12 Ottobre 2024

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‘Ndrangheta in Emilia, in cella anche due crotonesi

Due arresti sono stati effettuati dalla Polizia a Crotone, nell’ambito dell’operazione in codice “Grimilde”, disposta dalla DDA di Bologna contro soggetti ritenuti appartenenti alla famiglia dei Grandi Aracri di Cutro, che da anni è egemone in Emilia Romagna.

Nell’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Bologna sono state arrestate complessivamente 16 persone, tra cui il presidente del Consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso, ritenuto dall’accusa partecipe al sodalizio attraverso uno scambio di favori, ma prima che assumesse l’incarico politico, ha precisato il procuratore di Bologna.

Oltre un centinaio le perquisizioni delegate dalla Procura di Bologna che è riuscita a smantellare una articolazione ‘ndranghetista operante in gran parte del territorio dell´Emilia, in particolare nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, e dedita ad una serie nutrita di attività criminose, anche di natura “imprenditoriale” con espansione anche al di fuori dell´Emilia e del territorio nazionale.

Nel corso dell’indagine – spiega una nota – è stato acclarato che la consorteria emiliana aveva negli anni espresso il proprio potenziale criminale in seno alla `ndrangheta e la propria forza di intimidazione attraverso la disponibilità di importanti quantitativi di armi, ed attraverso l’esecuzione di attentati incendiari ai danni di persone che li ostacolavano.

L’operazione ha preso le mosse nel 2015 quando l’attenzione della Squadra Mobile di Bologna si è concentrata nei confronti di Giuseppe Caruso il quale, in qualità di responsabile dell´area assistenza e informazioni agli utenti dell´Agenzia delle Dogane di Piacenza, accettava la promessa di denaro in cambio di comportamenti contrari ai doveri d´ufficio.

Seguendo il reticolo relazionale del Caruso gli investigatori hanno verificato uno stretto rapporto tra lo stesso e Salvatore Grande Aracri, figlio di Francesco nipote del noto Nicolino.

Attraverso incessanti, numerose e continue attività tecniche durante circa tre anni gli investigatori sono riusciti ad avere la prova dell’esistenza di un gruppo criminale di stampo mafioso operante nella regione Emilia-Romagna che utilizzando metodi tipicamente mafiosi effettuava una serie di investimenti, apriva e chiudeva società di comodo faceva affari anche con imprenditori di primissimo livello nazionale. Tra i vari “affari” avviati dall’organizzazione due sicuramente dimostrano la capacità imprenditoriale e criminale dell’organizzazione.

Era il giugno del 2017 quando Salvatore Grande Aracri ed il padre Francesco, tramite una società edile a loro riferibile, avviano un progetto di costruzione di 350 appartamenti a Bruxelles; i due si sono occupati di individuare gli operai che avrebbero provveduto ad eseguire i lavori facendoli, pero´, lavorare in condizioni di assoluto sfruttamento imponendo loro una paga di 8.00-9.00 euro l´ora, turni di lavoro anche di 15 ore giornaliere, talvolta senza concedere loro neanche il riposo settimanale.

Contemporaneamente, il gruppo criminale inganna i referenti della società Riso Roncaia, che a sua volta aveva vinto un bando europeo per la fornitura di riso, facendo loro credere di poter far loro ottenere una linea di credito di 5 milioni di euro e l’apertura di conti correnti bancari presso banche compiacenti.

L’operazione ha permesso anche di verificare che i sodali dell’organizzazione non sempre si limitavano ad usare metodi ortodossi nella conduzione dei loro affari ma quando incappavano in qualcuno che poteva essere loro di ostacolo oppure vi era qualcuno che metteva il naso nei loro affari ricorrevano tranquillamente alla violenza ed alla forza di intimidazione.

Tipico il caso di un distributore di pizza che ha avuto soltanto l’ardire di “invadere” la zona controllata dall’organizzazione ricevendo subito un esplicito avvertimento se non avesse obbedito “qua non hai capito… che ti spariamo”.

Oppure quando una troupe del Tg 2 della RAI stava effettuando un servizio nei pressi dell’abitazione dei Grande Aracri a Brescello ed il giornalista subisce il lancio di una pietra da parte di Francesco Grande Aracri che va colpire il vetro dell’autovettura utilizzata dal giornalista.

In provincia di Crotone sono stati arrestati due soggetti V.L., classe 1967, e B.G. (1989), rispettivamente sottoposti alla custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, accusati il primo di associazione di tipo mafioso per aver fatto parte di un’associazione denominata ‘Ndrangheta autonomamente operante da anni nel territorio emiliano, province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza; mentre il secondo di intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori aggravati dalla mafiosità.

In particolare, il V.L. quale libero professionista esperto in materia contabile, fiscale, finanziaria, in costante sinergia con i vertici del sodalizio criminale, avrebbe fornito un costante contributo per la vita dell’associazione ponendo in essere, quale consulente per ogni aspetto inerente le società della consorteria emiliana, al fine di realizzare l’occultamento del patrimonio illecito del sodalizio operazioni ed investimenti illeciti, ricerca e realizzazione di nuove attività imprenditoriali per l’infiltrazione della struttura ‘ndranghetistica emiliana nei più vari settori dell’economia.

A B.G. si contesta, invece, di essere un soggetto a disposizione di Salvatore Grande Aracri per il trasferimento fraudolento della titolarità di quote societarie al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali e di agevolare la commissione dei reati di ricettazione, riciclaggio al fine di agevolare l’associazione mafiosa.

Evasione in Uruguay di Morabito, indagini dei carabinieri anche in Italia

Rocco Morabito oggi
Rocco Morabito in una foto del 2017

Indagini per cercare di rintracciare Rocco Morabito, boss dell’omonima cosca di Africo e “re” dei narcos, evaso dal carcere uruguaiano di Montevideo, sono già partite anche in Calabria. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria sono stati informati dalle autorità uruguaiane, tramite il Servizio di cooperazione, dell’evasione del boss e si sono attivati per quanto di loro competenza.

Gli investigatori reggini dell’Arma, già dal momento dell’arresto di Morabito – avvenuto nel 2017 a Montevideo – hanno seguito le procedure che avrebbero dovuto portare all’estradizione, informandosi dei vari passaggi giudiziari nel paese sudamericano e mantenendosi in contatto con gli investigatori uruguaiani.

Il timore – secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi – è che Morabito abbia già lasciato, o si accinga a farlo, l’Uruguay per raggiungere il vicino Brasile. Tra l’altro, il boss, quanto fu arrestato due anni fa, fu trovato in possesso di numerosi documenti falsi con la sua fotografia, tutti brasiliani. Ed anche al momento del fermo, l’uomo esibì un documento con il nominativo di un cittadino brasiliano, grazie al quale era riuscito ad ottenere una carta d’identità uruguaiana.

‘Ndrangheta, arrestato il presidente del Consiglio comunale di Piacenza

'Ndrangheta, arrestato il presidente del Consiglio comunale di Piacenza
L’arresto di Giuseppe Caruso

Sono 16 gli arresti e oltre 60 gli indagati nell’ambito dell’operazione denominata “Grimilde”, coordinata dalla Dda di Bologna e condotta dalla polizia nei confronti di una presunta organizzazione ‘ndranghetistica operante in Emilia, storicamente legata alla famiglia dei Grande Aracri di Cutro.

In particolare 13 persone sono state sottoposte a misure cautelari in carcere e tre agli arresti domiciliari. A dodici persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi, è contestata l’associazione di tipo mafioso. Il presidente del consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, è tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi.

Secondo gli investigatori, Caruso appartiene al gruppo capeggiato da Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri, considerati ai vertici del clan mafioso attivo, in base al quadro accusatorio, nelle province di Reggio Emilia Parma e Piacenza e sottoposti a provvedimenti restrittivi.

Comunque nessun legame con l’attuale ruolo politico come presidente del Consiglio comunale di Piacenza c’è nei fatti contestati a Giuseppe Caruso. Lo ha chiarito il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, al termine della conferenza stampa in Questura.

In particolare, i fatti contestati a Caruso risalgono a quando lo stesso era dipendente dell’Agenzia delle Dogane di Piacenza, dunque, prima della sua elezione in Consiglio comunale avvenuta nel 2017. “Il coinvolgimento personale di Caruso – ha spiegato Amato – è anteriore rispetto all’impegno politico ma comunque deve essere affermato con assoluta chiarezza che non c’è nessuna spendita di un ruolo pubblico nel compimento di queste attività che noi riteniamo penalmente rilevanti”.

Secondo inquirenti ed investigatori Caruso avrebbe svolto un ruolo “importante” in attività che vedevano “questa associazione – ha concluso Amato – interessata ad un’azienda di riso che operava nel Mantovano”. “Questa è un’operazione che idealmente e materialmente rappresenta la prosecuzione del processo Aemilia. Dimostra che anche in questa regione non bisogna abbassare la guardia” ha detto inoltre il procuratore capo di Bologna.

Il riferimento del procuratore ad “Aemilia” sta a dire il più grande processo contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta mai celebrato nel nord Italia concluso con una storica sentenza: 125 condanne per oltre 1200 anni di carcere. Con la nuova operazione “abbiamo avuto conferma – ha spiegato Amato nel corso di una conferenza stampa in Questura a Bologna – della ‘ndrangheta in Emilia come associazione autonoma e autoctona che noi riteniamo di potere e dovere sempre contrastare. Questo territorio penso che abbia gli anticorpi per reagire ma essendo un territorio ricco e appetibile è certamente a rischio”.

Con una mazza da baseball colpisce il compagno della ex, arrestato

Questura di CosenzaHa aggredito a colpi di mazza da baseball il nuovo compagno dell’ex convivente. Per questo un 41enne cosentino, M.B., è stato arrestato da personale della Squadra mobile e delle volanti per tentato omicidio, danneggiamento e nonché violazione degli obblighi derivanti dalla sorveglianza speciale di ps.

L’uomo, scarcerato solo pochi mesi fa, ha rintracciato in contrada, Serra Sottana, il compagno della ex aggredendolo. La vittima è riuscita a stento a fuggire, lasciando sul posto la propria vettura che l’aggressore ha colpito danneggiandola. La vittima è andata subito in Questura a denunciare l’accaduto mentre M.B. continuava a cercarlo inviando contestualmente dei messaggi alla ex in cui esternava chiaramente l’intenzione di uccidere il suo nuovo compagno.

L’aggressore, infine, è stato individuato da una volante sotto casa della vittima, armato della mazza e un di martello. Espletate le formalità, l’uomo è stato condotto in carcere. I motivi dell’aggressione sono molto probabilmente riconducibili a una rivalsa tra rivali in amore.

Svimez, non si arresta la fuga di cervelli dal Sud e dalla Calabria

Svimez, non si arresta la fuga di cervelli dal Sud e dalla CalabriaI giovani del Sud e della Calabria se ne vanno, studiano sempre meno e lo fanno altrove. E’ quanto emerge da una ricerca condotta nella regione dalla Svimez. “Molte le ragioni – spiega l’associazione – ma quella essenziale è la carenza strutturale di occasioni di lavoro qualificato.

Le conseguenze? Un “circolo vizioso” di ulteriore indebolimento del sistema formativo e universitario meridionale, che invece di produrre trasformazioni virtuose finisce per “adagiarsi” su sistema produttivo e un contesto sociale indebolito e con scarsa capacità di innovazione”.

“Il prolungarsi, sia pur in rallentamento, ha poi evidenziato la Svimez, dell’intonazione positiva dell’attività economica nel corso del 2018 ha parzialmente attenuato gli squilibri indotti dalla lunga fase recessiva sul mercato del lavoro. La Calabria si caratterizza per una ripresa incerta, a sprazzi, che prende vigore solo sul finire del 2016. Circa la metà dei 62 mila occupati persi nel corso della fase recessiva – si sottolinea – è stata recuperata. Il tasso di occupazione regionale si è attestato al 42,2% nel 2018.

Il numero degli occupati nella media del 2018 in Calabria è risultato pari a 551 mila unità circa 14 mila unità in più rispetto all’anno precedente, pari al +2,6%”. “C’è qualcosa, nella nostra regione, che sta cambiando rapidamente. È la mentalità dei giovani, che hanno voglia di mettersi in discussione, di fare impresa, di essere artefici del loro futuro e di farlo nel rispetto delle regole e del mercato. Soprattutto nei settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, del turismo, dei servizi e dell’innovazione tecnologica, si respira un’aria diversa. È questo clima che non deve farci perdere la speranza”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenuto durante i lavori di presentazione della ricerca elaborata dalla Svimez. Irto ha definito la ricerca Svimez “un lavoro prezioso, che per le istituzioni, la politica e le parti sociali potrà rivelarsi utile per intavolare un ragionamento serio sul futuro della Calabria”.

Corruzione, arrestato l’ex direttore Agenzia Entrate di Como

agenzia delle entrate(ANSA) – MILANO, 25 GIU – Corruzione e rivelazione di segreti di ufficio: per questi reati il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Como, nei confronti dell’ex direttore Provinciale della Agenzia delle Entrate di Como (attualmente direttore dell’Agenzia di Varese) e di un funzionario della stessa Agenzia già in servizio a Como e ora capo area dell’ufficio legale dell’Agenzia a Pavia.

Ai domiciliari il titolare del 33,33% del capitale sociale di Tintoria butti srl, mentre sono finiti in carcere quali mediatori della corruzione i due titolari (padre e figlio) dello studio commercialista Pennestrì di Como.

La Guardia di Finanza compie 245 anni. I risultati ottenuti in Calabria

Il 24 giugno 2019, alla sede di Palermo, presso la Caserma “M.O.V.M. (Mem) Sottotenente Giuseppe Cangialosi” che ospita, tra gli altri, il Comando Interregionale dell’Italia Sud-Occidentale della Guardia di Finanza, si è tenuta, alla presenza delle massime Autorità Civili, Militari e Religiose, la cerimonia militare in occasione del 245° Annuale della Fondazione del Corpo.

All’evento, alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Carmine Lopez, Comandante Interregionale dell’Italia Sud-Occidentale, hanno preso parte, altresì, i Comandanti Regionali di Calabria e Sicilia, Generale di Divisione Fabio Contini e Generale di Divisione Riccardo Rapanotti.

In Calabria, la ricorrenza verrà celebrata in data odierna, con sobrie cerimonie militari “a carattere interno” in programma presso la Caserma “Soveria Mannelli” sede del Comando Provinciale di Catanzaro e presso le caserme dei Comandi Provinciali del Corpo in sede di capoluogo di provincia.

Alla sede di Catanzaro, il Comandante Regionale Calabria, Generale di Divisione Fabio Contini, dopo la cerimonia dell’Alzabandiera e la deposizione di una corona al monumento “ai Caduti”, rivolgerà un breve indirizzo di saluto ad una rappresentanza composta da militari in forza ai Reparti alla sede di Catanzaro, dai delegati dell’Organo di Rappresentanza Militare affiancato e dai Soci della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.

Nel corso della ricorrenza, il Generale Contini, inoltre, traccerà il resoconto dei risultati operativi complessivamente conseguiti – in Calabria – negli ultimi 17 mesi nell’ambito degli obiettivi strategici che caratterizzano ed esaltano il ruolo esclusivo di Polizia Economico/Finanziaria del Corpo.

IN EVIDENZA

  • Scoperti 296 evasori totali ed accertata una base imponibile di circa 865 milioni di euro;
  • Caccia ai corrotti e corruttori: denunciati oltre 393 pubblici ufficiali, arrestate 51 persone ed accertate condotte corruttive, concussive e di peculato per 10 milioni di euro. Appalti “truccati” per 143 milioni di euro.
  • Ammontano a 1,29 miliardi di euro il valore dei beni sequestrati e 217 milioni di euro quelli confiscati alla criminalità organizzata.
  • 45 tonnellate di stupefacenti sequestrati ai narcotrafficanti.

I risultati dell’ultimo anno e mezzo di attività delle Fiamme Gialle in Calabria:

CONTRASTO ALL’ELUSIONE ED ALLE FRODI FISCALI

In tale ambito,al quale sono riconducibili le investigazioni rivolte a tutte le tipologie di reati fiscali ed economico-finanziari, numerosi sono gli interventi eseguiti sia di iniziativa sia su delega dell’Autorità Giudiziaria.

  • Contro l’evasione e le frodi fiscali sono state condotte 786 tra verifiche e controlli fiscali che hanno portato a constatare una base imponibile sottratta a tassazione pari ad € 1.292 milioni a cui corrisponde un’imposta sui redditi evasa pari ad € 334 milioni nonché IVA e ritenute fiscali per complessivi € 164 milioni. In materia di fiscalità internazionale constatata una base imponibile per oltre 625 milioni di euro.
  • Scoperti 296 evasori totali a fronte dei quali è stato constatato un’imponibile di oltre 865 milioni di euro ed IVA pari a 54 milioni di euro.

Denunciati 578 soggetti per reati fiscali di cui 17 tratti in arresto.

  • In materia di frodi all’IVA, constatata una maggiore imposta di circa 15 milioni di euro;
  • Significativi i risultati ottenuti nel settore del “sommerso da lavoro”: scoperti 164 tra “lavoratori in nero e/o irregolari” e denunciati 353 datori di lavoro per utilizzo di manodopera irregolare.

Al fine di garantire all’Erario la rivalsa per il recupero delle somme evase, sono stati sequestrati beni e disponibilità finanziarie per complessivi 37 milioni di euro e proposti per la cautela cespiti per un valore complessivo pari a 299 milioni di euro.

  • In materia di accise sono stati eseguiti 114 interventi che hanno portato a constatare 5,4 milioni di euro di tributi evasi, ad accertare il consumo in frode di circa 11,2 milioni di chilogrammi di prodotti energetici nonché a sequestrare prodotti per 55 tonnellate.
  • Nella lotta al gioco ed alle scommesse illegali, sono state riscontrate 227 violazioni e verbalizzati 766 Sequestrati 98 punti clandestini di raccolta scommesse e 166 apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento. Constatato un imponibile UNICA per oltre 1,025 miliardi di euro ed un’imposta UNICA evasa per 51,2 milioni di euro(punto 2 scheda allegata).
  • Sono 256 le attività eseguite su delega dell’Autorità Giudiziaria nel settore della tutela delle entrate e 69 le persone denunciate.

CONTRASTO AGLI ILLECITI IN MATERIA DI SPESA PUBBLICA

Tale comparto ha interessato la prevenzione e la repressione delle frodi nella percezione dei flussi di finanziamento a valere sui bilanci nazionali e dell’Unione Europea.

Si tratta di erogazioni pubbliche molto consistenti che sono messe a disposizione della collettività sia per sostenere la crescita del tessuto imprenditoriale sia per assicurare copertura sanitaria e previdenziale ai cittadini, ai lavoratori ed alle fasce deboli della società.

  • Scoperti casi di illegittima percezione e richiesta di finanziamenti (pubblici, comunitari e nazionali) per complessivi 60 milioni di euro a fronte dei quali sono state denunciate632

Eseguiti provvedimenti cautelari reali per 17,3 milioni di euro edavanzate proposte di sequestro per ulteriori 5,7 milioni di euro.

Individuati appalti pubblici irregolari per 143 milioni di euro e segnalate all’A.G. 254 persone, 47 delle quali in stato di arresto. In tale contesto sono stati richiesti provvedimenti cautelari reali per 9,7 milioni di euro(punto 3 scheda allegata).

  • In materia di spesa sanitaria accertata una frode di oltre 27,7 milioni di euro.
  • Sono state individuate truffe nel settore previdenziale per 20,7 milioni di euro, a fronte delle quali sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria oltre 000 persone(punto 4 scheda allegata).
  • Rilevanti i risultati raggiunti a contrasto della corruzione nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Arrestati 51 responsabili a fronte di 635 persone segnalate all’Autorità Giudiziaria. Sono 393 i Pubblici Ufficiali coinvolti. Accertate condotte corruttive, concussive e di peculato per un totale di 10 milioni di euro(punto 5 scheda allegata).
  • Per le ipotesi di responsabilità erariale sono stati segnalati alla Corte dei Conti 604persone edeseguiti sequestri per oltre 6 milioni di euro.
  • In materia di prestazioni sociali agevolate sono stati effettuati circa 780 interventi all’esito dei quali sono state segnalati all’Autorità Giudiziaria 550 soggetti responsabili di una frode complessiva pari a 326 mila euro.
  • In ambito sanitario, a fronte di 679controlli effettuati, sono emerse irregolarità nel settore dei ticket per il 95% dei casi con la conseguente frode accertata pari a circa 405 mila euro.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA

Tale obiettivo è finalizzato a prevenire e contrastare ogni forma d’infiltrazione della criminalità nel tessuto economico e nel sistema finanziario del Paese, mediante investigazioni tese a ricercare i canali utilizzati per il riciclaggio e il reimpiego dei proventi di reato nonché ad individuare e sequestrare i patrimoni illecitamente accumulati.

  • Sono stati effettuati 194 accertamenti economico-patrimoniali a carico di condannati ed indiziati di appartenente ad associazioni mafiose e loro prestanome, che hanno riguardato complessivamente 293 soggetti.

1,3 miliardi di euro i sequestri effettuati e 217 milioni di euro i valori confiscati su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Proposti all’A.G. ulteriori sequestri di beni per 1,7 miliardi di euro..

  • Nei confronti di soggetti connotati da elevata pericolosità economico-finanziaria sono stati eseguiti 45 accertamenti patrimoniali che hanno consentito di cautelare (tra sequestri e confische) beni per complessivi 634 milioni di euro nonché di proporre all’A.G. ulteriori provvedimenti per 715 milioni di euro.
  • In materia di riciclaggio denunciate all’Autorità Giudiziaria 118 persone, di cui 14 tratte in arresto, ed è stato accertato un reimpiego di denaro “sporco” per oltre 20,5 milioni di euro. Sequestrati beni per 27,5 milioni di euro ed avanzate proposte cautelari reali all’A.G. per ulteriori 13,5 milioni di euro.
  • Denunciate 35 persone per il reato di autoriciclaggio su una somma totale di 17,5 milioni di euro, eseguiti sequestri per 42,5 milioni di euro ed avanzate proposte cautelari per ulteriori 13 milioni di euro.
  • Sul versante dell’usura denunciate 26 personeed avanzate proposte di sequestro per 100 mila euro.
  • Rilevanti sono anche le attività d’indagine svolte nel settore dei reati societari nell’ambito del quale sono stati denunciati 42 responsabili, sequestrati beni per 12,7 milioni di euro e proposti per la cautela beni per ulteriori 750 mila di euro.
  • In materia di reati fallimentari, a tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico ed imprenditoriale, 354 sono le persone denunciate per tali reati, 11 quelletratte in arresto. Accertate distrazioni per 130,3 milioni di euro, eseguiti sequestri per oltre 27,5 milioni di euro ed avanzateproposte cautelari reali per ulteriori 45 milioni di euro.

Un’attenzione specifica è stata rivolta alla prevenzione e al contrasto del finanziamento del terrorismo.

Si tratta di attività eseguite nel quadro del controllo economico del territorio e che si affiancano a quelle ordinariamente svolte, quali gli approfondimenti di segnalazioni di operazioni sospette riconducibili allo specifico fenomeno e l’esecuzione di ispezioni e controlli antiriciclaggio e antiterrorismo, come ad esempio i cd. Money Transfer.

In tale ambito sono stati eseguiti 200 controlli all’esito dei quali sono state denunciate 105 persone.

Attività del Comparto Aeronavale ed il contrasto ai traffici illeciti.

  • Il dispositivo aeronavale della Guardia di Finanza del Comando Regionale Calabria ha effettuato durante tutto il 2018 ed i primi 5 mesi del 2019 una costante azione di sorveglianza e controllo delle frontiere comunitarie marittime finalizzata ad intercettare e reprimere ogni genere di traffico illecito diretto verso gli oltre 700 km di litorale calabrese.

Sono state effettuate complessivamente 351 missioni aere per un totale di 532 ore di volo, mentre dai mezzi navali sono state intraprese 1.946 missioni pari a 13.058 ore di moto.

Nel corso delle citate missioni, tra l’altro, sono state condotte numerose attività nel comparto:

  1. degli stupefacenti: i mezzi aerei hanno permesso di individuare 8 piantagioni di marijuana (per un totale di 184 piante); dell’immigrazione clandestina: gli equipaggi navali, a fronte di 39 eventi migratori, hanno soccorso di 2.392 migranti, arrestato 45 scafisti e sequestrato 26 natanti
  • In materia di stupefacenti i Reparti della Calabria hanno conseguito eclatanti risultati arrivando ad eseguire circa 547 interventi nell’ambito dei quali sono stati segnalati all’A.G. 426 responsabili, di cui 132 tratti in arresto.

Circa 45,5 tonnellate tra cocaina e marijuana sottoposti a sequestro

  • Sono 57 gli interventi effettuati in materia di tutela ambientale che hanno permesso di segnalare 73 responsabili nonché di sequestrare aree demaniali adibite a discariche abusive per 125 mila metri quadrati e 950 tonnellate di rifiuti pericolosi.
  • In materia di contraffazione, sicurezza prodotti e del sono stati condotti 388 interventi a seguito dei quali sono stati segnalati 322 responsabili e sequestrati circa 2,5 milioni di oggetti
  • Sono, infine, 2,5 tonnellate i sequestri effettuati nel settore delle frodi Agroalimentari.

‘Ndrangheta, nuovi colpo ai Grande Aracri in Emilia Romagna. Diversi arresti

polizia romaLa Polizia di Stato sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta che da tempo operano in Emilia Romagna e storicamente legate ai Grande Aracri di Cutro (Crotone). Sono anche in corso un centinaio di perquisizione in tutta Italia nei confronti di soggetti che, pur non essendo destinatari della misura cautelare, sono comunque risultati collegati alla cosca.

Le indagini, coordinate dalla DDA di Bologna, sono state condotte dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e dalla Squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Gli arrestati sono accusati di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Per eseguire le misure cautelari sono impegnati oltre 300 agenti.

Tra i destinatari delle misure, anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso. Secondo gli investigatori della Polizia, sarebbe parte integrante dell’organizzazione criminale che operava tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza e che aveva ai vertici soggetti considerati di primo piano come Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri, anche’essi arrestati a Brescello, nel Reggiano.

Nell’ambito della stessa operazione è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili e immobili, conti correnti.

Olimpiadi invernali 2026 assegnati all’Italia. Gioia per Milano e Cortina

L’Italia sarà la sede delle Olimpiadi invernali 2026. Vincono Milano e Cortina, sogno olimpico per l’Italia. Gioia ed esultanza per la delegazione italiana: e subito si alza il coro “Italia Italia”. L’Italia tornerà così ad organizzare un’edizione delle Olimpiadi, 20 anni dopo i Giochi invernali di Torino 2006.

A Losanna era presente il premier Giuseppe Conte. “Siamo orgogliosi di questo grande risultato!”, ha scritto sui social Conte. “Ha vinto l’Italia: un intero Paese che ha lavorato unito e compatto con l’ambizione di realizzare e offrire al mondo un evento sportivo “memorabile”#Olimpiadi2026 #MilanoCortina.

L’accoppiata Milano-Cortina ha ottenuto 47 voti contro i 34 di Stoccolma-Aare, con un solo astenuto: la decisone del Cio è stata presa al primo scrutinio, il quorum necessario era di 42 voti.

“Sono qui per sostenere l’Italia, c’è tutto un Paese unito, compatto, che ovviamente rivendica la legittima ambizione di poter offrire questa opportunità a noi stessi ovviamente e a tutte le delegazioni che ospiteremo. Vediamo, ma siamo molto uniti e determinati”, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al suo arrivo allo SwissTech Convention Center di Losanna.

Un lungo applauso, a cui si è unito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è scoppiato al Piccolo teatro Paolo Grassi alla notizia che il Cio ha assegnato a Milano e Cortina i Giochi invernali 2026. Campane a festa a Cortina all’annuncio della vittoria italiana. Dal campanile della città è stata srotolata una bandiera italiana lunga 30 metri, mentre in piazza la gente ha iniziato a cantare l’Inno italiano.

“Vincono l’Italia, il futuro e lo sport: grazie a chi ci ha creduto fin da subito, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, e peccato per chi ha rinunciato. Ci saranno almeno cinque miliardi di valore aggiunto, 20mila posti di lavoro, oltre a tante strade ed impianti sportivi nuovi: con le Olimpiadi invernali confermeremo al mondo le nostre eccellenze e le nostre capacità”. Così il vicepremier leghista Matteo Salvini.

“I Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026 si terranno in Italia, a Milano e Cortina”, dice il vicepremier M5s, Luigi Di Maio. “Potremo vedere da vicino i nostri campioni, ammirare la fiaccola accesa. Lo sport è una cosa straordinaria. Ed oggi è una giornata importante, proprio perché ha vinto lo sport, la sua purezza e l’entusiasmo di un intero Paese, lontano da ogni logica di potere, lontano da ogni interesse. L’Italia saprà dare il meglio di sé e saprà vincere come fa ogni volta che gioca da squadra”, conclude.

“La legge olimpica è prevista dai protocolli faremo un decreto che sarà convertito sicuramente prima della fine dell’anno, tranquilli”, assicura il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti spiegando che la legge “non necessariamente comprende la governance ma potrebbe anche essere l’occasione per mettercela. Che tipo di governance? Prima lo slogan era sogniamo insieme, ora è lavoriamo insieme, devo condividere con gli altri. Questa squadra va mantenuta, abbiamo già in mente un top manager da chiamare a darci una mano perché è una macchina complessa e ciascuno di noi ha altre attività”.

Evade in Uruguay il boss Rocco Morabito. Salvini: “Sconcertante”

Rocco Morabito
Nella combo alcune foto riferite al momento della cattura. A destra Rocco Morabito nel 2017

Il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito è evaso la notte scorsa insieme ad altri tre reclusi dal carcere centrale di Montevideo (Uruguay), dove era in attesa di definizione del suo processo di estradizione verso l’Italia.

Lo ha reso noto il ministero dell’Interno uruguaiano. Morabito, 53 anni, di Africo (Reggio Calabria), era stato arrestato nel 2017 in un hotel della capitale dell’Uruguay dopo 23 anni di latitanza e alla fine dello scorso marzo un tribunale d’Appello aveva confermato l’autorizzazione all’estradizione verso l’Italia.

Le autorità uruguaiane hanno diramato un allarme a livello nazionale indicando un numero di telefono a cui rivolgersi in caso di informazioni utili. E’ caccia aperta all’uomo.

Morabito, condannato in Italia a 30 anni in contumacia, era ricoverato con alcuni complici reclusi in osservazione nell’infermeria del carcere. Secondo quanto riportano molti media, la fuga è avvenuta attraverso un passaggio creato nel tetto, da dove si sono calati in una fattoria confinante, dove hanno rubato denaro alla proprietaria.

Dopo la conferma dell’estradizione concessa in Appello, i legali di Morabito avevano presentato, come ultima opzione, un ricorso alla Corte suprema di giustizia.

Il boss ha cercato di evitare in ogni modo il suo trasferimento in Italia, giungendo perfino ad insultare durante il dibattimento in tribunale la giudice per far sospendere il processo.

“È sconcertante e grave che un criminale come Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta, sia riuscito a fuggire da una galera dell’Uruguay mentre era in attesa di essere estradato in Italia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che annuncia: “Mi prendo due impegni. Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continueremo a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita”, ha concluso il ministro.

Inchiesta su Sacal, quindici persone rinviate a giudizio

Inchiesta su Sacal, quindici persone rinviate a giudizioQuindici persone rinviate a giudizio, due prosciolti e tre ammessi al rito abbreviato: è questa la decisione del gup di Lamezia Terme Rossella Prignani, sulla richiesta presentata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per presunte irregolarità nella conduzione della Sacal, la società di gestione dello scalo lametino e, adesso, anche degli altri aeroporti calabresi.

Il processo è stato fissato per il 24 settembre prossimo davanti al Tribunale. Sono stati rinviati a giudizio i componenti del Consiglio di amministrazione della Sacal in carica nel 2017 fra i quali l’allora presidente, l’imprenditore catanzarese Massimo Colosimo, l’ex direttore generale Pierluigi Mancuso, l’ex presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, l’imprenditore catanzarese Floriano Noto, l’ex vicepresidente Gianpaolo Bevilacqua.

A processo anche il dipendente Enav Vincenzo Bruno Scalzo, il dirigente regionale Giuseppe Mancini, il funzionario della Provincia Floriano Siniscalco, l’allora vice sindaco di San Mango d’Aquino Pasquale Torquato, le dipendenti Sacal Sabina Mileto ed Ester Michienzi, la direttrice del centro per l’impiego di Lamezia Angelina Astorino, il maresciallo dei carabinieri Marcello Mendicino, l’ex direttore generale Pasquale Clericò, e Giuseppe Vincenzo Mancuso. Stralciata, per difetti di notifica, la posizione dell’imprenditore lametino Emanuele Ionà.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio e concussione. Sono stati prosciolti Ferdinando Saracco e Luigi Silipo. Il processo proseguirà domani per i tre imputati che hanno scelto il rito abbreviato, l’ex sindaco di Lamezia Paolo Mascaro, il dipendente Sacal Francesco Buffone e l’imprenditore catanzarese Giuseppe Gatto in qualità di consigliere di amministrazione.

Al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza e della Polizia di frontiera presunte irregolarità nella gestione delle assunzioni con un’applicazione irregolare del progetto “Garanzia giovani”, finanziato con fondi pubblici.

Tenta rapina al McDonalds e spara. Nessun ferito. Arrestato incensurato

Armato di pistola ha fatto irruzione in un McDonald’s di Reggio Calabria per rapinarlo e all’arrivo della Polizia, nel frattempo allertata, il malvivente è riuscito a esplodere un colpo che soltanto per fortuna non ha colpito nessuno: il proiettile si è conficcato nella cassa del locale.

Il fatto è successo poco dopo la mezzanotte nel McDrive della nota catena di fastfood, sulla statale 106. Il rapinatore, un italiano di 43 anni, B.A., incensurato e di fresca disoccupazione, è stato arrestato dai poliziotti in moto con l’accusa di rapina, resistenza aggravata e spari in luogo pubblico. Potrebbe anche ipotizzarsi l’accusa di tentato omicidio.

L’uomo, con il volto travisato e armato di una pistola calibro 9 munita di due caricatori, si è avvicinato a uno dei cassieri minacciandolo di consegnare il denaro in cassa. Un avventore, accortosi del tentativo di rapina, ha subito allertato il 113 e sul posto sono giunti in motocicletta gli agenti delle nuove unità “Nibbio” che hanno circondato l’esercizio commerciale e sono entrati cautamente all’interno del locale dove hanno notato l’uomo “mordere” la mano del giovane cassiere che, in forte stato di agitazione, chiedeva soccorso.

I due agenti hanno subito messo “in sicurezza” il rapinatore non prima di avergli immobilizzato la mano armata e, nonostante il pronto intervento, l’aggressore è riuscito ad esplodere un colpo d’arma da fuoco al loro indirizzo che impattava contro la cassa senza provocare danni agli Agenti o ai dipendenti.

Il rapinatore è stato subito bloccato, disarmato e sottoposto a perquisizione personale. Addosso aveva un caricatore con diversi proiettili. Il cassetto del registratore di cassa era stato asportato dalla sua sede ed è stato rinvenuto sul pavimento del vano cucina, nel punto in cui il rapinatore aveva avuto la colluttazione con i due dipendenti.

L’incasso contenuto nel registratore di cassa era di circa 900 euro in contanti che gli agenti hanno recuperato e riconsegnato al responsabile dell’esercizio commerciale.

Nel corso della perquisizione presso il domicilio del rapinatore, sita in zona sud della città nei pressi di via Ravagnese, è stato trovato e sequestrato un fucile calibro 12 con 79 cartucce oltre ad altre 12 colpi per pistola 9X21, dello stesso calibro di quella utilizzata per la rapina. Entrambe le armi sono risultate legittimamente detenute dall’arrestato.

B.A. risulta incensurato e, fino al mese di febbraio, dipendente di una azienda privata, dalla quale era stato licenziato, e, attualmente impiegato presso una tabaccheria nei pressi di via Sbarre.

Sono in corso accertamenti per verificare se l’uomo sia stato autore di altre rapine ed in particolare di quella in danno dello stesso esercizio commerciale McDrive consumata, con le stesse modalità ed abbigliamento, la sera dell’11 giugno che ha fruttato un bottino di 300 euro.

Praia a Mare, treno investe e uccide un uomo. Bloccata la ferrovia

Praia a Mare, treno investe e uccide un uomo. Bloccata la ferrovia

Un uomo è stato travolto e ucciso da un treno sulla linea ferroviaria tirrenica, all’altezza di Praia a Mare, nell’Alto Tirreno Cosentino. Sono in corso gli accertamenti per risalire all’identità e all’età della vittima.

L’incidente si è verificato lunedì mattina quando passava il treno Freccia Bianca 8863 che da Reggio Calabria porta a Roma. L’uomo, che si trovava sui binari, è stato investito ed è deceduto sul colpo.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco del comando provinciale di Cosenza, distaccamento di Scalea. Il traffico ferroviario è stato interrotto su mandato dell’autorità giudiziaria per consentire alle forze dell’ordine di effettuare i rilievi del caso. Non è ancora chiaro cosa ci facesse la vittima sui binari. Non si esclude il suicidio.

59 clandestini in barca a vela a Crotone. Arrestati due scafisti

59 migranti a Crotone, arrestati due scafisti
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Una barca a vela con 59 migranti a bordo è stata intercettata dagli uomini della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone dopo che si era incagliata vicino a Isola Capo Rizzuto. Due ucraini, di 29 e 32 anni, ritenuti gli scafisti, sono stati fermati mentre tentavano di raggiungere Crotone per fare perdere le proprie tracce. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’attività è iniziata nella notte a seguito della presenza di alcuni migranti segnalati a poca distanza dalla spiaggia di Soverato. E’ partita la perlustrazione in mare che ha consentito di individuare il natante utilizzato incagliato a poca distanza dalla spiaggia.

I migranti rintracciati a terra, tutti maschi e presumibilmente adulti, hanno dichiarato di essere di nazionalità pachistana e di essere salpati qualche giorno addietro dalla Turchia.

Tutti i clandestini – che in genere pagano ai trafficanti fino a 5 mila euro a testa per il viaggio dalle coste turche a quelle italiane -, sono stati trasferiti al Centro Sant’Anna per le operazioni di identificazione e l’acquisizione di elementi utili a chiarire le responsabilità degli ucraini arrestati.

Imprenditrice va in banca a versare e viene rapinata, indaga la Polizia

Auto della PoliziaUn’imprenditrice è stata vittima di una rapina a Cosenza. Secondo una prima ricostruzione, la donna si trovava in auto in via Bendicenti, e si stava recando in banca per versare cinquemila euro, provento della propria attività, quando è stata bloccata da un’altra auto e affiancata da uno scooter.

Dal motociclo a quel punto è sceso un uomo armato che minacciandola le ha intimato di consegnare il denaro. La donna rimasta scossa per quanto le è successo non è riuscita a specificare il genere di arma utilizzata dal rapinatore.

All’interno dell’auto dell’imprenditrice c’era anche una sua familiare che subito dopo l’accaduto ha allertato le forze dell’ordine. Sull’episodio indaga la Squadra mobile di Cosenza.

Lecce, scacco a clan emergente: 30 arresti. Indagato un sindaco per mafia

blitz-carabinieriI carabinieri del comando provinciale di Lecce stanno eseguendo 30 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal giudice presso il locale tribunale su richiesta della DDA, di cui 19 in carcere e 11 arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, traffico, possesso e spaccio di droga, danneggiamento per incendio, detenzione illegale di armi e materiale esplodente, estorsione, ricettazione, minaccia aggravata, e sequestro di persona e violenza privata.

L’indagine, in codice Tornado, è stata condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Maglie dal settembre 2017, consentendo di individuare le condotte delinquenziali di un agguerrito gruppo criminale “emergente” di tipo mafioso egemone in numerosi comuni dell’area magliese, con connessioni e ramificazioni estese anche ad altri influenti sodalizi mafiosi della “Sacra corona unita” dell’area Salentina.

Tra i catturati figura anche un pregiudicato elemento di spicco della Sacra corona unita. Nell’inchiesta della DDA risulta indagato anche il sindaco di Scorrano (Lecce), Guido Nicola Stefanelli. Per lui l’accusa è pesantissima: concorso esterno in associazione mafiosa. Stefanelli era stato eletto con una lista civica nel giugno del 2017.

Il clan emergente, riferiscono gli inquirenti, ha dimostrato la capacità di infiltrarsi nel tessuto politico amministrativo locale, tanto da instaurare connivenze con esponenti politici, in particolare nella persona del sindaco del comune di Scorrano.

Secondo l’accusa, Stefanelli avrebbe promesso agli appartenenti del sodalizio l’aggiudicazione di appalti e servizi pubblici, e nello specifico la gestione del parco comunale “La Favorita” con annesso chiosco bar, nonché la gestione dei parcheggi comunali, impegnandosi a superare gli ostacoli burocratici ed amministrativi connesse alle aggiudicazioni, ottenendo quale contropartita il sostegno del clan nelle competizioni elettorali alle quali era interessato.

Maturità, via agli esami orali. Addio alla tesina, debuttano le “buste”

Ansa

Terminate le prove scritte dell’esame di Maturità, sono iniziati oggi gli esami orali per circa 520 mila studenti. Addio alla tesina, che fino allo scorso anno consentiva ai maturandi di partire da un loro argomento scelto e che abbracciava diverse discipline. Debuttano invece le tre buste, altra novità di questo esame dopo la doppia prova scritta.

Le date di inizio e fine degli orali non sono uguali per tutti: sono state infatti stabilite dalle commissioni, scuola per scuola. E’ stata estratta nei giorni scorsi la lettera del cognome dalla quale si partirà in ciascuna classe per l’interrogazione orale. Le commissioni d’esame coinvolte quest’anno sono 13.161 per 26.188 classi. I candidati iscritti alla Maturità sono 520.263.

Tra le novità dell’orale, gli studenti troveranno davanti a loro tre buste precedentemente predisposte dalla stessa commissione: all’interno ci saranno alcuni materiali per avviare i colloqui.

Sono previste tante buste quanti sono i candidati più due unità, in modo tale da assicurare anche all’ultimo candidato la possibilità di scegliere tra tre buste. Dentro non ci saranno domande o quiz, ma materiali di spunto: un testo, un documento, un progetto, un problema, un disegno, una fotografia. Da qui partirà il colloquio per l’esame orale.

Traffico di droga, 24 arresti tra Calabria e Lombardia. Contestata aggravante mafiosa

Dalle prime luci dell’alba, nelle province di Catanzaro, Reggio Calabria e Milano, oltre 200 Carabinieri della Compagnia di Soverato e dei colleghi catanzaresi, hanno arrestato 24 persone, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese.

I reati contestati sono quelli di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo e dall’aver indotto minorenni a commettere il reato, nonché di detenzione illegale di armi da fuoco, furti ed altro.

Nell’operazione, denominata “Last Generation”, sono stati sequestrati beni per un valore di oltre mezzo milione di euro.

I destinatari del provvedimento sono:

  1. Vincenzo Aloi, classe 1994;
  2. Concetta Battaglia, cl. 1968;
  3. Raffaele Campagna, cl. 1991;
  4. Agazio Geracitano cl. 1999;
  5. Ozan Kanat, cl. 1995;
  6. Mauro Masciari, cl. 1994;
  7. Gianluca Meliti, cl. 1995;
  8. Giuseppe Notaro, cl. 1987;
  9. Pietro Procopio, cl. 1988;
  10. Adriano Larry Rizzo, cl. 1991;
  11. Andrea Lucio Rizzo, cl. 1994;
  12. Giulio Moreno Rizzo, cl. 1992;
  13. Ettore Rositani, cl. 1987;
  14. Simone Rocco Russomanno, cl. 1995;
  15. Teklehaimanot Tsegay, cl. 1986;
  16. Paola Vaccaro, cl. 1993;
  17. Antonio Bressi, cl. 1986;
  18. Francesco Galati, cl. 1977;
  19. Antonio Grande, cl. 1974;
  20. Vincenzo Longo, cl. 1989;
  21. Leonida Montagna, cl. 1969;
  22. Orlando Giacomo Screnci, cl. 1967;
  23. Annalisa Tortorelli, cl. 1981;
  24. Moreno Tortorelli, cl. 1974.

L’indagine, coordinata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri, è stata avviata dopo che i militari, durante controlli del territorio nel marzo 2017, hanno trovato alla periferia di Soverato un bidone contenente un notevole quantitativo di droga.

Le investigazioni hanno permesso di documentare la gestione organizzata dell’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) da parte del sodalizio, con base operativa nel soveratese e con proiezioni in altre realtà nazionali ed estere, e che aveva come leader Vincenzo Aloi, nipote di Vincenzo Gallace, ritenuto il capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta radicata a Guardavalle (Catanzaro).

Oltre a rifornire l’area del soveratese, le indagini hanno evidenziato la capacità degli indagati far arrivare importanti quantitativi di cocaina anche nelle più competitive piazze di spaccio del milanese e del maceratese.

Nel corso delle indagini, sono state arrestate in flagranza di reato ulteriori 7 persone, e sequestrate oltre 2 kg tra cocaina, hashish e marijuana, nonché un’arma clandestina con le relative munizioni.

Inoltre, spiegano gli investigatori, sono state registrate transazioni economiche inerenti ai traffici illeciti posti in essere dagli indagati per oltre mezzo milione di euro, da cui è scaturita l’emissione di un decreto di sequestro preventivo per pari importo.

I beni sottratti alla disponibilità degli indagati sono un esercizio commerciale, un capannone industriale, una barca, un appartamento, 4 autovetture, 16conti correnti e depositi postali.

All’esito delle perquisizioni domiciliari, stamane sono stati arrestati in flagranza di reato due degli indagati, poiché trovati in possesso di cocaina, marijuana e hashish, e oltre 10.000 euro in contanti, probabile provento delle attività di spaccio.

Scontro tra auto e furgone, morti tre giovani nel Vibonese. Due feriti

incidente

E’ di tre vittime il drammatico bilancio di un grave incidente stradale avvenuto domenica all’alba sulla Trasversale delle Serre, nel territorio di Spadola, in provincia di Vibo Valentia. Per cause da accertare, una Golf si è scontrata frontalmente con un furgone.

Nel violentissimo impatto sono morti sul colpo, Salvatore Farina, di 21 anni, un suo cugino omonimo di 23 e Natale Chiera, di 19 anni, tutti di Soriano Calabro, nel vibonese.

Un quarto giovane, G.N., 23enne, che era nella vettura insieme alle vittime, è rimasta ferita ed è attualmente ricoverata con diverse fratture all’ospedale di Catanzaro. Ferito in modo non grave l’autista del furgone.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco, personale Anas e la Polizia stradale che ha avviato gli accertamenti per risalire alla dinamica dell’incidente stradale.

Le tre giovani vittime, insieme al ferito, avevano probabilmente trascorso la serata in una discoteca del Soveratese, sulla costa ionica catanzarese, e stavano facendo rientro a casa quando intorno alle 6 di domenica mattina si sono scontrati con l’altro mezzo.

Incidente sulla statale 18 a Torremezzo, tre feriti. Grave una donna

Polizia stradale incidenteUn grave incidente stradale tra due auto si è verificato sabato mattina a Torremezzo di Falconara Albanese, sulla strada statale 18 Tirrenica, in provincia di Cosenza. Nel sinistro sono rimaste ferite tre persone.

Una di queste, una donna, è in gravi condizioni ed è stata trasportata nell’ospedale di Cosenza. Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente, sulla quale stanno lavorando gli uomini della Polizia stradale del commissariato di Paola.

Sul posto, oltre ai sanitari del 118 e all’elisoccorso, è intervenuto anche personale Anas per il ripristino della viabilità. Il traffico ha subito forti rallentamenti.

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