9 Ottobre 2024

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Viaggiava col furgone con oltre 70 kg di marijuana, arrestato

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Era alla guida di un furgone con a bordo 72 chilogrammi di marijuana. Un ventiseienne, con precedenti di polizia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri a Platì con l’accusa di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti.

I militari, durante un intervento a seguito di un incidente stradale avvenuto poco prima, sono stati attirati dal forte odore di sostanza stupefacente che proveniva da un mezzo incolonnato nel traffico e con alla guida una persona già nota alle forze dell’ordine.

Alla vista dei carabinieri, l’uomo ha effettuato una manovra svoltando in una traversa secondaria nella speranza di fare perdere le proprie tracce. Malgrado questo tentativo, i militari sono riusciti a bloccare il mezzo e ad effettuare una perquisizione che ha portato alla scoperta e al sequestro della droga, probabilmente raccolta ed esfoliata da poco, sistemata all’interno del bagagliaio. Nel vano del veicolo sono state trovate e sequestrate anche due maschere da clown, due smartphone e due ricetrasmittenti, il che lascerebbe intendere il coinvolgimento nell’attività di coltivazione, di una seconda persona.

Rinascita-Scott, in appello confermate condanne per mafia

Una fase del processo “Rinascita -Scott” (ansa/archivio)

La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato tutte le condanne per associazione mafiosa comminate il 6 novembre 2021 dal gup Claudio Paris nell’ambito del processo, con rito abbreviato, Rinascita Scott istruito contro le cosche vibonesi e i loro sodali.

Nel processo di secondo grado erano 74 le posizioni per le quali era stato proposto appello: cinque da parte della Dda di Catanzaro e 69 da parte degli imputati.

La Corte ha dichiarato la nullità della sentenza riguardo alla posizione di Francesco Gasparro (due anni in abbreviato) per tutti i capi di imputazione a lui contestati e ha disposto la restituzione degli atti per un nuovo giudizio al giudice del primo grado.

Stessa disposizione nei confronti di Pasquale Gallone ma solo per una caso di estorsione e per Domenico Macrì sempre per un singolo capo di imputazione. Tre le assoluzioni: Michele Fiorillo (cinque anni in primo grado), Pasquale Tavella (un anno e quattro mesi in primo grado) e Carmela Cariello (quattro anni e sei mesi in primo grado).

La Corte ha poi lievemente riformato le pene per 12 imputati, compreso Pasquale Gallone, considerato il braccio destro del boss Luigi Mancuso, che passa da 20 anni di reclusione a 19 anni e otto mesi, e Domenico “Mommo” Macrì, a capo dell’ala militare della cosca Pardea Ranisi, che passa da 20 anni a 19 anni e 10 mesi. La Dda di Catanzaro aveva proposto appello solamente nei confronti di cinque dei 20 assolti in primo grado. Tra questi vi era l’imprenditore e avvocato Vincenzo Renda, considerato partecipe nell’articolazione dei Mancuso di Limbadi, la cui assoluzione è stata confermata.

Nel resto la sentenza di primo grado è stata confermata e il riconoscimento dell’associazione mafiosa sancisce l’esistenza di una ‘ndrangheta strutturata in modo unitario con il crimine dell’area Vibonese.

Vinti 250 mila euro al “10 e Lotto” nel reggino

Calabria fortunata nelle estrazioni del 10eLotto dell’ultimo fine settimana. Con una giocata di appena 2 euro un fortunato scommettitore è riuscito a mettere a segno un colpaccio al 10eLotto vincendo 250 mila euro. E’ accaduto a Gioiosa Ionica, nella Locride.

La vincita è risultata la più alta di tutto il weekend in Italia grazie a nove numeri extra indovinati su nove in modalità frequente.

Sempre al 10eLotto, ma questa volta in provincia di Cosenza è stata registrata un’altra vincita anche se di minore entità. A Cerchiara di Calabria infatti sono stati vinti altri 6.000 euro con sei numeri indovinati su sette in modalità frequente.

Scandalo coop e migranti, arrestate moglie e suocera del deputato Soumahoro

Arresti domiciliari per Marie Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, suocera e moglie del deputato eletto con Sinistra&Verdi, Aboubakar Soumahoro, nonché membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata “Karibu” che ha ricevuto e gestito fondi pubblici per attività legate ai migranti. La Guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip nell’ambito dell’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. Disposto anche l’obbligo di dimora per un altro figlio di Marie Therese Mukamatsindo.

“Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane, null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio”, ha dichiarato il deputato, dopo lo scandalo migrato nel gruppo Misto.

Le accuse
I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti dei membri del Cda della cooperativa ‘Karibu’ e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero.

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

L’ordinanza
Nell’ordinanza del gip di Latina si legge che dalle indagine è emerso “un collaudato sistema fraudolento fondato sull’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti, adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni relative agli anni 2015-2016-2017-2018 e 2019, non solo con la specifica finalità evasiva (inserendo in dichiarazione costi non deducibili) ma anche per giustificare in sede di rendicontazione, la richiesta di finanziamenti alla Direzione Centrale del ‘sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati”’.

“Come ampiamente ricostruito dalla documentazione acquisita e sintetizzato nell’informativa della Guardia di Finanza di Latina (datata febbraio 2021), negli anni la Karibu ha percepito fondi pubblici da diversi enti statali, poiché è stata ente attuatore di diversi progetti indicati come: Cas (centri accoglienza straordinaria), Sprar (sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) servizio di accoglienza minori e, ancora, progetto rete antitratta” spiega il gip. “Le condotte risultano volontarie e consapevolmente mirate ad un risparmio di spesa (e successiva distrazione) dei fondi pubblici percepiti”.

Fra le criticità emerse, in particolare, il giudice cita nell’ordinanza: “sovrannumero di ospiti rispetto alla capienza consentita e promiscuità; alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato rispetto al numero degli ospiti, mobili rotti e malmessi, condizioni igieniche carenti, riscaldamenti ridotti alle sole ore notturne o assenti; ambienti poco curati (presenza di umidità e muffa) e non in sicurezza, spesso persino insalubri; derattizzazione e deblattizzazione assenti; mancata consegna, all’ingresso nella struttura, del kit vestiario e della scheda telefonica di 15 euro; corsi di lingua italiana scarsi o insufficienti; insufficienza del cibo e di scarsa qualità; criticità dell’assistenza sanitaria; carenze nella tenuta della documentazione che non permette il tracciamento delle attività e dei servizi resi alle persone”. Per il gip di Latina “il dato oggettivo e contabile, non superabile, è che buona parte del denaro ricevuto non è stato adoperato per le finalità preposte, questo alla luce delle documentate distrazioni ma, anche e soprattutto, per la carenza dei servizi offerti”.

Sequestri per quasi 2 milioni di euro
Ammonta a quasi due milioni di euro (1.942.684) il sequestro disposto dal gip di Latina nell’ambito dell’inchiesta. Per il gip oltre alle ”condotte di frode in pubbliche forniture” gli accertamenti contabili e le stesse valutazioni del commissario liquidatore, hanno permesso alla Procura di ricostruire ”un quadro allarmante di distrazioni patrimoniali idonee a svuotare la Karibu (anche per il tramite della Jumbo Africa- soggetto giuridico fittizio) e portarla allo stato di insolvenza, dichiarato con sentenza del Tribunale di Latina del maggio 2023”.

A fronte dei flussi di denaro pubblico, la Guardia di finanza ha ricostruito tutte le disposizioni bancarie “prive di congrua giustificazione causale e comunque per finalità diverse da quelle alle quali era preposta la Karibu”. In particolare, viene riportato nell’ordinanza, “si evidenziano bonifici verso l’estero per 472.909 euro negli anni 2017/2022, utilizzo di carte di credito e prepagate, intestate alla Karibu, ma adoperate per finalità private (ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica) per importi come 93.976 euro nel 2017, 208.394 nel 2018, 49.946 euro nel 2019; 13.803 euro nel 2020; 2.177 nel 2021”. In molte occasioni, come emerge dall’ordinanza, le carte prepagate sono state ricaricate con causali relative a “progetti”, quando in realtà le spese effettuate con la medesima carta risultano presso attività di ristorazione, strutture recettive, negozi di abbigliamento, gioiellerie, in Italia e all’estero (Ruanda, Belgio, Portogallo).

Una parte del denaro ottenuto dalle coop, quasi mezzo milione di euro (472.909), è stata trasferita all’estero tra il 2017 e il 2022. Come emerge dall’ordinanza del gip di Latina, uno degli indagati “avendo la disponibilità delle credenziali di accesso al conto corrente principale della Karibu e della Jambo, ha potuto disporre, a suo piacimento, delle risorse pubbliche erogate per la gestione dei migranti, trasferendo ingenti risorse di denaro pubblico a favore di sé stesso oltreché verso l’estero ed in particolare in Rwanda dove lo stesso ha avviato prima l’apertura di un Supermercato e, successivamente, di un Ristorante sotto l’insegna ‘Gusto Italiano”’.

Serie B, il Cosenza pareggia con lo Spezia: 0-0

Il Cosenza strappa a La Spezia un punto prezioso contro un avversario in ripresa. Lo Spezia torna nel suo stadio dopo l’esilio forzato a Cesena delle prime uscite stagionali, ma non riesce a superare un Cosenza sempre temibile nelle ripartenze.

Provano a partire forte gli uomini di Alvini, ma sono gli ospiti a farsi pericolosi. È Forte ad andare vicino al gol in un paio di occasioni, nella seconda Dragowski risponde bene in uscita. Dall’altra parte Antonucci spreca un paio di ghiotte occasioni, ma è soprattutto lo Spezia a crescere nel finale di tempo e a sfiorare in gol in un paio di occasioni, l’ultima clamorosa con Reca. Nella ripresa il canovaccio non cambia di molto, Spezia volenteroso ma spreciso in attacco e ospiti pericolosi in qualche occasione.

Emozioni condensate nel finale, con Venturi che colpisce il palo su azione d’angolo, sul rovesciamento di fronte, Serpe colpisce di testa ma Micai ci mette una pezza, poi Amian da ottima posizione spara alto. Finisce 0-0, con qualche rammarico per i padroni di casa, che comunque sono imbattuti da cinque gare.

SPEZIA: Dragowski; Amian, Serpe, Gelashvili; Elia (Kouda 63′), Bandinelli (Cassata 46′) , S. Esposito, Reca; Antonucci (Cipot 79′), Zurkowski (Candelari 91′); F. Esposito (Mora 63′). A disp. : Zoet, Zovko, Moutinho, Pietra, Krollis, Corradini, Hristov. All. : Alvini

COSENZA: Micai; Martino, Venturi, Meroni, Fontanarosa (D’Orazio 46′); Viviani (Mazzocchi 56′), Praszelik (Calò 77′); Marras (Florenzi 73′), Voca, Canotto (Tutino 56′) ; Forte. A disp. : Marson, Sgarbi, Rispoli, Crespi, Arioli, Zilli, Zuccon. All. : Caserta

ARBITRO: Daniele Minelli di Varese. Assistenti: Niccolò Pagliardini di Arezzo  e Antonio Severino di Campobasso. IV ufficiale: Gioele Iacobellis di Pisa. VAR: Aleandro Di Paolo di Avezzano. AVAR: Alberto Santoro di Messina

MARCATORI: 

NOTE: Spettatori: 5.571,  tifosi squadra ospite: 109 .  Espulsi: -. Ammoniti: Antonucci (S) Meroni (C) Elia (S) Tutino (C) D’Orazio (C) Venturi (C) Gelashvili (S) Voca (C) . Angoli: 6 – 4 , Recupero: 2′ pt – 4′ + 1′ st

Serie B, Como batte Catanzaro per 1-0

Il Catanzaro rimedia a Como la prima sconfitta esterna della stagione. Dopo tre vittorie consecutive la squadra di Vivarini è costretta alla resa contro un avversario solido e strutturato, costruito per stare nei quartieri alti. Il Como torna alla vittoria che mancava da tre partite, tanti quanti invece erano stati i successi consecutivi del Catanzaro.

Decisiva per il risultato la partenza arrembante della squadra di Longo, che si conquista subito un calcio di rigore concesso per fallo di mano un po’ ingenuo e fortuito di Katseris su cross di Cassandro, concessione del rigore abbastanza generosa da parte di Di Marco.

Un’opportunità che dal dischetto Simone Verdi trasforma in gol spiazzando freddamente Fulignati. Da lì nasce una partita che entrambe le squadre provano a giocare, anche se nel primo tempo sono più del Como le opportunità per raddoppiare, con Gabrielloni e Cutrone. Lavora bene anche la difesa comasca nel chiudere gli spazi agli attaccanti del Catanzaro, Semper sbroglia un paio di situazioni su Vandeputte che consentono alla squadra di Longo di arrivare in vantaggio all’intervallo.

La ripresa si apre con un paio di occasioni sciupate da Gabrielloni, e il Como ha il merito di non chiudersi troppo a difesa del risultato: per il Catanzaro l’occasione migliore arriva con una punizione ben calciata da Pompetti che Semper alza sopra la traversa, mentre prima il portierone aveva murato una buona chance per Vandeputte. I giallorossi ci provano fino all’ultimo, ma il Como resiste.

Vittoria complessivamente meritata da parte della squadra comasca costruita con il ritmo, la corsa e la prestanza fisica. Il Catanzaro ha sofferto tantissimo la fisicità e l’aggressività dell’avversario, ha avuto il merito di restare in partita ma gli è mancata la lucidità per la stoccata giusta. La sconfitta comunque può starci al cospetto di una squadra molto forte come il Como.

Como (3-4-3): Semper; Barba, Odenthal, Curto (29’ st Kerrigan); Cassandro (17’ st Iovine), Kone (34’ st Da Cunha), Bellemo, Ioannou; Gabrielloni (17’ st Chajla), Cutrone, Verdi (34’ st Baselli)
A disposizione: Solini, Iovine, Cerri, Scaglia, Mustapha, Salà, Arrigoni, Vigorito
Allenatore: Longo

Catanzaro (4-4-2): Fulignati; Katseris, Scognamillo, Brighenti (35’ st D’Andrea), Veroli; Brignola (27’ st Ambrosino), Ghion, Verna (15’ st Pompetti), Vandeputte; Iemmello (35’ Donnarumma), Biasci (15’ st Stoppa)
A disposizione: Sala, Krajnc, Miranda, Krastev, Oliveri, Sounas, Pontisso
Allenatore: Vivarini

Arbitro: Di Marco
Assistenti: Di Gioia – Cortese

Ammoniti: 24’ pt Curto (COM); 36’ st Ioannou (COM), 47’ st Baselli (COM), 49’ st Chajla (COM)
Marcatori: 7’ pt Verdi (r) (COM)

Il Capodanno 2023 della Rai si farà a Crotone

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Il Capodanno della Rai approda in Calabria. Sarà Crotone, infatti, quest’anno la location di “L’anno che verrà”, il tradizionale appuntamento condotto da Amedeus su Rai 1, con ospiti musicali e personaggi dello spettacolo, per salutare il 2023 e festeggiare l’arrivo del 2024.

L’ufficializzazione è arrivata dopo la firma della convenzione biennale tra la Rai, attraverso la consociata Rai Com, e la Fondazione Calabria Film Commission.

Lo spettacolo sarà allestito in piazza Pitagora, uno dei luoghi simbolo della città pitagorica, e verrà realizzato grazie alla collaborazione della Fondazione Calabria Film Commission, della Regione Calabria e della Città di Crotone.

Assolto Falcomatà, ora torna sindaco di Reggio: “Sono stati anni duri”

Giuseppe Falcomatà

Annullata senza rinvio, da parte della Cassazione, la condanna nel processo “Miramare” nei confronti di Giuseppe Falcomatà, che torna quindi sindaco di Reggio Calabria. Lo riferisce all’Adnkronos il legale di Falcomatà, Giandomenico Caiazza.

“Leggeremo le motivazioni ma dal dispositivo si capisce che la condanna viene annullata senza rinvio perché – afferma il legale – è riconosciuta quella che tecnicamente si chiama “desistenza volontaria” ossia la delibera non ha mai avuto un seguito concreto”.

“Questo processo non doveva nemmeno iniziare – continua l’avvocato – Falcomatà”, che nel frattempo era stato sospeso, “può tornare a fare il sindaco anche se ha perso parte della consiliatura in ragione di una legge assurda, la legge Severino, che penalizza gli amministratori prima di un giudizio definitivo”.

Il sindaco Falcomatà: “Anni duri”

“Assolto. Sono stati due anni duri. Due anni in cui ho sofferto, ha sofferto la mia famiglia, ha sofferto la città. Questa assoluzione restituisce, in parte, le amarezze di questo periodo. Un periodo in cui non mi è mai, mai, mancato il vostro sostegno, il sostegno dei reggini. Adesso per la città ci dovrà essere un nuovo inizio, insieme”. Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà sulla sua pagina facebook all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna in secondo grado nel processo “Miramare”.

“Vi voglio bene, ci vediamo tra poco”. Una condanna che, a causa della legge Severino, gli è costata due anni di sospensione durante i quali il Comune e la città metropolitana sono stati guidati dai due sindaci facenti funzioni, Paolo Brunetti e Carmelo Versace.

L’annullamento senza rinvio deciso dalla Suprema Corte ha rimesso al suo posto Falcomatà che, adesso, ritorna in carica fino al 2025 quando dovrebbe concludersi il suo secondo mandato.

Attacchi di Israele a Gaza, ira dell’Onu. E Tel Aviv chiede ora la testa di Guterres

La guerra a Gaza arriva al Consiglio di sicurezza dell’Onu e provoca un durissimo scontro tra il segretario generale Antonio Guterres e Israele.

Tanto che il ministro degli Esteri Eli Cohen, presente a New York, ha rifiutato di incontrarlo, mentre l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan ne ha invocato le dimissioni immediate. “È importante – ha detto Guterres intervenendo a Palazzo di Vetro in un clima incandescente – riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”. Poi ha aggiunto che certo, “le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas”, ma anche che quegli stessi attacchi “non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”. Guterres ha quindi deplorato le “chiare violazioni del diritto umanitario internazionale” che si stanno consumando nella Striscia e insistito con la richiesta di “un cessate il fuoco umanitario”, che Israele ha più volte rispedito al mittente.

Il primo a reagire è stato il rappresentante israeliano: “Un segretario generale dell’Onu che mostra comprensione per la campagna di sterminio di massa di bambini, donne e anziani non è adatto a guidare l’Onu. Lo invito a dimettersi immediatamente”. “Non c’è alcun senso – ha denunciato Erdan – nel parlare con coloro che mostrano compassione per le più terribili atrocità commesse contro i cittadini di Israele e il popolo ebraico. Semplicemente, non ci sono parole”. Cohen su X ha rincarato la dose: “Non incontrerò il segretario generale dell’Onu. Dopo il 7 ottobre non c’è spazio per un approccio equidistante. Hamas deve essere cancellato dal mondo”. Il ministro degli Esteri di Netanyahu ha anche avvertito che “l’Europa sarà la prossima ad essere colpita da Hamas” e che se non agisce “avrà i terroristi alla porta”.

“La responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, solo di Hamas. Non di Israele, né dei civili innocenti”, ha commentato in serata il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby. E le parole di Guterres hanno indignato anche le famiglie dei 222 ostaggi israeliani, che le hanno definite “scandalose”. Il segretario generale, hanno incalzato, “ignora vergognosamente il fatto che sabato 7 ottobre è stato perpetrato un genocidio contro il popolo ebraico e ha trovato un modo indiretto per giustificare gli orrori che sono stati commessi contro gli ebrei”.

Lo scontro tra Nazioni Unite e Israele era in un certo senso atteso visto che i dissensi sono palesi: a cominciare dagli aiuti umanitari a Gaza. Israele ha più volte espresso il timore che questi arrivino ad Hamas invece che alla popolazione civile. Ed è stato irremovibile sulle forniture di carburante, invocate invece da Guterres come necessarie per le attività di assistenza dell’Unrwa, l’organizzazione dell’Onu per i rifugiati palestinesi. Il capo dell’Onu si è poi opposto più volte ai raid dell’aviazione sia nel nord sia nel sud della Striscia, mentre Israele ha continuato a martellare Gaza aumentando sempre più l’intensità degli attacchi “contro le strutture militari di Hamas e i suoi capi”.

Secondo il ministero della sanità locale, sono stati intanto 704 i palestinesi, di cui 305 minori, uccisi nelle ultime 24 ore negli attacchi israeliani sulla Striscia. La stessa fonte sottolinea che si tratta del più alto numero di morti in un giorno dall’inizio delle ostilità.

L’esercito sta spingendo per l’invasione il prima possibile ripetendo ogni giorno di essere ormai “pronto”. Ma la decisione finale, ha spiegato il capo di stato maggiore Herzi Halevi, sarà presa insieme al potere politico. Che evidentemente ha ben chiari i timori dell’alleato americano per una possibile escalation del conflitto in tutto il Medio Oriente, soprattutto con l’Iran. Gli Hezbollah libanesi non smettono di attaccare attaccare il nord di Israele. E ancora Halevi ha citato “considerazioni tattiche e anche strategiche” tra le cause che hanno ritardato l’offensiva di terra. “Stiamo comunque facendo tesoro di ogni minuto – ha sottolineato il capo di stato maggiore parlando con i giornalisti sul fronte sud, proprio davanti a Gaza – per essere meglio preparati. E continuiamo a colpire il nemico sempre di più, uccidendo terroristi, distruggendo infrastrutture e raccogliendo più intelligence”.

“Siamo davanti al prossimo passo, sta arrivando”, ha promesso d’altra parte ai soldati il premier Benyamin Netanyahu che oggi ha ricevuto a Tel Aviv il presidente francese Emmanuel Macron, con quest’ultimo che ha lanciato la proposta di una coalizione anti Hamas sulla base di quella che ha combattuto l’Isis.

Per Israele – su cui oggi si è riversata una grande quantità di razzi da Gaza – continua inoltre ad esserci il rebus degli ostaggi, specie dopo gli ultimi rilasci con il contagocce da parte di Hamas. Oggi nella zona di Khan Yunes sono piovuti volantini mediante i quali lo Stato ebraico ha chiesto alla popolazione locale di aiutare nelle ricerche degli israeliani tenuti prigionieri nella Striscia in cambio di “discrezione, protezione e premi in denaro”.

Il bilancio a Gaza invece – dove una popolazione stremata tenta di spostarsi sempre più a sud – è arrivato a 5.791 morti, di cui 2.360 minori e bambini. Secondo il ministero della Sanità locale, 12 ospedali e 32 cliniche hanno già dovuto chiudere i battenti.

‘Ndrangheta, blitz Dia e Carabinieri, 18 misure cautelari

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Alle prime luci dell’alba, il personale della Direzione Investigativa Antimafia e i Carabinieri del Comando Provinciale di Monza, con il supporto del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, hanno dato esecuzione, su delega della D.D.A. di Milano, a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di diciotto soggetti (sette in carcere, quattro agli arresti domiciliari, tre con obbligo di dimora e quattro con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria), indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione ed al compimento di numerosi reati economico – finanziari, i cui proventi erano destinati ad agevolare le attività dell’ndrangheta ed in particolare della cosca Morabito – Palamara – Bruzzaniti.

L’indagine, che ha avuto inizio dell’anno 2019, protraendosi anche nel periodo della pandemia, ha visto coinvolti 68 soggetti, divisi in due sodalizi criminali che, sebbene “operativamente separati per materia” (da un lato il compimento dei reati economico – finanziari, dall’altro, il traffico di droga e le estorsioni), erano entrambi diretti da un medico calabrese, collaboratore di alcune RSA milanesi, già condannato in via definitiva per traffico di sostanze stupefacenti e, soprattutto, figlio dello storico capo della citata cosca, attualmente detenuto in regime di 41-bis a seguito di condanna irrevocabile per associazione mafiosa.

Il primo dei due gruppi, che ha visto la partecipazione di professionisti ed imprenditori, titolari nel centro di Milano di diverse società di consulenza e portatori del necessario “Know how” tecnico- giuridico, è risultato dedito alla commissione dei seguenti illeciti economico-finanziari:

• la creazione di un sistema di società “cartiere”, di fatto non operative ed unicamente dedite all’emissione di false fatture, volte a fornire una “copertura cartolare” ad inesistenti acquisti di beni e di servizi, all’unico scopo di creare, a favore di terzi clienti, la disponibilità “in nero” di ingenti somme di denaro contante. Questi ultimi, infatti, a fronte del bonifico effettuato a pagamento della falsa fattura, ottenevano, al termine di diversi “passaggi” coinvolgenti conti correnti “on line” radicati su banche europee ed extracomunitarie, ingenti somme di denaro, così sottratte a ogni forma di controllo e monitoraggio da parte delle Autorità. Nel corso delle attività investigative, è stato possibile sequestrare circa 50.000 euro in contanti, provento delle suddette F.O.I., nonché ricostruire altre consegne di denaro gestite dall’organizzazione;
• la creazione e la vendita di false polizze fideiussorie, formalmente emesse da uno dei più grossi gruppi bancari nazionali, a favore di imprese e ditte individuali che mai le avrebbero legalmente ottenute, in quanto prive della necessaria solidità patrimoniale e/o dei necessari requisiti di onorabilità. In particolare, tali “false” polizze servivano al consapevole acquirente per garantire, nei confronti di inconsapevoli “terzi”, il rispetto di obblighi derivanti da reciproci rapporti contrattuali. In un caso, le

false fideiussioni sono state create a favore di imprese operanti nel settore dei giochi e delle scommesse (che mai avrebbero potuto ottenerle legalmente, in quanto colpite da interdittiva antimafia emessa al termine di indagini riguardanti anche il reato di associazione mafiosa), allo scopo di garantire l’adempimento degli obblighi economici conseguenti al contratto stipulato con il concessionario dello Stato;
• la commercializzazione di falsi crediti d’imposta “Ricerca & Sviluppo” ceduti a terze società che, consapevoli della loro natura fittizia, li hanno utilizzati per compensare il pagamento di imposte e di contributi previdenziali. Tali crediti erano creati da un’altra organizzazione criminale con sede nella provincia di Napoli e composta da professionisti (commercialisti, periti ed ingegneri), alcuni dei quali già condannati per analogo reato;
• l’organizzazione di truffe aggravate ai danni dello Stato, dirette al conseguimento di finanziamenti ed erogazioni previste dalle norme Covid 19. Le indagini hanno, da un lato, accertato l’effettiva percezione di tali somme, dall’altro evitato, tramite la tempestiva attivazione delle competenti Autorità, l’indebita erogazione di somme e di benefici economici (nella forma del finanziamento garantito e del credito d’imposta) per circa 2 milioni di euro, per i quali era già stata depositata la prevista documentazione artatamente predisposta. In uno di questi casi, proprio per sfruttare una specifica norma diretta a favorire la capitalizzazione delle società nel periodo della pandemia, erano stati creati, attraverso bilanci contraffatti, fittizi aumenti di capitale sociale, impiegando, anche grazie alla compiacenza di periti e pubblici ufficiali, titoli esteri di dubbio ed incerto valore ed aventi caratteristiche tecniche difformi da quelle previste dalla legge.

L’organizzazione avrebbe reinvestito il provento dei reati sopra indicati ed in particolare di quelli commessi a danno dello Stato, nella creazione, congiuntamente ad altri soggetti anch’essi indiziati di appartenere all’ndrangheta, di nuove società commerciali che avrebbero operato in settori quali quello edile
– sfruttando i benefici dell’Ecobonus -, della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti, del commercio di carburante e della grande distribuzione.

Il secondo dei due gruppi criminali si è reso responsabile di più delitti di importazione, acquisto, trasporto e cessione sul mercato del Nord Italia (Milano, Torino e altre province) ed in Calabria, di centinaia di chili di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, marijuana e hashish) oltre a gestire un’attività di recupero crediti mediante le tipiche modalità utilizzate dalle organizzazioni mafiose anche ricorrendo, quando necessario, all’uso di armi.

Allo scopo, il sodalizio disponeva di:

• basi logistiche e operative, ove i sodali potevano incontrarsi e custodire lo stupefacente, quale un magazzino in Paderno Dugnano;
• telefoni cellulari, intestati a terze persone, cambiati con frequenza e utilizzati per le comunicazioni inerenti l’attività illecita;
• autovetture impiegate per il trasporto dello stupefacente, spesso appositamente noleggiate a tal fine o messe a disposizione da uno degli indagati;

L’indagine ha consentito di ricostruire anche i canali di approvvigionamento esteri e, in occasione di una delle cessioni intercettate, è stato possibile arrestare in flagranza il corriere e sottoporre a sequestro 5 kilogrammi di eroina, inizialmente destinata al mercato calabrese. Sono state documentate innumerevoli compravendite di stupefacente, per un totale di 50 kg di eroina, 150 kg marijuana e circa 50 kg di hashish, provenienti anche dalla Spagna, dall’Austria e dall’Albania ed è stata, altresì, verificata l’apertura di un canale di vendita di cocaina proveniente dal Perù e dal Brasile e destinata ai membri di una nota famiglia di ‘ndrangheta.

Sono tuttora in corso, nelle provincie di Milano, Monza Brianza, Pavia, Varese, Novara, Alessandria, Messina e Foggia, perquisizioni in abitazioni ed aziende risultate nella disponibilità dei soggetti coinvolti, anche con il supporto di unità cinofile anti-valuta della Guardia di Finanza.

Minaccia e abusa dell’ex convivente, arrestato un uomo

Avrebbe proferito minacce all’ex donna convivente, accompagnate da violenze, fisiche e sessuali, determinando in lei uno stato di sofferenze, prostrazione e disagio incompatibili con le sue normali condizioni di vita.

Così un uomo di 61 anni di Castrolibero è stato arrestato e tradotto in carcere per ordine del giudice del tribunale di Cosenza che contesta all’uomo i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata.

L’attività di indagine è scaturita dalla denuncia della vittima ai militari della Stazione Carabinieri di Castrolibero che si sono immediatamente attivati, riscontrando gli elementi di denuncia e riferendo puntualmente alla Procura della Repubblica.

Il gip presso il Tribunale di Cosenza ha rilevato in merito i gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati citati ed il pericolo di reiterazione, disponendo nei confronti dell’indagato la custodia cautelare in carcere.

Israele sgancia bombe nel campo profughi Jabalia di Gaza, un massacro

Aerei da guerra israeliani hanno lanciato diversi attacchi aerei contro due case nel campo profughi di Jabalia e la moschea albanese nel campo profughi di Gaza, nella Striscia settentrionale, provocando un nuovo massacro. Lo riportano le agenzie di stampa arabe.

Sono trenta i corpi, la maggior parte dei quali donne e bambini, recuperati sotto le rovine degli edifici bombardati da Israele nel campo profughi di Jabalia a Gaza, riporta Al Jazeera citando fonti della locale Protezione civile.

Il Ministero degli Interni di Gaza ha affermato che ci sono state molte vittime in seguito all’attacco aereo israeliano domenica sera contro un edificio residenziale nel più grande degli otto campi profughi della Striscia.

Ci sono stati anche precedenti bombardamenti del campo da parte di Israele. Amnesty International riferisce che il 9 ottobre attacchi aerei israeliani hanno colpito un mercato nel campo, una delle zone più trafficate di Gaza, con un numero ancora imprecisato di persone uccise negli attacchi.

ATTENZIONE!!! Immagini molto sensibili, adatte ad un pubblico adulto

Un residente del campo sopravvissuto afferma che gli eventi delle ultime due settimane hanno cambiato tutto.

“Per quanto mi riguarda”, ha detto ad Al Jazeera Asmaa Tayeh, una giovane scrittrice, “credo che non saremo mai al sicuro anche dopo la fine della guerra. In effetti, non mi sentirò mai libero finché la Palestina sarà occupata e il suo popolo terrorizzato”.

“Non saremo mai al sicuro”
Il campo densamente popolato di Jabalia ospita anche tre scuole gestite dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA).

Le prime spedizioni di aiuti sono arrivate nella Striscia di Gaza sabato e domenica, ma i gruppi umanitari affermano che si tratta di una frazione di quanto necessario poiché migliaia di persone rimangono intrappolate.

Prima del 7 ottobre, ogni giorno arrivavano a Gaza diverse centinaia di camion umanitari.

“Soffriamo per una grave carenza di medicinali e attrezzature mediche”, ha detto ad Al Jazeera il direttore dell’ospedale nel nord di Gaza.

Israele ha continuato a bombardare la Striscia di Gaza per più di due settimane in risposta all’incursione di Hamas sul suolo israeliano il 7 ottobre. L’attacco al campo arriva mentre il bilancio delle vittime a Gaza è salito a 4.651 (il 40% sono bambini) e il numero dei feriti a 14.245 da allora.

Genocidio a Gaza, quasi 2mila bimbi uccisi, oltre 800 dispersi. “Nessun morto tra miliziani Hamas”

Gli ospedali della Striscia di Gaza domenica sera hanno rivelato che il bilancio delle vittime è salito a 4.651 palestinesi, tra cui 1.873 bambini, 1.023 donne, 187 anziani, mentre 14.245 sono rimasti feriti, dall’inizio della violenta e spietata rappresaglia israeliana in seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso. E’ questo il dato che viene pubblicato dai media arabi che citano fonti sanitarie. Tra questi vi sono il massacro all’ospedale e l’altro alla chiesa cristiana ortodossa di San Porfilio, a Gaza (video in basso).

Dai dati emerge inoltre che sono pervenute 1.450 denunce di persone scomparse ancora sotto le macerie, tra cui 800 bambini. Un dato che potrebbe portare il bilancio dei soli bambini a oltre 2.600 vittime.

Secondo i dati, Israele ha compiuto 24 massacri in 24 ore, causando la morte di 266 palestinesi, tra cui 117 bambini, la maggior parte dei quali nel sud di Gaza, sottolineando che l’occupazione ha commesso 574 attacchi che hanno ucciso 3.600 palestinesi e molti altri sotto le macerie.

Si tratta di vittime civili, colpite e uccise durante la rappresaglia indiscriminata compiuta da Israele nei confronti dei Palestinesi con il pretesto di colpire i miliziani di Hamas. Al momento non si conosce il numero dei cosiddetti “terroristi” uccisi dall’esercito di Netanyahu. Non si hanno dati al proposito. Eppure sono distinguibili, con mimetiche, simboli e sono armati fino ai denti.

In rete in molti osservano che a morire sono solo i palestinesi ma sarebbero “zero” i morti tra gli uomini delle milizie radicali di Hamas. Con questa osservazione si giunge alla conclusione che Israele ha intenzione di una “pulizia etnica” del popolo palestinese per occupare definitivamente altri territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.

Serie B, Sampdoria Cosenza 2-0

Era prevedibile che la gara di Genova di oggi non fosse semplice per il Cosenza. La Sampdoria veniva da 4 sconfitte su 4 a Marassi ed era probabilmente l’ultima spiaggia per il tecnico Pirlo. Dopo tanti fallimenti e delusioni vi erano grandi motivazioni da parte dei genovesi di invertire un trend da retrocessione diretta con una prestazione roboante che stavolta è arrivata.

E così è stato, la Samp festeggia la prima vittoria stagionale in casa. E lo fa con un super Borini che, nel secondo tempo, realizza sia dal dischetto che su azione. Una gara più accesa dal punto di vista nervoso che per ritmo e intensità. Sampdoria sempre alla ricerca della velocità che manca in fase di possesso, Cosenza ben messo in campo da Caserta ma poco risoluto negli ultimi sedici metri. Un legno per parte colpito: nel primo tempo il solito Borini, nel secondo Tutino.

L’episodio che sblocca il risultato è al quarto d’ora del secondo tempo: Marras ferma fallosamente Verre in area, dagli undici metri Borini spiazza Micai e realizza il vantaggio blucerchiato. La chiude lo stesso Borini che nel finale insacca con un bel tiro di prima dall’interno dell’area. La sconfitta a Marassi oggi ci sta, il Cosenza deve ripartire prontamente.

Serie B, il Catanzaro vola con il FeralpiSalò: 3-0

Un altro avversario messo alle corde, un’altra vittoria sonante e mai in discussione. Il Catanzaro di Vivarini, reduce da due vittorie esterne consecutive, cosa non semplice per nessuno, è in stato di grazia si beve anche la Feralpi Salò che è apparsa deludente nonostante i segnali di ripresa delle ultime settimane.

Sono in diecimila a spingere le aquile calabresi. La squadra di Vecchi si è presentata allo Stadio Comunale con 5 punti in classifica, conquistati quasi tutti in trasferta. Catanzaro che veleggia nei quartieri alti con 18 punti.

Clima di scirocco con leggerissima pioggia che scende sul manto erboso, ad ogni modo ottime condizioni per giocare a calcio. Il Catanzaro parte con l’approccio giusto e prova a scardinare la fisica difesa lombarda che si affida all’ex Loris Bacchetti. Con le ripartenze, quando possono anche gli ospiti provano a graffiare ma è netta la supremazia territoriale del Catanzaro sempre in controllo e in gestione.

Il primo tempo si chiude senza reti e complessivamente con poche emozioni nonostante un buon ritmo impresso alla gara dai padroni di casa spinti da Vivarini dalla panchina. I gol arrivano tutti dopo l’intervallo e la gara diventa a senso unico. Al 50′ errore enorme della difesa lombarda che in fase di possesso si addormenta, lesto è Vandeputte a scippare la sfera e a scagliare in porta una stoccata che non perdona, Pizzignacco è battuto: 1-0. Vivarini spedisce in campo Stoppa e Biasci per Sounas e l’impalpabile Donnarumma. Vecchi risponde con l’inserimento di Fiordilino e Compagnon.

Ma la Feralpi non fa in tempo a rialzarsi che il Catanzaro colpisce ancora in maniera letale sull’asse Stoppa-Biasci, i due nuovi entrati. Minuto 74, da destra parte un cross radente di Stoppa per la testa di Biasci che si avvita e fulmina Pizzignacco sul secondo palo. Esplode lo stadio che capisce che il Catanzaro è vicino alla terza vittoria consecutiva e a ritornare a gioire anche in casa. La Feralpi è già alle corde, solo con il brillante Kourfalidis prova a pungere, mentre Butic e La Mantia incidono zero sono da sostituzione immediata. Troppo tardivi gli altri cambi di Vecchi, con gli inserimenti di Sau, Di Molfetta e Parigini a risultato ormai compromesso.

Il Catanzaro passeggia e affonda definitivamente al 78′ ancora con Vandeputte il cui tiro viene deviato nella propria porta da Bacchetti, è il 3 a 0 e l’apoteosi per i giallorossi calabresi, secondi solitari in classifica in attesa delle gare di Venezia (domani con la Reggiana) e Palermo (in posticipo con lo Spezia). Il Catanzaro, così veloce e brillante, che gioca un calcio propositivo, efficace e brioso, gira a mille e non sembra affatto un fuoco di paglia e da’ l’impressione di poter rimanere nei quartieri alti a sfidare e insidiare le prime. La Feralpi ha confermato di essere squadra fisica ma lenta e spenta, con tanti giocatori di categoria ma forse poco stimolati e senza mordente. Così, senza fame e cattiveria, non si va lontano. Sabato il Catanzaro va a Como per continuare a volare, nel frattempo i suoi tifosi che si godono una classifica da sogno.

Concussione, dal carcere ai domiciliari i due avvocati arrestati

Il gip di Catanzaro Chiara Esposito ha disposto la scarcerazione dell’avvocato Pierpaolo Greco disponendo i domiciliari, stessa misura adottata per l’avvocato Pasquale Barbieri – che già era sottoposto alla stessa misura – entrambi arrestati in flagranza di reato giovedì scorso dalla Guardia di finanza per concussione.

Si è così conclusa l’udienza di convalida nel corso della quale i due legali hanno risposto al gip. Greco, in particolare, ha proclamato la sua innocenza dicendosi estraneo ai fatti contestati.

Incendi a Bagnara, l’emergenza sta rientrando

E’ parzialmente rientrata – almeno rispetto a ieri sera quando si stava profilando la necessità di procedere ad alcune evacuazioni – l’emergenza per l’incendio scoppiato nel pomeriggio a Bagnara Calabra.

In particolare in tarda serata, infatti, era stato ventilato il rischio di dover evacuare la zona della frazione Pellegrina minacciata dalle fiamme che hanno interessato un vasto territorio a ridosso del centro abitato.

Alcuni residenti, nella notte, hanno volontariamente lasciato le loro case che si trovavano più vicine all’incendio ma, grazie al lavoro delle varie squadre dei vigili del fuoco impegnate da ieri sera a contrastare il fronte del fuoco, non si è reso necessario alcun provvedimento di evacuazione.

Al momento anche se la situazione è decisamente migliorata, l’incendio non è completamente spento. Ancora, infatti, i vigili del fuoco sono impegnati a estinguere i roghi attivi. Incendi sono segnalati anche in altre località della provincia.

Fondazione Betania, avvocati arrestati hanno risposto al giudice

aula giustizia processo

Hanno risposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Catanzaro Chiara Esposito i due avvocati del capoluogo calabrese accusati di concussione e tratti in arresto in flagranza di reato giovedì pomeriggio.

Sia l’avvocato Pierpaolo Greco, di 48 anni, curatore fallimentare della fondazione Betania di Catanzaro, difeso dall’avvocato Francesco Iacopino, che l’avvocato Pasquale Barbieri (66), difeso dall’avvocato Valerio Murgano, hanno fornito la propria versione dei fatti.

Gli stessi avevano avuto modo di parlare con il magistrato titolare delle indagini subito dopo l’arresto da parte della Guardia di finanza che ha condotto Greco in carcere e Barbieri ai domiciliari.

Stando a una prima ricostruzione dei fatti, viene addebitata ai due indagati l’illecita richiesta della cifra di 50mila euro al presidente della società palermitana Karol spa, l’avvocato Marco Zummo, per “fluidificare” un accordo che consentisse a Karol di continuare a gestire gli asset di Betania per i quali esisteva già un accordo che era in corso di rinegoziazione a seguito del fallimento della fondazione catanzarese. In particolare, secondo l’accusa, Barbieri avrebbe avanzato la proposta a Zummo per conto di Greco. Le indagini sono scattate nel momento in cui Zummo ha denunciato il fatto alla Guardia di finanza di Catanzaro che ha monitorato i movimenti dei due avvocati.

Gli investigatori avrebbero monitorato Barbieri mentre riceveva una prima tranche di 25mila euro. L’arresto, invece, è scattato nel momento in cui Barbieri consegnava parte del denaro, 10mila euro, a Greco. Infine, nello studio dell’avvocato Barbieri è stata trovata la rimanente somma di 15mila euro.

Il gip si è riservato 48 ore di tempo per valutare le ipotesi accusatorie e difensive e decidere sulla convalida e su eventuali provvedimenti.

Terrorismo, espulso un pakistano “pericoloso”. Portato al centro rimpatri

Questura di Cosenza

Un giovane di 24 anni di nazionalità pakistana, nei confronti del quale era stata disposta l’espulsione dopo che aveva scontato una pena nel carcere di Corigliano Rossano, è stato trattenuto sul territorio nazionale e portato in un Centro di permanenza per i rimpatri perché ritenuto “socialmente pericoloso”, in considerazione dei suoi precedenti penali per istigazione o apologia a delinquere relativa a delitti di terrorismo e crimini contro l’umanità. Il trattenimento del pakistano è stato disposto dal questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro.

Il giovane era arrivato in Italia nel 2017 ed era stato più volte anche in Francia. Secondo quanto riferisce la Questura di Cosenza in una nota stampa, il pakistano era stato scarcerato nella giornata odierna dopo che aveva scontato un periodo di detenzione in regime di alta sicurezza.

“Lo scrupoloso lavoro del personale dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Investigazioni generali operazioni speciali della Questura di Cosenza – si afferma nel comunicato – ha condotto alla tempestiva esecuzione dell’odierno provvedimento. Il decreto di espulsione a carico del cittadino straniero era stato emesso in considerazione sia dei suoi precedenti penali per istigazione o apologia a delinquere relativa a delitti di terrorismo e crimini contro l’umanità, per il quale è stato condannato, sia delle condotte tenute dallo straniero e delle sue frequentazioni, dalle quali è emersa la sua pericolosità sociale”.

“L’accompagnamento nel Centro permanenza per rimpatri – riferisce ancora la Questura di Cosenza – assume una particolare valenza in considerazione dell’attuale momento storico, che impone la massima attenzione nei confronti di quei soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Israele bombarda la chiesa greco-ortodossa di Gaza piena di sfollati, ancora una strage

L’esercito israeliano ha bombardato una chiesa greco ortodossa di San Porfirio a Gaza City. Il luogo di culto – piena di sfollati – è stato distrutto. Sono numerose le vittime e i feriti. Lo riporta Al Jazeera.

Secondo il ministero degli Interni dell’enclave palestinese assediata, un attacco aereo israeliano ha ucciso e ferito un “gran numero” di sfollati che si rifugiavano in un complesso ecclesiastico a Gaza.

L’attacco ha lasciato “un gran numero di martiri e feriti” nel complesso della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio a Gaza City, ha detto il ministero giovedì sera.

Testimoni hanno riferito all’agenzia di stampa Afp che il raid aereo sembrava essere stato mirato a un obiettivo vicino al luogo di culto del XII secolo dove molti residenti cristiani e musulmani di Gaza si erano rifugiati mentre la guerra infuriava nell’enclave.

L’esercito israeliano ha detto all’AFP che i suoi aerei da combattimento avevano colpito un centro di comando e controllo coinvolto nel lancio di razzi e mortai verso Israele.

Testimoni hanno riferito che l’attacco ha danneggiato la facciata della chiesa e causato il crollo di un edificio adiacente, aggiungendo che molti feriti sono stati evacuati in ospedale.

San Porfirio, costruita intorno al 1150, è la chiesa più antica ancora in uso a Gaza. Situata in un quartiere storico di Gaza City, la chiesa ha offerto rifugio a persone di diverse fedi per generazioni. Il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha espresso la “più forte condanna” dell’attacco. Israele minimizza facendo sapere che effettuerà verifiche.

“Prendere di mira le chiese e le loro istituzioni, insieme ai rifugi che forniscono per proteggere cittadini innocenti, in particolare bambini e donne che hanno perso la casa a causa degli attacchi aerei israeliani sulle aree residenziali negli ultimi 13 giorni, costituisce un crimine di guerra che non può essere ignorato”, afferma il patriarcato in un comunicato.

Gaza è stata colpita da un’incessante raffica di fuoco israeliano in seguito all’attacco dei combattenti di Hamas il 7 ottobre, che secondo Israele ha ucciso almeno 1.400 persone, la maggior parte delle quali civili.

Secondo il ministero della Sanità palestinese, da allora la rappresaglia israeliana ha fatto almeno 3.785 vittime palestinesi nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali civili. Ultimo in ordine l’immane strage all’ospedale di Gaza in cui sono morte oltre 500 persone e altrettanti feriti.

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