13 Ottobre 2024

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Via libera della Camera per la riduzione dei parlamentari

Via libera della Camera per la riduzione dei parlamentari
Ansa

La Camera ha approvato la proposta di legge costituzionale che taglia il numero di senatori e deputati. I sì sono stati 310 (M5s, Lega, Fi e Fdi), i no 107 (Pd, Leu, +Europa, Civica Popolare), gli astenuti 5 (NcI).

Visto che l’Aula di Montecitorio ha confermato il testo licenziato dal Senato, si tratta della prima delle due letture conformi previste dalla costituzione per le modifiche della Carta. La seconda può solo approvare o bocciare il testo senza possibilità di modifiche.

Sanità in Calabria, Cotticelli: “Manager verranno da fuori regione”

Saverio Cotticelli
Saverio Cotticelli

“Ho già chiesto un appuntamento al presidente della Regione, al quale sottoporrò una lista di nomi e cercheremo un’intesa”. Lo ha detto il commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, con i giornalisti a margine di un’iniziativa dei sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil nella sede della Regione, a Catanzaro.

Il recente decreto del governo ha decapitato i vertici delle aziende sanitarie calabresi, trasferendo di fatto a Roma, attraverso il commissario, la decisione in merito ai nuovi manager. “Qui non si viene a fare diktat, ma a lavorare, e a lavorare insieme. Le nomine – ha spiegato Cotticelli – sono una mia prerogativa, da condividere con la Regione. Il problema delle nomine è centrale perché se non cambiamo la governance delle aziende, se non sottraiamo la nomina degli amministratori alla politica, non invertiamo la tendenza. Io dico che in questo momento la Calabria, per un periodo limitato, ha bisogno di rinnovare i vertici delle aziende con persone che vengono da fuori, per un fatto tecnico nel senso chi arriva da fuori vede prima situazioni che se sei all’interno non le noti”.

“Naturalmente – ha precisato – io eserciterò, come dispone il decreto, il controllo sui manager, ma non basta solo cambiare i manager, occorre ambiare la struttura che c’è sotto, che è quella incancrenita da anni di cattiva gestione”. “Credo che si riuscirà a ottenere una deroga al blocco del turn over” ha poi detto Cotticelli.

“Oggi pomeriggio – ha poi reso noto Cotticelli – avrò un’audizione alla Camera e lo sosterrò con forza. Farò poi una proposta al Mef: chiederò un tavolo specifico per l’emergenza Calabria, con un piano di assunzioni serio, circoscritto per i settori di emergenza urgenza, per non chiudere reparti e assicurare un minimo di servizi. Perché qui non si deve chiudere niente. Ci sono due cose che fanno a pugni: le necessità ragionieristiche e il diritto alla salute, e penso – ha concluso il commissario della sanità calabrese – che il diritto alla salute sia preminente”.

Infine ha poi precisato: “Ho chiesto io l’impugnazione della legge sull’integrazione” tra l’ospedale Pugliese Ciaccio e il Policlinico Mater Domini di Catanzaro, impugnazione decisa ieri dal Consiglio dei ministri. “Ho chiesto io l’impugnazione – ha aggiunto Cotticelli – perché in sede di audizioni in commissione del Consiglio regionale si era detto che la legge doveva prevedere solo l’integrazione tra il Pugliese Ciaccio e il Mater Domini di Catanzaro. Quando la legge mette in mezzo anche Lamezia Terme, delle due l’una: o non ci siamo capiti o non si vuole l’integrazione”.

Altra tegola su Occhiuto, indagato per bancarotta fraudolenta

Mario Occhiuto indagato

Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha ricevuto un avviso conclusione indagini per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di una società di cui era amministratore. Occhiuto, in particolare, è accusato di avere distratto dal capitale della società Ofin – fallita nell’ottobre 2014 – oltre tre milioni di euro destinandoli all’aumento di capitale di altre due aziende.

Nell’inchiesta – condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Cosenza e coordinata dalla locale Procura – sono indagati anche Carmine Potestio, socio della Ofin e, in passato, capo gabinetto di Occhiuto al Comune, e la sorella del sindaco, Annunziata, in qualità di amministratore e legale rappresentante della società da settembre a ottobre 2014, data del fallimento.

Occhiuto è ritenuto responsabile anche della distrazione di alcuni immobili di cui avrebbe ceduto il contratto di leasing ad altre società a lui riconducibili senza alcun corrispettivo.

Con l’auto contro un muro a Villapiana, un morto e una ferita

ambulanza campagnaUn uomo di 78 anni Giuseppe Genovese è morto in un incidente stradale verificatosi sulla strada provinciale 160 che dalla statale 106 porta a Villapiana paese.

La moglie della vittima, Rosa Aieta, di 76, che era a bordo della vettura è rimasta ferita in modo grave ed è stata trasportata con l’elisoccorso all’ospedale Annunziata di Cosenza dove è tuttora ricoverata.

I coniugi erano a bordo di una Fiat grande Punto che, per cause in corso d’accertamento, è uscita fuori strada andando a finire contro un muro. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 di Trebisacce e i carabinieri di Villapiana che hanno effettuato i rilievi.

Oltre a sanitari e carabinieri sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Castrovillari.

Seicento grammi di droga in casa, arrestato un napoletano

Oltre 600 gr di droga in casa, arrestatoI carabinieri delle Compagnie di Catanzaro e Sellia Marina, nel corso di controlli finalizzati alla repressione dei reati inerenti il traffico di sostanze stupefacenti, hanno arrestato e posto ai domiciliari un 32enne, R.M., di Napoli, già noto alle forze dell’ordine, nella cui abitazione sono stati trovati oltre 600 grammi di droga.

I carabinieri delle Stazioni di S. Maria e Zagarise, si sono presentati a casa dell’uomo dopo avere notato movimenti sospetti. Durante la perquisizione, l’uomo, a seguito di esplicito invito, ha consegnato una busta con 14 grammi di marijuana insieme a 1 bilancino di precisione, un’altra busta con 200 grammi di marijuana e 2 panetti di hascisc dal peso complessivo di 202 grammi.

I militari hanno poi trovato un coltello intriso di hascisc ed un altro involucro con altri 100 grammi di marijuana e 1.435 euro in banconote di vario taglio. Altri 55 grammi di marijuana sono stati trovati, infine, in un locale adiacente l’abitazione.

Lotta alla contraffazione, sequestrati 1800 articoli pericolosi in fiera

guardia di finanza di paola cosenzaOltre 1.800 articoli contraffatti o pericolosi per la salute del consumatore sono stati sequestrati in occasione della Fiera di San Francesco a Paola dalla Guardia di finanza.

Le Fiamme gialle hanno effettuato servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e posti di controllo. Un dispositivo orientato in via prioritaria alla prevenzione. Il piano è stato attuato con controlli esterni nei “punti strategici”, ovvero svincoli stradali, autostazioni e stazione ferroviaria di Paola, Amantea, Cetraro e Scalea e l’area interessata dalla tradizionale Fiera.

Gli articoli sequestrati sono risultati essere realizzati con materiali di scarsa qualità e pericolosi poiché gli acquirenti, utilizzandoli, sarebbero stati esposti al rischio per la salute. Nel corso dei controlli c’è stata anche la verbalizzazione di 42 cessioni di beni effettuate senza l’emissione dello scontrino fiscale.

L’ampio dispositivo attuato nei giorni scorsi dai finanzieri rientra inoltre nell’ambito delle direttive emanate dalla Prefettura di Cosenza al fine di garantire sempre più legalità e sicurezza nella provincia di Cosenza.
Diversi i militari impiegati per il concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Governo, Conte “dimette” Siri. Salvini cita Raggi: “Indagati si serie A e B”

Armando Siri Giuseppe ConteIl presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha deciso la revoca del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato dalla procura di Roma per corruzione. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Cdm che ha a lungo dibattuto.

Il caso Siri spacca la maggioranza di governo con i Cinquestelle che avevano chiesto le dimissioni, mentre la Lega aveva rifiutato ogni ipotesi di dimissioni. Il “cerino” è stato poi lasciato nelle mani di Conte che ha optato per la revoca delle deleghe.

“Prendo atto – attacca il vicepremier leghista Matteo Salvini – del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto. I nostri candidati sono specchiati. Se ci sono colpe di serie A e colpe di serie B, presunti colpevoli di serie A e di serie B…. a casa mia se uno vale uno, inchiesta vale inchiesta”. “Noi abbiamo nessun problema, la questione morale riguarda altri. Mi dispiace che qualcuno si stia sporcando la bocca su Attilio Fontana”, ha aggiunto.

Conte ha portato al tavolo del Consiglio dei ministri le motivazioni che sono alla base dell’opportunità di revocare il sottosegretario Armando Siri. Dopo il suo intervento è intervenuta la ministra della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che ha illustrato la posizione della Lega e su cui già nei giorni scorsi si era spesa per la linea contraria alle dimissioni. Il dibattito si è allargato praticamente a tutti i ministri in Cdm.

Dopo gli interventi dei due “avvocati”, il premier e il ministro per la Pubblica Amministrazione, al tavolo del consiglio sull’opportunità della revoca di Siri sono intervenuti diversi ministri del M5S e della Lega, a cominciare dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Durante la discussione, che secondo quanto riferiscono fonti del Carroccio citati dall’Ansa, si sarebbe svolta in maniera civile e pacata, il ministro dell’Interno avrebbe ribadito “fiducia nel premier ma anche difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria”.

“In una giornata come quella di oggi in cui l’Italia è scossa da inchieste su temi che riguardano la cosa pubblica, per me è altrettanto importante che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato”, dice Di Maio al termine del Cdm sul caso Siri.

SIRI DAI PM – Intanto è terminato il confronto tra l’oramai ex sottosegretario Armando Siri e i pm della Procura di Roma che indagano per una presunta dazione di denaro in suo favore da parte dell’imprenditore Franco Arata. L’atto istruttorio, durato circa una ora, si è svolto in un ufficio distaccato della Procura di Roma. In base a quanto apprende l’Ansa, Siri ha rilasciato dichiarazioni spontanee e messo a disposizione dei magistrati anche una ampia memoria difensiva.

Il senatore Siri “ha ribadito con fermezza di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata, né da chiunque altro, promesse di pagamento o dazioni di denaro, che avrebbe rifiutato con sdegno, facenti riferimento al merito della sua attività di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato”: così in una nota l’avvocato Fabio Pinelli, difensore dell’esponente della Lega. Nel corso dell’atto istruttorio con i magistrati di Roma, Siri, così come spiega in una nota il suo difensore, “ha messo spontaneamente a disposizione dei pm la documentazione contabile nella sua disponibilità, avente ad oggetto il complesso dei propri movimenti bancari e finanziari”.

Dopo il Cdm, già arroventato dal caso Siri, si è comunque passati a proposte costruttive per il paese. “Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare”, fa sapere la Lega citando punti del contratto come la Flat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti; l’autonomia, la riforma della giustizia, l’apertura dei cantieri, lo sviluppo e le infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi No e i rinvii”, dice il Carroccio.

Appalti e tangenti in Lombardia, indagato anche il governatore Fontana

Attilio Fontana
Attilio Fontana

Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato per abuso d’ufficio nella maxi inchiesta della Dda di Milano che ieri ha portato a 43 misure cautelari. Lo riporta stamani il Corriere della Sera e la notizia è stata confermata stamani da fonti qualificate. La contestazione riguarda la nomina del suo “socio di studio” Luca Marsico a un incarico in Regione Lombardia. Fontana potrebbe essere interrogato già oggi dagli inquirenti.

Nell’operazione antimafia per tangenti in Lombardia e Piemonte, è stata eseguita martedì un’ordinanza per 43 custodie cautelari, 12 in carcere, nell’inchiesta della Dda su due “gruppi criminali” tra tra Milano e Varese costituiti da politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati di associazione per delinquere per aggiudicarsi appalti pubblici.

Tra gli arrestati due dirigenti di Forza Italia: il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia, e il consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, candidato alle Europee, che sarebbe stato a “libro paga” dell’imprenditore del settore rifiuti Daniele D’Alfonso. Nell’inchiesta anche un caso di ‘istigazione alla corruzione’ verso il presidente della Regione Fontana, che non è indagato, ma non lo avrebbe denunciato. Chiesta alla Camera l’autorizzazione all’arresto per finanziamento illecito del deputato di Fi Diego Sozzani.

Il gip Raffaella Mascarino, citando brani di una conversazione di Sozzani intercettata dagli inquirenti, scrive che per ex consigliere regionale in Piemonte e dal 2018 deputato di Forza Italia, l’elezione in Parlamento serviva per procacciarsi “ulteriori clienti per lo studio” tecnico-professionale. Sozzani è ingegnere.

Sottrae soldi ai clienti, arrestato il direttore di un Ufficio postale

polizia di stato guardia di finanzaMilitari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme e agenti del locale Commissariato di Polizia stanno eseguendo un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del direttore di una filiale di Poste Italiane di Decollatura (Catanzaro), Riccardo Cristiano, di 41 anni, accusato di truffa e peculato.

Contestualmente è stata data esecuzione ad una perquisizione personale e domiciliare nonché in tutti i luoghi nella disponibilità dell’uomo.

Gli ufficiali di polizia giudiziaria impiegati, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, stanno inoltre eseguendo mirate perquisizioni locali presso la filiale di Poste Italiane diretto dall’indagato, che è residente a Cleto, nel Cosentino.

L’attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle di Lamezia Terme e dal Commissariato di pubblica sicurezza sotto le direttive del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e del sostituto Marta Agostini, ha consentito di accertare l’esistenza di un complesso sistema fraudolento che, secondo l’accusa, avrebbe permesso al Direttore dell’ufficio postale di appropriarsi del denaro di più clienti dell’Ufficio postale per un totale di 132.200 euro.

Riccardo Cristiano, avrebbe agito con l’aggravante di approfittarsi della buona fede dei suoi clienti, ponendo in essere un assoggettamento psicologico vero e proprio in grado di conquistare nel corso degli ultimi anni la fiducia e la completa disponibilità delle vittime ignare di tutto, al punto tale da poter pienamente disporre di ogni decisione e libertà nell’effettuare varie operazioni economico-finanziarie sui conti correnti e i prodotti di investimento degli stessi clienti.

“Le risultanze investigative, condotte mediante analisi documentale, accertamenti analitici su tutti i rapporti economico-finanziari intestati ai clienti, nonché attraverso una copiosa attività condotta con l’utilizzo del mezzo delle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di acquisire numerosi riscontri dei reati contestati dalla Procura, consentendo di ritenere provata la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, anche in considerazione della diversità delle condotte illecite perpetrate da Cristiano, aventi comunque l’unico scopo di defraudare le vittime”, è scritto in una nota della Procura.

Gli accertamenti economico-patrimoniali delegati agli investigatori di Lamezia Terme hanno anche permesso di ricostruire l’effettiva capacità patrimoniale illecitamente accumulata nel corso degli anni dal soggetto indagato, per un valore complessivo di 132.200 euro.

È stato dimostrato come l’indagato, in qualità di Direttore dell’Ufficio Postale di Decollatura, abbia posto in essere un complesso meccanismo finalizzato all’effettuazione di alcuni disinvestimenti e alla successiva creazione di una carta prepagata postpay nella completa inconsapevolezza di una delle due vittime, sulla quale sono state canalizzate e poi prelevate dallo stesso Direttore illecitamente somme per un importo pari ad 49.000 euro.

Nel secondo caso,invece, il Direttore dell’Ufficio Postale ha proceduto a diversi riscatti di polizze di investimento per ingenti valori, ai quali sono susseguiti numerosi prelevamenti di denaro dagli importi anomali, completamente disconosciuti dalla vittima, soggetto femminile in età anziana, per un importo pari ad 83.200 euro.
Le risultanze investigative hanno consentito al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani, di emettere un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nonché del sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta di 132.200 nei confronti di Riccardo Cristiano.

Inchiesta su metro e ospedale, Occhiuto si difende: “Non ho agito per interessi personali”

sincaco cosenza occhiuto

“Con riferimento all’unico capo d’imputazione contestatomi nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari notificatomi oggi, secondo cui avrei stretto un patto illecito con l’onorevole Mario Oliverio e con l’ingegnere Luigi Zinno, devo evidenziare come nella stessa imputazione si dia atto che la pretesa utilità indebita, costituente contropartita del presunto patto illecito, consisterebbe nella promessa di un finanziamento per l’esecuzione di un’opera pubblica a vantaggio della città di Cosenza, e non già per miei interessi personali”. Lo dichiara il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, indagato per corruzione dalla Distrettuale di Catanzaro insieme al governatore della Calabria, Mario Oliverio, all’ex consigliere regionale Nicola Adamo e ad altre persone.

“Devo aggiungere – prosegue Occhiuto – che i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del museo di Alarico erano già stati concessi ben prima che Oliverio divenisse presidente della giunta regionale, e che la gara di appalto dei predetti lavori non può affatto essere definita illegittima, avendo anzi già superato il controllo del competente giudice amministrativo”.

“Ho già concordato con i miei difensori la celere presentazione di richiesta di mio interrogatorio onde chiarire definitivamente gli esatti termini – assolutamente leciti e legittimi – della vicenda”.

Infine – conclude il primo cittadino di Cosenza – non sfuggirà ad alcuno l’evidente “anomalia” di un preteso patto illecito stretto con chi, nello stesso procedimento è indagato per una serie di atti commessi anche a mio danno, e finalizzati a determinare la mia decadenza da Sindaco di Cosenza”.

Umilia e picchia la moglie, arrestato marito violento

Auto PoliziaPersonale del Commissariato di Paola della Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip di Paola, su richiesta della Procura, nei confronti di S.S., di 37 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi.

Le indagini sono scaturite dalle dichiarazione che la donna, finalmente convintasi a denunciare, ha fornito agli investigatori.

La donna ha raccontato così agli agenti mesi e mesi di umiliazioni, ripercorrendo giornate scandite da percosse, umiliazioni ed infine aggressioni fisiche da parte del marito.

‘Ndrangheta e imprenditoria, rapporti inquietanti al Nord

Arresti per tangenti, bufera su Forza Italia in LombardiaSono “inquietanti” secondo la procura di Milano i rapporti tra la ‘Ndrangheta e le imprese che accedono agli appalti pubblici a Milano e in Lombardia. La numero uno della Dda milanese Alessandra Dolci e il procuratore capo Francesco Greco li hanno definiti così in conferenza stampa, illustrando la maxi indagine che ha portato all’ottenimento da parte del gip di 43 misure cautelari eseguite in tutto il Nord, tra cui i politici Pietro Tatarella e Fabio Altitonante.

Tutta l’inchiesta nasce da un’indagine per turbativa d’asta a carico dell’imprenditore calabrese Renato Napoli, iniziata quando a capo dell’antimafia milanese c’era ancora Ilda Boccassini.

Da quelle carte emersero i rapporti dell’imprenditore con la famiglia Molluso, originaria di Platì e affiliata alla locale di Corsico. I Molluso – proprietari di una ditta che fra le altre cose si occupa anche di edilizia, logistica, guardiania – avevano legami con Daniele D’Alfonso, l’imprenditore della Ecol Service srl considerato dagli inquirenti legato alla politica milanese, in particolare al consigliere comunale e candidato con Forza Italia alle elezioni europee 2019, Pietro Tatarella.

“Attraverso la figura di D’Alfonso, la ditta Molluso si aggiudicava commesse private, facendosi schermo della Ecol Service srl che risultava nella white list e quindi poteva partecipare agli appalti perché non in odore di mafia. Questo dimostra come sia facile aggirare la normativa antimafia degli appalti” ha spiegato la procuratrice Dolci.

Daniele D’Alfonso “imprenditore nella raccolta rifiuti e bonifiche”, secondo gli inquirenti era legato a doppio filo alla mafia reggina: “Assumeva dipendenti indicati dalla famiglia calabrese e calabresi con carichi penali e finanziava la famiglia Molluso mettendo a disposizione somme di denaro”  ha aggiunto Dolci.

Non solo: mentre uno dei fratelli Molluso scontava la pena per il quale era stato condannato nell’indagine “Nord Sud”, un figlio dei Molluso si presentava sui cantieri della nuova questura di Monza “proprio a nome della Ecol Service”.

D’Alfonso “era pienamente consapevole di chi fossero i suoi interlocutori”: se da un lato “quando si interfacciava con politici parlava liberamente” (politici come appunto Tatarella) dall’altro “usava tutt’altro modo quando gli interlocutori erano calabresi, avvalendosi di un linguaggio criptico convenzionale tipico degli affiliati”.

Ecco dunque perché le agevolazioni dei politici ad alcuni imprenditori lombardi arrivavano indirettamente alla ‘Ndrangheta, facendo così configurare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Metro e nuovo ospedale di Cosenza, indagati per corruzione Oliverio, Occhiuto e Adamo

Mario Occhiuto Mario Oliverio
Mario Occhiuto e Mario Oliverio

Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, del Pd, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Forza Italia, aspirante candidato governatore, e l’ex consigliere regionale Nicola Adamo, anch’egli del Pd, hanno ricevuto, insieme ad altre 17 persone, un avviso di conclusione indagini della Procura di Catanzaro in cui si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, turbative d’asta e corruzione.

L’inchiesta riguarda la metropolitana leggera e il nuovo ospedale di Cosenza. Oliverio e Adamo, si afferma nell’avviso, sono promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere una serie di delitti contro la Pa”.

Oliverio è ritenuto “il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell’associazione, nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate alle stesse”.

Oliverio e Adamo sono già coinvolti in altri filoni dell’inchiesta Lande desolate della DDA di Catanzaro che nei mesi scorsi è culminata con arresti e misure alternative. In particolare Adamo, Oliverio e la parlamentare Pd Bruno Bosisio sono indagati per corruzione in merito alla realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza.

Metroleggera e ospedale di Cosenza, 18 indagati tra cui Occhiuto e Oliverio

Da sinistra Mario Oliverio Nicola Adamo e a destra Mario Occhiuto
Da sinistra Mario Oliverio Nicola Adamo e a destra Mario Occhiuto

I militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale – su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, nell’indagine condotta dal sostituto procuratore Vito Valerio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri – hanno proceduto a notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 18 indagati, tra i quali risultano il governatore della Calabria Mario Oliverio, l’ex consigliere regionale Nicola Adamo (PD) e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Forza Italia, candidato degli azzurri alla presidenza alle prossime elezioni regionali di novembre. L’operazione si chiama in codice “Passpartout”.

Indagati tra gli altri il dirigente del settore infrastrutture della Regione Calabria Luigi Zinno, il direttore generale del Dipartimento Lavoro Fortunato Varone e Giovanni Forciniti, direttore generale di Azienda Calabria Lavoro, ente in house della regione. Nei confronti di questi ultimi due la Guardia di finanza di Catanzaro ha eseguito una misura cautelare, emessa dal gip, di sospensione dall’incarico, con l’accusa di abuso in atti di ufficio.

Le contestazioni preliminari sono state mosse a carico di amministratori pubblici, esponenti politici, imprenditori, e riguardano, a vario titolo, i delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite, frode in pubbliche forniture, abuso in atti di ufficio.

Le attività investigative, delegate inizialmente al Reparto operativo del Comando Carabinieri per la Tutela ambientale di Roma, sono state condotte attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, con l’acquisizione di consistente documentazione e con l’esecuzione di consulenze tecnico-specialistiche di professionisti incaricati dal pubblico ministero per valutare analiticamente le procedure di gara di appalti pubblici e di nomina di posizioni dirigenziali apicali.

In particolare, sono stati posti al vaglio i bandi di gara relativi al collegamento metropolitano Cosenza-Rende-Unical, alla riqualificazione del collegamento ferroviario Cosenza – Catanzaro, alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, al ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila, alla realizzazione del museo di Alarico ed alla nomina del direttore generale di Calabria Lavoro, ente in house della Regione Calabria.

Le indagini, hanno consentito di ipotizzare la sussistenza di un gruppo organizzato di soggetti che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, si muovevano nell’interesse di orientare, in proprio favore, tutte le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche in ambito regionale ed all’individuazione illecita di persone da nominare in ruoli amministrativi e strategici.

Secondo l’accusa, gli indagati, di volta in volta, concorrenti nelle condotte illecite si muovevano nella principale direzione di individuare e determinare le scelte strategiche di interesse regionale, quindi, di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese intranee o comunque sponsorizzate dagli indagati, nonché di indirizzare le rilevanti nomine in ruoli amministrativi o istituzionali, in capo a soggetti ritenuti favorevoli ai desiderata del gruppo.

Gli inquirenti ipotizzano una diffusa e stratificata gestione illegittima della cosa pubblica regionale, in cui le decisioni di alta amministrazione (nella gestione degli appalti come nelle nomine dirigenziali) intervenivano all’interno di un cerchio chiuso ed alimentato da favoritismi e facilitazioni in evidente pregiudizio degli interessi pubblici sottesi.

Oliverio e Adamo sono già coinvolti in altri filoni dell’inchiesta “Lande desolate” della DDA di Catanzaro che nei mesi scorsi è culminata con arresti e misure alternative, tra cui il governatore costretto per mesi nel suo paese. In particolare Adamo, Oliverio e la parlamentare Pd Bruno Bosisio sono indagati per corruzione in merito alla realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza. Leggi

Tra gli indagati risulta anche Luca Morrone, ex FI, figlio del consigliere regionale Ennio, nel 2016 protagonista della sfiducia al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto fatto decadere dopo le dimissioni di 17 consiglieri comunali.

Secondo l’accusa, Morrone, allora presidente del Consiglio comunale espressione della maggioranza, appose la firma decisiva per mandare a casa il sindaco non per motivi politici ma per interessi personali. Morrone avrebbe accettato in cambio dai coindagati Oliverio e Adamo di divenire vicesindaco di Cosenza qualora avesse vinto il centrosinistra. In realtà, poì, vinse al primo turno il candidato del centrodestra Occhiuto.

Scoperti un mitragliatore Kalashnikov e una pistola, una denuncia

Carabinieri vibo sequestrano armi e munizioni

Un fucile mitragliatore Kalashnikov AK M70, due caricatori bifilari e 30 cartucce, tutto in perfetto stato d’uso, sono stati sequestrati a San Calogero dai carabinieri che hanno denunciato in stato di libertà un uomo di 72 anni per detenzione abusiva di armi e munizioni.

Nei giorni precedenti i militari, durante controlli nella zona di residenza, hanno condotto una perquisizione nell’abitazione dell’uomo e in un manufatto adiacente che in passato era stato di sua proprietà. Nell’edificio, adibito a magazzino, i carabinieri hanno individuato, su un muro perimetrale, un’intercapedine al cui interno era stato ricavato un vano utilizzato per nascondere il fucile d’assalto.

Le ricerche si sono successivamente estese alle aree circostanti ed hanno portato trovare, sotto un cumulo di rifiuti e all’interno di un vecchio frigorifero, una pistola semiautomatica Beretta due caricatori e 48 cartucce.

Appalti e tangenti, diversi arresti in Lombardia. In manette anche politici

guardia finanza carabinieri

I carabinieri di Monza e la Gdf di Varese stanno eseguendo in Lombardia e Piemonte 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda milanese su due gruppi criminali operativi tra Milano e Varese costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici.

Sono 95 in totale le persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio.

Tra gli arrestati anche il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia e il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee.

In manette, per uno dei filoni dell’inchiesta, anche l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl.

Secondo quanto emerso ci sarebbe anche un episodio di “istigazione alla corruzione” nei confronti del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che è parte offesa e non risulta indagato. Da quanto si è saputo, il Governatore non avrebbe denunciato l’episodio. Fontana nei giorni scorsi si sarebbe anche recato al Palagiustizia milanese probabilmente per chiarire l’episodio.

L’inchiesta è coordinata dal Procuratore Aggiunto e responsabile della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Delle 43 persone destinatarie del provvedimento, firmate dal gip Raffaella Massacrino, 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma.

Di queste solo 9 sono accusate di associazione a delinquere. Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell’alba nell’esecuzione misure cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti.

Utilizzava impianti di un’azienda fallita, arrestato imprenditore

Guardia di finanza Catanzaro

Il gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme ha arrestato e posto ai domiciliari un imprenditore Gianfranco Caporale, di 50 anni, già titolare di un’azienda operante nel settore fabbricazione di infissi eseguendo contestualmente il sequestro di beni per oltre 1,2 milioni di euro. L’arresto è stato fatto su disposizione del gip di Lamezia Terme che ha accolto la richiesta della Procura.

La ditta, secondo quanto emerso, avrebbe occultato rimanenze di magazzino per oltre 700 mila euro proseguendo l’attività tramite una srl artatamente costituita per tramite di un ex dipendente e legata fittiziamente alla madre dell’imprenditore fallito, amministratore di fatto della società.

Inoltre, è stata disposta la sospensione temporanea dall’attività di un professionista, curatore fallimentare, che ha stipulato dei contratti di locazione degli impianti a canoni irrisori dando la possibilità all’imprenditore fallito di utilizzare “in nero” l’impianto oggetto di bancarotta fraudolenta.

Omicidio Falvo, convalidato l’arresto di Arabia. Movente passionale

Giuseppe Arabia, presunto autore dell'omicidio di Cesare Falvo a Miglierina
Giuseppe Arabia, presunto autore dell’omicidio di Cesare Falvo a Miglierina
È stato convalidato il fermo di Giuseppe Arabia il trentenne accusato dell’omicidio di Cesare Falvo avvenuto venerdì scorso a Miglierina. Il gip ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che i Carabinieri della Compagnia di Catanzaro hanno eseguito nel primo pomeriggio di oggi.

Nei fatti Arabia continuerà a permanere in carcere dove si trova ristretto da sabato mattina. Intanto, sul fronte investigativo emergono altri particolari sull’omicidio, sempre più indirizzato verso un movente di tipo passionale.

Pare infatti che Cesare Falvo utilizzando Facebook, avesse rivolto degli apprezzamenti alla compagna di Arabia il quale, preso da un raptus di gelosia si è recato sotto casa della vittima e l’ha colpita all’addome con una sola coltellata, fuggendo poi in auto.

L’arma del delitto, un grosso pugnale da sub, con lama di circa 20 cm, l’ha poi nascosta all’interno del guard rail della statale 280, svincolo di Marcellinara, dove poi i militari lo hanno effettivamente rinvenuto su indicazione del presunto killer.

Intanto le indagini proseguono e si attendono anche gli esiti degli accertamenti sull’auto e sul coltello inviato al Ris. ​ ​

Lutto nel giornalismo, è morto Paolo Pollichieni

giornalista Paolo Pollichieni
Il giornalista Paolo Pollichieni

Lutto nel giornalismo nazionale e calabrese. È scomparso prematuramente, all’età di 62 anni, il giornalista Paolo Pollichieni,direttore del Corriere della Calabria e dell’agenzia di stampa “Il Velino”.

Il giornalista si è spento lunedì sera, a causa di una grave malattia, nell’ospedale di Padova dove era stato sottoposto ad un delicatissimo intervento.

Le sue condizioni di salute, rese già difficili da patologie pregresse, si erano aggravate negli ultimi giorni. Con Paolo Pollichieni scompare un giornalista di primo livello, capace di leggere, analizzare e anche indirizzare la complessa realtà calabrese.

Lascia un ricordo indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato e un patrimonio di professionalità e di rigore in quanti hanno avuto il privilegio di lavorare al suo fianco.

“Per tutti noi è una perdita tremenda”, è scritto sul Corriere della Calabria. Anche Secondo Piano News si stringe forte attorno alla famiglia di Paolo.

Disastro aereo in Russia, il comandante del jet: “E’ stato un fulmine”

Sukhoi Superjet 100 crash lands at Sheremetyevo Airport
Ansa/Epa

Sarebbe stato un fulmine a costringere al tragico atterraggio di emergenza il jet dell’Aeroflot incendiatosi domenica all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. A sostenerlo il comandante del velivolo, Denis Evdokimov, interpellato dal quotidiano Komsomolskaya Pravda. Le scatole nere, già recuperate, diranno cosa è realmente successo.

“A causa del fulmine – ha detto Evdokimov – abbiamo perduto il contatto radio e siamo passati al regime di pilotaggio manuale”. A seguito dell’atterraggio l’aereo, un Sukhoi Superjet-100, ha preso fuoco e sono morte oltre 40 persone su quasi 80 a bordo.

L’aereo era piuttosto nuovo, pare che la costruzione fosse stata ultimata nell’agosto del 2017. Le autorità hanno annunciato un’inchiesta sulla catastrofe e Putin ha portati le sue condoglianze ai familiari delle vittime.

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