14 Ottobre 2024

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Mafia nella Capitale, nuovo blitz contro clan Casamonica e Spada. 23 arresti

blitz carabinieri romaROMA – Nuovo blitz dei carabinieri contro presunti appartenenti al “clan” Casamonica. I militari del Comando provinciale di Roma stanno eseguendo 23 misure cautelari, emesse dal gip del tribunale di Roma su richiesta della locale Procura, nei confronti di appartenenti alle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio, tra cui 7 donne.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti. Reati in buona parte commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini che hanno portato alla nuova operazione sono la prosecuzione dell’operazione “Gramigna” che la scorsa estate fece scattare misure nei confronti di altri 37 appartenenti al clan.

L’operazione è scattata all’alba e ha visto all’opera circa 150 carabinieri del comando provinciale della Capitale con l’ausilio di unità cinofile e del personale dell’Ottavo reggimento Lazio. Perquisizioni e arresti sono in corso a Roma, in provincia e in altre regioni italiane.

Salvini: “A giugno il taser alle Forze dell’ordine”. Polemica su Roma con Raggi

Matteo Salvini
Matteo Salvini

“A giugno arriva in dotazione delle forze dell’ordine la pistola elettrica“. E’ quanto ha annunciato il ministro dell’interno Matteo Salvini in occasione della convention del suo partito nel Lazio. Il “taser”, come lo chiamano, è uno strumento che serve a polizia e carabinieri a immobilizzare, con una scarica elettrica, un malvivente e renderlo inoffensivo qualora si renda minaccioso o pericoloso.

Salvini è anche tornato ad attaccare il compenso di Fabio Fazio. “Le regole della par condicio – ha evidenziato – prevedono che da Fazio ci debbano andare i 4 leader: penso che per coerenza e rispetto agli italiani io da Fazio non ci andrò a meno che non si dimezzi lo stipendio”. Salvini ha attaccato lo stipendio di Fazio soprattutto – ha detto – “in un momento economico di difficoltà” e in cui anche gli italiani poveri sono costretti a pagare il canone.

Per il ministro dell’Interno e vicepremier bisogna “aumentare le pene per gli spacciatori e ridurre la quantità di cui possono essere in possesso per evitare la galera”, ha detto ancora in conferenza stampa aggiungendo: “Bisogna trasformare da lotta a guerra la battaglia contro gli spacciatori”.

Intanto monta la polemica tra il leader della Lega e il sindaco di Roma Raggi dopo che il ministro ha evidenziato la sporcizia di Roma. “Non occorre uno scienziato per portare via la mondezza, svuotare i cestini, evitare i gabbiani stile avvoltoi. Io ho invitato la gente a votare la Raggi ma ora quando la gente mi vede dice: fate presto”, ha detto Salvini.

“Ieri – ha aggiunto – il sindaco di Roma c’è rimasta male ma bisogna avere le spalle larghe: se si vuole fare il sindaco o il ministro, o l’assessore si deve capire cosa si è in grado di fare”, ha detto ancora Salvini che aggiunge “ieri c’è stata la gara di “Formula E”. Probabilmente l’unico momento in cui le macchine giravano per Roma senza fermarsi”, ha affermato.

A stretto giro la replica di Virginia Raggi. “A Salvini voglio dire che ho le spalle larghe e non mi spavento facilmente”, scrive il sindaco su Fb. “Io le villette dei clan mafiosi le ho abbattute, dopo decenni di silenzio delle precedenti giunte: otto case del clan Casamonica buttate giù dalla ruspa. Infine, per togliere la spazzatura non serve assolutamente uno scienziato ma sono necessari duro lavoro e costanza. Di certo non bastano due tweet e qualche battuta ad effetto. Ma io non voglio inutili polemiche elettorali. Lavoriamo!”.

“Chiariamolo ancora una volta: non facciamo sborsare un euro in più allo Stato e alle altre amministrazioni per il vecchio debito di Roma”, aggiunge Raggi. “Anzi facciamo risparmiare agli italiani e ai romani 2,5 miliardi di euro, tagliando i folli tassi di interesse delle banche su quei 13 miliardi di debito che hanno fatto le precedenti amministrazioni. Da quando ci siamo noi, il debito è addirittura sceso perché noi teniamo i conti in ordine e non ne facciamo altro”.

La controreplica leghista – “Nessun regalo milionario per coprire amministratori incapaci. Migliaia di altri Comuni italiani hanno gli stessi problemi e identici diritti. Roma è una città bellissima da troppo tempo trascurata e abbandonata: chi ha sbagliato paghi!”, rincarano in una nota Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo della Lega in Senato ed alla Camera.

Il pareggio tra Padova e Cosenza, Braglia: “Brutta gara ma buon punto”

Cittadella-Cosenza, Braglia striglia i suoi: "Abbiamo fatto male, sveglia"
Mister Braglia

“Oggi è stata una brutta gara, l’unica cosa buona è il risultato perché potevamo perderla e sarebbe stato un bel problema”. Lo ha detto il tecnico Piero Braglia al termine della partita tra Padova e Cosenza finita in parità a reti inviolate.

“Ci sono anche gli altri in campo, noi avevamo dei giocatori sottotono, compreso il sottoscritto, e – prosegue l’allenatore rossoblù – non deve succedere perché queste sono partite determinanti per il nostro futuro. Il Padova ha cercato di vincerla in tutte le maniere, quando subentrano queste situazioni fai fatica a giocare con logica”.

“Noi siamo in credito con la fortuna, io penso – continua Braglia – che alla nostra squadra manchino 6-7 punti per vari motivi. Al di là della prestazione odierna abbiamo dimostrato di avere cuore, umiltà e attaccamento alla maglia. Quando stiamo bene riusciamo a diventare anche una squadra forte. Manteniamo la giusta attenzione perchè manca ancora qualcosa per la salvezza”.

“Quello che conta – spiega Andrès Schetino, entrato nella ripresa al posto di Palmiero – è dare una mano alla squadra e farsi trovare sempre pronti. Si sapeva che sarebbe stata una gara difficile. Dobbiamo raggiungere la salvezza al più presto. Speriamo di vincere nella prossima partita interna per chiudere il discorso”.

Serie B, Padova-Cosenza finisce in parità senza reti

Padova CosenzaFinisce in parità, 0-0, la gara di serie B tra Padova e Cosenza. La squadra di Braglia conquista un punto prezioso ai fini della classifica (39 punti), contro l’ultima della classe, a quota 25.

La Cronaca. Lupi subito in offensiva ma è al 18′ che si presenta la prima vera occasione: fallo di Pulzetti al limite dell’area di rigore del Padova; punizione per il Cosenza che viene battuta da Embalo ma la palla va sopra la traversa. Al 32′ doppio brivido per i Lupi. Prima Capela fa da muro al tiro di Clemenza, poi è Calvano a colpire dal limite dell’area con palla che sfila sul fondo.

Dopo alcune occasioni sciupate dal Cosenza, al 43′ Pulzetti al volo batte Perina, ma la rete viene annullata dall’arbitro Serra per un fuorigioco. Si va negli spogliatoi a reti inviolate.

Secondo tempo – Al 4′ della ripresa buona combinazione Embalo – Bruccini, cross basso per Sciaudone che, appostato in area piccola, cicca la conclusione. Al 12′ brivido per i Lupi quando Pulzetti soffia palla a Perina sulla destra, serve Clemenza che vede Lollo libero a centro area, ma il giocatore non riesce a insaccare a porta vuota.

Al 19′ st Mbakogu controlla la palla ma cade in area. Il Padova protesta per il rigore non fischiato da Serra. Al 33′ è Litteri a cadere in area sul contatto con Lollo ma l’arbitro propende per la simulazione dell’attaccante rossoblù e lo ammonisce.

Al 40′ Sciaudone ha una buona chance ma conclude centralmente in acrobazia. Passa un minuto e il portiere veneto Minelli salva prima sull’esterno di Tutino diretto all’incrocio, poi sulla bomba ravvicinata di Dermaku. Al 43′ Cocco di testa incorna ma Perina fa il miracolo. Nessuna emozione nei 4 minuti di recupero concessi dall’arbitro.

Tabellino della gara

PADOVA: Minelli; Madonna, Ravanelli, Cherubin, Ceccaroni; Pulzetti (25′ st Capello), Calvano, Mazzocco; Lollo (35′ st Cocco); Clemenza (15′ st Bonazzoli), Mbakogu. A disp.: Merelli, Serena, Trevisan, Broh, Morganella, Marcandella, Cappelletti, Longhi, Andelkovic. All. Centurioni.

COSENZA: Perina; Capela, Dermaku, Legittimo; Bittante (5′ st D’Orazio), Bruccini, Palmiero (37′ st Schetino), Sciaudone, Baez; Embalo (15′ st Litteri), Tutino. A disp.: Quintiero, Saracco, Mungo, Izco, Trovato, Garritano, Hristov. All. Braglia.

ARBITRO: Serra di Torino (Fiore – Capone).

NOTE: Giornata invernale, cielo nuvoloso. Terreno di gioco in ottime condizioni. Presenti nel settore ospiti dello stadio “Euganeo” circa 700 tifosi rossoblù. Ammoniti: Calvano (P), Ravanelli (P), Litteri (C). Angoli: 3-7 (pt 1-2). Recupero: 0′ pt; 4′ st.

Incendio in un Hotel di Santa Maria del Cedro, indagini

 Incendio hotel domus santa maria del cedro Un incendio sulle cui cause sono in corso accertamenti ha interessato, nella notte, alcuni ambienti dell’hotel residence Domus di Santa Maria del Cedro (Cosenza). Al momento del rogo non c’erano persone all’interno dell’albergo che si trova sulla strada statale 18.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco del distaccamento di Scalea, con una squadra e un’autobotte, che hanno domato le fiamme e impedito che l’incendio si estendesse all’intera struttura ricettiva. Si registrano comunque danni ad alcuni arredi. L’origine del rogo non è al momento stata individuata. Sull’episodio hanno avviato indagini i carabinieri intervenuti sul posto.

Chiama il 112 per una falsa sparatoria, denunciato bullo di 20 anni

carabinieri vibo san gregorio ipponaUn ragazzo di 20 anni è stato denunciato dai carabinieri a San Gregorio D’Ippona (Vibo Valentia) per avere chiamato il 112, segnalando una falsa urgenza per fare il bullo con gli amici. Nella telefonata è stata annunciata l’esplosione di colpi d’arma da fuoco vicino alla Chiesa di San Gregorio d’Ippona.

La chiamata è stata immediatamente rintracciata dagli operatori della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, i quali, oltre a coordinare l’intervento per l’emergenza risultata mendace, risalivano all’utenza telefonica da cui è partita la stessa richiesta riuscendo ad identificare l’autore, il quale, di fronte all’evidenza dei fatti, ha ammesso le proprie responsabilità.

“Sono sempre più i ragazzini – spiegano i militari – che per mostrarsi bulli di fronte agli amici chiamano il numero di emergenza chiedendo interventi. Succede ogni giorno che le Centrali Operative ricevano anomale telefonate che gravano sul coordinamento delle pattuglie impiegate sul territorio”.

Scontri in Libia, le milizie di Haftar alle porte di Tripoli. Oltre 120 morti

Guerra in LibiaScontri sanguinosi in Libia dove le forze militari del maresciallo Haftar da giorni stanno assediando Tripoli e le forze del presidente al Sarraj a colpi di artiglieria e raid aerei. Al momento il bilancio è di oltre 120 morti, tra cui molti bambini, e quasi 600 feriti. Centinaia i civili intrappolati.

Il paese è ripiombato nel caos a pochi mesi dallo storico incontro a Palermo, dove l’Italia col premier Conte e altri capi di governo europei hanno tentato l’avvio del processo di stabilizzazione e di riappacificazione in un summit per la Libia. In quella occasione al Sarraj e Haftar si strinsero la mano davanti al mondo.

Si fa sempre più cruenta la battaglia alle porte di Tripoli, che si combatte furiosamente tra le forze fedeli al governo internazionalmente riconosciuto di Fayez al Sarraj e quelle di Khalifa Haftar. Il decimo giorno della guerra proclamata dal maresciallo è stato segnato da violenti scontri lungo l’asse a sudovest della capitale.

Dopo una notte di combattimenti, i soldati dell’uomo forte della Cirenaica hanno sfondato le linee avversarie, avanzando a colpi di artiglieria, missili Grad e sostenuti dai raid aerei. Due le zone conquistate per diverse ore: quella di Suani ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli, e quella di Aziziya, una trentina di chilometri più a sud, lungo la direttrice che conduce a Zintan e Gharyan.

Dopo ore di battaglia, lanci di razzi e vittime le milizie di Tripoli hanno lanciato il contrattacco e respinto i nemici a Suani ben Adem. Nel primo pomeriggio dal centro della cittadina si levavano dense colonne di fumo nero. Le truppe di Haftar sono state costrette alla ritirata, lasciando diverse unità di fanteria lungo la linea di un fronte frastagliato, lontane dalle retrovie.

I soldati, a corto di munizioni, sparavano contro i tuwar nel tentativo di aprirsi una via di fuga. I soldati che difendono la capitale sono poi avanzati anche su Aziziya, strappando parte della città agli avversari. Sul campo, hanno riferito fonti attendibili, sono arrivate anche le temibili milizie di Zintan, protagoniste della cacciata di Muammar Gheddafi da Tripoli nel corso della rivoluzione del 2011 e pronte ora a combattere per la difesa della capitale.

I militari di Tripoli hanno l’ordine di limitare la potenza di fuoco, evitare vittime e distruzioni. “Combattiamo per la nostra terra, per tutti i libici. Per questo sino ad oggi siamo ancora rimasti sulla difensiva: anche i soldati di Haftar sono nostri compatrioti”, ha detto all’Ansa il generale Abuseid Shwashli, al comando della regione del distretto sudovest.

“Quelli di Haftar hanno armi più moderne, ma non le sanno usare. Sono soprattutto reclute, meno del 20% delle loro forze ha esperienza, e combattono per lo stipendio oppure perché sono costretti”, ha sottolineato Shwashli, mentre nel suo quartier generale pezzi di artiglieria pesante vengono tirati a lucido, pronti all’uso se da Tripoli partisse l’ordine di un attacco massiccio.

“Se dovesse arrivare quell’ordine, saremmo costretti a fare terra bruciata”, ha detto ancora il comandante. Nel centro di Tripoli, per il momento, arrivano solo gli echi delle battaglie che si combattono alle sue porte. Il sole al tramonto illumina le lunghe code di auto ai distributori a caccia di benzina: l’unica vera immagine di guerra nella capitale in queste ore cruciali per il destino della città, e di tutta la Libia.

Regionali in Calabria: Occhiuto si presenta, ma la Lega non c’è. Vuole uno come Zaia

Regionali in Calabria: Occhiuto si presenta, ma la Lega preferisce uno come Zaia
Da sinistra Matteo Salvini e Domenico Furgiuele, a destra il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto

“Non giudico l’operato di Oliverio perché non c’è nulla da commentare, considerato che sono stati cinque anni di immobilismo. Siamo agli ultimi posti per la sanità e per prodotto interno lordo. I giovani vanno via e la Calabria è l’unico luogo in cui il turismo cresce in misura irrisoria. Non giudico, dunque, un lavoro che non esiste”. Lo ha detto Mario Occhiuto, parlando con i giornalisti al suo arrivo a Lamezia Terme, dove ha organizzato la sua convention (di Forza Italia) per ufficializzare la sua candidatura alla presidenza della Regione.

“Oggi – ha aggiunto Occhiuto – presentiamo un progetto e non un programma. Perché un programma è qualcosa che ci porta a considerare azioni future. Il progetto, invece, è un’azione creativa e noi abbiamo bisogno di creatività, cioè di andare sui territori e produrre idee che si realizzano senza pensare ad altro. Adesso presenteremo le linee generali del programma, ma poi dobbiamo andare sui territori per ascoltare i cittadini per un progetto condiviso. La volontà è quella di cambiare questa terra. Una parte consistente di partiti del centrodestra sostiene questa idea”.

“Infatti qui c’è Forza Italia, l’Udc e ci sono liste civiche. Noi ha detto ancora il sindaco di Cosenza – siamo aperti a tutti, con una proposta aperta e condivisa. Dobbiamo cambiare il paradigma rispetto a quanto fatto oggi. Noi vogliamo lavorare per i territori perché abbiamo visto che i territori ricchi, se incentivati, producono molte opportunità specie per i giovani. Cosenza ne è l’esempio: la città, trasformata, è passata dagli ultimi posti ai primi in graduatoria per vivibilità. Quindi il cambiamento è possibile perché la nostra è una terra di grandi risorse”.

Abramo: “Sostegno a Occhiuto”
“Nessun passo indietro sulla mia decisione di sostenere Mario Occhiuto per la presidenza della Regione. Si tratta di portare avanti una candidatura che tiene conto di tutti i migliori amministratori della Calabria e stiamo insieme per portare avanti un progetto di sviluppo”. Lo ha detto il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ha partecipato a Lamezia Terme alla “convention” di Occhiuto. “Credo che questa – ha aggiunto Abramo – sia la cosa più bella che stia accadendo in questa campagna elettorale. Non un uomo al comando, ma una squadra di amministratori che hanno già dimostrato di saper fare bene il loro lavoro”.

Aiello critica e diserta la convention
La scelta di Abramo era stata criticata ieri dai gruppi “Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia da vivere”, che fanno capo all’ex parlamentare Piero Aiello ed al consigliere regionale Sinibaldo Esposito. I fedelissimi dell’ex parlamentare azzurro hanno aspramente criticato Abramo per il passo indietro. Il sindaco di capoluogo era in sinergia con Aiello per un candidato “catanzarese”.

Ex sindaco di Cassano Senise (FI) evidenzia la fuga in avanti di Occhiuto
Da segnalare la posizione critica di Roberto Senise, dirigente azzurro cosentino: “Quella di Mario Occhiuto è una fuga in avanti che mi sa molto di debolezza anche perché è stata un’uscita senza i partiti di coalizione”. “Non mi pare – afferma ancora l’ex sindaco di Cassano allo Ionio – che alla manifestazione di Roma lo scorso 30 marzo, Berlusconi abbia fatto cenno alle regionali calabresi mentre si è espresso sulla presidenza del Piemonte”

I Meloniani dicono no
Per Fratelli d’Italia, quella di Occhiuto è una “fuga in avanti che non giova al Centrodestra”. Wanda Ferro, ex rivale di Oliverio nel 2014, per ora tace, ma potrebbe (ri)scendere in campo se Salvini e Meloni dovessero trovarsi in sintonia.

La Lega pensa a Zaia
La Lega, partito maggiore della coalizione e che fa la differenza, non ha ancora deciso se sostenere l’auto candidatura di Occhiuto. Il segretario regionale del partito di Salvini, il parlamentare Domenico Furgiuele, ieri su Facebook ha postato un video del governatore del Veneto Luca Zaia in cui esponeva le idee del Carroccio in materia di sanità.

E il deputato calabrese è stato esplicito, commentando: “Ecco il presidente che vorrei per la Calabria”, indicando Zaia. Un post che la dice lunga sull’unità del centrodestra in Calabria e sull’idea che Salvini voglia sostenere il sindaco di Cosenza per il dopo Oliverio. L’auto candidatura di Occhiuto potrebbe sortire un nuovo “suicidio” politico del centrodestra (deciso da Berlusconi) come nel 2014.

Tuttavia, la decisione per le regionali calabresi di novembre verrà presa dopo le elezioni europee a Roma con Salvini, che come il Berlusconi di un tempo, metterà il sigillo finale sulla candidatura.

Il post del segretario calabrese della Lega Domenico Furgiuele sulle regionali
Il post del segretario calabrese della Lega Domenico Furgiuele sulle regionali

Indagato per truffe online viene trovato in casa con un kg di marijuana, arrestato

Indagato per truffe online viene trovato in casa con un kg di marijuana, arrestato
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La Polizia di Crotone ha arrestato un ventinovenne del posto, M. A., perché colto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I poliziotti dopo essersi recati presso l’abitazione dell’uomo in esecuzione di un decreto di perquisizione disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara, finalizzata alla ricerca di materiale riconducibile al reato di truffa on-line, per il quale il soggetto risulta indagato, hanno rinvenuto sul balcone della camera da letto una borsa da spesa con all’interno tre involucri contenenti un totale di grammi 973 di marijuana. La droga è stata sequestrata.

Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria competente, il 29enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa del giudizio per direttissima.

Protesta per i precari a Lamezia, indagati i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil

protesta precari stazione lameziaPer la manifestazione attuata il 4 e 5 dicembre scorsi a Lamezia Terme a sostegno dei 4.500 lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità calabresi, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari in cui s’ipotizzano a loro carico i reati di interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata. A renderlo noto sono stati, con un comunicato, gli stessi segretari dei sindacati. L’avviso è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme.

“Le manifestazioni a sostegno di Lsu e Lpu – è detto nella nota dei sindacati – continuarono per tutto il mese di dicembre, e solo a fine anno, grazie all’impegno di Cgil Cisl Uil e alla sensibilità della deputazione parlamentare calabrese, si riuscì a scongiurare l’uscita dal lavoro e la privazione del reddito per 4.500 famiglie calabresi attraverso una proroga del Governo, che scade a fine ottobre 2019”.

In quella circostanza, a dicembre, i precari accompagnati dai sindacalisti occuparono i binari della stazione ferroviaria di Lamezia interrompendo il normale traffico ferroviario.

Camion abbatte trave del viadotto Gallipari a Badolato, chiusa la 106

Camion abbatte trave viadotto, chiusa statale 106 jonica a BadolatoLa strada statale 106 jonica è temporaneamente chiusa al traffico in entrambe le direzioni, all’altezza di Badolato (Catanzaro), a causa dell’abbattimento di una trave del viadotto “Gallipari” da parte di un mezzo pesante che trasportava un carico voluminoso consistente in un grosso tubo.

I tecnici dell’Anas sono al lavoro per stimare i tempi della riapertura della strada. Il traffico, al momento, è deviato sulla viabilità locale, con indicazioni in loco.

Serie B, reti inviolate tra Crotone e Cremonese

Simy in Crotone CremoneseTermina in parità la sfida dello Scida tra Crotone e Cremonese, con un gol annullato agli squali a pochi minuti dal termine. Dopo una prima fase di studio la gara si accende: Cordaz salva sul diagonale di Piccolo (15’), azione viziata da un fallo a centrocampo su Rohden non sanzionato dall’arbitro, e Agazzi para il colpo di testa di Simy (27’).

Rossoblù che macinano gioco e creano tanto, come al 38’ quando dopo una bellissima azione sull’asse Pettinari-Benali, il numero 10 pitagorico sfiora il vantaggio con la palla che fa la barba al palo. Nel tentativo di respingere la sfera, Agazzi si tuffa alla sua destra e sbatte con la faccia contro il palo che lo costringerà a rimanere negli spogliatoi nell’intervallo, al suo posto dentro Ravaglia.

Avvio del secondo tempo con Simy che ci prova di sinistro (56’), palla alta. Stroppa inserisce Machach per Pettinari. Al 71’ super intervento di Cordaz sul tentativo di Strizzolo che calcia di prima intenzione sugli sviluppi di un corner dalla sinistra. Gli squali aumentano l’intensità e vanno più volte vicini al gol.

Al minuto 86 la rete arriva, con Simy, ma l’arbitro non convalida per presunto fallo di Machach, che aveva fornito l’assist al nigeriano, su Terranova. Nei minuti di recupero, arrembaggio finale dei rossoblù ma il risultato non cambia e la gara finisce a reti bianche.

Il tabellino

CROTONE: Cordaz; Curado, Spolli, Vaisanen; Sampirisi, Rohden (77’ Molina), Barberis, Benali, Firenze (72’ Milić); Pettinari (61’ Machach), Simy. A disp: Festa (GK), Cuomo, Zanellato, Gomelt, Tripicchio, Mraz, Valietti, Nanni, Marchizza. All. Stroppa

CREMONESE: Agazzi (46’ Ravaglia); Caracciolo, Claiton, Terranova; Mogos, Arini, Croce, Renzetti; Castrovilli; Piccolo (93’ Emmers), Strizzolo (83’ Carretta). A disp: Ravaglia (GK), Volpe (GK), Rondanini, Soddimo, Castagnetti, Strefezza, Del Fabro, Montalto, Migliore, Boultam. All. Rastelli

Arbitro: Ros di Pordenone

Ammoniti: 26’ Caracciolo (Cre), 58’ Croce (Cre), 59’ Benali (Cro), 68’ Curado (Cro), 78’ Piccolo (Cre)

Topi d’auto in trasferta beccati dopo inseguimento, arrestati

perquisizione carabinieri viboI Carabinieri di San Calogero (Vibo), hanno arrestato quattro persone di Rosarno, con precedenti, con l’accusa di furto d’auto. I quattro, Pietro Giuseppe Bellocco, di 36 anni, Giuseppe Gallo, di 41, Giovanni Sesini, di 29, e Francesco Demari, di 28, avrebbero consumato il reato in trasferta.

Questi i fatti: i militari mentre pattugliavano il territorio hanno notato un’autovettura che sfrecciava lungo una strada che si snodava tra le campagne vicine alla statale 18. Insospettiti, i carabinieri si sono posti all’inseguimento dell’autovettura fino a riuscire a intercettarla a un incrocio.

A bordo all’autovettura sono stati identificati 4 soggetti, tutti rosarnesi con precedenti giudiziari per reati contro il patrimonio. L’autovettura sulla quale viaggiavano, una Smart Fourfour, era stata rubata poco prima a Jonadi mentre si trovava parcheggiata in strada.

Secondo quanto ricostruito, i quattro dopo aver perpetrato il furto si stavano dirigendo verso il luogo di origine, cercando di passare inosservati attraversando le campagne di San Calogero.

I quattro soggetti sono stati quindi arrestati per il reato di furto aggravato in concorso. Su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia i quattro sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito per direttissima. Nel contempo, l’autovettura è stata riconsegnata al legittimo proprietario.

Incendiato un Bar a Reggio Calabria, si indaga con ipotesi racket

Incendiato un Bar a Reggio Calabria, si indaga con ipotesi racketAttentato incendiario la scorsa notte a Reggio Calabria ai danni di un bar, il “Mary Kate”, su viale Calabria, nella zona sud della città. Persone non identificate, dopo avere cosparso le vetrine del bar con liquido infiammabile, vi hanno dato fuoco. Le fiamme, che si sono sviluppate in modo intenso, si sono levate fino al secondo piano dell’edificio in cui è ubicato il locale, annerendone la facciata.

Sul posto sono intervenuti in forze i vigili del fuoco, che hanno rinvenuto sul posto una tanica con tracce del liquido infiammabile utilizzato per compiere l’attentato. Le indagini sull’attentato sono state avviate dalla Polizia. L’ipotesi che viene presa in considerazione è che l’episodio si colleghi ad un tentativo di estorsione messo in atto ai danni dei titolari del bar.

Adescava minori per compiere abusi, in manette responsabile consultorio

 Il responsabile del consultorio familiare di Laureana di Borrello, S.L., di 66 anni, è stato arrestato a Gioia Tauro dai carabinieri con l’accusa di tentata violenza sessuale ed atti sessuali con minorenni. L’arresto è stato fatto dai militari della Compagnia di Gioia Tauro che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi, diretta da Ottavio Sferlazza.

I reati di cui è accusato l’arrestato sarebbero stati commessi tra il 19 ed il 28 marzo di quest’anno, nei Comuni di Rosarno e Melicucco, ai danni di tre minori. A seguito della denuncia presentata dai genitori di uno dei tre minori sono scattate le indagini.

Secondo quanto ricostruito, il ragazzo, dopo essere salito “con l’inganno” a bordo della vettura di S.L., sarebbe stato costretto a subire un tentativo di violenza sessuale da parte dell’uomo, al quale era riuscito a sottrarsi solo dandosi alla fuga.

L’attività d’indagine ha permesso, in poco tempo, attraverso l’acquisizione delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici, integrate dall’analisi dei tabulati telefonici dell’indagato e supportate dalle dichiarazioni rese dai minori in sede di audizione protetta, di far luce su tre episodi nei centri prima citati in occasione dei quali l’uomo, dopo aver adescato le vittime, aveva tentato di indurle a compiere o a subire atti sessuali non esitando a porre in essere anche atti di esibizionismo al fine di attirare l’attenzione dei minori.

L’arrestato, al termine degli adempimenti di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Ucciso un carabiniere nel Foggiano. Fermato uomo che disse: “La pagherete”

Tragica sparatoria in Puglia dove un Carabiniere in servizio è rimasto ucciso a colpi di pistola esplosi da una persona durante servizi di controllo del territorio. E’ successo questa mattina in via Dante Alighieri a Cagnano Varano (Foggia). La vittima è un maresciallo maggiore dell’Arma, Vincenzo Di Gennaro, di 47 anni, che prestava servizio nella locale stazione nel ruolo di vicecomandante.

I carabinieri hanno arrestato un uomo sui 65 anni, Giuseppe Papantuono, con precedenti per stupefacenti e lesioni, e lo hanno interrogato in caserma. Al momento non ha fatto ammissioni di responsabilità. Nelle prossime ore si saprà quali provvedimenti assuma la Procura nei suoi confronti. L’uomo, già arrestato qualche anno fa per un’aggressione armata con coltello, secondo le prime informazioni, nei giorni scorsi era stato sottoposto ad una perquisizione per droga. Non si esclude, secondo quanto trapela, che l’uomo abbia agito per ritorsione contro i carabinieri.

Ve la farò pagare
Giuseppe Papantuono avrebbe proferito: “Ve la farò pagare”, minacce che l’uomo avrebbe fatto dopo aver saputo della denuncia che sarebbe scattata perché era stato trovato in possesso di quattro dosi di cocaina. “Queste affermazioni fanno parte del fascicolo che è ancora coperto da segreto istruttorio”, sottolineano i Carabinieri. In caserma l’uomo sarebbe stato sedato perché era particolarmente agitato. Lo dimostrano alcune immagini di videosorveglianza, mostrate dai tg nazionali, che hanno ripreso il presunto killer mentre entrava in un locale barcollando, non è chiaro se per effetto di alcool o droga.

La dinamica
Stando ad una prima ricostruzione della dinamica dell’omicidio, la pattuglia di militari con a bordo il maresciallo Di Gennaro era intervenuta da quelle parti per una lite in famiglia. Alla vista dei militari che lo avrebbero fermato per un controllo, il killer avrebbe estratto la pistola sparando e uccidendo il maresciallo e ferito ad un braccio e ad un fianco un altro militare, il 23enne Pasquale Casertano. Il giovane, che è nell’Arma da poco, non è grave. Dopo la sparatoria, l’assassino ha tentato la fuga ma è stato bloccato e portato in caserma.

Vincenzo Di Gennaro è deceduto poco dopo. Sarebbe stato Casertano a condurre l’auto di servizio nei pressi della locale postazione della Guardia medica e del 118, ma per il maresciallo non c’era purtroppo più nulla da fare.

Le reazioni
“Una preghiera per Vincenzo
, un pensiero alla sua famiglia e ai suoi colleghi, il mio impegno perché questo assassino non esca più di galera e perché le Forze dell’Ordine lavorino sempre più sicure, protette e rispettate”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Un minuto di silenzio è stato osservato al Politecnico di Bari dove si trova in visita il premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha ricordato la figura del maresciallo Di Gennaro, morto in servizio, e del suo collega, Pasquale Casertano, rimasto ferito.

“Una vita umana vale il mondo intero. E così il maresciallo maggiore Vincenzo Carlo Di Gennaro, 46 anni, morendo in servizio nella piazza di Cagnano Varano (FG), il paese dove lavorava presso la locale Stazione Carabinieri, è un mondo che scompare”. Così il Comando Generale dell’Arma su Fb ricorda il maresciallo ucciso. “Lo ha ucciso un uomo con precedenti penali, che ha estratto una pistola in occasione di un controllo e ha sparato ferendo anche un altro carabiniere, al quale vanno i nostri auguri di pronta guarigione. Il maresciallo era celibe e non lascia figli, diranno le prime note di agenzia. Ma tutti noi ne siamo orfani. I familiari, gli amici, i colleghi. Chiunque abbia a cuore la giustizia e conosca il valore della vita. Arrivederci nel cielo, Vincenzo. Il viaggio ti sia lieve”, conclude la nota dell’Arma.

“Purtroppo oggi è una giornata di lutto perché abbiamo perso un uomo delle Istituzioni, dell’Arma, il maresciallo maggiore Di Gennaro. Qualche ora fa era rimasto ferito e poi è deceduto. Mentre è rimasto ferito il carabiniere Casertano. Per fortuna mi hanno confermato che, pur avendo due proiettili, uno all’addome uno al braccio, assolutamente la sua vita è salva e potrà recuperare”, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“Il più profondo e sentito cordoglio alla famiglia e ai Carabinieri” è stato espresso dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta per il militare morto in servizio a Cagnano Varano: “Il Paese intero è grato all’Arma. Chi tocca un Carabiniere tocca lo Stato!”.

“Chi tocca un Carabiniere tocca lo Stato, tocca ognuno di noi. Ora basta, ci sarà una reazione!”, ha scritto il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio su Facebook.

Illeciti nella Sanità dell’Umbria, arrestato il segretario regionale del PD

concorsi in sanità Umbria, arrestato segretario PD Gianpiero Bocci
Gianpiero Bocci

Il segretario del Pd dell’Umbria Gianpiero Bocci e l’assessore regionale alla Salute e coesione sociale Luca Barberini sono stati arrestati dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’indagine della procura di Perugia su alcune irregolarità che sarebbero state commesse in un concorso per assunzioni in ambito sanitario.

Nei confronti dei due sono stati disposti i domiciliari. Stesso provvedimento per il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca e per il direttore amministrativo della stessa azienda. L’indagine è condotta dalla guardia di finanza.

Anche il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, Pd, è indagata nell’inchiesta. Al momento non si conoscono gli addebiti nei suoi confronti.

“Dopo l’autosospensione del Segretario regionale dell’Umbria, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha deciso immediatamente di commissariare la Federazione Regionale del Pd dell’Umbria con l’onorevole Walter Verini, Presidente del Pd dell’Umbria”, è la decisione del Pd.

“Quel che è accaduto oggi in Umbria è molto grave, lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti. Bisogna slegare le nomine negli ospedali dalla politica. Bisogna fare una legge per introdurre un sistema più meritocraticratico ed efficiente, con concorsi trasparenti”, dichiara Luigi Di Maio in merito all’inchiesta della procura di Perugia.

“Senza entrare nel merito degli ultimi arresti i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni Regionali subito” afferma il vicepremier Matteo Salvini in merito alle vicende che stanno coinvolgendo la Giunta Regionale umbra, guidata dal Pd.

Omicidio Fiamingo, “Errore fatale” chiedere pizzo al fratello del clan Mancuso

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Da sinistra in alto Cosmo Michele Mancuso, Giuseppe Accorinti, Salvatore Polito e l’auto luogo del delitto. In basso la conferenza stampa con Nicola Gratteri

Avrebbero tentato un’estorsione alla persona sbagliata e nel posto sbagliato il boss Francesco Mancuso di Limbadi e il suo fidato sodale Raffaele Fiamingo, detto “Il Vichingo”, che pagò con la vita. Nella notte del 9 luglio 2003 il primo fu ferito gravemente, il secondo fu ucciso colpito con numerosi colpi di pistola calibro 9.

La richiesta estorsiva fu rivolta al titolare di un panificio di Spilinga, nel Vibonese, di cui era titolare il fratello di Antonio Prenesti, 53 anni, di Nicotera, ritenuto elemento di spicco del clan Mancuso, oggi arrestato nell’ambito dell’operazione della Polizia in codice “Errore fatale”, la cui inchiesta è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

In carcere sono finiti i presunti autori dell’omicidio di Fiamingo, allora 44enne, presunto boss di Rombiolo, e del ferimento del boss Francesco Mancuso, di Limbadi, detto “Ciccio tabacco”. Il titolare del panificio avrebbe avvertito il fratello del tentativo di estorsione.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Antonio Prenesti avrebbe, quindi, chiesto l’autorizzazione di vendicarsi dello “sgarbo” di Fiamingo al boss Cosmo Mancuso, alias Michele, zio di Francesco Mancuso, che avrebbe autorizzato l’agguato contro il “Vichingo” e il nipote. Per questo Michele Mancuso è stato raggiunto dalla nuova ordinanza della in carcere a Prato.

Sceso dall’auto per ritirare il denaro, Raffaele Fiamingo, al quale fu fatto credere che la presunta vittima avrebbe pagato, si trovò dinnanzi ai colpi di pistola che sarebbero stati esplosi da Antonio Prenesti e Domenico Polito, 55 anni, di Tropea, considerato il braccio armato del clan Mancuso, e anche lui arrestato venerdì quale esecutore materiale del fatto di sangue.

Ad accompagnare sul luogo dell’agguato i due presunti sicari sarebbe stato il presunto boss di Zungri, Giuseppe Accorinti, 60 anni, anche lui finito in manette. Francesco Mancuso, rimasto ferito in auto, fu poi accompagnato dal figlio in ospedale a Vibo. Alla base delle accuse, anche le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia del Vibonese e del Lametino, fra i quali Emanuele Mancuso, primo “pentito” della potente cosca vibonese.

Aggredisce il “rivale” in amore e lo manda in ospedale, denunciato

Aggredisce il I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro hanno rintracciato e denunciato per lesioni gravi il presunto responsabile di una “feroce” aggressione, probabilmente scaturita da motivi sentimentali. I fatti si sono svolti all’interno di un’abitazione dello scalo cittadino.

Un uomo, identificato in P.P. 37enne coriglianese, a quanto risulta dalle indagini, stava discutendo con la compagna di uomo, il 39enne R.M., pure coriglianese e gravato da precedenti, quando quest’ultimo è stato avvisato del molesto colloquio in atto fra l’uomo e la sua convivente e l’ha raggiunta.

Gli animi si sono riscaldati in poco tempo e il 39enne non ha esitato a colpire ripetutamente con un oggetto contundente alla testa il presunto “rivale” in amore, provocandogli diverse lesioni. L’aggredito è stramazzato al suolo privo di sensi, finché non è intervenuto, una volta avvisato, il 118 che lo ha portato d’urgenza al pronto soccorso.

I carabinieri, allertati dai medici intervenuti sul posto, hanno indagato per ricostruire la vicenda ed individuare il responsabile che, nel frattempo, aveva fatto perdere le sue tracce. I militari, conoscendo R.M. per i suoi trascorsi penali, lo hanno cercato nei posti normalmente frequentati in tutto lo scalo coriglianese e nella Marina di Schiavonea, finché, controllando gli ospedali, lo hanno trovato nel reparto di ortopedia del nosocomio di Rossano, dove si era recato per delle fratture ad alcune dita, probabilmente conseguenza della colluttazione avuta poco prima.

Prelevato, è stato portato nella caserma di Corigliano, dove sono emerse le sue responsabilità anche grazie all’assunzione di testimoni che avevano assistito a tutti i fatti. Per questo motivo, d’intesa con il Pm di turno della Procura della Repubblica di Castrovillari è stato denunciato per lesioni personali gravi. L’aggredito è ricoverato nell’ospedale di Corigliano in osservazione a seguito dei traumi multipli riportati alla testa.

Choc a Vibo Valentia, ingegnere muore dopo aggressione

polizia scientifica(ANSA) – VIBO VALENTIA, 12 APR – Gaetano Rizzuto, ingegnere e costruttore edile molto conosciuto a Vibo Valentia, è stato trovato morto stamane in una via del centro della città. Secondo le prime informazioni raccolte l’imprenditore sarebbe stato aggredito da una persona, al momento non identificata, che avrebbe avuto in mano un mattone.

Le urla di Rizzuto hanno attirato l’attenzione dei presenti che sono accorsi. Al momento non è chiaro se la morte dell’uomo sia dovuta all’aggressione o a un malore avvertito per lo spavento. Sul posto è intervenuto personale della Squadra mobile della Questura di Vibo Valentia e i sanitari del Suem 118.

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