13 Ottobre 2024

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Corruzione in atti giudiziari, 14 arresti tra cui due giudici

La Guardia di Finanza di Salerno sta eseguendo un’ordinanza cautelare applicativa della custodia in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati, tra cui due giudici tributari, a cui risulta contestato, in concorso e a vario titolo, il reato di corruzione in atti giudiziari.

‘Ndrangheta, cinque condanne in Cassazione per il clan Mancuso

Pantaleone Mancuso
Pantaleone Mancuso

Cinque conferme delle condanne di secondo grado ed un annullamento con rinvio. La Corte di Cassazione ha chiuso così il processo nato dall’operazione antimafia denominata “Genesi” contro il clan Mancuso di Limbadi, fra le più potenti consorterie della ‘ndrangheta vibonese e calabrese.

Annullata con rinvio – e sarà quindi necessario un nuovo processo d’appello – la condanna nei confronti del boss Pantaleone Mancuso (detto “l’Ingegnere”). Condanna a 6 anni per associazione mafiosa per i fratelli Diego e Francesco Mancuso. Tredici anni, invece, la condanna per Nazzareno Prostamo, di San Giovanni di Mileto, ritenuto esponente di primo piano dell’omonimo clan.

L’operazione “Genesi” era scattata nell’agosto del 2000 ed in primo gradi gli imputati erano 42 con la pubblica accusa – all’epoca rappresentata dall’allora procuratore della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e dal pm Simona Rossi – che avevano chiesto complessivamente 379 anni di reclusione.

Il Tribunale di Vibo Valentia condannò solo 11 imputati, mandandone assolti 31. Assoluzioni non appellate dalla Procura distrettuale di Catanzaro. La Cassazione ha ora posto la parola fine a 19 anni di distanza dagli arresti.

Rimpatri, no da Corte di giustizia Ue. Salvini: “Per questo vogliamo cambiarla”

La Corte di Giustizia europea esclude la possibilità di rimpatriare un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti vietati dalla Convenzione di Ginevra, anche se commette un reato nel Paese ospitante. A stretto giro la replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Per questo vogliamo cambiare l’Europa”.

La questione sui rimpatri è anche al centro di uno scontro tra i due vicepremier Di Maio e Salvini con il primo che rimprovera al titolare del Viminale di non aver fatto nulla sui rimpatri degli immigrati clandestini e che nel decreto sicurezza bis non vi sia menzione.

Intanto la Procura di Catania chiede l’archiviazione per i responsabili della nave dell’Ong spagnola ProActiva Open Arms, indagati per associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina

Ue, Salvini: “Oltre il 3% non solo si può, ma si deve”. Con Di Maio ancora scontro

Ue, Salvini: Superare il 3% non solo si può, si deve. Con Di Maio ancora scontro
I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini in una foto di archivio (Ansa)

Superare il 3% del patto di stabilità? “Non solo si può, ma si deve”. Lo ha detto Matteo Salvini a Porta a Porta. “È mio dovere superare i vincoli europei se affamano le famiglie italiane. Il limite delle 3% è l’ultima delle mie preoccupazioni”, afferma il vicepremier leghista.

“Io – ha detto Salvini da Verona – per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle. Inizio a notare troppi accoppiamenti fra PD e 5 Stelle, troppa sintonia”. “No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti” ha aggiunto. “Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.

“M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità… Dio ce ne scampi. Non c’è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare”, dice Di Maio interpellato da Matrix in proposito.

“Da quando c’è stato il caso Siri la Lega l’ha presa sul personale. Sto chiedendo un vertice di governo (per sciogliere i nodi in sospeso, ndr) e vedo un po’ di irritazione”, dice ancora Di Maio, non placando lo scontro tra Lega e M5s in questo scorcio di campagna elettorale per le europee fatto di provocazioni e attacchi bassi tra alleati di governo.

“Prima di spararle sul rapporto debito-pil mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di spese inutili e di grande evasione”, ha affermato il ministro del Lavoro prima di incontrare gli imprenditori umbri nella sede di Confindustria Umbria, a Perugia.

Il ministro, dopo aver ricordato che sta incontrando in ogni regione gli industriali e le imprese che “chiedono stabilità al Paese e sono quel tessuto produttivo che permette di creare lavoro”, ha sottolineato che “è abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread in questo modo come sta accadendo in queste ore, parlando di sforamento del rapporto debito-pil che è ancora più preoccupante dello sforamento del rapporto deficit-pil”. “Questo è un Paese – ha aggiunto – che ha 300 miliardi di euro di evasione fiscale e ha grandi evasori da cui si possono recuperare grandi risorse”.

“Matteo, mi raccomando, tenete duro sull’autonomia!”. All’incitamento di uno dei partecipanti all’Automotive Dealer Day a Verona, il ministro ha risposto con un sorriso aperto e battendo il pugno sul palmo dicendo “no, no, no” non indietreggiamo.

Scafisti “scaricano” in Calabria 52 migranti poi in fuga via mare. Indagini

Scafisti scaricano in Calabria 52 migranti poi in fuga via mare. Indagini
L’imbarcazione su cui hanno viaggiato gli immigrati

Un gruppo di 52 migranti, tutti uomini, tra i quali 12 minori, è giunto all’alba sulla costa ionica catanzarese, a Cropani Marina, nel Catanzarese. I migranti sono stati visti camminare sulla strada statale 106 da alcuni passanti che hanno avvertito le forze dell’ordine.

Secondo le prime notizie raccolte dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, intervenuti insieme a poliziotti e finanzieri, i migranti sono probabilmente di nazionalità pakistana e sono giunti sulla costa calabrese a bordo di una barca a vela e di un gommone trovati arenati sulla spiaggia.

I due scafisti, sempre secondo le prime notizie, dopo lo sbarco si sono nuovamente allontanati via mare con un altro gommone. Una volta individuati, i migranti sono stati assistiti e rifocillati e condotti in una struttura comunale per essere sentiti sulle modalità del viaggio ed in attesa di essere trasferiti.

Occupazione abusiva di alloggi Aterp, 33 denunce. Case sequestrate

Una panoramica di Gerace

Trentatré persone sono state denunciate dai Carabinieri di Gerace (Reggio Calabria) nell’ambito di un’indagine relativa all’occupazione degli alloggi popolari siti in quel Comune, in località Largo Piana. Tutti dovranno rispondere di invasione di terreni o edifici mentre, solo alcuni, anche di danneggiamento e deturpamento o imbrattamento di cose altrui.

Gli accertamenti dei militari, che si sono protratti per circa nove mesi, hanno consentito di verificare come gli indagati avessero occupato abusivamente gli alloggi Aterp, presso i quali, in alcuni casi, erano stati effettuati lavori di ristrutturazione edilizia senza alcuna autorizzazione a costruire.

Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri e denominata “Indagine Borgo”, sono stati coinvolti anche due dipendenti comunali, i quali avrebbero attestato falsamente in atti pubblici sia la residenza degli odierni indagati sia la destinazione d’uso degli immobili. Le case abusivamente occupate sono state sequestrate.

Scoperto tassista abusivo e senza patente, denunciato

Un tassista abusivo è stato scoperto e denunciato dai carabinieri di Cosenza mentre esercitava in città senza licenza, peraltro senza patente e con il logo del comune di Cosenza contraffatto.

I militari, nei pressi della stazione ferroviaria, si sono insospettiti alla vista del conducente alla guida di un’Alfa Romeo 159 adibita a taxi. Decisi i controlli, i carabinieri della radiomobile hanno notato che a bordo del veicolo vi era, quale cliente, un cittadino di nazionalità marocchina.

La prima anomalia riscontrata alla richiesta dei documenti, è stata che l’autista del taxi era privo di patente di guida, poiché revocatagli con decreto prefettizio nel gennaio del 2017.

A quel punto, i Carabinieri, dubitando anche sul titolo di servizio taxi vantato, hanno deciso di approfondire l’accertamento, riscontrando come l’uomo non solo non avesse alcun tipo di licenza, ma che avesse addirittura apposto dietro l’autovettura una targhetta con il logo del Comune di Cosenza avente un numero di licenza taxi falso.

Infatti, il giorno successivo, attraverso più specifici accertamenti presso il locale Municipio, veniva appurato che il falso tassinaro stava esercitando l’attività senza essere in possesso della prevista licenza rilasciata dal Comune, mediante l’opposizione sul veicolo di un codice identificativo contraffatto.

Al termine degli adempimenti del caso, il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo, mentre l’uomo è stato denunciato in procura per il reato di falsificazione materiale commessa dal privato in certificati o autorizzazioni amministrative.

Inoltre, a carico dell’uomo sono state elevate contravvenzioni per un importo complessivo di circa 10.000 euro, in quanto ritenuto trasgressore delle norme previste dal codice della strada per guida senza patente e servizio taxi senza il prescritto titolo.

Evade dai domiciliari per andare a comprare un telefonino, arrestato

E’ evaso dai domiciliari per recarsi a comprare un telefonino di ultima generazione, ma è stato scoperto e riarrestato dai carabinieri con l’accusa di evasione. Dell’uomo, coriglianese con precedenti, sono state diffuse solo le iniziali: A.D.C. di 41 anni.

I militari di Corigliano Calabro, di servizio perlustrativo nei pressi del locale centro commerciale “i Portali”, hanno notato l’uomo, che doveva trovarsi agli arresti domiciliari per altri reati, scendere dalla macchina ed entrare all’interno dell’esercizio.

Pedinato, l’uomo è stato visto chiedere ai dipendenti delle informazioni per l’acquisto di un telefonino di ultima generazione. Alla vista dei militari e alla loro richiesta di spiegazioni, l’uomo, esternava tutto il suo stupore per la tempestività dei Carabinieri.

Accompagnato in caserma, sono stati effettuati i controlli per accertare che l’uomo non avesse autorizzazioni dell’autorità giudiziaria ma acclarato l’esito negativo, d’intesa con il magistrato di turno della Procura di Castrovillari, A.D.C. è stato riposto ai domiciliari per questa nuova accusa.

Armi, minaccia e resistenza, un arresto nel Vibonese

(ANSA) – VIBO VALENTIA, 14 MAG – I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia, insieme a quelli di Mileto, hanno arrestato Giuseppe Prostamo, di 24 anni, di San Giovanni di Mileto, ritenuto appartenente all’omonima cosca, con l’accusa di possesso di armi clandestina e di genere vietato e resistenza a pubblico ufficiale. Prostamo, insieme al fratello Antonio, è indagato per l’omicidio di Francesco Vangeli, il 25enne di Scaliti di Filandari scomparso il 10 ottobre 2018.

Nel corso di una perquisizione domiciliare, i militari hanno trovato una pistola calibro 7,65 con due proiettili; un bossolo per pistola calibro 7,65 e uno per fucile da caccia calibro 12; tre coltelli a serramanico; due bilancini elettronici; due contenitori verosimilmente usati, secondo gli investigatori, per conservare droga; una scatola con residui di polvere bianca e tre schede tipo bancomat. Il giovane, alla notizia dell’arresto, secondo l’accusa, ha dato in escandescenza minacciando i carabinieri con un coltello. I militari lo hanno comunque bloccato.

Dall’agenzia spaziale nuove tecnologie per studiare venti, nuvole e fulmini

“Parlano” italiano le nuove tecnologie satellitari che si preparano a cambiare la meteorologia: progettate per studiare i venti, analizzare la composizione delle nuvole e monitorare i fulmini in tempo reale, permetteranno di avere previsioni sempre più accurate, anche per la gestione degli eventi estremi ormai all’ordine del giorno a causa del cambiamento climatico. Se ne parla a “Living Planet”, la più grande conferenza sull’osservazione della Terra organizzata a Milano dall’Agenzia spaziale europea (Esa) con il supporto di quella italiana (Asi).

Un primo assaggio di questa rivoluzione nel settore della meteorologia arriva dalla missione europea Aeolus, lanciata nell’agosto 2018 per studiare per la prima volta i venti a livello globale e migliorare così la conoscenza di fenomeni che vanno dal riscaldamento globale all’inquinamento atmosferico.

“Le prime mappe prodotte da Aeolus sono qualcosa che i meteorologi non avevano mai visto finora”, dice Marco Molina, responsabile ricerca e sviluppo spazio di Leonardo, che nello stabilimento di Campi Bisenzio ha prodotto per il Aeolus il trasmettitore laser nell’ultravioletto, il più potente mai costruito per lo spazio.

“La grande sfida tecnologica era quella di produrre le ottiche dello strumento in modo da controllare l’inevitabile degrado causato dai raggi Uv”, spiega Molina. “I dati che ci arrivano dall’orbita stanno definendo il trend di questo degrado che sarà il parametro su cui verranno progettate le future missioni”.

Tra i nuovi strumenti in via di realizzazione per la meteorologia del futuro “ci sono il fulminometro, per la terza generazione del sistema satellitare Meteosat, particolarmente utile per la sicurezza della navigazione aerea, e il polarimetro dei satelliti MetOp, che – conclude Molina – riconoscerà forma e dimensioni delle goccioline d’acqua che compongono le nuvole per migliorare i modelli atmosferici”.

Potente terremoto in Papua Nuova Guinea, magnitudo 7.5. Allerta tsunami

terremoto Papua Nuova GuineaUna potentissima scossa di terremoto di magnitudo 7.5, è stata registrata alle  23.58 del 14 maggio (le 14.58 in Italia) nelle Isole Salomone e Nuova Britannia, in Papua Nuova Guinea

Secondo i rilevamenti dell’istituto nazionale di geofisica statunitense (Usgs), il sisma è stato localizzato ad una ventina di km di profondità. Non si hanno al momento notizie di danni a cose. Le autorità, secondo le prime informazioni, hanno lanciato l’allerta tsunami.

Decreto Sanità in Calabria, Oliverio ricorre alla Consulta

Giulia Grillo Mario Oliverio
Giulia Grillo e Mario Oliverio

La Giunta regionale della Calabria presieduta dal governatore Mario Oliverio ha formalizzato martedì 14 maggio il ricorso alla Corte costituzionale contro il “decreto Calabria” sulla sanità calabrese approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta straordinaria a Reggio dello scorso 18 aprile e che porta la firma del ministro alla Salute Giulia Grillo.

Nel ricorso, la Giunta regionale lamenta, in particolare, la lesione delle prerogative della Regione da parte del governo nazionale, che con il decreto, adesso all’esame del Parlamento per la sua conversione in legge, introduce norme in materia di gestione della sanità calabrese con un rafforzamento dei poteri del commissario ad acta di nomina governativa.

Il ricorso della Regione contro il “decreto Calabria” rappresenta un altro capitolo dello scontro tra le due istituzioni sul tema della sanità: a dicembre la Giunta regionale aveva già deciso di impugnare la nomina della struttura commissariale, formata dal commissario Saverio Cotticelli e dal sub commissario Thomas Schael, da parte del Consiglio dei ministri.

La reazione di Oliverio – “Non mi interessa l’intesa con il governo per le nomine dei commissari: il governo può già nominarli in autonomia”. Così il presidente della Regione, Mario Oliverio, in un post sul suo profilo facebook. “La sanità in Calabria – spiega Oliverio – è commissariata dal 30 luglio 2010. Abbiamo una carenza di oltre 1400 medici. Sono dieci anni di commissariamento di cui 8 con blocco di assunzioni”.

Con “Quota 100” – sostiene poi il governatore – la situazione crollerà. In questo decreto straordinario non c’è nulla che tratti il cuore della sofferenza della sanità calabrese, ossia la carenza di personale. C’è un aumento di circa 790 mila di indennità per i commissari a carico dei calabresi, poiché – conclude Oliverio – la nomina dei commissari riguarderà dirigenti di fuori regione”.

Intanto è previsto per la giornata odierna il voto in commissione alla Camera dell’emendamento del M5s con cui si vorrebbe sottrarre le nomine dei manager nella sanità alla politica.

Decreto Calabria, emendamento M5s: “Stop a nomine politiche nella sanità”

Conte Grillo in ospedale Calabria
Il premier Conte e il ministro Grillo in visita in ospedale di Reggio nel giorno del Cdm di Aprile

Verrà votato oggi in Commissione Affari sociali alla Camera, nell’ambito del decreto Calabria, un emendamento M5s che prevede lo stop immediato delle nomine politiche in sanità, in attesa dell’approvazione di un disegno di legge più organico. Lo hanno annunciato il ministro della Salute, Giulia Grillo, ed il vicepremier Luigi Di Maio, in una conferenza stampa al Senato. “E’ fondamentale rescindere il legame tra nomine politiche e sanità”, ha detto Grillo. Oggi, ha detto Di Maio, “dobbiamo fermare subito questa emorragia”.

L’annuncio dell’emendamento al voto oggi è stato dato dagli esponenti del M5s durante la conferenza stampa al Senato ‘Sì bravi medici, no ai raccomandati’, nella quale è stato presentato il disegno di legge del Movimento 5 Stelle che prevede misure da mettere in campo per cambiare i criteri di nomina dei dirigenti e direttori sanitari.

Nelle more “della riforma – ha spiegato la deputata Dalila Nesci – voteremo un emendamento affinché la rosa dei candidati sia presentata ai presidenti delle Regioni sulla base di una graduatoria. E ciò per fornire una norma transitoria in attesa della legge. L’emendamento prevede, si legge, che “nelle more della revisione dei criteri di selezione dei direttori, e comunque non oltre 18 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto (ndr il decreto Calabria), la rosa dei candidati è proposta secondo una graduatoria di merito sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire”.

Grillo, urgente rescindere legame politica e nomine. “E’ oggi più che mai urgente rescindere il legame tra la politica e le nomine dei dirigenti sanitari: il controllo della politica sulla sanità è infatti un tema urgentissimo che, nonostante i numerosi scandali anche recenti, continua ad essere rimandato dai decisori politici”.

Lo ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo, in occasione della conferenza stampa in Senato “Sì bravi medici, no ai raccomandati” e alla quale ha partecipato il vicepremier Luigi Di Maio. La sanità, ha sottolineato Grillo, “è un settore di altissima corruzione; per questo l’autonomia delle Regioni deve essere bilanciata dalla possibilità dello Stato di controllare e sanzionare le Regioni stesse, ma ciò oggi non è possibile e non esiste uno strumento normativo che consenta allo Stato di far valere tali principi”.

“I cittadini – ha detto – mi pregano di intervenire ma i poteri che ha lo Stato verso le Regioni inadempienti sono fortemente limitati, come è emerso nel caso dello scandalo in Umbria in relazione alla necessità di sostituzione dei vertici sanitari”.

Il disegno di legge sulle nomine sulla dirigenza sanitaria “che presentiamo oggi – ha chiarito Grillo – modifica il decreto legislativo dell’agosto 2016, sempre in materia di nomine sanitarie, nella direzione di una maggiore trasparenza. Questo ddl parte da quanto previsto dal contratto di governo. Si tratta di un tema che non può più essere rinviato perché per noi l’obiettivo di rescindere il legame tra politica e sanità è assolutamente prioritario”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche il presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri, il quale ha sottolineato come rispetto alla precedente legge, “ora le nomine si faranno in base al merito spezzando la dipendenza dalla politica. Renderemo le nomine più trasparenti e migliori”.

“Oggi – ha rilevato – si nominano i dirigenti sanitari sulla base di un albo, ma non basta: con questo ddl ci sarà anche un albo dei commissari chiamati a scegliere i candidati e che verranno sorteggiati. I direttori generali della sanità – ha concluso – saranno inoltre valutati nel loro lavoro in itinere e saranno rimossi se necessario. I recenti scandali, dall’Umbria alla Campania, dimostrano che qualcosa deve cambiare e dobbiamo andare inoltre la legge 171 del 2016”.

Percepivano la pensione dei parenti morti, denunciati

Percepivano la pensione dei parenti morti, denunciati. Truffa all'Inps per 500mila euroE’ stata battezzata “Vita eterna” l’ultima operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Locri, in collaborazione con gli uffici territoriali dell’INPS, che al culmine di una attività info-investigativa a tutela della spesa pubblica ha portato alla luce rilevanti illeciti nell’erogazione di prestazioni pensionistiche a favore di persone decedute nel territorio della Locride per il periodo gennaio 2010 a luglio 2018.

L’articolata attività si è realizzata mediante una preliminare acquisizione documentale presso gli enti comunali del territorio Locride o di circa 6 mila nominativi di soggetti deceduti che successivamente sono stati oggetto di accurati approfondimenti investigativi svolti mediante l’utilizzo delle Banche Dati in uso alla Guardia di Finanza.

In particolare, si è riscontrata la presenza di evidenti incongruenze afferenti posizioni pensionistiche non ancora eliminate per soggetti già deceduti che, invero, risultavo essere in vita tanto che veniva rilevata la presenza di modelli di certificazione unica dei redditi erogati dall’INPS nei confronti degli stessi.

La Procura della Repubblica di Locri, a seguito delle preliminari risultanze segnalate dai finanzieri, avviava immediatamente un fascicolo processuale disponendo, al contempo, l’effettuazione di riscontri presso gli uffici territoriali dell’INPS per ricostruire le modalità ed il luogo di pagamento delle somme erogate nonché l’esecuzione di accertamenti finanziari presso diversi Istituti di credito al fine di individuare i soggetti beneficiari degli accreditamenti delle pensioni ricevuti indebitamente.

Più in particolare – spiegano le fiamme gialle -, è stato possibile disvelare come il sistema fraudolento adottato dai reali percettori consisteva sia nel prelevamento mediante carte bancomat intestate al deceduto ed utilizzate fino alla loro naturale validità sia mediante carte bancomat intestate agli stessi soggetti cointestatari del rapporto bancario e/o postale ove venivano accreditate le mensilità delle pensioni non più dovute.

Le conseguenti attività d’indagine consentivano, quindi, di rilevare n. 17 soggetti deceduti il cui decesso, in alcuni casi, è avvenuto nel corso degli anni 2011, 2013 e 2014 e, per 9 defunti, l’INPS stava ancora continuando ad erogare prestazioni pensionistiche in quanto non era a conoscenza degli avvenuti decessi.

In un caso, i finanzieri hanno addirittura scoperto come, con uno stratagemma, un intimo parente di una persona deceduta nel 2014 sia riuscito a prelevare dal conto corrente dove veniva accreditata la pensione una cifra prossima alle 100 mila euro.

I meticolosi accertamenti eseguiti hanno evidenziato come la causa della percezione della pensione anche dopo il decesso del legittimo avente diritto è da ricondurre sostanzialmente alla mancata comunicazione dei decessi in argomento agli uffici competenti quali INPS e Agenzia delle Entrate.

Sia presso gli uffici Anagrafe-Stato Civile dei comuni dove i decessi erano avvenuti che presso quelli di residenza, i finanzieri hanno rilevato come, in alcuni casi, le relative comunicazioni, previste dalle vigenti disposizioni di legge, da effettuare telematicamente mediante il sistema Ina-Saia, in realtà non erano mai avvenute.

All’esito della complessiva attività d’indagine, la Guardia di Finanza deferiva alla Procura di Locri 15 persone che sono risultate essere i reali percettori delle pensioni erogate dall’INPS per Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, conseguendo un illecito profitto per circa 500 mila euro ed interessava l’istituto previdenziale al fine di sospendere tali indebiti pagamenti.

Inoltre, i Finanzieri hanno proceduto a segnalare alla Corte dei Conti di Catanzaro 19 pubblici ufficiali (dipendenti comunali e medici necroscopi) che, con la loro condotta omissiva consistita nella mancata comunicazione dei decessi, hanno provocato un danno economico rilevante all’Istituto Previdenziale.

Forza Italia attacca Morra: “Inorriditi dal suo comportamento”

Un momento della conferenza stampa di Santelli, Mulè e Roberto Occhiuto

“Una vicenda che lascia inorriditi”: così la vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia Jole Santelli e i parlamentari di FI Roberto Occhiuto e Giorgio Mulè hanno descritto, in una conferenza stampa, il comportamento del senatore M5S Nicola Morra.

I tre raccontano di aver rintracciato documenti, tra cui un verbale della Gdf, nei quali si dice che Morra il 20 febbraio 2018 (allora non era presidente della Commissione antimafia, ndr) si è recato alla Gdf alle 22 per depositare un dvd in cui c’è una intercettazione ambientale avvenuta a casa sua. Cinque giorni prima, infatti, aveva aveva invitato un indagato, Giuseppe Cirò, ex capo segreteria del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, denunciato da quest’ultimo dopo aver scoperto una serie di illeciti rimborsi ai danni dell’amministrazione comunale.

“Lo ha trasformato in delatore”, hanno commentato i tre esponenti di FI. “Il maresciallo a cui ha consegnato il dvd e il pm che ne ha disposto la trascrizione sono diventati consulenti dell’Antimafia”.

Serie B, il tribunale retrocede il Palermo. Salve Salernitana e Venezia

La squadra del Palermo

Il Consiglio direttivo della Lega Serie B, dopo la sentenza del Tribunale federale che ha disposto la retrocessione del Palermo, “ha deliberato all’unanimità di renderla immediatamente esecutiva e di procedere con le partite dei playoff con le date programmate lo scorso 29 aprile”.

“Le quattro squadre retrocesse in C sono dunque Foggia, Padova, Carpi (come determinato dal campo), e Palermo (come deciso dalla giustizia sportiva)”. Niente playout, quindi, e Salernitana e Venezia salve. Il Perugia parteciperà ai playoff.

I playoff di serie B, secondo quanto deciso dal consiglio direttivo del 29 aprile, cominceranno con il turno preliminare in partita unica venerdì 17 maggio e sabato 18, per concludersi con la finale che deciderà la terza squadra promossa in Serie A con Brescia e Lecce: andata giovedì 30 maggio e ritorno domenica 2 giugno.

Questo il programma: – turni preliminari, venerdì 17 maggio ore 21: Spezia-Cittadella. Sabato 18 maggio ore 21: Verona-Perugia. – semifinali di andata martedì 21 maggio ore 21: Spezia o Cittadella-Benevento. mercoledì 22 maggio ore 21: Verona o Perugia-Pescara. – semifinali di ritorno sabato 25 maggio ore 21: Benevento-Spezia o Cittadella. domenica 26 maggio ore 21: Pescara-Verona o Perugia – finale di andata (in casa della peggior classificata) giovedì 30 maggio – finale di ritorno (in casa della miglior classificata) domenica 2 giugno.

Nuovo Ospedale di Cosenza, individuato il luogo dove sarà realizzato

Nuovo Ospedale CosenzaIl Consiglio comunale di Cosenza, nella seduta di oggi, ha approvato un documento, proposto dai consiglieri Marco Ambrogio, Giovanni Cipparrone, Giuseppe Spadafora, Pasquale Sconosciuto e Francesco Cito, relativo alla realizzazione del Nuovo Ospedale di Cosenza.

Nel documento, approvato con il voto favorevole di 17 consiglieri e quello contrario di tre consiglieri, si legge che “il Consiglio comunale, nel rispetto delle proprie competenze e prerogative, indica, quale zona dove costruire il nuovo presidio ospedaliero della città di Cosenza, l’area compresa tra viale della Repubblica e contrada Muio Piccolo ( a monte dell’Annunziata, ndr), così come già indicata nel Piano Regolatore Comunale vigente e nel Piano Strutturale comunale in via di adozione”.

Nel documento si dà mandato al Sindaco e all’Amministrazione comunale di comunicare tale decisione agli organi regionali competenti che, a più riprese, hanno assicurato la concreta esistenza di un finanziamento ad hoc per la realizzazione dell’opera.

Inoltre si chiede al Sindaco “di voler sottoporre alla Gestione Commissariale per la Sanità in Calabria l’urgente necessità che, nell’attesa di realizzare la nuova struttura ospedaliera, siano messe in atto, immediatamente, tutte le scelte possibili e necessarie affinché possano essere realizzate: una migliore organizzazione del servizio, la ristrutturazione qualitativa e quantitativa dei servizi di pronto soccorso, l’incremento del personale medico e paramedico, la costruzione di una efficace ed efficiente rete territoriale, l’abbattimento delle liste di attesa e la diminuzione della migrazione sanitaria”. Prima della votazione sul documento è intervenuto il Sindaco Mario Occhiuto.

“E’ nota – ha detto il primo cittadino – la mia posizione e quella di tanti altri consiglieri che hanno valutato la migliore allocazione del nuovo Ospedale. Il piano regolatore – ha aggiunto Occhiuto – prevede già il sito, così come il nuovo piano strutturale prevede l’estensione dell’attuale sito fino al Mariano Santo. La Regione non ha voluto accogliere la nostra proposta e anzi – non volevo neanche accennarlo – da una lettura delle intercettazioni diffuse in questi giorni dagli organi di stampa, emergono manovre di ogni genere, mentre noi abbiamo chiesto finanziamenti ed opere, esclusivamente per il bene della città di Cosenza. Non solo non è stata accolta la nostra interlocuzione, ma si è fatto di tutto per farci sfiduciare”.

“Abbiamo perso 5 anni – dice il Sindaco Occhiuto – per uno studio di fattibilità fasullo. Se fossi il Presidente della Regione, aprirei a tutti i sindaci, non bloccherei nulla. In queste indagini noi siamo la parte offesa; dico noi perché non è solo il Sindaco ad essere parte offesa, ma anche i cittadini e il Consiglio comunale. Noi andiamo avanti con la nostra idea. La città non può consentire che una zona ospedaliera che fa parte di un centro urbanizzato, in un momento in cui si parla di rigenerazione e di riqualificazione del tessuto urbano, venga penalizzata dall’avallo a politiche urbanistiche di altro tipo. Stiamo lavorando per la ricucitura urbanistica. Non dobbiamo andare a costruire altre periferie degradate, né svuotare altri pezzi di città. La nostra idea rimane sempre quella che abbiamo in tante occasioni chiarito. Se avrò l’onore di guidare la Regione, la prima cosa che farò sarà l’ospedale di Cosenza,insieme a quelli delle altre città. Pertanto, non abbiamo interesse ad interloquire con l’attuale Amministrazione regionale”.

Fondi teatrali della Regione Calabria, chiuse le indagini. Nove indagati

Mario Oliverio scivola sul bando per i Teatri. Vince la fidanzata
In primo piano Mario Oliverio, dietro di lui la compagna Adriana Toman

I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di nove persone, a vario titolo indagate per le ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti, con riguardo all’assegnazione del contributo per la realizzazione di iniziative culturali, da finanziare nell’anno 2016, nell’ambito della selezione indetta dal dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con riguardo all’affidamento, da parte del dipartimento regionale “turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, nell’anno 2017, di contributi gravanti sul fondo unico cultura.

Lo fa sapere formalmente la Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri in merito alle notizie pubblicate dai media nei giorni scorsi. I magistrati precisano che dal 9 maggio fino a oggi sono stati notificati gli avvisi agli indagati, tra cui risulta Adriana Toman “amica intima” del presidente della Regione Mario Oliverio.

Le indagini sui fondi per il teatro calabrese furono avviate nel 2016 dopo un esposto all’Anac e alla procura da parte degli esclusi dai finanziamenti per le attività teatrali calabresi (660 mila euro), bando vinto poi dal gruppo riconducibile alla Toman.

I nove indagati sono Adriana Toman, Marco Silani, Gianclaudio Festa, Antonio Sicoli, Sonia Tallarico, Giacinto Gaetano, Pasquale Giorgio Piraino, Dario Borruto e Angela Rotella.

 

 

 

 

 

 

Decreto Sanità in Calabria, sfilza di emendamenti da Wanda Ferro

Decreto Sanità in Calabria, sfilza di emendamenti da Wanda Ferro La vice capogruppo alla Camera dei deputati di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, ha presentato 24 emendamenti al “decreto Calabria” sulla sanità (in discussione per la conversione in Parlamento), insieme alla collega Maria Teresa Bellucci, componente della commissione Sanità-Affari sociali.

L’emendamento più rilevante è finalizzato all’immediato sblocco del turn-over del personale delle aziende sanitarie ed ospedaliere, al fine di assicurare la tutela dei livelli essenziali di assistenza. L’emendamento prevede che il Commissario ad acta debba procedere, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, alla ricognizione dei fabbisogni di personale degli enti del Servizio sanitario della Regione Calabria, e nei successivi trenta giorni stilare la graduatoria delle priorità dei fabbisogni per poi, in deroga a tutte le procedure previste dalla vigente normativa in materia di blocco assunzionale, procedere alla sottoscrizione di contratti di lavoro a tempo determinato attingendo alle graduatorie esistenti, per il profilo richiesto, presso tutti gli enti del Servizio sanitario della Regione Calabria.

Nel caso in cui non siano disponibili graduatorie derivanti da procedure concorsuali espletate, il Commissario ad acta dovrà richiedere una terna di nominativi ai competenti Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri e provvedere alla sottoscrizione dei relativi contratti di lavoro.

Una serie di emendamenti sono poi destinati a contrastare gli sprechi, ad esempio riducendo emolumenti e rimborsi per i commissari straordinari e fissando criteri puntuali per la determinazione dei compensi, e a rendere più trasparenti e rispondenti a criteri meritocratici le nomine, ad esempio evitando che gli incarichi di vertice possano essere affidati a personale in quiescenza ed ampliando, d’altro canto, il novero dei soggetti ai quali attribuire gli incarichi attingendo anche a soggetti pubblici dotati delle necessarie competenze, o ad esempio consentendo la nomina a direttore amministrativo di personale con capacità manageriali.

Un emendamento punta inoltre ad evitare che possa essere nominato un unico Commissario straordinario per più enti del servizio sanitario regionale, e un altro ancora ad evitare che l’attribuzione dell’incarico di Commissario straordinario valga quale esperienza dirigenziale utile all’inserimento nell’elenco nazionale dei soggetti idonei allo svolgimento di tale incarico.

Un’altra proposta di modifica è indirizzata, attraverso la possibilità di aumentare l’età pensionabile fino al settantesimo anno di età, a sopperire alla carenza di personale medico specialistico che si è manifestata in molte strutture ospedaliere pubbliche a causa del mancato espletamento dei concorsi con conseguente perdita di professionalità da parte della sanità pubblica.

Un ulteriore emendamento è finalizzato ad attribuire al Commissario ad acta la gestione diretta dei progetti di edilizia sanitaria da finanziare ai sensi dell’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, anche in coerenza a quanto previsto dal comma 3 del medesimo articolo che attribuisce al Commissario ad acta l’onere di predisporre un Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione.

Un altro emendamento mira ad aumentare le risorse finanziarie disponibili per l’ammodernamento tecnologico. Infine alcuni emendamenti sono rivolti a correggere evidenti profili di incostituzionalità del decreto, come ad esempio la non conformità del procedimento di nomina dei commissari delle aziende ospedaliero-universitarie da parte del Commissario ad acta, alle norme che salvaguardano l’autonomia di quelle aziende.

Estorsione “mafiosa” a impresa nel Cosentino, arrestato un 47enne

Estorsione mafiosa a impresa nel Cosentino, arrestato un 47enneI Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice presso il Tribunale di Catanzaro – su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – a carico di Mario Vigliaturo, 47 anni, ritenuto responsabile di due episodi di estorsione e tentata estorsione, aggravati dal “metodo mafioso”, in danno di un’impresa appaltatrice di lavori pubblici eseguiti nel comune di San Giorgio Albanese, centro del Cosentino.

Le indagini, i cui esiti sono confluiti nell’ordinanza, sono state avviate a seguito della denuncia di un atto intimidatorio subito dall’imprenditore taglieggiato nel mese di maggio 2018, mediante il posizionamento di una bottiglietta contenente liquido infiammabile sulla pedaliera di un camion aziendale parcheggiato in un’area prossima al cantiere.

Dalle indagini dei militari cosentini è emerso che Vigliaturo, a distanza di un mese dall’atto intimidatorio, aveva avvicinato i responsabili dell’azienda, avanzando richiesta di una somma di denaro quale “regalino per gli amici di Corigliano”.

Nella stessa occasione, Vigliaturo, approfittando dello stato di soggezione ingenerato nella vittima – a cui aveva evocato la sua appartenenza ad un più esteso sodalizio criminale – costringeva quest’ultima a consegnargli del materiale edile presente nel cantiere, dietro la minaccia che, se non gli avesse subito consegnato le cose richieste, avrebbe subito delle ritorsioni.

Secondo l’accusa, le indagini hanno confermato la presunta contiguità del Vigliaturo ad acclarati contesti di criminalità organizzata, tenuto conto delle sue frequentazioni e del suo coinvolgimento in pregresse indagini su cosche della ‘ndrangheta operanti in quell’area.

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