurato con una festicciola il nuovo centro di benessere. Secondo quanto accertato fino ad ora dalla polizia, dopo l’inaugurazione, prima delle 22, due banditi sono arrivati a bordo di uno scooter esplodendo i colpi d’arma da fuoco – presumibilmente con una calibro 9 – contro le mezze sarrande abbassate del negozio provocando gravi danni ai vetri e ad alcuni mobili all’interno.

Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi sulla matrice dell’attentato, le cui modalità mafiose, comunque, sembrano confermare il controllo che in quella zona della città esercitano i clan della ‘ndrangheta vicini alle cosche De Stefano-Tegano.

Uomo si apparta con un immigrato e viene investito dopo lite, indaga l’Arma

Uomo si apparta con un immigrato e viene investito, indagini dei ccI carabinieri di Vibo Valentia indagano sull’aggressione di cui è rimasto vittima nella notte un 51enne del luogo che si era appartato con la sua auto in campagna con un 29enne africano. A seguito di una lite il 51enne è stato investito dal 29enne.

L’uomo è stato soccorso intorno alle ore 7 del mattino da un contadino che ha udito le sue urla di dolore. Il malcapitato, a seguito delle ferite riportate, non era in grado di camminare e si è trovato costretto a trascorrere la notte gettato a terra in preda alle sofferenze provocate dall’impatto con il veicolo.

Il soccorritore ha immediatamente chiesto l’intervento del 118 e dei carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini finalizzate a ricostruire la precisa dinamica dei fatti e le ragioni che hanno determinato un gesto così violento da parte dello straniero.

E’ morto l’attore reggino Giacomo Battaglia

E’ morto la scorsa notte in un ospedale di Crotone, dov’era ricoverato da tempo per una grave malattia, l’attore reggino Giacomo Battaglia.

Battaglia, 54 anni, noto per esibirsi in pubblico in coppia con Gigi Misefari, protagonisti delle ultime stagioni del teatro Bagaglino di Roma e più volte ospite di Porta a Porta, la trasmissione di Bruno Vespa, di cui era imitatore ed estimatore.

Pur colpito dalla grave malattia, Battaglia, fino a che le condizioni di salute glielo hanno permesso, ha proseguito la sua attività culturale, scrivendo il romanzo “Mia madre non lo deve sapere”, e a chiunque lo avvicinava ripeteva continuamente: “Chi non ride è fuori moda”.

Secondo quanto appreso dall’Ansa, i funerali saranno celebrati a Reggio Calabria in forma privata. Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha proclamato per domani il lutto cittadino e l’esposizione delle bandiere della sede municipale a mezz’asta.

Scossa di terremoto magnitudo 2.9 a Reggio Calabria

Scossa di terremoto magnitudo 2.9 a Reggio CalabriaUna scossa di terremoto moderata intensità, magnitudo 2.9, è stata registrata alle ore 15:38 di lunedì 1 Aprile 2019, a Reggio Calabria, con epicentro a 4 chilometri da Cardeto.

Secondo i rilevamenti effettuati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’evento sismico è stato localizzato a 13 chilometri di profondità.

Non risultano segnalazioni di danni a persone o cose sebbene il sisma sia stato avvertito dalla popolazione. I centri più vicini alla zona dell’epicentro, tra i 4 e gli 8 km sono Cardeto, Sant’Alessio in Aspromonte, Laganadi, Santo Stefano in Aspromonte, Calanna e Reggio città.

Abusi sui bimbi all’asilo, Cosenza tra le prime a installare telecamere nei Nido

Asilo Via Livatino Cosenza
L’Asilo comunale di Via Livatino a Cosenza

I tre asili nido comunali di Cosenza sono stati dotati di impianti di videosorveglianza. L’inaugurazione ci sarà sabato 6 aprile, alle ore 11,30, presso il nido di via Livatino. “Cosenza – ha commentato il sindaco Mario Occhiuto – è tra le primissime città italiane ad attivare il sistema di videosorveglianza nei nidi di sua diretta pertinenza. Determinante – ha aggiunto Occhiuto – è stato il contributo del vicesindaco Jole Santelli che ci ha aiutati sia nella fase di reperimento delle risorse finanziarie, sia nei feedback necessari per gli adempimenti relativi alla privacy”.

Le telecamere dovrebbero rappresentare un deterrente ai tanti abusi commessi sui bambini che vengono via via scoperti dalle forze dell’ordine in tutto il paese. “Vogliamo trasmettere serenità all’utenza – spiega il sindaco – e rendere sicura la permanenza dei tanti bambini ospitati nei tre nidi”.

La cooperativa che gestisce i nidi, l’Adiss, ha acquisito per legge il consenso dell’organizzazione sindacale più rappresentativa e l’autorizzazione di tutti i genitori dei 129 bambini ospitati. Il protocollo approvato con determinazione comunale prevede, in ossequio alla legge 675/96 e successive modifiche e integrazioni, il divieto di utilizzo delle immagini per fini diversi da quelli relativi alla sicurezza dei bambini e del personale, oltre che dei luoghi più volte oggetto di furti da parte di ignoti.

“Con l’installazione dei sistemi di videosorveglianza negli asili della città – ha concluso Occhiuto – si dà un seguito concreto all’aspettativa di molte famiglie dopo gli ultimi casi registrati dalla cronaca nazionale, avendo ben presente il superiore interesse del minore e contemperando la tutela dell’incolumità fisica dei bambini con la loro riservatezza, diritto quest’ultimo ampiamente garantito dal fatto che le immagini non potranno essere utilizzate per fini diversi da quelli che riguardano la loro sicurezza”.

Spacciavano droga nella stazione dei treni di Corigliano, arrestati

Spaccio in stazione, arrestati tre giovaniI Carabinieri di Corigliano Calabro, nella serata di sabato, hanno arrestato tre ragazzi per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Si tratta di R.D., 25enne coriglianese, con diversi precedenti penali, F.P.e Z.O.A., entrambi 18enni di Corigliano, incensurati.

L’attività dei militari è scattata dopo aver notato un andirivieni di giovani che entravano ed uscivano dalla stazione dei treni ed insospettiti hanno deciso di procedere ad un controllo.

Giunti all’interno, si sono accorti di tre ragazzi che erano seduti su un muretto, sul quale avevano poggiato del materiale. Alla vista delle divise dell’Arma, i giovani hanno iniziato a dileguarsi lanciando per terra degli involucri di plastica.

Una volta bloccati, è stata avviata una perlustrazione della zona per vagliare cosa i ragazzi avessero gettato. Sono stati rinvenuti tre involucri di cellophane contenente marijuana, per un peso complessivo appurato di circa 100 grammi, nonché, a poca distanza, un bilancino di precisione per le pesature della droga da compiersi prima delle cessioni agli acquirenti-assuntori.

D’intesa con la Procura della Repubblica di Castrovillari i tre giovani sono stati arrestati: dovranno comparire davanti le aule del locale Tribunale monocratico per rispondere del reato di detenzione di marijuana ai fini di spaccio.

Peculato, arrestato funzionario del ministero della Salute

Ministero della SaluteDoveva istruire le pratiche per i rimborsi spese dei colleghi ed invece dirottava sui suoi conti correnti i fondi: quasi 1,4 milioni negli ultimi due anni buona parte dei quali sono stati usati per giocare alle video-lottery.

E’ l’accusa per un funzionario del ministero della Salute arrestato dalla Guardia di finanza che questa mattina ha perquisito anche i suoi uffici. Nei suoi confronti il gip del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ipotizzando i reati di peculato e autoriciclaggio e ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili per circa 200mila euro.

Il funzionario, di cui non sono state diffuse le generalità, era in servizio presso la Direzione generale del personale del ministero. Secondo quanto accertato dal Nucleo di Polizia Valutaria della Gdf, il funzionario falsificava le fatture dalle società che avevano offerto i servizi ai dipendenti del ministero, inserendo nei mandati di pagamento il proprio Iban. Oppure era lui stesso a produrre rimborsi spese per missioni che in realtà non erano mai state svolte.

Seviziavano anziani in Rsa di Settingiano, 2 arresti e 3 misure. 16 indagati

I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 5 Operatori socio-sanitari (Oss) in servizio presso la Residenza sanitaria assistenziale San Francesco Hospital” di Settingiano (Catanzaro), 2 dei quali posti agli arresti domiciliari e tre assoggettati al divieto di dimora nel comune dove ha sede la struttura sanitaria. 16 gli indagati in tutto.

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Francesca Pizii, con il sostituto procuratore Stefania Paparazzo, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. L’Operazione è stata denominata “Ti fa stare bene”.

Le indagini sono scaturite dalle denunce presentate da alcuni familiari di persone ricoverate presso la struttura circa presunti maltrattamenti subiti dagli anziani. Le attività investigative, delegate ai finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica di Catanzaro, sono state condotte anche con l’ausilio di intercettazioni ambientali audio e video e con l’esecuzione di perizie tecnico-specialistiche di professionisti del settore sanitario.

Attraverso le intercettazioni audiovisive è emerso che all’interno della residenza sanitaria alcuni ospiti erano stati sottoposti a gravi e ripetuti maltrattamenti fisici e psicologici: percosse, atti di violenza, derisioni, molestie gratuite e minacce.

Sono state riscontrate condotte di maltrattamenti e vessazioni fisiche anche nei momenti di sonno degli anziani costretti a trascorrere intere giornate in un corridoio, adibito a sala comune al piano seminterrato della struttura, seduti sulle loro carrozzine, ovvero sulle sedie, ove si addormentavano anche in posizione innaturale, con il capo reclinato sulla spalla o sul tavolo, l’uno accanto all’altro, e dove erano, comunque, costretti  a rimanere immobili e non disturbare l’operatore di turno preposto alla loro sorveglianza.

Agli arresti domiciliari sono finiti Giuseppe Bonifacio, di 46 anni, di Vallefiorita (Cz); e Antonio Rotella, di 53 anni, di Settingiano.

Divieto di dimora a Settingiano per Antonino Massara, 53enne di Catanzaro, Luca Pilato, di 37 anni di Santa Caterina dello Ionio, Marco Rocca, di 41 anni di Settingiano.

Tutti indagati per il reato di maltrattamenti aggravato dell’aver agito approfittando delle circostanze tali da ostacolare la privata difesa ed abusando delle relazioni di ospitalità correlate alla natura della struttura ed all’affidamento ad essa degli anziani da parte dei familiari.

Contemporaneamente, i finanzieri stanno notificando ulteriori 11 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone operanti nella struttura: si tratta del direttore sanitario, di 4 infermieri professionali, di un’educatrice e di altri cinque operatori socio-sanitari, indagati a vario titolo per maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni colpose.

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