14 Ottobre 2024

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Scoperte 110mila dosi di cocaina in loculi di un cimitero del Verano

Scoperte 110mila dosi di cocaina in loculi di un cimitero del VeranoQuasi 110mila dosi di cocaina e una pistola rubata: è quanto ha trovato la Polizia nascosto nei loculi del Verano, lo storico cimitero di Roma. Nel pomeriggio di ieri una pattuglia ha notato un’auto passare a forte velocità nel piazzale davanti al cimitero del Verano, per poi entrare all’interno del cimitero.

Insospettiti, i poliziotti hanno seguito la macchina. Dopo una lunga attesa, gli agenti l’hanno notata rientrare e parcheggiare nell’area del “Colle del Pincetto”, la più antica e monumentale del cimitero, che si trova a ridosso della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. A quel punto dall’auto è sceso un uomo che è entrato in alcune cappelle funerarie.

I poliziotti lo hanno seguito e bloccato poco dopo. All’interno di un loculo hanno trovato diversi involucri di cocaina, che immessa sul mercato avrebbe prodotto 110mila dosi, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente. L’uomo identificato per G.D., quarantaduenne romano, marmista di professione, è stato tratto in arresto in flagranza.

Truffa alla Regione Calabria, sequestro a ex presidente associazione antimafia

Truffa alla Regione Calabria, sequestro a ex presidente associazione antimafia

I finanzieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo “per equivalente”, del valore di quasi 218mila euro, disposto dalla Sezione penale del locale Tribunale nei confronti dell’ex Presidente di una rinomata Associazione culturale anti-‘ndrangheta.

Il provvedimento giudiziario – richiesto dal procuratore aggiunto della Repubblica, Gerardo Dominijanni – è giunto al termine di un’indagine in codice “Creonte” condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, volta a verificare la corretta erogazione di fondi regionali e provinciali a favore dell’“Associazione Culturale Antigone – Osservatorio sulla ‘ndrangheta”.

L’attività investigativa – basata sull’esame della documentazione esibita durante le indagini e del carteggio ufficiale acquisito presso gli enti erogatori, nonché sull’esecuzione di mirati controlli incrociati nei confronti dei fornitori, di accertamenti bancari e di attività tecniche di intercettazione telefonica e telematica delle utenze e dei dispositivi in uso al Presidente pro tempore, Claudio Antonio La Camera, unite ad appostamenti e pedinamenti – avrebbe consentito di rilevare un illecito profitto, derivante dalla percezione di contribuzioni pubbliche, quantificato, a conclusione delle indagini preliminari, in circa 400.000 euro su un totale complessivamente erogato di oltre 800.000 euro.

Secondo l’accusa, la presunta frode sarebbe stata perpetrata tra il 2007 e il 2014 dall’allora Presidente dell’associazione mediante – spiegano i finanzieri -, artifici e raggiri consistiti principalmente nella presentazione, al medesimo o a diversi enti erogatori, di documentazione mendaceper ottenere la liquidazione dei contributi.

In particolare, la truffa sarebbe stata consumata, prevalentemente, tramite la rendicontazione di fatture recanti un contrassegno di quietanza non veritiero, in relazione al quale è stato appurato come, a fronte delle spese rendicontate agli enti pubblici, il relativo importo non sia stato – in tutto o in parte – effettivamente corrisposto al fornitore.

I regolamenti che disciplinano la concessione dei suddetti contributi, inoltre, prevedevano la liquidazione delle spese già sostenute, certificate e quantificate da apposite attestazioni che, invece, il Presidente pro tempore ha preventivamente incassato, destinandone successivamente solo una parte alla realizzazione di manifestazioni ed eventi di pubblico interesse.

L’associazione- come accertato a seguito di apposita consulenza tecnica disposta dall’autorità giudiziaria – ha altresì portato a rimborso fatture di importo sovrastimato per l’acquisto,in particolare dell’impianto di videosorveglianza del “Museo della ‘ndrangheta”.

Le Fiamme gialle hanno infine scoperto come taluni documenti di spesa venivano più volte presentati, per la loro liquidazione, al medesimo o a diversi enti erogatori e che le spese rendicontate risultavano, in più circostanze, non attinenti alle finalità dei progetti finanziati.

Le indagini hanno condotto alla segnalazione alla Procura della Repubblica reggina delle responsabilità penali ascrivibili al Presidente pro tempore dell’associazione, Claudio Antonio La Camera, per i reati aggravati di falso ideologico, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione a danno dello Stato.

Il Tribunale di Reggio Calabria ha quindi disposto il sequestro preventivo, in via diretta o per equivalente, della somma complessiva di € 217.704,59, provvedimento già eseguito dai finanzieri e che ha permesso di cautelare le disponibilità finanziarie e patrimoniali dell’indagato fino alla concorrenza del cosiddetto “profitto del reato”.

Contributi a Pmi colpite da maltempo, accolto odg di Ferro per aumento

Contributi a Pmi colpite da maltempo, accolto odg di Ferro per aumento

Il governo ha accolto un ordine del giorno presentato dal vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, sul decreto in via di conversione in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale, che prevede tra l’altro interventi destinati a migliorare la qualità del latte ovino finanziati attraverso un istituendo fondo.

L’ordine del giorno impegna il Governo a valutare l’opportunità di intervenire in sede di Unione Europea al fine di modificare i regolamenti che definiscono il limite dei contributi elargibili nel regime del de minimis del settore agricolo, innalzandone il massimale di aiuto concedibile da 25 mila euro a 50.000 mila euro alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale.

Il regime de minimis ha infatti dimostrato di essere particolarmente efficace in tempi di crisi in quanto permette una reazione veloce per aiutare gli agricoltori a superare emergenze come le carenze temporanee di liquidità.

“L’innalzamento del limite finanziario – spiega Wanda Ferro – è un primo passo in tale direzione, ma occorre un ulteriore sforzo, e questa sarà una battaglia che Fratelli d’Italia condurrà all’interno del Parlamento Europeo, affinché le istituzioni europee consentano allo Stato di concedere contributi eccezionali alle aziende agricole, soprattutto in situazioni di emergenza”.L'ordine del giorno Ferro

Due lievi scosse di terremoto in provincia di Cosenza

terremoto santa sofia depiroDue lievi scosse di terremoto di magnitudo 2.6 e 2.7 sono state registrate in serata, a distanza di venti minuti, in provincia di Cosenza, con epicentro a due chilometri da Santa Sofia d’Epiro.

Secondo i rilevamenti effettuati dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), gli eventi sismici, di natura strumentale, sono stati localizzati a 11 chilometri di profondità.

I centri più vicini alla zona dell’epicentro, tra i 2 e i 10 km sono, oltre a Santa Sofia, San Demetrio Corone, Bisignano, Acri, San Cosmo Albanese, Luzzi, e Vaccarizzo Albanese. Nessun danno.

Domani Consiglio dei ministri a Reggio: Conte: “Misure urgenti per Calabria”

Domani il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria: Conte: "Misure urgenti"
Di Maio, Conte e Salvini in una immagine d’archivio (Ansa)

C’è attesa per il Consiglio dei ministri che si riunirà domani, giovedì 18 Aprile, a Reggio Calabria. La riunione, prevista in un primo momento a Gioia Tauro, si svolgerà in prefettura. A presiederlo il presidente Giuseppe Conte che avrà accanto, fra gli altri esponenti del governo giallo-verde, i due vicepremier e ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

“Come avevo anticipato qualche giorno fa domani il Consiglio dei ministri si riunirà a Reggio Calabria. Non si tratta di un’iniziativa esclusivamente simbolica ma di un atto concretamente operativo che porterà all’approvazione di misure urgenti in tema di sanità”, scrive in un tweet il premier Conte sottolineando che “in Calabria persistono situazioni non più sostenibili alle quali cercheremo di porre rimedio con la massima determinazione”.

L’ultima riunione “itinerante” del Consiglio dei ministri in Calabria, sempre nella città dello Stretto, venne fatta nel 2010 dall’ex premier Silvio Berlusconi, allora accompagnato, fra gli altri, dall’ex ministro Angelino Alfano.

Incidente sull’A2, auto tampona un Tir: grave il conducente

Grave incidente stradale stamane sull’A2, Autostrada del Mediterraneo, direzione sud, tra gli svincoli di Falerna e Lamezia Terme. Un’auto, una Fiat Bravo, per cause da accertare, ha violentemente tamponato un Tir finendo sotto il mezzo.

Il conducente, unica persona a bordo, è rimasto ferito in modo grave e si è reso necessario il trasporto in ospedale con l’elisoccorso. L’impatto è stato violentissimo, come mostrano le immagini.

Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Lamezia Terme, personale dell’Anas e della Polizia stradale per i rilievi. L’arteria è rimasta chiusa il tempo della rimozione dei mezzi.

Crisi in Libia, migranti pronti a scappare, anche terroristi. Salvini chiude

profughi barcone mare migrantiLa guerra civile in Libia potrebbe provocare una fuga di massa. Sarebbero, secondo fonti libiche, 800mila gli immigrati pronti a raggiungere le coste italiane, tra questi sono pronti a imbarcarsi molti terroristi dell’Isis.

Un numero esorbitante, osserva il ministro degli esteri Moavero, ma il rischio che arrivino jihadisti in Italia è concreto, avverte il ministro dell’Interno Matteo Salvini che torna a parlare della difesa dei confini, oggetto di polemiche nei giorni scorsi.

Il tema dei migranti torna quindi prepotente nella politica italiana e, cosa che preoccupa il governo giallo-verde, in particolare la Lega, gli eventuali arrivi sono protetti dal diritto internazionale sui profughi che, nel caso libico, scappano realmente dalla guerra.

“Il ministro dell’Interno è l’autorità nazionale di pubblica sicurezza e deve autorizzare lo sbarco. Ho tutta l’autorità di decidere. Il porto lo assegna il ministro dell’Interno, può piacere o no, gli italiani mi pagano per difenderli e questo sto facendo”, ha sottolineato il ministro, a “Radio anch’io” su Radio1 Rai. Quanto alla presa di posizione contraria da parte dei generali, il ministro replica: “non ho tempo per rispondere a polemiche. Mi si citi nome e cognome di un generale che mi ha criticato. Si dice, pare, sembra… per questo non leggo i giornali”.

“Il problema – spiega -, è che in Libia ci sono migliaia di terroristi islamici e il rischio di infiltrazioni sui barchini è una certezza. Per questo devo ribadire che in Italia non si sbarca. Non si arriva senza permesso”. “Quest’anno abbiamo ridotto del 92% gli arrivi via mare e dimezzato il numero di morti e dispersi. Evidentemente una politica seria e rigorosa dà risultati”.

E’ “una direttiva di competenza di Salvini”, del “ministro che si deve occupare di ordine pubblico”. Così il ministro della pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, parlando del documento del Viminale sugli sbarchi, intervistata da “24 Mattina” su Radio24. “E’ ovvio che il ministro che ha la competenza è il ministro degli Interni, per ciò che riguarda la sicurezza. Altrettanto ovvio è il momento molto particolare, in cui ci possono essere degli sbarchi con problemi legati al caos libico, all’arrivo quindi anche di terroristi islamici”, spiega Bongiorno.

Dunque per il ministro una “direttiva che si inserisce in questo contesto” è “una direttiva di competenza di Salvini”, visto che si “invita a far rispettare le regole anche in mare”, dove “c’è un problema di ottemperanza-non ottemperanza degli ordini. Con quella direttiva Salvini ha sollecitato l’ottemperanza a quelli che sono gli ordini che vengono dati in mare”.

Notre-Dame, a rischio crollo i frontoni. Raccolti 700 milioni di donazioni

Notre-Dame: padre rettore, chiusa al pubblico 5-6 anni
Ansa/Ap

Sono a rischio crollo i frontoni laterali della Cattedrale Notre-Dame de Paris quasi distrutta dal fuoco nel devastante incendio scoppiato lunedì. Lo hanno riferito i vigili del fuoco francesi che stanno effettuando i sopralluoghi per verificare la stabilità della struttura. Il rischio che cedano è concreto poiché esposti alle fiamme per molte ore e non sono più sorretti dal tetto, crollato, scrivono i media francesi.

Secondo il comandante dei pompieri, Gabriel Plus, “c’è una minaccia sulle ghimberghe”, i frontoni triangolari sui lati della cattedrale che una volta venivano sorretti dal tetto e che ora sono a cielo aperto.

“Non si reggono più sul tetto, ma si reggono su loro stessi, sono quindi esposti al vento. Per questo motivo bisogna togliere del peso”. Secondo il parere di alcuni esperti, le ghimberghe potrebbero dunque essere in parte rimosse, per evitare che il loro crollo crei ulteriori danni, incluso al prezioso rosone.

I media rivelano anche come la Cattedrale, per la cui ricostruzione ci vorranno da cinque a sei anni, ha fatto sapere il sacerdote rettore, non era assicurata. Oltre alle donazioni, consistenti, per la ricostruzione interverrà lo Stato in quanto assicuratore di se stesso per gli edifici religiosi di cui è proprietario.

Le sottoscrizioni della colletta privata, che ieri ha toccato 700 milioni di euro, dovrebbe superare nei prossimi giorni il miliardo di euro. Intanto la Francia lancia un concorso internazionale per architetti per la ricostruzione della guglia.

“Colgo questa occasione per esprimere alla comunità diocesana di Parigi, a tutti i parigini e all’intero popolo francese il mio grande affetto e la mia vicinanza dopo l’incendio nella Cattedrale di Notre-Dame”, ha detto Papa Francesco all’udienza del mercoledì: “Cari fratelli e sorelle, sono rimasto molto addolorato e mi sento tanto vicino a tutti voi. A quanti si sono prodigati, anche rischiando di persona, per salvare la Basilica va la gratitudine di tutta la Chiesa. La Vergine Maria li benedica e sostenga il lavoro di ricostruzione: possa essere un’opera corale, a lode e gloria di Dio”.

Carabiniere ucciso, solidarietà a caserma dell’Arma nel Cosentino

uovo di pasqua cc camigliatelloÈ ancora vivo il dolore ed il cordoglio nella grande famiglia dell’Arma dei Carabinieri, colpita dall’uccisione del maresciallo Vincenzo Di Gennaro e dal ferimento di un graduato in servizio nel foggiano. Molti i gesti di solidarietà e di vicinanza da parte dei cittadini alla Benemerita. Nei giorni scorsi a Crotone e nel Vibonese, oggi nel Cosentino ma sono tanti gli attestati di vicinanza che arrivano in tutta Italia.

Questa mattina, un cittadino – che ha voluto rimanere anonimo – si è presentato alla Stazione dei Carabinieri di Camigliatello Silano e, dopo aver bussato alla porta della Caserma, ha consegnato ai militari in servizio un uovo di Pasqua, accompagnato da una calorosa stretta di mano ed una lettera che esprime sentimenti di profonda stima e sentita considerazione per tutti i Carabinieri:

“Grazie per tutto quello che fate ogni giorno e ogni notte…- è scritto nel messaggio -. Grazie per l’abnegazione e per lo spirito di servizio che mettete nel vostro lavoro quotidiano… Quando uccidono un Carabiniere … uccidono anche un padre o una madre, un figlio o una sorella, uccidono anche un cittadino onesto che sta compiendo il suo lavoro a rischio della propria vita. Grazie e auguri di una felice e serena Pasqua. – Firmato – Un cittadino onesto”.

“Pochi tratti di penna scritti di getto, – spiega un comunicato dei carabinieri della Compagnia di Cosenza -, un gesto semplice che ha inteso, ancora una volta, suggellare l’indissolubile legame tra i Carabinieri e la gente. Un’attestazione di stima e vicinanza da cui, certamente, trarre nuova “linfa” per donarsi, ancor di più, con rinnovato impegno al servizio degli Italiani”.

Due auto distrutte dalle fiamme nel centro di Reggio, indagini

incendio auto reggioSono in corso di accertamento le cause dell’incendio che nel primo pomeriggio di oggi, a Reggio Calabria, nella centralissima Via Demetrio Tripepi, angolo Via Giulia, ha coinvolto un’autovettura parcheggiata lungo la sede stradale. Le fiamme, sviluppatesi repentinamente, hanno avvolto la vettura e si sono poi propagate ad una seconda auto.

Immediato l’intervento di una squadra dei vigili del fuoco, con l’ausilio di un’autobotte. A causa del propagarsi dell’incendio, ed allo scopo di impedire che le fiamme avvolgessero altre automobili, si è reso necessario l’intervento un secondo mezzo come riserva acqua. Le due auto sono state distrutte dalle fiamme. Sull’episodio sono state avviate indagini da parte delle forze dell’ordine.

Pesca illegale, sequestrati 900 chili di novellame. Multa di 75mila euro

Pesca: sequestrati 900 chili di novellame(ANSA) – ROCCELLA IONICA (REGGIO CALABRIA), 17 APR – I militari della Guardia costiera di Roccella Ionica, insieme a personale della Polizia di Stato di Siderno, hanno condotto un’efficace azione di repressione della commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura, sequestrando 900 chili di novellame di sarde pronto per essere immesso sul mercato e comminando sanzioni amministrative per un totale di 75 mila euro.

Il prodotto sequestrato, dopo gli accertamenti sanitari di rito effettuati dal medico del Servizio veterinario dell’Asp di Locri, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, è stato devoluto in beneficienza ad enti caritatevoli.

Scoperti oltre mille falsi braccianti agricoli. Truffa all’Inps per 5 milioni

Scoperti oltre mille falsi braccianti agricoli. Truffa all'Inps per 5 milioni Oltre mille falsi braccianti agricoli sono stati scoperti dalla Guardia di finanza del gruppo di Locri. Il danno stimato per le casse dell’Inps è di circa 5 milioni di euro. Oltre i finti lavoratori sono stati denunciati i rappresentanti legali di decine di imprese.

I Finanzieri coordinati da questa Procura della Repubblica, hanno accertato una truffa aggravata perpetrata da 31 aziende agricole operanti nel territorio della locride, per gli anni dal 2012 al 2018, mediante l’assunzione fittizia di oltre 1.000 dipendenti con un danno milionario alle casse dello Stato

Le imprese presentavano all’Ente previdenziale falsi contratti di affitto o comodato di terreni riconducibili anche a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità.

Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni dai proprietari dei terreni estranei alla truffa e, attraverso l’analisi documentale, sono state ricostruite le false dichiarazioni e comunicazioni all’Inps dei falsi datori di lavoro. Oltre 125.000 giornate lavorative mai effettuate e comunicate, che hanno generato indennità previdenziali e assistenziali per circa 5 milioni di euro.

Inoltre, gli accertamenti condotti hanno consentito di appurare che non sono stati versati nelle casse dello Stato contributi previdenziali Inps a carico delle aziende agricole segnalate per circa 770 mila euro.

Le Fiamme Gialle hanno anche effettuato sul conto di tutti i soggetti coinvolti accertamenti economico-patrimoniali constatando, in capo ad alcuni braccianti agricoli, il possesso di beni mobili di lusso e immobili di pregio a fronte di una modesta situazione reddituale.

Le indagini si sono concluse con la denuncia all’autorità giudiziaria dei rappresentanti legali delle imprese, per le ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni dell’Inps e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico mentre, i 1.000 falsi braccianti, alcuni dei quali in passato già deferiti per associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata in concorso con il fittizio datore di lavoro.

Sono altresì in corso ulteriori accertamenti da parte dei Finanzieri del Gruppo di Locri in relazione alle indebite prestazioni ricevute al fine di procedere alla constatazione delle violazioni tributarie in ordine all’instaurazione dei rapporti di lavoro risultati irregolari con la conseguente tassazione dei proventi illeciti.

“Il risultato conseguito testimonia, ancora una volta, – spiega una nota della Procura guidata da Luigi D’Alessio – il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nel contrasto degli illeciti commessi nel settore della spesa pubblica a tutela dei cittadini che operano nel pieno rispetto della legalità.Il tutto a dimostrazione del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Guardia di Finanza, soprattutto in un difficile contesto socio-economico che caratterizza la Provincia di Reggio Calabria”.

Droga ed evasione, tre arresti dei carabinieri a Cosenza e hinterland

carabinieri cosenza ponte calatravaEra ai domiciliari ma è stato sorpreso mentre spacciava droga ad un minore di diciassette anni. In manette è finito un cosentino di 35 anni, I.C., già agli arresti per reati specifici.

Ad arrestarlo i carabinieri della Compagnia di Cosenza che nel corso di controlli hanno notato strani movimenti nei pressi della casa dell’uomo. Insospettiti dallo scambio di soldi ed un involucro, i Carabinieri della Sezione radiomobile prima hanno fermato i due, cristallizzando l’avvenuta cessione, e poi hanno proseguito le operazioni con una tempestiva perquisizione a casa del pusher, rinvenendo nella sua camera da letto 90 grammi di marijuana confezionati all’interno di involucri in cellophane, pronti per essere spacciati, con un bilancino di precisione perfettamente funzionante e materiale per il taglio ed il confezionamento della sostanza.

Quanto ritrovato è stato sottoposto a sequestro in attesa di essere analizzato, mentre l’uomo, al termine degli accertamenti di rito, è stato tradotto agli arresti domiciliari, come disposto dalla Procura della Repubblica di Cosenza, in attesa del rito direttissimo Nel medesimo servizio antidroga i Carabinieri hanno segnalato altresì alla Prefettura di Cosenza altri 5 assuntori di sostanze stupefacenti.

Controlli senza sosta nel fine settimana, altri due arresti
Inoltre, i militari della Compagnia di Cosenza, nel corso del weekend, hanno continuato senza sosta i controlli dei soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale, tra i tanti anche quelli coinvolti nella maxi-operazione “Alarico” eseguita proprio dalla Compagnia cittadina nei giorni scorsi.

Nella giornata di sabato i Carabinieri di Mendicino hanno arrestato R.M., 34enne del posto, finito ai domiciliari proprio con l’ultima operazione. I militari, nell’ambito di un’ispezione, non trovando l’uomo nella propria abitazione, hanno atteso per alcune ore che rientrasse. Inevitabili le manette con l’accusa di evasione. L’uomo è stato tradotto in camera di sicurezza in attesa di rito direttissimo. L’arresto, su richiesta della locale Procura, è stato convalidato dal Tribunale di Cosenza che ha disposto nuovamente gli arresti domiciliari; ora il 34enne dovrà rispondere anche del reato di evasione.

Inoltre, militari di Carolei hanno arrestato, per il reato di violazione degli obblighi della sorveglianza speciale previsto, un 56enne di Carolei, R.M., sorpreso a Cosenza nei pressi del locale “Party store”, nonostante fosse sottoposto alla misura con obbligo di soggiorno nel comune di Carolei.

L’arrestato, al termine degli accertamenti è stato pertanto tradotto ai domiciliari, su disposizione della Procura di Cosenza in attesa dell’udienza di convalida. Il giudice presso il Tribunale di Cosenza, nel convalidare l’arresto, ha disposto per l’uomo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Concorsi pilotati in Umbria, si è dimessa la governatrice Catiuscia Marini (PD)

Catiuscia Marini
Catiuscia Marini

Si è dimessa la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini (Pd). L’annuncio è arrivato oggi pomeriggio al termine di una lunga riunione nel palazzo che ospita la sede della Giunta, nel centro di Perugia.

Marini è indagata nell’inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per assunzioni che sarebbero stati pilotati all’ospedale del capoluogo umbro. Le dimissioni sono state comunicate con una lettera inviata alla presidente dell’Assemblea Legislativa, Donatella Porzi.

“Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata ‘fare l’interesse generale’, da sindaco della mia Città (Todi – ndr), da Europarlamentare, ed in questi anni da Presidente di Regione”: così la presidente della Regione Umbria Marini nella sua lettera pubblica di dimissioni. “Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta” ha sottolineato ancora.

Nell’inchiesta della Procura di Perugia, nei giorni scorsi erano stati arrestati il segretario del Pd dell’Umbria Gianpiero Bocci e l’assessore regionale alla Salute e coesione sociale Luca Barberini. Stesso provvedimento ai domiciliari per il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Emilio Duca, e per il direttore amministrativo della stessa azienda.

Omicidio donna a Cassano, fermato il marito. Forse movente “passionale”

Omicidio Romina Iannicelli, a Cassano, arrestato il marito Giovanni De Cicco
Nei riquadri da sinistra la vittima, Romina Iannicelli e a destra il marito Giovanni De Cicco. Sullo sfondo i carabinieri vicino l’abitazione a Cassano

I carabinieri hanno rintracciato e fermato Giovanni De Cicco, sulla cinquantina, marito di Romina Iannicelli, 44 anni, trovata senza vita martedì mattina nel suo appartamento, a Cassano allo Ionio. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori, ad uccidere la moglie.

La donna sarebbe morta a seguito di un trauma cranico dovuto ad alcuni colpi ricevuti con un oggetto contundente. In una prima ricostruzione era trapelato che la vittima fosse stata uccisa a coltellate. E invece, “l’avrebbe prima picchiata, un vero e proprio pestaggio, e poi colpita con un bastone. Poi avrebbe tentato di soffocarla, forse con un cavo del telefono”, ha detto il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla citato dai media.

Oscuro al momento il movente. La donna, da quanto emerge, sarebbe stata incinta e questo fa presumere che l’uomo non avrebbe “gradito” la gravidanza. Sullo sfondo di questo ennesimo crimine qualcosa di inconfessabile sul piano del rapporto sentimentale.

Intanto, il corpo della donna è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Rossano per l’esame autoptico. La vittima è una sorella di Giuseppe Iannicelli, che fu ucciso nel gennaio del 2014 insieme alla convivente marocchina e al nipotino di soli tre anni, Nicolas “Cocò” Campolongo.

I corpi furono trovati carbonizzati in un’auto nel gennaio 2014. La vicenda colpì molto l’opinione pubblica. Gli inquirenti non collegano, però, l’omicidio di oggi con i fatti di allora. Per quell’orribile triplice omicidio Papa Francesco venne in visita a Cassano per condannare il crimine.

Lande desolate, oltre a Oliverio indagati anche Bossio e Adamo: “Corruzione”

Mario Oliverio, Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo
Da sinistra Mario Oliverio, Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo

La Procura distrettuale di Catanzaro ha emesso l’avviso di chiusura indagini nei confronti del Governatore della Calabria Mario Oliverio nell’ambito dell’inchiesta “Lande desolate”, operazione scattata il 17 Dicembre 2018 e culminata con 16 misure cautelari, tra arresti, interdizioni e l’obbligo di dimora per il governatore, misura recentemente annullata dalla Cassazione. Il provvedimento è stato emesso anche nei confronti della deputata del Pd Enza Bruno Bossio e del marito, l’ex consigliere regionale del Pd Nicola Adamo.

I tre, tutti del PD, sono indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio aggravata dalla finalità di stipula di contratti e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio. Insieme a loro sono coinvolti, nel secondo filone, anche Francesco Tucci e l’imprenditore in odor di mafia, Giorgio Ottavio Barbieri.

L’indagine riguarda presunti illeciti in tre appalti che sono il nucleo centrale dell’inchiesta della Dda guidata da Nicola Gratteri. Si tratta dell’impianto di risalita di Lorica, nella Sila cosentina, l’aviosuperficie di Scalea (Cosenza), e la realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza. Oliverio, ma non Adamo e Bossio, è indagato per abuso d’ufficio nel filone principale dell’inchiesta “Lande desolate”.

In particolare, per quanto riguarda piazza Bilotti, a maggio 2016 Oliverio, insieme ad Adamo, Enza Bruno Bossio, al direttore dei lavori Francesco Tucci, e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri (l’unico arrestato nell’operazione con l’aggravante mafiosa), avrebbero stretto, secondo l’accusa, un “accordo illecito” per rallentare i lavori al fine di danneggiare elettoralmente Mario Occhiuto, allora candidato a sindaco.

Oliverio, Bossio e Adamo avrebbero esercitato “pressioni indebite” sui direttori dei lavori e sullo stesso Barbieri – imprenditore ritenuto organico al clan Muto di Cetraro -, che si era aggiudicato tutti e tre gli appalti, per giungere alle loro finalità “politiche” ed “elettorali”.
Leggi Gip: “Pressioni di Oliverio per dare fondi a Barberio”

Secondo il Gip Pietro Carè e la stessa Dda, ci sarebbe stato uno “scambio di favori” su piazza Bilotti. Secondo l’ipotesi accusatoria, Barbieri rallentava i lavori per non fare inaugurare la piazza a Mario Occhiuto, poi eletto sindaco di Cosenza, ed in cambio (quì l’ipotesi di corruzione) ci sarebbe stato un ulteriore finanziamento da parte della Giunta regionale presieduta da Mario Oliverio. A scoprirlo e ad incrociare tutto, i finanzieri di Cosenza che hanno intercettato anche Sms degli indagati a Tucci e Barbieri.
Leggi le intercettazioni

La Giunta, come emerso dagli atti, con delibera n. 159 del 13.5.2016 decise un finanziamento aggiuntivo di 4,2 milioni di euro in favore dell’impresa Barbieri il quale versava in condizioni economiche critiche. Fondi che si erano aggiunti a quelli già stanziati per l’impianto sciistico di Lorica con la pezza giustificativa di “lavori complementari”: “Utilizzo temporaneo delle risorse in conto residui”, riportava l’oggetto.

Oltre al governatore Oliverio, la parlamentare Bruno Bossio, Adamo, Barbieri e Tucci, l’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche ai dirigenti della Regione Paola Rizzo (49 anni), Rosaria Guzzo (63) e Giuseppe Zinno (64), e Vincenzo De Caro (66 anni), Gianluca Guarnaccia (43); Carmine Guido (58), Marco Trozzo, (46); Marco Oliverio (44); Carlo Cittadini (43); Ettore Della Fazia (58), Gianbattista Falvo (62); Pasquale Latella (54); Damiano Francesco Mele (52), Arturo Veltri (37).

Nei confronti di alcuni indagati la Procura ipotizza anche l’aggravante dell’articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. L’avviso di conclusione delle indagini di “Lande Desolate” è stato redatto dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti Vincenzo Capomolla e Vincenzo Luberto e dal sostituto Veronica Calcagno: in totale, sono venti i capi di imputazione contestati a vario titolo agli indagati.

Notre-Dame, polemiche sui soccorsi. Danni ingenti, parte la solidarietà

Domato l’incendio che ha devastato la Cattedrale Notre-Dame, a Parigi, è il momento della solidarietà, ma anche delle polemiche sui soccorsi giunti in ritardo e sui lavori di restauro da cui sarebbe scaturito l’incendio. Ingenti i danni: la volta della navata centrale è crollata, salve invece le torri e le opere d’arte, che saranno trasferite al Louvre. Ci vorrà del tempo per una prima stima dei danni.

Già numerosi i versamenti da privati e imprese per finanziare la ricostruzione: 600 milioni da LVMH, Pinault, Total e l’Oreal. Il procuratore di Parigi rivela: c’è stata una prima allerta alle 18.20, ma non è stato riscontrato nulla di anomalo.

Una seconda allerta è scattata poco dopo, quando il fuoco era già alla struttura. Interrogati gli operai al lavoro, il presidente di una delle società incaricate del restauro: “Rispettate le procedure di sicurezza”.

La Procura parigina ha aperto una inchiesta per disastro colposo per incendio. Non è al momento possibile sapere se i magistrati intendano emettere qualche provvedimento. Si attendono prima gli esiti dei sopralluoghi per accertare le cause del devastante rogo che probabilmente è scaturito dai lavori di ristrutturazione in corso.

Ci vorranno anni per la ricostruzione, almeno questo ha fatto intendere il ministro della cultura francese. Anni e molti quattrini. I danni non sono stati ancora quantificati, ma sono ingentissimi.

Ingegneri e architetti, insieme ad esperti del ministero e della soprindendenza francese sono al lavoro per acquisire documenti della cattedrale, ma prima dovranno attendere che possano entrare all’interno, in sicurezza, per farsi una idea degli interventi da effettuare per ricostruire l’imponente cattedrale.

Furto e droga, tre arresti della Polizia a Corigliano-Rossano

cocaina poliziaNella tarda serata lunedì agenti del Commissariato di Corigliano-Rossano, hanno arrestato in flagranza per furto aggravato, due persone di cui una con precedenti di polizia per reati specifici.

In particolare, personale della Polizia giudiziaria, unitamente al personale della Squadra Volante, durante il normale servizio di prevenzione e repressione dei reati, notava dei movimenti sospetti nei pressi di un capannone, posto sulla statale 106, all’interno del quale operava una ditta esercente l’attività di commercio all’ingrosso.

Lo stesso capannone mesi fa era stato oggetto di un grosso incendio, ciò nonostante all’interno dello stesso è ancora custodita numerosa merce tra cui svariati liquori ed altre bevande. Per tal motivo il capannone è stato già oggetto di numerosi altri furti, per come denunciato alle forze dell’ordine dal proprietario della predetta ditta.

I poliziotti sorprendevano due soggetti A. F., di 60 anni, e B.L., (47) i quali erano intenti a caricare su un Fiat Doblò e su una Fiat Panda, diverse casse di alcolici e superalcolici, appena asportate dal Capannone con l’intento verosimilmente di reimmetterli sul mercato.

La merce veniva sequestrata e contestualmente consegnata in sede di denuncia al proprietario. Si rappresenta altresì che la merce rubata, essendo stata esposta ad elevate fonti di calore, poteva nuocere alla salute di eventuali ignari acquirenti, se reimmessa sul mercato. I due soggetti venivano tratti in arresto per il reato di furto aggravato.

Altro arresto per droga
Sempre nella stessa serata gli agenti del commissariato hanno arrestato in flagranza per possesso di droga ai fini dello spaccio, R.S., di 25 anni. Il giovane, controllato nei pressi di un locale nell’area urbana di Rossano in Corigliano-Rossano veniva trovato in possesso di alcune dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

A seguito del controllo, il personale di Polizia, procedeva con una successiva perquisizione presso l’abitazione del venticinquenne trovando in una spazzola per capelli, altre sei dosi di cocaina pronta per essere ceduta. La droga è stata sequestrata e, dopo le formalità di rito, il giovane è finito in manette.

Notre-Dame, crollata la volta. Ci vorranno anni per la ricostruzione

L’incendio nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi è nella totalità spento, rimangono solo piccoli focolai all’interno su cui stanno operando decine di vigili del fuoco con diversi mezzi. Non è ancora certo cosa sia salvo e cosa sia andato distrutto. Si temono i danni strutturali dell’edificio. Il calore sviluppatosi per diverse ore all’interno potrebbe portare al collassamento, secondo alcuni esperti citati dai media francesi.

La volta della navata centrale di Notre-Dame a Parigi è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia. Questo particolare, non di poco conto, si vede nelle prime immagini riprese dall’interno della cattedrale nella notte dai vigili del fuoco, di cui alcuni frame sono apparsi su media internazionali. Dalle voragini sulla volta si vedono i bagliori della struttura del tetto che ancora brucia. I rilievi in marmo appaiono bruniti dal fumo e in fondo all’abside si vede la croce dell’Altare maggiore. A terra pezzi di legno fumante.

La ricostruzione, e le parti eventualmente da restaurare, dureranno anni, ha detto il ministro francese della Cultura, Franck Riester, spiegando che è ancora “troppo presto” per valutare la durata precisa della ristrutturazione.

“In ogni caso – ha detto ai microfoni di France Info – ci vorrà tanto tempo e bilanci molto importanti”. Riester ha precisato che “i due terzi del tetto sono andati in fumo” e che la “guglia è crollata all’interno della cattedrale, creando un buco nella volta”, anche “una parte delle vetrate” è andata “distrutta”.

Terrificante a Cassano allo Ionio, uccisa sorella del nonno di Cocò Campolongo

abitazione di Romina Iannicelli
Ansa

Una donna di circa 40 anni, Romina Iannicelli, è stata uccisa a coltellate a Cassano allo Ionio, nel Cosentino. A trovare il cadavere sono stati alcuni familiari che avevano un appuntamento con lei per delle commissioni.

L’omicidio è avvenuto nell’appartamento dove la donna viveva con il marito. Al momento l’uomo risulterebbe irreperibile. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale tenenza che hanno avviato le indagini. Acquisite alcune immagini della videosorveglianza della zona.

La vittima era la sorella di Giuseppe Iannicelli, l’uomo di 52 anni ucciso a colpi di arma da fuoco il 16 gennaio 2014, sempre a Cassano allo Ionio, assieme al nipotino di tre anni, Cocò Campolongo, e alla compagna marocchina Ibtissam Touss, di 27 e i cui corpi vennero poi dati alle fiamme.

La parentela con l’uomo ucciso, comunque, non viene ritenuta collegata in alcun modo al delitto della donna che secondo le ipotesi avanzate dagli inquirenti sarebbe l’ennesima vittima di femminicidio.

Per il triplice omicidio del piccolo Cocò, del nonno (sorella della vittima di stamane), e la compagna, lo scorso gennaio erano stati condannati all’ergastolo Faustino Campilongo, di 42 anni, e Cosimo Donato, di 41, imputati per il brutale crimine per cui a Cassano venne in visita pastorale anche Papa Francesco, che davanti a decine di migliaia di persone condannò fermamente l’orribile delitto.

Movente del triplice omicidio, secondo l’accusa, la volontà di Campilongo e Donato di non sottostare più agli ordini di Giuseppe Iannicelli nell’attività di spaccio della droga.

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