12 Ottobre 2024

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Migranti, scoperto il trucco degli scafisti per portare clandestini in Italia

Migranti, scoperto il trucco degli scafisti per portare clandestini in Italia
Un momento del trasbordo filmato dalla Polizia

Dalla Libia, a bordo di pescherecci, trasportano migranti in acque internazionali per poi trasferirli su barchini di pochi metri e lasciarli approdare in Italia, in balia delle onde. E’ questo il trucco utilizzato dai trafficanti di esseri umani per non farsi intercettare e tornare indisturbati in Africa.

A scoprirlo la Polizia di Stato che nell’ambito di inchieste sul traffico di migranti, ha monitorato e filmato tutte le fasi di un trasbordo i cui migranti, 81 in tutto, sono poi stati fatti sbarcare nel porto di Licata (Agrigento) dopo che il peschereccio è stato intercettato dalla Guardia di finanza che ha disposto un primo approdo sull’isola Pelagie e fermato 7 scafisti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: si tratta di sei egiziani e un tunisino.

Nelle immagini, catturate dalla Polizia, grazie a un velivolo di Frontex, si vede il peschereccio che traina un barchino vuoto. Quando si trova al largo, i trafficanti fanno trasbordare i migranti sulla piccola imbarcazione abbandonandola al suo destino, per poi tornare in Africa per una nuova “missione”. Ma a quel punto sono intervenute le Fiamme gialle che hanno bloccato la “nave madre” prima a largo di Lampedusa, poi conducendola in Sicilia.

Autobomba a Limbadi, in 5 a processo per l’uccisione di Matteo Vinci

autobomba limbadiSono stati rinviati a giudizio dal gup distrettuale di Catanzaro, Paola Ciriaco, quattro dei cinque indagati dell’operazione “Demetra” sull’autobomba che a Limbadi, il 9 aprile del 2018, provocò la morte di Matteo Vinci, di 42 anni, ed il ferimento del padre Francesco, di 70.

Il rinvio a giudizio riguarda Domenico Di Grillo, di 72 anni; la moglie, Rosaria Mancuso (64); il genero, Vito Barbara (29) e la figlia Lucia (30). La quinta indagata, Rosina Di Grillo, di 39 anni, anche lei figlia di Domenico Di Grillo e Rosaria Mancuso, ha optato per il giudizio abbreviato ed il processo a suo carico è stato fissato per il prossimo mese di ottobre.

Il dibattimento per i quattro rinviati a giudizio avrà inizio il 17 settembre. I genitori di Matteo Vinci, il padre Francesco e la madre, Rosaria Scarpulla, si sono costituiti parte civile. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta, il movente dell’uccisione di Matteo Vinci sarebbe da collegare ad una vendetta per questioni d’interesse.

Autista ambulanza del 118 picchiato durante un intervento di soccorso

ambulanzaL’autista di un’ambulanza del 118 di Crotone è stato aggredito e preso a pugni durante un intervento di soccorso. E’ accaduto in località “Poggio Pudano” di Crotone.

I sanitari del 118 si erano recati per una richiesta di soccorso per una donna di 78 anni. Il medico e l’infermiera avevano proceduto ai controlli di routine durante i quali la donna aveva avuto un mancamento. A quel punto il medico aveva chiesto all’autista di portare una speciale sedia per trasportare la donna in ambulanza. É stato a questo punto che un nipote della donna ha prima minacciato ed offeso l’autista e l’infermiera ed ha poi colpito l’uomo con un pugno al volto.

L’autista è stato a sua volta soccorso e portato in ospedale. L’aggressore è in corso d’identificazione da parte dei carabinieri della Compagnia di Crotone, ai quali é stata presentata denuncia. L’aggressione all’autista ha anche causato un disservizio nel servizio 118, rimasto privo di un’ambulanza per alcune ore.

Incensurato nascondeva fucili e munizioni, arrestato

Nascondeva in un ricovero di animali nella sua disponibilità armi e munizioni. Un uomo di 37 anni, G.M.M., incensurato, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, a Rizziconi, con l’accusa di detenzione illegale di armi comuni da sparo clandestine, detenzione abusiva di munizionamento e ricettazione.

I militari, nel corso di un servizio straordinario di controllo nella zona della Piana di Gioia Tauro svolto con i Cacciatori di Calabria e il nucleo cinofili, hanno effettuato una perquisizione nel ricovero di animali in uso a Marini.

All’interno di un’intercapedine, realizzata tra una lamiera ed una parete, sono stati trovati tre fucili di cui uno con canne modificate e oltre 10 cartucce a pallini.

Spaccio in spiaggia, arrestato un gruppo di gambiani

Spaccio in spiaggia, arrestato un gruppo di gambianiLi stavano osservando da giorni stazionare sulla spiaggia di Catanzaro Lido mentre un via vai di giovani si susseguiva ininterrottamente. Così è iniziato il monitoraggio dei Carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro nei confronti di un gruppo di cittadini gambiani che, dall’arrivo della stagione estiva e del primo caldo, avevano avviato una fiorente attività di spaccio di marijuana lungo il litorale del capoluogo calabrese, utilizzando quali strumenti di occultamento dello stupefacente ciò che il luogo offriva: le insenature presenti sul muro che sostiene la passeggiata del lungomare nonché la stessa sabbia, sotto la quale venivano sistemati gli involucri di cellophane contenenti la droga.

Solo la prolungata attività di osservazione ha consentito ai militari di carpire il modus operandi del gruppo, costituito da soggetti alcuni dei quali da tempo dimoranti a Catanzaro Lido e ben conosciuto a livello locale, che, indisturbato, aveva creato una piazza di spaccio molto attiva.

Il bliz è scattato nel pomeriggio di ieri quando i carabinieri hanno tratto in arresto I.J. cl. 90, A.J. cl. 95 e M.L. cl. 91, tutti di nazionalità gambiana, sopresi mentre cedevano diversi quantitativi di marijuana a giovani catanzaresi per i quali si procederà alla prescritta segnalazione quali assuntori di stupefacenti. L’attività è proseguita con le perquisizioni sul posto all’esito della quali, sui predetti soggetti ma soprattutto sotto la sabbia ove gli stessi erano seduti, sono stati rinvenuti quali 200 gr di marijuana, 3 bilancini di precisione, diversi involucri di cellophane ritagliati da buste della spesa, nonché oltre 600 euro in contanti, in banconote di vario taglio, a dimostrazione della rilevante attività di spaccio posta in essere dai tre soggetti, tutti disoccupati e senza fissa dimora.

Al termine degli atti di rito i tre sono stati tradotti presso le locali camere di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida. Le attività investigative e di controllo del territorio dei Carabinieri di Catanzaro proseguiranno anche nei prossimi giorni dove, in vista della stagione estiva appena iniziata, si prevede un fisiologico incremento delle presenze lungo la marina di Catanzaro.

Colpito da un cavo mentre traina barca, muore uomo di 42 anni

AmbulanzaUn uomo di 42 anni, Agostino Filandro, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto in un cantiere nautico nell’area del porto di Gioia Tauro. La vittima, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, sarebbe stata colpita da un cavo che si è spezzato improvvisamente.

Il fatto è accaduto durante le operazioni di traino di un’imbarcazione da diporto che stava per essere effettuata utilizzando una gru della “ZenMarine”, azienda che costruisce e restaura imbarcazioni all’interno della cinta doganale dello scalo.

Il cavo della gru, per cause in corso di accertamento, si sarebbe spezzato, colpendo la vittima, genero del titolare dell’azienda, che è deceduta sul colpo. Sul posto agenti della Polizia di frontiera, personale della Capitaneria di porto, del Commissariato di Ps di Gioia Tauro, della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco, che hanno effettuato gli accertamenti del caso.

Pornografia minorile, 51 indagati in tutta Italia: ci sono trenta minori

Pornografia minorile, 51 indagati in tutta Italia: ci sono trenta minoriCinquantuno persone, tra le quali 30 minorenni, sono indagate in diverse regioni italiane dalla Procura Distrettuale e quella per i Minorenni di Catania per detenzione e divulgazione di pornografia minorile online in un’operazione condotta dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania sotto la direzione del Centro nazionale contrasto pedopornografia on line (Cncpo) che sta effettuando perquisizioni in tutta Italia.

Le indagini hanno preso avvio dopo la denuncia della madre di un adolescente che si era accorta della presenza nello smartphone del figlio di immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi WhatsApp, ai quali il figlio aveva aderito, chiamati “Tana della Luna” – da cui il nome dell’operazione – e “scoobyDank”, che inizialmente condividevano immagini e video di torture, suicidi e simili.

La Polizia Postale ha acquisito il contenuto dello smartphone, che la donna ha consegnato spontaneamente, e quello dei gruppi Whatsapp, individuando così circa 300 persone che vi avevano aderito e riuscendo ad identificare quelle che avevano divulgato o richiesto video e immagini di pornografia minorile, con vittime anche in età infantile.

L’operazione – sottolineano gli investigatori – ha messo in luce la gravità di un fenomeno, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di adolescenti, che cercano e si scambiano tra loro il materiale.

Perquisizioni della Polizia Postale sono state compiute in Sicilia, Puglia, Lazio, Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Calabria, Campania, Sardegna, Friuli-Venezia-Giulia, Basilicata, Emilia Romagna ed Abruzzo. Le province interessate Catania, Ragusa, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Roma, Torino, Alessandria, Asti, Novara, Milano, Brescia, Pavia, Firenze, Livorno, Prato, Venezia, Treviso, Verona, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Oristano, Gorizia, Terni, Genova, Matera, Forlì e L’ Aquila. Numeroso il materiale informatico sequestrato, che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.

Uccise la ex fidanzata, si suicida nel carcere di Rossano

Uccise la ex fidanzata, si suicida nel carcere di RossanoArturo Saraceno, 36 enne condannato a 16 anni per aver ucciso la ex fidanzata Deborah Fuso, tre anni fa a Magnago (Milano), si è ucciso ieri nel carcere di Rossano (Cosenza) impiccandosi con la cintura dell’accappatoio.

A confermare la notizia, il suo avvocato, Daniele Galati, il quale ha dichiarato di voler “far luce sull’accaduto, dato che avrebbe dovuto essere piantonato a causa dei pregressi tentativi di suicidio”.

Saraceno aveva chiesto e ottenuto il trasferimento dal carcere di Busto Arsizio (Varese) a quello di Rossano per poter ricevere le visite dei suoi familiari, residenti in Calabria.

Evasione per circa 900 mila euro, sequestrati beni a impresa informatica

Evasione per quasi un milione di euro, sequestro a impresa informaticaBeni per un valore di circa 900 mila euro sono stati sequestrati dai militari della Guardia di finanza di Reggio Calabria a un’impresa operante nel settore dell’informatica e al suo legale rappresentante.

Il provvedimento, emesso dal gip, su richiesta della Procura di Palmi che ha coordinato l’indagine dei militari, scaturisce dagli esiti di una verifica fiscale, a conclusione della quale è emerso che l’impresa controllata, nell’anno 2013, ha occultato al fisco ricavi per circa 3.850.000 euro, con conseguente evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi.

Sulla scorta di tali risultanze, tenuto conto che l’imposta evasa è risultata superiore alle soglie previste dalla normativa penale-tributaria, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dei beni risultati nella disponibilità della società e del suo amministratore, per un importo corrispondente alle imposte evase.

Tra i beni sottoposti a sequestro conti correnti, quote societarie, beni mobili registrati e beni immobili.

Crolla palazzina a Gorizia, due morti e un disperso

La palazzina crollata a Gorizia
Ansa

Due corpi senza vita sono stati estratti dalle macerie della palazzina di due piani crollata a Gorizia. Non è stata invece ancora trovata la persona, disabile, che abita al piano di sotto. Alle 4.20, probabilmente a seguito di una fuga di gas, si è verificata un’esplosione che ha causato il crollo di un solaio in un piano rialzato di una palazzina di 2 piani.

L’edificio, in via XX Settembre 72/74, è crollato completamente. Sul posto sono presenti anche i carabinieri della Comando provinciale di Gorizia. I militari hanno riferito che la palazzina era costituita da tre appartamenti: uno vuoto al momento dello scoppio, un altro occupato da una sola persona e un terzo dalla coppia.

Sul posto sono giunti i Vigili del fuoco di Gorizia supportati anche da squadre provenienti da Trieste e Udine. Impegnate unità speciali, come quelle cinofile per cercare superstiti.

Reggio, sospesa una dirigente medico per peculato e truffa

Reggio, sospesa una dirigente medico per peculato e truffa

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal gip con il quale è stata disposta la sospensione dalle funzioni e dall’esercizio del pubblico ufficio a carico di una dirigente medico (F.S. di anni 60) in servizio presso il Reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”.

Con il provvedimento è stato inoltre disposto il sequestro di oltre 165.000 euro, quale presunto profitto dei reati di peculato, abusi di ufficio e truffa aggravata in danno dello Stato, che sarebbero stati commessi dal medico in violazione del regime di “Intramoenia allargata” (l’attività libero professionale svolta privatamente fuori dall’azienda, ndr).

L’attività d’indagine dei militari, coordinata dalla Procura della Repubblica reggina (pm Sara Amerio), è stata svolta attraverso una capillare ricostruzione delle diverse centinaia di visite effettuate negli anni da parte della professionista, ha consentito di verificare le condotte compiute dal medico che, oltre a violare in diversi casi il rapporto di esclusività instaurato con l’Ente ospedaliero, trattenendo per sé somme invece destinate alla medesima Azienda ospedaliera, è risultata, in numerosi casi, aver anche attestato falsamente la sua presenza in servizio, mediante la timbratura del “Badge”, nel mentre risultava impegnata nell’esercizio di attività privata.

I finanzieri reggini hanno individuato e, contestualmente, sottoposto a sequestro, un significativo compendio patrimoniale direttamente riconducibile all’indagata, composto da disponibilità finanziarie liquide (conti correnti, fondi di gestione del risparmio) e da immobili.

Serie B, campionato inizia il 23 Agosto. Si gioca anche sotto le feste

Cittadella CosenzaIl prossimo campionato di Serie B prenderà il via con le prime partite venerdì 23 e sabato 24 agosto 2019, mentre la fine della stagione regolare è prevista per il 14 maggio 2020.

Lo ha deciso l’assemblea della Lega B che, alla luce del successo di pubblico negli stadi registrato nelle ultime stagioni, ha confermato il pacchetto di gare durante le festività natalizie.

Le ultime due giornate del girone d’andata si disputeranno dunque a Santo Stefano e il 29 dicembre, con la sosta che durerà dal 30 dicembre al 17 gennaio. Come nello scorso campionato, la Serie B scenderà in campo a Pasquetta mentre saranno quattro i turni infrasettimanali.

Nel campionato di Serie B giocano le due squadre calabresi Cosenza e Crotone, che nello scorso campionato 2018/2019 hanno conquistato la salvezza nelle fasi finali del girone di ritorno.

Estorsione e autoriciclaggio, coinvolto il presidente Confagricoltura

Alberto Statti

C’è anche il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, tra le persone coinvolte nel sequestro di beni portato a termine dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte estorsioni e minacce nei confronti dei dipendenti dell’azienda agricola gestita dall’imprenditore di 52 anni.

Con lui risulta indagata anche Maria Costanzo, 57 anni, addetta alle assunzioni e ai pagamenti nella stessa cooperativa agricola. Secondo l’indagine condotta dalla Guardia di finanza, Statti avrebbe ottenuto “un ingiusto profitto, corrispondente al trattenimento delle somme ed indennità previste come dovute e non erogate, con corrispondente danno alle persone offese”.

Gli importi sarebbero pari a 499.046,61 euro e a 423.385,44 euro per i periodi presi in esame dalle indagini. Negli interrogatori attuati nei confronti dei dipendenti, “è emersa la psicologica (e fisica) sudditanza degli stessi verso il loro datore di lavoro”. Come dichiarato dai dipendenti, proseguono gli inquirenti, “tutti hanno firmato la busta paga relativa al Trattamento di fine rapporto, ma nessuno di loro ha mai percepito tale indicata (e formale) retribuzione”.

L’indagine ha svelato anche quella che gli inquirenti hanno definito “una duplice macroscopica ingiustizia verso le operaie donne” che, secondo le indagini, sarebbero state retribuite in maniera inferiore rispetto agli uomini”. Dagli accertamenti sui documenti acquisiti, infine, sarebbe emersa la volontà degli indagati di inquinare le prove per sviare le indagini effettuate”.

Controllo totale della ‘ndrangheta nel carcere di Cosenza, in cella due agenti infedeli

Per anni la ‘ndrangheta ha “controllato” il carcere di Cosenza, approfittando di agenti penitenziari “infedeli”, completamente a disposizione delle cosche, e anche della disattenzione e delle inerzie di chi doveva vigilare e non l’ha fatto.

E’ questo il dato di sintesi che emerge dall’operazione con la quale i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, coordinati dalla Dda di Catanzaro, hanno arrestato due assistenti capo dell’istituto penitenziario bruzio, Luigi Frassanito, di 56 anni e Giovanni Porco (53), con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver favorito i clan Lanzino-Ruà-Patitucci, Bruni-Zingari e Rango-Zingari.

I dettagli dell’inchiesta sono stati illustrati in una conferenza stampa dal capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, e dal comandante provinciale di carabinieri di Cosenza, Piero Sutera. Dall’investigazione risulta che, grazie alla complicità dei due agenti penitenziari arrestati, più un terzo al momento indagato, nel carcere di Cosenza entrava di tutto, dalla droga, in un caso nascosta dentro palline da tennis lanciate dall’esterno dell’istituto sul campo posizionato all’interno, a generi alimentari, superalcolici e persino farmaci.

In un caso – è stato accertato dai militari dell’Arma – a un detenuto che doveva sottoposti a una consulenza fonica è stato consegnato un farmaco che gli avrebbe consentito di alterare la voce. Inoltre, i carabinieri hanno scoperto che i boss detenuti, nonostante fossero sottoposti a regimi carcerari diversi, facevano riunioni all’interno delle celle, al punto da avere “piena libertà di manovra”, dispensavano all’esterno ordini e “imbasciate” attraverso i classici “pizzini”, facevano convocare imprenditori da estorcere o spacciatori da “spremere” sotto le celle che davano sulla strada comunale.

Vari anche i riti di affiliazione celebrati dagli ‘ndranghetisti nel carcere di Cosenza e registrati dagli inquirenti. Sono solo alcuni dei fatti accertati dai carabinieri nel corso di un’indagine particolarmente complessa, lunga che abbraccia un lungo arco temporale, con riscontri che vanno dal 2009 a pochi mesi fa e soprattutto con riscontri forniti da una decina di collaboratori di giustizia, concordi nel delineare il contesto di un carcere di Cosenza davvero “in mano alla ‘ndrangheta”.

A rimarcarlo, in conferenza stampa, lo stesso Gratteri, definendo quella odierna “una piccola indagine come numeri ma un’indagine importantissima, perché in primo luogo è stato fatto un grande lavoro di ricostruzione storica. Alcuni fatti contestati risalgono a diversi anni fa”.

“Con questo – ha aggiunto il procuratore capo della Dda di Catanzaro – voglio dire che se altri avessero letto le carte e le avesse messe in ordine, questa gente poteva tranquillamente essere arrestata 5-6-10 anni fa, perché si tratta di un ‘modus operandi’ che dura da sempre nel carcere di Cosenza, Ringrazio il collega Camillo Falvo e i carabinieri che hanno messo in ordine le dichiarazioni di collaboratori di giustizia che da anni ripetevano e hanno ripetuto che nel carcere di Cosenza la ‘ndrangheta – ha spiegato ancora Gratteri – poteva fare di tutto e di più. E purtroppo in questa vicenda ci sono state tante omissioni da parte di tanti”. Di “quadro a tinte fosche” ha parlato anche il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Cosenza, Piero Sutera.

Uomo disabile muore soffocato in clinica di Cotronei, indagini

medici in corsiaI carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, hanno avviato le indagini sulla morte di un uomo con disabilità rinvenuto cadavere in una clinica di Cotronei.

L’uomo è stato trovato privo di vita tra il letto, su cui era assicurato con delle fasce, ed il pavimento. La causa della morte, secondo i primi accertamenti, sarebbe da ricondurre ad “asfissia da impiccamento incompleto”. La salma è stata posta a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’eventuale esame autoptico.

Estorsione e autoriciclaggio, 9 indagati e beni sequestrati

Beni per un valore complessivo di 835mila euro, ritenuti l’illecito profitto di attività estorsive e di autoriciclaggio, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del tribunale lametino, su richiesta della Procura, nei confronti di 9 persone, tra cui due imprenditori agricoli.

Si tratta della prosecuzione ed evoluzione delle indagini che nel giugno del 2017 avevano già portato alla notifica di altri provvedimenti cautelari a carico di un imprenditore di 52 anni, annullati poi dal Tribunale della Libertà di Catanzaro con ordinanza successivamente cassata dalla Suprema Corte.

Il Gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, ha effettuato ulteriori approfondimenti che hanno consentito di accertare che i due imprenditori si sono resi responsabili di altre condotte estorsive nei confronti di altri 14 dipendenti. Sono al vaglio di questo ufficio anche una serie di azioni volte ad inquinare le prove esistenti a carico degli indagati, ragion per cui sono stati sottoposti ad indagine anche due avvocati del foro lametino e la segretaria degli stessi imprenditori.

In particolare, è stato riscontrato che nel momento in cui i finanzieri assumevano informazioni dai dipendenti dell’azienda agricola da loro gestita, uno degli imprenditori fece sottoscrivere ai suoi dipendenti degli atti di conciliazione a mezzo dei quali questi ultimi attestavano di voler rinunciare ad ogni legittima pretesa verso il datore di lavoro maturata nell’intero arco temporale del rapporto lavorativo, accettando esigue somme che l’imprenditore riconosceva loro quali asseriti emolumenti dovuti e non erogati in precedenza.

Le condizioni accettate dai lavoratori, formalmente riportate nei summenzionati processi verbali di conciliazione, sono apparse sin da subito oltremodo vessatorie per gli stessi e molto favorevoli per il datore di lavoro, in relazione a quanto emerso dalle indagini, ed è risultato evidente che trattavasi di accordi proposti evidentemente dallo stesso datore di lavoro, privi dell’indicazione chiara della res litigiosa nonché di determinatezza dell’oggetto. Tra l’altro, se lo avessero scritto, avrebbero provato documentalmente il reato, auto incolpandosi del delitto di estorsione.

Maturità 2019, al via con la prova di italiano: tra le tracce Ungaretti e Sciascia

esame di maturità
Ansa

Al via stamane, con la prova di italiano, l’esame di Maturità 2019. Centinaia di migliaia di giovani alle prese con una delle prove più impegnative del ciclo scolastico. Alle 8.30 c’è stata l’apertura del plico telematico. Le commissioni d’Esame coinvolte quest’anno sono 13.161 per 26.188 classi. I candidati iscritti alla Maturità sono 520.263, di cui 502.607 interni e 17.656 esterni. Il tasso di ammissione all’Esame è stato del 96,3%.

“Cari ragazzi, è arrivato il momento. Forza! Sono certo farete del vostro meglio! Buon lavoro a tutti e ricordatevi ‘La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità’ (Lucio Anneo Seneca)”. Lo scrive su twitter il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti agli studenti che oggi fanno l’esame di maturità.

“Il porto sepolto”, confluita nel 1942 nella raccolta L’allegria, di Giuseppe Ungaretti. E’ questa una delle tracce per la prima prova scritta dell’esame di maturità 2019.

“Il porto sepolto” è una breve poesia che porta il titolo della prima e omonima raccolta di Ungaretti, pubblicata a Udine nel 1916. La poesia, assieme alle altre del Porto sepolto, confluirà poi nella Allegria di naufragi del 1919 e poi nelle successive edizioni della raccolta, diventando una delle più note della poesia ungarettiana. Il titolo del componimento è fondamentale per comprendere il senso della poetica ungarettiana: il porto è infatti simbolo del viaggio introspettivo del poeta alla ricerca del mistero dell’essere umano. Il poeta stesso ha spiegato più volte nei suoi scritti il senso del titolo di questa raccolta: da ragazzo conobbe dei giovani ingegneri francesi che gli parlarono di un porto sommerso esistente ad Alessandria d’Egitto, città natale dell’autore. Ungaretti rimase profondamente colpito da questa storia proprio perché queste rovine sarebbero rimaste nascoste per sempre: il titolo indica quindi qualcosa di oscuro ed indecifrabile.

Corrado Stajano e “Eredità del Novecento”.  Il secondo brano di Leonardo Sciascia, è da “Il giorno della civetta”. Il romanzo racconta la storia di alcuni omicidi commessi dalla mafia e della lotta del comandante dei Carabinieri Bellodi per scoprire la verità ed arrestare i colpevoli. Nel 1968 il regista Damiano Damiani ha tratto un film da questo romanzo.

“Il giorno della civetta” fu terminato nel 1960 e pubblicato per la prima volta nel 1961 dalla casa editrice Einaudi. Trae spunto da un episodio reale di cronaca: l’omicidio del sindacalista Accursio Miraglia per mano della mafia, avvenuto a Sciacca nel 1947. L’ispirazione a fatti reali e di cronaca è un elemento tipico della scrittura di Sciascia. Sciascia, da sempre interessato alla situazione socio-economica della sua terra d’origine, era da tempo impegnato nella denuncia della mafia, che imperversava ignorata e impunita su tutto il territorio. Lo scrittore decise così di servirsi del genere romanzo giallo – cui spesso ritornerà per le sue opere successive – per poter esprimere il suo risentimento e trasporre in una cornice letteraria la cronaca di un fatto realmente avvenuto.

“Istruzioni per l’uso del futuro” partendo da un testo dello storico dell’arte e saggista Tomaso Montanari è una delle tracce della maturità. Anche il ciclista Gino Bartali e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso in un attentato mafioso a Palermo nel 1982 sono tra i protagonisti dell’esame scritto di Italiano che i maturandi stanno affrontando stamane.

Testo Argomentativo 1: La traccia parte da un testo tratto da Tommaso Montanari, “Istruzioni per il futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà”, sul valore del patrimonio culturale.
Testo Argomentativo 2: la traccia parte da un testo tratto da Steven Sloman – Philip Fernbach “L’illusione della conoscenza”
Testo argomentativo 3: l’eredità del novecento, con brano tratto dall’introduzione di Corrado Stajano, giornalista e scrittore, alla raccolta di saggi “La cultura italiana del Novecento”. (a.a.)

Due agenti della Penitenziaria favoriscono i boss in carcere, arrestati

Due agenti della Penitenziaria favoriscono i boss in carcere, arrestatiI Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, nella mattinata odierna, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di due assistenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa circondariale di Cosenza, ritenuti responsabili di “concorso esterno in associazione mafiosa”.

Le indagini, svolte dai militari del Nucleo investigativo, con il coordinamento della Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro ed, in particolare, del procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, e del sostituto, Dott. Camillo Falvo, hanno permesso di acquisire come gli stessi, in violazione dei propri doveri e dietro corresponsione di somme di denaro, tratte dalla cosiddetta “bacinella”, o di altri benefici di vario genere, avessero posto in essere condotte finalizzate a favorire detenuti presso il carcere cosentino appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta “Lanzino/Ruà/Patitucci”, “Bruni/Zingari” e “Rango/Zingari”.

Dagli accertamenti compiuti è emerso che i due appartenenti alla Polizia Penitenziaria si erano permanentemente posti a disposizione delle citate consorterie garantendo ai detenuti di poter continuare ad avere contatti con l’esterno ed, in particolare, con i sodali liberi, veicolando agli stessi messaggi, anche mediante “pizzini”, per sviare indagini in corso su omicidi o per impartire disposizioni sugli imprenditori destinatari di attività estorsiva, per recuperare somme di danaro dovute per pregresse forniture di stupefacente o, ancora, per far filtrare notizie su reclusi che intendevano avviare percorsi di collaborazione con la giustizia.

Gli approfondimenti condotti, anche sulla base di convergenti dichiarazioni di 9 collaboratori di giustizia, hanno, inoltre,portato alla luce un quadro della vita all’interno dell’istituto penitenziario caratterizzato da una sorta di piena libertà di manovra, specie per i detenuti di maggiore caratura, che potevano riunirsi nelle celle, benché sottoposti a diverso regime carcerario, o ricevere droga, alcolici, generi alimentari o altri prodotti utili a rendere più confortevole la detenzione o, ancora, non essere sottoposti a perquisizioni o avere preventive informazioni sulle attività di verifica pianificate.

Nel medesimo contesto risulta indagato un altro appartenente al Corpo, non raggiunto da provvedimento cautelare poiché nel frattempo andato in quiescenza e, quindi, non più in grado di reiterare le condotte in argomento all’interno della Casa Circondariale di Cosenza.

Processo “Jonny”, 65 condanne. 17 anni e 4 mesi a Leonardo Sacco

Il gup di Catanzaro Carmela Tedesco ha inflitto 65 condanne, dai 6 mesi a 20 anni di reclusione, agli imputati coinvolti nel procedimento denominato “Jonny”, istruito dalla Dda di Catanzaro con un’operazione culminata nel maggio 2017 con decine di arresti, contro appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. In manette finirono il parroco del paese e il capo della Fraternita Misericordia.

Al centro dell’inchiesta l’ingerenza del crimine organizzato all’interno del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, gestito dalla Confraternita delle Misericordie.

Il giudice ha condannato a 17 anni e 4 mesi l’ex governatore regionale delle Misericordie, Leonardo Sacco, considerato il terminale affaristico delle cosche di Isola Capo Rizzuto.

Le accuse vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale. Diciotto le persone assolte e non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di due imputati.

Calabria, il decreto Sanità è legge dello Stato

Un momento del Cdm a Reggio dov’è stato approvato il decreto Sanità in Calabria 

Non solo la sanità calabrese, per la quale viene realizzato un regime speciale e straordinario di gestione commissariale. Il “decreto Calabria”, approvato in via definitiva al Senato, prevede diverse altre norme in tema di sanità, dalla revisione del limite di spesa per le assunzioni di personale a misure per assicurare i Lea e efficientare il servizio sanitario nazionale, fino a uno dei punti salienti che è la “stretta” sulla nomina dei direttori generali di Asl e Ospedali, introducendo una graduatoria di merito.

Ecco nel dettaglio cosa prevede il disegno di legge. Il Capo I è quello dedicato specificamente alla Regione Calabria: tra le altre cose viene disciplinata una verifica straordinaria sui direttori generali degli enti del Servizio sanitario regionale, prevedendo che il Commissario ad acta (dunque non la Regione) effettui, in termini più abbreviati (ogni 6 mesi), una verifica straordinaria sull’attività dei direttori generali delle strutture sanitarie, anche al fine di accertare se le azioni poste in essere da ciascun direttore generale sono coerenti con gli obiettivi di attuazione del piano di rientro.

In caso di valutazione negativa il Commissario ad acta può provvedere motivatamente, entro quindici giorni dall’avvio del procedimento, a dichiararne l’immediata decadenza dall’incarico, nonché a risolverne il relativo contratto. In caso di valutazione negativa, il Commissario ad acta nomina un Commissario straordinario, previa intesa con la Regione da acquisirsi entro 10 giorni. In caso di mancata intesa la nomina è effettuata dal Ministero della salute. Entro nove mesi dalla nomina e, successivamente, almeno ogni nove mesi, il Commissario ad acta sottopone a verifica le attivita’ svolte dal Commissario straordinario e in caso di valutazione negativa ne dispone la decadenza immediata, alla relativa sostituzione.

E’ stata inoltre introdotta l’istituzione di un’Unità di crisi speciale per effettuare ispezioni straordinarie presso le Asl, Ao e Aou della regione. Prevista una verifica periodica (comunque non oltre 60 giorni dalla nomina), da parte del Commissario straordinario o del direttore generale dell’attività svolta dai direttori amministrativi e sanitari. Sempre il Capo I “ospita” anche la revisione dei tetti di spesa per le assunzioni in tutto il Servizio sanitario nazionale, che non potrà superare il valore della spesa sostenuta nel 2018, o, se superiore, il valore della spesa prevista dalla legge del 2009, con importi però incrementati annualmente, a livello regionale, del 5 per cento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente.

Inoltre si interviene sulla disciplina relativa al blocco del turn over stabilito dalla legge 311/2004, sopprimendo il blocco automatico del turn over del personale del servizio sanitario regionale previsto per le regioni in piano di rientro che non abbiano rispettato le previsioni del Piano medesimo. Come detto, poi, si rivedono i criteri di selezione dei direttori generali degli enti del servizio sanitario nazionale. La rosa dei candidati sarà proposta secondo una graduatoria di merito, sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire.

La norma vale solo per le regioni commissariate, dove il governatore sceglierà nell’ambito della graduatoria di merito. La legge contiene anche, nel Capo II, misure in materia di formazione sanitaria e di medici di medicina generale, prorogando a luglio 2021 l’entrata in vigore del nuovo esame di abilitazione a medicina, ammettendo ai concorsi per ruoli dirigenziali i medici in formazione specialistica nonché i medici veterinari iscritti all’ultimo anno, e dando la possibilità alle Asl di assumere a tempo determinato gli specializzandi, per un periodo non superiore a 12 mesi. Previsti infine interventi per ovviare alla carenza di medicinali, dando facoltà all’Aifa, in caso di emergenze, di bloccare le esportazioni dei farmaci interessati.

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