9 Ottobre 2024

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Uccise l’ex moglie, pensionato condannato all’ergastolo

E’ stato condannato all’ergastolo Alfonso Diletto, il pensionato di 70 anni che l’8 marzo del 2022, a San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, uccise con un colpo di pistola al cuore l’ex moglie, Vincenza Ribecco, di 60 anni.

La sentenza è stata emessa dalla Corte d’assise di Catanzaro (presidente Massimo Forciniti), che ha accolto la richiesta che era stata avanzata il 17 ottobre dal pubblico ministero, Diletto, difeso dall’avvocato Luigi Colacino, era accusato di omicidio volontario premeditato, detenzione di arma clandestina e ricettazione.

L’uxoricidio avvenne dopo che Diletto si presentò a casa dell’ex moglie, dove la donna viveva insieme al figlio, come già aveva fatto altre volte dopo la separazione, avvenuta un anno e mezzo prima.

Diletto, nell’occasione, portò con sé una pistola calibro 7,65 con la matricola cancellata, a dimostrazione, secondo l’accusa, della premeditazione dell’assassinio da parte dell’uomo.

Quando Diletto suonò al campanello e chiese all’ex moglie di aprirgli, la donna non lo fece entrare e gli intimò di andarsene. L’uomo estrasse la pistola che aveva portato con sé e sparò alla moglie da dietro una porta finestra. La morte della donna fu istantanea.

‘Ndrangheta, preso a Bari un latitante

Nel tardo pomeriggio del 6 novembre 2023, a Bari, i carabinieri di Cosenza e Bari, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Leonardo Abbruzzese, classe 1985, disposta, a suo tempo dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, per associazione mafiosa e altro, circa la sua presunta partecipazione, con ruolo di rilevo, all’associazione di tipo ‘ndranghetista riconducibile ad esponenti della famiglia Abbruzzese di Lauropoli (frazione di Cassano all’Ionio, comune calabrese in provincia di Cosenza) e all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalità mafiose, operante sotto l’egida del medesimo sodalizio di ‘ndrangheta.

Lo stesso si era sottratto alla esecuzione della misura cautelare in carcere, a suo tempo adottata dal giudice presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ed eseguita in data 30 giugno 2023 nei confronti di numerosi altri indagati, nell’ambito del procedimento penale convenzionalmente denominato “Athena”, che allo stato si trova nella fase delle indagini preliminari.

Dopo il significativo periodo di tempo durante il quale si è sottratto alla esecuzione del provvedimento di natura cautelare, i carabinieri del Nucleo investigativo di Cosenza, con il costante coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno localizzato l’uomo a Bari, in una ampia villa nei pressi del capoluogo, dove aveva trovato ospitalità e sostegno logistico, all’esito dell’impegnativa attività di indagine articolata attraversi plurimi strumenti di investigazione, nella ricostruzione dei movimenti dei soggetti gravitanti nella rete di relazione della quale poteva godere, e che ha consentito l’individuazione e la cattura.

Spaccio di droga, 4 misure cautelari a Cosenza e hinterland

Quattro persone tra i 29 e i 54 anni sono stati raggiunte stamani da misure cautelari emesse dal giudice del tribunale di Cosenza ed eseguita dai carabinieri di Rende in ordine a reati di spaccio di droga. Si tratta di due cosentini, con precedenti di droga, e due residenti a Mendicino e Fuscaldo: dei primi due uno si trova già in carcere, l’altro è stato posto ai domiciliari, mentre agli ultimi due sono stati notificati due obblighi.

In particolare, nel corso di articolate indagini sviluppate per altro grave delitto ed incentrate su una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Rende – grazie alle captazioni sul conto di uomo rivelatosi un assiduo consumatore di cocaina, assieme alla compagna di quel periodo – hanno ricostruito plurimi episodi di spaccio di cocaina e marijuana di cui gli odierni arrestati si sarebbero resi protagonisti, a vario titolo, tra febbraio 2020 e maggio 2021.

Nella maggior parte dei ricostruiti episodi, l’uomo incaricava la compagna per recarsi dagli spacciatori ad acquistare le dosi di cocaina necessarie a soddisfare il loro fabbisogno personale; durante il tragitto compiuto per raggiungere l’abitazione dello spacciatore di circostanza, la donna teneva acceso il cellulare affinché il compagno – essendo diffidente – potesse ascoltare in diretta le fasi dell’illecita compravendita e sincerarsi così della corrispondenza tra il denaro pagato e peso della sostanza ordinata.

Talvolta la donna era costretta ad una maggiore attesa per acquistare la sostanza stupefacente, perché presso l’abitazione dei pusher cosentini – trasformate in supermarket della droga – vi erano altri assuntori giunti prima; una volta giunto il proprio turno, sulla porta d’ingresso dell’abitazione di quello destinatario oggi dei domiciliari la donna corrispondeva il denaro e poi, voltato l’angolo, aspettava la consegna della cocaina ordinata, aggiornando il compagno in ascolto di essere in attesa sotto la finestra come “Romeo e Giulietta” (da qui il nome convenzionale dell’operazione).

In altri ripetuti casi, l’uomo procacciava personalmente da altri spacciatori la marijuana che poi, a sua volta, avrebbe ceduto al figlio (all’epoca dei fatti minorenne) utilizzando la buca delle lettere come luogo di deposito ed abile stratagemma di consegna per non destare sospetti alle Forze dell’Ordine; tuttavia, nell’agosto del 2020, gli investigatori della Compagnia dell’Oltrecampagnano riuscirono ad ascoltare in diretta le fasi di acquisto della marijuana da parte del genitore, pervenendo – subito dopo la consegna al figlio – al sequestro della marijuana ceduta, rinvenuta nello zaino del ragazzo. Per tali fatti, l’uomo in questione venne già attinto da misura cautelare nell’ottobre dello scorso anno.

In totale sono otto le persone sottoposte alle indagini nell’odierno procedimento, per complessivi 64 episodi di spaccio: nel corso dell’operazione, infatti, sono state anche eseguite le decretate perquisizioni personali e locali a carico di altri 4 indagati, tutti residenti tra Cosenza e Castrolibero.

Siria preoccupata che Israele usi l’atomica su Gaza col falso pretesto della legittima difesa

La Siria ha chiesto all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) di ispezionare gli impianti nucleari in Israele e di tenerli sotto controllo, ha detto domenica il ministero degli Esteri siriano citato dalla Tass.

“L’Agenzia internazionale per l’energia atopica (AIEA) deve ispezionare gli impianti nucleari in Israele e adottare misure per stabilirne il controllo”, ha citato la dichiarazione dell’agenzia di stampa Sana.

Secondo l’agenzia, Damasco è preoccupata per le speculazioni israeliane sulla possibilità di utilizzare una bomba atomica nella Striscia di Gaza “con il falso pretesto di legittima difesa”.

Il Ministero degli Esteri siriano “condanna fermamente tali dichiarazioni che dimostrano che Israele ha nascosto per anni il possesso di armi nucleari”, ha affermato. “Gli impianti nucleari israeliani sono fuori dal sistema di controllo internazionale grazie al sostegno offerto dall’amministrazione americana e dai paesi occidentali allo Stato ebraico”.

Il quotidiano Israel Hayom ha riferito in precedenza che il ministro israeliano Amichai Eliyahu, ha suggerito che Israele smettesse di sacrificare i suoi soldati per liberare gli ostaggi tenuti da Hamas e sgancia invece una bomba nucleare su Gaza.

Quando un conduttore radiofonico di Kol Berama gli ha chiesto della possibilità di usare una bomba nucleare nella Striscia di Gaza, Eliyahu ha detto che “questa è una delle opzioni”. Più tardi, ha affermato che si trattava di un suggerimento “metaforico”, ma che Israele “ha sicuramente bisogno di una risposta potente e sproporzionata al terrorismo”.

Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha chiesto che Eliyahu fosse mandato alle dimissioni per aver danneggiato l’autorità internazionale di Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha vietato a Eliyahu di partecipare alle riunioni del gabinetto fino a nuovo avviso e ha respinto le sue parole sul possibile utilizzo di armi nucleari a Gaza.

I figli piccoli piangono e la madre li uccide uno dopo l’altro, scoperta e arrestata

I Carabinieri di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice del Tribunale di Bergamo, nei confronti di una donna ventisettenne di origine indiana, Monia Bortolotti, ritenuta responsabile di omicidio volontario dei suoi due figli, Alice e Mattia, di 4 e due mesi.

Le indagini dei militari bergamaschi, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, che avrebbe provocato la morte della sua prima figlia il 15 novembre 2021, di soli 4 mesi, e del secondo figlio il 25 ottobre 2022, di appena due mesi di vita.

L’attività d’indagine era iniziata il 25 ottobre 2022, data del decesso del secondo figlio dell’indagata. Quel giorno, presso l’abitazione situata a Pedrengo (Bergamo), a seguito di una richiesta di intervento della donna al 118, veniva constatata la morte del suo secondo genito.

La tenera età del bambino e le analogie con la precedente prematura morte della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano ingenerato nei Carabinieri forti sospetti circa le cause del decesso: pertanto la procura aveva disposto l’autopsia sul corpicino.

L’esito dell’esame autoptico, giunto nel mese di febbraio 2023, portava alla luce la circostanza per cui – secondo l’accusa – la morte del piccolo era stata causata “inequivocabilmente” da una asfissia meccanica acuta da compressione del torace: secondo gli investigatori tale asfissia meccanica era stata ottenuta attraverso un’azione volontaria, che evidenziava l’obiettivo di causare la morte del bambino.

Tali evidenze investigative avevano reso indispensabile un’accurata rivalutazione delle cause della morte della prima figlia, avvenuta il 15 novembre 2021. Anche in quell’occasione a casa era presente solo la madre, la quale aveva riferito di aver dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire in braccio fino a farla addormentare, per poi constatare, dopo essersi fatta una doccia, che la piccola, distesa nella propria culla, era diventata cianotica e non respirava più.

Il medico intervenuto, nel constatare il decesso della bambina, in assenza di evidenti segni esteriori visibili all’esame esterno, aveva dichiarato di aver aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina e aveva quindi spiegato che probabilmente la nascita prematura della stessa, nata di 7 mesi, aveva comportato un deficit della deglutizione, così da ritenere che la morte fosse avvenuta per cause naturali, riconducibili alla Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente nota come “morte in culla”, che consiste nella morte improvvisa e inaspettata del lattante,  senza che fossero necessari ulteriori approfondimenti, consentendo il successivo seppellimento della salma.

Così il pubblico ministero disponeva, a distanza di quasi due anni dai funerali della piccola, nel cimitero di Pedrengo la riesumazione del suo cadavere per effettuare l’esame autoptico. Purtroppo il pregresso danneggiamento della bara non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina, motivo per il quale l’esame in questione era risultato inevitabilmente falsato e non aveva restituito informazioni risolutive per le investigazioni in corso.

Ciò nonostante, l’indagine, proseguita in modo tradizionale, attraverso numerose escussioni di medici, parenti, specialisti e amici della donna, nonché attraverso l’analisi della corposa documentazione medica acquisita, consentiva, anche in relazione alla morte della prima figlia, di far emergere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, risultati in particolare da una serie di dichiarazioni discordanti fornite dall’indagata nel corso del tempo, che non avevano trovato corrispondenza con quanto accertato dai Carabinieri: la bambina, sebbene nata pretermine e leggermente sottopeso, all’atto delle dimissioni dal nido e nelle successive visite pediatriche era una bambina sostanzialmente sana, come il fratello: pertanto la morte era verosimilmente avvenuta non per cause naturali, ma per asfissia, così da non lasciare sul cadavere segni esteriori visibili all’esame esterno, ma al tempo stesso compatibile sia con una condotta omicida analoga a quella utilizzata dall’indagata nei confronti del secondo genito, sia con l’utilizzo di un cuscino, a cui la donna aveva fatto riferimento, indicandolo quale possibile causa del soffocamento accidentale della piccola, solo dopo aver appreso delle indagini a proprio carico.

Così, all’esito degli accertamenti effettuati, il quadro indiziario delineato individuava la causa scatenante dell’azione infanticida, per entrambi i delitti, nell’incapacità della madre di reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini, escludendone la possibile connotazione colposa.

Nel corso dell’indagine – spiega una nota dell’Arma – non è emerso, dall’esame della documentazione sanitaria dell’indagata prima e dopo gli eventi criminosi, un disturbo di tipo psichico della donna, pertanto si ritiene che la donna abbia agito nella piena capacità di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi.

Il Gip presso il Tribunale di Bergamo, concordando con l’ipotesi investigativa formulata dalla Procura, ha emesso nei confronti della donna – presunta responsabile del duplice omicidio -, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita questa mattina 4 Novembre 2023, evidenziandone “la spiccata pericolosità sociale e un concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato”.

Serie B, il Catanzaro sconfitto in casa nel recupero. Al Modena i tre punti

Tre punti per il terzo posto. Una partita, quella tra Catanzaro e Modena, che assomiglia molto alla vittoria di Cosenza: 1-2 in Calabria in rimonta, con gol vittoria nel recupero estremo. Questa volta a deciderla è Kleis Bozhanaj, che trova il primo gol in Serie B.

Il Catanzaro mostra subito l’intenzione di mantenere il possesso palla, i canarini di conseguenza faticano a macinare gioco in avvio. Vantaggio giallorosso al 19’, alla prima vera conclusione: Stoppa riparte in contropiede sulla destra e serve Vandeputte sul secondo palo, che con un preciso destro al volo batte Seculin. Vantaggio che però dura appena 8’ , perché Manconi, servito da Tremolada, con un colpo da biliardo di sinistro fulmina Fulignati sul secondo palo.

Grossa chance Catanzaro in avvio di ripresa, la difesa gialloblù si fa sorprendere su una palla in profondità per Donnarumma e Seculin in uscita neutralizza l’attaccante. La seconda occasione del secondo tempo è gialloblù, gran palla di Manconi per il neo-entrato Bonfanti, che di controbalzo spara alto da buona posizione. Scorre via senza squilli la ripresa, poi al 88’ palla gol Modena: punizione dai 20 metri di Bozhanaj, Fulignati respinge con attenzione. Quando la partita sembrava finita succede di tutto nel recupero: Ambrosino con un destro a giro colpisce la traversa , sul ribaltamento dell’azione Bozhanaj riceve palla al limite e con una conclusione precisa e potente trova la magia che vale i tre punti.

CATANZARO: Fulignati; Oliveri, Scognamillo, Brighenti, Veroli; Stoppa (25’ st Sounas), Ghion (37’ st D’Andrea), Pontisso (25’ st Pompetti), Vandeputte; Iemmello (12’ st Biasci), Donnarumma (12’ st Ambrosino). A disposizione: Sala, Borrelli, Krastev, Krajnc, Miranda, Katseris, Situm, D’Andrea, Brignola. Allenatore: Vivarini.

MODENA: Seculin; Riccio, Zaro, Ponsi (27’ st Pergreffi); Oukhadda, Magnino, Palumbo, Guiebre (13’ st Bonfanti); Tremolada, (27’ st Bozhanaj) Duca; Manconi (37’ st Cotali). A disposizione: Vandelli, Leonardi, Cotali, Battistella, Vukusic, Giovannini, Mondele, Abiuso. Allenatore: Bianco.

ARBITRO: Di Bello di Brindisi. Assistenti: Lo Cicero e Ceccon.

MARCATORI: 19’ pt Vandeputte (C), 26’ pt Manconi (M), 49’ st Bozhanaj (M).

AMMONITI: 3’ pt Manconi (M), 14’ pt Ponsi (M), 13’ st Palumbo (M), 33’ st Bozhanaj (M), 40’ st Scognamillo (C), 44’ st Brighenti (C).

Serie B, Cosenza FeralpiSalò 1-1. Non basta Venturi

Finisce 1-1 la gara di Serie B tra Cosenza e FeralpiSalò, con i lombardi che riprendono “fiato” dopo una serie infinita di risultati negativi, soprattutto dopo l’innesto del nuovo tecnico Marco Zaffaroni che strappa al Marulla un punto che vale molto sul piano morale.

Un avvio di primo tempo bello, in cui i verdeblù fanno vedere tutta la voglia di risalire. Ed è proprio Compagnon il più ispirato: al 9’ è lui a creare il primo grattacapo ai padroni di casa. Mani nei capelli, invece, al 13’ per l’uscita di Bacchetti. Che in un contrasto salta e atterra male. Caviglia ko (forte distorsione, in attesa egli accertamenti) e al suo posto Tonetto, con Martella che scivola sulla linea a 3.

Gli equilibri non cambiano. La Feralpisalò macina gioco e intensità. Ma da una punizione al limite è punita da Venturi al 19’, che salta e insacca sul palo opposto. Cosenza in vantaggio per 1-0.

La Feralpisalò non abbassa la testa e a stretto giro trova l’illusione del pareggio. Balestrero per Compagnon, solo davanti a Micai lo buca col mancino ma la moviola non perdona: fuorigioco e niente da fare. Dalla mezz’ora il baricentro si abbassa un po’. Continuano le folate sugli esterni, con Felici e Tonetto che spingono senza fortuna. E centrali, con Fiordilino che prova a trovare il cono di luce per l’imbucata. Di contro, il Cosenza si fa vedere con un doppio tentativo di Florenzi e Meroni (29’) e con Forte, che sfiora il palo con un diagonale. La netta sensazione è che il pareggio sia il risultato più giusto per andare a riposo. Ma non è così.

Avvio intenso nella ripresa. Con Zennaro prima (2’) e una bella combinazione Felici-La Mantia-Compagnon (6’) che fanno sobbalzare tutta la panchina: due ottime incursioni che non si concretizzano. Lo fa invece il colpo di testa di Butic che, appena entrato, chiude di cattiveria un flipper in area piccola al 17’ che vale il pareggio.

Al gol della vittoria ci va vicinissimo Hergheligiu, che al 34’ colpisce la traversa con un’incornata da pochi passi su assist di Felici. Il sipario lo cala Martella, con una punizione da 30 metri parata da Micai.

Cosenza FeralpiSalò 1-1. I Lupi salgono a quota 16 in classifica, mentre gli ospiti restano ultimi con 6 punti in compagnia della Ternana.

COSENZA: Micai; Martino, Meroni, Venturi, 6 Fontanarosa (82′ Rispoli); Voca (55′ Zuccon), Calò; Marras (55′ Mazzocchi), Tutino, Florenzi (66′ Canotto); Forte (66′ Crespi). A disp. : Marson, Lai, Sgarbi, La Vardera, Arioli, Zilli.  Allenatore: Caserta

FERALPISALÒ: Pizzignacco; Bergonzi, Ceppitelli, Bacchetti (12′ Tonetto) ; Martella, Zennaro (78’Hergheligiu) , Fiordilino, Balestrero, Felici; Compagnon (55′ Sau), La Mantia (55′ Butic ). A disp. : Minelli, Volpe, Ferrarini, Letizia, Kourfalidis, Carraro, Pietrelli, Parigini, Sau. Allenatore: Zaffaroni

ARBITRO:  Matteo Gualtieri di Asti. Assistenti: Fontemurato e Votta.
MARCATORI: 19′ Venturi, 62′ Butic,
NOTE Ammoniti: Felici (F), Florenzi (C), Tonetto (F), Fiordilino (F)  Mazzocchi (C), Martella (F). Angoli:  5-8. Recupero: 3′ pt – 4′ st

Rubano un furgone con oltre mille paia di scarpe, presi dai carabinieri

Hanno rubato a Scalea un furgone carico di merce per fuggire spediti in direzione Campania. Così due giovani sono stati “pedinati” e arrestati dai carabinieri di Casoria (Napoli) che avevano preso in carico la segnalazione dei militari cosentini.

Il furgone è stato localizzato nel parcheggio di un centro commerciale in via San Salvatore, a pochi chilometri dalla caserma di Casoria. I militari si avvicinano al luogo segnalato dal Gps e intravedono un furgone che corrisponde alla descrizione, piantonato da due persone.

Quando decidono di intervenire scoprono che i due hanno in tasca le chiavi del veicolo rubato e quelle di un secondo furgone, anche quello in sosta a pochi metri.

Nei due cassoni scarpe di vari marchi: 1.158 paia, completi di scatole e pronti per essere rivenduti in chissà quale mercato. 80mila euro di prodotti rubati, ora destinati a tornare nelle mani del legittimo proprietario.

Nel carcere di Poggioreale sono finiti Giuseppe Bove e Antonio Nardi, di 22 e 23 anni, entrambi del posto. Dovranno rispondere di furto aggravato.

Auto piomba su pattuglie dell’Arma, feriti gravi due carabinieri

Tre carabinieri sono rimasti feriti a Lamezia Terme, due in modo grave, in seguito ad un incidente stradale che li ha coinvolti mentre stavano effettuando un posto di controllo.

E’ successo questa notte intorno alle 4.40 su via dei Bizantini, in una zona periferica di Lamezia. Nel sinistro sono rimaste coinvolte due pattuglie dei carabinieri che stavano effettuando dei controlli ad un veicolo, ed una autovettura Bmw che transitando in direzione Lamezia Terme avrebbe perso il controllo andando a collidere inizialmente contro un cancello e di rimbalzo ha impattato sulle due pattuglie della Benemerita. Sono in corso accertamenti per capire le cause dello sbandamento.

Feriti tre dei quattro carabinieri (due in modo grave) ed il conducente della Bmw, anch’egli ferito in modo lieve. I feriti più gravi sono stati affidati alle cure del personale sanitario del Suem118 di Lamezia e Maida ed accompagnati al vicino ospedale civile. Una terza ambulanza proveniente da Tiriolo ha invece prelevato il conducente della Bmw per trasferirlo al nosocomio per ulteriori accertamenti.

Oltre ai sanitari, sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco del distaccamento di Lamezia che hanno prestato i primi soccorsi e messo in sicurezza l’area delle vetture incidentate.

Israele, Erdogan: “A Gaza crimini contro l’umanità da un mese”

“Niente può scusare quello a cui abbiamo assistito dal 7 ottobre e spiegare questa brutalità. A Gaza sono stati commessi crimini contro l’umanità esattamente per 28 giorni”. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un conferenza ad Astana, in Kazakhstan, in occasione del vertice degli Stati turchi ad Astana, come riporta l’agenzia di stampa Anadolu.

Erdogan è tornato a chiedere un cessate il fuoco e ha ribadito la proposta per una “conferenza di pace internazionale” per porre fine al conflitto in Israele e Palestina. Il leader turco ha aggiunto che finora Ankara ha inviato 10 aerei con aiuti umanitari destinati a Gaza.

Dal Kazakhstan, dove si trova in visita, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha nuovamente accusato Israele di crimini contro l’umanità. “Niente può scusare quello a cui abbiamo assistito dal 7 ottobre e spiegare questa brutalità”, riportano altre agenzie.

“A Gaza sono stati commessi crimini contro l’umanità esattamente per 28 giorni”, ha affermato Erdogan ad Astana, in occasione del vertice degli Stati turchi. Erdogan è tornato a chiedere un cessate il fuoco e ha ribadito la proposta per una “conferenza di pace internazionale” per porre fine al conflitto in Israele e Palestina. Il leader turco ha aggiunto che finora Ankara ha inviato 10 aerei con aiuti umanitari destinati a Gaza.

Continua l’evacuazione degli stranieri, persone con doppia nazionalità e feriti palestinesi dalla Striscia dal valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto, che aprirà anche oggi per consentire l’uscita di oltre 600 persone con un’alta percentuale di doppie cittadinanze Usa, secondo quanto riferito da fonti locali. In ingresso, dopo il controllo del carico da parte israeliana, dovrebbero entrare a Gaza circa 50 camion di aiuti umanitari.

Nuovo raid di Israele in un ospedale di Gaza, decine di morti e feriti

Nuovo brutale attacco israeliano in un altro ospedale nella Striscia di Gaza. L’esercito di Tel Aviv ha anche colpito, secondo quanto fa sapere Al Jazeera, un convoglio medico con diverse ambulanze al cancello dell’ospedale al-Shifa. Si contano “dozzine” di vittime e diversi feriti, secondo un bilancio provvisorio fornito dal ministero della Sanità citato dall’emittente araba.

Aerei da guerra israeliani hanno bombardato l’ingresso principale dell’ospedale Shifa, oltre ad alcune ambulanza che erano sul posto, provocando l’uccisione e il ferimento di dozzine di persone.

Le vittime includono malati e feriti e le loro famiglie, paramedici e sfollati che cercavano rifugio nella struttura sanitaria dopo che le loro case sono state bombardate. Secondo fonti locali sono circa 40mila le persone che cercano rifugio nell’ospedale.

Foto e video della scena hanno mostrato dozzine di morti e feriti che giacevano a terra mentre civili e paramedici lavoravano per portarli all’interno dell’ospedale.

Aerei da guerra e artiglieria israeliani hanno preso di mira anche un convoglio di ambulanze che si stava dirigendo dall’ospedale verso Rafah, attraversando il confine con l’Egitto, per trasportare i feriti negli ospedali egiziani, riferisce l’agenzia di stampa Wafa.

Parlando ad Al Jazeera, il direttore Muhammad Abu Silmeyeh ha detto che la situazione nell’ospedale di Gaza City è più che disastrosa.

“Abbiamo esaurito le scorte mediche, non possiamo far fronte all’elevato numero di vittime e tra poche ore i generatori si fermeranno”, ha detto. “L’obitorio dell’ospedale è stracolmo. Teniamo i morti nei nostri camion congelatori.

“Abbiamo inviato messaggi SOS a tutto il mondo”, ha detto Abu Silmeyeh, aggiungendo che l’ospedale ha il più grande reparto di incubatrici neonatali, le più grandi strutture operative e la più grande unità di terapia intensiva dell’enclave.

“L’edificio dietro di me [ospita] migliaia di pazienti e vittime. Ora è senza energia elettrica”, ha detto dal complesso dell’ospedale. “Se desideri uccidere ciò che resta di noi, faccelo sapere. Se questo ospedale crolla, l’intero settore sanitario crollerà”.

Almeno 9.227 palestinesi, almeno il 40% bambini, sarebbero stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre. Più di 1.400 persone sarebbero state uccise dai raid di Hamas in Israele.

Cosa sappiamo degli attacchi israeliani vicino agli ospedali di Gaza

Al Jazeera riferisce delle aree ospedaliere e le squadre mediche in diverse località della Striscia di Gaza che sono state prese di mira dagli attacchi israeliani nelle ultime ore.

Ospedale Al-Shifa

  • Un attacco israeliano ha colpito il cancello principale del più grande ospedale di Gaza, ha detto il Ministero della Sanità, colpendo un convoglio di ambulanze.
  • Ashraf al-Qudra, portavoce del ministero della Sanità, ha detto che circa 15-20 pazienti gravemente feriti sono stati trasferiti al valico di Rafah con l’Egitto. Secondo le prime informazioni sarebbero state uccise almeno 13 persone.
  • Il portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) Mohamed Abu Musbah ha detto che l’ingresso dell’ospedale era “pieno di civili” quando è avvenuto l’attacco.
  • Un autista di ambulanza e un membro del personale della PRCS sono sopravvissuti, ma uno ha riportato ferite da schegge alla gamba, ha detto Abu Musbah; Ferita e in “gravi condizioni” anche una paziente trasportata in ambulanza.
  • L’esercito israeliano dice che sta esaminando i resoconti dell’attacco.

Ospedale indonesiano

  • Atef al-Kahlout, direttore della struttura, ha detto che l’ospedale ha accolto più di 50 persone uccise e ferite in un bombardamento israeliano nelle vicinanze dell’ospedale.
  • Il quaranta per cento delle persone uccise e ferite nei bombardamenti sono bambini, ha detto al-Kahlout.
  • I filmati di Al Jazeera della scena mostravano persone che setacciavano freneticamente le macerie, usando i loro telefoni come torce.
  • Grandi pennacchi di fumo si potevano vedere nel cielo serale mentre piccoli incendi erano scoppiati tra i cumuli di detriti.
  • Il generatore principale dell’ospedale si è fermato 48 ore fa, ha detto al-Kahlout.

Ospedale Al-Quds

  • La Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che il raid aereo israeliano ha avuto luogo nelle vicinanze della struttura, nella zona di Tel al-Hawa a Gaza City.
  • Circa 14.000 persone, soprattutto donne e bambini, cercano rifugio nell’ospedale.

Sfiduciato il sindaco di Trebisacce, si va verso il commissariamento

Si va verso il commissariamento del Comune di Trebisacce dopo che il Consiglio ha approvato la mozione di sfiducia presentata da otto dei 13 consiglieri nei confronti del sindaco, Alex Aurelio, eletto con una lista civica nel mese di giugno del 2022.

La mozione era stata sottoscritta da quattro consiglieri della minoranza (Domenica De Marco, Ermelinda Mazzei, Antonio Aurelio e Antonio De Santis) e quattro della maggioranza (Carlotta Andriolo, Daniela Nigro, Salvatore Carlomagno e Claudio Roseto).

I promotori della sfiducia hanno parlato di “una scelta sofferta ma inevitabile”, sottolineando “la mancata propensione del sindaco ad aprirsi al confronto sulle scelte fondamentali al fine di definire congiuntamente i temi strategici e i percorsi decisionali, da quelli ordinari ai più complessi”.

Nella mozione si è fatto riferimento, inoltre, alla revoca da parte del sindaco, “senza alcuna motivazione”, di due assessori e ad “un’azione politica posta in essere dal primo cittadino che ha condotto la città di Trebisacce ad una fase pericolosa di stallo e di progressivo decadimento, anche sotto l’aspetto dell’incapacità organizzativa nel potenziare e rimodulare la struttura burocratica dell’ente, rimasta con un organigramma inalterato, senza alcuna impronta o visione di sviluppo e potenziamento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione di governo”.

Alla riunione odierna del Consiglio hanno partecipato sette consiglieri, tutti firmatari della mozione di sfiducia. Non era presente, invece, il sindaco Aurelio.

Forte alluvione in Toscana, morti, dispersi e sfollati

Cinque morti, strade trasformate in fumi e ospedali allagati. Notte tragica in Toscana a causa delle alluvioni che hanno colpito la regione in cui è ancora in corso l’allerta arancione per mareggiate, rischio idraulico e vento forte.

L’allerta gialla resta anche nella giornata di domani sabato 4 novembre per rischio idrogeologico e idraulico, temporali forti sul nord ovest della Toscana, mareggiate su Arcipelago, vento forte nella parte meridionale della regione, Arcipelago, Alto Mugello e Valle del Reno.

Cinque le vittime del maltempo in Toscana, due i dispersi
Due persone hanno perso la vita a Montemurlo (Prato) e una a Rosignano (Livorno). A loro si aggiungono altre due persone, marito e moglie di Lamporecchio (Pistoia), che risultavano dispersi nel territorio del vicino comune di Vinci (Firenze), dove la loro auto era stata travolta dall’acqua e dal fango.

Poco prima delle 12 di oggi, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di Antonio Madonia, 70 anni, l’uomo disperso insieme alla moglie a causa del maltempo in provincia di Firenze. Il cadavere è stato trovato a circa 3 km dall’auto della coppia, tra i comuni di Lamporecchio (Pistoia) e Vinci (Firenze). I due coniugi di Lamporecchio viaggiavano in auto la scorsa notte quando sono stati trascinato via dall’acqua. Il corpo della donna, Teresa Perone, 65 anni, è stato trovato nel pomeriggio, sempre a circa 3 km dall’auto.

I due coniugi erano al telefono con la figlia al momento in cui sono stati travolti dalla piena di un torrente sulla strada Lamporecchiana. Sembra che abbia ceduto l’asfalto e l’auto si è ribalta con i coniugi sbalzati fuori.

Ci sono inoltre due persone che risultano scomparse secondo quanto si apprende dalle forze dell’ordine. A Campi Bisenzio (Firenze) non si ha più notizie da ieri sera di un uomo di 69 anni, per il quale la Prefettura di Firenze ha attivato le ricerche affidate al coordinamento dei carabinieri.

A Prato non si trova invece un anziano di 84 anni: l’uomo si era recato nel pomeriggio di ieri in auto in uno studio medico ma non ha fatto rientro a casa. I carabinieri oggi hanno ritrovato l’auto vuota del pensionato vicino al greto di un torrente a Galceti, nel comune di Prato.

L’alluvione della Toscana mostrata oggi dall’elicottero dei Vigili del Fuoco, che sorvolano la zona di Prato, una delle più colpite dalla tempesta Ciaran e dall’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla regione. Il livello dell’acqua è impressionante e si percepisce perfettamente anche dall’alto.

Da Cdm ok a stato di emergenza
Via libera del Consiglio dei ministri allo stato di emergenza per la regione Toscana, piegata in queste ore dall’emergenza maltempo. Stato di emergenza, di dodici mesi, per le province di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato. E “considerata la necessità di dare immediata risposta alla popolazione colpita, è stato disposto un primo stanziamento di 5 milioni di euro per garantire le misure e gli interventi più urgenti volti al soccorso e all’assistenza alla popolazione e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, alle attività di gestione rifiuti e delle macerie”.

Nel frattempo le acque esondate stanno progressivamente defluendo e si sta lavorando per riportare alla piena funzionalità le vie di comunicazione interrotte a causa del maltempo. Riguardo le linee ferroviarie Prato-Pistoia e Prato-Vaiano-Vernio sono ancora inagibili causa allagamento.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha fatto sapere che continua in Toscana il lavoro dei tecnici Enel per ripristinare la corrente, al momento 20.500 utenze senza, in riduzione nelle ultime due ore, con 600 tecnici all’opera”.

A Campi Bisenzio la situazione più critica, decine di famiglie sfollate
A Campi Bisenzio si registra la situazione più critica. Esondati tre corsi d’acqua: Bisenzio, Marina e Fosso Reale che hanno portato criticità, in particolare sul centro storico e sulla frazione di Capalle. “Abbiamo previsto pattuglie anti sciacallaggio ad opera dei carabinieri e la polizia provinciale e locale stanno presidiando gli accessi verso Campi”, spiega il prefetto di Firenze, Francesca Ferrandin. “Il sindaco di Campi – aggiunge il prefetto – è al lavoro e ha realizzato un’area dove inserire quelle persone che vengono evacuate. Ha chiesto idrovore, che stanno arrivando, e acqua. Un’altra criticità a Campi è legata all’energia elettrica: Enel sta lavorando alla cabina San Cresci, cabina strategica per l’erogazione di energia elettrica. Inoltre con Tim stiamo lavorando per il ripristino delle utenze telefoniche. Sull’erogazione del gas ora non ci sono problemi. A Campi risulta ancora un disperso”. “Una situazione analoga, ma non relativa all’esondazione dei fiumi – prosegue – si sta verificando nell’Empolese: i comuni con problematiche sono Cerreti Guidi, Fucecchio e Vinci. Ci sono situazioni di allagamento”.

“Nell’area metropolitana di Firenze ci sono parecchie decine di famiglie sfollate, soprattutto nell’area di Campi Bisenzio. Non mi risultano numeri rilevanti sul Mugello, c’è qualche famiglia sfollata a Barberino di Mugello”, fa sapere il sindaco di Firenze Dario Nardella, durante una conferenza stampa sul maltempo. “Stiamo mandando a Campi Bisenzio la colonna mobile della Protezione civile”, ha aggiunto Nardella.

“Non abbiamo una stima esatta però si parla di parecchie decine di sfollati nella zona di Campi Bisenzio”, ha ribadito Nardella, “oltre a qualche famiglia sfollata a Barbarino e Marradi”.

Numerosi allagamenti nelle province di Prato, Pistoia, Pisa e Lucca
A Carmignano (Prato) l’esondazione del torrente Furba ha comportato nella frazione di Seano “un importante allagamento” e verso l’una la situazione era “leggermente migliorata”. A Montemurlo (Prato) ha esondato il torrente Bagnolo, con numerosi allagamenti anche nella zona sud di Montemurlo. Frane importanti si sono registrate tra San Quirico, Sassetta e sul Montalbano. A Prato sono chiusi tutti i ponti a causa esondazione del fiume Bisenzio nella zona Santa Lucia. E’ stata aperta la cassa d’espansione dell’Ombrone e frane varie. Sono allagati vari reparti dell’ospedale Santo Stefano di Prato: in corso interventi in via di risoluzione. Tra Vernio e Vaiano il convoglio bloccato con 150 passeggeri a bordo sono stati evacuati e hanno trovato supporto presso il palazzo comunale di Vaiano.

Situazione particolarmente critica a Quarrata, in provincia di Pistoia: la cittadina è andata completamente sott’acqua, strade come fiumi e allagamenti diffusi. Danni alle abitazioni e residenti isolati. La protezione civile ha lavorato per tutta la notte con i mezzi anfibi per soccorrere la popolazione.

Altra situazione critica a Stabbia nel comune di Cerreto Guidi, con zone ancora senza elettricità e connessione. A Pistoia vari allagamenti nei comuni della provincia a causa di esondazioni di torrenti: Pistoia, Agliana, Quarrata e Serravalle Pistoiese colpiti da allagamenti a causa degli affluenti dell’Ombrone. A Lamporecchio, Larciano e Monsummano Terme situazione di vari allagamenti. Frane sul San Baronto. A Calcinaia 30 famiglie evacuate, 6 famiglie a San Miniato. A Pontedera l’allagamento più importante che ha colpito anche l’accesso dell’ospedale di Pontedera: “la situazione è in via di risoluzione”.

Scuole chiuse a Prato
Resteranno chiuse anche domani le scuole di ogni ordine e grado del territorio di Prato, anche se dai primi sopralluoghi effettuati già ieri sera dalla Protezione civile e dai tecnici del Comune non sono state evidenziate particolari criticità, soprattutto in relazione alla grave situazione che sta vivendo tutta la città e la provincia: ci sono infiltrazioni da molti controsoffitti, ma il problema maggiore è rappresentato dall’allagamento delle strade e di molte zone che non permette di raggiungere gli edifici scolastici per verificare la situazione, soprattutto nella zona nord, come le primarie di Figline e di Pacciana.

Al momento non è possibile stabilire quali scuole potranno riaprire lunedì. “Siamo in costante contatto da ieri con i presidi e con loro abbiamo condiviso la situazione nelle scuole, la collaborazione è massima, l’Amministrazione comunale tutta e i nostri tecnici sono tutti mobilitati – dice l’assessore alla Pubblica Istruzione Ilaria Santi e chiediamo anche alle famiglie di collaborare con comportamenti di prudenza e solidarietà in un situazione così straordinaria per Prato, mai successa”.

Anche a Prato, fa sapere all’Adnkronos il sindaco Matteo Biffoni, ci sono una ventina di persone sfollate. “Le abbiamo accompagnate fuori dalle loro abitazioni perché c’era il pericolo di una valanga. Chi ha potuto è rientrato a casa, chi non ce l’ha fatta si è fermato da parenti e amici”.

Presunti abusi su studenti, a giudizio docente ed ex dirigente

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Sono stati rinviati a giudizio il docente B.A.G. accusato dalla Procura della Repubblica di Cosenza di aver molestato sessualmente alcune studentesse del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero e l’ex dirigente scolastica I.M., alla quale è stato contestato il reato di omissioni d’atti d’ufficio.

Lo ha deciso stamani il gup di Cosenza Manuela Gallo. Il processo avrà inizio il prossimo 11 gennaio 2024.

La vicenda risale al febbraio dello scorso anno – i fatti sarebbero accaduti in un periodo precedente – ed è nata dalla denuncia di alcune studentesse che hanno riferito agli investigatori di avere subito presunte molestie sessuali da parte del docente mentre erano a scuola. Dopo le denunce, la comunità studentesca si era mobilitata occupando la scuola per alcune settimane.

Le ipotesi di reato a carico del docente sono violenza sessuale, tentata violenza sessuale, molestie sessuali e tentata estorsione.

Nei confronti dell’ex dirigente scolastica, oggi in pensione, l’accusa è di omissione di atti d’ufficio poiché , in qualità di pubblico ufficiale e pur essendone a conoscenza, avrebbe omesso di denunciare i fatti.

Le indagini erano state avviate dai carabinieri della Compagnia di Cosenza dopo le denunce presentate dalle studentesse che sarebbero state molestate dal professore. In particolare, le ragazze che avrebbero subito le molestie sono quattro, tutte minorenni all’epoca dei fatti.

Sequestrano e picchiano ragazzo per estorcergli denaro, arrestati

Carabinieri Vibo Valentia

I carabinieri hanno arrestato, a Vibo Valentia, due uomini ed una donna per sequestro di persona, porto di armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà. Avrebbero attirato in trappola un ragazzo, finendo per picchiarlo violentemente.

Tutto è iniziato da un’amicizia nata sui social tra la vittima e la donna, a cui è seguito un incontro di persona.

Poi l’invito a casa per proseguire la serata e qui la scoperta di essere stato attirato in un a trappola. Il giovane, infatti, si sarebbe trovato di fronte il figlio della donna che lo avrebbe stordito con un colpo di bastone alla nuca e poi, con l’aiuto della madre, l’avrebbe legato ad una sedia, percosso ripetutamente e seviziato con un’arma da taglio.

Il tutto per costringerlo a rivelare la password del bancomat e eventuali depositi di denaro contante nella sua abitazione. Il giovane ha ceduto e a questo punto sarebbe entrato in scena un altro soggetto che avrebbe accompagnato la donna, prima a casa della vittima dove sarebbero stati asportati asportati 2.500 in contanti e poi in una filiale bancaria di Vibo Valentia per un prelievo. Solo a questo punto il malcapitato sarebbe stato liberato dal terzetto e minacciato di non raccontare nulla dell’accaduto per evitare ritorsioni.

Una volta libero il giovane ha incontrato una pattuglia dei carabinieri che si è fermata a prestare soccorso raccogliendo una dettagliata denuncia. I militari, coordinati dal procuratore di Vibo Camillo Falvo e dal pm titolare del procedimento, hanno iniziato a verificare i fatti trovando riscontri sia visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza che monitorando i profili social dei presunti autori del sequestro e dell’aggressione. Valutati gli elementi raccolti, e la loro straordinaria gravità, la Procura ha emesso un decreto di fermo eseguito dai carabinieri della Compagnia di Vibo.

I presunti autori delle violenze sono stati portati in carcere. La vittima ha riportato lesioni, fra cui la frattura del setto nasale, giudicate guaribili in 45 giorni.

Genocidi a Gaza, Guterres si dice “sconvolto” ma non invia i Caschi blu di pace. Perché?

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è sconvolto dagli attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira il campo profughi di Jabalia nella Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere il suo portavoce, Stephane Dujarric. Gli aerei da guerra israeliani hanno commesso due massacri nel campo di Jabalia nelle ultime 24 ore, provocando l’uccisione e il ferimento di centinaia di cittadini, la maggior parte dei quali erano bambini e donne.

Guterres “è sconvolto dall’escalation di violenza a Gaza, compresa l’uccisione di palestinesi, tra cui donne, bambini, e gli attacchi aerei israeliani nelle aree residenziali del campo profughi densamente popolato di Jabalia”, ha detto citato dall’agenzia Wafa.

Il segretario delle Nazioni unite ha ribadito che tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario, compresi i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione. Il portavoce ha aggiunto che il capo dell’ONU chiede la fine delle violenze a Gaza. Chiacchiere al vento, potremmo dire.

Le Nazioni Unite hanno inviato i caschi blu dell’ONU in missioni di pace per molto ma molto meno che non per massacri di portata genocida come quella che Israele sta infliggendo ad un popolo inerme come quello palestinese il quale da oltre mezzo secolo deve subire massacri e soprusi da governi sionisti invasori.

Cosa deve succedere affinché l’inutile e costoso carrozzone dell’ONU invii in Medio Oriente i contingenti di pace? E’ forse ostacolato o frenato dalla potentissima lobby sionista? Se sì, allora si dimetta e lasci l’incarico a qualcuno che sappia onorare l’impegno di difendere, in questo caso, i popoli massacrati da Israele.

Intelligenza artificiale, Elon Musk: “Grande minaccia per l’umanità, serve arbitro terzo”

“L’Intelligenza Artificiale è una grande minaccia per l’umanità”. Lo ha detto Elon Musk, proprietario di SpaceX, X e Tesla, al summit globale sull’intelligenza artificiale, in Gran Bretagna.

Secondo Musk, è necessario un consenso internazionale su come sviluppare un quadro per regolamentare il settore. “Eccoci qui, per la prima volta nella storia dell’umanità, con qualcosa che sarà molto più intelligente di noi. Quindi non è chiaro se possiamo controllare una cosa del genere. Ma penso che possiamo aspirare a guidarla in una direzione che sia utile per l’umanità”, afferma, sottolineando quanto sia necessario “un arbitro terzo, un arbitro indipendente, che possa osservare cosa stanno facendo le principali aziende di intelligenza artificiale”.

Sangue nella notte di Halloween, morti due ragazzi in un incidente a Milano

Grave incidente stradale all’alba, dopo le 5 del mattino, in viale Forlanini, a Milano, in cui sono state coinvolte 12 persone a bordo di tre auto. Pesante il bilancio: Due i morti e dieci feriti: a lasciarci la vita sono un ragazzo di 26 anni, Luigi Giallonardi, che si trovava alla guida di un veicolo, è morto sul colpo; un secondo ragazzo, di 24 anni, Bennardo Pagano, che viaggiava sulla stessa auto, è deceduto dopo essere stato trasportato all’ospedale San Raffaele.

L’incidente è avvenuto all’altezza di via Taverna dove c’è lo svincolo in direzione dell’aeroporto di Linate. Tre persone sono state portate in ospedale in codice giallo mentre altre hanno rifiutato il trasporto in ospedale. Nel sinistro sono state coinvolte tre auto: una Peugeot, una Golf e una Opel. Le vittime si trovavano sulla Peugeot. Erano di ritorno da una festa di Halloween in un locale non distante dal luogo del tragico tamponamento.

Oltre ad essere positivo all’alcol-test è anche privo della patente di guida l’uomo di circa 30 anni che avrebbe scatenato il primo dei due tamponamenti avvenuti in viale Forlanini a Milano all’alba, a seguito dei quali hanno perso la vita due giovani.

Lo ha stabilito la Polizia locale di Milano che sta conducendo le indagini sullo schianto in cui sono state coinvolte tre auto. L’uomo che guidava senza patente viaggiava sulla Golf che ha tamponato a grande velocità la Opel sulla quale viaggiava una famiglia. L’auto con a bordo i sei giovani è arrivata subito dopo sempre a grande velocità.

La bambina e i suoi genitori sono riusciti ad uscire dalla loro auto mettendosi in salvo su un’altra corsia. Nel frattempo, sempre ad una velocità molto sostenuta, è arrivata in viale Forlanini una terza auto dove viaggiavano i due giovani che sono deceduti. Il loro mezzo si è scontrato contro il veicolo dove viaggiava la famiglia che fortunatamente era vuoto.

Lo scontro ha portato alla morte sul colpo di uno dei due giovani mentre l’altro è deceduto dopo circa un’ora all’ospedale San Raffaele di Milano. L’auto che ha tamponato per prima è quella su cui si stanno svolgendo gli accertamenti, dato che l’uomo che la guidava risulta avere precedenti ed era positivo all’alcol test. Inoltre sono in corso le verifiche sui suoi documenti.

Erano tutti giovani tra i 18 e 26 anni e viaggiavano in 6 su una Peugeot i giovani che sono stati coinvolti nel grave tamponamento di questa mattina. Sulla Peugeot c’erano i due ragazzi che sono morti, e altre quattro persone che si trovavano probabilmente sui sedili posteriori e che rientravano a casa dopo un party di Halloween.

Le altre due vetture coinvolte sono una Golf che sarebbe l’auto che ha provocato l’incidente dove viaggiavano l’uomo positivo all’alcol test, su cui si stanno facendo degli accertamenti, e una donna, e ancora non è chiaro se su questa auto c’erano altre persone. La terza auto coinvolta è una Opel dove viaggiava la famiglia rimasta illesa dopo il tamponamento subito dalla Golf che era arrivata a grande velocità, la mamma e il papà di 48 anni e una bimba di 8 anni rimasti illesi.

La Cassazione annulla condanna per un omicidio di venti anni fa

La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui la Corte d’assise d’appello di Catanzaro, nell’ottobre del 2022, aveva condannato Peppino Daponte, di 63 anni, a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Pietro Bucchino, di 32 anni, avvenuto nell’ottobre del 2003 a “Sambiase” di Lamezia Terme.

L’annullamento è stato deciso in accoglimento del ricorso che era stato presentato dai difensori di Daponte, gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino e Renzo Andricciola. Il Procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna.

Bucchino fu ucciso in un agguato con cinque colpi di pistola calibro 38 sparati da distanza ravvicinata mentre si trovava accanto alla sua automobile, lungo una strada sterrata in località “Savutano”.

L’omicidio sarebbe maturato in un contesto mafioso e sarebbe stato ordinato, secondo la tesi accusatoria sostenuta dalla Dda di Catanzaro, dalla cosca di ‘ndrangheta Iannazzo-Cannizzaro-Daponte allo scopo di punire Bucchino, secondo quanto è detto nel capo d’imputazione, “dal momento che la vittima tendeva ad agire in maniera autonoma e indisciplinata, vessando soggetti sottoposti alla protezione e al controllo estorsivo del gruppo criminale”.

Raid aereo israeliano in un campo profughi di Gaza, un altro massacro di palestinesi

Un nuovo massacro è stato compiuto ieri, martedì 31 Ottobre, dall’esercito israeliano in un campo profughi, Jabalia, nel nord di Gaza. Le immagini sono raccapriccianti come impressionanti sono quelle degli edifici rasi al suolo con missili da guerra distruttivi che non mirano a colpire Hamas, ma l’intera popolazione palestinese rimasta.

Secondo fonti dei miliziani citati da alcune testate online nell’attacco israeliano al campo profughi di Jabalia sono morti anche sette ostaggi, tra cui tre stranieri. Non si hanno tuttavia conferme al proposito.

Martedì 31 ottobre, Israele ha confermato che i suoi aerei hanno effettuato l’attacco al campo profughi di Jabalia, a Gaza, con il pretesto che in alcuni edifici vi fossero militanti di Hamas. Le immagini mostrano i sopravvissuti che cercano le vittime tra le macerie. Gli attacchi aerei israeliani hanno raso al suolo interi palazzi, almeno una ventina. provocando dozzine di vittime e centinaia di feriti.

Ufficialmente, almeno 50 persone hanno perso la vita, ma le vittime potrebbero essere oltre 120, forse più, sotto le macerie. Per l’Unicef la Striscia di Gaza è “un cimitero di bambini”.

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