11 Ottobre 2024

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Blitz dei carabinieri nel centro storico di Cosenza, scoperto arsenale di armi e droga

I Carabinieri di Cosenza, nel corso di una serie di perquisizioni domiciliari nel centro storico hanno rinvenuto, occultati all’interno di una mansarda di una palazzina in piazza Spirito Santo, un ingente quantitativo di droga, diverse armi e munizioni.

In particolare, i Carabinieri, dopo aver notato un via vai inconsueto nei pressi di quella struttura, nella mattinata di lunedì, hanno effettuato, in forze, un blitz all’interno, partendo da alcuni appartamenti, fino ad arrivare nel sottotetto, dove dopo aver forzato la porta di ingresso, si sono trovati di fronte ad un vero e proprio arsenale.

Nello specifico, veniva trovato un Ak47 avente matricola abrasa, con un enorme quantitativo di munizionamento da guerra, 10 pistole, di ogni tipologia a marca, tutte avente matricola punzonata, dotate di caricatori e colpi di ogni calibro. Inoltre, all’interno di una borsa venivano trovati diversi involucri contenenti cocaina, per un peso complessivo di circa 1,5 kg.

Le armi, prelevate con le dovute modalità, al fine di preservare eventuali impronte o tracce biologiche, spiega una nota dei militari, saranno inviate al Ris di Messina per essere sottoposte ad accertamenti balistici, per verificare se siano state utilizzate in episodi criminosi. La particolarità del rinvenimento è anche data dalla presenza della AK 47 e del relativo munizionamento da guerra che consente all’arma una potenza di fuoco estremamente elevata.

Estorsioni e droga, colpo a sodalizio vicino al clan Procopio-Mongiardo

blitz carabinieri

Stroncato un traffico di stupefacenti nel catanzarese. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della locale Dda, nei confronti di un sodalizio ritenuto vicino a cosche di ‘ndrangheta.

L’operazione coinvolge 25 indagati, (9 in carcere, 8 ai domiciliari, ai restanti obbligo di dimora), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’essere composta da più di dieci associati e da soggetti dediti all’uso di sostanze stupefacenti, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.

I destinatari del provvedimento sono:
1. ARENA Antonio, cl.’ 81 (custodia cautelare in carcere);
2. BERTUCCI Ernesto, cl.’80 (custodia cautelare in carcere);
3. CORAPI Giuseppe, cl.’83 (custodia cautelare in carcere);
4. PONZO Romano, cl.’71 (custodia cautelare in carcere);
5. PROCOPIO Carmine, cl.’87 (custodia cautelare in carcere);
6. PROCOPIO Domenico, cl.’64 (custodia cautelare in carcere);
7. SCICCHITANO Sergio, cl.’79 (custodia cautelare in carcere);
8. SPADEA Domenico, cl.’92 (custodia cautelare in carcere);
9. VONO Carmela, cl.’74 (custodia cautelare in carcere);
10. ARENA Matteo, cl.’93 (arresti domiciliari);
11. AVERSA Alessandro, cl.’73 (arresti domiciliari);
12. CODISPOTI Giuseppe, cl.’94 (arresti domiciliari);
13. GRANDE Francesco, cl.’95 (arresti domiciliari);
14. GREGORACI Annamaria, cl.’95 (arresti domiciliari);
15. GREGORACI Giovanni, cl.’94 (arresti domiciliari);
16. IERACE Roberto, cl.’94 (arresti domiciliari);
17. LIOI Salvatore, cl.’86 (arresti domiciliari);
18. CAMPAGNA Raffaele, cl.’91 (obbligo di dimora);
19. LONGO Stefano, cl.’89 (obbligo di dimora);
20. PACICCA Vincenzo, cl.’82 (obbligo di dimora);
21. PROCOPIO Salvatore, cl.’90 (obbligo di dimora);
22. SANTISE Giuseppe, cl.’90 (obbligo di dimora);
23. SPADEA Saverio, cl.’67 (obbligo di dimora);
24. TASSONE Sergio, cl.’92 (obbligo di dimora);
25. VERDIGLIONE Marco, cl. 95 (obbligo di dimora).

L’indagine, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Soverato con il supporto delle Stazioni Carabinieri di Gasperina e Davoli, è stata avviata nell’estate del 2016 a seguito dell’analisi di alcune attività anti-droga eseguite nel corso di ordinari servizi di controllo del territorio.

Le investigazioni hanno permesso di documentare la gestione organizzata dell’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) da parte del sodalizio nei comuni catanzaresi di San Sostene, Davoli, Montepaone e Gasperina. Secondo quanto emerso dalle indagini, il leader del gruppo era Domenico Procopio, allo stato ritenuto reggente della cosca di ‘ndrangheta Procopio – Mongiardo.

Secondo l’accusa, l’uomo, tramite i propri adepti, manteneva costanti contatti con soggetti riconducibili alle cosche Strangio di San Luca e Gallace di Guardavalle, funzionali all’approvvigionamento di stupefacente.

È stato inoltre accertato l’impiego di parte dei proventi illeciti per il sostentamento di detenuti per associazione di tipo mafioso, appartenenti alla menzionata cosca di ‘ndrangheta Procopio-Mongiardo, reclusi in diversi istituti penitenziari del territorio nazionale.

Nel corso delle indagini, sono state tratte in arresto in flagranza di reato ulteriori 12 persone, sequestrando oltre 7 chilogrammi di stupefacente di vario genere (cocaina, hashish e marijuana).
Nella mattinata odierna, all’esito delle perquisizioni domiciliari, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato due indagati, trovati in possesso di oltre 160 grammi di sostanze stupefacenti.

Le indagini dei militari sono state coordinate dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, e dai pm Debora Rizza e Alessandro Prontera.

Fuga di gas provoca il crollo di una palazzina, un morto, un disperso e tre feriti gravi

Un uomo di 68 anni è morto nell’esplosione avvenuta la notte scorsa in una palazzina a Portoferraio, all’isola d’Elba (Livorno). A causa di una fuga di gas l’edificio è crollato.

All’appello manca ancora la moglie della vittima, il cui corpo è stato recuperato sotto le macerie dai pompieri.

La coppia risulta residente a Livorno ma andava spesso all’appartamento che possedeva all’Elba, in via de Nicola, come spiegano i carabinieri anch’essi subito arrivati sul posto. Nell’isola, per le ricerche della donna dispersa sono sbarcate poco fa anche le unità cinofile dei vigili del fuoco da Livorno.

I caschi rossi che stanno ancora operando sul posto con cinofili e squadre Usar specializzate nella ricerca tra le macerie, hanno estratto vive tre persone che fanno parte di un’altra famiglia, residente a Portoferraio: sono una coppia di anziani genitori e la figlia di 46 anni.

Due delle persone ferite sono state ricoverate in gravi condizioni al centro grandi ustionati dell’ospedale di Cisanello di Pisa dopo avere riportato ustioni estese e profonde su gran parte del corpo.

I medici li stanno monitorando costantemente per seguire l’evoluzione del quadro clinico che viene definito “molto critico”. I due feriti, di 76 e 46 anni, sono arrivati con l’elisoccorso già in condizioni gravi e la situazione non è migliorata. La 75enne è stata invece ricoverata all’ospedale di Livorno, nel reparto di neurochirurgia.

Appalti pilotati, arrestato un sindaco nel foggiano

(ANSA) – APRICENA (FOGGIA), 23 LUG – Il sindaco di Apricena, Antonio Potenza, esponente della Lega, è stato arrestato e posto ai domiciliari insieme con altre due persone nell’ambito di una indagine della procura di Foggia su presunte irregolarità nelle gare per l’aggiudicazione di commesse pubbliche. Gli altri due arrestati sono un altro amministratore pubblico e un imprenditore.

L’ordinanza cautelare riguarda in tutto 15 persone: gli altri 12, tra pubblici ufficiali e professionisti, sono stati sottoposti a misure di natura interdittiva.

Le indagini, condotte dalla guardia di finanza, sarebbero partite dopo una denuncia su irregolarità nelle gare d’appalto nelle quali, secondo l’accusa, sarebbe stato favorito un imprenditore molto vicino al sindaco Potenza.

Nel corso delle indagini sono stati accertati reati di natura fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di redditi. I militari avrebbero anche accertato un episodio di concussione.

Duplice omicidio in Calabria, uccisi un sorvegliato e un imprenditore

duplice omicidio a Corigliano Rossano
Archivio

I cadaveri di due uomini, uccisi a colpi d’arma da fuoco, sono stati trovati stamani a Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza.

Le vittime, secondo quanto si è appreso, sono un sorvegliato speciale, Pietro Greco, di 39 anni, di Castrovillari, ed un imprenditore, Francesco Romano, di 44 anni, che risulterebbe incensurato.

Le vittime sono state trovate senza vita all’interno di un’auto in una zona di campagna della frazione Apollinara, nei pressi di un distributore di carburante.

Sul posto il magistrato di turno presso la procura di Castrovillari e la scientifica per i rilievi. Avviate indagini per far luce sul duplice omicidio. Nessuna pista viene esclusa.

Greco e Romano sarebbero stati freddati a colpi di kalashnikov. Dei due non si avevano notizie da lunedì sera, quindi il delitto sarebbe stato consumato tra ieri a tarda sera e stanotte.

Greco era noto per fatti di droga ed era ritenuto vicino alle cosche di ‘ndrangheta della zona. Romano risulta essere senza precedenti.

Rossano, sequestrato muro di cinta abusivo alla centrale Enel. Denunce

Un muro di recinzione di proprietà dell’Enel è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri Forestale di Rossano, in località Sant’Irene-Cutura nei pressi della centrale termoelettrica, area urbana di Rossano.

Durante un controllo sono stati trovati sul posto tre dipendenti di una ditta edile che stavano eseguendo dei lavori su un muro ed erano prossimi alla gettata del cemento armato.

Controllate le autorizzazioni per tale opera è emerso che questa era stata realizzata in difformità al progetto iniziale. Inoltre durante il controllo del perimetro della centrale si è accertata l’eliminazione dei pannelli prefabbricati perimetrali e la costruzione di un muro di cemento armato fronte mare di 282 metri per 2,50 di altezza.

Questa opera edile comporta una modifica sostanziale e definitiva dell’assetto urbanistico edilizio della zona, ed è stata realizzata senza permesso a costruire e senza nulla-osta paesaggistico ambientale considerato che la stessa, ricade nella fascia dei 300 metri dalla battigia del Mar Ionio.

Si è quindi proceduto al sequestro del muro di cinta e delle altre opere edili realizzate abusivamente e alla denuncia del titolare della ditta edile, del direttore dei lavori e del responsabile Enel per violazione alla normativa urbanistica e paesaggistica.

‘Ndrangheta, 25 arresti in Calabria

Oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e della compagnia di Soverato, stanno procedendo all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 25 persone, emessa dal giudice presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

I reati contestati sono quelli di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsione.

Maggiori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in mattinata in procura a Catanzaro.

Decoro urbano a Tropea, sindaco vieta di girare in costume

(ANSA) – TROPEA (VIBO VALENTIA), 22 LUG – “Tutelare il decoro della città”. É lo scopo dell’ordinanza emessa dal sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, con cui si vieta di transitare a piedi per le vie del centro storico cittadino a torso nudo o indossando soltanto il costume da bagno.

Il divieto non è valido per coloro che transitano nella zona marina della città.

L’ordinanza prevede, inoltre, che “la Polizia Locale, in caso di reiterazione dei comportamenti vietati, e limitatamente alle aree sensibili individuate, dovrà provvedere all’allontanamento del trasgressore dal luogo in cui e stato commesso il fatto illecito”.

Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 125 ad un massimo di 500 euro.

Coltivavano piantagione di marijuana, arrestati

piantagione marijuana cacciatori

I carabinieri di Arena (Vibo Valentia) insieme ai militari dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria e del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, hanno arrestato due persone con precedenti di polizia, una di Acquaro e un’altra di Gerocarne, delle quali non sono state rese note le generalità.

I due sono stati sorpresi mentre coltivavano una piantagione di marijuana composta da 240 arbusti in un’area rurale nel territorio di Acquaro.

Una volta essiccata e immessa sul mercato, la sostanza stupefacente avrebbe fruttato guadagni illeciti pari a 120 mila euro. I due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Migranti in barca a vela a Roccella, alcuni sono fuggiti

Un gruppo di migranti di nazionalità iraniana e irachena è giunto stamattina a Roccella Jonica, nel reggino, a bordo di una barca a vela di circa 15 metri battente bandiera tedesca che è stata fatta arenare in un tratto di spiaggia libera, a circa trecento metri dal porto.

A segnalare alle forze dell’ordine l’arrivo dei migranti è stato un pescatore che ha assistito allo sbarco.

Alcuni migranti, dopo avere raggiunto la terraferma, si sono dispersi e sono in corso adesso le operazioni per rintracciarli.

Al momento, ne sono stati individuati una quarantina, tra cui alcune donne e bambini. I migranti rintracciati sono stati portati in un centro di prima accoglienza messo a disposizione dal Comune di Roccella Jonica.

‘Ndrangheta, confiscati beni a membro della cosca Giampà

finanza catanzaro

Militari della Guardia di finanza del gruppo di Lamezia Terme hanno eseguito una confisca di beni, per un valore di un milione e 200 mila euro, riconducibili ad un presunto affiliato alla ‘ndrangheta, Giorgio Galiano, condannato in via definitiva perché considerato appartenente alla cosca dei Giampà.

La confisca è stata disposta dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri.

I beni confiscati, ubicati in Calabria ed in Piemonte, erano stati sequestrati nel luglio dello scorso anno. Si tratta, tra l’altro, di un edificio di tre piani, terreni, capannoni, quote societarie e disponibilità finanziarie.

Nei confronti di Galiano è stata anche applicata la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per cinque anni nel comune di residenza.

Donna muore al pronto soccorso di Cosenza, proteste dei familiari

Donna muore al pronto soccorso di Cosenza, proteste dei familiari

(ANSA) – COSENZA, 21 LUG – Una donna di 57 anni è deceduta ieri sera nel Pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza dopo alcune ore di attesa. La notizia, pubblicata da alcuni siti, è stata confermata da ambienti investigativi.

I familiari della donna, di etnia rom, dopo avere appreso del decesso, hanno inscenato una protesta conclusasi soltanto dopo l’intervento dei carabinieri, avvertiti dal personale dell’ospedale.

Su quanto è accaduto gli stessi familiari della donna hanno presentato una denuncia al Posto fisso di polizia dell’ospedale chiedendo che siano accertate eventuali responsabilità.

Scontro auto-moto in galleria, muore un uomo

Galleria Crocetta San fili cosenza paola
Archivio

Un uomo sui 60 anni, Marcello Guerrini, è morto in un grave incidente stradale avvenuto domenica in una galleria della statale 107 Silana Crotonese, nei pressi della Crocetta, nel Cosentino.

La vittima viaggiava a bordo di una moto, quando per cause al vaglio delle forze dell’ordine si è scontrato con un’auto.

Disagi per la circolazione che è stata interrotta per consentire i rilievi e la rimozione dei mezzi incidentata.

Donna morta dopo il parto, sei indagati all’ospedale di Cetraro

Sala parto

Ci sono sei indagati nell’inchiesta avviata dalla Procura di Paola sulla morte di Santina Adamo, di 35 anni, deceduta mercoledì scorso nell’ospedale di Cetraro (Cosenza) dopo avere partorito. Si tratta del personale medico e dell’ostetrica che hanno assistito la donna nella fasi precedenti e successive al parto. Lo scrive la stampa locale.

Il pm della Procura che sta conducendo l’inchiesta per accertare eventuali responsabilità nel decesso della donna ha emesso informazioni di garanzia nei confronti degli indagati.
Dall’autopsia, intanto, é emerso che Santina Adamo sarebbe deceduta a causa di uno choc emorragico.

L’inchiesta della Procura di Paola é finalizzata, in particolare, ad accertare se il personale dell’ospedale che ha assistito la donna abbia attuato correttamente le procedure previste dai protocolli.

Il Ministro della Salute, Giulia Grillo, in relazione alla morte di Santina Adamo, ha disposto l’invio di una task force nell’ospedale per accertare quanto è accaduto.

Prostituzione in case a luci rosse, sette arresti in Calabria

case luci rosse prostituzione

I carabinieri della compagnia di Locri hanno eseguito un’operazione, denominata “Sex home”, che ha portato all’arresto di sette persone, tra cui tre donne, due marocchine e una dominicana, con l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.

Dall’indagine è emerso che alcune ragazze sarebbero state costrette a prostituirsi con minacce di morte e violenze che avrebbero potuto estendersi, in caso di rifiuto, alle loro famiglie d’origine.

Il giro di prostituzione avrebbe fruttato un migliaio di clienti ed ogni incontro, che avvenivano in appartamenti a luci rosse, veniva pagato dai 50 ai 200 euro.

Gli investigatori nel corso delle indagini hanno notato file molto lunghe di clienti “desiderosi” di una scappatella con le prostitute.

In manette sono finiti Salvatore Buttiglieri, di 35 anni, di Grotteria; Najia Karfi detta “Angela”, 45enne marocchina residente a Siderno; Antonio Leone, 52enne di Cosenza; Saloua Nadir, trentunenne marocchina residente a Siderno e domiciliata a Vicenza; Giovanni Alessi, 44enne reggino residente a Siderno; Giuseppe Reale, 71 anni di Siderno e Felicia Veras Reyes, dominicana classe ‘78, residente a Caulonia.

I primi tre sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere, gli altri quattro agli arresti domiciliari.

Tutti sono accusati – a vario titolo – di concorso di persone nel reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione mediante la gestione di varie“case di incontri”.

Altre tre indagate destinatarie di misura cautelare in carcere sono attualmente irreperibili e attivamente ricercate dagli uomini dell’Arma in Italia e all’estero.

Alcune ragazze erano costrette a prostituirsi per le minacce di morte e le violenze subite da sfruttatori senza scrupoli ed anche per evitare che si concretizzassero analoghe intimidazioni nei confronti della famiglie di origine.

L’esito delle indagini, spiegano gli investigatori,  ha delineato il ruolo di Saluoa Nadir che, con la complicità di una delle ricercate riusciva a gestire tutta l’attività illecita che ruotava intorno ad un appartamento da lei affittato a Siderno, di proprietà di Giovanni Alessi.

Emergeva altresì che la stessa gestiva analogamente un altro appartamento nel centro di Milano ove ospitava varie prostitute perché esercitasserol’attività di meretricio, organizzando gli incontri epattuendo con i clienti anche il prezzo della prestazione da consegnare.

Le altre due ricercate, con la complicità del cosentino Antonio Leone – quest’ultimo già coinvolto in altre analoghe inchieste -riuscivano a gestire appartamenti situati nei comuni di Siderno e di Rende, il cui proprietario Giuseppe Reale sarebbe stato a conoscenza dell’attività svolta, consentendone il “particolare” utilizzo.

Emerso anche il ruolo di Najia Karfi, in arte “Angela”, la quale oltre a prostituirsi all’interno della sua abitazione, organizzava incontri sessuali a pagamento per conto di altre prostitute, facendo da tramite tra queste ultime ed i clienti e mettendoa disposizione un appartamento in cambio di denaro;

Felicia Veras Reyes, quando si trovava fuori dal comprensorio di Siderno, organizzava incontri sessuali a pagamento in favore di altre ragazze sue conoscenti all’interno dell’abitazione dell’odierno indagato Salvatore Buttiglieri, il quale gestiva autonomamente il proprio appartamento, adoperandosi a ricercare, prelevare, accompagnare in loco le varie prostitute alle quali affittare l’abitazione per l’esercizio della prostituzione in cambio di un compenso giornaliero in denaro.

Nel corso del biennio di indagini sono stati accertatiquasi mille clienti, ciascuno pronto a pagare da un minimo di 50 euro fino a 200 euro per incontri a domicilio.  Il numero dei clienti era talmente alto che in alcune circostanze le richieste si accavallano determinando lunghe attese all’esterno degli appartamenti, tre dei quali, ubicati nelle vie centrali di Siderno, sono stati sequestrati.

All’esito delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Reggio Calabria, Locri e Vicenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Dissesto a Cosenza, assessore Caruso a Guccione e PD: Da che pulpito…

L'assessore Francesco Caruso
L’assessore comunale di Cosenza Francesco Caruso

“Con quale coraggio chi ha mandato formalmente in dissesto il Comune di Cosenza lancia accuse a questa amministrazione sulla gestione dei conti”.

È quanto afferma l’assessore Francesco Caruso, aggiungendo: “Invitiamo Guccione e il PD ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava appunto l’avvio delle procedure di dissesto. Hanno devastato una città, lasciando una ingente mole di debiti che coprivano con crediti fasulli e, ancora oggi, si permettono di dare lezioni. Carlo Guccione e il PD dimenticano l’incapacità del Comune di far fronte agli impegni assunti e le tante manifestazioni di lavoratori delle Coop e di tutto l’indotto, che chiedevano semplicemente di ricevere gli stipendi arretrati. Per non parlare dei tempi medi di pagamento delle imprese che durante il loro governo superavano i 365 giorni”.

Ci siamo chiesti in tante occasioni – aggiunge Caruso – come era possibile spendere così tante risorse in spesa corrente e in investimenti con una città che agli occhi di tutti era spenta e disastrata. Quando ci siamo accorti che al posto dei crediti erano appostati in bilancio solo numeri era troppo tardi perché la Corte dei Conti aveva già dichiarato il dissesto. Un quadro desolante che ci ha posto dinanzi ad una decisione fondamentale: prendere la scelta politicamente più comoda dichiarando il dissesto che all’epoca avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali soprattutto per le categorie più deboli (non esistevano affidamenti pluriennali alle Cooperative bensì si utilizzavano i cottimi fiduciari che, con il dissesto, non sarebbero stati più attivati), oppure utilizzare una norma appena emanata e cercare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe mitigato le conseguenze sulla città. Nel 2013 non abbiamo scelto il pre-dissesto e dimostreremo con numeri alla mano che la situazione finanziaria del Comune di Cosenza è migliorata nonostante i pesanti tagli ai trasferimenti dello Stato. Grazie soprattutto a questa scelta in caso di dissesto non si avrebbe alcuna conseguenza per i cittadini e soprattutto per le categorie più deboli”.

Sul caso del dissesto finanziario al comune di Cosenza anche i consiglieri comunali di maggioranza hanno replicato al M5s che contestava l’inadeguatezza dell’amministrazione nel far fronte alla mole debitoria dell’ente.

“Dai Cinque Stelle solo attacchi inesatti finalizzati ad allarmare i cittadini. Solo così ci ricordiamo che il Movimento grillino ha parlamentari anche in Calabria”, scrivono i consiglieri Carmelo Salerno, Andrea Falbo, Luca Gervasi, Vincenzo Granata e
Pierluigi Caputo.

“Grazie a qualche dichiarazione di stampa piena di inesattezze, si legge in una nota, ci ricordiamo che in questo territorio esistono dei parlamentari dei Cinque Stelle che dimostrano ancora una volta l’assoluta incapacità di analizzare e risolvere i problemi.
A chi oggi accusa questa Amministrazione, invitiamo ad andare a leggere la deliberazione della Corte dei Conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto”.

Forte scossa di terremoto ad Atene, panico e qualche crollo

Gente in strada ad Atene (Ansa/Epa)

Una forte scossa di terremoto è stata avvertita alle 14.13 locali ad Atene e in tutta l’Attica, in Grecia. La magnitudo è stata calcolata a 5,3 gradi della scala Richter. Molte persone si sono riversate in strada. L’epicentro sarebbe a 23 km a nordovest della capitale, a soli 2 km di profondità, quindi è stato sentito con maggior forza. Sono segnalati blackout telefonici.

Tanta paura ad Atene, dove il tremore è stato ripreso in diretta dalla televisione statale greca Ert. Sono state registrate interruzioni della corrente elettrica e i vigili del fuoco hanno raccontato di aver ricevuto diverse chiamate da persone che erano rimaste intrappolate in ascensore.

La scossa ha provocato il crollo di alcuni edifici abbandonati, hanno riferito le autorità elleniche. Non risultano feriti gravi, ma solo tre persone colpite da calcinacci, che non hanno riportato lesioni serie.

“Si è sentita una scossa molto forte, abbiamo avuto molta paura – ha riferito all’Ansa il giornalista Takis Tsafos -. L’epicentro, peraltro, è stato vicino alla superficie e nella stessa zona dove fu registrato il centro del sisma del 1999, che provocò 42 morti.

Per legge, hanno dovuto evacuare gli hotel e gli uffici pubblici. E tutti hanno iniziato a chiamare amici e parenti, quindi sono bloccate le linee telefoniche”.

Gli edifici crollati sono a Ermou (strada dello shopping accanto a Piazza Syntagma), a Petralona, a poca distanza dall’Acropoli, e poi a Trapezona, presso il porto del Pireo, e nel porto stesso, dove è crollato un vecchio magazzino che non veniva più utilizzato. “I vigili del fuoco ritengono che sotto le macerie non sia rimasto nessuno”, dice Tsafos.

‘Ndrangheta, il boss Francesco Pelle è irreperibile

Ndrangheta, boss Francesco Pelle è irreperibile

Il boss della ‘ndrangheta Francesco Pelle detto “Ciccio Pakistan” si è reso irreperibile, ed è attualmente latitante, dopo la conferma della condanna in Cassazione che lo ha definitivamente riconosciuto il mandante della strage di Natale del 24 dicembre 2006 in cui fu uccisa Maria Strangio, moglie del capoclan avversario Gianluca Nirta. Episodio, che nella faida di San Luca tra i Pelle-Vottari ed i Nirta-Strangio, determinò la strage di Ferragosto a Duisburg, in Germania, con 6 morti. La notizia è stata confermata in ambienti investigativi citati dall’Ansa.

Pelle, che è sulla sedia a rotelle dopo essere stato ferito in un agguato il 31 luglio del 2006 ad Africo, era sottoposto all’obbligo di dimora a Milano. Dopo il rigetto del suo ricorso si è reso irreperibile prima di finire in carcere. Secondo quanto appreso dall’agenzia, l’allontanamento del boss risale ad una quindicina di giorni fa.

Pelle era stato arrestato dai carabinieri nel settembre 2008 in una clinica di Pavia dopo un anno circa di latitanza. Nell’agguato del Natale 2006, la vittima predestinata era Gianluca Nirta, ma sotto i colpi dei sicari morì la moglie ed altre quattro persone, tra le quali un bambino, rimasero ferite. Fu quell’episodio, secondo l’accusa, a scatenare la reazione di Giovanni Strangio, cugino di Maria, condannato all’ergastolo in quanto ritenuto ideatore e uno degli esecutori della strage di Duisburg.

Fermato per un controllo, scippa arma e spara: ferito un carabiniere

Fermato per un controllo, scippa arma e spara: ferito un carabiniere
Un carabiniere è rimasto ferito a una gamba, a Terni, sembra in modo non grave, da un colpo di pistola che lo ha raggiunto dopo che un uomo – fermato per un normale controllo – è andato in escandescenze. Quest’ultimo è stato bloccato e portato via dal 118 sotto custodia delle forze dell’ordine.

I carabinieri erano giunti in supporto alla polizia dopo che l’aggressore aveva cominciato a colpire i poliziotti con calci e pugni. Nel frangente sono stati esplosi in tutto quattro colpi di pistola. La dinamica non è ancora chiara.

L’episodio è avvenuto nella tarda mattinata in pieno centro cittadino, nei pressi della rotatoria di via Eugenio Chiesa. L’uomo era stato fermato per un controllo da una volante della polizia, ma – in base alle prime informazioni – non gradendo ha aggredito gli agenti.

I poliziotti hanno quindi chiesto il supporto dei carabinieri. L’uomo – è una delle ipotesi – sembra possa essersi impossessato di un’arma di servizio, durante il parapiglia. Infine è stato bloccato e, viste le condizioni di alterazione, accompagnato in ospedale dal 118, dov’è piantonato in stato di arresto.

Dissesto comune di Cosenza, Guccione: “Occhiuto tragga le conseguenze”

Palazzo dei Bruzi Cosenza“Con la deliberazione della Corte dei Conti numero 106/2019 viene sancita, senza ma e senza se, la condizione di dissesto del Comune di Cosenza. Non sono bastati i tentativi maldestri del sindaco Occhiuto di cercare di nascondere e camuffare la grave situazione finanziaria ed economica che lo vede responsabile in prima persona del default delle casse comunali”. Lo afferma in un comunicato il consigliere comunale di Cosenza, Carlo Guccione in merito alle condizioni di dissesto finanziario in cui versa l’ente decretate da un pronunciamento della Corte dei conti regionale. Il primo cittadino, dal canto suo, ha fatto ricorso alle Sezioni riunite della stessa corte.

“Non si può paragonare – aggiunge Guccione – quello che è accaduto con la sentenza della Corte dei Conti 106/2019 con ciò che avvenne nel 2014, quando la Corte bocciò il Piano di riequilibrio finanziario, poi promosso dalle Sezioni Riunite. Nel 2014 si trattava di stabilire le misure e gli impegni del cronoprogramma di attuazione del Piano, oggi invece la Corte dei Conti ha preso in esame, monitorato e certificato l’applicazione del Piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Cosenza e ha puntualmente verificato ciò che è accaduto negli anni 2015, 2016, 2017, 2018”.

“Da questo esame è emerso –  spiega l’esponente politico di minoranza – che gli impegni intermedi, previsti nel Riequilibrio di bilancio approvato dalle Sezioni riunite nel 2014, non sono stati rispettati per nessun anno preso in esame dall’amministrazione Occhiuto e, cosa gravissima, è emerso che la Giunta ha aumentato i debiti di oltre 200 milioni, raggiungendo quindi oltre 350 milioni di deficit”.

“In più, come ha sottolineato la Corte dei Conti, “nella spesa vanno incluse tutte le passività non formalizzate nel bilancio, in quanto fuori bilancio o occulte. Su questi aspetti, le controdeduzioni del Comune non smentiscono le osservazioni di cui alla deliberazione 66/2019 ed anzi si è potuto ricostruire, a seguito dell’attività istruttoria svolta, che oltre 30 milioni di euro di debiti sono allo stato non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Per Guccione “siamo, quindi, al di là dell’immaginabile. In questi anni a Palazzo dei Bruzi le Giunte Occhiuto hanno governato la città indebitando sistematicamente il Comune, quindi i cosentini, facendo saltare il Piano di riequilibrio finanziario che era stato approvato per riportare i conti del Comune in equilibrio”.

Per il consigliere comunale “basta fare un semplice esempio per capire la gravità e l’enormità della situazione del Comune di Cosenza: quando fu dichiarato il dissesto nella città di Reggio Calabria, e successivamente sciolto il Comune, il debito era di oltre 250 milioni di euro. Parliamo di una città di 150mila abitanti a fronte di non più di 70mila abitanti di Cosenza. Questa la dice lunga su quello che è accaduto nella città dei Bruzi ai tempi delle varie Giunte Occhiuto”.

“La filosofia portata avanti in questi anni – spiega ancora – è stata quella di governare facendo debiti, tanto saranno i cosentini a pagare. Certamente alle affermazioni di Occhiuto (“Nessuna conseguenza per i cittadini”) nessuno crede più: è come dire ai cosentini che Babbo Natale esiste davvero. Saranno i cittadini, purtroppo, a subire tagli e carenze di servizi, il blocco degli investimenti e l’aumento di tutte le imposte comunali per ripianare i debiti fatti da questa amministrazione”.

“Qualcuno, a questo punto, tragga le dovute conseguenze. È tempo che ci si assuma le proprie responsabilità per avviare una fase nuova che porti la città fuori da questo disastro finanziario. Ovviamente – conclude Guccione – cosa ci si poteva aspettare di buono da chi non è stato neanche capace di amministrare le proprie attività?”.

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