11 Ottobre 2024

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Uomo ucciso a San Ferdinando, fermato presunto autore omicidio

Macabro a Cirò Marina, neonato trovato sotterrato nel giardino di casaSi è costituito ai carabinieri di Rosarno il presunto autore dell’omicidio di Domenico Pangallo, di 58 anni, il cui cadavere, con lesioni da percosse al volto e alla testa, è stato trovato per strada a San Ferdinando nella tarda serata del 26 giugno scorso.

Si tratta di Giuseppe Cacciola, di 33 anni, a cui i carabinieri della Compagnia e del Gruppo di Gioia Tauro hanno notificato un decreto di fermo emesso due giorni fa dal pm Giorgio Panucci della Procura di Palmi diretta da Ottavio Sferlazza.

Dalle indagini è emerso che Pangallo era stato indotto con l’inganno a recarsi a San Ferdinando a casa della moglie di Cacciola, a cui era legato da una relazione virtuale. Una volta entrato, l’uomo, secondo l’accusa, è stato ripetutamente percosso con schiaffi e calci al volto ed ai fianchi da Cacciola per poi essere trascinato, esanime, sulla strada, a pochi metri dall’ingresso dell’abitazione dell’indagato. Cacciola, di cui erano subito cominciate le ricerche, si è reso irreperibile fino a stasera.

Nasconde al fisco 4 milioni di euro ed evade tasse. Sequestro a impresa

Guardia d finanza Reggio CalabriaUn’azienda informatica ha nascosto al fisco quasi 4 milioni di euro di ricavi incassati sei anni fa, evadendo imposte e iva. Così i Finanzieri della Compagnia di Palmi, che hanno avviato controlli nell’ambito del contrasto all’evasione fiscale, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni, emesso dal giudice del locale Tribunale, nei confronti dell’impresa e del suo legale rappresentante, fino a concorrenza di una somma pari a circa 900.000 euro.

Il provvedimento, eseguito dalle Fiamme gialle, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, scaturisce dagli esiti di una verifica fiscale, a conclusione della quale è emerso che l’impresa controllata, nell’anno 2013, ha occultato al fisco ricavi per circa 3.850.000 euro, con conseguente evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi.

Sulla scorta di tali risultanze, tenuto conto che l’imposta evasa è risultata superiore alle soglie previste dalla normativa, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di conti correnti, quote societarie, beni mobili registrati e beni immobili.

Uomo morto investito da un treno sulla Reggio-Melito. Forse suicidio

Uomo morto investito da un treno sulla Reggio-Melito. Forse suicidioUn uomo di cui non si conosce ancora l’identità è morto stamani investito da un treno locale nei pressi della stazione Reggio Calabria Omeca, sulla linea Ionica. Secondo una testimonianza, si tratterebbe di un suicidio.

L’uomo, secondo il testimone oculare, sarebbe stato visto buttarsi sui binari al passaggio del regionale 23896 Reggio-Melito. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polfer e della scientifica ed il magistrato di turno.

A causa dell’incidente, il traffico ferroviario è stato chiuso e Trenitalia ha attivato un servizio sostitutivo di bus tra le stazioni di Reggio Calabria e Melito Porto Salvo.

Il tratto è stato riaperto dopo alcune ore, quando l’autorità giudiziaria ha dato l’autorizzazione in seguito alla rimozione del cadavere e all’espletamento dei rilievi.

Sea Watch sperona motovedetta Gdf, comandante arrestata: sbarcati i migranti

La comandante della Sea Watch arrestata Carola Rackete (Ansa)

La comandante della nave Sea Watch, Carola Rackete, è stata arrestata all’alba per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tentato naufragio e violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione.

L’arresto è avvenuto contestualmente allo sbarco dei 40 migranti a Lampedusa dopo che la comandante aveva forzato nei giorni scorsi il divieto di ingresso in acque italiane e per questo ieri iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per i reati citati.

La comandante ha speronato una motovedetta delle Fiamme Gialle nel tentativo di arrivare in banchina. All’arrivo in porto, la quarantina di clandestini a bordo sono sbarcati, la donna arrestata, mentre gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia hanno sequestrato l’imbarcazione.

“Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti: incredibile”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

E’ stato il comandante della tenenza di Lampedusa delle Fiamme Gialle, luogotenente Antonino Gianno, a prelevare personalmente la comandante a bordo della Sea Watch con l’ausilio di altri 4 finanzieri. I militari le hanno notificato in caserma il verbale di arresto. La comandante della Sea Watch potrebbe adesso essere trasferita nel carcere di Agrigento in attesa delle decisioni della Procura di Agrigento che coordina l’inchiesta.

La nave della ong tedesca, ma con bandiera olandese, era da quindici giorni al largo. Ha prelevato i clandestini in Libia per dirigersi direttamente in Italia. Negli ultimi giorni ha forzato l’alt intimato dalla guardia di finanza e stamane ha fatto rotta in porto speronando la nave dei finanzieri. I migranti, dopo l’identificazione, dovrebbero andare in vari paesi europei tranne che in Olanda, paese bandiera della nave, che aveva fatto sapere di non prendere nemmeno un immigrato.

Mongrassano, donna scivola in un burrone e muore

Mongrassano, donna scivola in un burrone e muoreIl cadavere di una donna di 70 anni è stato trovato in un dirupo nel comune di Mongrassano. A denunciarne la scomparsa sono stati i figli che non trovandola a casa, sono andati dai carabinieri per fare una denuncia.

Le ricerche sono state indirizzate subito nei luoghi che la donna frequentava abitualmente per raccogliere erbe selvatiche, in zone impervie.

Le cause della morte le stabilirà il medico-legale nominato dalla Procura di Cosenza, ma secondo le prime ipotesi, l’anziana potrebbe essere scivolata finendo nel burrone dove è stato trovato il corpo, in una zona a ridosso dell’ex strada che collegava Mongrassano a Cavallerizzo, vicina al cimitero del piccolo comune arbereshe.

Sea Watch, indagata la comandante della nave “pirata”

Sea-Watch
Ansa

La comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, è indagata dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra, secondo quanto previsto dal codice della navigazione. L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta dopo l’acquisizione dell’annotazione della Guardia di finanza.

La nave della Ong tedesca, battente bandiera olandese, aveva deciso di forzare il divieto di ingresso intimato dalla Guardia di finanza, ed è entrata in acque territoriali italiane e si trova al largo di Lampedusa con a bordo decine di migranti.

Fonti della Farnesina confermano che a seguito del lavoro svolto – su istruzioni del ministro Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea – Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e altri stati membri dell’Ue sono disponibili ad accogliere migranti imbarcati sulla nave Sea Watch.

Genova, demolito il ponte Morandi. Via alla ricostruzione

Un momento dell’implosione controllate di ciò che rimaneva del ponte Morandi (Ansa)

Con un sordo boato, alle 9:37 di venerdì la dinamite e il plastico collocati su piloni e stralli delle pile 10 e 11 dell’ex viadotto Morandi hanno fatto collassare la struttura a Genova. A 11 mesi dalla tragedia che ha sconvolto Genova e il mondo intero, in cui morirono 43 persone, nella zona est del cantiere lungo il Polcevera può definitivamente partire la ricostruzione.

Forte emozione da parte del sindaco Marco Bucci che con il governatore Giovanni Toti e i ministri dell’Interno Matteo Salvini, dello sviluppo economico Luigi Di Maio e della Difesa Elisabetta Trenta ha assistito all’implosione controllata.

Le operazioni di ‘implosione controllata’, guidata dall’esperto esplosivista Danilo Coppe, sono avvenute nel rispetto dei modi e dei tempi annunciati.

Una leggera brezza di mare ha soffiato nell’area di ponte Morandi ed ha spinto la enorme nuvola di polvere provocata dalla caduta delle pile verso i monti. In pochi minuti la nube si è dissolta dall’area del cantiere e si è dispersa verso le colline della valle Polcevera. Gli idranti continuano a buttare acqua sulle macerie.

“E’ andato tutto secondo programma. Ritardo dovuto alla segnalazione di una persona in un appartamento. Alle 9,37 il ponte e venuto giù”, ha detto il sindaco e commissario Marco Bucci ringraziando “tutti quelli che hanno lavorato. Un grande lavoro che va riconosciuto”.

“Sono totalmente fiducioso” sulla ricostruzione, ha detto il vicepremier Matteo Salvini dopo la demolizione delle pile. (a.a.)

Concorsi truccati all’università, sospeso il rettore di Catania e 9 professori

Concorsi truccati all'università, sospeso il rettore di Catania e 9 professoriIl rettore di Catania, Francesco Basile, e altri nove professori sono stati sospesi dal servizio dal Gip del tribunale su richiesta della procura di Catania perché ritenuti responsabili di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta.

Al centro delle indagini condotte dalla Digos e coordinate dalla Procura etnea ci sono 27 concorsi ritenuti truccati. Sono complessivamente 40 i professori indagati degli atenei di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

L’ordinanza della misura interdittiva è stata eseguita da personale della polizia di Stato. I nove docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università di Catania. La polizia di Stato sta eseguendo 41 perquisizioni nei confronti dei 40 professori indagati.

L’inchiesta, denominata “Università Bandita”, nasce da indagini avviate dalla Digos della Questura di Catania su 27 concorsi che per l’accusa sono stati “truccati”. E in particolare riguardano l’assegnazione di 17 posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore.

Sea Watch, la Ong forza il blocco ed entra in Italia. Vertice tra Conte e Rutte

Sea Watch, la Ong forza il blocco ed entra in Italia. Vertice tra Conte e Rutte
Ansa

Sea Watch ancora al centro del dibattito politico. Dopo aver forzato il posto di blocco della finanza la comandante della nave è entrata in acque territoriali italiane fermandosi al largo di Lampedusa con qualche decina di migranti a bordo. Una prova di forza che non è piaciuta al premier Giuseppe Conte che ha definito il comportamento del capitano “inaudito”.

E a margine del G20 c’è stato un lungo colloquio tra il premier Conte e il collega olandese Mark Rutte, tutto dedicato alla vicenda della nave battente bandiera olandese.

Dopo il niet della Corte per i diritti umani cui si era rivolta la comandante con i migranti, il Governo italiano ha compiuto un passo formale nei giorni scorsi con l’Ambasciatore all’Aja e punta a verificare eventuali omissioni da parte dei Paesi Bassi.

Intanto, ieri sera evacuazione d’urgenza medica per uno dei migranti; fatto sbarcare dalla nave anche un minore che viaggiava con lui.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva detto che era giusto come una nave tedesca con bandiera olandese portasse i clandestini a Berlino e Amsterdam, ha avuto modo di tornare ancora sull’argomento: “Mi si dica dove vanno i migranti e firmo per lo sbarco. Troppe volte sono stati presi impegni poi non mantenuti”.

Terrorismo, arrestato un foreign fighter italo-marocchino

Inneggiavano a Daesh, espulsi 5 macedoni a Gorizia
Miliziani di Daesh

Un foreign fighter italo-marocchino, Samir Bougana, è stato arrestato in Siria dalla Polizia nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Brescia dal 2015. L’uomo è già in Italia, arrivato ieri sera dalla Siria.

A riportare in Italia il 25enne c’erano i vertici della Digos di Brescia che hanno condotto l’indagine. Il giovane, nato a Gavardo, nel Bresciano ha vissuto in Italia fino a 16 anni soprattutto nelle province di Mantova e Cremona. Poi il trasferimento con la famiglia in Germania.

Nei confronti del 25enne, che ha combattuto prima con le milizie vicine ad Al Qaeda e successivamente con l’Isis, pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo.

L’italo-marocchino aveva raggiunto i teatri di guerra nel 2013 partendo dalla Germania, dove si era trasferito e dove si era radicalizzato entrando a contatto con ambienti integralisti islamici.

E sono state proprio le autorità tedesche ad inviare una segnalazione all’Antiterrorismo della Polizia: gli agenti di Berlino avevano iniziato infatti ad indagare sulla moglie di Bougana, una donna di origine turca che si era trasferita anche lei in Siria.

Cosenza, spaccio di droga fra minorenni: 4 giovani in comunità

I Carabinieri del comando provinciale di Cosenza, con il supporto del nucleo cinofili dei cacciatori di Calabria, hanno eseguito 4 ordinanze di misura cautelare di collocamento in comunità nei confronti di altrettanti giovani, di cui 3 minorenni, ritenuti responsabili a vario titolo di detenzione e cessione aggravata di sostanze stupefacenti. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale per i minorenni di Catanzaro su richiesta della omonima Procura della Repubblica.

L’attività investigativa, sviluppatasi fra il Novembre 2018 al Febbraio 2019 e condotta dai militari della compagnia di Cosenza, ha avuto inizio da un approfondimento investigativo condotto a seguito di una rapina risalente all’Ottobre 2018 ed avente quale movente il recupero di somme di denaro per ripianare dei debiti contratti nell’ambito dello spaccio di droga. Si tratta di filone d’indagine che, attraverso attività tecniche nonché tradizionali, ha permesso di ricostruire numerosi episodi di spaccio di droga intercorsi con altri soggetti, anche maggiorenni.

Dalle indagini è emersa – grazie anche alle coraggiose dichiarazioni rese ai Carabinieri dai giovani coinvolti -, una fitta rete di contatti finalizzati ad incontri, con cadenza quasi giornaliera, per la compravendita di droga in varie piazze di spaccio tutte concentrate a Cosenza: via XXIV Maggio alle “Colonne”, piazzale dell’Autostazione, il centro “Rialzo”, villa Giulia e parco Luigi de Matera, nonché due istituti scolastici cittadini dove si arrivava a spacciare approfittando dell’orario della ricreazione.

Scrive il gip nell’ordinanza che “l’assidua frequentazione fra gli indagati dimostra come gli stessi spesso pianificassero incontri per supportarsi nella gestione dei propri individuali traffici al fine di reperire risorse da reinvestire in riacquisti della sostanza, in una piena, reciproca consapevolezza dei rispettivi affari e con forme di solidaristico supporto che, valgono a dimostrare la diffusività dell’azione realizzata da ciascuno”.

Nel complesso nell’ambito dell’attività investigativa sono stati effettuati 5 riscontri nei quali gli indagati venivano sorpresi non solo con sostanza stupefacente al seguito, ma anche con materiale da taglio e confezionamento, recuperati complessivamente 85 grammi di marijuana ed 11 grammi di hashish. Sono stati inoltre cristallizzati ben 62 episodi di cessione di hashish e marijuana, identificati 23 assuntori, dei quali 12 minori.

Perde la testa per figlia dell’amico e la perseguita, in carcere per stalking

Volante della PoliziaHa tentato di sfuggire alla cattura nascondendosi sopra un armadio nella sua abitazione, ma gli agenti della Questura di Crotone lo hanno ugualmente rintracciato e arrestato. Maurizio Pugliese, di 53 anni, è accusato di stalking nei confronti di una 28enne, figlia di un suo amico, di cui si era invaghito.

Secondo l’accusa l’ha ossessionata con pedinamenti, violenze verbali, minacce sui social, fino ad appiccare un incendio nella sua abitazione. Nell’occasione si era portato dietro la figlia di 10 anni facendole fare il “palo”.

Solo l’intervento delle Volanti e dei Vigili del fuoco impedì che il rogo divampasse violentemente. La donna, costretta a lasciare la propria casa, ha sporto denuncia agli agenti delle Volanti e nei confronti di Pugliese – già noto alle forze dell’ordine per reati quali violenza sessuale, riduzione in schiavitù, sequestro di persona – è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ma l’uomo si era reso latitante. La Squadra mobile, infine, l’ha individuato nella sua abitazione.

Cadavere trovato in strada a San Ferdinando, è omicidio

Palermo, uccide il vicino per la biancheria stesaUn uomo è stato ucciso la notte scorsa a San Ferdinando. Sono stati i carabinieri, dopo una segnalazione al 112, a trovare, per strada, la notte scorsa, il cadavere di Domenico Pangallo, di 58 anni, di Roccaforte del Greco.

Da un primo esame esterno condotto dal personale del 118 intervenuto per constatarne il decesso, sono emerse lesioni da percosse al volto ed al cranio, probabilmente procurate con oggetti contundendi.

Sull’episodio hanno avviato le indagini i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, coordinate dalla Procura di Palmi, per cercare di individuare il responsabile del pestaggio mortale e il movente di tanta ferocia. Si indaga anche sul perché Pangallo si trovasse a San Ferdinando.

Faida Decollatura, sequastrati beni agli Scalise

guardia di finanza catanzaroBeni per circa un 1,2 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme a Pino e Luciano Scalise e a quattro eredi di Daniele Scalise, ritenuti appartenenti all’omonima cosca di ‘ndrangheta di Decollatura (Catanzaro).

I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della DDA del capoluogo. I destinatari, secondo gli inquirenti, si contrappongono alla cosca Mezzatesta nella cosiddetta faida del Reventino scoppiata di fatto con il duplice omicidio, in un bar di Decollatura, di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, proseguita con quelli di Daniele Scalise e Luigi e Aiello e culminata con gli omicidi dell’avvocato Francesco Pagliuso davanti la sua abitazione di Lamezia e poi di Gregorio Mezzatesta, freddato davanti le Ferrovie a Catanzaro. Per gli omicidi di Pagliuso e Mezzatesta è in carcere Marco Gallo, ritenuto un killer su commissione.

Il tutto nel contesto svelato dall’operazione “Reventinum”. La misura adottata oggi riguarda 9 fabbricati, 11 veicoli e sei terreni. E’ stato dimostrato dai finanzieri che il valore dei beni è sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e al tenore di vita degli interessati.

Invece di lavorare andavano al bar e in palestra, chiesto il processo per 15 LSU

Per quindici lavoratori socialmente utili impiegati con varie mansioni nel comune di San Giovanni in Fiore, è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito di una inchiesta per assenteismo della Procura di Cosenza e condotta dai carabinieri del posto i quali stamane hanno notificato il provvedimento agli indagati.

La procura cosentina contesta loro il reato di truffa continuata ai danni dello Stato. Spetta adesso al giudice presso il tribunale di Cosenza accogliere o meno la richiesta.

Il provvedimento scaturisce da un’indagine avviata dai militari nel 2018, che ha permesso di documentare, con mirati servizi di osservazione e pedinamento, diversi casi di assenteismo dal luogo di lavoro da parte di personale assunto presso il comune di San Giovanni in Fiore.

Gli indagati rientrano nella categoria dei lavoratori beneficiari delle misure di sostegno al reddito, previste dalla legge regionale numero 15/2008, individuata con progetto della Regione Calabria in convenzione con il Comune del grosso centro silano, per l’inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata. Ossia quella categoria di lavoratori, comunemente conosciuta con il termine di “Giubbe Rosse”, che nel concreto vengono impiegati per lo svolgimento di variegate mansioni socialmente utili per la comunità, quali la manutenzione e guardiania dei beni pubblici, la pulizia delle strade e delle aree verdi urbane.

L’attività investigativa dei militari di San Giovanni, ha permesso di documentare come alcuni lavoratori, seppur risultassero registrati nel sistema di controllo delle presenze, non sempre si trovavano nei posti di lavoro a loro assegnati, bensì erano soliti tornare presso le proprie abitazioni, svolgere commissioni di carattere privato nel centro abitato, talvolta soffermandosi presso bar, punti di ritrovo o centri commerciali, o addirittura, in alcuni casi, dedicarsi ad altri lavori quali la vendita ambulante di frutta e verdura.

In un caso specifico, spiegano gli investigatori, uno degli indagati si è recato presso un centro sportivo per poter fare attività fisica e tenersi in forma, al posto di svolgere le mansioni per cui era pagato dallo Stato.

Gli indagati rischiano ora il processo, condanne e il licenziamento. Da evidenziare come gli odierni “furbetti del cartellino” negli anni passati scendevano facinorosi in piazza, nel comune del governatore Oliverio, per rivendicare il “sacrosanto diritto” al lavoro, spalleggiati da politici locali e sindacalisti provinciali e regionali.

Oggi si scopre che in realtà costoro, gli LSU (o LPU, la differenza è nulla), tanto difesi dalla politica “acchiappa voti”, volevano soltanto il cosiddetto “posto fisso” per starsene comodamente a casa e spillare a fine mese lo stipendio pubblico mentre migliaia di talenti calabresi ogni anno sono costretti a emigrare altrove o all’estero per mancanza di opportunità.

‘Ndrangheta, sequestrati 2,3 milioni dopo truffa in ambito “Aemilia”

Dia antimafia
(ANSA) – BOLOGNA, 26 GIU – Una maxi truffa della ‘Ndrangheta ai danni dello Stato è stata scoperta dalla Dia di Bologna nell’ambito di un’attività nata come sviluppo investigativo dell’indagine ‘Aemilia’.

Coordinata dal procuratore Giuseppe Amato e dal sostituto Beatrice Ronchi, la Dia ha eseguito perquisizioni e sequestri di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 2 milioni e 300 mila euro nella provincia di Reggio Emilia e in Lombardia, Lazio, Campania e Calabria.

L’ingente truffa, denominata ‘Affare Oppido’, è stata orchestrata ai danni del Ministero dell’Economia e Finanze: con una sentenza falsificata che attestava un inesistente diritto risarcitorio, il dicastero è stato indotto ad accreditare a luglio 2010 una somma di oltre due milioni di euro a una società riconducibile a una famiglia di imprenditori edili calabresi da anni trapiantati nel Reggiano e considerati contigui al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano. Immobili e quote societarie sono stati occultati anche in Costa d’Avorio e Inghilterra.

Vanno a Sanremo e in tv anziché lavorare, denunciati 2 dipendenti Arcea

Vanno a Sanremo e in tv anziché lavorare, denunciati 2 dipendenti ArceaSi assentavano dal lavoro fruendo di permessi e congedi retribuiti per assistenza a persone disabili ma in realtà li utilizzavano per incombenze private, anche fuori regione, e per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi come il Festival di Sanremo.

Due dipendenti dell’Arcea, l’agenzia della Regione Calabria che si occupa delle erogazioni in agricoltura, sono stati denunciati per truffa e falso dai finanzieri della Compagnia di Sibari al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari diretta da Eugenio Facciolla.

Dalle indagini, coordinate dal pm Antonino Iannotta, è emerso che i due dipendenti, per fruire dei benefici della legge 104, avevano appositamente e fittiziamente variato la propria residenza a casa di congiunti disabili e bisognosi di assistenza. In tal modo i due avrebbero truffato sia l’Ente datore di lavoro che l’Inps, che rimborsava la quota di retribuzione anticipata dall’ente percependo indebitamente circa 23 mila euro.

Migranti, respinto da Corte Ue il ricorso della Sea Watch. Salvini: “E’ buon senso”

Migranti, respinto dalla Corte Ue il ricorso della Sea Watch. Salvini: buon senso
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E’ stato respinto il ricorso presentato dal comandante della Sea Watch 3 e dai migranti alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per chiedere all’Italia di consentire lo sbarco dei clandestini. “Anche la Corte Europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna”, commenta il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

I ricorrenti avevano invocato gli articoli 2 (diritto alla vita) e 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) della Convenzione, chiedendo di essere sbarcati subito con un provvedimento provvisorio d’urgenza per poter presentare una richiesta di protezione internazionale. La Corte ha rivolto alcune domande alle parti e ha chiesto loro di rispondere lunedì 24 giugno.

Al Governo era stato chiesto quante persone erano state già sbarcate dalla nave, il loro possibile stato di vulnerabilità, le misure previste dal Governo, nonché la situazione attuale a bordo della nave. Le domande rivolte ai richiedenti riguardavano le loro condizioni fisiche e mentali il loro possibile stato di vulnerabilità. Oggi, dopo aver esaminato le risposte ricevute, la Corte ha deciso che non c’erano sufficienti motivazioni per chiedere al Governo italiano di applicare un provvedimento provvisorio di sbarco. Tale provvedimento viene infatti concesso, precisa la Corte, “nei casi eccezionali in cui i richiedenti sarebbero esposti – in assenza di tali misure – a un vero e proprio rischio di danni irreparabili”.

“Una nave olandese – ha detto Salvini – di una ong tedesca che raccoglie migranti in acque libiche perché deve arrivare in Italia? Sono 15 giorni che stanno qui. In 15 giorni sarebbero arrivati in Olanda”, ha spiegato il vicepremier leghista. “I migranti della Sea Watch in Italia non arrivano – dichiara – non mi faccio dettare le leggi da una nave olandese e da una ong tedesca. In Italia si arriva se si ha il permesso di entrare. Se entreranno in Italia, la nave verrà sequestrata. La Sea Watch è scientemente complice dei trafficanti di esseri umani. I porti più vicini sono Malta e Tunisia. Perché devono venire in Italia? Vadano in Francia, Olanda, dove vogliono. In Italia no. E mi sembra che gli italiani apprezzino la mia linea. Se accade qualcosa a questi 42 immigrati la colpa è dei signori delle ong e dei signori del governo olandese, a cui ho scritto tre volte”.

In mattinata l’appello dei migranti: aiutateci, qui come in prigione – “Non ce la facciamo più, qui siamo come in prigione, aiutateci a sbarcare presto, a mettere i piedi giù da questa barca”. E’ l’appello lanciato dai migranti a bordo della Sea Watch 3 da 13 giorni al largo di Lampedusa. “Siamo tutti stanchi, esausti, stremati – dice uno di loro in un video della Ong postato sulla pagina facebook del ‘Forum Lampedusa solidale’ – pensate ad una persona appena uscita di prigione e fuggita dalla Libia, che ora si trova qui seduta o sdraiata. Immaginatevi come debba sentirsi questa persona”.

La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, pur avendo respinto la richiesta delle persone a bordo della Sea Watch 3, ha comunque “indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l’assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell’età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave”, ha reso noto in un comunicato stampa la stessa Corte.

Con un taglierino minaccia l’autista di un bus e i passeggeri, in manette

Con un taglierino ha minacciato il conducente di un’autobus dell’Atam a Reggio Calabria, ma è stato bloccato e arrestato dalla Polizia. Protagonista un trentottenne reggino con precedenti, A.F., che per motivi al momento sconosciuti è salito sul mezzo pubblico è si è scagliato armato contro l’autista e anche contro i passeggeri che hanno vissuto momenti di panico, per fortuna senza conseguenze.

All’arrivo degli agenti delle Volanti l’uomo è sceso dal bus e si è diretto vergo l’ingresso dell’Ufficio Postale di Gallico mentre, ancora armato del taglierino, si aggirava tra la folla brandendo la lama.

Quando i poliziotti gli hanno intimato di gettare l’arma a terra l’uomo non voleva sentire ragioni, manifestando un chiaro intento offensivo al punto che ha costretto gli agenti ad estrarre le pistole d’ordinanza.

Poco dopo i poliziotti hanno raggiunto l’obiettivo di dissuaderlo dall’azione e, approfittando di un attimo di esitazione, sono riusciti a disarmarlo e ammanettarlo. Nel corso dell’identificazione l’uomo ha dato anche false generalità.

All’esito dell’udienza di convalida l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Dovrà rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e falsa attestazione sull’identità personale. Martedì il Questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di avviso orale con prescrizioni.

Camorra, maxi blitz in Italia e all’estero: 126 arresti e sequestri per 130 milioni

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli hanno arrestato 126 affiliati ai clan Contini, Mallardo e Licciardi, facenti parte della cosiddetta “alleanza di Secondigliano”. La maxi-operazione anticamorra ha interessato non solo la provincia di Napoli e altre località del territorio nazionale, ma anche diversi stati esteri, dove i carabinieri – tramite Interpol – si sono avvalsi della collaborazione delle locali forze di polizia.

Le indagini, coordinate dalla DDA di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia ed hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione, all’usura, al riciclaggio ed altri gravi reati. Contestualmente la Guardia di finanza ha sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato dai clan, per un valore di circa 130 milioni di euro.

Di fatto sono stati ricostruiti gli assetti gerarchici interni all’alleanza di Secondigliano e sono stati documentati i numerosi reati commessi dagli affiliati, indicatori della pervicace capacità di intimidazione esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all’interno di strutture pubbliche.

Il procuratore capo Giovanni Melillo, con i vertici della polizia giudiziaria, in mattinata terrà una conferenza in Procura a Napoli

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